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LEZIONE 8 - Letteratura postcoloniale italiana - 23/11

Il narratore in Tempo di uccidere è debole e antieroico un individuo incapace di agire e ci


immergiamo nella sua testa grazie a un Monologo interiore continuo. Il narratore parla al passato
come se ci trovassimo avanti a una narrazione retrospettiva dei fatti. È ciò che permette al
narratore di sollevarsi e avere un pdv dall’alto che viene smentito, la volontà di onniscienza è
smentita dall’autore stesso.

La centralità corpo attraverso malattia e dolore sono presenti fin dalla prima pagina il dolore al
dente che batte persistente è un elemento che noi nn possiamo sottovalutare, da come ci viene
descritto il dolore è reale. È solo reale o siamo sul piano simbolico? Il dolore evidenzia decadenza
morale che passa attraverso il corpo e il dolore al dente è come se battesse nella testa del
protagonista.

Ambientazione  il cronotopo di questo romano (spazio-tempo del racconto) è l’Africa degli anni
30 presumibilmente che Flaiano ha conosciuto. Non è un romanzo autobiografico xkè la vicenda
personale di Flaiano è trasfigurata nella finzione letteraria, c’è un patto finzionale tra autore e
lettore non dobbiamo condurlo vs la sola autobiografia. Il cronotopo è l’africa del colonialismo
nonostante i riferimenti siano evanescenti, abbiamo nomi di città alcuni x esteso altri solo in lett
maiuscola. Africa realistica e surreale del camaleonte a cui il protagonista infila una sigaretta in
bocca.
Alla fine, abbiamo sottolineato come l’olfatto sia il senso più sollecitato nel romanzo. Seguendo
l’olfatto il protagonista deve arrivare al comando più vicino per trovare un dentista x alleviare
dolore.
LEGGIAMO PAG 18  PRIMO CAPITOLO

Il protagonista segue il puzzo dei muli e si perde. La ricerca della scorciatoia rinvia all’idea del
labirinto entra e non sa uscirne, quella perdita di orientamento è allegorica rinvia a un’altra
perdita dell’uomo nell’impresa del colonialismo e rinvia alla complessità della realtà, una realtà in
cui è difficile orientarsi l’impossibilità di conoscere la realtà è un lascito del modernismo
europeo/ita nel 47 quando Flaiano stende il romando gli autori possono acquisire le conquiste del
modernismo e possono rielaborarle anche in chiave postcolonialista.
L’orologio non funziona più e le carte non sono leggibili ma imprecise e superficiali sta guardando
una carta 800esca quando i primi viaggiatori cercavano di mappare il territorio. L’orologio che non
funziona e le mappe illeggibili  procedimenti censori e conoscitivi praticati dalla coscienza
occidentale non possono orientale l’azione individuale, in quesito momento di disorientamento
avverrà una svolta esistenziale del protagonista  il primo contatto con gli altri “abissini” che
avviene sui resti di un’azione violenta dei colonizzatori, abbiamo un’impennata lirica quando ci
descrive Flaiano i due Abissini morti. L’ incontro avviene sulle ceneri lasciate dal colonialismo xcio
lo scoiattolo non può farlo ridere  ha davanti a se un quadro tragico che il protagonista ammette
la sua estraneità- la voce estranea in quel luogo in cui non riesce a controllare nulla, i tanti se
condizionali ne troviamo 3  sono condizioni che non possono trovare una concretizzazione nella
realtà idem i numerosi interrogativi che rimangono snz risposta.
Il labirinto prima di diventare un tema letterario è prima di tutto un mito e sappiamo che Minosse
costruisce questo palazzo labirintico nel quale rinchiudere il Minotauro essere mostruoso e ibrido
nato dalla relazione della moglie con un toro – teseo ucciderà il minotauro con l’aiuto di Arianna.
Quando il mito viene traslato in letteratura abbiamo 3 elementi principali:

-L’intrico del luogo /complessità dei luoghi

- La forza di un eroe che esce dal labirinto

L’elemento erotico  desiderio che passa anche attr labirinti.

Flaiano ha in mente questo e cosa fa? Possiamo usare il mito per rappresentare questa parte. Nel
riprendere un grande mito dell’immaginario che ha influito sull’immaginario collettivo rovescia
l’eroe in antieroe ma mantiene la complessità del luogo in chiave postcoloniale, lavora sul
desiderio e sensualità di un luogo in cui si sente perso/disorientato. È il desiderio a essere la
materia prima di quella scena madre ripresa nell’estremo contemporaneo  incontro con Mariam
un incontro. Romano Luperini ha scritto un saggio sul caso incontro è un grande tema della
modernità tra incontri reali e incontri mancati. Il tema incontro ha ripercussioni sulla struttura
della trama. Quando affrontiamo il tema dell’incontro dobbiamo capire che tipo di ripercussione
ha sulla trama.

Paragrafo 3  inizio di paragrafo ha molti elementi  bisogno del protagonista di sentire la


lettera di questa lei che si trova in Italia. La scrittura è qualcosa di codificato, attraverso queste
parole cerca di riacquistare la sua identità e di riconoscersi come individuo in quel luogo che lo
spaesa ma non sa leggerla quella lettera. Una lettera che non seppi intendere. Il protagonista si sta
dirigendo verso la boscaglia, ricordiamo cuore di tenebra di Conrad, li la foresta è interpretata
come un luogo selvaggio che induce alla follia o la foresta è un luogo che permette di svelare una
verità individuale o della storia, che tipo di foresta è questa di Flaiano? Un luogo che ci pone degli
interrogativi

…Ripresi la corsa… ma evitava di guardarmi

Fine paragrafo 3  Come interpretiamo incontro con la donna? Incontro che ricopre una 40ina
pag Flaiano fa una scelta che siamo chiamati a interpretare infatti è un passaggio molto
complesso. Dobbiamo mtt in evidenza lo sguardo aggressivo del conquistatore. Tra i termini viene
definita “un buon animale domestico”, una schiava che deve pagare la sua parte perché il suo
popolo sta perdendo è una creatura incolta, di elementare natura. Tutti gli abissini sono visti come
tristi animali. Si possono fare molti rilievi su come viene rappresentata l’alterità in questo
passaggio, il tenente protagonista abusa di questa donna, la fa passare come un gioco erotico ma
se noi siamo nell’idea che il narratore non è attendibile sappiamo che il gioco erotico è una sua
ricostruzione, egli vuol far credere che questo gioco avviene in modo consensuale. Rinvia alla
bibbia “Il colonialismo si fa con la bibbia in mano” ma alla fine è molto lontano dall’ideale
cristiano. Il tenente crede che la donna voglia essere pagata e il rifiuto del denaro è la prima
grande fonte di umiliazione che il tenente dovrà subire nel corso del romanzo. Dall’altro abbiamo
una profonda attrazione. Molta critica postcoloniale recente ha mss in evidenza importanza
dell’attrazione e di come viene presentata questa attrazione. Possiamo dire usando una formula
che deriva dalla psicanalisi che siamo avanti ad una forma di compromesso tra aggressività e
attrazione. Sono due tensioni che noi ritroviamo nel nostro protagonista. Quindi accanto agli
stereotipi degradanti c'è anche questa profonda attrazione e quando parla della bellezza di questa
donna abbiamo impennata di immagini liriche.
Da un lato c'è la bellezza fisica, corporea, la bellezza dichiarata di questa donna. Un'ammirazione
che passa attraverso il momento della vestizione e viene data grande importanza al turbante. Dice
quel quel fazzoletto di cotone definiva ogni cosa e io non sapevo che allora avrebbe definito tutto
e il fazzoletto lo scoprirà dopo che contraddistingue le donne ammalate. E poi teme per tutto il
romanzo di essere ammalato di lebbra. C'è qualcosa però di più profondo che va oltre la bellezza
fisica ovvero la consapevolezza che quella donna è a conoscenza, sta custodendo qualcosa a cui la
società occidentale ha rinunciato per sempre. Lei è custode di un mistero, di un mistero che gli
occidentali non possono capire. Quei 2000 anni di storia che il tenente cerca di sostenere a livello
di superiorità si annullano. C'è una forza altra che domina questa donna.
In questo confronto noi abbiamo un grande tema novecentesco che è quello del confronto tra
natura e cultura. La donna è addirittura, se non fosse per questo turbante potrebbe confondersi
con il paesaggio. Anche gli oggetti fanno parte di questo confronto tra natura e cultura. Ma la
cultura, in questo ce lo dice il tenente caso non vince ma nemmeno può competere con la natura.
Ci viene chiesto di problematizzare l’idea illuministica del progresso e dell’acculturazione verso
l’alterità. La forma di M inchioda il protagonista. Mentre parla col maggiore “non vorrai mica
pensare che siano dei civili questi abissini, hanno la sobrietà…” poi a pag 125 “non hanno quelle
ambizioni che qui da noi rendono” … c’è una profondissima critica della società fondata
unicamente sulla ragione strumentale e dichiara il tenente la mediocrità

mediocrità conformismo del fascismo. Minuto 51.08


Pag 46  il tenente spara poiché crede di aver visto una bestia, un coccodrillo il proiettile viene
deviato da una roccia e colpisce il ventre della donna che è ferita, si pone tanti interrogativi.
Giacomo de benedetti è un grande critico che si è occupato sort deve ad Auerbach indaga il
modernismo quando ancora il termine appunto un modernismo non ha usato e ha il de benedetti
è un critico che mtt in relazione fa lavoro comparativo tra autori ita e au proietta in una
dimensione europea gli autori italiani, le prime 60 pagine sono le pag migliori e più efficaci del
romanzo e sono quelle che riguardano la scorciatoia e Mariam e egli scrive che la bestia è una
proiezione dell’inconscio, sono gli istinti senza controllo verso cui il tenente spara anche se il
proiettile viene deviato lui vuole sparare verso quegli istinti che si sono fatti carne in Mariam,
nella carne di M ci sono istinti sessuali nel suo corpo ci sono le colpe sessuali e del colonialismo,
fugge appunto e decide di sparare a questa donna x nn farla soffrire questa è la storia che il
protagonista racconta a se stesso, è inattendibile come Zeno Cosini di S e sotterra la donna come
atto di rimozione, si crea una ferita sulla mano che gli ricorderà le sue emozioni è una rimozione
individuale ma collettiva, questa è una storia tra le tante. Anna Longoni che cura edizione adelfi
che è la curatrice delle opere di Ennio Flaiano ha messo in evidenza come .. forma feroce di
autocondanna, sguardo ceco del colonialismo il ftt di non vedere la realtà com’è e di raccontarsela
in modo diverso. Africa è lo sgabuzzino delle porcherie.
Volteggiare dei corpi  morte della morale, uccidere donna x nn farla soffrire è la fine della
morale, il volo dei corvi marcherà i passaggi principali del romanzo.

Tempo di uccidere è un testo importante del canone ed è x qst che molta narrativa postcoloniale
recente rimandi a tempo di ucc. Questa riscrittura avviene tra coloro che hanno vissuto il
colonialismo in maniera indiretta – per il loro essere meticci racc il colo con la lingua degli insider
 Gabriella Ghermandi figlia di un italiano e di una madre meticcia eritrea  Regina di fiori e di
perle, arbegnà ovvero patrioti etiopi che combattono contro gli italiani. Malette raccoglie storie di
questo popolo dal 1935 fino agli anni 2000

Scena di Mariam è ripresa in una delle storie narrate « Quebedec Seyoun » guerriera donan che ha
comb contro ita in Etiopia, attentato Graziani dopo la violenta rappresaglia di quell’attentato
decidono di arruolarsi.

Gabriella ghermandi  fonde la finzione con la realtà  testo ibrido che sta tra finzione non
finzione, fiction e non fiction.

Lettura Kebedech Seyoum

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