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LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA(RIZZARELLI)

Racconto della Seconda guerra mondiale e della guerra civile italiana nella normativa della seconda
metà degli anni 40 agli anni 70 del 900.

Gli elementi fondamentali sono:


mittente con un messaggio, a cui fa riferimento un contesto. Implica anche un contato. Dall’altra parte colui
che riceve.
Quando leggiamo un testo letterario ci concentriamo su uno di questi fattori, quindi possiamo attenzionare il
mittente ( lettura che parte dalla biografia) poi posso concentrarmi sul messaggio ( mi concentro molto su
ciò che dice), dall’altro lato posso pensarlo in modo più astratto con un codice (aspetti piu formali) posso
avere un rapporto di tipo filologico, quindi attenzionare a come il testo arriva (manoscritto, stampa ecc.)
posso anche attenzionare il lettore ( la sua partecipazione è una delle vie possibili per cpire la fortuna, per
capire il messaggio)
Il messaggio letterario può essere una scelta da svolgere. Legame che lo avvicina con la realtà e il mondo
(l’idea di rappresentare la storia ci sposta sulla prospettiva del contatto col mondo)
Il primo trattato di arte poetica e letteraria (poetica di Aristotele), immediatamente ci pone in una questione.
A. ci spiega perché sono imitazione ( nella poetica capiamo che il poeta non ha la funzione di raccontare le
cose effettive ma A. introduce la verosimiglianza, cioè come possono avvenire) Però nella distanza che
separa lo storico dal poeta sta un discrimine forte (lo storico si concentra sulle cose concrete e il poeta sulla
totalità. )
Da dove viene la funzione dell’arte come esperienza imitativa, ha due grandi punti di vantaggio:
- L’imitare è naturale, il bambino che gioca.
- Questo modo di intendere comporta una grossa parte di piacere.
Calvino
Sentito estraneo alla società che li circondava.

RACCONTARE LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA GUERRA CIVILE.


1° settembre 1939: Germania invade la polonia, dando inizio alla seconda guerra mondiale.
3 settembre 1939: gran Bretagna e Francia, nel rispetto dell’impiego preso per garantire i confini di stato
della polonia, dichiarano guerra alla Germania.
10 giugno 1940: l’Italia entra in guerra
27 settembre 1940 Germania, Italia e Giappone firmano il patto tripartito.
7 dicembre 1942 Giappone bombarda Pearl Harbor.
8 dicembre 1941 gli stati uniti entrano in conflitto con il Giappone.
11-13 dic. 1941 la Germania nazista e gli alleati dell’asse dichiarano guerra agli stati uniti.
23-24 ottobre 1942 le truppe inglesi sconfiggono i tedeschi e gli italiani.
10 luglio 1943 le truppe americane inglesi sbarcano in Sicilia. A metà agosto gli alleati controllano la Sicilia.
25 luglio 1943 il gran consiglio del fascismo destituisce mussolini, permettendo al maresciallo Badoglio di
formare il nuovo governo.
8 settembre 1943 il governo Badoglio si arrende agli alleati. I tedeschi prendono immediatamente il controllo
di Roma e del nord Italia., insediando un regime fascista fantoccio sotto la guida di mussolini, che il 12
settembre viene liberato dai commandos tedeschi.
9 settembre 1943 gli alleati sbarcano sulle spiagge di Salerno.
22 gennaio 1944 gli alleati sbarcano vicino ad Anzio
4 giugno 1944 gli alleati liberano Roma
6 giugno 1944 truppe inglesi, statunitensi e canadesi sbarcano nelle spiagge della Normandia, in Francia
aprendo un “secondo fronte” contro i tedeschi.
30 aprile 1945 si suicida
7-8 maggio 1945 a Reims, la Germania firma la resa incondizionata.

La guerra civile
kkohiohi
CALVINO
La produzione letteraria intellettuale di Italo Calvino si svolge lungo tutta la parte centrale del 900 e assume
una posizione di permanenza che definisce l'assetto di un intero canone la cui natura è stata messa in
discussione solo recentemente
IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO
Ehi il sentiero dei nidi di ragno contiene molti elementi che si trovano nel racconti dello stesso periodo e
hanno come argomento i mesi di guerriglia tra partigiani e fascisti la narrazione si svolge attraverso Ehi
episodi legati per coordinazione in cui nomina il sottofondo del paesaggio ligure e affiora un linguaggio
espressionistico e deformante i nidi di cui parlo il titolo dovrebbero essere in luoghi alti sugli alberi virgola e
invece sono sotto la terra e abitati da animali repellente come il ragno così Pin il ragazzo che fa da filo
conduttore del racconto indica un posto magico che solo lui conosce, uno spazio di isolamento dove
rifugiarsi quando aumenta il fastidio per il mondo degli adulti che lui non capisce e che però vuole
frequentare. Calvino ha fatto dipinto un occhio infantile che filtra la realtà crudele della guerra partigiana
dove si consumano odi e amori. Sua sorella, la nera, si prostituisce con i tedeschi e pin la spia senza capire il
senso di quello che vede. Ehi Calvino attribuisce a pin un'immagine concreta e quasi unica nell'opera dello
scrittore. I misteri del sesso e della morte(due temi che percorrono l'intero racconto) Ehi vengono ricondotti
all'attrazione del bambino per le proprie feci, quasi secondo un codice psicoanalitico. Ruba una pistola a un
tedesco mentre si trova a letto con la sorella e si immedesima subito nella condizione di adulto pur
continuando a sognare e facendo di quell'anno un oggetto magico che funziona secondo la logica onirica dei
surrealisti. Pin incontra uno dei ribelli più famosi, lupo rosso, che gli racconta di suo del suo piano di fuga il
risveglio è lui il sogno di entrare nella resistenza. Un secondo incontro importante e quello con cugino viene
con un'altro partigiano che però ha un aspetto buono e paterno, ed è colui che Pin entra nel vivo della lotta,
dirigendosi nell'accampamento del dritto. Il commissario di brigata Kim, studente di psichiatria, assume una
posizione particolare(il suo nome deriva da un famoso romanzo di kipling) a lui Calvino dedica un intero
capitolo il nono dove sono contenuti i pensieri del giovane militare Ehi che si muove cercando il senso della
storia analizza con attenzione le storture dei comportamenti che vede nell'accampamento. Calvino ci fa
sentire che il rovello intellettuale di Kim la fantasia dipin sono in rapporto(come l'assonanza dei nomi) sono
le due facce della sua stessa personalità un binomio dello scrittore tradurrà in tante forme diverse lungo tutta
la sua carriera ma che rimane comunque legato a questo primo momento. La funzione di pin ha mantenuto
l'iva la l'energia con cui la storia si è sviluppata sempre al limite tra materialità e fantasia tragedia e favola
colui Calvino ha imparato quello che sarà adesso mandato costante di scrittore, osservare e rappresentare la
vischiosità del reale senza rimanerne soffocato. Pin incontro di nuovo cugino pensa di voler perseguire con
lui il cammino ma non so che cugino ha avuto il compito di uccidere la nera, usato di collaborare con i
tedeschi. E pin gli offrì addirittura la pistola e crede che cugino come tutti gli uomini scende in città per
sfogarsi a letto con la sorella. Una volta tornato confessa di aver sentito schifo nel rapporto sessuale pin è
felice e si incammina nella notte tenendo per mano quell'unione. Sembrano una coppia dei fumetti o dei film
comici e l'ultima immagine è quella delle lucciole che sono insetti schifosi ma ma viste così sono belle.
Dopo il sentiero un'altra tappa importante nel percorso di Calvino è costituito dalla trilogia i nostri antenati,
dove emerge l'interesse per il romanzo settecentesco per le forme stilizzate, per le invenzioni fantastiche
sempre guardate con la lucidità della ragione. Il visconte dimezzato e la favola dell'uomo tagliato in due l'una
tutta buona e l'altra tutta malvagia, sull'esempio del romanzo di Stevenson dedicato a dottor jekill e mister
Hyde punto il vano nel rampante racconta la vicenda paradossale di un giovane aristocratico ribelle, tra l'età
rivoluzionaria e l'avvento di napoleone virgola che decide di condurre una sua lotta personale andando a
vivere sugli alberi, senza più toccare terra e crescendo come un intellettuale illuminato nell'epoca di Voltaire.
Il Cavaliere inesistente con uno spostamento verso il poema medievale francese e poi Ehi ariostesco, si
svolge in un'epoca di guerra percorse da un'armatura dentro la quale non si trova un corpo Calvino fa di ogni
opera un'allegoria di un disagio esistenziale spostato però lontano dal presente mentre negli anni 50 molti
scrittori inseguono la contemporaneità, Calvino spiazza le attenzioni irritando sensi nuovi alla sua prima
invenzione narrativa. Nel Cavaliere inesistente si trova l'invenzione narrativa che segna il futuro di Calvino.
Tutta la vicenda viene condotta da una voce femminile che si identifica come suor teodora punto ma alla fine
del romanzo sorto Dora si rivela essere la guerriera bradamante virgola che fugge a cavallo con rambaldo,
per vivere un'avventura amorosa. Entra nella sua visione della letteratura un elemento esplicitamente meta
narrativo cioè una continua interrogazione sul rapporto che c'è tra i segni e la realtà. Si consuma così la
discussione che ha percorso tutti gli anni 50 intorno al realismo. Calvino non crede più ha un rapporto diretto
dei segni con il mondo della lingua con la realtà ma cercherà di volta in volta soluzioni divere.
Nel 1963 Calvino pubblica un romanzo breve che probabilmente oggi una delle sue opere più interessanti, la
giornata di uno scrutatore punto il racconto sembra avere ancora tratti realistici ma un elemento realistico
apre il varco verso una discussione intellettuale che portafoglio una specie di trasfigurazione fantastica.
Amerigo ormea vive la sua esperienza di scrutatore all'interno di un ospedale torinese dove sono accuditi
esseri umani nati con mostruose deformazioni fisiche punto il giovane intellettuale di sinistra vede
lentamente crollare tutte le sue convinzioni mentre viene a contatto con una forza naturale che coinvolge
l'immagine convenzionale dell'uomo. Americo si rende conto che bisogna ripensare dei fondamenti ogni idea
preconcetta da quelle sulla bellezza sull'estetica e quelle sulla società e sui sentimenti Calvino allievo di
pavese sa che bisogna affrontare i mostri che vivono dentro ognuno di noi ma mentre pavese prospettavo un
cammino sempre più segnato dell'elemento tragico che segna il destino di ognuno di noi Calvino vuole
cercare una via d'uscita dal labirinto come afferma nel suo saggio del 1962. Ehi successivamente calvini
inizia a scrivere racconti definiti cosmi comici, cioè racconti dove dominano il comico e il favoloso in
atmosfere preistoriche che rimandano a epoche in cui l'uomo non era ancora presente sulla terra ma
dominavano i pesci dinosauri o i molluschi. La prima parte prende il nome di cosmicomiche a cui poi i
Calvino aggiungeranno una seconda parte di natura logico meditativa usciti con il titolo ti con zero punto
ogni racconto è preceduto da una breve citazione presa da qualche testo scientifico in altri racconti Calvino
mette in scena di nuovo l'azione della scrittura, la capacità dei segni di esprimere gli aspetti molteplici della
realtà che spesso hanno a che fare con le immagini nella spirale virgola e la vita di uno bosnasco che spiega
come si sono formate le conchiglie virgola e come dalle conchiglie si sia arrivati all'occhio dell'uomo che le
conserva. Per Calvino la scrittura deve arrivare fino al limite possibile di questa enciclopedia infinita,
utilizzando quello che lui chiama metodo combinatorio, cioè una costruzione grazie alla quale entrare nel
groviglio della realtà senza perdersi.

Nel 1967 calvina si trasferisce a Parigi, dove resta fino al 1080 punto nel 1968 quindi è per lui un'esperienza
vissuta lontana dall'Italia, in una città dove la contestazione è molto violenta ma dove lui sembra volersi
isolare per studiare e assorbire quanto più possibile i fermenti del nuovo pensiero strutturalista e delle
discipline che ruotano intorno a esso da questa esperienza nasce un piccolo libro, apparentemente non
narrativo ma descrittivo, forse addirittura lirico. Le città invisibili sono molte cose insieme un catalogo di
luoghi impossibile identificati attraverso nomi femminili desueti, la descrizione di questi luoghi compiuta dal
viaggiatore Marco Polo per alleviare la noia del suo signore, il gran can, il tentativo di rappresentare stati
d'animo, emozioni, condizioni di esistenza abbozzate attraverso la allusività che ogni città descritta esprime.
Calvino smonta la forma del romanzo, eliminando le intreccio, riducendo le essenziali personaggi, evocando
il tempo solo come un modo di del pensare e non dell'agire, vengono riprese le forme che appartengono alla
lettura premoderna e che dal 700 in poi sono state assorbite nell'organismo maggiore del romanzo. Ogni città
compare come un'apparizione porta in sé una meraviglia un'anomalia punto un elemento navigante è dato dal
fatto che dopo la nota di meraviglia, poi lo descrive la città con particolari molto specifiche che negli
indicano subito l'aspetto, la storia, la conformazione appunto segue poi una considerazione di tipo sapienzale
che svela il significato individuale che la città incarna. I saura è una delle città sottili, ma è anche una città
abitata dagli dèi punto il fatto interessante è che questa città sorge su un profondo lago sotterraneo che la
alimenta attraverso le sue acque. Dunque i suoi dèi potrebbero trovarsi in difficoltà nel lago oscuro, sono
assimilabili alle forze dell'inconscio che agiscono nascoste sulla vita degli individui . ma gli dei potrebbero
abitare in tutti gli strumenti che portano l'acqua in superficie nei secchi nei funi, nelle pompe, nelle leve dei
marchingegni che fanno salire l'acqua. Secondo queste ipotesi alternativa non sono creature del profondo, ma
creature che favoriscono un movimento di ascesa. Le città invisibili si inaugura qualcosa che segna
irreversibilmente le sorti della letteratura italiana nei decenni seguenti, cioè l'idea che il racconto possa
prescindere dalla rappresentazione di esperienze legate al soggetto, a un personaggio più personaggi. Pavese
aveva messo in scena storie di una lotta ininterrotta tra il fondo arcaico dell'esistere e la volontà di
recuperarlo per farne esperienza portandolo in una dimensione progressiva, storica, razionale. La città
invisibile di Calvino sono l'incarnazione di meravigliose esperienze bloccate nel tempo, esistono in un luogo
sospetto ma vengono continuamente contraddette dalla realtà, cioè dalla voce del can che metta in crisi i
racconti di polo prospettando la vittoria del caos e dell'irrazionale. Dopo l'esperienza della città invisibili,
Calvino tenta nuova possibilità del recupero del romanzesco punto il castello dei destini incrociati e se una
notte d'inverno un viaggiatore sono due opere con molti elementi comuni. Il primo nasce come tentativo di
costruire una serie di intrecci narrativi a partire da un mazzo di tarocchi, risposte su un tavolo da un
personaggio muto che costruisce storie come un bricoleur. Se una notte e il romanzo che contiene 10 romanzi
ininterrotti, o meglio 10 incipit di romanzo, o poi si aggiunge la cornice che li contiene, cioè il romanzo del
lettore che insegue un libro che si interrompe e cambia di capitolo in capitolo, lasciandolo sempre
insoddisfatto e spingendola davventura impensabili pur di trovare il modo di costruire ciò che sembra
destinato a restare incompiuto. C'è però Un'altro aspetto di Calvino da tenere in considerazione da quanto
troviamo in un'opera più descrittiva che narrativa dal titolo palomar, il nome del protagonista è un uomo
qualunque alle prese con alcuni aspetti della realtà molto semplici ma quasi impossibili da trasformare in
sequenze esatte parole. L'ordine definitivo sarà ancora matematico 27 capitolo ordinati in tre aree tematiche,
tre tipi di forma espressiva : Ehi descrizione, racconto, riflessione. Palomar porta la luce tutte le ossessioni
dell'autore nei confronti della complessità del mondo ma anche la sfiducia verso un elemento romanzesco
che deve mettere sempre uno scrittore nella condizione di spingersi verso i margini del dicibile, fino a che
non sente di essere arrivato a un punto estremo in cui sta per perdere l'appiglio sulla realtà. Il tema della
vertigine caratterizza tutto l'insieme dell'opera di questo decennio. La vertigine rappresenta un momento in
cui la mente perde la capacità di dominare la realtà, cadendo dentro un vuoto che annienta. Nel castello la
storia di Orlando furioso diventa proprio la storia di una figura dei tarocchi, l'appeso virgola che è costretta a
guardare il mondo con la testa in giù, da una prospettiva rovesciata.
Calvino e le opere
Calvino nasca a Santiago de la Vegas a cuba. 1923.
1925 la famiglia rientra a Sanremo, dove Mario era stato nominato
1941 si iscrive ad agraria.
Mentre studia inizia a scrivere. Si concentra inizialmente sulle forme brevi. (in cui dirà che si identificherà)
1943 si iscrive a Firenze. Torna a Sanremo e avremo un evento importante cioè a seguito dell’uccisione di
Cascione (gen. 44) calvino e il fratello aderiscono alla seconda divisione d’assalto partigiana “garibaldi” ,
intitolata allo stesso cascione che opera sulle alpi marittime. Il suo nome di partigiano era santiago.
1945 si iscrive alla facoltà di lettere di torino, accendendo direttamente al 3 anno, grazie alla legislazione
postbellica in favore dei partigiani ed ex combattenti. Conosce cesare pavese* e inizia a collaborare con il
“politecnico” di Vittorini. Ha una funzione importante dell’italia del dopoguerra proprio per una nuova
identità nazionale. * dice che il genere è quello del romanzo. Infatti poi nasce la scrittura del” sentiero dei
nidi di ragno”
Nel 1947 si laurea con tesi su Contrad. (autori di calvino. Non soltanto oggetto ma fa parte di questo
bagaglio di culture che nutrono la scrittura di calvino)
Nel ’49 diventa responsabile della pagina culturale dell’unità esce da Einaudi ULTIMO viene il corvo.
Nel ’51 il 27 agosto cesare pavese si toglie la vita.
Nel ’51 conclude la travagliata elaborazione di un romanzo d’impianto realistico-sociale. “i giovan del po’
che apparirà solo più tardi in rivista su “ officina” tra il gennaio ’57 e l’aprile ’58. In estate di getto scrive “
il visconte dimezzato”
Nel ’54 Einaudi gli affida il lavoro di compilazione e riscrittura di un corpus di 200 fiabe italiane raccolte
dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti
Nel ’57 segnata dal rapporto Krusciov sui crimini di Stalin, dalle rivolte operaie in polonia e in Ungheria .
Pubblica il barone rampante e la speculazione edilizia.
Nel ’58 esce il volume dei racconti (gli idilli difficili, le memorie difficili, gli amori difficili, la vita difficile)
incarna la propensione per i testi brevi. L’opera vinse il premio Bagutta nel 1959
Nel 59 con vittorio dirige il menabo di letteratura. La rivista accoglierà i suoi piu importanti saggi di quegli
anni: il mare dell’oggettività. La sfida al labirinto (1962) nel 1959 esce il cavaliere inesistente.
1960 viene pubblicato il volume i nostri antenati.
1963 pubblica la giornata di uno scrutatore e marcovaldo
Nel 1964 evento importante: sposa Esther Singer. Si trasferisce a Roma. Ripubblica il sentiero preceduta da
una lunga prefazione.
Nel ’65 escono le cosmicomiche (raccolta di 12 racconti)
Nel ’67 si trasferisce a Parigi dove vive fino al 1980
Nel ’69 viene pubblicato il castello dei destini incrociati.
Nel ’72 pubblica le città invisibili.
Nel ’79 se una notte d’inverno un viaggiatore.
Nel ’80 la famiglia calvino torna a stabilirsi a Roma in un grande appartamento in piazza campo marzio.
Nel ’83 esce anche Palomar, ultimo libro pubblicato presso Einaudi.
Nel ‘84 garzanti pubblica collezione di sabbia e la raccolta delle cosmiche vecchie e nuove.
Nel ’85 si spegne all’ospedale di Siena nella notte fra il 18 e il 19 settembre e viene sepolto al cimitero i
Castiglione della pescaia.
Nel ’88 la moglie autorizza la pubblicazione delle lezioni americane.

IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO


Prima ed. 1947. Le finalità della raccolta della collana erano raccogliere senza alcun pregiudizio di scuola
narrazioni autentiche e impegnative. C’è all’inizio una sorta di incertezza, in quanto deve trovare la sua
strada, infatti parte lento, poi procede velocemente. Il romanzo vince il premio “Riccione”, anche se non
possediamo un manoscritto originale abbiamo una copia con interventi e varianti, ed è una stesura vicina alla
prima. edizione.
Seconda ed. 1954, non si riconosce più in quella scrittura e ha una forma di distacco. Il lettore non sa che
calvino sta “limando” le punte della sua scrittura.
Terza ed. 1964, viene accompagnata da una lunga prefazione in cui fornisce delle spiegazioni su come
leggere. Cerca di alleggerire i termini del “sesso” e della “violenza”, attenuazione di alcuni dettagli enfatici
nella descrizione della vita nel campo partigiano, rettifica nella caratterizzazione di due personaggi centrali
per la vicenda di Mancino e Cugino, contenimento della misoginia, interventi stilistici: sostituzione di
vocaboli e modifiche sintattiche.( stile espressionistico, i personaggi tipizzati e gioca su un lessico
espressionistico)
La pubblicazione del 64 diventa un momento su cui si rifà al primo libro. Non si rivede perché predilige le
forme brevi.
La prefazione del ’64.
Libro nato anonimamente. Non parla solo di se stesso ma una generazione che si riconosceva. Inizio è di un
romanzo appunto “collettivo”. L’esperienza della guerra: ognuno ha storie da raccontare. La dimensione
dell’immaginazione sembra superiore del desiderio di dire cosa gli è successo. Narratore plurimo.
Non è piu il romanzo anonimo ma chi comincia a scrivere (calvino). L’oggetto è lo stesso.
Compito dello scrittore: attraverso lo scrittore immettere le esperienze.
L’urgenza di raccontare i fatti passa attraverso una raccolta ma vi è un filtro dello scrittore che immette nel
romanzo tutto ciò che ha.
Calvino descrive con chiarezza la strada da seguire. La via per farlo è non rappresentare il tema non di petto
ma di scorcio (per dare voce è prendere una prospettiva non diretta ma laterale e questa prospettiva è la
scelta del protagonista che è un bambino). Incarna una delle tante costanti cioè quello dello sguardo.
Attraverso la letteratura si descrive il reale. La questione di una lettura antieroica della guerra partigiana. Il
modo più efficace per raccontare l’esperienza che hanno vissuto in prima persona. Rende ugualmente il
colore, sapore e ritmo.
La letteratura nasce dalla vita oppure alimentata da altri libri. I partigiani narratori di questa esperienza si
nutrono dell’esperienza che hanno vissuto ma nutrono le loro scelte di scritture attraverso altri libri. Il modo
di vedere la realtà a una propria biblioteca personale.
I “libri occhi” che hanno nutrito la sua fantasia, diventano un modo per guarda il mondo e per
rappresentarlo. È fondamentale per capire quanto ci sia espressamente letterario.
Eroismo che non si riconoscono, lo ritroviamo anche nel sentiero come anche fa Fenoglio.
I primi tentativi di raccontare in prima persona la storia partigiana gli provocano frustrazione, non è il modo
giusto per dare espressione letteraria. È un problema di prospettiva. La scrittura non gli dà la prospettiva e
crea una stonatura e rivela la pochezza della sua storia.
Nella sua forma di anonimato la storia che racconta diventa la sua, guardata dalla giusta distanza. (“Pin”
corrispettivo reale.) calvino si riconosce in questo personaggio. Si chiarisce come quella prospettiva
rispecchia cosa provato da borghese, una profonda estraneazione. Il personaggio è lo strumento per
raccontare la storia e farla sua. Pin regressione. Armi e donne sono due elementi attorno ai quali si
concentra l’amore e l’odio verso pin, per lui sono incomprensibili. Donne e armiSono sia forme repellenti
ma anche forma di attrazione.
Esperienza che dura poco ma che contano tantissimo, cariche di vita e di esperienze.
PARERE DI PAVESE.
Molto incisivo nei pareri editoriali. Romanzo di avventura e calvino gioca sulla tipizzazione, sostituzione dei
nomi. La focalizzazione è la via attraverso cui esprimersi, il bambino è espressione dei suoi pensieri. Tutto il
capitolo 9, commissario Kim, un intermezzo in cui la focalizzazione col bambino si interrompe per
focalizzarsi su Kim. La focalizzazione del bambino è accompagnata da raccolti dato da un narratore
PLURALE, che non sono collegati al bambino. Lupo rosso è uno dei personaggi che affascina di più.
(personaggio figurina), per P. fu un personaggio estremo. Il tradimento di un partigiano “Pelle” che si
allontana dal campo che tradirà ai partigiani per unirsi alla Brigata nera, evento crudo e grezzo . viene colpito
dallo spazio riservato interamente al bambino, lo spazio più lirico. La focalizzazione del ragazzo è un punto
importante del romanzo.
12 capitoli e gli eventi svolti in un arco di tempo ristretto ( primavera-estate), aono elementi che riusciamo a
ricostruire.
Il romanzo si apre sulla città che non viene nominata (forse Sanremo).
1. Descrizione di Pin, bambino con voce rauca, lentiggini rosse e nere. Ama cantare. Mondo
dell’osteria e la relazione che subito emerge tra pin e il mondo dei coetanei. I bambini non vogliono
stare con lui perché pensano che lui faccia parte solo del mondo dei grandi anche per quanto riguarda
ciò che dice. La sfida a sottrarre a uno dei clienti ( soldato tedesco) la pistola che poi avrà un suo
nome (P-38), (per dare un’identità più chiara) ma in realtà il compito che danno gli uomini
dell’osteria al bambino riesce. Successivamente gli chiedono del famoso “gap”, lui non sa cosa vuol
dire ma apparentemente non capisce.
2. Inizia il capitolo parlando della situazione della sorella.dopo la morte della madre il padre non si fece
più vedere e addirittura pensasse che il padre avesse un’altra famiglia. Pin esegue il compito
( inizialmente pensa sia una cosa seria che lo potesse includere nel gruppo ma poi non più). Prende la
pistola e va nel posto in cui e nasconde la sua pistola in un posto segreto, dove i ragni fanno il nido.
Inizialmente spara a vuoto e poi la seppellisce. Afferma “ i ragni sotterranei in quel momento
rodono vermi e si accoppiano i maschi con le femmine emettendo file di bava: sono esseri schifosi
come gli uomini” Viene preso dai tedeschi.
3. Inizialmente una serie di domande ma lui non risponde, poi lo portano in cella e incontra lupo rosso
(16 anni e lavora come meccanico, passione per le bombe). Inizialmente vuole arruolarsi alle brigate
nere per avere il “comando” ma la sua indole non accetta.
4. Incontra pietromagro. Gli spiega che la vita in carcere è molto pesante e che lui non sta benissimo.
Sottolinea il fatto che per le cose che non si devono fare (es. rubare) hanno sempre il modo di fartela
pagare ma per la salute no, che è un diritto. Cercano di uscire e poi per la prima volta nomina il
nome della pistola P38. Incontro con un omone, al quale racconta la sua avventura, viene visto
positivamente dal bambino e lo porta all’accampamento del Dritto.
5. Vita dei partigiani nel campo. C’è la figura di cugino. Poi inoltrano la figura di Mancino e di giglia,
la quale si interroga di chi fosse. Pin non sopporta le donne e non sopporta che venga chiamato
“bambino”. Provocata dall’incendio provocato dal dritto. E tradimento di Pelle.
6. Pin fa amicizia con tutti i componenti del battaglione ed entra a far parte del distaccamento del
“Dritto”. Pin racconta ai suoi amici della pistola rubata ad un tedesco ma nessuno gli crede, fino a
quando arriva da Pelle che parte per la città e scommette con Pin che troverà la sua pistola perché lui
sapeva dove si trovano i nidi di ragno.
7. Duca e i suoi cognati portano in barella Marchese, ucciso dalla Brigata Nera, e viene seppellito nella
fossa fattagli dei prigionieri. Nel frattempo il casolare si incendia e i ragazzi sono costretti a spostarsi
in un nuovo accampamento.
8. Battaglia decisiva e Dritto non fa parte della battaglia che corrisponde al momento in cui vi è il
tradimento tra giglia e il Dritto. La battaglia non è risolutiva ma finisce con una ritirata e serve a
decretare il distaccamento dovuto dal Dritto ( perché non ha partecipato alla battaglia e ha perso la
sua funzione) gli uomini del dritto pensano a dive finiranno. Fino allo smascheramento della coppia
di amanti da parte del bambino. Pin fugge via per ricongiungersi con la sorella (ricongiungimento).
Spera di trovare la pistola (P-38) e cerca di recuperarlo (“ oggetto magico”, come viene chiamato da
Calvino). Ma il luogo è distrutto, non trova la pistola. Va dalla sorella che lo sfama ( tema della
maternità visto negativamente). La Nera gli mostra la P-38. Pin riconquista il suo oggetto magico e
si allontana. Momento di grasnde solitudine e non riesce a trovare il suo spazio.
9. E’ come se fosse una prefazione. Il lettore attende questo personaggio che appare al fielìniel con il
comandante Ferreira: due uomini diversi, con altrettanto differente concetto sulla lottta che si stava
combattendo. Ferrerira è un operaio nato in montagna, che ascoltava tutti, ma aveva già in mente ciò
che doveva fare. Per lui la guerra partigiana è una cosa perfetta come una macchina. Kim invece è
uno studente ì, che fa il partigiano, ed è dotato di grandi capacità logiche e di analisi. Sono giunti al
fieniel dove c’è il distaccamento di uomini problematici, che si assiepano intorno a loro per
conoscere le novità sulla situazione della guerra. Ferreira spiega che non bisognava aspettarsi nulla
dagli eserciti alleati, convinto che solo i patigiani dovessero tener testa al nemico e comunica che i
tedeschi stavano risalendo la vallata, per rastrellare le montagne. Opinioni di ferreira sulla brigata: i
vari distaccamenti avrebbero dovuto esre composti da uomini diversi, mischiati tra di loro, affinchè
potessero tutti maturare una conoscenza di classe, per raggiungere l’unità che mancava. Il pensiero
di Kim era lontano in quanto gli uomini combattevano con il loro furore ed il lavoro politico
avrebbedovuto dare un senso a uel furore. I partigiani non costituivano una categoria unica: tra di
loro c’erano i contadini che difendevano il loro territorio dai tedeschi che bruciavano i paesi: che
avevano una patria da difendere, per i quali la patria diventa un ideale, motivo di lotta. Kim analizza
il distaccamento del Dritto,il buio della loro strada , le parole oscene imparate sin da piccoli .
sostinene che loro erano nel giusto perché i patigiani miravano a risolvere qualcosa . i partigiani
erano dalla parte del riscatto e ogni atto sarebbe servito per liberare i loro figli. Come afferma Kim “
tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo”, come pin, che combatteva per
non essere più fratello di una prostituta, ferreira per la rabbia di non poter far andare avanti il mondo
come voleva lui. Pensava ai tedeschi, alla colonna dei gesti dei gesti perduti, pensava al tedesco che
sarebbe stato ucciso nonostante il pensiero d’amore. Introduzione di Adriana. Lui afferma che
avrebbe combattuto come un uomo che avrebbe pensato al suo amore , costruendo un pezzo di
storia, perche tutto cio che stava facendo avrebbe influito sulla storia di domani.eloggia la figura di
Lupo Rosso identificandolo come “avventuroso” . kim riflette sul fatto che un giorno sarà sereno, si
sente come l’eroe del romanzo di Kiplin, letto nella fanciullezza. Continua a pensare di amare
Adriana . la discussione ideologica si carica di sentimenti umani e lo scrittore condensa in immagini
creative l’eterno dilemma della vita.
10. Cugino che sembra un’ancora di salvezza vuole andare da Nera (strana richiesta perché odia le
donne). C’è un gioco simbolico delle armi (Stent). Si chiude con i due che si allontanano.
Romanzo ruota tra nuclei narrativi compatti.
3 BLOCCHI NARRATIVI
Capp. 1-6: il compito, il conseguimento dello strumento magico, l’allontanamento. Il sanno, la
persecuzione, l’aiutante.
Capp. 5-7: il trasferimento, la sottrazione del mezzo magico e la sciagura
Cap 9: pausa narrativa e dell’azione
Cap. 10-12: rimazione della sciagura, recupero del mezzo magico, punizione degli antagonisti, il ritorno
dell’eroe e lo scioglimento.
PERSONAGGI:
il bambino. Scontroso ma bisogno di attenzione da parte degli adulti;
uomo marcio: Pietromagro;
uomo d’azione: Lupo Rosso;
il buono; il cugino, non è luminoso e positivo;
il richilista: il dritto, che sembra negativo e attratto dall’impulso erotico verso Giglia. Si definisce “malato”
ma non combacia. Si auto isola, comandante che non va in azione e che turba la sicurezza del campo;
il traditore: pelle;
la macchinetta: Mancino, linea comica. Primi personaggi dell’accampamento. Vecchio, pelato, personaggio
che va verso il comico;
il lettore: Zena il lupo, berretta di legno. Partigiano lettore, pin lo sfotte su questo elemento. La funzione
della letteratura fa riemergere quella componente letteraria che calvino aveva insistito. Lettore del super
giallo.
i meridionali: i 4 cognati calabresi;
le donne: la Nera (la sorella) e la Giglia. Donne che hanno un’etichetta che rappresentano un’umanità
negativa.
Kim: personaggio problematico. Lo legge come una stonatura. Lo studente partigiano ma non è solo uno
studente ma le persone che calvino ha incontrato in tutta la sua esperienza. Rimanda un romanzo di Courad
“la linea dell’ombra”. Richiamo alla dedica del romanzo di Kipling.
Kim che si accompagna con ferreira. Personaggi opposti e kim racconta a ferreira la sua visione della vita.
Differenza sia nell’etichetta ma anche nella presentazione corporea.
FERREIRA: uomo di montagna, freddo e limpido.
KIM: l’ambivalenza lo identifica. Studia medicina.
PIN:E’ il filtro, la prima cosa che sappiamo è che ha una voce stridula da vecchio, la sentiremo
continuamente. Vediamo il suo essere bambino ma non essere integrato al mondo dei bambini neanche al
mondo degli adulti. Tratto: riferimento al mondo degli animali è un tratto dissonante, “lentiggini volo di
vespe”. Bambino a cui viene negata l’infanzia e cresce troppo in fretta.

Il narratore conosce i personaggi. Il riferimento al è posto dove fanno i nidi di ragno è importante perché
vuol dire condividere con loro uno spazio in cui il bimbo si sente al sicuro, potrebbe condividere uno spazio
“suo”, che poi condividerà con Cugino. I bambini pensano che lui capisca i grandi e come parlano ma in
realtà non si riconosce nel mondo dei grandi perché di fronte alle parole nel mondo dei grandi si sente
ESTRANEO, si attacca a delle parole evocative “non chiamare la pistola così ma P38”,le parole dei grandi
hanno un alone di mistero ma lui sembra capire, ma non coglie.
RACCONTARE LA BATTAGLIA
Il primo scontro: pin conosce mancino (partigiano cuoco, tratteggiato con ironia) e da qui si sente il rimo
scontro tra partigiani e fascisti, pin rimane con mancino e con sua moglie. La prima battaglia è uditiva,
attraverso le onomatopee. Cugino sente un’attrazione immediata per la battaglia e si prepara per andare.
Cugino si sottrae e lascia li soltanto pin, Mancino e giglia. C’è un litigio tra moglie e marito ( poi la coppoia
si delinea dopo) e ciò si sovrappone alla battaglia. Continuo spostamento tra la lite e la battaglia che si svolge
nella valle. Sentono dei colpi e si pongono delle domande, ma comunque c’è sempre un cambio di
prospettiva. Pin interpreta la battaglia solo in base ai commenti degli adulti. “bandiera rossa”, sono felici per
la vittoria. Tutto ruota attorno al senso dell’invito.
SNODO CENTRALE. Abbiamo il punto di vista del cugino sulle donne, mentre si racconta di cugino con
giglia abbiamo uno spostamento sulla battaglia da parte di Pin. (funzione delle donne al caos). Dall’udito
possiamo passare alla vista, per osservare cosa sta succedendo viene inserito uno strumento “il binocolo” per
vedere cosa sta succedendo, il bambino vuole anche lui lo strumento e il modo in cui viene descritta la
visione è distratta da altro, non si focalizza sulla battaglia e la concentrazione non è immediatamente sul
bombardamento è come se si allontanasse, ritornano i tonfi. Mentre le bombe cadono il suo commento è
“buttate giu tutto, come se diventasse una rappresentazione sonora, un’insistenza ritmica come se
richiamasse i tonfi.
BATTAGLIA FINALE.
Di nuovo un triangolo in cui il bambino è uno spettatore. Da un lato la battaglia e dall’altro il tradimento. (tra
Dritto e Giglia). C’è un’attesa prolungata che riguarda da un lato la tenzione erotica e dall’altra la battaglia
che tace. Pin legge il silenzio e si preoccupano e Dritto trova un modo per far allontanare Pin (prednere
acqua e seppellire il falco).
RACCONTO E PARODIA
La ridata di mancino è una strateggia di allontanamento. Si arriva a questa rappresentazione della brigata.
Il modo in cui il bambino racconta, filtra la violenza, sesso e battaglia è distante. Torna in città e cerca la
pistola ma è profanato (da Pelle), quindi pensa di aver perso il suo oggetto magico e va dalla sorella e invece
scopre che in realtà Pelle ha fatto visita alla sorella dandole in dono la pistola. Il bambino riconquista
l’oggetto magico e si allontana dalla Nera. Il mondo delle donne è sempre rappresentato da una maternità che
nasconde delle trappole. Pin sa che quei gesti nascondono un “finto sentimento”. Riconquistato l’oggetto
magico, non rirsce a tornare in città e si sente estraneo. La violenza riguarda il mondo adulto in tutte le sue
sfaccettatura viene percepita e deve essere lette. Nella parte fnale pin cammina con Cugino, e pone ancora
l’attenzione sulla natura, “lucciole” prostitute. Rimando a un legame, chiede a Cugino se ricorda sua
madre e ne parla in modo approfondito. Questione della distanza, animali che apparentemente sono luminosi
e invece quando ci si avvicina sono bestie. Il libro si chiude con i due che se ne vanno, tenendosi per mano.
Contrapposizione tra questi esseri tra animali luminosi e loro si allontanano nel buio.

TITOLO al secondo capitolo, il bambino sottrae la pistola e gli adulti lo deridono e lo seppellisce in
quello spazio che sente “suo”. Luogo di compensazione, i ragni schifosi ed estranei (come gli uomini).

Natalia Ginzburg
LIBRO: essendo vissuta sempre negli ambienti più fecondi della vita culturale, Natalia ginzburg ha gettato
su quel mondo uno sguardo che sembra provenire da un luogo appartato e fuori fuoco. Come raccontano le
pagine di lessico familiare la casa di Torino dove ha trascorso la sua infanzia e giovinezza era frequentata
dagli anni 30 e 40 le più importanti rappresentanti della cultura e della politica italiana il padre è stato illustre
biologo maestro di Rita Levi Montalcini e la madre era amica di Filippo Turati i fratelli Gino, Mario Alberto
hanno preso parte al nucleo più forte della resistenza torinese la sorella Paola ha avuto una lunga relazione
con Carlo Levi punto a Roma dove si trasferisce con il secondo marito e Baldini continua a frequentare
personaggi del calibro di Pasolini, morave, Morante, penne e tanti altri, eppure il suo sguardo rimane una
certa distanza, quasi conservasse le tracce di quella visione della bambina che osserva il mondo degli adulti e
che alla base della focalizzazione del racconto in lessico familiare punto il primo dei tratti distintivi del suo
stile la capacità di guardare il centro come se fosse margine pur essendomi in realtà immersa punto la
scrittrice racconta infatti il lessico familiare la storia della sua tribù, revocando i modi di dire, le frasi, gli
aneddoti che ancheggiano a casa levi e il cui lessico costituisce il fondamento del rapporto ormai solo
apparentemente sfaldati all'usura del tempo della lontananza dallo spazio punto posso infatti a lei suo fratelli
di riascoltare qualcuna delle battute ripetute infinite volte dei propri genitori per ritrovare a un tratto i nostri
antichi rapporti e la nostra infanzia e giovinezza legata Ehi a quelle frasi e a quelle parole. Una delle
invenzioni più notevoli della penna di ginzburg lessico familiare risiede nell'originalità di una scrittura di
memorie condivisa da leggere come un romanzo. Gran parte del fascino sta proprio nell anomalia di un
memoir recitato da una voce narrante che interpreta il ruolo dell'attrice non protagonista. Il luogo netto da
ginsburg per la ricostruzione della propria vita e la forma del saggio. Milburn si serve di altri due elementi
che definiscono il suo stile, una poetica degli oggetti e una tensione morale che apre dentro l'orizzonte del
presente una breccia verso il dover essere il catalogo degli oggetti mostra la funzione di inversione ironica e
dolente nelle radici del proprio tempo ed è una delle declinazioni tipiche del realismo ginsburghiano. E in
caro Michele che il meccanismo di questa pratica concettuale emerge con più evidenza. Si intuisce dalle
lettere che Adria scrive a suo figlio Michele inseguendolo nel spostamenti, nella fuga dalla casa sua a alla
città. Michele è il protagonista assente attorno a cui ruotano le storie degli altri personaggi e il suo
nomadismo si intreccia quello di Mara, madre di un bambino che potrebbe essere suo virgola che si sposta da
una casa all'altra virgola in cerca di stabilità, come proprio le ragazzette che compaiono le commedie scritte
da ginzburg e appartiene alla metà degli anni 70. La gabbia dei conigli che Michele non costruirà mai, la
maglietta che raccoglierà osvaldo insieme a sua sorella Angelica nell'ultima casa dove ha abitato prima della
sua morte, puntellano efficacemente questa poetica degli oggetti cui è determinato il senso delle memorie
perdita. Da quello osservatore privilegiato dalla condizione umana che la famiglia, nei romanzi, nei saggi
nelle pics l'autrice disegno un antropologia della differenza che forse è il segno più importante della sua
scrittura punto per intuirne la portata occorre leggere insieme tutta l'opera, ha bisogno e cioè scorrere l'ultimo
l'album delle fotografie in cui i personaggi reali e immaginari sono fissati nella pagina con le loro fisionomie
sempre un po più simili.
VITA:
1916: Natalia Levi nasce a Palermo da Giuseppe e Lidia Tanzi poiché il padre era professore universitario. E’
ebrea anche se prima la persecuzione la famiglia non era molto praticante. Il fratello mario è un giovane
attivo culturalmente
1919: i levi si stabiliscono a Torino.
1935-28: consegue la maturità classica. Si iscrive alla facoltà di lettere ma non prenderà la laurea, anzi dirà
che sarà una studentessa diligente.
1937: conosce Cesare Pavese. Accetta di tradurre Einaudi la “Recherche” di Proust. Lei pur non avendolo
letto, lo traduce ugualmente.
1939-40: Nascono a Tornino i primi due figli: Carlo e Andrea.
1940: raggiunge insieme ai figli, il marito Leone a Pizzoli (l’Aquila) dove era stato inviato come “ internato
civile di guerra”, per le sue idee politiche anti-fasciste.
1942: Einaudi pubblica “la strada che va in città”, sotto lo pseudonimo fi Alessandra Tornimparte (sarà il
nome che darà alla figlia)
Nel 1943 nasce Alessandra. Leone continua la sua attività attraverso la propaganda.
Da quando era piccola scriveva racconti, per cui aveva una predilezione come Calvino rispetto al genere del
romanzo.
Nel ’45 torna a Torino e collabora con Einaudi
Nel ‘45 scrive “e stato così” racconta di una moglie che uccide il marito. Le tematiche familiari sono sempre
al centro. Nel ’50 si risposa con Gabriele Badini.
Nel ’51 pubblica “botteghe oscure”.
Nel ’52 decide di trasferirsi a Roma e scrive il romanzo” tutti i nostri ieri”. Rappresenta un momento piu
avanzato di rielaborazione ma è molto significativo.
Nel ’54 nasce la figlia Susanna.
Nel ’59-61 : soggiorno londinese: il marito diviene direttore dell’istituto di cultura. Inizialmente non sarà un
periodo felice. Scrive “ le voci della sera”
1962: segue la pubblicazione della sua prima raccolta di saggi e scritti di memoria “ Le piccole virtù” e torna
a Roma. E’ l’espressione di saggismo peculiare, con caratteristiche che rendono il saggio una forma
propriamente letteraria.
Nel 1963: scrive “Lessico familiare” per cui riceve il premio Strega. In apparenza sembra raccontare ia storia
della sua famiglia, ma il tono che dà il filtro al romanzo è ciò che lo caratterizza in senso stretto.

DIFFERENZA COL SENTIERO


Narrazione lunga di eventi che percorrono i primi ventenni. (N)
Narrazione breve. ( c )
Natalia affiderà tutto ad Anna, bambina che poi diventerà adulta.
Pin sempre bambino ( C)

TUTTI I NOSTRI IERI (1952)


È diviso in due parti: dall’avvento del fascismo, fino al dopoguerra, con lo snodo della vita personale di
Anna. La stagione dell’esistenza di Anna segnano le varie tappe del romanzo.
Bipartizione: tempo lungo che nella prima parte dell’infanzia di anna, la cui data di nascita lo vediamo nel
romanzo nel ’24.la prima parte si conclude con l’entrata in guerra. Tutta la prima parte un imbuto che dalla
famiglia ci proietta nella guerra. Il romanzo ruota attorno alle 2 famiglie e mostra alcune vicende della
famiglia intrecciata con la storia. Storia personale e familiare si intreccia. Attenzione verso i grandi aspetti
della storia. Ognuno di loro darà una loro prospettiva rispetto alla guerra. Ingresso in una vita adulta troppo
presto perché nel ’46 è incinta, ha 16 anni. La frattura tra prima e seconda parte coincide col conflitto. Anna
non è più dentro il nucleo familiare. L’età adulta che inizia presto, sradicazione della famiglia. Intrecciarsi
della prospettiva biologica, che la donna attende un bambino e lo scorrere del tempo di coloro che aspettano
che la guerra abbia una svolta.

EPIGRAFE: è un frammento del quinto atto del Macbeth. È un’epigrafe che lascia alcuni dubbi su come
leggere il titolo, ci interroghiamo sulla rappresentazione della guerra e il titolo ci dice qualcosa.
INTERPRETAZIONE DI MAGRINI: crea un legame tra titolo, finale e epigrafe. Il romanzo racconta la
storia dalla prospettiva di anna, con due famiglie e i figli delle rispettive famiglie. Due letture per leggere
l’epigrafe: prima lettura ha come destinatari per far luce alla morte ponderosa cioè coloro che vivono questa
esperienza. Nella seconda lettura: tutta la nostra vita ed esperienza hanno veramente illuminato dagli stolti
Nota del 1964, scritta come introduzione alla raccolta Cinque romanzi brevi: parlando del proprio romanzo
lo descrive come una maglia fitta, poca soddisfazione rispetto a quello che ha fatto. Il modo di raccontare è
opprimente persino per chi lo ha scritto. È sempre e soltanto anna a riportare i pensieri e gli avvenimenti,
anche i discorsi diretti sono riportati. Il romanzo come film e la macchina da presa è in mano sempre sullo
stesso personaggio, cioè Anna. I personaggi si parlano ma non in forma diretta, ma riportata. Momento
importante è quando anna sogna, si distacca dalla realtà. Difficoltà di far parlare i personaggi. I due bambini
che raccontano la storia (pin e anna) è una prospettiva che può far coincidere. Leggendo il loro modo di
rappresentare la realtà si esprime in modo diverso, Pin racconta poco in relazione al “realismo”, a differenza
di anna, con uno sguardo straniante e ripercorre tutti i momenti salienti della 2GM ma li ancora alla storia
personale. La soggettività è il vero focus di questa narrazione.

STILE: progressive epifanie o messe a fuoco, da una frase semplice in cui mette in rilievo un fatto preciso
e chiarito nel paragrafo che segue.
CAP.1
Ci presentano tutti i membri della famiglia tranne la madre, che è morta dopo la nascita di Anna. L’altra
assenza è la nonna. ( in relazione alla signora Maria) figura che verrà evocata spesso invece la madre no.
L’unico che viene evocato in relazione a Ippolito è il padre. Concettina ci viene presentata attraverso gli
abiti. Ippolito è la vittima principale del padre. La prima percezione che abbiamo è la vergogna della signora
Maria.

SISTEMA DEI PERSONAGGI, le vicende dei personaggi sono imprescindibilo I personaggi entrano
a far parte della famiglia.
Accanto alla figura della mamma e della nonna abbiamo la figura della SIGNORA MARIA, cerca di
prendersi cura della famiglia e del figlio di Concettina, dimenticando totalmente la guerra, non vuole vedere
cosa c’è intorno ma solamente la propria famiglia. Altro grande protagonista è il PADRE, descritto come
“prima grande vittima” che lascia il lavoro per dedicarsi a un libro di memorie per raccontare la
trasformazione dell’Italia fascista. La presenza del padre dura per due capitoli, rimane sullo sfondo.
Poi vengono i figli: 4 figli che forse sono stati un po' troppi. Fratello maggiore IPPOLITO, sorella maggiore
CONCETTINA e il fratello minore GIUSTINO. DANILO e CENSO RENA entrano a far parte della
famiglia, il primo grande amico di Ippolito e amico di EMANUELE, sarà tra coloro che combatterà sulle
montagne. (come FERREIRA, che vede la guerra come macchina perfetta).
LA FAMIGLIA DELLA CASA DI FRONTE:
le due famiglie sono speculari e antitetiche. Abbiamo una madre giovane, così giovane da sembrare più
giovane di Concettina, perché se lo permette economicamente. PAPA, verrà nominato sempre ed è il
proprietario della fabbrica di sapore, padre ricco e che consente il benessere alla famiglia. Abbiamo 3 fratelli
EMANUELE, diventerà amico di Ippolito, perfetti antifascisti e cercheranno di opporsi al fascismo,
AMALIA, figlia del primo matrimonio, inizialmente identificata come serve ma poi cambia, GIUMA a cui
Anna si legherà ed è un personaggio enigmatico, ci viene presentato come bambino viziato e questo suo
essere interessato a se stesso e risulterà incrollabile quindi c’è una crescita fortissima. Anche alla famiglia di
fronte ha un personaggio che non fa parte della famiglia, FRANZ ( poi capirà anna che è l’amante di
MAMMINA), poi invece di sposare mammina sposa AMALIA, la quale avrà tutto. Nel corso di romanzo
cambia identità, inizialmente tedesco e poi ebreo polacco.
A questi due blocchi abbiamo i personaggi che entrano nel nucleo familiare, il marito di CONCETTINA
(emilio sbrancagna). Ha una nuova famiglia al Sud. Ci sono dei personaggi del paese ma che divengono tratti
dalla personalità di CENSO RENA. (Il CONTADINO GIUSEPPE: avrà una parte importante nello snodo. IL
TURCO).
Lo sguardo di anna si allarga a partire dal secondo capitolo, alla funzione delle frasi incipitari. Tra i vari
episodi di premonizioni mentre il padre è malato lo vediamo scendere le scale e il libro delle memorie viene
dato al fuoco e la verità raccontata nel libro deve essere bruciata. Da un lato vista come anticipazione della
sua morte e dall’altro viene letto come tentativo di una vita ancora da vivere, attraverso la scrittura. La sua
strategia è scrivere per rimanere vivo e poi alla fine dà alle fiamme quello che ha scritto fino a quel momento
e vuole riscrivere qualcosa di nuovo. Quella speranza di scrivere o riscrivere viene negata. La sua morte
diventa l’opportunità per anna per entrare nella famiglia di fronte, non più dalla prospettiva interna della casa
ma entrando dentro gli eventi della famiglia. La relazione tra Anna e Giuma è contrastata.
Terzo capitolo: Danilo è innamorato di Concettina. Ci sono due parole fondamentali, da un lato la narrazione
delle vicende della signora Maria e delle compagne, sul fatto di Danilo e Concettina. La parola “cotta”, ma
che poi cambia nel corso del brano in “politica”, in cui la triangolazione non è più Concettina Danilo ma
concentrata sui tre ragazzi. Sin dal primo capitolo capiamo il ruolo del salotto, prima Anna lo capisce
attraverso i racconti di Giustino che fanno dei discorsi di politica, che diventa un modo per dare continuità,
per rompere il fascismo come faceva il padre. I fratelli maggiori che si accorgono della violazione da parte di
Anna la respingono per “proteggerla”.
Capitolo dodici: la guerra è qualcosa che inizia da un’altra parte e dal 12 cap. al 16, è come un imbuto che
risucchia da un lato entrata dell’Italia e il suo matrimonio, diventa una lunga preparazione. Arco cronologico
ampio e il tempo riassume momenti molto lenti ma poi precipita in momenti veloci I tedeschi sono in
Norvegia, è l’inizio della guerra. Indicazioni delle stagioni. La narrazione è filtrata da Anna che sente da
altri. Lo spostamento della radio di Emanuele al salotto gli dà una funzione. Inizialmente anna cerca di capire
il pensiero di Ippolito e dall’altro le voci sulla guerra non positiva è quello di Danilo, sempre più freddo.
Giuma è quello che non gliene importa nulla di quello che sta succedendo, totale disinteresse e si
attaccheranno alle provviste e al sapone. La Francia è in mano ai tedeschi e rimane l’idea di Emanuele che si
illude, ma qui non abbiamo la voce di Danilo ma solo di Giuma che mostra un suo racconto cinico. C’è una
svolta, è la percezione di questo farsi guidare da qualcun altro, che si sovrappone a quello che pensa lei e al
mondo del tutto negativa. La violenza diventa modo di vedere quello che ci sarà a poco tra Italia e Europa.
L’unica che sta accanto è la signora Maria, che si dedica al figlio di Concettina.
Capitolo quattordici: la Francia diventa un macigno che schiaccia Ippolito. Narrazione circolare.

Beppe Fenoglio
se si accettano i pochi lavori a vallati nell'autore in vita, la storia delle opere di Beppe fenoglio è fatta di
plurime e redazioni. fenoglio e uno scrittore che ama cesellare la propria pagina, rifinirla secondo tecniche
inusuali tenendo la lingua italiana al massimo grado delle sue potenzialità. Se pavese avesse avuto la
possibilità di leggere le sue opere lo avrebbe accostato alla figura del capitano Achab e ha la sua
monomaniacale ricerca di Moby Dick. Nel caso di fenoglio la balena bianca era la resistenza, l'unica storia
intorno alla quale la sua penna ha realmente insistito con perizia e pazienza forse perché l'esperienza
partigiana lo aveva toccato e a cui aveva preso parte dopo lo sbandamento dell'esercito Regio all'indomani
dell'armistizio dell'otto settembre 1943. E così è stato per lui che ha aderito prima alle Brigate Garibaldi e in
seguito ai badogliani di stanza nelle Langhe tra Alba, mango, murazzano e mombarcaro. Fenoglio aveva una
minima preparazione che gli era stata fornita in seguito alla chiamata delle armi nel 1943. Sopravvissute
l'esperienza resistenziale fenoglio era riuscito a inserirsi di nuovo nella vita civile, all'indomani della
liberazione, rimanendo tuttavia estraneo agli ambienti letterari e mondani Ehi in quegli anni erano frequentati
soprattutto dai simpatizzanti del partito comunista. Fenoglio ha trascorso gli anni della sua breve vita,
segnata dal fatale amore per le sigarette, gestendo un'azienda agricola, dove è riuscita a ritagliarsi lo spazio
per scrivere e dedicarsi con tormento alla propria vocazione. Escluso il romanzo la malora incentrato sulla
storia di un giovane contadino che desidera riscattare la propria povertà e ritornare a lavorare la terra di
famiglia, le opere di fenoglio sono riconducibili a un tempo e uno spazio definiti sia quelle edite in vita come
la raccolta di racconti i 23 giorni della città di Alba o il romanzo stampato primavera di bellezza, sì quelle
pubblicate dopo la sua morte.
La morte prematura di fenoglio ha lasciato tuttavia molte questioni filologiche irrisolte e i critici sin da subito
si sono cimentati nel lardo tentativo di ricostruire il ciclo di Johnny che in assenza di un imprimatur autoriale
ha subito negli anni rimaneggiamenti e rifacimenti più o meno impropri. La data cruciale è il 1959 quando
fenoglio decide di dare alle stampe la prima parte di un lungo manoscritto che avrebbe dovuto constatare di
due volumi. Primavera di bellezza narra la storia dell'arte rego di fenoglio nel Regio esercito dall'inizio nel
1943 sino allo sbandamento dell'otto settembre. Nel restanti 600 pagine sono invece lasciate in un cassetto
recuperate prima da Lorenzo mondo. La filologia dimostra così la presenza di tre stesure differenti e
incomplete del partigiano Johnny delle quali solo il terzo rifacimento termina con la morte del protagonista a
testimonianza della difficoltà di fenoglio di giungere a una definitiva conclusione dell'opera.
Una questione privata
Accantonato il lavoro sul racconto di Johnny, fenoglio si dedica alla stesura di una questione privata,
romanzo breve che Italo Calvino considera costruito col geometrica tensione di un romanzo di follia morosa
e cavallereschi inseguimenti come l'orlando furioso Milton è un furioso partigiano innamorato di Fulvia una
ragazza con la quale amava condividere la passione per la letteratura inglese. Il romanzo si apre nel 1900
sulla piana antistante della villa della giovane dove la custode in stile il dubbio che Fulvia preferisse a lui
seppur un Dio in inglese Un'altro partigiano di nome Giorgio Clerici. Milton si mette sulle tracce di Giorgio
per scoprire la vera natura del loro rapporto. Entrambi i personaggi non compariranno mai sulla scena ma
sono dei fantasmi evocati in un'atmosfera rarefatta. Fulvia è descritta attraverso le analessi nella dimensione
del ricordo. Giorgio invece rappresenta la dimensione del futuro colui che potrebbe gettare chiarezza, se solo
non venisse catturato dai fascisti. ehm e così la storia privata prende il sopravvento sulla dimensione
dell'impegno partigiano spingendo il sempre più debole Milton a ricercare un prigioniero fascista da
scambiare con Giorgio punto dopo aver catturato un tenente fascista lo uccide per errore è preso dalla
disperazione di non poter più salvare Giorgio torna, nel tredicesimo e ultimo capitolo alla villa per
interrogare la custode punto ma ad attendere il protagonista ci sono una cinquantina di fascisti che iniziano a
inseguirlo e dinanzi a un muro di alberi, segno del limite della vita lo uccidono. In un paesaggio spettrale dal
fango dalla nebbia che fa da specchio l'ossessività della mente di Milton, l'occhio del suo narratore
onnisciente non abbandona il punto di vista del suo protagonista, il suo corpo soprattutto come se fosse una
macchina da presa alle sue spalle senza abbandonarlo quasi mai. Ehi ritroviamo lo stesso procedimento nel
partigiano Johnny. Ehi anche quest'opera va incontro a numerosi rifacimenti e riscritture, come nel caso di
una questione privata in cui il lavoro di rarefazione linguistica è teso a rafforzare l'essenzialità dell'intreccio e
a far risaltare sentimenti elementari tipici della quieta morosa punto ma nel partigiano domina su tutta la
componente epica di un antieroe disperato.

Caso filologico forse tra i più complessi della storia letteraria del 900, il partigiano Johnny sembra alludere
nel finale alla morte del protagonista. Al di là del finale che rimane sospeso, l'interesse che opera ha suscitato
ancora oggi suscita e l'utilizzo davvero singolare del linguaggio e della struttura sintattica che mescola
l'italiano la lingua inglese virgola non ha quella amata da pavese o da vittorini così nasce quello che Eduardo
saccone ha definito il fenglese, Ehi una lingua magmatica in cui l'italiano mescolata all'inglese assomiglia a
un campo di battaglia dove l'occhio del lettore incespica, fatica a procedere, deve fermarsi. Ehi ma fenoglio
non si limita a questo, il suo stile e esemplato un modo raffinato sulla struttura profonda della morfosintassi
inglese. e comprendere la singolarità di questa lingua non è compito facile, si può dare credito a Calvino ehm
e pensare che di tutte le opere di fenoglio esistesse una precedente versione come il partigiano Johnny,
oppure ritenere il plurilinguismo una scelta che porta nel mondo concreto dalla resistenza uno sguardo che
proviene da lontano.

Julio Cortazar, LIMITE: il romanzo può contenere una grande quantità di materiale e comprendere un largo
lasso di tempo. Riconosce una stessa sensibilità rispetto alla propria arte. È un frammento ma che funziona
come esplosione, un punto che individua un primo e un poi. Da un lato il romanzo e il cinema accumulano
dettagli, il significato di acquisisce dall’accumulazione invece il racconto deve scegliere il dettaglio
significativo. Si lavora nel dettaglio e in profondità. L’apertura si crea dalla condensazione e ha l’effetto di
aprire. Nel dettaglio concentra la propria significanza.
1.ciò che noi leggiamo è un frammento di un organismo più grande.
2.trattamento del tempo: lavorare sulla brevitas, su questa lavora per ottenere la massima efficacia
espressiva. leprosa del racconto deve tenere un ritmo perfetto per sfruttare il limite. La brevità impone alla
gestione della narrazione.
3. frammento e totalità, che non possiamo dimenticare. Nello scatto fotografico c’è la segmentazione che su
quel dettaglio si basa il racconto
4. funzione epilogo: inizio, centro e fine sono importanti ma nello sforzo di apertura e l’epilogo ha una certa
importanza, un imbuto verso quale il racconto tende.

VITA E OPERE, personaggio che vive poco.


1922 Nasce ad Alba, in provincia di Cuneo. Essenziale anche per la sua opera. Luogo in cui guarda la realtà,
oggetto della sua narrativa ed è un elemento importante.
1932-40 Frequenta il Liceo Giuseppe Govone di Alba. Grazie alla sua insegnante Maria Luisa Marchiaro si
appassiona alla lingua e alla letteratura inglese, che poi lo porterà a scoprire altri autori inglesi.
1940-42 Si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Torino. Frequenta saltuariamente, sostiene solo
otto esami con risultati non brillanti.
1943 È chiamato alle armi e fa addestramento a Roma, ma dopo l’8 settembre risale al nord e rientra a casa
1944 Si unisce alle prime formazioni partigiane.
1945-46 Il ritorno alla vita normale è difficile. Trascorre molte delle sue giornate a scrivere.
1947 È assunto come corrispondente per l’estero in una ditta vinicola di Alba, il lavoro che manterrà per
sempre.
1952 Esordio letterario: esce per Einaudi la raccolta di racconti I ventitre giorni della città di Alba. I rapporti
con gli editori sono complicati perché lo portano a retrocedere su alcuni progetti. Questo progetto è di
contrattazione.
1954 Esce, sempre per Einaudi, una nuova raccolta di racconti, La malora.
1955 Pubblica nella rivista “Itinerari” la traduzione di The Rime of the Ancient Mariner di S.T. Coleridge.
1958 Prende contatto con un nuovo editore, Garzanti, per un romanzo, e nel frattempo si ammala di pleurite.
1959 Esce per Garzanti il romanzo Primavera di bellezza.
1960-62 Si sposa con Luciana Bombardi; La raccolta di racconti Un giorno di fuoco, è bloccata prima della
stampa per un contenzioso tra Garzanti e Einaudi. Nel
1962 nasce la figlia Margherita. Gli è diagnosticata una tubercolosi con complicazioni.
1963 La malattia si aggrava e il 18 febbraio 1963 muore.

Abbiamo insistito tanto anche della loro presenza in Einaudi come promotori della cultura, fenoglio non sarà
mai parte attiva anzi sarà molto in soggezione rispetto agli intellettuali. Nel momento in cui Fenoglio muore
si scoprono le sue carte e materiali articolatissimi.

Pubblica pochissimo e viene scoperto e valorizzato soltanto una volta che è morto, “postumo”.
1968 A cura di Lorenzo Mondo esce per Einaudi Il partigiano Johnny.
1969 Esce, sempre per Einaudi, il romanzo giovanile rimasto inedito, La paga del sabato, a cura di Maria
Corti.
1973 Una nuova raccolta di inediti, a cura di Gino Rizzo, esce ancora per Einaudi: Un Fenoglio alla Prima
guerra mondiale.
1974 Esce per Einaudi la traduzione di La voce nella tempesta, da Cime tempestose di Emily Bronte.
1978 Escono le Opere complete a cura di Maria Corti.
1982 Esce la traduzione di Kenneth Graham, Il vento nei salici, a cura di John Meddemmen per Einaudi.
1994 Lorenzo Mondo pubblica per Einaudi quattro taccuini superstiti di Appunti partigiani ’44-’45.

I VENTITRE GIORNI DELLA CITTA’ DI ALBA


Già nel ’51 aveva proposto la raccolta come una raccolta più ristretta. Si utilizza il titolo del primo racconto
come titolo complessivo.
I ventitre giorni della città di Alba*
L’andata*
Il trucco
Gli inizi del partigiano Raoul
Vecchio Blister
Un altro muro
Ettore va al lavoro
Quell’antica ragazza
L’acqua verde*
Nove lune
L’odore della morte
Pioggia e la sposa*
STORIA E GEOGRAFIA
È un frangente storico in cui da un lato liberazione e dall’altro di arresto di questa liberazione progressiva.
I LUOGHI: la città di alba è la protagonista. È importante per capire come questa protagonista animata ed è
importante capire i dettagli geografici in particolare il fiume “Tanaro”. È inglobato nel tessuto cittadino,
quindi lo nota sempre. Funziona a sequenze temporali, i dettagli sono essenziali.

GIORNO 1. Ai due estremi del parallelismo, ci sta Alba che è spostata a sx per darle risalto, diventa il
soggetto\personaggio incluso nella narrazione e dall’altro 2 novembre 1944. Nel racconto di Fenoglio non
c’è u personaggio che racconta, con nome e cognome perché questa è un’esperienza che Fenoglio ha vissuto.
Il narratore sembra esterno ed interno però ritrae gli eventi che accadono tra il 10 ottobre e il 2 novembre. La
città diventa oggetto e narratore stesso. Ha quella “compattezza” che qui viene chiarita, ci sono tutti gli
elementi del racconto. Liberazione che non viene con le armi, a guerra di logoramento. i preti come
mediatori. Una sorta di cerchio siamo partiti sin da subito da dove parte e il 10 ottobre avviene
effettivamente lo sgombero. Gli elementi che emergono: dettaglio delle notti con le parentesi, parla sia dei
partigiani che dei borghesi, quindi i cittadini del paese. C’è il desiderio di rendere la lingua colloquiale e di
dare spessore vitale alla lingua che Fenoglio sceglie a contribuire all’effetto di coralità. Il fiume è
personaggio del racconto. Nella descrizione degli esodati la gerarchia emerge, ci sono ufficiali ma anche
truppe di soldati semplici. “mugolavano” in riferimento ad un animale. Il rincaro rispetto alle prime grida
nella città si sviluppano inserendo le “mortaiate” però c’è una sorte di piccolo controcampo. La sua
narrazione sarà marcata e antieroica, a guerra che descrive avrà spesso un po' ironia. Prima vediamo alba
attraverso il campanone della cattedrale (i sensi udivi e visivi). Alternanza di giorno e notte, già descritta
prima. Descrizione della prima notte che non si chiude occhio.

GIONO14: Giorno che sembra che qualcosa si stia riattivando, qui c’è il tentativo di riavvicinarsi.
GIORNO22: la notte emergono dettagli sulla formazione patiginese e sulla loro reale psicologia dello
scontro.
GIORNO23: la prospettiva si sposta nei paesi vicini.

LETTURA LIBRO
All'inizio del racconto si parla di Max un ragazzo molto magro addirittura da far senso pure a se stesso
perché pativa molto la fame. Non c'era più sostanza tra la pelle lo sterno punto lui si arruolò ai partigiani
perché i suoi amici partecipavano e se ne pentì all'interno della caserma sentiva le solite frasi della caserma
stessa che all'orecchio di Max suonavano misteriose e terribili. All'interno della cella lui era molto triste e
quando lo rinchiusero e levarono la chiave dalla toppa lui rivide da da esso stesso un posto totalmente nero
scuro e veda dietro di sé una forma umana che gli chieda se era partigiano o meno. Afferma di essere
badogliano, invece il suo amico era garibaldino. Entrambi si trovavano nelle cantine del seminario minore.
Tra i due inizia una discussione E Max pensava tra sé e sé che possibilmente li avrebbero fucilati insieme.
Trattano anche della vita notturna di come si sta in cella e il compagno che poi si presenta con il nome di
lancia, età vent'anni, chi dice che è da lì da 8 giorni che la prima sera non riuscì a dormire. Max credeva che i
suoi amici lo avrebbero aiutato durante il suo percorso, facendolo uscire da là dentro, grazie al suo amico
Lewis ma Lancia afferma che anche lui aveva tanti amici ma in 8 giorni nessuno lo venne a riprendere.
Durante la notte lancia dormi tranquillamente invece Max rimase sveglio attendendo il giorno seguente.
L'indomani Max e lancia si alzarono e furono portati fuori di fronte al muretto con la schiena attaccata. Viene
invocato Dio in quanto associano la forza di Dio con la forza del capitano, perché egli sceglie il destino dei
detenuti, scegliendo quale sia il giorno e quale sia la notte. Rigida sia sua madre che ha anche il fidanzato di
mabi, la sua ex fidanzata di cui lui ne era ancora innamorato. Successivamente domanda a lancia cosa si fa la
mattina e egli risponde nulla.p pagins 81
Ehi faccio 12345678910

GIORGIO BASSANI
Qual è di Giorgio Bassani è una scrittura tanto impegnata nella rievocazione del passato quanto elaborata
nella dissoluzione di questo passato in un'atmosfera stilistica del tutto originale. Bassani appartiene alla
borghesia ferrarese che si è trovato improvvisamente tradita e sottoposta al trauma della deportazione nei
campi di concentramento. L'esperienza fondativa è stata quella degli anni universitari quando è maturata in
lui la convinzione di un antifascismo assoluto tale da metterlo in posizione di contrasto sia con la sua
famiglia che con l'intero ambiente ebraico della sua città Ferrara. Ferrara acquista con Bassani l'aspetto del
luogo dove sopravvivono antiche memorie collettive che si coagulano intorno ad alcuni episodi concentrati
dell'epoca fascista, lo sterminio di importanti famiglie ebraiche. Il ritorno improvviso di una reduce dai
campi, le voci intorno ai rapporti tra famiglie ebraiche e famiglie cattoliche. Il primo elemento da
considerare per capire l'operazione di Bassani e la sua particolare scelta a stilistica che in realtà significa
anche una specifica modalità rappresentativa. Nella sua prima opera organica, dal titolo 5 storie ferraresi,
Bassani inventa una voce collettiva che parla, descrive, commenta senza mostrare un'individualità specifica.
Il narratore ecco colui che ha raccolto questo insieme di voci e le usa per mettere a fuoco i particolari che di
volta in volta sembrano necessari nel procedere del racconto. La passeggiata prima di cena serve a
inquadrare il filo conduttore del racconto, cioè l'incontro tra una giovane infermiera di modesta provenienza,
Gemma brondi, è un medico di famiglia ebraica, elia Corcos, Ehi destinato ad assurgere a una grande fama
punto il senso complessivo del racconto consiste proprio nell'analisi molto attenta di alcuni fatti che
caratterizzano prima il corteggiamento e poi il matrimonio dei due. Un matrimonio segnato fin dall'inizio
dalla disparità di classe di disposizione intellettuale. Ma quello che i ferraresi si chiedono, è la ragione che ha
spinto Elia a quella scelta, e soprattutto perché Elia si è diventato un uomo impenetrabile, chiuso nel suo
ruolo professionale, senza che nulla trapeli oltre alla barriera protettiva che si è costruito dedicandosi a
un'unica missione, allo studio della medicina. Massani incrocia con grande attenzione e punti di vista della
comunità con quelli di Gemma, destinato a una vita di casalinga, della sorella Luisa , che sopravviveranno
con la morte di Gemma accanto al medico, anche lei senza trovare risposte di fronte a quell'uomo che,
divenuto ormai vecchio, verrà catturata dai tedeschi e mandato in germania. Ehi Bassani costruisce il
racconti con questa tecnica che unisce un forte senso del ritmo al senso della distanza con attenzione al
calcolo delle misure da imporre diversi sipari e siparietti punto si tratta dunque di una continua attenzione
alla geometria con cui distribuire ogni segmento narrativo nell'insieme. Non bisogna dimenticare che mentre
studia a Bologna Bassani viene a contatto con il pittore Giorgio Morandi, l'autore di opere metafisiche
fondate sulla rappresentazione di Nature morte costruite con oggetti semplici e sempre variati nella loro
distribuzione spaziale. Nel 1958 Bassani pubblica con Einaudi gli occhiali d'oro, un romanzo che segna una
svolta nella sua narrativa punto la copertina del libro che ritrae un corpo nudo di De pisis Ehi anticipo il
contenuto del racconto punto si tratta della storia cupa e tragica del dottor fatigati, Ehi famoso medico della
città che si degrada seguendo la sua passione omosessuale per un giovane spregiudicato, de Lilliers. Ehi
Bassani ancora una volta sembra parlare di un fatto privato ma in realtà racconto un aspetto centrale della
storia italiana, adeguarsi del fascismo le volontà della Germania di Hitler nella persecuzione del mondo
ebraico. Il giardino dei finzi Contini, Ehi racconta in prima persona la stagione amorosa tra il giovane e
Giorgio e Micol finzi Contini Ehi, la rappresentante di una ricca famiglia ferrarese. Il racconto sarà destinato
a un'enorme successo a cui si aggiunge quello del film girato da Vittorio De Sica, anche se Bassano ne
prende le distanze perché non accetta l'aggiunta che il regista fa al finale dove mostra la deportazione del
padre del narratore. Con il romanzo l'airone, bassani cambia completamente il suo stile anche modi di
rappresentazione. Utilizzando frasi essenziali, spesso coordinate, lo scrittore mette in scena l'ultima giornata
di edgardo limentani.
“UNA LAPIDE IN VIA MAZZINI”
1916: nasce a Ferrara. La sua famiglia fa parte della borghesia cittadina da almeno quattro generazioni.
1927-33: frequenta il Liceo Ariosto; è appassionato di pianoforte e di tennis.
1934: si iscrive alla Facoltà di Lettere di Bologna, negli anni in cui viene a contatto con l’antifascismo.
1935-37: a Bologna arrivano Giuseppe Dessì, Claudio Varese, Mario Pinna, Franco Dessì Fulgheri:
tutti normalisti sardi. Professori di prima nomina, diventano molto amici di Bassani, che è influenzato dal
loro antifascismo militante. In autunno inizia a frequentare le lezioni di Roberto Longhi, con cui diventa
molto amico.
Pubblica i primi racconti sul “Corriere Padano”.
1938-1939: viene allontanato dalla Biblioteca Comunale di Ferrara, dove spesso studia, perché “israelita”. Il
tema delle LEGGI RAZZIALI si fa strutturale nel racconto “Una lapide in via Mazzini”. (Bisogna
attenzionare il fatto che non tutti gli ebrei erano antifascisti, anche se non è il caso di Bassani).
1938: a Firenze, frequenta l’ambiente delle “Giubbe rosse”. Pubblica su “Letteratura” il racconto
“Un concerto”.
1939: Si laurea con Carlo Calcaterra discutendo una tesi su Tommaseo. L’entrata in vigore delle
leggi razziali costringe allievi e professori ebrei del liceo Ariosto (dove Bassani insegna) a spostarsi
nelle aule del vecchio asilo israelitico di via Vignatagliata 79, nell’antico ghetto ferrarese.
1940: Stampa presso l’Officina d’Arte Grafica A. Lucini e C. Una città di pianura, che firma con lo
pseudonimo Giacomo Marchi, a causa delle leggi razziali che impediscono a un ebreo di pubblicare
col proprio nome. Si fidanza con Valeria Sinigallia.
1942: Intensa attività politica clandestina sia a Ferrara che a Bologna. Continua a insegnare nella
scuola ebraica.
1943: Nel maggio, prima dell’armistizio, Bassani viene arrestato. Esce dal carcere il 26 luglio, e il
4 agosto sposa Valeria Sinigallia. Decide di andare a vivere a Firenze. Continua l’attività politica
clandestina. I parenti di Bassani rimasti a Ferrara vengono deportati a Buchenwald, mentre i
genitori e la sorella si salvano nascondendosi in un armadio.
Attenzione: nel gennaio del ’42 i tedeschi avevano stabilito di mettere in moto la macchina
della deportazione e dello sterminio, da quel momento i rastrellamenti iniziano nell’Europa
orientale; solo dopo la fondazione della Repubblica di Salò iniziano i rastrellamenti anche in
Italia.
Il 6 dicembre parte per Roma.
1944: In estate va a Napoli, dove si sono raccolti vari intellettuali, fra i quali Soldati e Longanesi;
frequenta inoltre casa Croce, in particolare le figlie di Benedetto Croce, diventa amico di Elena e
Alda Croce.
1945: Nasce la figlia Paola. Pubblica da Astrolabio “Storie dei poveri amanti e altri versi”, in cui
raccoglie la sua produzione poetica dal 1939 al 1945. Se fino a questo momento si era dedicato ai
racconti, adesso si dedica alla produzione poetica.
1946: È impiegato avventizio al Ministero del Lavoro, ufficio Reduci di guerra. Lavora anche in
una biblioteca.
1947-48: Pubblica da Ubaldini la raccolta poetica “Te lucis ante”. 1946-47. Conosce la principessa
Marguerite Caetani di Bassiano che, disponendo di larghi mezzi, vuole continuare in Italia il lavoro
iniziato in Francia con la rivista «Commerce», ideando la rivista italiana “Botteghe oscure”, di cui
Bassani diventa redattore. Fu una rivista molto importante, che assunse da subito un certo prestigio.
1949: nasce il suo secondogenito Enrico. Inizia a insegnare all’Istituto Nautico di Napoli.

1951: Lascia l’Istituto Nautico di Napoli per insegnare alla Scuola d’Arte di Velletri. In dicembre
pubblica da Mondadori la raccolta di versi Un’altra libertà.
1953: pubblica da Sansoni “La passeggiata prima di cena”. Diviene redattore di “Paragone”, la
rivista di Anna Banti e Roberto Longhi, era rivista di storia dell’arte e di letteratura.
Si occupa anche di SCENEGGIATURA CINEMATOGRAFICA, scrive con Jean Ferry, Sandro
De Geo e Mario Soldati la sceneggiatura dei film di Soldati “La provinciale”, tratto dal racconto
omonimo di Moravia.
1954: insieme a Flaiano, Pratolini, Age e Scarpelli, e altri, scrive la sceneggiatura di “Tempi nostri-
Zibaldone n.2”, film di Alessandro Blasetti tratto da racconti di Campanile, Moravia, Pratolini e
altri autori italiani. Collabora inoltre alla sceneggiatura del film “La romana” di Luigi Zampa e
scrive quella dell’episodio “Il ventaglino” (girato da Soldati) del film a più firme “Questa è la vita”,
ispirato alle novelle di Pirandello.
Sempre per un film di Soldati (La mano dello straniero) scrive la sceneggiatura, tratta dal racconto
di Graham Greene.
1957: insegna STORIA DEL TEATRO all’Accademia nazionale di Arte drammatica di Roma
“Silvio D’Amico”.
1958: Pubblica Gli occhiali d’oro su «Paragone». Scopre e pubblica il “Gattopardo” di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa, che era già stato rifiutato dal conte Federici, funzionario della Mondadori e
poi da Vittorini, che dirigeva per Einaudi la collana “I gettoni”.
1960: pubblica da Einaudi “Una notte del ’43” e “Le storie ferraresi”. Collabora a vari quotidiani e
periodici (Emporium, Lo spettatore italiano, Il mondo). “Botteghe oscure” cessa le pubblicazioni.
1962: pubblica da Einaudi “Il giardino dei Finzi-Contini”, col quale vince il PREMIO
VIAREGGIO.
1964: pubblica da Einaudi “Dietro la porta” (rievocazione autobiografica, anche se trasfigurata,
della Ferrara degli anni liceali). Nell’autunno entra come vicepresidente della RAI.
1968: pubblica da Mondadori “L’airone”, che risulta essere il suo ultimo romanzo.
1972: negli anni ’70 comincia la ripubblicazione delle sue opere, con modifiche molto profonde, si
creano proprio racconti diversi. Pubblica da Mondadori “L’odore del fieno”.
1973: col titolo “Dentro la mura” ripubblica da Mondadori COMPLETAMENTE
RIELABORATE, LE STORIE FERRARESI.
1974: pubblica da Mondadori le poesie di Epitaffio e raccoglie in un unico volume, “IL
ROMANZO DI FERRARA”, i suoi racconti e romanzi di argomento ferrarese.
1978: pubblica da Mondadori la raccolta poetica “In gran segreto”.
1980: pubblica da Mondadori la versione definitiva del “Romanzo di Ferrara”.
1985: in febbraio viene pubblicato il suo ultimo testo, l’introduzione al catalogo della mostra del
pittore italo- americano RICHARD PICCOLO.
2000: il 13 aprile muore all’Ospedale San Camillo di Roma.

LETTERA DI CALVINO A FRANCOIS WAHL, 22 LUGLIO 1958


«Sono molto contento che Le piaccia Bassani. È uno dei due o tre scrittori italiani di valore
rivelatisi negli ultimi anni. E Gli occhiali d’oro, il sesto racconto che egli ha scritto, è il più denso
di significati di tutti. (Ma anche Una lapide in via Mazzini e Gli ultimi giorni di Clelia Trotti, nel
volume Cinque storie ferraresi, sono molto belli.) Bassani è letterato molto colto, poeta, traduttore,
redattore capo della raffinatissima rivista internazionale “Botteghe Oscure”, membro del comitato

della rivista italiana più fedele alla letteratura pura: “Paragone”. Pur muovendosi da questo piano
squisitamente letterario, tutta la narrativa di B. ha argomento politico, deriva tutta dal suo trauma
fondamentale: la persecuzione antisemita vista nella società borghese di Ferrara. Il rapporto di B.
per Ferrara e per la sua borghesia è duplice: da una parte è amore nostalgico per un tempo in cui
si sentiva integrato con essa, dall’altra odio mortale per l’offesa. I due sentimenti si confondono e
sovrappongono continuamente e fanno la peculiarità dell’accento di Bassani, che sta tra l’amore
nostalgico delle vecchie cose (che fu della nostra poesia “crepuscolare” del principio del secolo) e
il risentimento engagé. Ma i due poli dello stile narrativo di B. sono Henry James – che però negli
Occhiali d’oro abbandona, scrivendo per la prima volta una storia in stile completamente diretto e
oggettivo – e Flaubert. C’è oggi si può dire una corrente della letteratura italiana che io definisco
(è una definizione ancora privata e inedita) neo-flaubertiana, che trae effetti di argomento
metafisico da una fotografia minuziosa della provincia con la malinconia dell’antifascista deluso
dal presente. Cassola ne è l’esponente più disperato e nature; Bassani il più cosciente e
intellettuale. (Ma il loro neo-flaubertismo, vedi il caso, li porta, non alla perfezione stilistica, ma
alla trascuratezza. Entrambi sono indifesi dalla frase di uso comune, dalla banalità linguistica. In
Cassola, che non lo fa apposta, questo diventa l’incanto maggiore del suo stile. In Bassani, che
forse lo fa apposta, diventa un fondo grigio, su cui spiccano le sue compiacenze di composizione.)
Mi pare, insomma, che sia un autore di prim’ordine su cui puntare, visto che avete la fortuna di
trovare i suoi diritti ancora liberi in Francia».
Individua una nuova corrente a cui appartiene lo stesso Bassani, il NEO-FLAUBERTISMO:
dedita allo studio dei dettagli, alla nostalgia e delusione del presente. Vorrebbe che si ricordasse che
Bassani è un pò AUTO-COMPIACIUTO, è molto consapevole nella sua letteratura e nello stile
usato (una delle caratteristiche principali del suo stile è l’uso numerosissimo degli INCISI).
Calvino scrive una lettera Bassani, dopo aver letto il suo racconto su “Botteghe oscure”.
Esplora l’aspetto CONRADIANO di Bassani, cosa che quasi nessuno aveva fatto (sappiamo bene
che Calvino era fissato con Conrad). Conrad aveva lavorato per certi anni su navi mercantili, quindi
scrive spesso racconti di avventure di mare, c’è anche il tema del COLONIALISMO.
Ma rivede anche HENRY JAMES. Bisogna sempre considerare che Calvino non indica che
Bassani abbia utilizzato citazioni da questi autori, ma che ne abbia proprio ricavato interamente lo
stile.
È importante sottolineare che la maggior parte degli autori di romanzi italiani si ispirano ai romanzi
stranieri (in Italia non c’è una grande tradizione romanzesca, piuttosto ce n’è una lirica molto forte).
Anche Bassani stesso parla di sé stesso e della sua letteratura, delineando tutti gli autori a cui si
avvicina e da cui trae stile e modo di scrivere (bisogna prendere con le pinze il suo giudizio su se
stesso, perchè talvolta lui stesso non vede qualche dettaglio o ne vede qualcuno in più che in realtà
non c’è).

UNA LAPIDE IN VIA MAZZINI


Differenze versione di “Botteghe oscure” 1952 e quella di “Cinque storie ferraresi” 1956.
La prima differenza è già nell’epigrafe, presente solo in “Botteghe oscure” , è una citazione da una
poesia di Rimbaud: che introduce il tema del VEDERE VS CREDERE DI VEDERE; questa
scompare nell’edizione di “Cinque storie ferraresi”.
Nelle riscritture del secondo ‘900, non solo in Bassani, la scomparsa di una citazione esplicita è
significativa, perché nel momento in cui in riferimento diventa implicito per rendersi indipendente e
creare un’ ALLUSIONE con il lettore: quando la fonte non è esplicita la fonte viene mescolata più
in profondità nel testo.

Il termine FERRARA, nell’edizione del 1952, non è esplicitata, ma espressa con F*: Pasolini dà
una sua considerazione sul lavoro di Bassani nella decisione di quale termine inserire, perchè
voleva che la città rimanesse nell’oscurità e voleva ambire all’universalità. Inserendo il termine
Ferrara, significa che Bassani entra con tutto se stesso nell’autore e nelle vicende che si sono
verificate, invece di tenersi nascosto; è questo che gli consiglia di fare Pasolini.
“Quando nell’agosto del 1945, Geo Josz ricomparve a Ferrara, unico superstite dei centottantatre
membri della Comunità israelitica che i tedeschi avevano deportato fin dall’autunno del ’43, e i più
consideravano non senza ragione sterminati tutti da un pezzo nelle camere a gas, nessuno, in città,
in principio, lo riconobbe.”
Incipit, simmetrico, isolato metricamente perchè costruito in un unico periodo, con valore
fulminante.
“Non rammentavano nemmeno chi fosse, a dire il vero. A meno che - soggiungevano alcuni con
aria dubitativa - a meno che non si trattasse di un figlio di quell’Angelo Josz, notissimo grossista di
tessuti, che sebbene discriminato per meriti patriottici (così si esprimeva la motivazione del decreto
del ’39: e dopo tutto era stato umano, da parte del defunto Console Bolognesi, che già a quel tempo
era Segretario Federale di Ferrara, e sempre rimase un ottimo amico del vecchi Josz, adoperare, in
memoria delle comuni imprese squadristiche di gioventù, un linguaggio talmente generico), non per
questo era riuscito ad evitare per sé e per la famiglia la grande razzia del ’43.”
Già da qui si capisce come scrive Bassani, con questa andatura che volutamente rende difficile, in
modo che il lettore si perda nella lettura, e smarrisce la focalizzazione che di volta in volta Bassani
assume. Solitamente la focalizzazione è la VOX POPULI, la voce dei ferraresi in generale; a volte
questa focalizzazione viene assunta all’improvviso: magari mentre l’attenzione è concentrata su un
personaggio, in un inciso viene riportata l’opinione del popolo ferrarese.
DISCRIMINATO PER MERITI PATRIOTTICI: in maniera FORTEMENTE SARCASTICA
sta a significare “sebbene discriminato a causa delle leggi razziali, essendo amico del Console
Bolognesi e avendo partecipato con lui alla marcia su Roma, era stato trattato meglio” (quest’ultimo
passaggio
GRANDE RAZZIA DEL ’43: il grande rastrellamento degli ebrei, portati verso i campo di
concentramento.
TEMI: il mancato riconoscimento del personaggio, leggi razziali e deportazioni, boghesia fascista
di Ferrara, generazioni di padre e figli messi a confronto, le date e la cronologia vengono
sottolineate (anche perchè il racconto non procede in ordine cronologico, ci sono continui ritorni al
passato e salti in avanti), è un RACCONTO DI RITORNO.
“Sì, uno di quei ragazzi appartati - cominciavano a ricordare stringendo le labbra e corrugando la
fronte -, non più di una decina fra tutti, che per aver troncato forzatamente ogni rapporto di studio
con gli ex compagni di scuola fino dal ’38, ed avere anche smesso, per conseguenza, di
frequentarne le case, da allora in poi non si erano più visti in giro che di rado, ed erano venuti su
con certe faccie strane, tra impaurite, selvatiche e sdegnose, che a rivederle ogni tanto in fuga,
chine sul manubrio di una bicicletta trascorrente velocissima per la Giovenca o per corso Roma, la
gente, turbata, preferiva dimenticarsele.”
Si percepisce il forte isolamento degli ebrei, non solo dalla scuola o università; viene espresso il
punto di vista degli “altri” che per un periodo non li hanno più visti a causa delle leggi razziali.
Ancora una volta prevale il SARCASMO AMARO.

"Ma a parte ciò: nell’uomo di età indefinibile, grasso al punto che sembrava gonfio, con un kolbak
di pelo d’agnello sul capo rapato, e rivestito di una sorta di campionario di tutte le divise militari
cognite e incognite del momento, chi avrebbe potuto riconoscere il gracile fanciullo di sette, o il
nervoso, magro, spaurito adolescente di tre anni avanti? E se un Geo Josz era mai nato e esistito,
se anche egli, a quanto asseriva, aveva fatto parte di quella schiera di centottantatre larve
inghiottite da Buchenwald, Auschwitz, Mauthausen, Dachau, ecc… possibile che lui, solo lui, se ne
tornasse adesso di là, e si presentasse bizzarramente vestito, è vero, ma comunque ben vivo, a
raccontare di sé e degli altri che non erano tornati, né sarebbero, certo, tornati mai più? Dopo
tanto tempo, dopo tante sofferenze toccate un po’ a tutti, e senza distinzione di fede politica, di
censo, di religione, di razza, costui, proprio ora, cosa voleva?”.
Arriva un uomo di età indefinita, molto grasso, con un cappello di pelo (anche se siamo in agosto).
Prende di nuovo il punto di vista della gente, soprattutto dei borghesi. Iniziano delle
INTERROGATIVE, altro elemento cardine del racconto, della gente che vede quest’uomo come
un personaggio strano.
“Perfino l’ingegner Cohen, il Presidente della Comunità israelitica, il quale, non appena rientrato
dalla Svizzera, aveva voluto dedicare agli scomparsi una gran lapide marmorea che spiccò presto
rigida, enorme, nuovissima, sulla facciata di cotto rosso del Tempio (e si dovette poi rifarla,
naturalmente, non senza soddisfazione di chi aveva rimproverato all’ingegnere tanta fretta
celebrativa: giacché i panni sporchi - carità di patria insegni! - c’è sempre modo di lavarli senza
scandalo), perfino lui, in principio, aveva levato una quantità di obiezioni, insomma non ne voleva
sapere.
Ma andiamo con ordine, tuttavia; e prima di procedere oltre fermiamoci un momento all’episodio
della lapide posta sulla facciata del Tempio israelitico per incauta iniziativa dell’ingegner Cohen:
episodio dal quale ha inizio, propriamente, la storia del ritorno di Geo Josz a Ferrara.”.
Anche il Presidente della Comunità ebraica non voleva sapere di riconoscerlo. La lapide in via
Mazzini in realtà è stata posta nel ’49, quindi questo racconto, ambientato nel ’45, non è
storicamente accurato, in maniera voluta. Ma perchè? Si tratta di un RACCONTO
D’INVENZIONE, ma soprattuto un ESPERIMENTO FILOSOFICO MORALE: cosa sarebbe
successo se nel ’45 fosse tornato un ebreo dal campo di concentramento, grasso, gonfio, con un
aspetto completamente diverso da quello che ci si aspettava.
“A raccontarla ora, la scena potrà sembrare poco credibile. E basterebbe, per dubitarne,
immaginarla svolgersi contro lo sfondo per noi così usuale, così familiare di via Mazzini (nemmeno
la guerra l’ha toccata: come a significare che nulla, mai, vi potrà accadere!): della via cioè, che
partendo da piazza delle Erbe, fiancheggiando il vecchio ghetto - con l’oratorio di San Maurelio
all’inizio, la stretta fessura di via Vittoria a mezzo corso, la facciata di cotto rosso del Tempio
israelitico un poco più avanti, e la doppia, opposta schiera dei suoi cento fondachi e botteghe,
proteggenti ognuno, nella penombra impregnata di odori, una piccola, cauta anima intrisa di
mercantile scetticismo e ironia -, congiunge i vicoli contorti e decrepiti del nucleo medioevale di
Ferrara con le splendide arterie, tanto devastate dai bombardamenti, della parte rinascimentale e
moderna della città”.
Espresso il tema del confronto tra ciò che accade, ciò che non accade, ciò che è credibile e
verosimile. C’è uno sfondo rassicurante della Via Mazzini, sempre uguale a se stessa.
Abbiamo una descrizione di Via Mazzini, con i suoi negozi: ci dobbiamo immaginare Ferrara
devastata quasi ovunque dai bombardamenti, tranne in via Mazzini, che sembra quindi rassicurante
e testimone del passato.

Pag 105.
Quello che abbiamo letto è una prolessi, la scena si focalizza sulla lapide. A parte l’inciso tra le virgolette,
cioè la descrizione della via, ci raccolta meglio ciò che parentesi ci aveva enunciato cioè della via che non è
mai toccata dai bombardamenti un segno di IMMUTABILITA’. C’è silenzio ma si sentono solo gli spari,
dando molta enfasi sul fatto che è immutata. Successivamente esce fuori un personaggio (Egeo), un ragazzo
che gli è stato dato un compito ma non pensa ad altro solo a svolgere quel lavoro. Nel racconto si
sovrapporranno una serie diversa di persone che sono in un luogo estraneo che non viene riconosciuto (IL
NON RICONOSCIMENTO COME TEMA). “barbuto” tema anche delle barbe di Ferrara, barbe dei fascisti
e barbe che segnano il tempo e che accoglie Egeo. Tutta la sua analisi sulle barbe ci serve per vedere le
differenze tra chi lo accoglie e poi le accumunanze. La fgura del prete, figura che non è da entrambi le parti
ma una figura diversa. Podetti Aristide non è il borghese ma è il contadino. Cambio di nome e cognome.
Siamo nell agosto del ’45 e ancora la paura per i fascisti non è finita. La descrizione coincide dal punto di
vista del ragazzo. E’ un ex deportato
Siamo dentro una tradizione di nostroi però c’è anche un’altra tradizione

ELSA MORANTE
Elsa Morante è nota soprattutto per quattro romanzi: menzogna e sortilegio, l'isola di Arturo, la storia,
aracoeli. In realtà ha scritto anche molti racconti alcune poesie e dei saggi. Il mito dell'infanzia infatti uno
degli elementi di continuità più forti che tiene insieme le due stagioni della sua scrittura e che trova nella
metà degli anni 61 turning point irreversibile. Nei primi due romanzi l'infanzia la giovinezza oltre a essere un
tema narrativo entrano in gioco nella costruzione del punto di vista del racconto e nella collocazione spazio
temporale della storia virgola in cui si intrecciano e sovrappongono quelle istanze realizzate e fantastiche dal
cui incontro nasce uno degli elementi di maggiore originalità della narrativa morantiana. Le quattro cattedrali
di carta, pur nella profonda diversità di impianto e di stile, sono accomunate da un puntuale cura
architettonica e strutturale virgola e soprattutto dalla spiccata commistione di realismo e visionarietà, con
tassi di pretazione formule di misura sempre varie punto tale propensione deriva dalla devozione alla forma
romanzo, considerata da morante non tanto come un genere letterario, quanto come un'attitudine naturale
dell'essere umano legata a quel gusto di inventare la storia inesauribile della vita virgola che trascende
modelli e stili e pone accanto ai promessi sposi ai malavoglia, Divina Commedia eliade, il canzone di
Petrarca sonetti di Shakespeare. I primi tre capitoli di menzogne e sortilegio ci presentano Elisa, voce
narrante della vicenda familiare lunga e tempestosa che ha al centro un quartetto di personaggi. Colleghi che
racconta la storia reclusa dentro una stanza della casa di Rosaria, sua madre adottiva, dalla quale è stata
cresciuta e accudita dopo la morte dei genitori, circondata dai fantasmi dei suoi personaggi ossessionata dalle
memorie familiari che reclamano una messe in racconto. E i suoi genitori ha ricevuto infatti un dono un
corredo di strumenti che costituiscono gli elementi essenziali della sua personalissima arte di imbastire
storia. La voce di Elisa, come quello di arturo e ancora quelle dello speciale io narrante che è la storia
Emanuele di alcooli, rivelano tutta un'analoga strategia di distanziamento del istanze del reale virgola che
non vengono però rifiutate ma semmai riassunte attraverso la l'invenzione di un dispositivo narrativo
articolato ehm ed estremamente raffinato punto una Mistura di memoria e fantasia simile a quella
esplicitamente dichiarata per la composizione di menzogne e sortilegio presiede alla creazione della figura di
Arturo protagonista è il secondo romanzo ambientato in una Procida Ehi trasfigurata dalla distanza epica del
mito dell'infanzia l'isola colpisce il cronotopo cui è affidato il ruolo di catalizzatore della felicità dello
splendore della fanciullezza, contempla e revoca da una voce che tenta in ogni momento di recuperare il
pathos del ricordo i caratteri realistici che emergono dalla sua presenza vengono filtrati dal punto di vista
adorante del figlio la bellezza rude e barbarica dei suoi tratti fisici lascia emergere i segni della differenza
virgola che era il suo più bel mistero. La figura che meglio rappresenta l'opera di Elsa Morante è quella della
metamorfosi nel senso che a ogni nuova prova la scrittrice mostrano profonda trasformazione alla fine degli
anni 60 e l'inizio degli anni 70 sembrano costituire per lei, come per molti scrittori della sua generazione un
giro di bue irreversibile.
“la storia “ creò un dibattito enorme.
LA VITA E LE OPERE
Nasce nel 1912 a Roma.
1922-30 Frequenta il Ginnasio e il Liceo a Roma; adiciotto anni va a vivere da sola, e abbandona quasi
subito l’università; dà lezioni private di italiano e latino.
Negli anni 30-40 inizia a scrivere dei racconti.
1941 Sposa Alberto Moravia, coppia nella vita e al centro della storia letteraria italiana. Esce per Garzanti la
sua raccolta di racconti Il gioco segreto.
1942-43 Moravia è accusato di attività antifasciste e i due si stabiliscono a Fondi, paese della Ciociaria, in
attesa della liberazione. Inizia a scrivere Menzogna e sortilegio. Questa fase è anche il fatto che Morante è
una parte di origine ebraica quindi ha paura, è un momento biografico e autobiografico che diventerà
importante e verrà riportato nelle loro opere. (esperienza diversa rispetto a fenoglio). La mortante si è
cimentata in racconti e romanzi. La costruzione romanzesca è la sua dimensione in cui è al suo agio.
Altri due aspetti che ci rimandano agli altri scrittori col corso: con la Rai, quanto nella loro scrittura entra con
questi mezzi di comunicazione, botteghe oscure (rivista con cui abbiamo visto calvino e un anno dopo
rispetto alla lapide di via Mazzini)
1957 Esce per Einaudi L’isola di Arturo, con cui vince il Premio Strega. Non sempre scrive ma ha anche dei
periodi di buio.
Tra gli anni 50 e 60 ci sono degli eventi umanamente forti e tragici come la sua morte( di morrow) e la
separazione con Morante.
Dal 68 al 74 esce la storia, ci lavora per 3 anni e il primo progetto di questo libro se ne ha notizia nel ’70, la
definisce “Un’iliade dei giorni nostri “e che, appunto, uscirà nel ’74. Il suo tema è la GUERRA,
attenzionando il suo impatto sul popolo.
Dalla fine degli anni ’60 c’è stato il ’68 (quindi francese e italiano). Segnano uno stacco di grandi processi.
Si concretizza il mondo dei due blocchi: sovietico e americano. Si ha un impatto positivo per la
storicizzazione della Seconda guerra mondiale, per capire da dove si ha inizio. Poi il boom economico,
ulteriore impatto. Dal 69 la forte contrapposizione politica anche in italia sfocia in una serie di attentati.
1976-80 Comincia la stesura di Aracoeli , che la occuperà per cinque anni. Nel marzo 1980 si rompe un
femore ed è ricoverata e operata.
1982-83 Esce Aracoeli mentre il problema alla gamba persiste, e la costringe a trascorrere le giornate a letto.
Nell’aprile 1983 tenta il suicidio aprendo i rubinetti del gas. Ricoverata per idrocefalia, non lascerà più la
clinica.
1985 Il 25 novembre muore d’infarto.

Non si può presentarlo senza attenzionare il fatto che sia un caso. Il problema era com’era fatto e cosa
conteneva. Quando nelle date ci sono gli asterischi è perché coprono vari anni. E’ indicativo come se fosse
una storia che inizia. La prima cronologia inizia 190-1905 quindi inizia col secolo ma che non rispecchia.
Struttura particolare: come mai elsa morante scrive ad anni e decide di mettere una cronologia degli eventi?
Sono delle coordinate. Un lettore degli anni ’50 avrebbe avuto meno bisogno. Un libro che sfonda le barriere
di ceto e di istruzione per essere disponibile a tutti. Non ha solo una funzione narrativa ma che orienta anche.
Il libro prima di arrivare ad romanzo abbiamo una serie di soglie (sono delle parti del testo che precedono
l’entrata del testo ma non solo precedono ma orientano). SOTTO IL TITOLO.
Non c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di
consolare le cavie che non sanno il perché della loro
morte.
(Un sopravvissuto di Hiroscima)
Metto la testimonianza di un sopravvissuto, parlerà di chi non ha voce, “i sommersi”, l’unico punto di vista è
quello di chi è morto.
... hai nascosto queste cose ai dotti e ai savi
e le hai rivelate ai piccoli...
... perché così a te piacque.
LUCA X-21 idea dei bambini.

Nelle prime due epigrafi lei vuole dare voce e si ha un occhio anche sui piccoli. Dall’altra parte lo fa in
funzione ANTILETTERARIA, romanzo non borghese.

SECONDA SOGLIA:
Por el analfabeto a quien escribo
È un verso di César Vallejo (1892-1938), poeta peruviano, tratto da Himno a los voluntarios de la República
(tratto dalla raccolta ESPAÑA, APARTA DE MI ESTE CALIZ). Poeta del paradosso, dell’ossimoro però si
instiste su questo punto. Si dà voce alle cavie ormai morte, sui bambini (infanzia che entra nella letteratura
come oggetto distintivo, alla fine dell’800) e scriverò per gli analfabeti.

TERZA SOGLIA:
«... di procurarmi un catalogo, un opuscolo, perché
quaggiù, madre mia, non arrivano le novità del gran
mondo...»
(dalle Lettere siberiane)

Catalogo che qualcuno chiede a sua madre. C’è un intento polemico, sarcastico e sicuramente c’è una
polemica pugnace e forte. Chi non ha gli strumenti per capire cosa succede.
TERZA SOGLIA:

La Storia

SOGLIE: EPIGRAFI (4)


Un giorno di gennaio dell’anno
1941
un soldato tedesco camminava
nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
Sapeva 4 parole in tutto d’italiano
e del mondo sapeva poco o niente.
Di nome si chiamava Gunther.
Il cognome rimane sconosciuto

Riassunto di questo romanzo, una piccola rubrica in forma di cantilena. Qui si potrebbe convincere che
Gunther sia il protagonista ma questa soglia è particolare perché è come se fosse il motore che però in realtà
non è causale per niente perché mette in moto tutta la storia. All’interno della struttura del romanzo ci
saranno altre soglie e un filo rosso, delle CANZONI POPOLARI.

TRAMA:
La storia mi è andata in vari quartieri popolari di una Roma affamata dalla guerra, nelle cui strade tenta di
sopravvivere Ida ramundo vedova Mancuso, maestra elementare, vittima della violenza opera di un soldato
tedesco da cui nasce useppe, bambino magico che ha ereditato dalla madre il male dell'epilessia e la capacità
di sentire il male in tutte le sue forme appunto attorno a loro Nino si muove l'affollato stuolo degli altri
coprotagonisti della storia con la S maiuscola e il loro racconto è incorniciato da brevi resoconti degli
avvenimenti della storia con la S maiuscola punto ogni capitolo rimanda a un anno preciso a eccezione del
primo e dell'ultimo che alludono agli eventi più importanti che precedono e seguono i disastri del
periodobellico.in realtà però la storia si configura come un romanzo neoz storico, i due termini evocati dal
titolo e dal sottotitolo costituiscono due poli antitetici punto la bipartizione fra racconto e cornice riserva solo
al primo termine dignità letteraria appunto quella dignità che dà appunto una connotazione militante alla
vocazione realista attribuita da Morante al romanzo, il cui compito primario è quello di dare intera una
propria immagine dell'universo reale.
Da questo punto di vista la speciale onniscienza della voce narrante riveste un ruolo fondamentale perché l'io
si affaccia ogni tanto fra le pagine e rappresenta il punto da cui viene contemplato il mondo, un punto
insieme altissimo e sotterraneo, dotato di uno sguardo che vede l'infinita estensione degli orizzonti e lì infine
minime rughe e crepe del suolo punto il valore testimoniale della narratrice sembra contraddire la
verosimiglianza narrativa, il suo raggio diegetico si Ehi distende lungo un orizzonte troppo ampio e
raggiunge ogni essere vivente che fa capolino fra le pagine, si insinua in quella che forse chiama la vita
nascosta dei personaggi, quasi a tradurre i loro pensieri le loro sensazioni più oscure Virgo i loro sogni e le
loro conversazioni più indecifrabili punto si tratta di una radice che sembra conoscere tutto, aver osservato
tutto punto i piccoli cioè gli analfabeti conservano l'allegria, il riso, l'innocenza, Ehi l'anarchica diversità dei
felici pochi esaltati nel mondo ma tutti questi caratteri si espandono fino a comprendere anche gli animali
cioè blitz è bella.

LETTURA PRIMO CAPITOLO, titolo: La Storia, come materia.


Tutto inizia con una data, non sappiamo il giorno. Parallelismo con Primo Levi (sguardo sul tedesco alto
biondo e occhi chiari). Il soldato è un bambino ed è quindi molto diverso, la divisa che gli sta corta. “lavoro
ed esperienze biologiche” negli anni ’60 tutto è stato scritto nei campi di concentramento, intendeva lo
sterminio e viene detto ironicamente. Morante ci connota il ragazzo come se non sa. Inserti di detti popolari.
C’è la prima canzonetta popolare, AFRICA, la canzonetta ha tuto uno stereotipo coloniale e non si sa chi la
canta possibilmente il soldato Gunther. Questo tipo di canzoni sono la versione degli ignari di quanto scritto
nella cronologia storica. Gli viene annunciato che andrà in africa ma si trova già in un posto esotico. I gatti
sono importanti nella sua vita o li umanizza o attribuisce alcune loro caratteristiche alle persone. Diciamo
che ha avuto una sorta di indifferenza per i luoghi. Gunther è un ragazzo scaltro e in cerca di approvazione,
definizione di “monaccioso”. Fase successiva in cui lui è ubriaco. Viene anticipata la figura della donna, la
protagonista. Contrasto tra tenerezza e poi quello che farà.

PARISE GOFFREDO
Paris è uno scrittore che portano alla letteratura del 901 insieme di elementi difficili da collegare in modo
organico, la sua opera di sordio cioè il ragazzo morto e le comete nasce dalla confluenza tra favola,
visionarietà e senso magro dell'esistere solo romanzo più famoso cioè il prete bello porta il realismo
apparente verso la deformazione caricaturale e il grottesco che caratterizza la vita della provincia. Paris
segue le tappe di questa alienazione fino a che l'impiegato non viene costretta a sposare la ragazza che il
padrone ha scelto per lui punto con la sua ultima opera cioè sillabari parise apre una possibilità di narrazione
completamente nuova e originale punto nel periodo precedente vengono scritti i racconti, testi teatrali,
reportage da paesi esotici punto è anche un romanzo erotico che parise decide di non pubblicare susciterà
clamore alla sua apparizione. Montale ha fatto notare che nella scrittura di parise c'è qualcosa di visionario
che potrebbe essere ricondotto non tanto alla letteratura fantastica ma la pittura di Marc chagall. Ehi nella
scrittura di parisa il fenomeno si ripete sotto forme diverse ma costanti, una ricchezza sensoriale molto
esplicita, una specie di avidità dei sensi, può convivere in atmosfere rarefatte, i limiti dell'onirico. Per parise
non è la testa che guida la scrittura e la ordina, ma sono i sensi che pensano e creano il testo secondo una
logica di flussi di particelle che si associa nel costruiscono insieme. In Sila Bari uscirono sul Corriere della
Sera un primo gruppo tra il 1971 e il 72 Ehi e un secondo gruppo tra il 1973 e il 1980. Il taglio imposto al
giornale determina di sicuro la loro forma di racconti brevi, anche se l'autore in un'essenziale premessa ne
parla come di prodotti poetici nati quasi all'improvviso come descrizione di sentimenti umani, così labili,
partendo dalla AE arrivando alla Z. Il progetto dunque doveva coprire tutte le lettere dell'alfabeto ma la
lettera S la poesia mi ha abbandonato, confessa parisa. Date queste premessa possiamo guardare da vicino
come funziona un sillabario. Innanzitutto i personaggi sono quasi sempre indistinti, la loro età indicata
spesso solo con una stagione della loro vita, eppure vengono subito identificati attraverso essenziali tratti
fisici. Il sentimento alla situazione che dal titolo ha racconto ad esempio amore, affetto, bellezza appunto non
sempre esplicitamente identificabile, ma bisogna creare una specie di analogia tra il titolo e i fatti che
leggiamo. In realtà spesso non si tratta di fatti, ma di un fatto che crea le condizioni su cui poi racconto si
muove, come se un evento assorbisse interi anni della vita di uno o più personaggi. Madre è un sillabario
forse autobiografico, dedicato a un trauma subito da un bambino di 10 anni. Il bambino, giannetto virgola
che ama pattinare, si fa coinvolgere da un amico non un'avventura che lo porta lontano da casa virgola in un
campo di aviazione dove sono Ehi arrivati i cacciabombardieri e gli stukas. Parisa non ci racconta una vita,
ma ci fa intuire il senso complessivo di una vita punto quell'episodio costituisce un trauma che non
determina un profilo psichico anche se il particolare del colore celeste incalza il bambino fino al momento
della multa appunto e poi riesce spesso agisce così, dice una piccola cosa per alludere a un mondo sommerso
indecifrabile quello che rende esplicito è solo un particolare inespresso e ogni sillabario riscopre con
intensità la radice di una passione umana.
LETTURA LIBRO
172-177 pgg.
Intanto non c’è una datazione perche inizia con “un pomeriggio di luglio del 1944” solo l’anno ma non il
giorno. Fatto indicativo delle “cicale” ci fa capire che la giornata è molto calda per questo fanno questo
rumore. Si presentano inizialmetne 3 personaggi, con un una pistola. Due delle brigate nere e un ragazzo Ico
(federico)+ descrizione ed età, cioè 16 anni.lo definirono “deforme”. Nel 1943 si arruolò nelle brigate Nere.
Tutti lo apprezzavano e lui era un capo. Quel giorno di luglio fu rapito e arrivarono ad una casupola,
all’interno vi era un vecchio e sua figlia dal bell’aspetto con i capelli rossi, nata in Svizzera. Le cicale non
cantarono più perché il tempo si stava annuvolando e successivamente vede un auto da lontano che slitta
verso di loro e dall’automobile uscirono due tedeschi e due della brigata nera. Fu portato a costonza dove
c’era il comando delle brigate nere e fu accusato per rapina e condannato a morte. Inizialmente lui non
credeva a questa esibizione perché se lui avesse realmente fatto qualcosa avrebbe visto il miraglio volpe. Ma
in realtà non fu così, venne fucilato. Venne sepolto nel cimitero comunale e poi dopo 25 anni venne buttato
nella fossa comune e di lui non c’era traccia. (IL RAGAZZO AVEVA AVUTO IL SUO MOMENTO DI
GLORIA, CHE LA PAGò CON LA VITA: AVEVA SCHERZATO COL FUOCO ED ERA TROPPO
GIOVANE PER CAPIRE CON CUI SI ERA MESSO CONTRO)
PRIMO LEVI
Nel giugno del 1986 inaudi pubblica i sommersi e i salvati, il libro testamento di primo levi. Questo libro
contiene l'analisi di tutti i concetti chiave connessi alle esperienze di levi nel lager durante i mesi del 1944.
Ella riscrittura delle dell'intera sua opera, la memoria, la violenza, la vergogna, la la famosa zona grigia, l'uso
del linguaggio, i rapporti con i tedeschi dopo l'uscita del suo primo libro. L'insieme però assume l'aspetto di
una vera analisi delle forme con cui l'uomo può subire violenza da un'altro uomo trasformarsi per effetto di
questa violenza interiorizzarle il trauma, vivere rielaborando senza requie l'insieme delle sue memorie e
soprattutto cercare di comunicare la sua esperienza in modo che non vada perduta. L'anno dopo lei vi si
uccise gettandosi dalla tromba delle scale.
Il presupposto di cui parte Levi è semplicissimo ma infallibile il ricordare è doloroso e gli esseri umani e
ricoprono il ricordo conforme di racconto alternative, meno difficile da esprimere dal rinnovare appunto il
proposito di Levi è esattamente il contrario recuperare il ricordo nel modo più preciso possibile virgola non
lasciare niente all'ombra, i fatti, i gesti, i sentimenti, le reazioni punto per questo lei riassume lo statuto di
uno scrittore anomalo, fuori da ogni giurisdizione.
Il vero testimone è colui che non può parlare, c'è il sommerso colui che è stato schiacciato dall'ingranaggio
del campo di sterminio virgola e sopravvissute e qualcuna che cerca di ricostruire empaticamente
l'esperienza del sommerso. Levi non è riconoscibile facilmente come letterato per la sua esperienza unica è
qualcosa di meno, per la sua provenienza dal mondo scientifico punto anche se la scrittura di Levi sembra
molto limpida e diretta le cose concrete i suoi migliori interpreti hanno sottolineato la complessità
dell'operazione con cui Levi ricrea l'immagine di sé come narratore, descrivendo da una parte gli aspetti della
sua esperienza ma conservando sempre un atteggiamento di stupore dubbio su quanto sta raccontando,
mantenendo viva nel lettore l'allerta su quanto accaduto durante gli anni del nazismo punto il suo primo libro
sembra un racconto ma è soprattutto l'analisi del comportamento umano quando si trova in condizioni
estreme a contatto quotidiano con il rischio di morire o addirittura già nella condizione di morta.
Il campo di concentramento è un'organizzazione complessa che prenda a modello la caserma tedesca e che
funziona con un unico scopo: sterminare i prigionieri dopo averli condotti a una condizione non più umana
attraverso la fatica, l'umiliazione, la violenza, la sottrazione dei requisiti minimi necessari al quotidiano. Levi
ci insegna le parole fondamentali che indicano le tipologie gerarchiche umane che popolano il campo, diviso
a sua volta in zone specifiche. Così apprendiamo la differenza tra:
- Haftlinge Ehi che sono i prigionieri appena entrati nel campo.
- Prominenti che sono coloro che riescono a sopravvivere inventando di continuo strategia a danno dei
loro simili.
- Sonderkommandos sono gli ebrei che prestano all'azione più terribile, quella di condurre in camera a
gas i loro simili.
- Mussulmani che sono i veri testimoni cioè coloro che non raggiungono condizione che già quella dei
cadaveri.

Lei viene portato in un campo di lavoro a monowitz vicino ad Auschwitz dove 10.000 prigionieri
lavorano a una fabbrica di gomma. L'effetto complessivo è quello di un ingranaggio perfetto pensato per
uccidere qui il narratore cerca di rivivere e di farci rivivere i primi momenti del prigioniero che non
capisce le frasi che gli vengono rivolte in tedesco, si mostra in pieno di dubbi virgola non sa come
muoversi dove apprendere giorno per giorno e in fretta qual è la vita nel lager, cosa è necessario sapere
per riuscire a sopravvivere. Alla disperazione dell'eden che entra nel lager si giunge la disperazione delle
righe ne è uscito virgolo sezionato da un dubbio ricorrente, quando racconterò tutto questo, sarò creduto?
Lei mi assume lo statuto di un narratore particolare affronta un problema che sarà comune a molti
scrittori di questo periodo narrare non significa ingenuamente riprodurre momenti della memoria
dell'esperienza il narratore anzi è qualcuno che ha consapevolezza di utilizzare dei segni e virgola una
lingua, delle strategie che continuamente hanno bisogno di essere mediate verificata. I ritratti che
troviamo lungo il racconto come quelli che poi compaiono il secondo romanzo hanno l'assolutezza e le
figure di Dante che incontra nel suo viaggio, restano per sempre nella storia grazie al modo con cui Levi
ne ha colto il carattere, gli atteggiamenti, le reazioni, i comportamenti. Teniamo come due sempre Elias,
l'uomo ridotto a macchina instancabile per compiere lavori e Urbinek il bambino di circa tre anni che
muore senza che nessuno riesca a capire la sua origine la sua lingua e la sua provenienza. Di elies Levi
formula tre ipotesi: potrebbe essere un folle, essere il residuo di un'umanità precedente che si adattato
alle condizioni primitive del campo, oppure lui stesso il prototipo di quanto il campo produce. Il
bambino è già un annuncio della possibilità di raccontare al di là dell'umano punto si trova al polo
opposto rispetto al nano Elias punto anche lui una creatura inspiegabile un essere senza destino che passa
sotto lo sguardo di Levi e viene da lui osservato analizzato fin dove è possibile.
Ehi l'osservazione del vedere non poter comprendere incalza ogni storia.in vanadio, Ehi Levi iniziano
scambio pisolare con un chimico tedesco Muller virgola che io un incontro utile sia a me sia a lei e
necessario ai fini del superamento di un terribile passato punto si sono conosciuti nei lager, lei ha
lavorato agli ordini di Muller punto e ora si presenta un'occasione fatale lei vorrebbe sapere da lui le cose
fondamentali, ma la lunga lettera di risposta ti fa capire che il tedesco si è costruito una storia
perfettamente logica ma parziale. In lui la colpa non trova la strada della redenzione punto e muore
prima di poter incontrare lo scrittore. Raccontare dunque non significa liberarsi di un peso come avrebbe
in pratica psicoanalitica. Levi resta sempre tragicamente fedele a questo principio, le sue opere ci
possono servire a conoscere ma non a comprendere.

LETTURA DEL LIBRO


FERRO: mentre frequento laboratorio di analisi e qualitativa del secondo anno, lei riconosce Sandro, un
ragazzo taciturno un po isolato, figlio di un muratore ma è rimasto purtroppo orfano l'autore lo paragona al
Rico al ferro, al quale Sandro è legato da una parentela antica essendo stati i suoi antenati Fabbri inoltre si
ricorda di un suo solenne l'unico annuncio durante un'analisi di 1939 Nunzio vobis gaudium magnum. Ehi.
Abemus ferrum. Fra i due nasce un sincero legame di amicizia, studio d'insieme e Sandro ottiene così
risultati migliori, mentre lei ve lo segue nelle sue scalate fra le montagne piemontesi. Durante un'escursione a
Febbraio i due sbagliano sentire e sono costrette a percorrere con difficoltà una cresta mentre si avvicina la
notte che trascorrono a freddo in riva a un laghetto ghiacciato prima di tornare a vallà, uno assaggiato la
carne dell'orso, cioè erano diventati padroni del proprio destino, forte libri, liberi anche di sbagliare. Infine
l'autore ricorda la triste fine di Sandro de mastro, il primo comando militare piemontese il partito d'azione a
essere ucciso dai fascisti.

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