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In un piccolo paese della Sicilia viveva "la Lupa", ovvero una donna non più
giovanissima ma di bell'aspetto e parecchio seducente. Il suo vero nome era
Gnà Pina, ma la gente le aveva affibbiato questo soprannome perché era lo
spauracchio delle donne che avevano famiglia, per la sua capacità di attirare a
sé sia i padri che i figli come un incantesimo impossibile da respingere. Non
andava in Chiesa nemmeno nei giorni di festa, non si confessava, si narra che
perfino un prete molto devoto avesse perso la testa per lei. Tutti la
conoscevano e cercavano di starle alla larga, e quando erano costretti a
incrociarla per strada si facevano il segno della croce.
La Lupa aveva una figlia che si chiamava Maricchia, a differenza sua era una
brava ragazza che soffriva la reputazione della madre e piangeva in silenzio
pensando che nessuno mai l'avrebbe mai presa in sposa, pur avendo la dote
(bene familiare), in quanto figlia della Lupa.
Un giorno tornò dal militare un bel giovanotto che si chiamava Nanni e prese
lavoro nei campi dove lavorava anche la Lupa, dato che svolgeva gli stessi
lavori degli uomini, probabilmente per poterli più facilmente sedurre e
attirare a sé.
La Lupa cercò sin dal primo momento di farsi notare da Nanni finché non si
decise a confidargli di essere molto attratta da lui. La risposta che Nanni le
diede la scosse un po', perché non solo non si aspettava un rifiuto ma
addirittura le preferiva pure la figlia Maricchia. Per qualche mese la Lupa gli
stette alla larga, fino a quando non si ripresentò davanti a lui insieme alla
figlia Maricchia, per offrirgliela in moglie, insieme alla dote e alla casa, a
condizione che lei (la Lupa) avrebbe avuto la possibilità di continuare ad
abitare in un cantuccio della cucina. Nanni accettò l'offerta, Maricchia invece
era contraria a questo matrimonio ma fu costretta ad accettare dopo che la
madre afferrandola per i capelli l'aveva minacciata di ucciderla qualora avesse
fatto opposizione.
Così facendo Nanni era caduto nella trappola della Lupa, che adesso poteva
frequentarlo sia in casa sia al lavoro. Intanto Maricchia ebbe dei figli da Nanni
e mentre si occupava di loro, sua madre andava a fare visita a Nanni nell'aia
dove si accampava la notte per dormire. La prima notte la respinse, ma le
altre notti lei si ripresentò e Nanni cadde più volte in tentazione. Maricchia
aveva capito la situazione e, dopo giorni e notti passate a soffrire impotente,
perché adesso che aveva messo su famiglia lo amava anche lei, un giorno andò
a denunciare l'adulterio al brigadiere, che a sua volta aveva minacciato Nanni
di mandarlo in galera o alla forca. Nanni confessò ogni cosa, difendendosi
dicendo che la Lupa fosse una tentazione dell'Inferno e che avrebbe preferito
la galera che stare con lei. D'altra parte la Lupa non voleva sentirne di lasciare
la casa poiché la sua presenza faceva parte dell'accordo per prendere in sposa
sua figlia. Poco dopo, Nanni ricevette un calcio al petto da un mulo e rischiò
di morire e anche in questa circostanza la Lupa sfruttò l'occasione per stargli
vicino, nonostante la sua presenza non fosse gradita in quella casa; ormai tutti
in paese erano a conoscenza della loro storia e Nanni se ne vergognava e non
voleva fare soffrire Maricchia ulteriormente. Nemmeno il parroco era
intenzionato a entrare in quella casa per confessare Nanni e lasciarlo morire
da buon cristiano fintanto la Lupa era all'interno della dimora. La Lupa uscì
di casa e Nanni confessò pentito i suoi peccati.
Nanni sopravvisse e quando ritornò in forze e si rimise a lavorare anche la
Lupa riprese a stargli attorno. Il giovane aveva perfino fatto atti di penitenza
in chiesa e ripose invano le sue speranze nell'aiuto del brigadiere, ma
sembrava non esserci modo per liberarsi da questo "incantesimo demoniaco".
Nonostante l'avvertimento di Nanni di essere lasciato in pace, arrivando
persino a minacciarla di morte, pare che alla Lupa non interessasse nient'altro
che stare con lui anche se ciò avesse significato andare incontro a morte certa.
Così Nanni, mentre zappava la vigna la vide venirgli incontro. Spazientito e
intenzionato a chiarire la sua posizione una volta per tutte, smise di zappare e
prese l'ascia minacciandola nuovamente di ucciderla, ricevendo come risposta
"ammazzami pure, non me ne importa, ma senza di te non voglio starci".
Nonostante l'ultimo avvertimento la Lupa continuò ugualmente ad avvicinarsi
e venne uccisa senza opporre resistenza.
Per far parlare i suoi personaggi e per esprimere ciò che pensano, l'autore
adotta diversi stili: usa le lineette per contenere le parole dei personaggi, usa
un verbo dichiarativo (es: diceva), e in certe situazioni li usa entrambi o non
usa nessuno dei due.
Il tempo e la durata
La novella si svolge su un intervallo di tempo ampio che viene scandito
dall'alternasi delle stagioni: si passa dalle ore calde di giugno, al mese di
ottobre, fino alla Pasqua. Un'altra informazione che definisce il trascorrere
del tempo sono i figli che Maricchia stava allattando, il che vuol dire che da
quando è stata presa in sposa da Nanni sono trascorsi più di 9 mesi.
Nanni: è un bel ragazzo che ha fatto il militare e che è un tuttofare nel lavoro
nei campi. La sua serenità è rovinata dalla Lupa che lo seduce e lo fa cadere in
tentazione. Si sposa con Maricchia, la figlia della Lupa.
Figure retoriche
Per essere una novella sono presenti moltissime figure retoriche, ma sono
quelle semplici che vengono usate nel linguaggio parlato anche da chi non sa
nemmeno cosa sia una figura retorica.
Similitudini: "era pallida come se avesse sempre addosso la
malaria", "sola come una cagnaccia", "a lavorare cogli uomini, proprio
come un uomo", "occhi neri come il carbone", "come una lupacchiotta".
Metafore: "labbra...che vi mangiavano", "occhi da satanasso",
Epifonema o aforisma: "In quell’ora fra vespero e nona, in cui non
ne va in volta femmina buona1".
Endiadi: "pallida e muta", "pallido e stralunato".
La Lupa: commento
La novella narra l'amore morboso della gnà Pina per gli uomini, e in
particolare per Nanni.
Nel descrivere la protagonista, Verga insiste soprattutto sugli occhi, le labbra,
il volto della Lupa, cioè sugli aspetti fisici per sottolineare la sua forte
sensualità. La Lupa viene presentata sia direttamente dal narratore, sia, più
indirettamente, da ciò che la gente dice e pensa di lei.
La novella è contrassegnata da un'atmosfera di violenza, durezza e
drammaticità. Tale sensazione dipende dall'aspetto fisico dei personaggi,
dall'ambiente in cui vivono e, infine, dalle loro reazioni a quanto accade.
Al contrario della madre, la figlia Maricchia non viene descritta dal narratore
né direttamente né indirettamente: di lei non sappiamo se è bella o meno, se
somiglia fisicamente alla madre ecc., sappiamo solo che caratterialmente è il
suo opposto.
Un elemento che il narratore vuole esaltare è il potere demoniaco di
seduzione della protagonista: la Lupa non è una donna come le altre, sembra
infatti una creatura dell'inferno, tanto è in grado di attrarre gli uomini a sé,
fino al punto che essi non riescono più a liberarsi di questo maleficio. Tutti
sono sue vittime, gli uomini che non riescono a liberarsene, le donne che
perdono i loro mariti e figli... ecco perché non c'è nessuno che si scandalizza
se alla fine viene uccisa una persona. E il pensiero di una lupa affamata e
insaziabile non può che riportare alla mente la lupa del primo canto
dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. La fine della Lupa non
poteva che arrivare inevitabilmente attraverso una morte violenta. Le hanno
provate davvero tutte per fermare lei o il suo "maleficio": attraverso un
dialogo pacifico (Nanni le chiede di essere laciato in pace, Maricchia la invita
a smettere), per mezzo della fede (confessioni e atti di umiltà), attraverso
l'autorità del paese (il brigadiere) e perfino attraverso la minaccia di essere
uccisa (Nanni l'avverte più di una volta). L'unico metodo funzionante contro
questo personaggio che entra prepotentemente nel cuore degli uomini solo
per saziare la sua inarrestabile "fame" è la violenza.