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PAOLO DE MATTEIS
biografia e dipinti
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Paolo De Matteis (Piano Vetrale, 9 febbraio 1662 –
Napoli, 26 luglio 1728) è stato un pittore italiano, tra
i più rappresentativi della stagione barocca nel
Regno di Napoli.
Biografia
Trasferitosi a Napoli sin da adolescente, si dedicò alla
pittura avendo per maestro dapprima Francesco Di
Maria e quindi il già celebre Luca Giordano, da cui fu
fortemente influenzato. Nel 1682 fu a Roma con
Giovanni Maria Morandi, dal quale fu introdotto agli
ambienti dell'Accademia di San Luca. A Roma
conobbe il marchese di El Carpio, Gaspar Méndez de
Haro y Guzmán, al seguito del quale tornò a Napoli
dal 1683, quando il marchese fu nominato Viceré di
Napoli.
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Opere
5
Massiccia è la presenza di tele e affreschi in tutto il
Sud Italia, soprattutto in Puglia.
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Jahel e Sisara, olio su tela, 195 x 261 cm, Museo di
Belle Arti, Rouen.
San Michele Arcangelo, olio su tela, chiesa di Santo
Stefano di Capri
Vergine del Carmelo tra le anime del Purgatorio, olio
su tela, chiesa di Santo Stefano di Capri
San Nicola (olio su tela, fine XVII secolo, attribuzione),
chiesa di S. Lucia, Lucera
L'Apoteosi di s. Cataldo ,1713, affresco, Cattedrale di
San Cataldo di Taranto
Madonna delle anime del Purgatori, la chiesa del
Purgatorio di Monopoli
Martirio di san Lorenzo, chiesa di San Lorenzo a
Laterza
Martirio di Sant'Agata, Collezione Privata a Venezia
(ex collezione Rothschild, Villa Pignatelli a Napoli)
L'Incoronazione della Vergine, chiesa Santa Croce di
Bisceglie
Vergine con Bambino fra San Giovanni Battista, San
Benedetto e Santa Scolastica, chiesa di Santa Maria
delle Vergini di Bitonto
Maddalena dei Pazzi, Chiesa di Maria Santissima del
Monte Carmelo di Taranto
Ecce Homo, Museo diocesano di Taranto
Addolorata, Museo Archeologico Nazionale di
Taranto
San Rocco, Museo civico di Cerchio
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Il Peccato Originale, Museo civico di Teramo
Il sogno di San Giuseppe, Chiesa di San Gaetano di
Barletta
Fuga in Egitto, Chiesa di San Gaetano di Barletta
Martirio di Santa Giulia, Santuario di San Donato di
Ripacandida
Deposizione del Cristo (1720 ca.), olio su tela, Museo
Acropolis, Agropoli (SA)
La Santissima Trinità tra San Nicola di Bari e San
Giovanni Battista (tela, 1711), Chiesa di San Nicola a
Camerota
Predica di Santa Caterina d'Alessandria; Sposalizio di
Santa Caterina d'Alessandria, Cattedrale di San Paolo
(Aversa)
L'Apoteosi di San Tammaro (tela, 1706), Basilica
pontificia di San Tammaro vescovo, Grumo Nevano
San Mauro cura gli infermi (tela, 1690), Badia delle
Sante Flora e Lucilla di Arezzo
San Francesco da Paola e l’estasi delle tre corone
(tela), Basilica di Sant'Andrea delle Fratte
La Madonna che offre l'icona di San Domenico
Soriano tra S. Caterina e S. Maria Maddalena (tela),
Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma
Circoncisione (tela), Chiesa di Santa Maria d'Episcopio
a Scalea
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Madonna con il Bambino tra i Santi Agostino e
Monica (tela, 1709), Chiesa di Santa Maria della
Purità a Martina Franca
Apparizione della Vergine a San Bruno (tela, 1721),
Chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori a Serra
San Bruno
Madonna delle Grazie con le Anime Purganti (tela,
1727), Oratorio dell'Arciconfraternita del Sacro
Monte dei Morti a Chieti
Circoncisione (tela, 1717), Chiesa del Santissimo
Nome di Gesù (Pozzuoli)
Eterno Padre Benedicente (tela, 1720), Chiesa del
Santissimo Nome di Gesù (Pozzuoli)
La Cena di San Gregorio ai poveri; Il Martirio di San
Placido; L'Incontro tra San Benedetto e Totila; San
Benedetto con i Santi Mauro e Placido; San Mauro
incontra Teodoberto; San Martino e il mendicante;
Santa Rosalia; L'Addolorata (tele, 1726-1727), Basilica
abbaziale di San Martino delle Scale a Monreale
Madonna con il Bambino e San Giacomo; Santa
Francesca Romana; Beato Bernardo Tolomei (tele,
1713), Chiesa di San Giacomo a Bari
Le Sante Maria Maddalena e Dorotea (tela), Galleria
nazionale di Cosenza
Madonna del Rosario (tela, 1720 circa), Chiesa di San
Biagio a Mugnano di Napoli
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Il Martirio di Sant'Alessandro (tela, 1690), Cattedrale
di Santa Maria Assunta a Melfi
Madonna delle Grazie con le anime purganti (tela),
Cattedrale di Santa Maria Assunta a Nardò
San Gennaro tra i leoni nell'anfiteatro di Pozzuoli
(tela, 1710), Basilica di Santa Maria Maggiore a
Piedimonte Matese
Il Sacrificio di Isacco, Il Serpente di Bronzo (tele),
Chiesa di San Paolo Apostolo a San Paolo d'Argon
Il re Venceslao IV processa San Giovanni
Nepomuceno (tela, 1710), Museo nazionale d'arte
della Catalogna a Barcellona
Il Cristo Risorto (tela), Basilica del Santo Sepolcro a
Gerusalemme
L'Immacolata tra Santi Gesuiti (tela), Cattedrale di
Santa Maria Assunta a Andria
La Crocifissione (tela), Chiesa di San Bartolomeo a
Campobasso
La Madonna di Costantinopoli con i santi Giuseppe e
Carlo Borromeo, Chiesa dell'Addolorata a Maglie
San Girolamo penitente (tela), Real Academia de
Bellas Artes de San Fernando a Madrid
La Sacra Famiglia con San Giovannino (tela, 1728),
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Castelveccana
San Francesco da Paola (tela), Tempio Canoviano a
Possagno
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Madonna con il Bambino e i Santi Pietro, Paolo e
Carlo Borromeo (tela, 1720), Seminario vescovile di
Aversa
Allegoria della Conoscenza e delle Arti a Napoli (tela),
Houston Museum of Fine Arts
Danae (tela 97x125,5, 1708 circa), Detroit Institute of
Arts
Danae (tela 130x80, 1704), Collezione Privata,
Inghilterra
La Madonna con il bambino e i santi Pietro e Paolo
(tela, 1717), Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad
Alvignano
Cristo in gloria con San Gaetano da Thiene (tela),
Chiesa di San Paolo a Pistoia
San Giuseppe con il Bambino, La Sacra Famiglia (tele),
Museo Correale di Terranova a Sorrento
Madonna delle Grazie con le anime purganti (tela),
Cattedrale di Nardò
L'Immacolata (tela, 1713), Chiesa della Confraternita
dell'Immacolata a Serrara Fontana
San Benedetto e Santa Scolastica adorano la
Santissima Trinità (tela), Badia di Cava de' Tirreni
La Trinità con i Santi Carlo Borromeo e Filippo Neri
(tela, 1695), Basilica di Santa Maria Incoronata
dell'Olmo, Cava de'Tirreni
S. Angelo Gerosolimitano, S. Elia, S. Simone Stock, S.
Andrea Corsini, S. Pietro Tommaso, S. Cirillo
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d’Alessandria, S. Bertoldo, S. Cirillo di Costantinopoli
e S. Eliseo (tele), Chiesa di Santa Maria del Carmine,
Barletta
Pan e Siringa (tela), Camera dei deputati, Roma (in
sottoconsegna dal Museo Nazionale di Capodimonte)
San Francesco da Paolo attraversa lo stretto di
Messina (tela, 1710), Museo civico di Osimo (già nella
Chiesa di San Filippo Neri)
Venere che offre le armi a Enea (tela, 1712), Palazzo
Buonaccorsi, Macerata
Madonna con il bambino (tela, 1728), Collezione
della Fondazione Cavallini Sgarbi, Ferrara
Apparizione della Madonna del Pilar a San Giacomo
(tela), Museo del Centro Storico Culturale di Gaeta (in
deposito dal Museo Nazionale di Capodimonte e in
precedenza nella Chiesa della Santissima Trinità degli
Spagnoli)
Madonna della Pace (tela, 1727), Museo del Sannio,
Benevento
Madonna dei Sette Dolori (tela), Cappella della
Vergine dei Sette Dolori, Fragneto l'Abate
Vocazione di San Matteo (tela), Chiesa del marchese
Loffredo, Cassibile
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Napoli
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Sant'Anna, la Vergine Maria e San Gioacchino (tela),
Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore
La Monacazione di Santa Chiara; Santa Chiara che
scaccia i saraceni (tele, 1696), Chiesa del Gesù delle
Monache
Elemosina di San Tommaso da Villanova (trafugata),
la Trinità con la Vergine (tele), Chiesa di Santa Maria
Egiziaca a Forcella
La Madonna del Carmine che dà lo scapolare a San
Simone Stock (tela, 1696), Chiesa di Santa Teresa
degli Scalzi
L'Immacolata Concezione (tela, 1713), Chiesa di Santa
Brigida
L'Assunzione della Vergine (tela, 1700), Chiesa di
Santa Maria in Portico
Il Transito di San Giuseppe, La Resurrezione di Cristo
(tele), Chiesa della Pietà dei Turchini
La Madonna con il Bambino; San Gennaro con i Santi
Nicola e Biagio; San Giuseppe con il Bambino e i Santi
Filippo Neri, Antonio e Francesco (tele, 1716), Chiesa
di Santa Maria della Colonna
La Sacra Famiglia con Sant'Agostino e Santa Monica;
La Sacra Famiglia con i santi Elisabetta, Zaccaria,
Anna, Gioacchino e Giovanni Battista (tele, 1717),
Chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone
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San Stanislao Kotska che contempla la Vergine; San
Stanislao Kotska che prende in braccio il Bambin Gesù
(tele, 1725), Chiesa della Nunziatella
L'Immacolata Concezione; Il Transito di San Giuseppe;
San Camillo de Lellis in Gloria; L'Addolorata; San
Michele; San Nicola di Bari in Gloria; La Madonna con
il Bambino e i Santi Lucia e Biagio; La Visione di
Sant'Antonio; L'Educazione della Vergine (tele, 1726
circa), Chiesa della Concezione al Chiatamone
I Santi Alberto, Angelo martire e Nicola (tela,
successiva al 1716), La Madonna del Carmine, Chiesa
di Santa Maria della Concordia
Sant'Elia e l'angelo, l'Adorazione del Sacramento
(tele, 1712), Chiesa di San Gregorio Armeno
Scene della Vita della Vergine (tele, 1712), Cappella
della Madonna dell'Idra
Cristo Risorto e Trionfo della Croce (affresco, 1720),
Oratorio della Compagnia dei Bianchi della Giustizia,
Complesso degli Incurabili
San Nicola che riceve la stola sacerdotale (tela, 1695),
Duomo di Napoli
Madonna con il Bambino e i Santi Filippo Neri e
Sant'Antonio Abate (tela, 1688), già Duomo di Napoli,
ora al Museo Diocesano di Napoli
San Sebastiano curato da Sant'Irene (tela,
antecedente al 1700), già Chiesa di Santa Maria della
Vita, ora al Museo Diocesano di Napoli
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La Trinità incorona la Vergine con San Francesco e
San Domenico, La Madonna, santa Maria Maddalena
e san Giovanni Evangelista ai piedi della croce (tele,
1695), già Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita a
Fonseca, ora in deposito
Cristo Morto (tela), già Chiesa di San Giovanni
Battista delle Monache, ora in deposito
Cristo Crocifisso guarisce la gamba a San Pellegrino
Laziosi, (tela), Chiesa di Santa Maria ad Ogni Bene dei
Sette Dolori
La Messa di Sant'Ivo; Sant'Ivo distribuisce pane ai
poveri (tele), Chiesa dei Santi Apostoli
La Crocifissione, (tela, 1706), Basilica di Santa
Restituta
L'Apoteosi di San Pietro Celestino (affresco), Chiesa di
San Pietro a Majella
Il Transito di San Giuseppe (tela), Chiesa di Santa
Teresa a Chiaia
La Circoncisione; L'Adorazione dei Magi (affreschi),
Basilica di San Paolo Maggiore
L'Assunzione della Vergine (affresco, 1695), Palazzo
Tirone Nifo
Il Battesimo di Cristo (tela), Basilica di San Francesco
di Paola
L'Immacolata (tela), Complesso di San Francesco degli
Scarioni
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L'Addolorata, La Sacra Famiglia, Angeli adoranti il
volto di Cristo (tele), Complesso della Missione ai
Vergini
Madonna con il Bambino e i Santi Ignazio e Francesco
Saverio (tela), Palazzo San Giacomo
San Gennaro intercede presso Cristo per la città di
Napoli (tela), Complesso di Santa Maria Regina Coeli
I Santi Pietro e Paolo adorati da un monaco basiliano
(tela), Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci
Il Trionfo di Giuditta, Il Trionfo di David (tele), già
Chiesa di Santo Spirito di Palazzo, ora Chiesa di San
Vitale Martire
Lo Sposalizio di Teti (affresco), Palazzo Fondi
L'Addolorata (tela), Palazzo Zevallos
L'Addolorata (tela attribuita), Museo dell'Opera del
Complesso di Suor Orsola Benincasa
L'Assunta (tela), Chiesa di Santa Maria delle Anime
del Purgatorio ad Arco
La Madonna, santa Caterina e i patroni di Napoli che
implorano la Trinità a favore della città (affresco,
1712), Chiesa di Santa Caterina a Formiello
La Discesa dello Spirito Santo su san Filippo, La
Discesa dello Spirito Santo sui domenicani (tele, 1712
circa), La Trinità (affresco, 1712), La Fuga in Egitto, La
Circoncisione (tele, 1720 circa), Angeli in gloria nel
paradiso (affresco, 1720 circa), Chiesa di Santa
Caterina a Formiello
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La Madonna col Bambino tra Sant'Ignazio di Loyola e
San Francesco Saverio (tela, 1715), Chiesa del Gesù
Nuovo
San Pietro d'Alcantara in estasi davanti alla croce
(tela attribuita), Basilica di Santa Chiara
L'Adorazione dei pastori, La Madonna del Rosario con
i Santi Domenico e Caterina da Siena, Due Santi in
gloria, Sant'Anna, San Gioacchino e la Vergine
Bambina (tele attribuite), Chiesa dei Santi Bernardo e
Margherita
L' Apparizione della Madonna con il Bambino a San
Luigi Gonzaga (tela, 1700), Chiesa di San Ferdinando
Il Trionfo della religione sull'eresia tramite
sant'Ignazio di Loyola, san Francesco Saverio, san
Francesco Borgia e i tre martiri giapponesi (affresco,
1695-1698), Chiesa di San Ferdinando
Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni Battista e
Benedetto (tela), già Chiesa di Santa Maria a Cappella
Nuova, ora Chiesa di Palazzo Nunziante)
Madonna Addolorata ed angeli (tela), già Chiesa di
Santa Maria dello Splendore (ora in deposito)
Immacolata, San Michele abbatte il demonio (tela),
già Abbazia Santa Maria a Cappella a Vecchia (ora in
deposito)
Madonna con il Bambino (tela), Museo dell'Opera di
Santa Chiara
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Cristo Portacroce, Madonna Addolorata, San
Giuseppe con il bambino, San Giovanni Battista con
l'agnello (tele), Quadreria del Pio Monte della
Misericordia
La Natività (tela attribuita), Oratorio della
Confraternita dei Verdi dello Spirito Santo
L'Eterno Padre tra gli angeli (tela), Chiesa del Divino
Amore
Il Battesimo di Cristo (tela), Collezione Di Giaimo
Immacolata, depositi della Quadreria dei Girolamini
Madonna del Rosario tra i Santi Domenico, Caterina,
Rosa e Nicola olio su tela del 1697 conservata a
Rivello nella Chiesa Madre di San Nicola.
Bibliografia
Paola Santucci, «De Matteis, Paolo», in Dizionario
Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia
italiana Treccani (on line)
Artnet: biografia dalla Grove encyclopedia of Art, su
artnet.com.
James R. Hobbes, Picture collector's manual;
Dictionary of Painters, T. & W. Boone, 29 Bond
Street, London; dalla Oxford Library, digitalizzato da
Google Books (2006), 1849, p. 153.
Achille della Ragione, Paolo De Matteisː opera
completa, Napoli, 2015
22
Mostra su Paolo De Matteis a Castellabate
25
fig. 2 - De Matteis - Madonna col Bambino - datato 1728
151x100 - Ro Ferrarese, collezione Cavallini Sgarbi
26
Fig 3 - De Matteis - Autoritratto
49 x39 - Napoli, collezione privata
27
fig. 4 - De Matteis - Vulcano scopre l'adulterio tra Marte e Venere
37x 98 - Napoli Antiquario Michele Gargiulo
28
Fig. 6 - De Matteis - S. Caterina scampata al
supplizio
97x126 - Napoli, collezione Vincenzo De Notaris
29
fig. 7 - De Matteis - Visione di San Nicola
146 x119 - Agropoli, Fondazione Gian Battista Vico
30
fig. 8 - De Matteis -Martirio di San Vitale
218 x 140 - Napoli, collezione Vincenzo De Notaris
31
Fig. 10- De Matteis - Addolorata con i simboli della passione -
datata 1727
180 x 127 - Napoli, collezione Vincenzo De Notaris
32
fig. 11 - De Matteis - Venere
dormient84x64 - Napoli
collezione Alberto Del Genio
33
Fig. 14 - De Matteis - Fucina di Vulcano
100 x 130 - Napoli, collezione privata
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Due capolavori inediti di De Matteis
35
Abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare due
capolavori inediti di Paolo De Matteis conservati nella
collezione Auricchio, entrambi di pari dimensioni (63
per 78 cm) e di soggetto religioso.
fig. 2 - Paolo De
Matteis -
Matrimonio mistico di
S. Caterina - (63 x78)
-Italia collezione
Auricchio
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Una monografia su Paolo de Matteis
BIBLIOGRAFIA
41
Paolo de Matteis - la pittura che ritrae l'artista e
mostra il volto di de Matteis
42
San Michele Arcangelo
la più bella chiesa di Anacapri
fig. 1 - S. Michele
43
Fu costruita tra il 1698 e il 1719 per volontà di Madre
Serafina di Dio. La storia del monumento inizia con
una promessa che la religiosa fa a San Michele
Arcangelo affinché Vienna, baluardo della cristianità,
venisse liberata dall’assedio dei Turchi infedeli: che
perdurava da due mesi: fu così che il 12 settembre
1638 il re Giovanni III Sobieski, a capo della coalizione
cristiana, riuscì nell'impresa di sconfiggere l'esercito
nemico, nei pressi del Kalhenberg.
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Il monumento sorge accanto al convento delle
teresiane e ai resti della Chiesa di San Nicola di cui
sono ancora visibili il chiostro e il campanile. La prima
pietra, però, fu posata dieci anni dopo grazie alla
donazione di 15mila ducati fatta da Antonio Migliacci,
un galantuomo di origini sarde che amava trascorrere
l’estate sull’isola di Capri. Alla costruzione contribuì
anche Michele Gallo di Vandeneynde, vescovo di
Capri dal 1690 al 1727. Il monsignore, per ultimare i
lavori, mise a disposizione il suo patrimonio
personale e finalmente la chiesa poté aprire le sue
porte ai fedeli.
45
fig. 3 - Pavimento maiolicato
46
Santa Sofia: tuttavia anche di questo non si ha la
certezza. La chiesa venne consacrata nel 1719.
47
La facciata della chiesa (fig.1) è divisa in due parti da
una trabeazione; la parte inferiore è suddivisa in tre
scomparti da quattro colonne: al centro si trova il
portale d'ingresso maggiore, sormontato da una
lunetta nella quale è affrescato San Michele, con ali
spiegate e una spada nella mano destra,
probabilmente ispirato a un disegno di Guido Reni,
mentre ai lati due ingressi più piccoli, sormontati da
finestre ovali. La zona superiore invece è anch'essa
divisa in tre scomparti tramite quattro lesene: nella
parte centrale, che termina a timpano con sulla
sommità una croce in ferro, è posto un finestrone,
mentre gli scomparti laterali sono decorati con
stucchi.
51
fig. 6 -Francesco Solimena (attr.)-La Vergine Maria dona lo
scapolare a S. Simone Stock
52
fig. 7 - Francesco
Solimena (attr.)-
Cristo compare
a S. Giovanni
Giuseppe della Croce
53
Le cappelle, comprese l'altare maggiore, sono sette a
simboleggiare i sette doni dello Spirito Santo: sono
disposte tre su ogni lato, con una centrale, dalla
forma absidale, e due agli angoli, dalla forma a
conchiglia. Le cappelle presentano una
pavimentazione in maioliche in colore azzurro e giallo
con inserti di raffigurazioni di cesti di frutta e fiori,
mentre gli altari, realizzati da artigiani capresi, sono
in legno dipinto tendente a riprodurre l'effetto del
marmo: probabilmente questi dovevano essere
momentanei per poi essere successivamente
sostituiti da altri in vero marmo, non più realizzati a
causa della soppressione del monastero a seguito
dell'edito promulgato da Gioacchino Murat il 12
novembre 1808.
55
fig. 9 - Paolo De Matteis -
Tobiolo e l'Angelo
56
fig. 11 -Paolo De Matteis-Annunciazione
57
Agostino Chirola, dopo che aveva realizzato dei
modelli in creta, su disegno dell'ingegnere Angelo
Barletta e commissionato da Francesco Cattaneo,
educatore di Ferdinando I, nel 1761: questo venne
realizzato a Napoli e trasportato sull'isola di Capri
tramite delle feluche, salito ad Anacapri a dorso di
mulo percorrendo la scala Fenicia e in fine
assemblato sul posto]; venne consacrato l'11 ottobre
1761. L'altare è realizzato in marmo di Carrara e
pietre dure come lapislazzuli, alabastro e marmo
verde antico e giallo antico: non si è esclude che pezzi
di marmi possono essere stati riutilizzati da alcune
ville di epoca romana presenti sull'isola; alle
estremità dell'altare due angeli a tutto tondo, sempre
in marmo di Carrara: sembra che inizialmente le
monache avrebbero voluto affidare la realizzazione di
queste due sculture a Francesco Pagano o Giuseppe
Sanmartino, ma successivamente la scelta sarebbe
caduta sullo stesso Chirola e al termine dei lavori,
soddisfatte del risultato finale, avrebbero pagato
all'artista un compenso di seicentocinquanta ducati
invece di seicentoquindici come precedentemente
pattuito. Completano la zona dell'altare maggiore
una pala di Nicola Malinconico raffigurante San
Michele arcangelo (fig.14), un quadro famoso per le
sue cromie vivaci e la raffigurazione del santo nelle
vesti di un guerriero dal volto di straordinaria
58
bellezza. con ai lati due dipinti di angeli, opera di
Paolo De Matteis, e sulle pareti laterali Orazione
nell'orto (fig.15) e Natività (fig.16) entrambe di
Giacomo del Pò, mentre nella lunetta sopra la pala è
posta una statua in legno dell'Immacolata; il
pavimento dell'abside è sempre in maioliche con la
raffigurazione di un pellicano che si strappa le carni
per nutrire i piccoli con il proprio sangue, contornati
da ghirlande e putti: probabilmente il cartone
preparatorio per l'opera è stato realizzato da
Giuseppe Sanmartino. Alle spalle dell'altare maggiore
è sepolto il vescovo Michele Gallo di Vandeneynde.
Su tutti gli altari sono presenti candelabri, croci e
giare contenenti delle frasche ricamate con perle,
lavoro delle monache di clausure risalenti a quando il
convento era ancora attivo.
59
fig. 12 - Altare maggiore
fig. 13 - Interno
60
fig. 14 - Nicola Malinconico-S. Michele
61
fig. 15 -Giacomo Del Po-Orazione nell'orto
62
Due pale d’altare di Paolo De Matteis
ad Ischia
Poco note anche alla critica più avvertita nell’isola di
Ischia sono conservate due pale d’altare, firmate e
datate, che arricchiscono il catalogo di Paolo de
Matteis.
63
Il dipinto ischitano, che ripropone la tradizionale
iconografia della Madonna delle Grazie, “si rivela
composizione equilibrata sia nel registro superiore in
cui la Madonna, seduta sulle nubi, rivolge uno
sguardo materno alle anime purganti, sia
nell’inferiore dove osserviamo figure non certo
drammaticamente scomposte o testualmente agitate
o dai lineamenti alterati, bensì anime fiduciose, in
attesa della grazia auspicata, che non tarderà ad
arrivare. Il pittore seppe realizzare dunque una
perfetta sintesi di colore, disegno, contenuto e
forma, in ossequio a quella vena di ritrovato
classicismo che andava a bilanciare le più moderne
conquiste del suo stile in direzione decisamente
rocaille” (Rolando Persico).
Il primo ad accennare al dipinto fu il Borrelli nel 1968,
che ne sottolineò ”i colori trascoloranti senza il
minimo accenno di ombre”, prima della esaustiva
descrizione della Persico Rolandi ed al sottoscritto,
che ne ha parlato nel suo libro Ischia sacra guida alle
chiese(consultabile in rete)
65
fig. 1 - Madonna delle Grazie con le anime purganti - 275 - 240 -
firmato e datato 1710 - Ischia , chiesa dello Spirito Santo
66
Fig. 2 - Immacolata Concezione - 202 - 155 - Serrara Fontana,
Congrega dell'Immacolata Concezione
67
Finalmente una monografia, illustrata da oltre 300
foto, la maggioranza a colori, dedicata ad uno dei
protagonisti della pittura napoletana.
L’allievo più importante partorito dalla costola del
Giordano è Paolo De Matteis, che seppe evolvere il
Barocco del suo maestro in una lieta e diafana
visione, arcadica e classicistica; a lui il De Dominici,
riconoscendone la statura, dedicò una trattazione a
parte nelle sue celebri “Vite”.
La critica negli ultimi decenni ne ha scandagliato più a
fondo lo stile e la personalità e l’artista oramai è
68
emerso come il più esemplare precorritore dei tempi
moderni e come il più significativo battistrada della
nuova pittura napoletana prima dello scadere del
secolo.
Oggi il De Matteis occupa un posto di primo piano nel
panorama delle arti figurative partenopee di fine
secolo ed ha superato in bellezza il giudizio poco
lusinghiero che ebbe nei suoi riguardi la Lorenzetti, la
quale, nello stilare il catalogo della mostra su tre
secoli di pittura napoletana nel 1938, lo definì stanco
ripetitore dei modi del Giordano ed emulo impari del
Solimena.
Gli studi più recenti collocano la sua figura in maniera
originale ed indipendente a confronto dei due
«campioni» della cultura figurativa napoletana tra
Seicento e Settecento; anzi, riguardo ai suoi rapporti
col Solimena, gli studiosi riconoscono unanimemente
che il De Matteis con grande anticipo avviò un
discorso di classicizzazione dell’esperienza barocca. Il
Solimena infatti accrebbe, con lo studio dei modi
pittorici del De Matteis, l’interesse verso quei canoni
proposti dal Maratta, cui aveva spiritualmente già
aderito, attraverso la frequentazione di circoli
letterari napoletani fautori di un neopetrarchismo.
69
L’ostentazione del nudo nei dipinti
mitologici del De Matteis
Cominciamo questa carrellata tra sederi ben esposti e
poppe al vento nei dipinti con soggetto mitologico
del De Matteis con uno splendido nudo eseguito
prima del viaggio del pittore a Parigi: una Leda e il
cigno (tav.1) che comparve alla vendita del giugno
1991 presso la Sotheby’s a Montecarlo, la quale, in
qualche modo, anticipando per il soggetto illustrato e
per la ripresa delle Veneri e di altri modelli affini di
Luca Giordano, altre composizioni con il mito di
Danae del Museo di Detroit (tav.2), del museo di
Bahia (tav.3) e di una raccolta privata inglese (tav.4),
permette di cogliere le varianti di resa pittorica
riscontrabili nella sua produzione prima e dopo il
soggiorno parigino.
Questa ultima composizione fu probabilmente a
conoscenza del Solimena, che la replicò con varianti
nella piccola tela già presso la collezione Harris a New
York.
70
tav. 1 - Leda e il cigno - 126 - 178 - giugno
1991 Montecarlo Sothebys
71
tav. 3 - Danae riceve la pioggia d'oro - 144 - 198 - Valencia, Museu
de Belles Arts
72
Alla Leda ed il cigno, o probabilmente subito dopo,
sembra appartenere, nel giro di pochi anni e
comunque prima del 1710, un nucleo
numericamente consistente di prestigiose
composizioni, come una Galatea in coppia con
un’Anfitrite già presso Corsini a Montecarlo (tav. 5 -
6), un Apollo e Dafne di una privata raccolta a
Berkley, California, l’Aurora con il carro del Sole
(tav.7) e il Trionfo di Galatea del castello di
Pommersfelden, già assegnati variamente al
Trevisani, al Marchesini o all’Amigoni, prima che
Schleier nel 1979 li restituisse al napoletano, la
Venere dormiente (fig.3), firmata, di una raccolta
romana, il Bacco e Arianna, firmato e datato 1709, di
una collezione milanese, di cui (è sempre Spinosa a
ricordarlo) al musée di Poitiers dai depositi del Louvre
si conserva una tela di minori dimensioni, ma con lo
stesso soggetto, anche se diversamente illustrato, la
tela sempre con Bacco e Arianna, firmata e datata
1709, presso Zecchini a Milano (tav.8) e, infine,
l’Andromeda nelle versioni della collezione Stanley
Goulde a Londra e del Museum of Art di Bridgeport.
Prima di proseguire il discorso, esaminando altre
iconografie, approfondiamo l’esame delle versioni
della Danae precedentemente citate partendo da
quella (tav.4) di collezione privata inglese.
73
Il dipinto, firmato e datato 1704 sulla base della
colonna a destra, illustra un celebre mito, di origine
greca, ma raccontato anche da Ovidio nelle
Metamorfosi (IV,611) e rappresentato più volte, in
versioni con varianti, da Tiziano, in particolare, e da
altri pittori del Cinquecento come Correggio o
Tintoretto.
Danae, figlia di Acrisio, re di Argo, era stata rinchiusa
dal padre in una torre o in una camera sotterranea in
bronzo, affinché non restasse gravida e partorisse un
figlio che, secondo la profezia dell’oracolo di Delfi, da
grande lo avrebbe ucciso. Ma Giove, invaghitosi della
bellissima giovane, trasformatosi in una pioggia di
monete d’oro, riuscì ugualmente a possederla,
penetrando nella camera ‘blindata’ attraverso una
fessura nel tetto. Dalla unione sarebbe poi nato
Perseo, che involontariamente, anni dopo, avrebbe
effettivamente ucciso il nonno Acrisio.
Nel Seicento il tema fu riproposto da esponenti di
‘scuole’ e tendenze pittoriche diverse, sia italiane che
straniere (tra gli stranieri una citazione particolare
spetta, ovviamente, a Rubens e a Rembrandt).
Nell’ambito della scuola napoletana, per la
trattazione di questo stesso soggetto dalle evidenti
allusioni erotiche, ma non solo, per la tela qui in
esame il riferimento più pertinente è, agli inizi del
secondo Seicento e in ormai avviata stagione
74
barocca, a Luca Giordano. Del quale, anche se finora
conosciamo, con la illustrazione del mito di Danae,
solo un disegno a penna e acquerello firmato, nelle
raccolte grafiche della Galleria Estense di Modena,
mentre ancora non è stato rintracciato il dipinto di
palmi 2 ½ per 2, segnalato nel 1688 nella raccolta di
Ignazio Provenzale duca di Collecorvino, sono ben
note, per evidenti riferimenti ai celebri prototipi di
Tiziano con raffigurazioni sia del mito in argomento
che di Venere dormiente, le varie rappresentazioni di
Venere con satiro e Cupido o di Lucrezia e Tarquinio
conservate a Napoli nel museo di Capodimonte
ed Ginevra, in collezione privata, che di sicuro furono
fonti d’ispirazione per molti pittori del suo seguito
napoletano, tra i quali lo stesso De Matteis.
tav. 7 - Aurora e trionfo di Apollo sul carro del sole - 151 - 125 -
Pommersfelden collezione Conte von Schonborn
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tav. 8 - Bacco e Ariannna, firmata e datata 1709 - 66 - 155 -
Milano collezione Zecchini
78
tav. 9 -Trionfo di Galatea - olio su rame - 48 - 39 - Napoli
antiquario Porcini
79
tav. 10 - Galatea - 125 - 127 - firmato e datato 1692 - Milano
pinacoteca di Brera
80
tav. 12 -Trionfo di Nettuno e Anfitrite (Bordighera, Fondazione
Teruzzi)
81
Pale d’altare ed affreschi in quantità
82
Appena ritornato da Roma, dove si era recato al
seguito del marchese del Carpio, il De Matteis avviò
quel processo di ammodernamento tra barocco e
classicismo, dando luogo a composizioni raffinate ed
impreziosite da una luminosità più chiara, nello
stesso tempo fioccano numerose le committenze per
le chiese napoletane. Tra le prime la realizzazione
della tela raffigurante la Madonna col Bambino ed i
santi Filippo Neri ed Antonio Abate (tav. 1), firmata e
datata 1688, eseguita per la Cattedrale (cappella
Marciano) ed oggi conservata al museo diocesano.
La figura della Madonna, molto dolce, è resa con la
stessa grazia delle altre madonne che il De Matteis
dipinse in quel periodo. “ la struttura disegnativa di
chiara derivazione marattesca, lo sche ma
compositivo svolto secondo la normativa accademica
del ritmo centrale, l’elegante finitezza dei particolari
pongono questa pala quale testimonianza
emblematica della sua prima produzione pittorica”
(Cautela).
L’artista nei suoi dipinti di soggetto sacro ambiva a
che fossero il tramite di una serena contemplazione
della divinità e su questo atteggiamento molto
influirono, come sottolineato dal Pavone, le
predicazioni di padre Antonio Torres, confessore del
marchese del Carpio e strenuo difensore di un
rigoroso purismo linguistico.
83
L’opera viene ricordata dal De Dominici.” Ma non del
tutto avea egli lasciato il colorito appreso in Roma
sotto la condotta del Morandi, come si vede dal
quadro, ch’ei fece nell’altare a lato alla porta grande
del Duomo napoletano…nel qual quadro si scorge che
egli cercava di scostarsi dalla prima maniera”.
Di poco posteriore è la Madonna col Bambino (tav.
2), firmata e datata 1690, già collocata nel presbiterio
della chiesa di Donnaregina Nuova ed oggi
conservata nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini
al Vomero. Essa risente dell’influsso marattesco
rivissuto con inflessione dialettale napoletana. Infatti
negli anni del suo lungo soggiorno romano il pittore
fu alla scuola del Maratta ed assiduo frequentatore
dell’Accademia pittorica di San Luca, diretta da Luigi
Garzi, in cui molto accesi erano i dibattiti tra i
sostenitori del Barocco ed i fautori del Classicismo.
Di questi orientamenti moderni da lui assimilati vi è
una chiara testimonianza in questa Madonna col
Bambino, sottoposta a rigidi schemi compositivi che
imbrigliano il libero svolgimento delle forme.
Nell’ambiente artistico napoletano queste nuove
idee non rimasero inascoltate se anche lo stesso
Solimena ne fu influenzato, a tal punto da aderire,
indirettamente ai canoni proposti dal Maratta, che
erano stati già accettati a livello letterario con la
frequentazione dell’ambiente neopetrarchesco
84
napoletano. Vedremo così nelle numerose eseguite
da Solimena a Donnalbina la comparsa di tipiche
fisionomie mutuate dalla Madonna col Bambino di
San Giovanni dei Fiorentini, la cui grazia spiritata che
emana dai volti ci fa già respirare aria nuova, presaga
del nuovo secolo e di un gusto che fra breve
travalicherà nel Rococò.
Nel 1693 firma e data la tela raffigurante l’Angelo
custode (tav. 3) collocata nella prima cappella a
sinistra della chiesa di S. Maria di Montesanto,
mentre su quella destra è posta un’altra sua pala
raffigurante un Miracolo di S. Antonio da Padova, in
cui il santo fa resuscitare un morto assassinato per
scagionare il proprio padre ingiustamente accusato di
omicidio. Non sono opere eccezionali, ma mostrano
un tentativo di innesto di formule lanfranchiane,
filtrate attraverso moduli alla Beinaschi, in un tessuto
ancora giordanesco.
Al 1695 risale il San Nicola che riceve la stola
sacerdotale (tav. 4), opera devozionale, firmata e
datata, conservata nel Duomo nella prima cappella a
destra, che venne dedicata a San Nicolò nel secolo XV
dagli arcivescovi Nicola e Gaspare de Diana, ivi
sepolti, mentre la famiglia Quadra, committente del
dipinto, la rinnovò sul finire del Seicento.
Nella chiesa di San Ferdinando lavora per alcuni anni
dal 1693 al 1697, realizzando numerosi affreschi, che
85
testimoniano il tentativo di riagganciarsi all’esempio
del Giordano post fiorentino. Negli stessi anni eseguì
le decorazioni (tav. 5) nell’ex convento di San
Sebastiano, oggi Istituto Vittorio Emanuele II e nella
cappella di Palazzo Tirone (tav. 6 - 7).
Ritornando alle numerose opere nella vecchia chiesa
di San Francesco Saverio, per le quali il primo
pagamento noto è del 1695, il De Matteis raffigura
nella volta della navata episodi relativi al Trionfo della
religione sull’eresia tramite S. Ignazio, San Francesco
Saverio, San Francesco Borgia e i tre martiri
giapponesi, mentre Maometto precipita con il Corano
(tav. 8). Nei due lunettoni laterali al finestrone di
controfacciata è rappresentato San Francesco Saverio
mentre abbraccia il Crocifisso ed il Santo in estasi.
“Nella cupola invece viene celebrata la Gloria dei
santi gesuiti, ma di questa decorazione oggi rimane
soltanto la pittura dei pennacchi (tav. 9 ), dove alle
Virtù teologali e alla Giustizia si unisce un bel coro di
angeli che sfonda i limiti degli angusti spazi triangolari
per invadere, in un tripudio di colori di chiara valenza
barocca, il cornicione sul quale è impostato il
tamburo della cupola. Qui l’affresco originario è
andato distrutto e venne sostituito da un intervento
firmato Giovanni Diana. Nei peducci si vedono anche
i gigli borbonici.”(Petrelli).
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Una tappa fondamentale tra le committenze
ecclesiastiche è costituita dalle opere eseguite per la
chiesa di San Nicola alla Carità, un vero e proprio
museo della pittura napoletana settecentesca, dove
possono ammirarsi gli affreschi nella volta del
Solimena ed i dipinti di Francesco De Mura.
Il De Matteis esegue il vasto affresco firmato che
impegna la sovrapporta d’entrata con San Nicola che
libera un energumeno (tav. 10) e la grande tela del
coro, datata 1707 e raffigurante il Transito di San
Nicola (tav. 11). Ancora suoi sono tutti gli affreschi
della tribuna comprese le due figure su tela di San
Gennaro e San Liborio, collocate lateralmente ed i
peducci della cupola con i Profeti (tav. 12). L’affresco
sulla porta d’ingresso, firmato e datato 1712, è
descritto dal De Dominici: “grande invenzione di
fantasia e con spiccato senso d’armonia”. Il bozzetto
(tav. 13) per l’affresco venne pubblicato da Spinosa
quando nel 1979 transitò presso l’antiquario Lebel di
Parigi, Nella stessa chiesa il De Matteis affrescò la
Gloria di San Nicola nel medaglione centrale della
volta dell’abside.
“La struttura dell’affresco e i suoi colori risentono
della temperatura cromatica delle decorazioni del
Beinaschi, in particolare nei caratteristici giallo ocra
del piemontese presenti nella chiesa di S. Maria degli
87
Angeli a Pizzofalcone, dove anche Paolo ebbe
occasione di lavorare.
L’iconografia della composizione, una delle più vaste
del pittore, ben sette metri per sei, è rinnovata
rispetto alla tradizione. Infatti il santo, rivestito dai
suoi paramenti episcopali, è seduto su una stuoia con
le braccia aperte ed il volto rivolto al cielo, mentre il
gruppo dei quattro angeli, che gli stanno attorno, lo
sorreggono offrendogli il messale con i tre pani
simbolici ed il pastorale, mentre un cherubino gli
regge la mitra. In alto ed al centro della straordinaria
composizione, Gesù, ricoperto da uno svolazzante
manto azzurro, è rivolto verso il santo in atto di
benedirlo. Ai lati sono Mosè, Davide, Abramo e Noè,
tutti con i loro simboli. Non mancano angeli e
patriarchi e, come quasi sempre nei dipinti
dematteisani, angeli musicanti e cherubini, mentre in
un cartiglio sostenuto ancora da due angeli si legge:
ecce quomodo moritur justus”(Pacelli).
Nella chiesa della Concordia nell’altar maggiore, di
gusto tardo barocco era collocata una Madonna del
Carmine, su tavola, attualmente in sacrestia, da
qualcuno riferita a De Matteis, ma di un pittore suo
contemporaneo, viceversa autografa è la tela posta
sul terzo altare di sinistra, eseguita dopo il 1716 e
raffigurante i SS. Alberto, Angelo martire e Nicola
(tav. 14), mentre della sua scuola sono i quadri con i
88
SS. Gennaro ed Antonio e San Giuseppe con Santa
Maria Maddalena de’ Pazzi , posti alle pareti laterali
della seconda cappella a destra.
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03 -Angelo custode - Napoli, chiesa di S. Maria di
Montesanto
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04 - San Nicola che riceve la stola sacerdotale - Napoli
Duomo, cappella Quadra
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05 - Assunzione - Napoli Istituto Vittorio Emanuele
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06 - Assunzione - affresco - documentato 1695- Napoli palazzo
Tirone
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07 -San Giuseppe - Napoli, Palazzo Tirone Nifo
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09 - Trionfo della Religione sull'Eresia (Napoli, S. Ferdinando)
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010 - I Ss. Alberto, Angelo martire e Nicola - Napoli, chiesa di S.
Maria della Concordia
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