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la morte è tema che permea l’universo pascoliano:i numerosi lutti familiari che turbarono in

modo drammatico e decisivo la sua infanzia tornano nella sua lirica sotto varie
forme,esplicite o implicite.una sottile inquietudine pervade ogni descrizione naturale,anche la
più idilliaca,e il peso opprimente dell’ingiustizia umana,che ha privato degli innocenti del
proprio padre,torna a turbare continuamente il poeta,l’ossessivo pensiero della morte e del
passato luttuoso si manifesta negli oggetti,nelle visioni,nei rumori della natura,nei suoni resi
con onomatopea.pascoli supera questa condizione di dolore trovando rifugio nell’intimità
familiare: essenziale è per lui rifugiarsi nell’orizzonte conosciuto e rassicurante degli
affetti,dal nido (Una metafora frequentissima nella sua lirica)al focolare,presso il quale ci si
scalda e nel quale ci si rifugia,fino alla patria,nucleo accogliente,protettivo e a sua volta,da
proteggere dalle possibili aggressioni esterne.
come protezione del mondo intimo,pascoli,utilizza spesso l’immagine metaforica della
nebbia,impalpabile ma fitta coltre difensiva,e ricorrente è anche quella,più concreta,della
siepe ,che esprime il bisogno di protezione e di certezze

i morti,parola chiave nella poesia pascoliana,non sono dunque soltanto quelli della
ricorrenza di novembre,ma i cari già scomparsi,che non possono tornare,la cui estate non
può che essere per sempre fredda:sono in generale gli uomini,a cui il destino non offre
scampo,anzi sottrae in fretta ogni illusione di felicità.

quella del nido,è l’immagine che torna più frequentemente all’interno della poesia di
pascoli.la parola ,presa dall linguaggio ornitologico,rimanda alla casa come luogo
caldo,segreto,raccolto in una sua esistenza priva di rapporti con l’esterno.
il nido è riservato solo ai legami di sangue più intimi e viscerali,ancestrali,vissuti sotto il
segno di miti familiari e di un linguaggio privato,esclusivo.
esempio nel 10 agosto:in quel componimento poetico,si nota il parallelismo tra la vicenda
della rondine e dell’uomo,ma anche la contrapposizione fra il mondo chiuso della casa-nido
e l’immensità del cielo,sotto cui si svolge la tragedia familiare.
l’ambito chiuso e geloso del nido,da cui non si sfugge mai,è anche legato al mondo dei
familiari morti e alla vigilanza del loro ricordo.Nella società ridotta del nido la madre domina
con la sua presenza continua,insieme con le sorelle che impediscono ogni altro rapporto al
di fuori di quel nucleo isolato.Ma il nido familiare conserva anche il ricordo del padre,la cui
morte costituisce il motivo della dispersione della famiglia ormai indifesa e la nostalgia e
l’aspirazione a una altro nido da ricostituire (come ne il gelsomino notturno)

le myricae
si presentano come una raccolta di poesie apparentemente semplici,dedicate a piante
animali,abitudini modeste della vita di campagna.tuttavia ovunque si addensano ombre
oggetti ricorrenti,parole chiave,suoni evocativi si caricano simbolicamente di significati
segreti e rivelano allusioni al dolore,ai desideri e agli interrogativi profondi del poeta.
myricae esce per la 1 volta nel 1891,come opuscolo per le nozze di un amico,ma pascoli nel
tempo aggiunge,rielabora testi,progetta raggruppamenti interni tra i componimenti ,accentua
tematiche e atmosfere che gli stanno a cuore
il titolo è ispirato a un verso di virgilio(non omnes arbusta iuvant humilesque myricae )”non a
tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici bucoliche 4 ,2),in cui il poeta latino dichiara di
volersi allontanare dal tema agreste che contraddistingue la raccolta per trattare un
argomento più alto con uno stile più elevato,il verso virgiliano ,collocato come epigrafe alla
raccolta,viene però privato da pascoli del non iniziale e di ombre,e assume un significato
opposto:vi si afferma dunque che myricae o tamerici,piante modeste e comuni,piacciono e
sono apprezzate ,così come la vita umile di campagna che esse rappresentano.

il fatto che pascoli consideri oggetto di poesia realtà ordinarie e semplici ha portato spesso a
una lettura riduttiva della sua opera,considerata una riproposizione tardiva della poesia
bucolica,una descrizione idealizzata della vita in campagna.la semplicità delle poesie di
pascoli tuttavia è solo apparente,poiché proprio gli oggetti più comuni possono alludere ai
temi generali che riguardano l’esistenza umana,la presenza del male,il mistero del dolore e
la morte.
è possibile individuare nella poesia due discorsi paralleli,l’uno generato dal dato letterale del
testo,l'altro da ciò a cui esso allude:anche quando ad esempio viene descritto un semplice
ambiente agreste,caratterizzato da alberi,fiori,eventi atmosferici,vita paesana ecc..la
ripetizioni di suoni,di parole chiave,di situazioni ricorrenti rimanda simbolicamente ai temi
ossessivi del mondo pascoliano (la morte,la solitudine,il dolore senza spiegazione).
quelli che a un primo sguardo possono sembrare semplici paesaggi si caricano cosi di
molteplici significati,spesso aperti e indefiniti :occorre dunque uno sforzo interpretativo da
parte del lettore ,il quale deve rivolgere la sua attenzione a tutti gli elementi del testo e
coglierne le suggestioni.

alcune immagini assumono una valenza precisa,tanto che si può parlare di simboli
ricorrenti,perché il legame tra l’oggetto e l’idea si ripropone identifico e resta inalterato in più
testi.Così ,per pascoli il nido è il luogo privilegiato degli affetti e della protezione rispetto al
mondo ostile e pericoloso:la siepe rappresenta una barriera necessaria tra sè e la realtà
esterna,la nebbia è il tempo che dissolve i ricordi più dolorosi.Altre immagini invece
costituiscono simboli più difficili da decifrare,

stile:poichè il rapporto di pascoli con la realtà è irrequieto,non più guidato nè dai valori
romantici nè dalla fiducia nella scienza,le forme attraverso le quali si esprime non possono
che essere nuove.i critici hanno usato la formula di “accordo eretico “ con la tradizione per
indicare come pascoli sia fortemente radicato nella sua epoca,ma al tempo stesso imprima
una svolta alla lingua della tradizione,soprattutto sul piano fonico,lessicale e sintattico.

caratteristica delle myricae è la brevità:prevalgono i componimenti costituiti da pochi


versi,come rapidi frammenti,illuminazioni istantanee.Per quanto riguarda la
sintassi,emerge la tendenza a privilegiare la paratassi,le frasi brevi e lineari,la
frequenza di frasi nominali ,suggerisce l’idea che l'oggetto prevalga sull’azione:il
nome,da solo ,si impone all’attenzione come portatore di una rivelazione,di un
messaggio immediato anche se misterioso.
spesso mancano i nessi logici espliciti di tipo temporale(ordinate successioni di
passato,presente,futuro)o casuale:il discorso procede con accostamenti improvvisi,salti
inattesi e ritorni all’indietro .
all’assenza di nessi logici supplisce in qualche modo la forte presenza di legami sonori
all’interno del testo,attraverso rime,anche interne,allitterazioni,paronomasie.pascoli dilata le
possibilità espressive della lingua,servendosi anche di semplici associazioni di suoni che
esulano dalla struttura grammaticale consueta.è quello che il critico gianfranco contini ha
chiamato “LINGUAGGIO PRE GRAMMATICALE,cioè una forma espressiva che imita
l’oggetto attraverso il suono,senza costruire un vocabolo di senso compiuto e codificato dalla
grammatica .sono ricorrenti le onomatopee all’uso di termini onomatopeici di senso
compiuto,come fruscio,tintinnio,rimbomba si accompagna la frequente creazione da parte
del poeta di sillabe o neologismi con il preciso scopo di riprodurre suoni in modo realistico ,
(ad esempio chiu evoca il verso dell’assiuolo,fru fru indica il rapido battito d’ali di un uccello
tra le fronde,bubbolio suggerisce il rimbombare sordo di un temporale che si avvicina).

si è parlato per pascoli di un vero e proprio fonosimbolismo ossia della capacità delle sillabe
di diventare portatrici di significato semplicemente in base al loro suono(il valore connotativo
prevale su quello denotativo).

poichè nella rappresentazione della realtà prevalgono il punto di vista del soggetto e la sua
impressione davanti ai fenomeni ,tra le figure di significato hanno particolare rilevanza le
metafore e le analogie,che esprimono associazioni immediate e intuitive compiute dall’io
lirico tra gli oggetti,vi è una presenza importante anche sinestesie che rimandano all’idea
baudeliara e simbolista per cui la natura è un tutto unitario,in cui si celano le segrete
corrispondenze.

piano lessicale:le myricae mostrano alcune innovazioni all’interno di un tessuto linguistico


ancora abbastanza uniforme ,la tendenza a mescolare alto e basso,termini dialettali e lingua
letteraria,si accentua infatti soprattutto nelle raccolte successive,con effetti di plurilinguismo
e pluristilismo.particolarmente significativa già in myricae è però la capacità di accogliere la
prosa nella poesia,inserendo nei versi frammenti di dialoghi e voci del linguaggio
quotidiano.se si confronta il linguaggio poetico di myricae con quello di carducci o
d’annunzio si nota infatti che il livello della lingua non è più quello dell’eloquenza o
dell’ornamento,ma quello di una comunicazione diretta dal poeta al lettore.Inoltre nelle
myricae,si possono ritrovare esempi di termini specialistici propri della botanica,della
zoologia della tecnica agricola oppure di dialetti e gerghi.

sul piano metrico:pascoli rispetta la tradizione per la scelta di forme chiuse,ma si mostra
innovativo nell’adottare versi poco comuni,per esempio il novenario il senario,il decasillabo
invece dell’endecasillabo e del settenario e le strutture metriche note ma desuete come
ballate madrigali stornelli strambotti strofe saffiche ottave sestine e quartine,
l’uso del novenario solitamente percepito come verso popolare e cantilenante ,raggiunge
risultati ritmici nuovi perchè pascoli evita la coincidenza tra metro e sintassi attraverso l’uso
insistito delle enjambement e di segni di interpunzione molto frequenti:il ritmo frammentato
permette cosi di evidenziare il particolare,il dettaglio senza che tuttavia vengano meno l’unità
e la regolarità della forma.
Privilegiate saranno dunque tutte quelle figure retoriche e metriche che infrangono confini e
gerarchie,come la sinestesia ,l’ipallage che sposta l’attribuzione corretta
dell’aggettivo;l’enjambement che spezza la coincidenza tra andamento sintattico e metrico,la
rima ipermetra,che trapassa i confini sillabici tradizionali,infine il ricorso a una sintassi franta
che sembra perdere la sua funzione logico -argomentativa per esprimere al contrario un
senso di sgomento di fronte al mondo.Se le nostre certezze sul mondo si sfaldano sarà
dunque la parola poetica a rappresentare il canale privilegiato della nostra conoscenza,sarà
lei che assumerà un potere assoluto,capace di creare letteralmente la realtà:questo il senso
profondo del fonosimbolismo pascoliano e del suo ricorso alle onomatopee.
la forte musicalità e il ricorso al lessico spiecialistico,sono tratti significativi dello stile di
pascoli
la sinestesia,a sua volta,conferisce una maggiore carica espressionista alla disperazione
provata dal padre nel momento in cui fu ucciso,una disperazione che resta ben leggibile
nello sguardo sbarrato e sgomento.

pascoli insiste in modo ossessivo su alcuni temi :in particolare su quello che è stato definito
il suo romanzo familiare ossia la vicenda dell’uccisione del padre ,i molti lutti consecutivi ,le
difficoltà di vivere da orfano,alla ripetizioni di temi identici che testimonia,la presenza di un
rapporto non risolto con il proprio passato,si oppone la varietà delle forme (ad esempio toni
ora patetici ora più trattenuti,innovazioni linguistiche ,sperimentazioni metriche ).Si potrebbe
dire che pascoli tenti di recuperare nella poesia quel legame con i cari divenuto impossibile
nella vita e parallelamente cerchi forme sempre più nuove per rielaborare la sua tragedia
familiare mai completamente superata .

nell’opera di pascoli convivono la precisione del dettaglio e la costruzione di atmosfere


indefinite:da un lato emerge la volontà di rendere esattamente il dato reale,con grande
accuratezza nella scelta dei nomi,ad esempio le piante e gli animali non sono mai indicati in
modo generico,ma designati secondo la nomenclatura scientifica,e gli strumenti e le fasi
della coltivazione sono citati con pari precisione,

lo sguardo del poeta si fissa spesso sul dettaglio,lo isola e pare esaurire in esso tutto il suo
interesse,descrivendolo in forma lirica:parallelamente il poeta ama raccontare storie,su di
sé ,sulla sua famiglia,sui personaggi che colpiscono la sua attenzione
(bambini,servette,madri,lavandaie ecc).
l’opposizione tra liricità e narrazione si trova nelle myricae in forma iniziale:la tendenza al
racconto disteso si esprimerà più ampiamente in raccolte successive come i poemetti e i
poemi conviviali .

altre immagini invece costituiscono simboli più difficili da decifrare perché assumono
significati diversi a seconda dei contesti:”la sera “ad esempio può essere un momento di
quiete di pace finalmente raggiunta,oppure rappresentazione di morte.la natura è vista
come fonte di serenità è un'amica benevola che offre conforto all’uomo attraverso
suoni e immagini familiari,ma è anche misteriosa e carica di inquietudine,specchio del
male che permea il mondo,come si nota nelle scene notturne e nella descrizione di
fenomeni naturali minacciosi come lampi tuoni temporali.anche l’io lirico offre un
immagine di se non univoca:talora si rappresenta come un padre ,nel tentativo di
ricostruire il nido con le sorelle ,talora invece assume l’atteggiamento di un bambino
segnato dal loro e dalla solitudine che cerca compassione.
ugualmente,i familiari morti sono figure desiderate e rimpiante ,ma da cui il poeta non riesce
a liberarsi ,tanto che sente la necessità di offrire loro tributi di memoria per tenere a bada la
propria angoscia,in pascoli affiora infatti l’oscuro senso di colpa di essere sopravvissuto alla
morte dei propri cari;la regressione dell’io lirico verso l’infanzia è dunque desiderio di
recuperare gli affetti,ma anche il tentativo di fuga dal presente,desiderio di placare
l’inquietudine che lo opprime.
si nota inoltre come nelle myricae la madre di pascoli sia un vero e proprio personaggio,che
parla,che ascolta,consiglia,piange,agisce,mentre il padre,per quanto sempre presente in
controluce,non è mai un vero protagonista:la sua figura resta imprecisata,appaiono in primo
piano soltanto particolari isolati relativi al momento drammatico della morte (ad esempio gli
occhi sbarrati nella poesia il lampo)

pascoli trae da leopardi l’idea che il dolore appaia caro nel ricordo e nelle pagine dle
fanciullino mostra di condividere la poetica del vago e dell’indefinito.

i canti di castelvecchio:il nucleo originale costituito da 4 testi usciti nel 1897


l’ultima edizione curata dal poeta,esce nel 1912.
i canti riprendono nel titolo l’espressione che pascoli aveva usato nella prefazione a
myricae,ma sono dedicati alla madre .
se myricae era un libro di poesia suddiviso in sezioni,i canti si presentano come un flusso
ininterrotto di testi,quasi una partitura musicale xhe supera l’idea del frammento per un
orchestrazione più ampia e articolata.I testi presentano una lunghezza maggiore rispetto alla
prima raccolta e si aprono a possibilità narrative legate all’introduzionwe di personaggi e voci
che accompagnano il poeta lungo tutto il libro,dalle figure familiari,in particolare la madre,ai
contadini della garfagnana,agli animalli e persino alle piante.

lo stile dei canti si mostra più elevato.La metrica raggiunge il massimo delle sue potenzialità
sperimentali,ricorrendo sia a sistemi strofici dell’età classica (strofe,e antistrofe)sia a metri
della poesia medievale,come gli endecasillabi che rimano soltanto nelle vocali.Il
poeta,inoltre,sperimenta qui in tutte le sue varianti il novenario,forse il suo metro prediletto e
intensifica l’impiego di rime ipermetre,che,come accade per il gelsomino notturno,rendono
assai più ambigua e sfumata la musicalità del verso,fondendo in profondità sintassi e
metrica

i modelli che influenzano la poesia dei canti sono:leopardi,dante


da leopardi riprende il tema della memoria(in pascoli una memoria involontaria fonte più
spesso di dolore che non di consolazione)e il rapporto uomo e natura
Lingua: registro basso e popolare + alto, sublime = sperimentalismo, plurilinguismo
graduale.

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