Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SECOLO)
Author(s): Maria Antonietta Visceglia
Source: Quaderni storici , agosto 1982, Vol. 17, No. 50 (2), I VIVI E I MORTI (agosto 1982),
pp. 583-614
Published by: Società editrice Il Mulino S.p.A.
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide
range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and
facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at
https://about.jstor.org/terms
Società editrice Il Mulino S.p.A. is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend
access to Quaderni storici
vole et ordina che passando dalla presente vita lo suo corpo si debba portare a
seppellire in la Venerabile Ecclesia dell'Annunziata di Maddaloni dell'Ordine di
San Domenico et interea se habbia depositare in Ecclesia de Sancto Domenico di
Napoli e che le sue esequie si facciano honestamente ad arbitrio degli esecuto-
ri .. . e che abbia andare vestito di bianco e con l'havemaria in petto 24.
se morissi lontano dalla mia consorte e dai miei amati figlioli senza potere
riabbracciarli, restringendo tutta l'anima mia in una tenerezza affettuosa, li
benedico e chiedo che il Signore li benedica dal cielo e crescano nel suo timore e
abbondino di quei beni che possano costituirli felicissimi in questo mondo.
solamente che non si faccia seppellire il cadavere che passati tre giorni dopo la
morte. A quai fine voglio che si apra il testamento prima che il cadavere vada in
Chiesa 54.
il corpo debba porsi in quel luogo dove porrà il piede il sacerdote che celebrerà
la messa sull'altare 63 .
quasi tutti i Cavalieri del Nido avevano un sepolcro in questa Chiesa e non rade
volte si riunivano per discutere affari di nobiltà71.
con le ossa di mio padre al quale si debbono aggiungere un anno dopo quelle del
piccolo Bartolomeo, il primogenito morto bambino 82.
si commissioni una icona marmorea della natività gloriosa del Salvatore come
quella che è nella cappella del Duca di Amalfi nella chiesa di Monteoliveto e due
sepolcri marmorei, uno per mio padre l'altro per mia madre che si pongano dalli
due lati della cappella; il sepolcro di mio padre come quello di Galeazzo
Caracciolo, nella cappella del Marchese di Vico a San Giovanni a Carbonara, e il
sepolcro di mia madre come quello fatto alla duchessa di Amalfi, D. Dianora di
Aragona a Monteoliveto e i sepolcri siano posti in terra con la cancellata di ferro
all'ingresso della cappella, una vetrata intomo alla finestra e il suolo di
marmo 95 .
NOTE AL TESTO
3 Ph. Ariès, L'homme devant la mort, Paris, Editions du Seuil 1977, p. 188. P.
Lebrun, Les hommes et la mort en Anjou aux XVIIe et XVIIIe siècles, Paris
Flammarion, p. 329.
4 Più precisamente scopo essenziale delle Costituzioni di Melfi era di stabilire
l'ampiezza della successione feudale vietando il passaggio dei beni alle linee
cugine e salvaguardando il controllo regio sull'insieme dei beni feudali del Regno
(cfr. N. Santamaria, I feudi, il diritto feudale e la loro storia nell'Italia
meridionale, Napoli 1881, rist. Forni ed., Bologna 1978, pp. 171-228).
5 In altro ambito uno studio esemplare del rapporto tra il quadro giuridico
formale, con le limitazioni che esso impone alla capacità di testare, e le
motivazioni personali e religiose dei testamenti è offerto dal recente studio di A.
Paravicini - Bagli ani, I testamenti dei cardinali del Duecento, Roma, Biblioteca
Valliceliana 1980.
medesima e che finalmente debbo lasciar questo mondo e pagare il tributo alla
natura della mortalità (sic), secondo l'indispensabile decreto di Dio Benedetto che
venero e adoro, ho stabilito e maturamente deliberato di fare come fo il presente
mio testamento in scriptis non meno per ovviare ai litigi che mai potessero
insorgere tra i miei eredi quanto che per provvedere al discarico della mia
coscienza e ai bisogni dell'anima mia» (ivi fase. 56/a).
11 Lo schema prevalente del testamento, con rare varianti, è il seguente:
1. Prologo - Considerazioni. 2. Invocazione religiosa. 3. Clausole sulla presentazio-
ne e sul trasporto del corpo. 4. Indicazione del luogo di sepoltura. 5. Clausole sul
patrimonio. 6. Lasciti a laici ed ecclesiastici, elemosine, doni.
12 Sono opportune alcune precisazioni:
a) L'invocazione non compare in alcuni testamenti della fine del XV sec. o
degli inizi del XVI;
b) il richiamo alla devozione mariana non è presente in tutti i testamenti del
primo '500. Manca ad esempio in quello di Antonio Muscettola (1530). Manca in
quello di Giovanni Antonio Caracciolo, conte di Oppido (1546), la cui invocazione è
tutta centrata sul concetto di Maestà di Dio: «con quella composione di mente
umiltà e timore che conviene e con tanta astrizione dei miei peccati di quanto
sono capace, io chiedo e domando perdono alla Maestà divina di tutti li errori e
peccati miei e la supplico lacrimevolmente che con l'infinita sua misericordia,
clemenzia e pietà li purghi e rimetta e perdona di modo che in lo fine mio
l'anima mia con grazia di sua Maestà trovi riposo e quiete e si renda salva
mediante il beneplacito della Maestà sua . . .» (BCMF, Archivio Caracciolo de
Sangro, b. 5/3);
c) riscontriamo infine invocazioni «atipiche» come quella che apre il testamen-
to di Tomaso Carafa, duca di Maddaloni (1520) che sembra riprodurre un modulo
anteriore: la lotta della Vergine con l'«Inimico» per la salvezza dell'anima (ASN,
poi, compaiono le formule ormai di uso comune. Cosi Imara Caracciolo (1737):
«Voglio che al mio cadavere si dia sepoltura dove piacerà al sig. Paolo Ruffo,
principe di Castelcicala, mio marito coll'esequie, funerali e messe che il medesimo
stimerà, alla di cui volontà tutta mi riferisco, siccome in vita ho fatto» (ASN,
Archivio Caracciolo di Brienza , fase. 4, fascicolo 52/B). Le fa eco Anna Colonna
Carafa, duchessa di Maddaloni: «voglio che quando passerò all'altra vita il mio
corpo sia seppellito in quella Chiesa che parrà al mio consorte». (Ivi, Testamenti
dei conti e duchi di Maddaloni, fase. 9). Alla volontà del duca di Maddaloni
vengono anche affidate la cura per la celebrazione delle 1000 messe di suffragio e
le consuete distribuzioni caritative.
54 ASN, Archivio Ruffo di Scilla, fascio 10. Segnaliamo anche la clausola che
compare nel testamento di Giovanna de Portugal Cortilloy, Santasofia, marchesa di
Villaf lores, sebbene la provenienza della testante e la sua residenza (Venezia)
rendano l'esempio non omogeneo rispetto agli altri atti testamentari: «voglio
essere tenuta sopra terra quarantotto ore dopo la mia morte, passate le quali
quarantotto ore, voglio che sia aperto il mio cadavere, indi sepolto senza cassa e
perché mi preme altamente che sia adempita esattamente questa mia ordinazione
riguardante la sepoltura voglio che in caso non fosse eseguito in ogni sua parte
tutto ciò che ho sopra ordinato debba il mio erede esborsare immediatamente
due. 5000 alla Fraterna dei poveri vergognosi di questa città». (ASN, Archivio
Carafa di Castel san Lorenzo, fascio 4/11).
55 Ph. Ariès, L'apparition du sentiment moderne de la famille dans les
governate sono dai nobili de' Seggi (cap. XV) in C. Tutini, Dell'Origine e
fondazione dei Seggi di Napoli, Napoli, Beltrano 1644. L'opera del Tutini è ancora
lo strumento fondamentale per lo studio del processo di trasformazione nell'età
moderna dell'antica organizzazione medioevale del territorio urbano della capitale.
69 Per il ruolo dei Seggi nello svolgimento delle processioni cfr. C. Tutini,
Dell'origine e fondazione, cit., pp. 135-137.
70 P. De Stefano, Descrizione, cit. p. 104. La privatizzazione dello spazio urbano
nella stessa denominazione dei luoghi è un dato che emerge nettamente anche da
un'altra fonte coeva. Il censimento della popolazione di Napoli fatti negli anni
1591, 1593, 1595, a cura di N. Faràglia, in «Archivio storico per le province napo-
letane» XVII (1897), pp. 255-311.
71 R.M. Valle, Descrizione storica, artistica e letteraria della chiesa e del
convento e de' religiosi illustri di San Domenico Maggiore di Napoli dal 1216 al
1854. Napoli, Stamperia del Vaglio 1854. «Affari di nobiltà» discutevano sinché i no-
bili di Capuana nella Cattedrale: si può ricordare la celebre riunione menzionata
dal Tutini, tenuta nella cappella Minutolo il 22 settembre 1500, per decidere la pras-
si da adottare nell'aggregazione di nuove famiglie (cfr. C. Tutini, Dell'origine e
fondazione, cit., pp. 114-116).
72 Un'ulteriore prova della forte solidarietà fra i rami di un lignaggio può
essere tratta dall'analisi della fondazione e del funzionamento dei vari Monti di