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Analisi
"Pazza lei o pazzo lui; non c’è via di mezzo: uno dei due dev’esser pazzo per forza".
La novella ruota intorno al rapporto tra realtà e finzione e al loro confine: cos’è la follia
se è impossibile scinderla dalla normalità? Se non si può individuare la differenza tra
realtà e finzione, questa differenza esiste davvero?
Il caso della signora Frola e del signor Ponza, inizialmente presentato come
pettegolezzo provinciale, diventa così un dilemma identitario universale: l’identità
individuale esiste solo come costruzione sociale. La verità (su chi siamo noi e su chi sono
gli altri che ci circondano) è sempre una verità relativa, costruita dallo sguardo soggettivo
di ciascuno e dalle imposizioni sociali.
In questo, La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, come il successivo Così è (se vi
pare), si inseriscono perfettamente nel relativismo tipico del Novecento, tanto caro a
Pirandello (si pensi anche al famoso incipit de Il fu Mattia Pascal).
La verità non può essere svelata, perché la verità intesa come verità unica non esiste.
Emblematico il finale della commedia, alternativo rispetto a quello della novella, in cui la
signora Ponza finalmente compare sulla scena e, anziché risolvere la questione, si
trasforma in un’allegoria della verità, affermando:
"Per me, io son colei che mi si crede".
L’unica cosa che è possibile rilevare con certezza è l’insufficienza del buon senso e
della volontà di capire. Nonostante tutte le buone intenzioni e il tentativo di ricostruire gli
eventi e risolvere la questione (la rigorosità è evidente anche nella struttura del testo), il
caso di genero e suocera resta un caso irrisolvibile: tutti e tre i personaggi coinvolti
sembrano dire la verità e rendono inidentificabile il confine tra realtà e finzione,
generando inquietudine.
Rinunciare alla necessità di comprendere diventa l’unica soluzione possibile, tanto più che
i due non si comportano in questo modo per una qualche malvagia vendetta, ma sono
entrambi mossi da pietà e compiono un "meraviglioso e commoventissimo sacrifizio" l’uno
per l’altra. Ognuno segue la sua verità non per cattiveria, ma per poter aiutare l’altr