È un brano di Giovanni Verga, nel quale troviamo un grande coinvolgimento
emotivo, prodotto dalla fisicizzazione del linguaggio. Troviamo inoltre molte iterazioni (ripetizioni) di immagini: ad esempio i colori rosso e nero che aprono e chiudono il racconto ("un seno fermo e vigoroso da bruna"; "delle labbra fresche e rosse"; "delle mani piene di manipoli di papaveri rossi"; "mangiandoselo con occhi neri"). Altre iterazioni sono quelle di espressione ad esempio nelle suppliche di Nanni verso la Lupa: ("Andatevene! Andatevene! ; Non ci tornate più nell'aia, perché se tornate nell'aia come è vero Iddio vi ammazzo!") L'iterazione investe anche la descrizione che il narratore fa della protagonista (la Lupa), descrizione che oltre a riprodurre l'ottica della mentalità popolare è molto fisicizzata e ci fa apparire la Lupa tutta occhi neri e labbra rosse. La Lupa viene esclusa dalla comunità cristiana del paese e l'emarginazione investe anche la figlia. Motivo di tale scelta da parte del popolo è la relegazione della Lupa nell'ambito del demoniaco ("le donne si facevano il segno della croce quando passava;” si li tirava dietro con quegli occhi da satanasso"). Ciò fa apparire la Lupa come la proiezione della femminilità negli aspetti più inquietanti: una donna-bestia-demone, in cui prendono forma forze demoniache contro le quali non c'è astuzia o esorcismo che riesca a salvare gli uomini. La situazione della Lupa si complica quando si innamora di Nanni (giovane contadino) che invece vuole sposare la figlia (Maricchia). La Lupa pur di realizzare il suo scopo costringe la figlia a sposarlo in maniera da vivergli accanto. Pina (nome della Lupa) riuscirà a sedurre Nanni che poi verrà denunciato di adulterio (tradimento) dalla moglie alle forze dell'ordine. Nanni a quel punto non potrà far altro che confessare la propria disperazione di fronte alla tentazione che la Lupa rappresenta e a cui non riesce a resistere. La vicenda si conclude con un esito tragico, cioè l'omicidio a colpi di scure (ascia) della protagonista da parte di Nanni, al quale lei non si sottrae: ("Ammazzatemi non mi importa, ma senza te non voglio starci"). La lupa o il lupo a livello simbolico vengono considerati come simbolo del male.