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PROCEDURA PENALE

I sequestri, notificazioni, elezioni di domicilio collegato all’assenza sul codice (simile alle misure
cautelari reali)

MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE
Il processo penale lo troviamo codificato nel CODICE DI PROCEDURA PENALE
adottato nel 1988 ed entrato in vigore nel 1989. È un codice nato successivamente al codice
Rocco di diritto penale e quando è stata varata la Cost, i principi del diritto penale (es. art 2
c.p. Lo ritroviamo all’art. 25) sono risultati comunque conformi alla carta costituzionale
sebbene il c.p fosse entrato in vigore nel 1930.
Con l’entrata in vigore della Cost ci si è resi conto che fosse necessario modificare il processo
penale per renderlo conforme ad essa; moltissime parti del c.p.p erano incompatibile con la
carta dato che si trattava comunque di un codice improntato ad un regime diverso e cioè il
REGIME INQUISITORIO per cui si prevedeva
• un unico soggetto che faceva le indagini e prendeva la decisione
• un imputato che era semplicemente un soggetto passivo con pochissime prerogative
e tutto ciò andava a contrastare con moltissime disposizioni della Cost che invece ha eretto
l’individuo a SOGGETTO TITOLARE DI MOLTE PREROGATIVE. Il c.p.p è nato dopo
una serie di declaratorie di incostituzionalità fino a che ad un certo punto il MINISTRO
VASSALLI (da cui prende il nome lo stesso codice) ha messo insieme una serie di professori
di procedura penale che ha costituito una commissione e che è andata poi a scrivere queste
disposizioni.
QUAL È LA CARATTERISTICA FONDAMENTALE DI QUESTO CODICE?
La maggior parte delle norme costituzionali prevedono diritti come ad es
● PRESUNZIONE DI INNOCENZA per cui l’individuo è considerato innocente fino
all’ultimo grado di giudizio.
Questa presunzione di innocenza ha fatto sì che non si potesse mantenere il regime
processuale vecchio dove l’imputato era quasi considerato colpevole fino a prova contraria;
inoltre, dopo l’entrata in vigore della Cost c’è stata la necessità di adeguarsi anche alla
CONVENZIONE EUROPEA DEGLI ARTICOLI DELL’UOMO; la CEDU, in
particolare gli art che vanno da 3 - 6 ponevano le vecchie disposizioni processuali in
contrasto con lei stessa e quindi c’è stata la necessità di elaborare un modello processuale
nuovo, improntato alla CULTURA DELLA GIURISDIZIONE nel senso che ci deve
essere, per ciò che riguarda la giurisdizione penale, un GIUDICE ESTRANEO per poter
compiere un giudizio imparziale e neutro e soprattutto deve essere un GIUDICE DIVERSO
RISPETTO A CHI DECIDE SE ESERCITARE O MENO L’AZIONE PENALE; quindi
il giudice deve conoscere tutto quello che viene fatto prima soltanto in casi necessari e
questo, in quanto connotazione tipica del MODELLO ACCUSATORIO, si chiama
SEPARAZIONE DELLE FASI
Infatti, per consacrare questa distanza che ci deve essere dalle indagini, dalla raccolta di
elementi durante la fase investigativa e poi dal giudizio ha portato a questa separazione delle
fasi. LE FASI PRELIMINARI SONO DIVERSE DALLE FASI DEL GIUDIZIO. Tutto
quello che viene fatto nella fase investigativa dal p.m. che procede a fare le indagini dopo
aver ricevuto la notizia del reato per vedere se andare avanti oppure no, viene fatto da lui in
solitudine nel senso che DOMINUS DELLE INDAGINI tant’è che a volte l’indagato non
sa neanche di essere indagato certe volte; il p.m. nel fare quel che fa, nel rispetto di certe
regole e di certi tempi, opera con l’aiuto della POLIZIA GIUDIZIARIA (carabinieri, polizia
di stato, guardia di finanza etc).
Il P.M. è obbligato, una volta che appura che ci sono elementi che possono consentire di
andare avanti, a FORMULARE L’IMPUTAZIONE e poi basta; non ha il potere di incidere
sulla eventuale condanna o assoluzione perché la decisione deve essere presa da un giudice
(in questo senso “cultura della giurisdizione) che la prende senza conoscere nulla di quel che
è stato prima, salvo eccezioni. Questa sua conoscenza si forma con un metodo ovvero il
METODO DI FORMAZIONE DELLA PROVA IN CONTRADDITTORIO TRA LE
PARTI ovvero la prova si deve formare innanzitutto davanti a quel giudice che deve
decidere; se una delle due richiede una prova, la parte contrapposta deve avere la possibilità
di interloquire.
Nel momento in cui è nato il c.p.p. negli anni ‘90 (anni difficili a causa delle stragi di mafia) i
giudici Falcone e Borsellino stavano facendo l’istruttoria relativa ai maxi processi di Palermo
e questo ha inciso nella storia del nostro c.p.p; le dichiarazioni dei pentiti ascoltati in
solitudine da Falcone e Borsellino per istruire i processi di mafia, con l’entrata in vigore del
c.p.p, alla luce della separazione delle fasi, non potevano essere utilizzate e quindi bisognava
nuovamente sentire tutti i soggetti pentiti nel maxi processo; questi dovevano ripetere
quanto detto ai due magistrati e ciò creava dei problemi
• i pentiti dovevano esporsi ai loro vecchi compagni di associazione
• il rischio che quel che era stato detto poteva non essere ripetuto per un motivo o per
un altro.
Nel 92, dopo le stragi di a Palermo, la Corte Cost con due sentenze, dichiarò l'illegittimità di
alcune disposizioni che sancivano questo principio della separazione delle fasi. Subito dopo
che ci furono queste stragi e che fu entrato in vigore il c.p.p. questa decisione della Corte
andò a mettere in crisi quell’equilibrio tipico del modello accusatorio dichiarando
incostituzionali gli art. 512-513 c.p.p per valorizzare un principio, il PRINCIPIO DELLA
NON DISPERSIONE DELLA PROVA. Questa situazione di incertezza tra un c.p.p. che
diceva una cosa e le declaratorie di incostituzionalità portò ad una riforma costituzionale
ovvero la RIFORMA DEL GIUSTO PROCESSO DEL 1999.
Tale Riforma servì ad impedire alla Corte Cost. di dichiarare illegittime certe norme e la
troviamo oggi riassunta nelle modifiche apportate all’ART. 111 COST. ; norma che riguarda
tutti i processi (civile, amministrativo etc) ma che dedica al processo penale delle
disposizioni apposite.
111
1. La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.
2. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a
giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.
3. Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più
breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa
elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua
difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone
che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di
persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo
di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua
impiegata nel processo.
4. Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della
prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni
rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da
parte dell'imputato o del suo difensore.
5. La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio
per consenso dell'imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di
provata condotta illecita.
L’art.111 è molto simile all’ART. 6 CEDU ed anzi, il nostro art. 111 sembra quasi più
garantista rispetto all’art.6. In questa disposizione troviamo l’essenza di un principio
fondamentale ovvero il PRINCIPIO DI LEGALITÀ PROCESSUALE (processo regolato
dalla legge)per cui nel processo si può fare solo quel che è scritto nel codice e questo vale per
tutti i protagonisti del processo e questo principio è presieduto da tutte le invalidità
codificate nel c.p.p. ovvero
• nullità
• inutilizzabilità
• inammissibilità
• decadenza
oltre queste, ci sono anche quelle NON codificate
• inesistenza
• abnormità
COMMA QUINTO - ART 111
● CONSENSO DELL’IMPUTATO per cui ad es. l’imputato vuole patteggiare e
quindi in cambio di uno sconto di pena, rinuncia quello scritto nel 3 e 4 comma;
questo consenso deve essere manifestato in maniera certa, libera e consapevole
● IMPOSSIBILITÀ DI NATURA OGGETTIVA per cui ad es. una persona
informata sui fatti e che doveva fare da testimone è morta
● EFFETTO DI PROVATA CONDOTTA ILLECITA per cui il giudice nel momento
in cui si accorge che il pentito sta ritrattando perché e stato pagato o minacciato, si
deve fermare e accertare e provare quella condotta illecita
In questa disposizione vengono quindi racchiusi i capisaldi del sistema costituzionale che va
a tutelare i diritti dell’imputato perché anche prima della riforma dell’art. 111 avevamo già
disposizioni in cui ciò era già scritto aldilà delle disposizioni che tutelano le libertà
fondamentali (art. 13 -14-15)
● ART. 24 per cui la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento
● ART. 25 per cui nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per
legge.
● ART. 101 per cui il giudice è soggetto solo alla legge
● ART. 27 per cui la responsabilità penale è personale e l’imputato non è considerato
colpevole fino a condanna definitiva e le pene non possono consistere in trattamenti
inumani e degradanti e devono tendere alla rieducazione del condannato.
COME FUNZIONA IL PROCESSO PENALE?
1. NOTIZIA DI REATO: può provenire da qualsiasi fonte
a. una QUERELA di un soggetto
b. una ISTANZA per cui il p.m. viene a conoscenza di un fatto perché magari ha
degli informatori (e questo avviene soprattutto nei confronti di reati grandi
come ad es. il traffico di stupefacenti) e ritenendo che quella sia una notizia di
reato, va ad iscrivere il nome del soggetto INDAGATO in un apposito
registro, ovvero il REGISTRO DELLE NOTIZIE DI REATO ai sensi
dell’art. 335 c.p.p;
2. DAL GIORNO DELL’ISCRIZIONE decorre l’arco di tempo (definito PERIODO
DELLE INDAGINI PRELIMINARI) che il p.m. ha a disposizione per svolgere le
indagini. Questo deve quindi avvenire entro un tempo massimo scaduto il quale, tutto
quello che raccoglie diventa inutilizzabile; l’inutilizzabilità è la sanzione che colpisce
le prove. Il p.m. in questa fase può
1. ordinare delle intercettazioni
2. ordinare dei CP cioè dei servizi di osservazione da parte della
polizia
In questa fase, in base alle necessità, nonostante siamo ancora in una fase iniziale, si può
restringere la libertà di un soggetto tramite PROVVEDIMENTI CAUTELARI.
Questa è la fase più importante che a livello mediatico si segue di più.
Il p.m. è controllato da un giudice ovvero il GIP cioè il GIUDICE PER LE INDAGINI
PRELIMINARI a cui, quando si vuole incidere sulle libertà
fondamentali (es, libertà personale, di domicilio o di comunicazione etc) bisogna rivolgersi
per chiedere l’autorizzazione. Quindi ad es. la libertà personale può essere limitata ma nei
casi previsti dalla legge (RISERVA DI LEGGE) e previa motivazione del giudice
(RISERVA DI GIURISDIZIONE). Questo GIP ha anche il compito di controllare
l’andamento delle cose e quindi se si stanno rispettando i termini, se la notizia è stata scritta
in maniera corretta etc.
Ai sensi dell’ART. 112 il p.m. ha OBBLIGO DI ESERCIZIO DELL’AZIONE PENALE e
alla fine delle indagini, compie delle valutazioni e decide se
● esercitare l’azione penale
● archiviare
Se di esercitare l’azione penale, deve investire un altro giudice
1. FASE DELL’UDIENZA PRELIMINARE e quindi il GUP. Già siamo a due fasi;
nell’udienza preliminare, il p.m. chiede al GUP di emettere il DECRETO CHE
DISPONE IL GIUDIZIO; questa udienza è stata istituita dai codificatori perché
avrebbe dovuto consentire di filtrare le notizie di reato e i processi per i quali ci fosse
una consistenza di elementi che lasciasse presagire la RAGIONEVOLE
PREVISIONE DI CONDANNA. Il giudice deve prendere la sua decisione e
decidere
1. se andare avanti col processo
2. emettere la decisione di non procedere.
Quindi è come se fosse il GUP a prendere la decisione sulla condanna. Il problema
dell’udienza preliminare è che se un GUP dovesse mandare avanti solo i processi che
meritano di andare avanti, si troverebbe in una brutta situazione perché
● il decreto che dispone il giudizio e serve per andare avanti, non deve essere motivato
perché questa motivazione potrebbe condizionare il giudice,
● il NON luogo a procedere è una sentenza e tutte le sentenze devono essere motivate.
Per questo in genere il GUP è indotto a mandare avanti il processo ed emette questo decreto
che dispone il giudizio.
1. FASE DEL GIUDIZIO: la fase in cui il p.m. porta avanti quello che ha iniziato ed è
quindi tenuto a partecipare alle udienze. Nel giudizio trovano operatività le regole
consacrate nella Costituzione. Inoltre, qui abbiamo un altro giudice che può essere
1. COLLEGIALE
2. MONOCRATICO
la differenza sta nel tipo di reato perché
● per i reati meno gravi c’è un solo giudice
● per i reati intermedi c’è un collegio
● per i reati gravi c’è la Corte d’Assise ovvero un collegio più giudici
popolari.
Il giudizio serve a ricostruire i fatti e l’accaduto ma non come li ha ricostruiti il p.m. Il
giudice deve VEDERE SE tutti gli ELEMENTI DELLA FATTISPECIE PENALE SI
SONO REALIZZATI. Ad es. può succedere che il p.m formula l’imputazione per rapina ma
poi il giudice decide che si trattava di un furto e quindi in questa fase le cose possono
cambiare radicalmente.
Solo dopo che è finita la fase del giudizio si può decidere se
● ASSOLVERE:per assolvere ci sono dei criteri (art. 530 c.p.p.)
● CONDANNARE: per condannare, quei criteri sono ancora più stringenti
Infatti, l’ART. 533 c.p.p. ci dice che la sentenza di condanna può essere emessa solo
quando non ci sono RAGIONEVOLI DUBBI che l’imputato abbiamo commesso quello
fatto e quindi un piccolo dubbio deve portare all’assoluzione. In realtà però quando ci sono
dei dubbi i giudici tendono ad applicare una pena più bassa). Il criterio del ragionevole
dubbio è una conquista recente perché solo nel 2006 è stato introdotto nel nostro c.p.p.
IL GIUDICE DECIDE IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Nell’ART. 546 c.p.p.
troviamo tutti i requisiti della decisione del giudice della sentenza e in particolare alla lettera
e vengono indicati i requisiti che deve avere la motivazione del giudice e quindi come questa
deve essere resa.
Dopo tutta l’attività istruttoria, il giudice si ritira in CAMERA DI CONSIGLIO per
prendere da solo la decisione ed esercita il LIBERO CONVINCIMENTO DEL GIUDICE ;
libero e non arbitrario.
I requisiti indicati alla lettera e permette di individuare le ragioni su cui fondare la propria
impugnazione.
Eventualmente, ci sono dopo altri due gradi da affrontare e quindi si aprono altre strade e
nelle prerogative sia del p.m. che del condannato, si può IMPUGNARE LA SENTENZA;
l’impugnazione impedisce il passaggio in giudicato e quindi finché va avanti, vale la
presunzione di innocenza che cade col passato in giudicato.
L’impugnazione può essere una
1. DI MERITO
2. DI LEGITTIMITÀ
3. O TUTTE E DUE

Gli scrupoli del legislatore per darci una buona giustizia lo hanno portato a delineare un sistema
costituito da una serie infinita di momenti di controllo. Superata l’idea del giudice infallibile che
incarna la verità, passando alla constatazione che il giudice è un uomo soggetto a interessi, pulsioni
che può consapevolmente sbagliare non ci si è più fidati di nulla tuttavia questo ha un costo se
prima per un dato conoscitivo occorreva stressarlo, analizzarlo sottoporlo a soggetti che lo
controllano infatti i processi si sono allungati così un legislatore che si riteneva più furbo di quelli
precedenti, ha cominciato a manipolare i tempi della giustizia sterilizzando, scorporando alcuni
termini ovvero bloccando la prescrizione (sono delle scelte politiche). Occorre moltiplicare i rimedi
processuali oltre i tempi assegnati dal legislatore per l’accertamento.
Dopo 33 anni revisione per condanna d’omicidio in Sardegna individuo reo confesso sta scontando
la condanna all’ergastolo e emerge che le indagini forse sono state deviate.
Nel codice Vassalli si era pensato di poter mettere dei limiti temporali ai poteri del pm e polizia
giudiziaria nelle indagini, il problema è che tali figure si occupano di una molteplicità di casi
dunque i tempi delle investigazioni hanno cominciato a lievitare e la giurisprudenza ha lavorato con
gli strumenti dell’interpretazione. La legge del codice stabilisce un termine per la fine delle indagini
6 mesi o un anno, occorre sterilizzare il periodo delle ferie giudiziarie che durano 2 mesi, poi ridotte
a 1 mese, agosto, fino al primo lunedì utile. Le indagini vengono prolungate di questo mese (se 2
anni + 1 mese). L’operatore le rileva e cerca di interpretare la norma che non era nello spirito della
legge ma in concordanza con il periodo di ferie.
Termini di durata massima della custodia preventiva come misura restrittiva della libertà personale
si pone allora la questione di legittimità, secondo Amato custodia preventiva illegittima salvo
elementi idonei a superare la duplice o triplice presunzione di non colpevolezza all’art. 27 Cost.,
all’art. 6 presunzione di innocenza nel CEDU, art. 11 patto internazionale diritti civili e politici
ONU. La custodia doveva essere proporzionata ai tempi del processo e prove a carico della persona,
nel codice termini scanditi per fase. Infatti per ogni fase del processo stabilito un tetto massimo, se e
quando l’imputato è stato condannato e lo è stato oltre che con sentenza di primo grado anche in
appello in attesa del giudizio di Cassazione non valgono i termini di fase ma solo il termine finale
massimo. Per computare i termini di fase ci sono degli escamotages: la sentenza qualora sia difficile
da scrivere per la complessità della materia e numero degli imputati, i termini della custodia
preventiva si allungano dunque si riverbera a danno dell’imputato e non viene computato nei
termini massimi (è scritto 6 mesi ma + 90 gg per scrivere la sentenza).
Il legislatore dell’88 sei anni massimi di custodia preventiva, in realtà sono 6 anni di termini di fase
assommati a quelli legali poi sospensioni, rinvii, proroghe che ammontano a tre anni dunque in tutto
sono 9 anni. Non è accettabile in prospettiva concreta perché se termini di prescrizione bassi i
giudici si velocizzano, se alti si allungano i tempi, se non ci sono più rischio i giudici per via di
interpretazione sostengono che il termine di custodia coincida con i termini per il giudice per
accertamento anche oltre i 9 anni.
Nel ’99 possibilità di patteggiare la pena in Cassazione dunque si porta il giudice di Cassazione a
entrare nel merito a verificare la responsabilità dell’imputato e ad articolare un giudizio di fatto, non
solo di diritto.
Dalla riforma Orlando cambiato il giudizio d’appello ma con maglie più strette, se si è compiuto un
errore e il giudice di merito non lo ha predetto non è più possibile metterlo in discussione in
Cassazione. Oggi l’arretramento delle tutele rende necessario scrivere un atto di appello già
completo e documentato come se si trattasse di un ricorso per Cassazione ma con una particolarità:
il ricorso in Cassazione lo scriveva un avvocato esperto con una certa anzianità e padronanza di
strumenti processuali, mentre il ricorso in appello lo può scrivere un avvocato qualunque.
Diritto alla scarcerazione automatica: in realtà occorre che ci sia un magistrato che firma
l’ordinanza di scarcerazione (ordine dell’autorità).

Chi sono i giudici del processo e cosa accertano?


Un accertamento di responsabilità oggetto del processo penale principale che è un accertamento
completo anche quando si scelgono dei riti semplificati, poi ci sono altri accertamenti che sono
eventuali alcuni autonomi alcuni strumentali all’accertamento della responsabilità penale per un
fatto determinato costituente reato.
Secondo il codice il fatto deve essere contestato in un atto scritto in maniera precisa e dettagliata.

INVALIDITA’
Le invalidità del diritto processuale servono per capire tutto il resto. Sono quattro : nullità,
inutilizzabilità, inammissibilità e decadenza. Queste sono ispirate al principio di tassatività ossai
funzionano nel modo in cui sono previste e disciplinate da legge. Possono essere eccepite come
previsto dal legislatore entro un determinato termine oppure delle eccezioni di parte.
L’inutilizzabilità è rilevabile in ogni stato e grado del procedimento. Il giudice deve verificare che
siano rispettate le condizioni a pena di inutilizzabilità. Si trova la formula “stabilita a pena di”. Le
invalidità sono collegate al tempo. La decadenza è l’invalidità è collegata al tempo per fare qualcosa
scaduto il quale scade il diritto per esercitare qualcosa collegata all’inammissibilità perché se
esercitato il diritto dopo il termine l’atto diventa inammissibile.
Art. 178 suddiviso in a, b e c nullità di ordine generale per il pm, …
Il cpp dedica al giudice, alla giurisdizione le primissime disposizioni, i giudici possono essere
monocratici, collegiali e corte d’assise distinzioni per inquadrare la competenza del giudice che è
una competenza per materia perché l’ha prestabilito il legislatore (principio di legalità
costituzionale). La competenza per materia è una delle competenze che deve possedere il giudice
che tratta di quel processo. Se c’è un fatto d’omicidio o associazione a delinquere mafiosa la
competenza è della corte d’assise materia è individuata nelle fattispecie penali incriminatrici. Se
sorgono dei problemi ossia assegnazione per fatto per cui non è competente vi è l’eccezione per
incompetenza, il problema si pone in caso di cumulo di imputati con più fattispecie in un processo
allora può sorgere la possibilità di attrarre nella competenza del giudice per esempio della corte
d’assise anche delle competenze che sarebbero del giudice monocratico o collegiale nel caso di
associazione a delinquere mafiosa con altre fattispecie presenti.
Il legislatore ha stabilito che il giudice competente è quello del luogo più vicino al luogo in cui si è
verificato il fatto: competenza territoriale. Con i reati informatici si pone il problema di capire
dov’è il server. Anche dove si è realizzato l’evento o condotta?
178 lett. a capacità del giudice ossia ha tutte le caratteristiche stabilite da legge: competente per
materia, territorio, ha vinto un concorso.
Infine competenza per connessione ove il legislatore in caso di connessione art. 12 criterio
risolutore dunque giudice cui viene attribuita la competenza (studia articolo). Poi competenza
funzionale che è una competenza che prescinde dalla materia (se omicidio sarebbe la corte d’assise
allora sarà la corte d’appello), dal territorio il giudice per legge viene chiamato a svolgere una
determinata funzione. Esempio è il giudice della revisione: revisione del rimedio straordinario; è un
giudice che decide dopo che il processo è finito dopo molti anni dalla chiusura. Il giudice della
revisione non può essere lo stesso giudice di uno stesso distretto perché vi sarebbe un pregiudizio,
anche se collega minerebbe la terzietà del giudice in ipotesi di possibili errori giudiziari. È
necessario che sia un giudice distaccato anche territorialmente da quello che ha deciso prima in sede
di cognizione. Si decide il giudice competente per la revisione e la corte d’appello individuata sulla
base di un meccanismo tabellare già prestabilito es. per fatti a Roma è la corte d’appello di Perugia,
per fatti a Perugia Firenze, anche per giudici di Roma che subiscono un processo.
Tutto questo si ripercuote sulla validità del rapporto instaurato (ci sono i mezzi per far valere
l’incompetenza sollevando le eccezioni)
Art. 34 cpp incompatibilità determinata da atti compiuti nel procedimento: molte note per
incompatibilità dovute al fatto che non essendoci la separazione delle carriere, il pm può trovarsi in
un processo da giudice per un caso su cui ha fatto indaginideclaratorie di incompatibilità
costituzionali. Il giudice deve astenersi altrimenti può essere ricusatorimedi per ripristinare
l’imparzialità, la terzietà, la naturalità del giudice.
Altra patologia la serenità del giudice per situazioni locali (manifestazioni?) dunque si può chiedere
che il giudice sia quello di un altro territorio perché altrimenti non sarebbe in grado di decidere con
serenità, la decisione viene rimessa alla corte di Cassazione.
Ci sono ipotesi in cui si parla di nullità assoluta: art. 178 lett. a; ipotesi in cui venga minata la
capacità del pm nell’esercizio dell’azione penale art. 178 lett. b (rarissimi casi); ipotesi più frequenti
riguardano l’imputato e altre parti private art. 178 lett. c.
Rapporto triatico dove il giudice si trova al cospetto del contraddittorio tra pm e imputato soggetti
essenziali, poi la vittima può essere una parte eventuale che può essere chiamato offeso, se dopo che
il processo è in fase avanzata nel processo preliminare può diventare parte civile tramite un
difensore per chiedere un risarcimento del danno. Poi l’UE ha imposto di attribuire prerogative
diverse alla persona offesa ma ovviamente non può chiedere una condanna, poiché è parte civile,
ma ha una serie di diritti (querela, misura cautelare di allontanamento…) molte richieste come di
incidente probatorio la parte civile offesa può farle solo chiedendole al pm, tuttavia la persona
offesa nel processo penale è solo eventuale, un fatto di reato può offendere anche solo la collettività
o può non esserci perché l’offeso decide di ottenere il ristoro nella sede propria del processo civile.
la parte offesa per ristoro economico ha due vie: esercitare le prerogative patrimoniali nella sede
penale (accetta onori e oneri eventuale vantaggio che sentenza di condanna dell’imputato gli
attribuisca anche risarcimento del danno liquidato in sede penale un po’ prima della sentenza del
giudice penale, rischio di prescrizione, in Cassazione e processo diventa improcedibile 334 bis cpp,
la persona offesa 573 cpp viene rimessa davanti al giudice civile se diventa improcedibile) o in sede
propria (chiedere il ristoro 2043 cc davanti al giudice civile per esercitare l’azione di danno
derivante da reato).
Altre parti eventuali: responsabile civile (compagnia di assicurazione in incidenti stradali).
Codice 177 cpp ss. disciplina per nullità.
Le parti private, prima di tutto l’imputato, hanno delle prerogative che possono rendere il processo
nullo anche in Cassazione nullità assoluta:
 la conoscenza del processo, della citazione (adempimento fondamentale senza il quale il
processo è nullo),
 art. 178 nullità di ordine generale che a loro volta possono essere assolute, intermedie o
relative (regime di eccepibilità, rilevabilità). Intermedia: può essere rilevata o eccepita entro
un determinato tempo, assoluta in ogni stato e grado del processo (limiti nel giudizio di
rinvio).
 Art. 179 sono le nullità assolute (violazione talmente grave che tutto quello che viene fatto
dopo la violazione viene considerato come non fatto): conoscenza del processo da parte del
pm
Se nonostante l’eccezione di avviso il giudice preliminare rinvia a giudizio, il giudice di
primo grado uguale fino in appello, quello in appello condanna o assolve, in Cassazione
motivo 606 cpp lett. c (da cui deve partire il discorso) annulla senza rinvio e manda gli atti
al pm perché si ricelebri il processo. Il processo regredisce alla fase in cui si è verificata
l’invalidità (principio di regressione).
Per le nullità relative la relatività sta nel regime ossia si possono eccepire entro limiti brevi
di tempo, alcune entro la prima udienza del dibattimento (se non eccepite si sanano, se
eccepite ma non rilevate possono essere eccepite fino in Cassazione).
Il sistema delle nullità che è improntato alla tassatività art. 177 cpp con applicazione alla
lettera delle nullità o assoluta o relativa o intermedia. Con le notifiche via PEC al difensore
indagato ha l’onere di comunicare il suo domicilio, anche digitale (indirizzo email, PEC),
solo la prima comunicazione che riguarda la celebrazione dell’udienza viene fatta brevi
mano con consegna alla mano il resto PEC al difensore dopo la riforma Cartabbia.
Occorre perfezionare la notifica all’imputato, dunque alcune invalidità sono state trattate in
maniera diversa es. se si decide di cambiare difensore il mio difensore può chiedere un
termine a difesa (art. 178 lett. c) art. 24 cost. ha creato dei problemi e la Cassazione ha
emesso delle sentenze che svilivano il principio della tassatività delle nullità l’art. 177 cpp,
molte vengono trattate come nullità relative come il termine a difesa o i giudici dicono che
lo scopo è stato raggiunto (principio raggiungimento dello scopo) oppure non c’è stato il
pregiudizio effettivo (Principio di pregiudizio effettivo). Infatti sollevare nullità più volte
può costituire un abuso del processo significa attribuire al giudice in base a fattori non
prevedibili una grande discrezionalità tuttavia è la sentenza della Cassazione sezioni unite
Rossi che stabilisce l’abuso e il giudice non ha una regola del legislatore per rilevare quella
condotta come abusiva (chi solleva le eccezioni a sproposito) ma è rimessa alla
discrezionalità del giudice, dunque problema grave perché possibile che alla prima
eccezione sollevata si dichiari abuso del diritto di difesa, potere irragionevoli (violazione art.
3 cost. davanti a situazione identica trattamenti disomogenei che variano a seconda della
discrezionalità del giudice non vincolato da nessuna regola).
Per le nullità le tipologie di atti per cui si stabilisce nullità a pena di sono 3: sentenze,
ordinanze e decreto oltre ad atti e comunicazioni (atti del giudice sono quei tre, poi atti di
parte sono atti petitori: istanze, impugnazioni). Tutte le sentenze e ordinanze devono essere
motivate a pena di nullità art. 125 cpp, il decreto solo quando lo stabilisce la legge
processuale. In base a quella motivazione la sentenza e ordinanza possono essere impugnate.

Inammissibilità: nel codice non è dedicata un’apposita disciplina all’inammissibilità come


per le nullità, singole disposizioni che prevedono la conseguenza della patologia (se l’atto
non è fatto in un certo modo è inammissibile) si parla di atti, insieme alla decadenza va a
colpire gli atti petitori se non fatti in un certo modo. Collegamento tra tassatività
dell’impugnazione art. 581 cpp come deve essere fatta un’impugnazione, norme precedenti
termini per fare l’impugnazione 15, 30, 45 gg dalla sentenza, profili soggettivi e profili
oggettivi stabiliti a pena di inammissibilità. Se si superano i termini è inammissibile
l’impugnazione.
Determinato tempo, determinato modo da un determinato soggetto il pm, l’imputato non
può impugnare sentenze di assoluzione in determinati casise no inammissibile.
Art. 606 cpp a,b,c,d,e: 5 motivi tassativi per cui si può adire la corte di Cassazione a pena di
inammissibilità (tassatività dell’inammissibilità). Ovviamente trattandosi di impugnazioni il
giudice può approfittarne per ridurre il numero di impugnazioni che deve trattare, valutata
da un filtro preliminare che compie il giudice: primo step controllare ammissibile se
soggetto legittimato, termini previsti da legge, per motivi previsti da legge (rispetto requisiti
a pena di inammissibilità).
Se giudizio in Cassazione non si possono proporre censure di merito, solo vizi di legittimità.

Il legislatore ha mischiato filtro di ammissibilità con valutazione di merito : se già quando


vedo l’impugnazione, si vede che l’impugnazione non ha possibilità di essere accolta si
dichiara inammissibile.

LEZIONE 7
L’invalidità è un concetto che si ricollega al concetto più ampio di fattispecie. La mancanza di un
elemento della fattispecie di un atto processuale penalistica ne comporta l’invalidità. O meglio, non
sempre la mancanza determina l’invalidità dell’atto: tant’è che, per temperare le conseguenze
dell’invalidità, è stata elaborata la teoria della mera irregolarità.
Quali sono le invalidità?
La categoria principale, rispetto all quale esiste un corpo normativo ad hoc nel c.p.p., è la categoria
delle nullità.
La giurisprudenza sempre per far fronte al principio di tassatività, che imporrebbe un approccio
rigido alle nullità, ha elaborato una categoria avulsa dal codice di rito, ossia quella della abnormità 1.
Oltre alla abnormità, anche l’inesistenza è una invalidità non codificata, ma di matrice
giurisprudenziale: si verifica quando il vizio è talmente grave da far sì che la sentenza debba
considerarsi inesistente (la violazione è talmente grave da comportarne l’inesistenza: per esempio,
una sentenza emessa da un giudice che non ha fatto il concorso in magistratura).
Sia l’abnormità che l’inesistenza possono essere eccepite in ogni stadio e grado del procedimento
(vi sono casi in cui addirittura la Cassazione ha dichiarato l’inesistenza dell’atto).

Alla fine della scorsa lezione, eravamo arrivati a trattare dell’inammissibilità 2, per trattare la quale
dobbiamo guadare agli atti che comportano questa sanzione, che è una sanzione che colpisce in
sostanza gli atti cd. petitori (o di impugnazione). Abbiamo poi anche una inammissibilità della
prova: la prova può essere inammissibile, per esempio, quando, dopo la richiesta delle parti, il
giudice valuta che sia sovrabbondante. Diciamo però che, per tradizione, la categoria
dell’inammissibilità nasce per stabilire una conseguenza in materia di atti petitori.
L’art. 581 c.p.p. stabilisce tutta una serie di requisiti generali delle impugnazioni: è una norma
generale che contiene tutti gli elementi che l’atto di impugnazione deve contenere a pena di
inammissibilità. È una disposizione che negli ultimi anni è stata oggetto di modifiche normative e di
interventi da parte della Cassazione a Sezioni Unite, che hanno comportato una sorta di
interpretazione autentica di questa disposizione, in particolare per l’appello. Ciò è stato necessario
in quanto i tempi del processo sono sempre più lunghi e spesso si ritiene che la difesa presenti delle
impugnazioni surrettiziamente dilatorie. La Cassazione, ad un certo è punto, siccome l’appello 3 è un
atto a forma un po’ libera (rispetto al ricorso in Cassazione) ha quindi sentito l’esigenza di
restringere l’ambito di proponibilità dell’appello: ciò è stato fatto anche dalle ultime riforme
legislative (riforma Orlando e riforma Cartabia) sul punto (allargando così le maglie
dell’inammissibilità). Le Sezioni Unite, in particolare, hanno stabilito che l’appello è inammissibile
se presenta dei motivi che non sono specifici (ove per specificità si deve intendere una specificità
non solo estrinseca ma anche intrinseca): questa massima è stata recepita nella norma. Si tratta di
1
L’abnormità può essere dichiarata per esempio quando vi è atto che comporta una regressione che faccia perdere
tempo alla autorità.
2
Sull’inammissibilità vedi artt. 581, 590, 597, 606 (comma 3)
3
È un atto di impugnazione che può investire sia il merito che la legittimità della sentenza impugnata.
criteri laschi, malfermi (specificità è un concetto ampio, diversamente interpretabile), che non
rispondo al principio di tassatività (che vale anche nella materia delle impugnazioni): questo ci fa
pensare che questa modifica normativa sia intervenuta per ascrivere al giudice questo forte potere di
dichiarare inammissibili anche appelli che in realtà non lo sono.
L’inammissibilità deve essere rilevata da giudice nel momento dello spoglio preliminare: il giudice
nell’atto impugnazione deve potere rilevare tutti gli elementi previsti ex lege a pena di
inammissibilità. Dunque, con questo vaglio, il giudice deve solo verificare che l’atto risponda a quei
requisiti che sono stabiliti dalla legge (che sia fatto nel tempo previsto dalla legge, dal soggetto
legittimato a proporre quella impugnazione, per i motivi previsti dalla legge). Quando il
presupposto per dichiarare l’inammissibilità non è stabilito specificamente dalla legge si possono
avere delle conseguenze arbitrarie, si può avere una disparità di trattamento in situazioni identiche.
Questo spoglio preliminare, per quanto riguarda la Cassazione, è fatto da una sezione apposita, la
sezione Settima, che è stata istituita in tempi abbastanza recenti, proprio perché si è reso necessario
istituire questa sezione che si occupa soltanto dello spoglio: se l’impugnazione è ammissibile essa
viene a trasmessa alla sezione competente a decidere. Ciò accade anche nella fase
dell’impugnazione nel merito: nel momento in cui il giudice rileva che l’imputazione è
inammissibile lo dichiara subito con una ordinanza (il giudice NON valuta la fondatezza o
l’infondatezza delle doglianze, ma opera solo questa verifica preliminare sulla rispondenza dell’atto
ai requisiti previsti dalla legge). L’ordinanza con cui il Giudice dichiara l’inammissibilità può essere
può eventualmente impugnata davanti alla Cassazione.

All’inammissibilità è ricollegata a decadenza: la decadenza è una invalidità - più che altro è una
sanzione - che va a colpire il diritto della parte di esercitare qualche facoltà, facoltà che in genere è
stabilita entro un termine. Se un atto è fatto da un soggetto dopo che è decaduto, per ragioni di
tempo, dalla sua facoltà, quell’atto è inammissibile: vi è quindi una stretta correlazione tra
inammissibilità e decadenza. Come per la inammissibilità, non vi è un capo codicistico, un libro del
codice che disciplina la decadenza, ma vi sono disposizioni sparse nel codice che prevedono la
decadenza.

Vi è poi l’inutilizzabilità, la quale riguarda NON gli atti, ma le prove. L’art. 191 c.p.p. è la norma
generale sull’inutilizzabilità. La norma ha subito una recente modifica (fatta nel 2017), modifica
che promana, origina nella giurisprudenza della Corte EDU. L’art. 191 c.p.p. è una disposizione
generale, che riguarda tutte le prove che possono essere chieste e ammesse nel processo penale 4.
In via generale vi sono tutta una serie di regole stabilite nel c.p.p. che concernono le prove: dall’art.
266 all’art. 271 del c.p.p., è stabilito come debbono essere fatte le intercettazioni; se le
intercettazioni non sono fatte conformemente a quanto previsto da tali articoli, il giudice deve
dichiararle inutilizzabili, anche se contengono la prova della colpevolezza dell’imputato, ciò in
conformità al principio della LEGALITÀ PROCESSUALE. L’inutilizzabilità comporta
l’esclusione di quel materiale probatorio dalle conoscenze che il giudice può utilizzare per
formare il suo convincimento (non a caso si parla anche di regole di esclusione della prova). Non
bisogna tuttavia confondersi, perché vi sono delle disposizioni che potrebbero creare una
confusione, che magari NON sono regole di esclusione della prova, ma di valutazione. Quale è la
differenza tra regola di esclusione e di valutazione? La prima, se violata, comporta la
inutilizzabilità, mentre la seconda è qualcosa di un po’ diverso: al massimo, se violata, la norma di
valutazione può comportare un vizio di motivazione della sentenza, eccepibile poi, eventualmente,
davanti alla Cassazione.
Molte delle disposizioni che concernono l’inutilizzabilità stabilita per la singola prova sono
espressione del principio di separazione delle fasi (se viene trasfuso quanto conosciuto nella fase

4
Vi son poi le prove cd. atipiche, che non sono disciplinate nel codice di procedura penale: in questo caso, non vi sono
i divieti stabiliti dalla legge.
delle indagini preliminari nella fase successiva, davanti al giudice, allora deve essere dichiarata la
inutilizzabilità della prova).
Nel 2017, come premesso, si è sentito il bisogno di modificare l’art 191 c.p.p., a seguito di molti
episodi di soggezione di persone arrestate a trattamenti violenti: nel 2017, dunque, è stato introdotto
nel nostro ordinamento il delitto di tortura. A seguito di una serie di condanne dell’Italia per
violazione dell’art. 3 CEDU (pronunciate dalla Corte di Strasburgo), è stato introdotto nel nostro
ordinamento il comma 2-bis all’art. 191 c.p.p.: “le dichiarazioni o le informazioni ottenute mediante
il delitto di tortura NON sono comunque utilizzabili, salvo che contro le persone accusate di tale
delitto e al solo fine di provarne la responsabilità penale”. Non a caso questa disposizione è stata
messa nella norma generale sull’inutilizzabilità della prova: infatti, così collocata, questa
disposizione sul delitto di tortura assume valenza generale. L’art. 2-bis è stato interpretato in
maniera ampia (può trattarsi anche di un comportamento minaccioso, che riguardi anche
esclusivamente il piano processuale: non è detto, dunque, che debba trattarsi di violenza puramente
fisica perché si incorra in questa patologia). Dunque, oltre ai divieti stabiliti dalla legge processuale,
abbiamo anche disposizioni contenute nella legge penale: la prova che si ottiene commettendo un
reato è inutilizzabile.
L’inutilizzabilità è rilevabile ed eccepibile in ogni stadio e grado del procedimento 5. La
conseguenza dipende dalla fase: una volta eccepita l’inutilizzabilità, il giudice la deve accogliere:
solo allora, vengono dichiarate inutilizzabili quelle prove. Il giudice, quindi, se dichiara quelle
prove inutilizzabili, deve escluderle dalla sua valutazione per la formazione del suo convincimento:
ne consegue che prima l’inutilizzabilità viene eccepita e meglio è, perché, ovviamente, più quel
materiale inutilizzabile rimane nel paniere di prove a disposizione del giudice per formare il suo
convincimento, più il giudice vede quelle prove e, anche se poi dopo dovrà escluderle, comunque le
ha già viste e troverà un modo (anche se non potrà far espressamente riferimento nella sua
motivazione a quelle prove) per usarle lo stesso. Il problema è che non sempre la dichiarazione di
inutilizzabilità delle prove comporta che queste ultime vengano buttate definitivamente. Come
premesso, tutto dipende dalla fase: se si è già arrivati in Cassazione ed è stata usata una prova che in
realtà è inutilizzabile, la Cassazione si è inventata la cd. prova di resistenza. Bisogna aver contezza
del fatto che, dopo anni di processo, si giunge in Cassazione; se la Cassazione dichiara
l’inutilizzabilità della prova, allora deve annullare il processo, con rinvio al giudice di appello (che
dovrà fare una nuova valutazione senza quella prova dichiarata inutilizzabile). Ciò comporta la
perdita di moltissimo tempo. Pertanto, la Cassazione ha inventato la cd. prova di resistenza:
significa che la Cassazione, dinnanzi a casi eclatanti di inutilizzabilità, dichiara sì la inutilizzabilità
della prova, però fa la prova di resistenza, ossia verifica se l’apparato argomentativo (la
motivazione della sentenza, della dichiarazione accusatoria) del giudice, sottratta la prova
dichiarata inutilizzabile, resiste lo stesso: se resiste, non c’è bisogno di annullare il processo,
nonostante vi fosse una prova inutilizzabile. Si tratta fondamentalmente di un escamotage per
salvare i processi basati su prove assunte in violazione dei divieti stabiliti dalla legge e quindi
inutilizzabili. Ovviamente questo accade in Cassazione: se, invece, l’eccezione si fa in udienza
preliminare, in primo grado o in appello ed è un’eccezione inutilizzabilità fondata, allora la prova
deve essere esclusa e, quindi, il giudice non potrà fare riferimento a quella prova nella motivazione.

Terminate le invalidità, occupiamoci ora del tempo del processo. A seguito della riforma Cartabia,
ora distinguiamo tra un tempo del processo e un tempo del reato. Dunque, abbiamo sia la
prescrizione che l’improcedibilità temporale: la prima è disciplinata dal codice penale perché è un
istituto del diritto penale sostanziale. Prima, dalla data del commesso fatto, l’autorità giurisdizionale
doveva chiudere il processo entro il termine di prescrizione con sentenza definitiva. Oggi NON è

5
Quindi, si può arrivare in Cassazione e sino in Cassazione fare l’ultima volta l’eccezione di inutilizzabilità, anche se
l’eccezione NON è stata fatta prima (quindi, non è come la nullità a regime intermedio e relativa, ma io posso arrivare
ad accorgermi solo successivamente che la prova è inutilizzabile e fare l’eccezione in Cassazione): questo è consentito
in particolare dalla lett. C) dell’art. 606 c.p.p.
più così: entro il termine di prescrizione, deve essere emanata la sentenza di primo grado (no quella
definitiva, ma solo la sentenza di primo).
Con la riforma Cartabia è stato introdotto un doppio regime dei tempi del processo: la
prescrizione opera sino al primo grado. Dopo il primo grado, la Corte di appello ha due anni per
chiudere il giudizio di appello; la Corte di Cassazione ha un anno. Questi termini sono SEMPRE
PROROGABILI. Questi tempi sono considerati tempi ragionevoli dal legislatore (anche in base alla
giurisprudenza della Corte EDU) e corrispondono a quelli previsti dalla Legge Pinto 6: scaduti
questi termini, si può chiedere un ristoro economico.
Questa declaratoria di improcedibilità dell’azione penale è disciplinata dall’art. 344-bis c.p.p.: tale
disposizione si trova, dunque, nella parte del codice che riguarda le condizioni di improcedibilità
(anche se in realtà non c’entra molto).
Sappiamo che la conseguenza della dichiarazione della prescrizione è che viene dichiarato che il
reato è estinto. Sovente avviene che il fatto si prescriva in appello: questo comporta che sovente si
faccia appello proprio nella consapevolezza che, nel corso dell’appello, il reato si prescriverà e, di
conseguenza, affinché il giudice dichiari il reato estinto. Oggi NON è più così: sono stati aggiunti
due anni per concludere il giudizio di appello e un anno per quello in Cassazione, in ragione della
particolare complessità del giudizio di impugnazione. Tuttavia, il concetto di “complessità del
giudizio di impugnazione” è molto lasco, vago, e concetto di ricorrere a tale prorogare di due anni
in modo discrezionale (art. 344 -bis).
Quale è la conseguenza dell’improcedibilità dell’azione penale? La norma dice “improcedibilità
dell’azione penale”: l’azione penale si esercitata quando il pm formula l’imputazione e chiede al
GUP il decreto che dispone il rinvio a giudizio. Quindi, che cosa significa questo? Che tutto ciò che
è stato fatto in precedenza non conta più e ritorniamo all’esercizio dell’azione penale? La maggior
parte della dottrina dice di NO, anche perché ciò probabilmente consentirebbe di iniziare di nuovo
un procedimento per lo stesso fatto. Sul punto sono state scritte migliaia di pagine, per concludere
alla fine che il legislatore ha sbagliato a formulare la norma, nel senso che non si può parlare di
improcedibilità dell’azione penale, salvo che venga meno la condizione del procedere (solo in
quest’ultimo caso, si può dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale). Ma il tempo si può
considerare condizione del procedere? Se si adotta una prospettiva rigida, in stretta conformità col
principio di legalità, dovrebbe concludersi di sì. Tuttavia, se si ammettesse ciò, dovrebbe
concludersi che viene meno tutto quello che è stato fatto. La dottrina, quindi, ha concluso che si
tratti di una improcedibilità a sé stante (una improcedibilità temporale: sono fatti salvi i diritti della
parte civile, la quale, anche se il processo viene dichiarato improcedibile, davanti al giudice civile,
sulla base di quanto accertato nel processo dichiarato improcedibile: ciò significa che NON viene
meno tutto quello che è stato fatto nel processo dichiarato improcedibile, ma rimane salvo, NON
perde efficace con la declaratoria di estinzione del processo per improcedibilità).

Lezione 8
La possibilità che il pm possa avviare l’attività che gli serve per decidere se esercitare l’azione
penale è determinata da varie condizioni, le cd. condizioni di procedibilità.
Può capitare anche il che il soggetto venga colto in flagranza di reato: questo costituisce un altro
modo per iniziare la procedura.
Oggi ci occupiamo delle cd. misure precautelari, che consentono di privare un soggetto della libertà
personale in presenza di determinate condizioni. Le due misure precautelari codificate sono il fermo
e l’arresto. Nel tempo, è stata aggiunta una terza misura, quella dell’allontanamento d’urgenza dalla
casa familiare.
L’art. 13 Cost. Stabilisce che la libertà personale è inviolabile. […]

6
Questa corrispondenza e la previsione di un ristoro economico ha consistito al legislatore Cartabia di giustificare
questi tempi di due anni e un anno per appello e Cassazione.
Quali sono i casi in ci si può limitare la libertà personale in via d’urgenza? Sono i casi di cd.
flagranza di reato (che sia h quando un soggetto viene colto nell’atto di commettere il fatto di reato).
Vi possono anche essere ipotesi di quasi-flagranza (il soggetto stava per commettere il fatto di reato,
ma poi in qualche modo ha desistito).
Anche nelle ipotesi di fatto in flagranza, vi è comunque tutta una serie di attività processuali da fare
per giungere alla decisione finale di condanna o di assoluzione.
La cosa normale che avviene è che il soggetto colto in flagranza venga arrestato: l’arresto è un
modo di limitazione della libertà personale detto, infatti, precautelare. L’arresto può essere fatto sia
dall’autorità di polizia sia da un privato. Vi sono delle ipotesi in cui l’arresto è obbligatorio: tali
fattispecie sono elencate dal c.p.p.; vi sono anche ipotesi in cui l’arresto è previsto come facoltativo.
È la legge, dunque, che stabilisce le ipotesi di arresto obbligatorio e di resto facoltativo.
Il fermo ha dei presupposti diversi dall’arresto. Per il fermo NON è necessaria la flagranza: la
polizia giudiziaria viene a conoscenza di un fatto di reato e si pone in stato di fermo il soggetto che
si ipotizza abbia commesso il reato.
Soffermiamoci ora su quello che accade quando un soggetto viene arrestato.
Va anzitutto premesso che, mentre le misure precautelari son delle limitazioni temporanee della
libertà personale (temporanee si intende che NON debbono perdurare per più di 48/36 ore), le
misure cautelari possono avere una durata maggiore, tanto che il legislatore degli ultimi anni si è
impegnato a distinguere quali sono le modalità di limitazione della libertà di un soggetto che si
trova sottoposto a misure precautelari rispetto alle modalità per la limitazione della libertà di un
soggetto sottoposto a misure cautelari 7 (per esempio, chi viene sottoposto all’arresto NON viene
portato in carcere: chi viene arrestato viene condotto nelle cd camere di sicurezza; quindi, chi deve
ancora avere la convalida dell’arresto NON viene condotto in carcere).
Inoltre, il legislatore, in conformità con la Costituzione, ha previsto tutta una serie di garanzie per il
soggetto sottoposto a misure precautelari:
1. Una volta che il soggetto viene arrestato e condotto nelle camere di sicurezza, viene
immediatamente informato il pm, che decide se il soggetto deve essere ancora trattenuto o
meno.
2. Il pm poi deve chiedere al giudice entro Max 48 che l’arresto venga convalidato (riserva di
giurisdizione).
3. Prima che si arrivi alla convalida, che si svolge in una vera e propria udienza, deve essere
nominato un difensore del soggetto se lui non puoi nominarlo in autonomia, deve essere
contatto un familiare, se lui non parla la lingua Italia deve essere affaticato da un interprete,
gli deve essere assicurata la possibilità di interloquire con il difensore ecc. (tutte garanzie
che sono elencate nel c.p.p.)
4. Finché non arriva davanti a giudice per la convalida, il soggetto rimane temporaneamente
SOTTOPOSTO AD UNA LIMITAZIONE DELLA LIBERTÀ. Una volta conclusasi
l’udienza per la convalida, comunque, sia che l’arresto venga convalidato sia che non venga
convalidato, comunque il soggetto NON rimane privato della sua libertà personale.
5. Nel momento in cui vi è l’udienza di convalida, il giudice può prendere la sua decisione:
convalidare o NON convalidare l’arresto. E tutto finisce lì- la privazione precautelare della
libertà del soggetto è finita.
6. Salvo che avverso il provvedimento di convalida non si faccia ricorso per Cassazione
(ipotesi molto rara), con la convalida finisce questa fase.
- La prima cosa che si fa in un’udienza di convalida è quella di sentire se il soggetto arrestato
(che non è né indagato né imputato) vuole parlare. Si tratta di una udienza camerale (Il
modello è quello dell’art. 127 c.p.p.), a cui debbono partecipare il pm (che chiede la

7
Così come sono diverse le modalità per limitare la libertà di un soggetto che sta scontando la sua pena dopo
condanna definitiva rispetto a quelle impegnative per limitare la libertà di un soggetto sottoposto a Siria cautelare in
attesa di giudizio (per quest’ultimo infatti vale ancora la presunzione di innocenza):
convalida), l’arrestato assistito dal suo difensore. Al difensore, a sua volta, deve essere
comunicata per tempo.
- Fissata l‘udienza per la convalida, che è finalizzata solo a reificare la legittimità dell’arresto
o del fermo, si svolgono tutta una serie di passaggi.
1) In primo luogo, l’arrestato indica le sua generalità e può rendere dichiarazioni al giudice.
Prima di parlare all’arrestato vengono dati tutta una serie di avvertimenti sulle
dichiarazioni (sul punto, occorre ricordare l’art. 64 c.p.p.: diritto al silenzio, il quale è
previsto anche dalla CEDU e da altre carte internazionali; si tratta di un diritto che fa
parte di quel nucleo minimo di prerogative che debbono essere assicurate al soggetto che
si trovi a contatto con l’autorità giudiziaria). Gli avvertimenti all’arrestato debbono
essere fatti necessariamente, a pena di nullità dell’arresto. L’arrestato ha, quindi, diritto
di rimanere in silenzio, cioè di non fornire all’autorità informazioni che possono essere
utili per provare la responsabilità, in quanto, ovviamente, è l’autorità che deve cercare
gli elementi necessari a tal fine. [All’arrestato, inoltre, debbono essere dati ulteriori
avvisi, eventualmente, se l’arresto viene convalidato e viene scelto il processo per
direttissima].
2) In genere, vengono poi ascoltati gli operanti che hanno eseguito l’arresto.
3) Dopodiché il giudice può prendere la sua decisione e scegliere se convalidare o meno
l’arresto.
4) Se il giudice convalida l’arresto, il soggetto, da quel momento, è libero (viene rimesso in
libertà)
5) Può causare però, come generalmente capita, che il pm, dopo la convalida, chieda al
giudice che venga applicata una misura cautelare. Questo avviene in genere quando si ha
il procedimento per convalida e giudizio direttissimo, che è un procedimento speciale
(dibattimentale) acceleratorio (il giudice, convalidato l’arresto, dipose dopo qualche
minuto precedersi con rito direttissimo: in questo modo si salta la fase delle indagini e si
va direttamente al giudizio). Una volta convalidato l’arresto e diposto procedersi con rito
direttissimo, comunque l’arrestato – divenuto oramai imputato (infatti una volta che si
procede con rito direttissimo è come se fosse orami esercitata la azione penale e si va a
uscito a dibattimento) – è libero. Il giudice deve avvertire il soggetto ormai imputato che
ha diritto, nell’ambito del direttissimo, di optare per un rito abbreviato premiale (il rito
direttissimo NON è premiale). Una volta ricevuto questo avvertimento, al soggetto
arrestato oramai imputato deve essere riconosciuta la possibilità di usufruire di un
termine a difesa, a pena di nullità, di un termine, cioè, riconosciuto per organizzare la
difesa. Se invece l’imputato decide di non scegliere un rito abbreviato premiale, allora si
svolge il giorno stesso o a distanza di pochissimi giorno il rito direttissimo (che è, come
visto, assai acceleratorio). Quindi vi è privo questa assimilazione legislativamente
prevista: quando si procede all’arresto si può in alcuni casi procedere con rito
direttissimo, salvo la possibilità dell’imputato di scegliere un rito abbreviato premiale
diverso.
6) Dopo la convalida, il pm può chiedere di sottoporre l’arrestato a misure cautelari.
Bisogna aver contezza del fatto che la convalida non comporta la continuazione della
privazione della libertà personale (la convalida riguarda il passato, in modo quasi
retroattivo: concerne la attività prima svolta). Se il pm ritiene che il soggetto, prima
arrestato, debba continuare ad essere limitato nella sua libertà personale, allora può
chiedere che siano applicate misure cautelari.
Una volta fatta la procedura di convalida, dunque, il pm può chiedere al giudice, se vi
sono i presupposti previsti dall’art. 273 e 274 del c.p.p., di applicare una misura
cautelare8 (cd. Domanda cautelare – art. 291 c.p.p.): si apre, così, il cd. Incidente
8
La domanda del pm è obbligatoria: il giudice NON potrebbe mai applicare una misura cautelare in autonomia, ma
serve la domanda del pm.
cautelare o incidente de libertate9; si parla di incidente perché è qualcosa che si insinua
nel procedimento principale: è quindi un procedimento collaterale che va in parallelo
rispetto al procedimento penale; solo in una prima fase i due procedimenti hanno degli
elementi di contatto. Quindi, il procedimento concernente le misure cautelari è un
procedimento a sé, con tra gradi (impugnazioni de libertate: primo grado, appello,
cassazione).
Nel concreto, ovviamente, vi è una continuazione ideale tra la vecchia limitazione
dell’arresto e la limitazione cautelare (nel senso che l’arrestato rimane sempre lì) (ma le
due privazioni sono ben distinte. Si tratta di due limitazioni diverse della libertà: solo
una volta terminata la prima, si potrà applicare la seconda).
Non vi è un giudice per la cautela: se siamo in fase di indagini, la misura può essere
chiesta al GIP; oppure, se siamo in fase di udienza preliminare può essere chiesta al
GUP; se siamo in dibattimento può essere chiesta al collegio o al giudice monocratico:
quindi, COMPETENTE A DECIDERE SULLE MISURE CAUTELARI È IL GIUDICE
CHE PROCEDE.
La domanda di misure cautelari deve essere esaminata dal giudice, che deve valutare se
vi sono gravi indizi di colpevolezza10a carico dell’accusato; qualcuno parla a riguardo di
probatio minor: non si tratta di prove vere e proprie, ma di gravi indizi; comunque, non
basta un minimo sospetto, ma si deve trattare di più indizi, particolarmente gravi e
debbono avere tra loro una sorta di concordanza; gli indizi debbono esser quindi
GRAVI, PRECISI E CONCORDANTI (v. art. 192 c.p.p., che detta i criteri di
valutazione della prova, i quali si applicano anche agli indizi).
Agli indizi, come presupposti della misura cautelare, si affiancano le cd. Esigenze
cautelari: le esigenze cautelari sono 3 (ma basta che ne sussista una – quindi, mentre
debbono esservi più indizi, è sufficiente che sussista una sola tra le tre esigenze
cautelari). Le tre esigenze cautelari sono elencate dall’art. 274 del c.p.p. e sono le
seguenti: pericolo di fuga, pericolo di inquinamento probatorio, pericolo di reiterazione
del reato. Il giudice deve verificare la sussistenza di una di queste tre esigenze 11.
Le esigenze camerali debbono avere determinate caratteristiche:
1. Attualità del pericolo
2. Il pericolo, oltre che attuale, deve essere concreto.
L’onere di dimostrare l’attualità e la concretezza del pericolo (due caratteristiche che
oggi sono state estese a tutte e tre le esigenze cautelari) grava su (?)
Va ricordato che la misura cautelare in carcere è la più grave, ma ve ne sono che altre
(es.: obbligo di firma). Il legislatore ha stabilito che la custodia cautelare in carcere, in
conformità al principio del minor sacrificio necessario, può essere applicata solo se le
altre misure cautelari, anche applicate cumulativamente, non sono in grado di soddisfare
le esigenze cautelari. Il giudice deve compiere una attenta valutazione e esaminare se vi
sono i presupposti per applicare la custodia cautelare in carcere e deve dar conto, nella
sua valutazione, della circostanza che l’applicazione della custodia cautelare rispetto il
principio del minor sacrificio necessario. Se il pm chiede la custodia cautelare in carcere,
il giudice può, sempre in conformità al principio del minor sacrificio necessario, anche
scegliere di applicare una misura cautelare meno grave (non si applica quindi il principio
di corrispondenza tra chiesto e pronunciato) (v. Art. 275 c.p.p.)

9
Tanto è importante il valore che si sta proteggendo, ossia la libertà personale del soggetto priva che vi sia stata una
condanna definitiva, che un intero libero del c.p.p. è dedicato all’incidente cautelare.
10
I gravi indizi di colpevolezza sono diversi dai gravi indizi di reato (i quali ultimi costruiscono presupposto per disporre
le intercettazioni). Per i processi più grossi la domanda cautelare consiste proprio in faldoni di intercettazioni: dunque,
dalle intercettazioni possono emergere gravi indizi di colpevolezza.
11
Nel 2015, il legislatore è intervenuto nella riforma del sistema cautelare, intervenendo anche sulle tre esigenze
cautelari.
L’art. 546 c.p.p. detta i requisiti della sentenza di condanna: se si mette a paragone
questo articolo con l’art. 292 c.p.p.,12 che detta i requisiti dell’ordinanza che dispone
l’applicazione della misura cautelare, ci si rende conto che l’art. 292 detta requisiti molto
più numerosi e dettagliati e questo in ragione della grave limitazione della libertà che
interviene nel caso della misura cautelare, che si applica prima della condanna definitiva.
L’art. 292 richiama in maniera quasi pedissequa già tutto quello che è scritto prima: al
giudice che deve applicare la cautela si chiede di rendere una decisone in maniera
autonoma. Si tratta della cd. autonoma valutazione del giudice, che è stato necessario
specificare nel 2015 – prima, il giudice, nel momento in cui rilevava la domanda
cautelare, per fare la sua ordinanza ex art. 292, si basava integralmente su quanto detto e
scritto dal pm, NON conducendo alcuna autonoma valutazione; dopo molte sentenze
della Cassazione, dal 2007 in poi, che avevano condannato questa prassi di “copiare e
incollare” dalla domanda cautelare del pm, il legislatore del 2015 è intervenuto a
modificare l’art. 292 c.p.p., stabilendo espressamente che il giudice deve dare una
valutazione autonoma rispetto a quanto gli è stato chiesto sulla misura cautelare, a pena
di nullità dell’ordinanza. In ordine, se il giudice non si è espresso in maniera autonoma,
l’ordinanza può essere annullata successivamente dal tribunale della libertà o del
riesame. Anche i criteri di scelta della misura debbono esser riportati nella motivazione:
il giudice deve spiegare perché, per esempio, ha scelto la misura cautelare in carcere in
luogo dell’obbligo di firma ecc. Inoltre, il legislatore del 2015 ha previsto che il giudice
possa cumulare misure NON omogenee, come misure interdettive e misure limitative
della libertà personale: questa possibilità è stata introdotta per evitare, a seguito le
condanne della Corte EDU, che si vada in carcere con tanta facilità.
L’ordinanza che dispone la misura cautelare viene notificata all’interessato (se
ovviamente l’interessato non parla a lingua, l’ordinanza deve essere tradotta, in
conformità con quanto previsto dalla CEDU, secondo cui chi vene privato della sua
libertà deve sapere perché).
Per limitare l’accesso al carcere, ad un certo punto, il legislatore ha stabilito che il
giudice deve valutare se le esigenze del caso concreto possano essere soddisfatte
applicando altre misure diverse dalla custodia in carcere, come gli arresti domiciliari con
impiego del braccialetto elettronico (o altri mezzi di controllo a distanza). Se il giudice
decidere di NON ricorrere a questa ultima misura ma di applicare la custodia in carcere
egli deve spiegarne i motivi (deve giustificare perché ha optato per la misura più grave;
il problema è che sovente la motivazione fornita dal giudice è che NON vi sono
abbastanza braccialetti elettronici).
Il giudice deve fornire la propria motivazione perché traduce il principio di riserva di
giurisdizione art. 13 cost. già l’art. 292 cpp prescrive i requisiti dell’ordinanza cautelare
a pena di nullità, in generale per i provvedimenti del giudice è l’art. 25 cpp devono
essere motivati a pena di nullità. tutti i requisiti contenuti nell’ordinanza cautelare
devono essere previsti a pena di nullità.
Per reprimere gli abusi delle guardie carcerarie, mezzo di impugnazione tipico della
misura cautelare che è l’esame art. 309 c.p.p. (verificato 273 c.p.p. colpevolezza,
pericula libertatis 274 c.p.p.: di fuga, reiterazione del reato e inquinamento della prova,
rispettato criterio di idoneità della misura 275 c.p.p. criteri di scelta della misura, ogni
misura deve essere proporzionata all’entità del pericolo e al reato avverso, la custodia
cautelare in carcere costituisce sempre l’extrema ratio se le altre misure non risultino
adeguate al caso di specie) ordinanza poi notificata all’interessato e al difensore, inizia
l’incidente che consente che il soggetto possa essere privato delle sue libertà e abbia il

12
Studia dall’articolo
diritto di esercitare una serie di prerogative, deve sapere il motivo per cui lo si sta
privando delle sue libertà art. 5 Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
1. Primo diritto è che il soggetto deve avere contatto con il giudice davanti al quale può
decidere di rendere interrogatorio, in questa fase vi sono gli avvertimenti previsti
dall’art. 74 c.p.p. e può optare per il silenzio;
2. ora si sta pensando di introdurre il contatto prima dell’applicazione della misura
cautelare (nella fase provvisoria), dopo aver preso visione dell’ordinanza di
motivazione le possibilità di sottoporre al giudice le proprie lamentele rispetto a
quanto scritto sono già nell’immediatezza dell’applicazione della misura si fa istanza
di sostituzione o revoca della misura 299 c.p.p. che può essere presentata in ogni
tempo dall’imputato, non è mezzo di impugnazione ma meccanismo che consente al
giudice di controllare o ricontrollare che sussistono ancora esigenze cautelari che
devono essere sempre concrete e attuali. La richiesta deve essere presentata a pena di
inammissibilità dell’istanza anche alla vittima.
Il giudice può utilizzare il 299 c.p.p. di sua sponte per sostituire o revocare quella
misura in quanto illegittima per tutelare i diritti fondamentali.
Sistema autonomo di impugnazioni solo nell’incidente cautelare come se fosse un
miniprocesso che si instaura nel processo (incidente), le impugnazioni avverso i
procedimenti privativi della libertà personale, dopo la notifica decorrono 10 gg per
meccanismo di impugnazione che è il riesame art. 309 c.p.p.13 che può essere
presentato solo dall’imputato o difensore (il pm ha già chiesto la misura può solo
partecipare ma non chiederlo in virtù del principio del contraddittorio) creato per
dare attuazione a livello interno all’art. 5 CEDU di controllo di legittimità e di merito
anche assicurato in tempi brevi, entro la quale si può presentare l’istanza di riesame
che viene presentata ad un tribunale istituito apposta per tutela della libertà personale
(tribunale della libertà/delle libertà/riesame); altro meccanismo di impugnazione è
l’appello art. 310 c.p.p.14 (chiesto sia dalla parte che pm) avverso i provvedimenti
diversi da quelli che applicano la misura (avverso il provvedimento che applica la
misura cautelare SOLO RIESAME) ad esempio per fare appello alla sostituzione o
revoca ex art. 299 c.p.p. ad istanza di parti o d’ufficio.
Si può fare ricorso per Cassazione per il riesame ex art. 311 c.p.p.
Se istanza di sostituzione o revoca e rigettata si può procedere all’appello e infine
art. 311 c.p.p. ricorso per Cassazione.
Problematiche: qui istanza direttamente al tribunale della libertà 15, se si impugna una
sentenza va depositata nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento e
trasmetta l’impugnazione e primo e secondo grado al giudice di impugnazione,

Se il giudice non accoglie l’istanza del pm per la misura cautelare, può impugnarla
ma non può utilizzare il 309 c.p.p., può però fare appello avverso il diniego del
giudice art. 310 c.p.p. se a seguito di appello del pm viene applicata la misura
cautelare dal giudice (tribunale della libertà) non si può fare riesame ma si può
andare solo in Cassazione 311 c.p.p.
Il termine è 10 gg dalla notifica per agevolare l’impugnazione diversa per soggetto
privato e difensore tutti e due possono presentare il riesame, se difensore ha ricevuto
la notifica dopo vale il secondo termine. una volta ricevuta la domanda i termini a
13
Studiati il 309 c.p.p. importante!!! Termine per presentare domanda, giudice competente, meccanismo, tipi di
decisioni, diritti delle parti, chi sono le parti. Il riesame si può chiedere solo se la misura è COERCITIVA, non interdittiva.
14
Fuori dai casi del 309 c.p.p. dunque per tutto il resto dei provvedimenti diverso da quello applicativo.
15
Tribunale collegiale 3 giudici esempio di competenza funzionale perché il codice ha istituito questo collegio per
svolgere queste funzioni, in ogni capoluogo il tribunale del riesame non è presente in tutti i capoluoghi di provincia ma
solo dove ha sede la corte d’appello o sede distaccata della Corte d’appello. il tribunale del riesame di Viterbo è a
Roma per la sede della corte d’appello.
pena di decadenza della misura, prima di tutto si deve procurare gli atti utili ai fini
della decisione:
-istanza di riesame si può presentare anche senza motivi se vi sono gli estremi per
individuare il provvedimento (giudice, data, ecc.)
-udienza posso presentare delle memorie

Mezzo di impugnazione dell’esame è un mezzo devolutivo a prescindere dai motivi


il giudice può analizzare tutto il provvedimento a prescindere da quanto richiesto,
devoluta tutta la questione relativa alla privazione della libertà. 16

L’appello è un mezzo parzialmente devolutivo nel senso che quanto viene richiesto
di analizzare sarà fatto tantum devolutum quantum appellatum solo questioni
indicate nei motivi di appello.

RIESAME
Il presidente del tribunale chiede che sia dato l’avviso di impugnazione a chi ha
emesso la misura (GIP) che entro il quinto giorno deve trasferire tutti gli atti (anche
quelli a favore del soggetto). Deve revisionarli e verificarli, proponendo un riesame
anche nel merito e non solo legittimità. Comma 6 riesame anche dei motivinon
solo. L’imputato può chiedere di comparire personalmente. Comma 7 competenza.
Profili oggettivi e soggettivi dell’impugnazione.
Profili soggettivi: il riesame lo può fare solo il soggetto che è sottoposto a misura e
può chiedere di partecipare all’udienza (eventualmente anche richiesta di essere
tradotto davanti al giudice se in un’altra circoscrizione). Il pm se vuole può
partecipare, non è obbligatorio e interloquire durante l’udienza. Il difensore può
presentarsi.

Procedimento in camera di consiglio con la partecipazione di tutti i soggetti che


devono essere avvertiti, gli atti ricevuti al massimo entro 5 gg (dall’applicazione
della misura) dal tribunale del riesame rimangono a disposizione del difensore che
può prenderne visione e copia. In questa udienza il tribunale del riesame dovrebbe
aver analizzato gli atti e ascolta le parti, se il soggetto privato dalla libertà partecipa
(anche a distanza) e può interloquire con il tribunale. La concessione deve essere
presa entro 10 gg e per assicurare il diritto alla difesa la riforma del 2015 ha
introdotto il comma 9bis entro tot giorni l’imputato può chiedere che la data
dell’udienza sia differita da minimo di 5 a max di 10 gg se giustificati motivi per
analizzare al meglio la domanda (richiesta di riferimento). il comma 9 spiega cosa
può fare il tribunale del riesame 17 dopo aver verificato l’ammissibilità della richiesta
e poi può decidere se confermare, riformare o annullare l’ordinanza che ha adottato
la misura cautelare.
Il tribunale del riesame può annullare il provvedimento impugnato o riformarlo
anche per motivi diversi da quelli per i quali è stato impugnato (nei limiti di applicare
una misura peggiore della precedente), la annulla (termine perentorio) se la
motivazione manca o non contiene l’autonoma valutazione a norma del 292 c.p.p.
All’ultimo comma se riforma la misura, se ordinanza liberatoria è immediatamente
esecutiva (=se decide di confermare la misura ma per conoscere le ragioni della
conferma da parte del tribunale della libertà occorre attendere) comma 10 sanzioni se
non rispettate le cadenze temporali per la decisione del riesame l’ordinanza perde

16
Domanda chiesta all’esame.
17
Domanda chiesta all’esame.
efficacia e non può essere rinnovata, salvo specifiche esigenze
(eccezionali)18riforma del 2015.
Oggi si sono stabiliti dei termini anche troppo lunghi si è stabilito che il tribunale
deve depositare l’ordinanza motivata con stessi requisiti del 292 entro 30 gg dalla
decisione salvo casi in cui sia particolarmente complessa possibilità di ottenere una
proroga entro 45 gg.
Fase successiva 311 c.p.p. entro 10 gg contro gli art. 309 c.p.p. il pm, imputato,
difensore ricorso per Cassazione anche pm se provvedimento del tribunale
liberatorio, ha annullato la misura cautelare il pm può fare ricorso, se provvedimento
riformato l’imputato può fare ricorso. Ultimo comma art. 111 cost. avverso tutti i
provvedimenti privativi della libertà personale è ammesso il ricorso per Cassazione
non per tutti i motivi nel 606 c.p.p. si può fare per violazione di legge (concetto più
ampio)19. La Cassazione deve prendere la sua decisione entro 30 gg (ratio: tutelare la
libertà personale del soggetto).
La Cassazione può prendere diverse tipologie decisorie: può confermare la decisione,
può rigettare il ricorso o dichiararlo inammissibile o tra le decisioni favorevoli
annullare la decisione, annullamento di due tipi: senza rinvio quindi annulla il
provvedimento come se non fosse mai esistito (in caso di gravissime
violazioniimmediata liberazione dell’imputato) oppure può annullare con rinvio al
giudice che ha preso la decisione che è stata annullata (se investono il merito della
questione)diverso da quello che accade normalmente (627 c.p.p.) 20 gli atti vengono
ritrasmessi allo stesso tribunale della libertà, stessi giudici persona fisica (non si
tratta di decisione di merito).
Al quinto comma bis del 311 se annullata con rinvio ordinanza che ha disposto
misura coercitiva al giudice che deve decidere in 10 gg e riceve gli atti dalla
Cassazione e motivazione entro 30 gg qui non prorogabili qui sanzione se termini
non rispettati misura perde efficacia.

Secondo il codice Vassalli avviso comunicato 20 gg prima con la riforma Cartabia siamo passati a
30 gg prima

Il perito è il soggetto particolarmente esperto con alcuni connotati soggettivi deve essere come il
giudice imparziale, iscritto nell’elenco di ogni tribunale di soggetti particolarmente esperti anche
internazionali. Deve dire la verità, non deve avere interessi.
Non si può ritenere voce imparziale chi ha aiutato il pm a costruire le prove.
Il consulente invece non giura di dire il vero.
Esiste la tassatività delle prove? Per le prove innominate il giudice deve proseguire la procedura
prevista.
Se perizia le parti possono chiamare i propri consulenti, se testimonianza hanno la possibilità di
contraddire.

Il codice indica che se c’è un problema di prova scientifica occorre procedere con perizia e
nominare un perito avendo cura di precisare che il perito deve essere neutrale, non deve esser
parente, non avere alcun rapporto con le parti e può essere ricusato dalle parti (a differenza del
teste), il giudice ha l’obbligo o potere di disporre perizia? Se e quando una disposizione normativa è
articolata sul dispositivo o imperativo senza riferimento al quo è una norma che impone o consente
18
Se atti non seguono le cadenze perde efficacia, da studiare fino all’ultimo comma.
19
Anche per illogicità della motivazione, incongruenze varie.
20
Nel caso della sentenza si rinvia alla stessa sezione ma in composizione diversa.
un comportamento? Lo imponese verbo all’indicativo si deve intendere come all’imperativo (non
ha tuttavia una sanzione disciplinare).
Qui la perizia non è stata né richiesta né svolta, il consulente è un succedaneo della perizia? È
necessario il contraddittorio tra consulenti/periti e tassatività delle prove se il giudice non rispetta la
tassatività, procede a prova non prevista da legge, ma non segue la procedura, nega il
contraddittorio per la prova, allora il metodo risulta sofferente.
Violazione del diritto sostanziale della difesa al proprio apporto scientificoultima parola al perito
che ha sempre ragione, se il giudice dissente dal perito ne può nominare un altrogerarchia di
valutazioni. Il perito è una sorta di giudice ad actum che deve essere imparziale e può essere
ricusato.

Dolo eventuale nel tentato omicidio? non è possibile se è compiuto con dolo eventuale si tratta di
atto inidoneo.

Controllo di motivazione
Questo esperto ammette che il soggetto non aveva partecipato all’agguato altrimenti avrebbe avuto
una contaminazione ben maggiore, il pm chiede se sia stata casuale e ammette di sì.

Caso Catania-non sufficiente l’imparzialità fattuale, ma anche l’apparenza di imparzialità.

Vicenda Pupino: Italia condannata perché giudici non applicavano direttamente le direttive
disapplicando la normativa interna.

Cassazione sul Caso Regeni: Per i soli imputati di tortura si può procedere senza le regole del giusto
processo che dovrebbe essere un diritto inviolabile. Il processo esige che vi sia un giudice terzo ed
idoneo, partecipazione fisica, informarlo che si procede nei suoi confronti. Se gli imputati si
presentassero ricomincia tutto come fosse un processo di prova. Sentenze condizionali senza
difensore nominato ma d’ufficio, senza imputato, si fa tutto il processo. Gli atti processuali
formatisi in assenza dovranno essere rinnovati ovvero è sufficiente leggerli e entrano nel processo?
Del giudice si può dubitare solo in anticipo, se si è pronunciato non si può più farlo.
Inidoneità di un magistrato conosciuta dopo la decisione lo rende inidoneo ora per allora oppure no.
Il sistema di verifica della capacità del giudice non conosce meccanismi posteriori alla decisione
(CEDU ci ha condannati caso Sant’Angelo dicendo che il condannato può eccepire l’inidoneità del
giudice anche in carcere).

Giudice idoneo: requisiti costituzionali del giudice.


Controllo non solo preventivo ma successivo sui giudici, della polizia giudiziaria.

La vicenda catanese è emblematica perché il giudice aveva manifestato le sue opinioni politiche e
poi aveva partecipato ad un collegio chiamato a esprimersi proprio su quella materia per la quale
aveva manifestato. Giurisprudenza magistrato ha i diritti fondamentali e libertà di manifestazione
del pensiero, sciopero, manifestazioni opinioni politiche però devono esserci dei rimedi nel
processo.
La parte non può scegliersi il giudice i principi costituzionali non sono patteggiabili dalle parti
corte costituzionale 113 del 2000.
Se il motivo di contestazione è di natura politica, si finisce per avere la scelta del giudice qualora si
scelga una certa data.
Occorre non solo avere strumenti che assicurino l’imparzialità, ma anche un controllo effettivo
sull’imparzialità. Art. 7bis e ter dell’ordinamento giudiziario soprattutto il pm che entro un certo
termine deve individuare quando si svolgerà l’udienza.
Il problema della scelta coinvolge anche il presidente dell’ufficio giudiziario che assegna al giudice
monocratico/collegio un determinato processo.
Corte europea ha un potere di interpretazione formale, mentre la Cassazione no.

Problemi per imparzialità:


1. Meccanismo di controllo gerarchico La Corte europea dice nella sentenza contro
l’Islanda: divieto controlli gerarchici sull’autorità (il giudice deve decidere da solo, nessuno
può dirgli di celebrarlo comunque se non è imparzialemeccanismo di astensione: chiede al
presidente dell’ufficio presso cui presta servizio e il presidente decide con decreto motivato
se può celebrarlo o no; le parti poi hanno la possibilità di ricusare il giudice, si chiede di
sostituirlo). Controlli non esterni (indipendente dai poteri dello stato) né interni.

2. 283/2000 corte costituzionale: Solo se imputato è lo stesso allora ne bis in idem per
inimicizia soggettiva però anche se processi diversi è già venuto a contatto con il fatto,
stessa questione, conoscenza di atti (che si deve formare in contraddittorio tra le parti
altrimenti diventa scienza privata del giudice). si passa ad una gestione del fatto del processo
che costituisce un grado ulteriore dell’imparzialità. Pari valore giuridico all’interno della
Convenzione.

o Presunzione di innocenza: Corte europea imparzialità serve a tutelare la presunzione


di innocenza come colpevole o sospetto di reato prima che un giudice con
competenza lo abbia accertato non solo ad autorità pubbliche ma anche ad un
giudice. in tutti gli atti pubblici come innocente, divieto di conferenza stampa che
tratta come colpevolesi può ricusare un giudice motivazioni, ammettere o no i
testimoni, ecc. se non trattamento da innocente fino alla fine non è imparziale.
Sezione unite recidiva reiterata (recidiva del recidivo) se dichiarato già recidivo
semplice da un giudice dopo se si commette altro reato il giudice ti può dichiarare
recidivo reiterato, le sezioni unite non serve dichiarazione recidivo semplice, il terzo
giudice ritiene ora per allora che già c’erano i presupposti per recidivo semplice per
cui si affibbia la recidiva del recidivo. La corte europea questo lo vieta, condanna
perché qualcuno sulla base di procedimenti pendenti ha subito un aumento di pena
(aggravante perché commesso un fatto anche se processo ancora pendente) si viola la
presunzione d’innocenza, stessa cosa nella commisurazione della pena.
o Imparzialità apparente: collegio giudicante a Sassari ma pensionamenti, morti e
gravidanze no collegio bisogna spostare la competenza in un’altra sedeCorte
d’appello più vicina, ma bando magistrati della Sardegna fuorché i sassaresi.
Problema grande, non per il codice che indica solo l’imparzialità nei confronti
dell’imputato non per il processo. Almeno l’imparzialità apparente è venuta meno
ma lo diceva anche la corte costituzionale e Cassazione che l’avevano prevista nei
processi ai magistrati (no collega d’ufficio anche no inimicizia ma frequentazione)

3. Gestione della provano ricusazione del giudice che ha già celebrato il processo sulle
stesse prove.
Altra questione è chi è soggetto a imparzialità se giudice singolarmente considerato, collegio, ecc.
In Germania aereo dirottato può essere abbattuto diritti fondamentali sono indisponibili.
Il fatto che le parti possano ricusare fa parte del diritto di difesa quando il giudice non è stato
autorizzato a astenersi.
Diritto al contraddittorio, al controllo effettivo che non spetta alla parte decidere.
Nell’ordinamento statunitense è possibile rinunciare a qualsiasi diritto, patteggiare, ecc. da noi
anche per il patteggiamento serve un intervento del giudice (è possibile la revisione sulla base
dell’accertamento del vizio della volontà).
Si pongono dei problemi rispetto ad un processo che dovrebbe essere accusatorio, mentre dal
momento che è possibile la revisione del patteggiamento e altre condizioni diventa quasi
inquisitorio.

Es. Vilfredo Vitalone sotto processo a Montepulciano per truffa nel giro di partite a poker ricusa il
magistrato di Montepulciano e a cascata tutti i giudici della provincia di Siena, della corte d’appello
di Firenze fino a Bologna.

Revisione si può fare anche per dimostrare il fatto processuale non solo perché sei risultato
innocente.

Competenza a giudicare i magistrati: art. 11 c.p.p. in alcuni casi deve essere trattato in modo
diverso, in altri casi no. Genova non si possono indagare i poliziotti con i poliziotti (appartenenza di
categoria).
Il fatto connesso segue il caso di specie (se persona collegata con il magistrato).

Competenza funzionalechi ha il potere di giudicare una certa persona.


I poteri sono legali e predeterminati, se non competente il giudice non può celebrare il processo.
Statuto del processo al magistrato competenza funzionale, manca il potere di giudicarlo, nullità
assoluta e insanabile in ogni stato e grado del processo fino in Cassazione.

Secondo il codice: questioni di imparzialità a inizio udienza con termini brevi (rito formale,
tempestività se no poi la sentenza non è nulla); poi se giudice non ricusato la sentenza non è
invalida, non nullità rispetto all’imparzialità. Secondo limite è la tassatività: atti incompatibilità,
astensione, ricusazione altrimenti solo il giudice per ragioni di opportunità. Oggi tipicità nella
sostituzione del giudice, se riscrivessimo la norma forse fattispecie atipica.

Aula d’udienza III sezione penale corte d’appello

Improcedibilità riforma Cartabia

Competenza non a Catanzaro ma a Reggio Calabria e processo recuperato a Salerno, allora tutto
dovrebbe essere nullo o inesistente (qui traslazione geografica).
La Cassazione dice che le norme di garanzia sono per l’ufficio del giudice non giudice persona
fisica.

Processo sulla strage di Viareggio: a volte l’errore mette in dubbio l’esistenza dell’avvocato.
L’avvocato non è tenuto al segreto (purché non commetta reati).
Immanenza della parte civile, e se viene estromessa? In questo processo sono più le parti civili che
gli imputati. Le parti civili le chiamano eventuali.
Nel provvedimento la prima presidente

525 c.p.p. l’unica disposizione del codice che contempla la nullità speciale assoluta (atti non
tradotti)21, le altre sono nullità insanabili di ordine generale. Nel processo penale ce ne sono una
ventina (sparpagliate nelle normative speciali a tutela del bilinguismo), nel codice una. 22
21
È stata introdotta la regola della traduzione per gli abitanti di Bolzano di traduzione degli atti anche in tedesco, per gli
italiani se atti in tedesco no.
22
Si può sostituire con atto interno di natura amministrativa alla legge codificata. Questo decreto è immediatamente
esecutivo significa che normalmente questi provvedimenti rimangono sospesi in attesa di approvazione (Consiglio
superiore della magistratura che li deve approvare), tuttavia non si capisce quale sia l’urgenza se l’udienza è a
ESEMPIO: Omicidio con rito abbreviato sequestro cellulari e mantenuti in sequestro nonostante già
esaminati dai consulenti del pm che ne hanno rilasciato copia forense (teoricamente secondo
originale)23, l’imputato comunica ai suoi difensori e al fratello che lui quella mattina di Natale non
poteva essere sul luogo dell’omicidio ma stava a Vico perché aveva preso un cane di grossa taglia…
() quindi si era fatto accompagnare da un amico appuntamento su WhatsApp ma nella copia forense
non ce n’è traccia. Quando sorge fondato motivo di ritenere che la copia forense da soggetto
neutrale, esattamente identica all’originale sia incompleta il difensore (anche nell’abbreviato si
cerca la verità).

Art. 111 cost. imputato ha diritto ad ogni altro elemento a lui favorevole: il giudice prova non
consentita e tardiva -sentenza di 90 pag. se emerge una qualunque prova favorevole prima della
chiusura del dibattimento il giudice la deve acquisire e se richiesta dalla difesa e il giudice non lo
prende in considerazione ed entra nella camera di consiglio, allora deve uscire dalla camera di
consiglio, entrare in dibattimento e acquisire la prova anche in appello.
Si può superare un rifiuto per invalidità della prova, ma occorre dimostrare che sia stata costruita
una prova falsa.
L’onere della prova bussola/prognosi per orientamento dei comportamenti processuali (il giudice ha
solo compiti e doveri, ha poteri non oneri) comportamento vincolato del soggetto tenuto per
ottenere un comportamento favorevole, il pm è interessato, il giudice no perché deve essere
disinteressato.
La prova piena d’accusa porta alla condanna, il dubbio porta alla assoluzione (rischio c’è sempre
però che il giudice ritenga certa l’imputazione).

Art. 27 cost. presunzione di non colpevolezza (esclusione di responsabilità che potrebbe essere stato
compiuto in presenza di scriminanti)
Questa è molto più garantista anche se fatto commesso, non viene condannato.

Art. 6 convenzione presunzione di innocenza (esclude qualunque collegamento di natura eziologica,


causale) meno garantista a livello europeo (direttiva sull’attuazione di presunzione di innocenza va
bene finché non svuoti le garanzie costituzionali, non deve svuotarle).

Cause di giustificazione di chi è l’onere della prova? Il pm o imputato? Se si prende in


considerazione il principio di non colpevolezza sarà il pm.
Costui è stato ascoltato su altri temi di prova, il quesito dei difensori è sapendo che il processo ha un
oggetto particolare.
Non è mai considerato prova nuova nella revisione la ritrattazione di testimone che aveva parlato
prima (strumento alla valutazione della prova già in atto).
È necessaria una prova autonoma, nuova.

Accusa
Situazione probatoria
Rimedi (vizi rimediabili?)

dicembre. La presidentessa rende esecutivo un decreto non controfirmato da nessuna autorità sostituendosi al CSM
(dunque può essere annullato). Se la composizione dei collegi deve essere fatta secondo le tabelle (organico, criteri di
anzianità, accoppiamenti, deve fare udienza dalle 4 alle 6 volte in Cassazione).
Se il giudice idoneo, terzo, imparziale deve essere noto in anticipo si può cambiare in corso d’opera? Alle udienze
successive ne cambiano uno o due, invece che successive qui eventuali.
Il difensore sa che rimarrà nel collegio solo uno dei giudici con cui ha discusso (collegialità della decisione? O solo chi è
sempre stato presente? Quali potrebbero essere le conseguenze?))
23
Copia integrale del telefono o di comodo
Secondo la riforma Cartabia per proporre impugnazione anche il ricorso per Cassazione occorre una
nuova nomina (incentivo al falso, infatti, il cliente modello firma fogli in bianco e lascia al
difensore) disposizione subito, la motivazione incarico di impugnare in epoca successiva al deposito
della sentenza. L’elezione di domicilio ai fini delle notifiche, per tutte le tipologie processuali che
vogliono la partecipazione almeno potenziale dell’imputato elezione di domicilio.
La nomina rimane, mandato specifico per impugnare, parti civili o in proprio non hanno diritto
all’avviso ma se non vi sono le notifiche non è necessaria l’elezione di domicilio secondo Gaito.
Dopo la Cassazione anche nella fase di merito cioè nell’esecuzione è appannaggio del pm
precedente e giudice che ha emesso il titolo esecutivo (ultimo provvedimento sostanziale sul tema
del decidere, se solo confermativo è il penultimo).

Neanche il giudice d’appello può decidere sui verbali occorre far riferimento alla fonte, il racconto
mediato da altro giudice o cancelliere non è idoneo a soddisfare il requisito della conoscenza diretta
della prova.

Art. 581 e 601 c.p.p.


Art. 581 è norma d’ordine generale quindi si applica anche in Cassazione, vi è una problematica
Contrasto tra generale e speciale la Cassazione erroneamente dice che prevale la norma generale lex
specialis derogat generalis.
Nel 581 cpp è cambiato, stabilisce una serie di requisiti che sono richiesti per proporre
impugnazione dei capi della sentenza che si vuole contraddire, occorre individuare in maniera
chiara l’oggetto, delle prove e di come sono state utilizzate (sommario), richieste mezzi istruttori,
potere si consuma quasi del tutto in primo grado, in secondo grado mezzi istruttori molto ridotti se
assoluzione poi in secondo grado condanna allora il pm può sentire il testimone, poi motivi per cui
si ritiene che la sentenza sia errata art. 546 lett. e) requisiti della motivazione, riforma che ha
richiesto che la motivazione della setnenza di primo grado dettagliata e specifichi i motivi per cui
non si deve tener conto della difesa dell’avvocato.
Commi:
 1-ter: atto impugnazione e parti private dei difensori deve essere data elezione di domicilio
primo grado, appello e in quanto norme applicabili forse anche alla Cassazione. Tutte le
parti, anche civili devono capire dove effettuare le notificazioni (dell’atto di citazione)
La norma generale impone solo in primo grado, al massimo in casi speciali in appello si
deposita l’atto di citazione. Allora se questo atto che in Cassazione non esiste questa norma
generale non può prevalere sulla norma speciale dell’elezione di domicilio. Poi i giudici
dicono che è necessario che ci sia elezione di domicilio perché la cancelleria di Cassazione
potrebbe dover contattare l’imputato in caso di morte sopravvenuta del difensore, ossia
obbligo per tutti i difensori.
 1-quater

Art. 601 cpp : norma speciale per il giudizio d’appello, stabilisce come debba essere fatto il decreto
e non contempla l’avviso per l’imputato ricorrente.

Il paradosso del comma 22 film/libro


Anche art. 7-bis del penitenziario: L’articolo presenta le regole per avere il giudice idoneo e indica
che l’inosservanza delle regole che precedono non è mai causa di nullità.

A Genova Mario Sossi magistrato sequestro e scambio con detenuti appartenenti al gruppo dei
sequestratori, il procuratore generale si impegna una volta che il magistrato fosse stato liberato dai
brigadisti, viene liberato il magistrato e non i brigadisti.
Generale Dozier sequestro nell’81, accordo sequestro.
Requisiti per cui un processo è equo e giusto:
 giudice idoneo: naturale, precostituito, imparziale, terzo (requisiti introdotti nell’art. 111
cost. dicembre ’99) non deve avere interessi, non prevenuto; il giudice deve essere soggetto
solo alla legge, distanza dagli altri poteri dello stato.
 prova favorevole all’imputato disponibile sia raccolta in ogni momento del processo senza
preclusioni di comodo; accusa/difesa principio del contraddittorio, immediatezza, contatto
diretto tra giudice e prova : il giudice della decisione deve essere lo stesso che si è occupato
di sentire i testimoni, ragionare sulle prove, in tempi ragionevoli delibera immediatamente
dopo la fine della discussione (nessuno si può introdurre, influenzare il suo operato)
principio di incentrazione (udienza dovrebbe essere unica, se non si riesce a concludere
tutta l’attività processuale occorrerebbe fissarla al giorno successivo, ecc.) . Il diritto al
silenzio, presunzione di innocenza (specificazione di garanzie dell’imputato che non è
tenuto a difendersi, non ha l’obbligo di collaborare alla sua condanna ma lo stato e il pm
(proprio per il fatto che è accusa e terzo imparziale giudice)
 controlli che non siano apparenti, efficaci e produttivi: l’imputato gode della presunzione di
non colpevolezza art. 27 cost., il dubbio determina assoluzione, certezza di responsabilità
determina condanna, a favore dell’imputato lo ritroviamo nell’art. 533 c.p.p.; Controllo
anche enfatizzato dalla Corte EDU,

Nell’art. 111 cost. connotati anche della prova nel suo momento dinamico finale comma 3 imputato
ha diritto all’assunzione di ogni altro elemento a suo favore pietra tombale sul principio di
tassatività del codice, al di là delle prove ogni altro elemento è significa che vi è una dilatazione dei
mezzi di prova e soprattutto si dice, non può mai essere utilizzata contro l’imputato un soggetto che
si è sottratto al confronto con l’imputato, questo esalta la funzione del contraddittorio
(contraddittorio per la prova), prima si criticavano le prove del pm e polizia, passaggio
contraddittorio sulla prova a per la prova (oggi vi sono tutti e due).
Processo accusatorio, in contraddittorio e orale.
Oralità in Cassazione sta diventando sempre più un’eccezione possibilità ai difensori, nel codice
non si menziona ma si pretende l’autosufficienza del ricorso (l’atto di parte che vuole ottenere un
controllo efficace deve documentare tutto ciò che afferma nel proprio scritto difensivo (se tuttavia
vi è un limite di pagine per accuse plurime, diversi imputati, ecc. con riserva di rimando ad
allegati). Nel processo civile fascicolo di parte inserire solo punti a favore, nel processo penale
fascicolo è uno solo e lo tiene la cancelleria del tribunale, le parti non possono aggiungere nulla,
inutile riprodurre tutti gli atti.
Condanna per decreto, giudizio abbreviato e patteggiamento, lì il contraddittorio è limitato, risulta
amputato. Su due pilastri ci sono delle eccezioni.
Art. 34 ss critica anticipata del giudice sfuggono ipotesi in cui il giudice occulta la propria
inidoneità e emergono successivamente.

IMPUTAZIONE
Formulazione dell’addebito da parte del pubblico ministero che troviamo codificata ad una lettera di
una disposizione lett. b) art. 417 c.p.p. ha una serie di problematiche che giungono sino in
Cassazione. Occorre analizzarla durante tutto il processo, attorno all’imputazione art. 187 c.p.p. si
vede che l’imputazione è l’oggetto di prova, si può esercitare il diritto alla prova relativamente ai
fatti indicati nell’imputazione. L’imputato deve sapere perché si decide di dover celebrare un
processo nei suoi confronti anche in maniera dettagliata, l’imputazione gli consente di esercitare le
sue prerogative in un certo modo ossia la qualificazione giuridica che deve essere necessariamente
contenuta nell’imputazione, bisogna individuare il fatto materiale poi la condotta deve essere parte
della fattispecie penale incriminatrice (a quella fattispecie determinata, tuttavia i confini possono
essere labili come tra furto e rapina). Il pm formula il capo di imputazione secondo i requisiti
indicati nella lett. b) enunciazione in forma chiara e precisa del fatto, circostanza aggravante, misure
di sicurezza con indicazioni di articoli di legge. Disposizione riduttiva ma sono legate una serie di
conseguenze, il pm è obbligato (non prevista la sanzione per il pm rischio di imputazioni generiche,
non c’è scritto a pena di nullità, problema diritto di difesa art. 178 lett. c) c.p.p.). E’ necessario che
sia fatta in maniera chiara e precisa non solo per l’imputato, ma anche per il giudice, anzitutto
quello dell’udienza preliminare. Si parla della impossibilità del giudice di intromettersi se si accorge
che l’imputazione non è chiara e precisa, il pm art. 112 cost. obbligato alla persecuzione penale
deve investire il giudice della domanda e preliminarmente deve formulare l’imputazione, indicare al
giudice quello per cui si deve procedere in questa modalità. Le Sezioni Unite Battistella hanno
stabilito che quando il pm non ha formulato in modo chiaro e precisa il giudice può suggerire al pm
di modificarlo e anche come modificarlo, il problema è che non è più un giudice imparziale (come
se si ritornasse al giudice istruttore). La procedura corretta sarebbe la restituzione degli atti al pm
qualora non ci sia la forma chiara e precisa richiesta, dunque, comporta retrocessione dall’udienza
preliminare alle indagini. Questa retrocessione secondo la Cassazione era una perdita di tempo,
dunque, è stato recepito dalla riforma Cartabia nel codice all’art. 421 c.p.p., comma 1-bis art. 423
c.p.p. inserito decreto 150/2022 (riforma Cartabia) se il fatto, circostanze non indicati nei termini
corrispondenti il giudice invita il pm a operare le necessarie modificazioni, se permane vi sarà la
restituzione degli atti, pertanto si possono suggerire le correzioni da fare anche che aggravano il
quadro imputativo nei confronti dell’imputato. Questa questione arriva fino in appello. La corte
EDU in corrispondenza del fatto può essere esercitato il diritto di difesa, se imputato per un certo
fatto non posso esser condannato per altro, deve esserci la corrispondenza fino alla fine dal punto di
vista della qualificazione giuridica del fatto art. 521 c.p.p. l’imputazione può subire vicende
diversificate il GIP può chiedere di fare ulteriori indagini al PM e si può modificare il quadro
imputativo, conseguenze anche a livello di strategia difensiva, oppure il giudice può assumere delle
prove d’ufficio che ritiene necessarie per la sentenza di non luogo a procedere (a favore della
decisione liberatoria), durante l’assunzione di prove anche il giudice può fare domande (che
normalmente non avviene solo PM e i difensori dunque esame, controesame e riesame). Questa
integrazione probatoria integra le indagini, elementi inviati al GUP nel fascicolo, il GUP li analizza
poi analisi di discussione delle parti decisione o non luogo a procedere o rinvio a giudizio. L’attività
di integrazione probatoria art. 422 c.p.p. la finalità deve essere liberatoria, ciononostante da qui può
sorgere la necessità che l’impugnazione venga modificata. Il PM quando si rende conto che il fatto
non è quello che lui aveva identificato modifica.
Art. 423 c.p.p. primo caso di modifica dell’imputazione/addebito24 (riferimento artt. 516,517,518
c.p.p. nel rispetto anche dell’art. 521 c.p.p.): fase dibattimentale quasi giunta al termine il dominio
dell’attività teoricamente è il PM perché è il dominus dell’azione penale che deve investire il
giudice dell’accertamento, del fatto, possono accadere molte cose nell’udienza preliminare poi in
udienza dibattimentale si può aggiungere anche un altro capo di imputazione.
Ipotesi diverse di modifiche: il fatto diverso, fatto aggravato (circostanza aggravante in più), poi
fatto nuovo. Differenza nel regime consequenziale tra questi tre e il 423 c.p.p.

Fatto diverso: può essere contestato fatto diverso o reato connesso (fatto in più connesso a quello ab
origine contestato) allora il PM modifica l’imputazione. La stessa cosa vale per le disposizioni che
comportano l’applicazione di misure di sicurezza, si è sentita la necessità di introdurre il comma 1-
bis sempre per Battistella invito al PM a operare le modificazioni se il PM non lo fa

Fatto nuovo: il giudice autorizza la contestazione nell’udienza preliminare se il PM ne fa richiesta e


vi è il consenso dell’imputato nell’udienza preliminare (ossia stesso processo per il fatto nuovo) 25.

24
Domanda esame
25
Per il fatto nuovo sempre necessario il consenso dell’imputato oppure apri nuovo procedimento. La stessa cosa
avviene in dibattimento. Anche alla fine del dibattimento 518 c.p.p. fatto nuovo e sarà necessario il consenso.
Nell’udienza preliminare per la modifica dell’addebito sono legate una serie di prerogative per
l’imputato:26
1. diritto di chiedere un termine a difesa (tempo per preparare una difesa);
2. se viene contestato un fatto più grave, diritto a chiedere un rito alternativo premiale 27.

ASSENZA
Art. 420-bis c.p.p. ss28 l’udienza preliminare verifica sulla corretta costituzione delle parti, il giudice
deve verificare che l’imputato sia venuto a conoscenza del processo a suo carico e che in quella data
si sarebbe celebrata l’udienza (non venuto a conoscenza tramite un provvedimento di custodia
cautelare notificata). Prima si poteva celebrare il processo in contumacia poi condanne da parte
della Corte EDU anni 2003, 2004, 2005 (soprattutto 2005)29, la contumacia ha lasciato il passo
all’assenza, nel 2014 disciplina diversa30, con la riforma Cartabia nuovo regime: l’imputato deve
venire a conoscenza della data e ora del processo31 ora viene fatta solo una volta o udienza
preliminare o dibattimentale, l’imputato può partecipare o no, l’importante è che sia garantita la
possibilità, siano garantite le condizioni per parteciparvi32. Il giudice quando può procedere in
assenza?
1. Se vi è stata la notifica dell’atto a mani proprie;33
2. Se ha espressamente rinunciato a comparire o rinuncia a far valere l’impedimento (es.
malattia);
3. Comma 2 ritiene altrimenti provato che lo stesso ha effettiva conoscenza della pendenza del
processo (non della data)34 e che la sua assenza all’udienza è dovuta a scelta volontaria,
altrimenti provato atti compiuti prima dell’udienza (nomina difensore e altre circostanze
rilevanti)
4. Dichiarato latitante;35
26
Domanda esame; potenzialmente la modifica potrebbe essere favorevole all’imputato se minor pena, però deve
avere il tempo di preparare la sua difesa.
27
Sono intervenute delle declaratorie di illegittimità costituzionale (note degli articoli guarda sotto) perché
l’aggravamento può intervenire già nell’udienza preliminare fino alla fine del dibattimento, si può decidere di essere
giudicato dal GIP senza ulteriori approfondimenti con giudizio abbreviato oppure di essere giudicato nell’udienza
preliminare, ma con integrazione probatoria. Si può chiedere come rito alternativo premiale: giudizio abbreviato,
patteggiamento o sospensione del processo. Anche quando si è arrivati alla fine del dibattimento si trova nelle note
degli articoli (restituzione di prerogative che aveva nell’udienza preliminare ossia chiedere rito alternativo premiale
perché si presuppone che il PM non abbia fatto indagini complete perché è impossibile che si contesti un reato
connesso o diverso a fine dibattimento poteva essere contestato anche prima e l’imputato poteva fare le scelte anche
rito alternativo all’udienza preliminare, se questa patologia addebitabile all’incompletezza delle indagini fatte dal PM
l’imputato ha diritto a essere reintegrato nelle sue prerogative per ottenere uno sconto di pena), dunque
trasformazione del giudizio ordinario che a causa della modifica dell’imputazione si trasforma in giudizio speciale. I
giudizi speciali premiali consentono in cambio di risparmio di tempo che se si è celebrato il dibattimento non c’è con
manifestazione di volontà dell’imputato si chiude in fase di udienza preliminare salta la fase dibattimentale, idem il
patteggiamento (accordo tra PM e imputato non sulla responsabilità ma sulla pena su richiesta delle parti non
indicazione di responsabilità) anche davanti al GIP; tuttavia, il risparmio di tempo non si ha se viene chiesto al termine
della fase dibattimentale. Il rito alternativo può essere chiesto nell’udienza preliminare..
28
Vedi Caso Regeni
29
Regimi estemporanei restituzione del termine per impugnare l’assenza
30
Fino al 2022 oggetto di chiarificazione da parte delle Sezioni Unite che ha ammesso delle problematiche nella
disciplina.
31
Corte EDU un conto conoscere che ci sono indagini, provvedimento cautelare, conclusione indagini un altro giorno,
data, ora presentazione in udienza
32
Tante sentenze della Corte EDU.
33
Prima anche marito, moglie, cugino notifica regolare allora contumacia.
34
Si torna ad un regime preriforma del 2014; si ignora la modifica lett. a) sulla notifica in mani proprie ma viene
svuotata della sua importanza poiché si attribuisce al giudice il potere di operare la verifica sulla base di criteri labili
come la nomina di un difensore.
35
Notificato ordinanza di custodia cautelare (arresto) e l’imputato non si è fatto trovare o non l’hanno trovato.
5. Se sottrattosi in altro modo alla conoscenza della pendenza del processo.36

Se il giudice si accorge successivamente che le condizioni per dichiarare l’assenza non erano
soddisfatte, revoca ex post la dichiarazione di procedere in assenza dell’imputato.
Se la notifica in mani proprie non è stata fatta, il giudice non vuole procedere in assenza, il processo
prima si sospendeva,37 oggi il giudice emette la sentenza di non doversi procedere per mancata
conoscenza della data del processo da parte dell’imputato art. 420-quater c.p.p. (processo nato poi si
chiude).38 Il problema rimane perché se nel processo sospeso le attività continuano, nel processo
chiuso qualsiasi attività il giudice fa dovrebbe ritenersi illegittima, in realtà questa sentenza contiene
una serie di elementi e si stabilisce che saranno fatte delle ricerche dalla polizia giudiziaria per
trovare l’imputato e nel momento in cui lo trovano gli verrà notificato il provvedimento di citazione
all’udienza; nel frattempo, i termini di prescrizione rimangono sospesi per un periodo pari al doppio
al massimo previsto (15 anni).
Dopo la sentenza di non doversi a procedere, è gravissimo che il giudice possa assumere delle prove
(non rinviabili) a richiesta di parte ovviamente senza l’imputato39 dopo che il processo si è chiuso.
Se l’imputato nel momento in cui fa la nomina al difensore rilascia anche una procura speciale a
chiedere un rito alternativo nell’udienza preliminare40 (il difensore lo può chiedere solo munito di
procura speciale) in base alla nuova disciplina l’imputato che chiede un rito alternativo anche se
notifica non fatta a mano, non è andato, viene considerato presente.41

[[[[Processo accusatorio:
1. Estrema autorevolezza del soggetto giudicante ex. Usa
2. Discrezionalità del PM: in Italia da un lato non c’è perché sono tanti, i media influenzano
l’operato del giudice, a livello normativo si sostiene che PM vincolato nelle indagini invece
non è così

Obbligatorietà dell’azione penale significa che il PM non può sottovalutare le informative per
esercitare l’azione penale.
Il legislatore del 1930 impostazione totalmente diversa: sulla base del dato per cui al PM arrivano
un numero elevatissimo di notizie di reato l’esercizio dell’azione penale solo con riferimento ai
procedimenti che effettivamente il PM considera.
Discrezionalità del Pm fa parte del ruolo, è ineludibile ma il problema è che nessuno accetti questa
circostanza, il limite sta nel fatto che il PM debba spiegare la sua scelta.
Per il ruolo che il PM riveste deve adeguare il suo comportamento al dato normativo.
Altro problema del processo penale è la prova scientifica, dunque, i consulenti hanno un ruolo
particolarmente importante.

Due discrezionalità: chi costruisce l’accusa e chi la giudica. Secondo Santoriello l’anarchia non si
evita con i sistemi normativi: la giustizia penale deve prendere atto della necessità di regolamentare
tali spazi di discrezionalità

36
Non è una norma determinata.
37
Dal 2014 in poi sospeso perché ricerche della polizia per trovare l’imputato e notificargli l’atto.
38
Riforma Cartabia per ottenere i soldi del PNRR e ridurre i tempi del processo si vogliono chiudere i processi il prima
possibile.
39
Avviso a PM, difensori, alla persona offesa.
40
Problema chi era ritenuto responsabile di aver ucciso Regeni non si trovava, si era ordinata la sospensione del
processo, poi sollecitata la celebrazione del processo da parte dei genitori e il PM sosteneva che si sapesse che si
sarebbe celebrato il processo ma non c’è notifica in mano ai sospettati. Questione di legittimità costituzionale e la
corte con una sentenza politica ha dichiarato l’illegittimità del 420-bis non si sa ancora la motivazione.
41
Anche se morto, all’ospedale, all’estero.
Giudice deve interpretare la norma (ex. concetto di uomo) secondo Santoriello si deve avere un
controllo a monte.

Specializzazione: si ritiene che il pm debba conoscere la materia su cui indaga? NO, perché
influenza il modo in cui si vede la realtà, dunque anche le indagini.
Diritto penale si deve fondare sulla comprensibilità altrimenti vi sarà un problema di recezione della
sentenza.]]]]

FASE DI FILTRO NELL’UDIENZA PRELIMINARE


In base alla scelta che fa l’imputato d’accordo con il PM o autonomamente il processo può subire
una metamorfosi in quanto può trasformarsi in procedimento speciale.
Quali sono i procedimenti speciali?
Quelli che si celebrano nell’udienza preliminare e consentono di saltare la fase del dibattimento e
quelli che consentono di saltare l’udienza preliminare e passare direttamente al giudizio (giudizio
immediato e direttissimo)42.
Giudizio immediato: evidenza probatoria che consente al PM di non chiedere il decreto che dispone
a giudizio perché non v’è bisogno del filtro che deve compiere il GUP.
giudizio immediato custodiale: Ipotesi che si basa sulla disposizione di una misura cautelare
coercitiva (carcere o arresti domiciliari) per l’indagato, vaglio sulla gravità indiziaria e esigenze
cautelari, dunque, evidenza probatoria che rende inutile la celebrazione dell’udienza preliminare. I
presupposti per l’applicazione: , lo stadio custodiale deve essere in atto da almeno 180 gg e già
proposto il riesame.valutazione GIP della gravità iniziale (prima ordinanza del GIP) e controllo da
parte del tribunale della gravità indiziaria (seconda ordinanza) art. 309 c.p.p. ma occorre aspettare il
311 ossia esito del ricorso in Cassazione, giudicato cautelare che tuttavia in 6 mesi può non essersi
formato dipende dai tempi del giudizio di legittimità (dal 2015 si deve decidere entro 10 gg
massimo 30 gg dunque può darsi che si riesca a stare nei 6 mesi per stabilire un quadro indiziario
che si trasforma in evidenza probatoria per chiedere al giudice che il processo sia celebrato)
sia nel giudizio direttissimo sia in quello immediato l’imputato deve essere avvertito e può chiedere
i riti premiali: o il patteggiamento o giudizio premiale. Questo conviene all’ordinamento perché
costituisce un risparmio di tempo significativo che nell’immediato è relativo in quanto il
dibattimento deve essere comunque celebrato.43

Giudizio abbreviato

Giudizio in sospensione del processo con messa alla prova

Patteggiamento

Per tutti i tre manifestazione di volontà dell’imputato non solo del difensore, una delle poche ipotesi
in cui il difensore non può decidere autonomamente salvo con la procura speciale.
5° comma art. 111 cost. prevede tre deroghe al principio ex art. 111 cost. 4° comma su come si deve
svolgere il processo penale: la prova si deve formare nel contraddittorio tra le parti, attribuzione
all’imputato dei poteri dispositivi, cambia la funzione: perseguire un fatto penalmente rilevante ma
anche attraverso l’esercizio dei poteri e diritti attribuiti all’imputato.
Il principio del contraddittorio è stato introdotto successivamente nella Costituzione.
Le 3 deroghe 5° comma:

42
Giudizio direttissimo si celebra quasi contemporaneamente alla convalida, quello che succede prima l’arresto in
flagranza e flagranza stessa consente al PM di dire che non c’è bisogno del filtro dell’udienza preliminare e celebrare il
processo davanti al giudice della convalida.
43
Immediato custodiale termine 180 gg, presentato almeno il riesame, ricorso per Cassazione.
● CONSENSO DELL’IMPUTATO non c’è se manifestazione di volontà dell’imputato; per
cui ad es. l’imputato vuole patteggiare e quindi in cambio di uno sconto di pena, rinuncia
quello scritto nel 3 e 4 comma; questo consenso deve essere manifestato in maniera certa,
libera e consapevole. Ai tempi solo patteggiamento e giudizio abbreviato. Il difensore non
solo nomina ma anche procura speciale, altrimenti scelta che deve essere fatta
personalmente dall’imputato. Diversità tra:
a. patteggiamento che presuppone accordo tra PM e imputato44 che verte sulla pena e si
presenta al giudice o GUP o anche prima durante le indagini presentazione al GIP: il giudice
deve valutare, fare un controllo preliminare sulla corretta qualificazione giuridica della
contestazione, secondo controllo insussistenza dell’art. 129 clausole di procedimento
immediato45, dopo il giudice ratifica il fatto, gli viene presentato l’accordo, valuta se il
quantum è congruo; vi sono ipotesi in cui non è possibile procedere al patteggiamento,
delimitazione dell’ambito oggettivo pena fino a 5 anni art. 144 c.p.p.46, il giudice applica la
pena, poi deve controllare, se il patteggiamento non risulta favorevole, l’imputato può dover
scontare l’intera pena. Art. 111 cost. e 6 CEDU la corte europea scelta libera non coartata,
consapevole della scelta operata, se non accade, vede negli sconti di pena un vizio di
consenso: se prospetto di ultimare il processo in breve tempo sembra che sia indotto ad
accettare con una dichiarazione di responsabilità questo premio. Disinteresse per il
contraddittorio, patto tra PM e imputato rimane solo ratificarlo salvo garantire la legalità
(129 c.p.p. ecc.). il giudice è tenuto a convocare l’imputato per verificare che sia
consapevole della sua scelta, se sorgono dei dubbi impone al giudice di arrestarsi, convocare
l’imputato per controllare se sappia di quanto sta avvenendo (procedura incidentale) tuttavia
non viene quasi mai esperita. La Cassazione è l’unico rimedio esperibile dall’imputato
anche con diverso avvocato ad es. per genericità della procura speciale (l’imputato può dire
patteggio fino a 6 mesi se di più no e il giudice deve ratificare il patto solo in tal caso). Se la
pena supera tale soglia il giudice procede a ratificare il fatto il patteggiamento può essere
annullato, tra i motivi per cui annullare la sentenza di patteggiamento ve n’è uno che
riguarda i vizi del consenso dell’imputato, alcune sentenze di Cassazione hanno concluso
che se manca la volontà dell’imputato (es. straniero senza interprete) tentare di avere
ripristino di fase di udienza preliminare o indagini preliminari ma accade pochissime volte,
in ogni caso il meccanismo c’è.47
b. giudizio abbreviato: deroga al metodo di formazione della prova in contraddittorio ma
non totalmente. Il giudizio abbreviato può essere richiesto unilateralmente solo
dall’imputato (scelta fatta personalmente o difensore munito di procura speciale 5° comma
art. 111 cost.), si parla di diritto soggettivo al giudizio abbreviato da parte dell’imputato
perché quando lo chiede deve essere concesso per tutti i reati tranne quelli per cui è previsto
l’ergastolo (riforma Cinque stelle-Buonafede).48 La Corte costituzionale investita della
questione ha ritenuto che fosse legittima. Il giudizio abbreviato rito alternativo per
eccellenza consente all’imputato di effettuare la scelta a seconda delle investigazioni anche
della parte difensiva (valutazioni del GUP) non perché colpevole ma posso decidere di
essere giudicato allo stato degli atti in base a questi elementi che ha la procura (elementi
raccolti dal PM, sommarie informazioni, elementi di intercettazioni, accertamenti tecnici)
non può che essere assolto. Caso Garlasco giudizio abbreviato ma non vi era prova della sua
44
Incontro processuale bilaterale.
45
Da imparare a memoria.
46
Da ciò deriva anche la possibilità di sospensione della pena se fino a 2 anni.
47
Appello guarda al merito profili oggettivi e soggettivi, ma nel patteggiamento non c’è giudizio, no dichiarazione di
responsabilità (colpevole o responsabile), la sentenza di patteggiamento equiparata a diversi fini a sentenza di
tribunale ma non dichiara la responsabilità, manca l’accertamento riservato alle verifiche in negativo. Nel nostro
ordinamento unico rimedio è la revisione (negli Usa anche altri).
48
Prima si poteva chiedere anche per quei reati, sconto di pena ergastolo con isolamento diurno in isolamento
semplice, oppure ergastolo semplice in max 30 anni.
colpevolezza. Quindi la circostanza che quello che vi sia allo stato degli atti non possa
costituire prova ogni ragionevole dubbio di colpevolezza dell’imputato, può indurre il
difensore a ricorrere al giudizio abbreviato (stato che dimostrava l’innocenza). Spesso
abbreviato semplice non significa colpevolezza (stato degli atti puro ossia fascicolo indagini,
atti investigativi di PM e difesa), una volta che si fa la richiesta al giudice l’abbreviato può
subire una metamorfosi a livello probatorio l’imputato rinuncia al diritto alla prova così
come stabilito nell’art. 190 c.p.p. che però può essere esercitato nel giudizio abbreviato: se il
giudice ritiene necessario acquisire ulteriori elementi perché non riesce a decidere
(integrazione probatoria) dunque l’imputato avrà poi diritto alla controprova oppure se
l’imputato chiede l’integrazione probatoria (giudizio abbreviato condizionato
all’integrazione probatoria) in questo caso non è obbligatorio concederlo, questa regola vale
solo per l’abbreviato semplice. Il giudice per valutare se concedere il giudizio abbreviato
condizionato deve valutare un primo parametro ossia che si sia chiesta l’integrazione
compatibile con le ragioni di economia processuale (deve esserci risparmio economico e di
tempo ex. non 30 testimoni, 20 consulenti tecnici, ecc.), il secondo parametro ora modificato
art. 338 comma 5° se risparmio di tempo rispetto alla celebrazione di giudizio ordinario
nell’udienza dibattimentale (paragone con i tempi di dibattimento ma già implicito); il
giudizio abbreviato condizionato viene celebrato allo stato degli atti (di PM e difesa) più
poche prove richieste dall’imputato. Dall’ammissione del giudizio abbreviato condizionato
deriva il diritto alla controprova a favore del PM: quindi arricchimento dello stato probatorio
iniziale si trasforma quasi in un ordinario (deroga all’ordinario ma non troppo salvo
abbreviato semplice). La giurisprudenza ha stabilito dei principi in seguito recepiti infatti
anche il giudizio abbreviato ha dei costi e l’imputato quando sceglie il giudizio abbreviato
non può eccepire le invalidità, le nullità assolute e le inutilizzabilità delle prove, i vizi di
competenza per territorio. Se condannato l’ordinamento gli riconosce lo sconto di pena di
1/3. Se rinuncia a impugnare ha diritto ad ulteriore sconto di pena di 1/6 applicato dal
giudice di esecuzione per disincentivare l’impugnazione. Nell’abbreviato condizionato
l’integrazione probatoria ammessa (richiesta nel contraddittorio tra le parti) dal giudice può
produrre per esempio: che l’imputato può vedersi modificata l’impugnazione, viene
contestato un fatto diverso, una circostanza aggravante o fatto nuovo art. 441 c.p.p. (mentre
per circostanza aggravante o fatto diverso si può chiedere giudizio premiale, qui vale il
contrario perché se scelgo giudizio abbreviato senza circostanza aggravante per un reato
allora deve essere chiesto se si vuole continuare con l’abbreviato o giudizio normale). Può
accadere che richiesta di integrazione probatoria ammessa (ex 2 testimoni che forniscono la
prova d’alibi), i testimoni muoiono allora l’integrazione diventa impossibile (condizione che
dovrebbe essere risolutiva) si dovrebbe chiedere se si vuole continuare o meno; invece, la
Cassazione ha detto che l’imputato sottoposto a giudizio abbreviato condizionato viene
sottoposto al giudizio abbreviato semplice in maniera coartata in caso di impossibilità di
natura oggettiva. Il giudizio abbreviato è sempre un giudizio quindi si decide sulla
responsabilità, vi sarà una sentenza di condanna o assoluzione (si discute nel merito) è
possibile impugnarla, vi sono alcune eccezioni (alcune deroghe es. se imputato assolto)
caso Stasi.
Giudizio abbreviato una delle modalità del giudizio immediato e direttissimo. Per es. se
giudizio immediato e sceglie il giudizio abbreviato, cambia la sede di celebrazione del
giudizio davanti al giudice. Se ad esempio la richiesta di giudizio abbreviato condizionato
può essere riproposta dinnanzi al giudice del dibattimento; quindi il giudizio abbreviato può
essere celebrato anche dinnanzi al collegio, non per fora dinnanzi al GUP, proprio perché vi
è questa possibilità di richiederlo in fase avanzata.
● IMPOSSIBILITÀ DI NATURA OGGETTIVA per cui ad es. una persona
informata sui fatti e che doveva fare da testimone è morta
● EFFETTO DI PROVATA CONDOTTA ILLECITA per cui il giudice nel momento
in cui si accorge che il pentito sta ritrattando perché e stato pagato o minacciato, si
deve fermare e accertare e provare quella condotta illecita
In questa disposizione vengono quindi racchiusi i capisaldi del sistema costituzionale che va
a tutelare i diritti dell’imputato perché anche prima della riforma dell’art. 111 avevamo già
disposizioni in cui ciò era già scritto aldilà delle disposizioni che tutelano le libertà
fondamentali (art. 13 -14-15)

SOSPENSIONE DEL PROCESSO CON MESSA ALLA PROVA: vi sono delle procedure
assimilabili nell’ordinamento penitenziario: era già previsto per i minori. È stato trasposto
nel 2014 anche nel codice di procedura penale per cercare di chiudere il maggior numero di
processi per reati non particolarmente gravi: come il patteggiamento, è un rito cui si può
avere accesso per reati non gravissimi (vi sono dei limiti di pena). Questo nuovo strumento
di deflazione, dunque, entra in vigore nel 2014. Questa procedura consiste nella
predisposizione, a richiesta dell’imputato (anche qui personalmente o a mezzo di
procuratore speciale), di un programma, che deve essere stilato dall’avvocato, in accordo
con l’Ufficio dell’esecuzione penale esterna. Ancor di più che nel patteggiamento, qui si
assiste alla rinunzia massima ai diritti e alle prerogative che possono essere esercitate nel
processo: si chiede una pena, ossia la “prova”, senza che si celebri il processo. A questo
percorso (la prova) possono accedere solo certi tipi di imputati (ad es. quelli senza
precedenti penali). Una volta che la prova va a buon fine, non risulta l’iscrizione sul registro
dei carichi penali: è questo che costituisce l’oggetto di questo patto che l’imputato accetta.
Una volta che la prova ha avuto esito positivo, il processo si chiude e vi è anche questo
ulteriore vantaggio, ossia che non risulta l’iscrizione nel registro de carichi penali. Quando
alla predisposizione del programma, va individuata, in primis, una struttura in cui il soggetto
possa svolgere delle attività socialmente utili. È, inoltre, previsto che il soggetto faccia dei
colloqui con un psicologo (che si accerti che l’imputato ha compreso quel che ha fatto, che
non ha intenzione di reiterarlo ecc.).
Con la messa alla prova NON ti puoi difendere perché NON c’è il processo, tant’è che è
stata sollevata questione di legittimità costituzionale della messa alla prova con l’art. 27
Cost. (Presunzione di non colpevolezza): secondo il rimettente, la sospensione del processo
con messa alla prova, con cui si chiede che venga eseguita una pena senza che vi sia stato un
processo, si porrebbe in contrasto con la presunzione di innocenza (la pena può essere
eseguita solo dopo la sentenza definitiva di condanna). La Corte ha rigettato la questione,
ritenendo che, anche nella sospensione del processo con messa alla prova, è il consenso
dell’imputato che legittima questa procedura, procedura legittimata anche dal fatto che, se è
vero che viene eseguita una pena senza condanna, è anche vero però che si tratta di una pena
che l’imputato accetta.
A livello procedurale, una volta che il giudice riceve il programma e verifica il consenso
dell’imputato, il processo si sospende e resta sospeso sino al termine della prova. Medio
tempore, NON si può fare niente, in quanto il processo rimane sospeso, salvo che vi siano
degli atti urgenti da acquisire. Nel frattempo vi è una interlocuzione: se l’imputato non
esegue la prova, l’ufficio dell’esecuzione penale esterna lo comunica al giudice. Se
l’imputato persevera nel non eseguire la prova, allora si revoca l’ordinanza che ha disposto
la sospensione del processo e si riapre il processo. Terminata la prova con esito negativo,
comunque l’imputato ha la possibilità di accedere ad un rito speciale premiale (es. giudizio
abbreviato). Tutti gli atti relativi all’esecuzione della prova da parte dell’imputato sono a
conoscenza del giudice, confluiscono nel fascicolo del giudice e può utilizzarli per decidere:
il giudice, dunque, potrebbe essere condizionato nella decisione dal fatto che la prova abbia
avuto esito negativo (ciò, dunque, potrebbe intaccare la terzietà del giudice). Se la prova ha
esito positivo, il processo si chiude con una decisione di proscioglimento a favore
dell’imputato, DECISIONE CHE NON VIENE ISCRITTA NEL CASELLARIO.
Assimilabile, soprattutto per ragioni di “chiusura del processo il prima possibile”, vi è
l’istituto disciplinato dall’art. 131 – bis del codice penale, ossia la clausola di particolare
tenuità del fatto, la quale può essere riconosciuta dal giudice persino nella fase ancora
investigativa (quindi, già in questa fase, si può chiedere di archiviare il caso non perché non
si pensi di arrivare a dimostrare la colpevolezza, ma perché il fatto si ritiene particolarmente
tenue). In ogni caso, si deve aver contezza che la clausola di particolare tenuità del fatto ha
come presupposto il fatto – che si ritiene particolarmente tenue e quindi non meritevole di
essere punito: è come se il soggetto fosse ritenuto colpevole MA NON PUNIBILE (si tratta
di una clausola di non punibilità). Ciò comporta che l’imputato, in caso di archiviazione da
parte del pm per particolare tenuità del fatto deve essere edotto di ciò e vi può essere,
dunque, una interlocuzione in cui il soggetto può sostenere che il caso debba essere
archiviato perché NON vi è una ragionevole previsione di condanna e non perché il fatto è
tenue (perché, comunque, in quest’ultimo caso il soggetto è ritenuto colpevole). La clausola
di particolare tenuità dl fatto presuppone comunque una dichiarazione di responsabilità, pur
dinnanzi ad un fatto che potrebbe ancora non essere stato accertato (quando siamo nella fase
investigativa): il giudice, quindi, pur avendo questa possibilità di liberarsi dal processo,
dovrebbe tendere sempre a fare la sua valutazione – soprattutto ora che è stata introdotta
dalla riforma Cartabia la ragionevole previsione di condanna - scegliendo la formula più
favorevole.

INCIDENTE PROBATORIO: si tratta di un istituto molto importante, di cui si fa un uso


massiccio, soprattutto in particolari casi (si pensi, ad esempio, alla caduta del ponte Morandi
o comunque ad altri eventi che richiedono accertamenti che debbono essere fatti subito e che
debbono essere cristallizzati). Si tratta, quindi, di una pratica molto diffusa, ma non nasce
per questo l’intendete probatorio: esso nasce nel nostro codice per cristallizzare quelle prove
– e utilizzarle nella fase successiva – e per evitare che siano disperse. Quindi, si tratta di un
istituto che nasce per tutelare un rinvio io che in realtà non ci appartiene più, ossia il
principio di non dispersione delle prove. Stiamo parlando di “prove” nella fase delle
indagini preliminari, ove, in realtà, prove ancora non ce ne sono perché la prova si forma nel
dibattimento.
L’incidente probatorio si configura quale procedura collaterale, che si apre come una
parentesi durante la fase delle imagini o nell’udienza preliminare, che consente al giudice di
interrompere quel che si sta facendo e di svolgere questa attività, ossia l’acquisizione della
prova. Le fattispecie di incidente probatorio son state molto ampliate di recente [1] (es. minori
vittime di violenza e vittime di reati di violenza, come stalking, violenza domestica), per
tutelare la vittima (a seguito dell’entrata in vigore, nel nostro Paese, della direttiva europea a
tutela della vittima, la quale prevede che l’ordinamento adotti delle misure per evitare la cd.
Vittimizzazione secondaria[2]).
Quando si fa l’incidente probatorio, in presenza di testimoni minori, le domande le fa il
giudice tramite uno psicologo. Anche quando non sono minori, le domande le rivolge il
giudice al testimone (le domande vengono prima formulate dal difensore, poi comunicate al
giudice e quest’ultimo le riformula e le rivolge al testimone).
Anche l’imputato può chiedere l’incidente probatorio. La persona offesa può chiedere
tramite il pm l’incidente probatorio. L’incidente probatorio di regola si fa davanti al GIP; la
Corte costituzione ha però stabilito che, se v’è necessità, anche nella fase delle indagini
preliminari si può ricorrere a questa procedura per l’acquisizione di una prova.
Il principio dell’immediatezza è il principio per cui la prova deve essere assunta dallo stesso
giudice che prende la decisione, immediatamente: è un principio che va di pari passo con
l’oralità. Dunque, nel caso dell’incidente probatorio vi è una deroga al principio di
immediatezza, in quanto la prova NON viene assunta dal giudice che prende la decisione; a
quest’ultimo, infatti, viene trasmesso il verbale (ma la prova è stata assunta prima).
L’incidente probatorio seguo una specifica procedura: viene fissata un’udienza in camera di
consiglio[3](modulo 127 del c.p.p.), in cui vengono ascoltati persona offesa, dichiaranti (che
poi divengono testimoni) ecc. e si apre quindi il contraddittorio, con delle deroghe rispetto a
quel che accade nel giudizio (vi è, infatti, una possibilità limitatissima di fare domande, il
difensore non può parlare, vi è questo psicologo che formula le domande e fa da tramite
ecc.). Le prove raccolte nell’incidente probatorio possono essere utilizzate solo nei confronti
di chi vi ha preso parte: quindi, se v’è un processo con più imputati e nell’udienza
dell’incidente probatorio vengono citati solo alcuni dei difensori, nei confronti degli altri le
prove raccolte nell’incidente probatorio non possono essere utilizzate (proprio perché non
v’è stata partecipazione da parte di questi ultimi). Le prove raccolte nell’incidente
probatorio sono tra quegli atti che fanno parte obbligatoriamente, senza che sia necessario
l’accordo tra le parti, nel cd. Fascicolo per il dibattimento, che viene formato dopo la
chiusura dell’udienza preliminare dal GUP. Quindi, quando si instaura il giudizio, il giudice
del dibattimento già ha queste prove che sono state formate nell’incidente probatorio. Ciò
non toglie che, se la prova, quando si deve svolgere il dibattimento, è ancora ripetibile,
allora la prova deve essere ripetuta davanti al giudice del dibattimento. Questa
procedura incidentale serve solo per acquisire la prova: quindi, una volta terminata
l’acquisizione della prova, la procedura viene chiusa ed è finalizzata esclusivamente a
chiudere questi verbali che poi vengono inseriti nel fascicolo del dibattimento (se l’incidente
probatorio si fa davanti al GIP, i fascicoli vengono inviati al GUP).

RAGIONEVOLE PREVISIONE DI CONDANNA: costituisce il nuovo criterio decisorio


che deve guidare il GIP per decidere sull’archiviazione (e anche il PM per chiederla), ma
anche il GUP. Questo criterio dovrebbe consentire, secondo i riformatori, che si celebrino
solo processi in cui già nell’udienza preliminare, o addirittura prima, durante la fase
dell’indagine, vi sono elementi che lasciano presagire che ragionevolmente il soggetto sarà
condannato e, non solo, che sarà condannato oltre ogni ragionevole dubbio. Il che risulta
abbastanza difficile. Rispetto al precedente criterio, adesso si chiede un po’ di più al giudice:
quest’ultimo deve guardare non solo che quella certa dichiarazione, se confermata, può
portare alla condanna, ma deve fare una valutazione globale e vedere se tutti gli elementi
che ha a disposizione fanno pensare che il soggetto possa essere ragionevolmente
condannato. Altrimenti, NON LUOGO A PROCEDERE: se il giudice non è convinto,
dovrebbe emettere questa decisione liberatoria, proprio per evitare la celebrazione di
dibattimenti inutili. Ma rimane il problema: come si fa sapere se il giudice effettivamente ha
fatto il suo vaglio? Di regola, il GUP, per non prendersi la responsabilità di decidere lui. Se
il GUP emette il decreto che dispone il giudizio, si ricordi, non deve dare alcuna
motivazione: è un decreto immotivato, in quanto qualsiasi motivazione data dal GUP
potrebbe condizionare il giudice del dibattimento (la separazione delle fasi esiste anche per
questo: le valutazioni del PM e del GUP non debbono essere neanche conosciute dal giudice
del dibattimento). Questo, se d’un lato costituisce un vantaggio per il sistema, dall’altro
impedisce che l’imputato venga. Conoscenza del motivo per cui è stato rinviato a giudizio.
Inoltre, va detto che se il GUP, quando risponde il non luogo a procedere, deve emetter la
SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE, la quale – come tutte le sentenze – deve
essere motivata: quindi, la circostanza che il decreto di rinvio a giudizio sia invece un
decreto immotivato è un evidente incentivo per il GUP a non emettere la sentenza di non
luogo a procedere (che dovrà motivare) e a disporre il decreto di rinvio a giudizio (che non
dovrà motivare). Il punto è che il criterio ora scritto nella legge è quello della ragionevole
previsione di condanna: quindi, il giudice del dibattimento potrebbe tendere alla condanna
sulla base della previsione di condanna considerata ragionevole dal GUP. Quindi, questo
criterio potrebbe andare a minare la terzietà e l’imparzialità del giudice, che potrebbe essere
indotto da quel decreto che dispone al giudizio che per lui sia più facile condannare, visto
che già il GUP ha ritenuto la previsione di condanna ragionevole. Un altro problema è dato
dal fatto che questo criterio, per essere applicato, dovrebbe comportare che il GUP emetta
una sentenza di non luogo a procedere, cosa che, come visto, il GUP non è indotto a fare.
Il fascicolo per il dibattimento lo forma il GUP: la formazione del fascicolo avviene
nell’udienza preliminare e poi questo fascicolo viene trasmesso al giudice del dibattimento e
man mano si arricchisce. La formazione primigenia, però, avviene alla fine dell’udienza
preliminare: il GUP, nel contraddittorio tra le parti, mette nel fascicolo ciò che ci
obbligatoriamente (es.: verbali delle prove che si sono formate nell’incidente probatorio; una
rogatoria all’estero e altri e prove che sono considerate irripetibili nel momento in cui si sta
formando il fascicolo – v. Art. 431 c.p.p). Nel fascicolo del dibattimento possono confluire
anche altri elementi: vi può essere un accordo probatorio, ossia le parti possono con dare che
nel fascicolo confluiscano anche altri elementi, ci vuole il consenso di ambo le parti. Se le
parti sono d’accordo, volendo, si potrebbe acquisire anche tutto il fascicolo del pm,
l’importante è che vi sia l’accordo: anche questa acquisizione concordata di atti di indagine
nel fascicolo dibattimentale è una deroga al comma 4 dell’art. 111 Cost. e trova
legittimazione nell’accordo e quindi nel consenso che, alla richiesta, viene dato
dall’imputato (in genere, mediante il difensore): siamo quindi in presenza di un altro
meccanismo di legittimazione di deroga all’art. 111 comma 4, sempre tramite il consenso.
Al giudice del dibattimento giunge, quindi, questo fascicolo, oltre che altri atti che, però, non sono
atti delle indagini preliminari. Il giudice può conoscere quello che è nel fascicolo, ma è sempre
tenuto a fare le verifiche sulla utilizzabilità delle prove. La formazione del fascicolo è l’ultimo degli
atti della fase preliminare

[1]
I casi di incidente probatorio sono annoverati dal codice e sono identificati o per ragioni di non
rinviabilità dell’acquisizione della prova o anche per ragioni di economica processuale [ad es.,
svolgimento di una perizia o accertamento tecnico che richiede più di 60 gg, che se fatto nel
dibattimento lo dilungherebbe di gran lunga (si prevede ciò, quindi, per ragioni di economia
processuale)].
[2]
Sottoposizione della vittima allo stress dell’interrogatorio in sede di dibattimento – si consente,
per evitare ciò, che la vittima sia ascoltata prima.
[3]
A cui partecipa giudice, pm, persona offesa, imputato, difensore ecc.

INDAGINI PRELIMINARI
Iscrizione della notifica di reato 335 cpp fino all’archiviazione in fatto da parte del PM
oppure richiesta di rinvio a giudizio (atto attraverso il quale formalmente viene esercitata
l’azione penale del procedimento (salvo per i procedimenti in tribunali in via monocratica
dove vi è la citazione diretta a giudizio manca l’udienza preliminare).
Finalità art. 326 c.p.p. il PM e la polizia giudiziaria nell’ambito delle rispettive attribuzioni
svolgono le indagini necessarie per le determinazioni del procedimento penale. Qui non si
parla di prova come nel contraddittorio ma attività probatoria di carattere unilaterale (dopo
nel dibattimento possono tradursi in elementi da considerare per il giudice). Gli elementi di
prova in base al principio di separazione delle fasi art. 526 c.p.p. secondo cui il giudice
nell’ambito del giudizio non può utilizzare prove diverse da quelle che si sono formate nel
contraddittorio tra le parti (le uniche prove raccolte nelle indagini preliminari sono quelle
raccolte nell’ambito dell’incidente probatorio). Altre finalità il PM (gaarante della legalità)
può chiedere al GIP l’ordinanza che dispone delle misure cautelari, si formano
occasionalmente delle prove (incidente probatorio) in fase che di per sé non è deputata alla
formazione della prova, il PM è il dominus delle indagini preliminari ossia art. 327 cpp
dirige le indagini preliminari e dispone della polizia giudiziaria, dopo la notizia criminis
assume la polizia giudiziaria (prima opera in funzione di prevenzione), opera alle
dipendenze del PM, può far apprendere i singoli elementi di prova, PM decide se compiere
accertamento tecnico ripetibile o irripetibile con certe conoscenze scientifiche, gode di spazi
di discrezionalità molto ampi. Problema conciliazione con l’art. 112 cpp secondo cui
l’esercizio dell’azione penale è obbligatorio? Nel nostro ordinamento l’esercizio dell’azione
penale non è discrezionale (PM non è obbligato da legge dopo notizia criminis a compiere le
indagini, parametri costituzionali in Francia, Common Law) ha una valenza più teorica che
pratica perché in contesto di risorse scarse conseguenza fisiologica che l’azione penale sia
discrezionale nei fatti (soluzioni: alcuni eliminiamo, principio di obbligatorietà moderata
ragionevole durata del processo, dell’efficienza nella PA art. 97 cost. )la riforma Cartabia ha
modificato la disciplina in tema di criteri di priorità nelle notizie di reato (che temperano il
rigore di questo principio di obbligatorietà dell’azione penale) individuati dal legislatore che
indichi alle procure criteri di priorità nel trattare notizie di reato, da una parte i singoli uffici
di procura nell’ambito dei singoli criteri di priorità altre priorità a seconda del contesto
criminologico in cui operano (politica criminale e non legislazione tecnica è necessario che
sia il legislatore a farli) non è stata ancora data attuazione a questi criteri (ragionevolezza dei
singoli criteri di novità introdotti. Le indagini preliminari iniziano in conseguenza
dell'iscrizione della notizia nel registro di cui all’art. 335 cpp proviene da denuncia o querela
da parte del soggetto persona offesa nell’udienza preliminare può costituirsi parte civile,
tuttavia non sempre le notizie di reato per come immesse nel registro possono essere
considerate notizie di reato in senso tecnico, molto spesso gli uffici di procura sono
destinatari di notizie che potrebbero essere solo in astratto considerabili come fattispecie
incriminatrici dunque il PM deve decidere se sia una notizia di reato anche in chiave
probabilistica oppure no (discrezionalità tecnica nelle fasi delle indagini preliminari). La
riforma Cartabia in mancanza di definizione di notizia di reato 335 c.p.p. il PM iscrive la
notizia di reato di un fatto determinato e non inverosimile riconducibile in ipotesi a
fattispecie incriminatrice. Perché importante del nome della persona nel registro di cui 335?
Perché ha una valenza garantista a quella persona si attribuisce la qualifica di soggetto
indagato dunque avrà tutte le garanzie previste dal codice (deposizione in ambito di
interrogatorio, art. 63 inutilizzabilità delle informazioni ….) inoltre le indagini preliminari
non possono essere dilatate in un tempo eccessivo art. 407 cpp (indagini preliminari termini
di durata massima dunque le prove raccolte dopo la scadenza del tempo di durata massima
delle indagini preliminari sono inutilizzabili sanzione per atti di rilevanza probatoria ma
valenza garantistica perché il PM qualora volesse eludere la regola della inutilizzabilità degli
atti di indagini dopo la scadenza potrebbe decidere di iscrivere il nome dell’indagato
successivamente perché non ha le risorse per indagare immediatamente ma non vuole
evitare che il reato cada in prescrizione o inutilizzabilità di atti non tempestivi allora
potrebbe postergare il momento di iscrizione ed era un abuso dell’obbligatorietà dell’azione
penale. Sia il PM sia l’indagato possono sollecitare qualora si accorga che il PM abbia
postergato l’iscrizione nel registro possa ottenere la retrodatazione dell’iscrizione della
notizia di reato 49. Tutte le indagini preliminari sono svolte nel segreto (SEGRETO
INVESTIGATIVO) cioè non si ha di regola coinvolgimento dell’indagato a meno che non
subisca determinati atti di investigazione (come ispezioni corporali), mancanza del segreto

49
Mi accorgo che vi erano gli elementi per iscrivermi nel registro già a gennaio 2023 e l’iscrizione viene effettuata un
anno dopo allora istanza al GIP dimostrando che il PM ha eluso la norma di iscrizione immediata chiedendo la
retrodatazione della notizia di reato può essere chiesta dal soggetto interessato normalmente l’indagato o dal PM
disattento la retrodatazione d’ufficio.
potrebbe nuocere all’attività del PM50. Il PM può decidere quando rendere pubbliche le
investigazioni in determinati casi. Equilibrio tra esigenza ricerca di prova e l’esercizio
concreto del diritto di difesa considerando che l’art. 111 cost. stabilisce che l’indagato deve
essere messo il più presto possibile a conoscenza del processo (elemento di garanzia
importante) le deroghe che il legislatore attua:
 atti di indagini garantiti: difensore ha diritto di assistere avviso almeno 24h prima:
interrogatorio e ispezione; il PM obbligo di inviare l’informazione di garanzia 669
cpp atto con il quale il soggetto destinatario di attività di indagine viene reso edotto a
diritti a seguito un procedimento a suo carico: nomina di difensore che serve a
controbilanciare potere unidirezionale del PM, una volta saputo l’indagato può
compiere le indagini difensive svolte dal difensore del soggetto indagato con un
mandato che poi si traduce in memoria da inviare al PM per circostanze favorevoli
alla posizione dell’indagato oppure nell’udienza preliminare.
 atti a sorpresa: difensore non ha diritto al preavviso ma ai quali il difensore può
assistere senza diritto di preavviso: perquisizioni altrimenti rischio di eludere fonti di
prova, disperdere elementi utili al PM, effetto a sorpresa funzionale alle esigenze di
ricerca, si garantisce al destinatario della perquisizione il diritto a farsi assistere dal
difensore garante della legalità dell’atto invasivo della libertà personale nell’ambito
delle indagini.
Il codice di procedura penale dopo le disposizioni generali sull’attività investigativa del PM :
notizia di reato, modifiche Cartabia sulla retrodatazione, condizioni di procedibilità.
condizioni di procedibilità: atti processuali il cui compimento è necessario per l’esercizio
dell’azione penale ad esempio la querela (a volte perseguibili solo a querela di parte; la querela nei
reati non perseguibili d’ufficio è condizione di procedibilità altrimenti archiviazione perché manca
la condizione di procedibilità, non può esercitare l’azione penale;) o gli atti di autorizzazione a
procedere (per un parlamentare), se mancano il PM deve chiedere l’archiviazione al GIP.
differenza tra denuncia e querela: riguardo al contenuto circostanze fattuali per avvenuto
compimento di reato e circostanze di spazio e luogo per ricondurlo ad un determinato autore,
narrazione di fatto rilevante; la differenza è che la querela può costituire condizione di procedibilità,
elemento volitivo contiene l’esplicita istanza di azione formata dal soggetto querelante art. 126 cpp
dichiarazione personalmente o procuratore speciale volontà che si proceda ad un fatto previsto dalla
legge come reato (istanza di punizione), mentre denuncia : enunciazione del fatto penalmente
rilevante.
Polizia giudiziaria prima si chiama polizia alle dipendenze del ministro tale dopo la notizia criminis
poi diretta dal PM, per compiere determinati atti deve chiedere al PM solo raramente può compiere
atti di restrizione della libertà personale senza chiedere al PM in caso di flagranza o caso di
evasione non c’è tempo di informare PM, successivamente deve informare il PM del compimento di
questi atti. La regola è che il PM si serve della polizia giudiziaria con ordini prodromici al corretto
svolgimento delle indagini per garantire il diritto di difesa salvo casi particolari.
Il titolo V del libro V disciplina indagini: atti tipici di indagine che non esauriscono tutte le
tipologie di atti investigativi che il PM può compiere nelle indagini esistono atti atipici (mezzi di
ricerca della prova, intercettazioni anche tramite strumenti di tecnici, di captazione informatica). Il
PM quando deve svolgere le indagini preliminari può dover compiere degli atti il cui compimento
legato a competenze tecnico-scientifiche, dunque, può esser necessario acquisire il contributo
informativo di un soggetto diverso il consulente tecnico, difatti il codice disciplina la consulenza
tecnica (non possono rifiutare la loro opera) art. 359 cpp. Non si deroga al segreto investigativo se
l’acquisizione degli elementi non è dispersiva es. dati di un computer diverso dall’autopsia (corpo
soggetto a deterioramento) se il segreto istruttorio che non comporta la partecipazione del difensore,
se si impedisce di partecipare confezioniamo una prova senza possibilità di discutere su come è
50
Se dovesse informare l’indagato e difensore sarebbe indotto a manomettere, sottrarre al PM elementi di prova utili
alla ricostruzione del fatto.
stata effettuata la consulenza tecnica di parte (prova unilaterale che viola l’art. 111 cost.) perché vi
sarà stato il deterioramento. Diverso è parlare di accertamenti tecnici ripetibili (es. computer almeno
per la Cassazione) altro conto accertamenti tecnici irripetibili (es. autopsia sul corpo) garanzia
all’indagato di nominare un suo consulente tecnico che condurrà alla formazione della prova in sede
dibattimentale. Norma ex art. 360 cpp accertamenti tecnici non ripetibili: necessità di acquisire la
fonte di prova non può essere postergata ad un momento successivo se riguardano persone, cose o
luoghi il cui stato è soggetto a modificazioni avvisa la persona indagata, l’offesa e il difensore della
data, luogo delle indagini e possibilità di nominare un proprio consulente tecnico (finestra di
contraddittorio) che hanno il diritto di assistere, di partecipare agli accertamenti, formulare
osservazioni o riserve, far emergere circostanze utili alla posizione dell’indagato però
l’accertamento tecnico non ripetibile attribuisce all’indagato un’altra possibilità: nell’ipotesi in cui
ci sia da assumere una certa prova nell’accertamento tecnico non ripetibile, nell’ambito di un
giudice terzo e imparziale che nomina un perito (super partes) rallenta compimento delle indagini
preliminari (anticipare il contraddittorio, udienza in fase delle indagini) qualora il PM compie
accertamento tecnico non ripetibile e notifica l’informazione all’offesa, indagato e difensore può
nominare il consulente tecnico ma può anche comma 4 art. 360 cpp formulare riserva di incidente
probatorio: cristallizziamo l’informazione probatoria, rallentiamo le indagini con incidente
probatorio, prima del conferimento dell’incarico del consulente tecnico se si formula riserva di
incidente probatorio dichiara che non si proceda agli accertamenti (il PM non può sottrarvisi) salvo
che questi non possano più essere compiuti laddove si aspetta l’incidente probatorio (rischio di
dispersione delle prove es. se macchia di sangue in una strada di inverno) in quel caso il PM può
sottrarsi all’incidente probatorio ma deve dimostrarlo.
Libro V codice di procedura Misure precautelari: arresto in flagranza e fermo.
Chiusura delle indagini preliminari:
 richiesta rinvio a giudizio: notizia di reato fondata, elementi di prova ragionevole previsione
di condanna per obbligatorietà dell’azione penale se non lo fa strumenti di correzione
 archiviazione: non ci sono prove, non ha costituito l’ipotesi di accusa; art. 408 cpp secondo
cui quando gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di
condanna o applicazione di misura di sicurezza diversa dalla confisca viene trasmesso
fascicolo contenente notizia di reato, indagini espletate, ecc. al GIP. Problema come si
concilia con l’obbligatorietà dell’azione penale? È vero che è obbligatoria ma bisogna creare
dei meccanismi di controllo che consentono ad un giudice diverso dal PM e imparziale ossia
il GIP di controllare sul corretto esercizio dell’inazione51la riforma Cartabia ha inciso sui
termini durata massima di un anno per indagini preliminari, 6 mesi per contravvenzioni, 1
anno e 6 mesi per delitti particolarmente gravi come casi di mafia. Atti di indagine non
tempestivi sono presidiati da sanzione di inutilizzabilità (se vi è una sentenza fondata su
prove tardive suscettibile di ricorso per Cassazione), termini possono essere prorogati per
complessità di indagini deve chiedere al GIP la prova prima della scadenza; la proroga può
essere autorizzata dal GIP una sola volta e per un tempo non superiore a 6 mesi.
Il PM potrebbe voler archiviare per inerzia, non la dispone d’ufficio l’archiviazione ma la
chiede al GIP. Ipotesi: PM chiede al GIP l’archiviazione, la richiesta notificata anche alla
persona offesa che quando ha sporto denuncia o querela abbia richiesto di voler essere
informata (perché ha degli strumenti di controllo sull’inazione del PM potrebbe proporre
opposizione alla richiesta di archiviazione entro 20 gg dalla notifica dell’inazione indicando
oggetto della investigazione suppletiva, se opposizione inammissibile allora archiviazione).
PM richiede al GIP archiviazione, GIP d’accordo emana il decreto di archiviazione (non
nell’ambito di udienza); se non è d’accordo con il PM esegue un controllo con udienza
camerale obbliga il PM a compiere indagini suppletive (tempo di un tot di giorni per
compierle) se accoglie l’archiviazione questa decisione avrà la forma di ordinanza (udienza
nel contraddittorio tra le parti), altrimenti potrebbe ordinare di formulare l’imputazione se
51
ritiene che il PM abbia sbagliato (IMPUTAZIONE COATTA), se non la formula nonostante
l’ordine del GIP disporre vocazione se inerzia.
Se PM propone archiviazione e persona offesa si oppone il GIP può fare udienza che
riscontra lacune sull’attività di indagine, chiede di valutare la completezza delle indagini e
chiedere al PM di svolgere attività suppletive. Un altro esito delle indagini preliminari è il
seguente: se il GIP ritiene che elementi di prova giustificano l’azione penale richiesta di
rinvio a giudizio in caso di tribunale con composizione collegiale (caso giudice monocratico
diverso) ma avverte l’indagato della conclusione delle indagini preliminari 52 con un avviso
art. 415-bis notificato all’indagato e al suo difensore qualora sia stato nominato o d’ufficio
(se in segreto e non ci sia un difensore nominato agli atti) reso edotto degli elementi a suo
carico e capo d’imputazione provvisoria a suo carico in data x hai commesso il fatto y e sei
l’unico responsabile. Ricostruzione in forma chiara e precisa del fatto e sussunzione
all’interno della norma penale incriminatrice. Con l’avviso della chiusura delle indagini
preliminari avviene la fine del segreto, l’indagato viene messo a conoscenza del fatto con
una copia che può chiedere all’ufficio del PM anche con delega al difensore, si attua la
discovery funzione garantistica primo momento della fase conclusiva delle indagini
preliminari indagato può esercitare pienamente il suo diritto di difesa che necessita della
conoscenza dell’addebito (tale per organizzare la strategia di difesa: contestazione di un
certo fatto, poi elementi a mio carico), inoltre conferisce all’indagato una serie di ulteriori
poteri: avvisato che entro termine di 20 gg dall’avviso si ha la possibilità di presentare delle
memorie: fatti, documenti per contestare imputazione provvisoria del PM, chiedere di
rilasciare dichiarazioni ancora di essere sottoposto a interrogatorio che è una situazione
giuridica di dovere il PM non c’è meccanismo sanzionatorio, l’unico adempimento formale
che vincola il PM dopo il 415-bis è la richiesta di interrogatorio dell’indagato o interroghi o
invalidi atti processuali che vengono dopo perché l’interrogatorio non essendo processo
accusatorio è uno strumento di difesa per dimostrare che ipotesi di accusa infondate, si
ripercuote su azioni successive del PM incluso il rinvio a giudizio 53.
Nell’avviso vi è un’imputazione provvisoria ossia embrionale poi il PM la utilizza per il
successivo atto procedimentale che è il rinvio a giudizio (cristallizzazione dell’imputazione
del PM salvo modificazioni in dibattimento) salvo accolga reato diverso dalla memoria del
difensore. Richiesta di rinvio a giudizio nella cancelleria del GUP che la fa notificare
all’imputato e difensore. Apertura fase non procedimentale ma processuale in senso stretto.

DIRITTO DELLE PROVE54


Libro III distinzione tra mezzi di prova e mezzi di ricerca della prova: per mezzo di prova si intende
un elemento già precostituito, già formato che può essere acquisito dal giudice (prova documentale
già esiste, già formata può essere chiesta ammissione e acquisizione), i mezzi di ricerca della prova
che servono per cercare la prova che ancora non esiste (intercettazioni si chiede al GIP di
autorizzare l’attività di ricerca della prova tramite lo strumento in questo caso intercettazioni). È
importante capire che tutto quello che è contenuto nel libro III disciplina specifica che regola quasi
tutto è fondamentale perché posto a presidio di colui nei cui confronti quelle prove deve subire, ci
sono delle regole che vengono applicate nel procedimento probatorio e una norma fondamentale è
l’art. 190 che disciplina il diritto alla prova che costituisce attuazione del principio “dispositivo” che
ha attribuito al privato la possibilità di interloquire, interfacciarsi con l’amministrazione (riscontro
art. 111 cost.), l’art. 190 ne traduce tutte le cadenze. 1° comma “Le prove sono ammesse a richiesta

52
Si parla di indagato fino all’esercizio dell’azione penale fino alla richiesta di rinvio a giudizio dove diventa imputato e
c’è il giudice dell’udienza preliminare.
53
Il PM anche qualora le leggesse, non è vincolata dalle stesse, infatti se invia l’avviso ex art. 415-bis non vuole
l’archiviazione ma vuole chiedere il rinvio a giudizio. Ciò non esclude che il PM ha la possibilità di cambiare idea e
chiedere l’archiviazione al GIP.
54
526 cpp giudice si può avvalere delle sole prove utilizzabili
di parte” ossia i privati e PM devono chiedere al giudice di acquisire, di ammettere determinate
prove, il giudice in posizione di terzietà salvo casi eccezionali on può procurarsi prove per tutelare
terzietà e imparzialità del giudice. Il giudice è tenuto ad acquisirle o ammetterle salvo alcuni divieti.
Alcune prove acquisite per il dibattimento a fine udienza preliminare e confluiscono nelle
conoscenze del giudice le cosiddette prove irripetibili o non rinviabili, diverso per tutto il resto, è
un’ipotesi derogatoria. Passaggi che concretano il procedimento probatorio: richiesta delle parti,
valutazione del giudice, ammissione della prova poi acquisizione della prova; tre fasi importanti:
ammissione, acquisizione e valutazione delle prove.
La fase di ammissione è fondamentale a seguito di richiesta delle parti valutazione di
ammissibilità della prova, diverso rispetto a inammissibilità dell’atto impugnatorio, il giudice
controlla se deve ammettere o meno la richiesta sulla scorta di alcuni criteri inerenti alla pertinenza
(avere ad oggetto ciò che riguarda i fatti di cui all’imputazione art. 187 cpp55); valutazione della
possibile violazione di legge, o violano la libertà morale56, la non manifesta superfluità57. Richiesta
di prova nel primo momento utile a inizio udienza ma ad esempio per i testimoni a carico deve esser
fatta prima 7 gg prima dell’udienza deve essere depositata la lista testimoniale perché alla fine va ad
essere controllata anche dalla controparte che può a sua volta può portare un testimone a discarico
(art. 111 cost. contraddittorio); diritto alla prova contraria deve esser sempre garantito solo
all’imputato (art. 111 cost. comma 3°) per ragioni di parità tra le parti anche il PM ne ha diritto (a
sostegno del diritto alla prova solo per l’imputato vi è che il PM ha avuto i mezzi e gli strumenti per
cercare le prove da presentare al giudice). Il diritto alla prova si esprime anche nell’art. 495 cpp e
606 lett. d) ricorso per Cassazione quasi direttamente per censurare la doglianza se rifiuto di prova
contraria da parte del giudice (previsto a partire dal 2006). Poi vi sono ipotesi eccezionali che
consentono al giudice di acquisire le prove con dei poteri officiosi: ipotesi più importante prevista
all’art. 507 cpp : 1. Terminata l'acquisizione delle prove, il giudice, se risulta assolutamente
necessario, può disporre anche di ufficio l'assunzione di nuovi mezzi di prova.

1-bis. Il giudice può disporre a norma del comma 1 anche l'assunzione di mezzi di prova
relativi agli atti acquisiti al fascicolo per il dibattimento a norma degli articoli 431, comma 2,
e 493, comma 3.

55
Art. 187 cpp: Sono oggetto di prova i fatti che si riferiscono all'imputazione, alla punibilità e
alla determinazione della pena o della misura di sicurezza(1).
2. Sono altresì oggetto di prova i fatti dai quali dipende l'applicazione di norme processuali(2).
3. Se vi è costituzione di parte civile [76], sono inoltre oggetto di prova i fatti inerenti alla responsabilità civile
derivante dal reato [185 c.p.](3).
La prova non deve essere irrilevante (rilevanza rispetto all’oggetto sempre relativa all’imputazione sempre 187 cpp

56
Art. 224 bis cpp: è vietato il prelievo coattivo di materiale biologico dal corpo di un individuo se non ad un
determinato livello di dibattimento. Cosa si può intendere per coattivamente? Molte sentenze: prima considerato vietato
materiale biologico senza che il soggetto ne sia consapevole, ora se es. gli si offre un caffè consentito perché l’ha
accettato.
57
Se già troppe prove sull’elemento da provare valutazioni di economia processuale.
Per ammettere o no le prove il giudice emana un’ordinanza che può essere poi impugnata insieme
alla sentenza.
Tuttavia, ci sono alcune deroghe: art.190 bis c.p.p. 58 diritto alla prova reciso, eliminato, escluso
quando si procede per determinati patti art. 51 comma 3 bis c.p.p. (generalmente di criminalità
organizzata) e si riferisce alla prova testimoniale (collaboratori di giustizia) in dibattimento, altri
processi ammesso se riguarda fatti o circostanze diversi da quelli oggetto di precedenti dichiarazioni
o se il giudice lo ritiene necessario sulla base di specifiche esigenze, già dalla norma non si rispetta
il criterio di prevedibilità delle disposizioni dunque le prove acquisite in altro processo prese e
portate all’altro giudice. Art. 525 comma 2 c.p.p. alla decisione concorrono gli stessi giudici che
hanno partecipato a dibattimento a pena di nullità assoluta traduzione del principio di immediatezza.
poi la deroga è stata allargata ad altri casi di reati di violenza sessuale anche per dichiarazioni di
soggetti minori per i quali l’esame testimoniale se già reso nell’incidente probatorio in modo tale
che poi non si può tornare indietro, si cristallizza tutto, non si può fare la richiesta di risentire il
testimone altra ratio di tutelare la particolare vulnerabilità dei soggetti che devono rendere le
dichiarazioni, evitare la vittimizzazione secondaria, esporlo al trauma del dibattimento. In sentenze
della Corte costituzionale si è dichiarato che quando cambia il giudice si può utilizzare il
meccanismo del 190bis. Ci sono poi altri casi che possono indurre il giudice ad una valutazione più
pregnante perché può accadere che siano chieste delle prove atipiche o innominate, non disciplinate
dal giudice, c’è una sola disposizione generale art. 189 c.p.p. il giudice non si deve soffermare solo
sui criteri esposti prima ma deve anche vagliare una condizione aggiuntiva ossia idoneità della
prova all’accertamento, quell’elemento deve avere una certa dignità sul piano dell’accertamento.
Deve trattarsi di prova che non pregiudichi la libertà morale dell’individuo art. 188 c.p.p.
Il problema della prova atipica ha consentito nel corso del tempo di ammettere anche nuove
strumentazioni, far entrare elementi non previsti allora il potere del giudice diventa molto ampio
poiché vi è solo quella condizione.
Dopo averle ammesse, le prove devono essere acquisite (seconda fase) e generalmente la fase
dell’acquisizione avviene in dibattimento, ovviamente dipende da tipologia di prova (testimoni,
periti, consulenti tecnici, documenti).
La successiva fase è dopo l’acquisizione il giudice può passare alla terza fase finale della
valutazione delle prove: il nostro ordinamento tutela il principio del libero convincimento del
giudice che consente al giudice di essere libero nell’attribuire ad ogni singolo elemento del valore,
questo però non permette l’arbitrio del giudice poiché vi sono delle regole di valutazione della
prova che lasciano il giudice libero nell’apprezzamento del singolo elemento, stabilire quanto è
persuasivo il singolo elemento. Ci sono delle deroghe: per ogni elemento che valuta collegamento
tra gli articoli 546 e 192 c.p.p. altro limite 191 c.p.p. no valutare prove inutilizzabili. Norma
fondamentale art. 192 c.p.p.:
58
Introdotta subito dopo le stragi di Via d’Amelio e Capaci. Circostanza di dover salvare tutto quello che i magistrati
avevano raccolto per arrivare a sentenza ha giustificato l’introduzione di questa disposizione che deroga al diritto alla
prova, poi utilizzata anche per altri fini.
1° comma: giudice valuta la prova dando conto nella motivazione dei risultati acquisiti e dei criteri
adottati (546 lett. e);
Sono tutte disposizioni che limitano i poteri del giudice, tutto deve uscire nella motivazione, tutto
quello che ha fatto o su cui ha ragionato.
2° comma: L’esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi (il giudice si avvale di elementi
indiziali, probatio minor) a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti (convergenza del
molteplice).
4° comma: Chiamata in reità o correità devono guidare il giudice che ha ammesso prove consistenti
in dichiarazioni assunte da soggetti interessati (testimoni, imputati in processi connessi) che hanno
accusato altri per allontanare da sé stessi la responsabilità (coincidono con collaboratori di giustizia)
sono dichiarazioni auto e etero accusatorie, il giudice non può tener conto delle solo dichiarazioni
valutate unitariamente ad altri elementi di prova che ne confermano l’attendibilità (attendibilità e
presenza di altri elementi di prova).
Poi servono riscontri intrinseci, estrinseci e individualizzanti dimostrano che l’ha commesso o
dichiarazioni fatte non per mero interesse ma perché soggetto che le fa è un soggetto attendibile.
Ci sono regole di esclusione di cui il giudice deve tener conto se violate escludono la prova dalle
conoscenze del giudice perché inutilizzabile, perché assunta tramite violazione di divieto probatorio
ambito 191 c.p.p.
Ultimo criterio di cui il giudice deve dar conto è la cosiddetta regola di giudizio, nella fase finale il
giudice dopo aver valutato le prove assunte, la possibilità di assumere d’ufficio altre prove, dopo
aver escluso dal raggio di azione tutte le prove vietate deve compiere una valutazione delle prove
capire se in base agli elementi raccolti è certo oltre ogni ragionevole dubbio che l’imputato è
colpevole? Che i fatti sono andati come descritto nell’imputazione? Se c’è solo un dubbio
l’imputato va assolto regola di giudizio art. 533 c.p.p.:
1. Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato
contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza il giudice applica la pena e le
eventuali misure di sicurezza.

2. Se la condanna riguarda più reati, il giudice stabilisce la pena per ciascuno di essi e quindi
determina la pena che deve essere applicata in osservanza delle norme sul concorso di reati e di
pene o sulla continuazione [71-84c.p.]. Nei casi previsti dalla legge il giudice dichiara il condannato
delinquente o contravventore abituale o professionale o per tendenza [102 ss. c.p.].

3. Quando il giudice ritiene di dover concedere la sospensione condizionale della pena


[163 c.p.] o la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale [175 c.p.],
provvede in tal senso con la sentenza di condanna.

3-bis. Quando la condanna riguarda procedimenti per i delitti di cui all'articolo 407, comma 2,
lettera a), anche se connessi ad altri reati, il giudice può disporre, nel pronunciare la sentenza, la
separazione dei procedimenti anche con riferimento allo stesso condannato quando taluno dei
condannati si trovi in stato di custodia cautelare e, per la scadenza dei termini e la mancanza di altri
titoli, sarebbe rimesso in libertà(1).

530 2° comma: 2. Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente
o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto
costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile(1).

Già il secondo comma del 530 era sufficiente a sostenere che in caso di ragionevole dubbio
pronuncia sentenza di assoluzione, però nel 2006 riforma Pecorella è stato introdotto nel 533 c.p.p.
il criterio dell’aldilà ogni ragionevole dubbio che impone di assolvere in caso di dubbio e questo
deve emergere dalla motivazione (sulla scorta di questa si può proporre impugnazione).
Art. 546 c.p.p. lett. e): e) la concisa esposizione [544] dei motivi di fatto e di diritto su cui la
decisione è fondata, con l'indicazione dei risultati acquisiti e dei criteri di valutazione della prova
adottati e con l'enunciazione delle ragioni per le quali il giudice ritiene non attendibili le prove
contrarie [192](3), con riguardo: 1) all'accertamento dei fatti e delle circostanze che si riferiscono
all'imputazione e alla loro qualificazione giuridica;
1. 2) alla punibilità e alla determinazione della pena, secondo le modalità stabilite dal comma 2
dell'art. 533, e della misura di sicurezza;
2. 3) alla responsabilità civile derivante dal reato;
3. 4) all'accertamento dei fatti dai quali dipende l'applicazione di norme processuali;
4. f) il dispositivo, con l'indicazione degli articoli di legge applicati;
5. g) la data e la sottoscrizione del giudice.

Art. 187 comma 2 c.p.p.: 2. Sono altresì oggetto di prova i fatti dai quali dipende l'applicazione di
norme processuali(2).
Giudice deve accertare un fatto giuridico processuale dal quale dipende l’applicazione della norma,
quindi, deve accertare tutti gli elementi per cui si ritiene accertata la fattispecie processuale es. se
l’imputato non si presenta qui si valuta il fatto umano (conoscenza di atto di citazione al processo) il
giudice può decidere di procedere o no in assenza classico esempio di accertamento del fatto
processuale artt. 420 ss c.p.p. altro esempio è accettare imputabilità o meno significa per il giudice
arrestarsi art. 70 c.p.p. e vedere se può andare avanti o no per es. se non ha capacità di intendere e di
volere fatto umano che diventa un fatto giuridico processuale.

LEZIONE SUSANNA 7/11


Art. 88 c.p.p. Incidente probatorio si possono acquisire le prove in una fase in cui non sarebbe
possibile durante le indagini preliminari, udienza preliminare e periodo che intercorre tra i due,
il luogo deputato a acquisire le prove è il dibattimento e la prova deve essere acquisita nel
contraddittorio, può avvenire in casi in cui si rischia di perdere la prova: art. 392 c.p.p. es.
persona malata prossima alla morte che sia testimone del delitto, del reato deve essere
interrogato, ascoltato per tempo. Dunque, occorre anticipare l’acquisizione della prova il
dominus PM nelle indagini preliminari ma si fa incidente probatorio come se si fosse in
dibattimento, escussione testimoniale che abbia la stessa rilevanza dell’escussione che viene
fatta in dibattimento davanti al GIP o GUP, “stesse garanzie” della acquisizione che si ha
durante dibattimento. Altri casi di incidente probatorio vi è per i testimoni di mafia
testimonianza che può essere corrotta da minacce, anche per vittime e testimoni vulnerabili
(molto ampliata con una riforma del 2009) bambini, donne e uomini vittime di violenza,
l’intento in questo caso è di evitare vittimizzazione secondaria ossia evitare che colui che
riporta la propria esperienza non debba trovarsi a distanza di anni dopo un percorso riabilitativo
a rivivere il trauma ex novo. Il problema è quello dell’immediatezza 59 che si sacrifica
nell’incidente probatorio perché il GIP o GUP non è lo stesso giudice che emana sentenza.
Dunque avremo giudice del dibattimento che decide senza aver ascoltato i testimoni dà luogo
ad una decisione indiretta (il contatto con la prova determina la decisione), ha cognizione delle
prove limitata dalla mediatezza (mezzo in questo caso prima della riforma Cartabia era un
verbale scritto in cui si scrivono solo le parole non il comportamento)60; l’immediatezza art.
525 c.p.p.:
1. La sentenza è deliberata subito dopo la chiusura del dibattimento.
2. Alla deliberazione concorrono, a pena di nullità assoluta[179], gli stessi giudici che hanno partecipato
al dibattimento (stesse persone). Se alla deliberazione devono concorrere i giudici supplenti in sostituzione dei
titolari impediti, i provvedimenti già emessi conservano efficacia se non sono espressamente revocati(1).
3. Salvo quanto previsto dall'articolo 528, la deliberazione non può essere sospesa se non in caso di assoluta
impossibilità. La sospensione è disposta dal presidente con ordinanza.

Principi: immediatezza, oralità, contraddittorio, pubblicità e concentrazione (giudice qui si


intende collegio che in un processo di mafia deve sentire tre testimoni come si fa a garantire la
concentrazione? I tempi sono dilatati). Per quanto riguarda l’immediatezza è collegata
all’oralità, ma l’oralità non è collegata perché può essere garantita anche qualora cambi il
giudice anche se non immediato.
L’immediatezza: rapporto diretto (“vivo”) tra giudice che decide e prova che parla dunque
presuppone l’oralità e lo stesso giudice, il problema è che ormai un contatto su Tims sembra
immediato.
Fino al 2019 la giurisprudenza ha seguito un orientamento sentenza Iannasso 2001 il 525
“laddove espone che alla deliberazione concorrono a pena di nullità assoluta stessi giudici che
hanno partecipato a dibattimento va interpretato nel senso che se il giudice muta deve essere
effettuata la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale” ossia se il giudice cambia le prove
devono essere risentite, testimoni devono essere riascoltati (periti, consulenti tecnici, imputati in
procedimenti connessi) si deve rifare il processo (qui problema della prescrizione). Le
conseguenze sul piano della tempistica del processo, la corte costituzionale sentenza 132/2019
inizia a aprire le porte a immediatezza intesa come sentenze unite rinnovazione dell’istruttoria
dibattimentale, afferma che “il legislatore in effetti ben potrebbe prevedere delle misure
compensative che evitino la rinnovazione dibattimentale in caso di mutamento del giudice ma
garantiscano l’immediatezza come per esempio le videoregistrazioni” (consiglio per il
legislatore), qualche mese dopo le sezioni unite nella sentenza Bajrami 2020, pur dovendo
seguire la giurisprudenza precedente Iannasso e non dichiarato incostituzionale, interpretano
nuovamente il 525 nel senso in cui non occorre rinnovare l’istruttoria dibattimentale ovvero si
deve rinnovare se il giudice non lo ritiene manifestamente superfluo (se è necessario) inoltre la

59
Secondo alcuni ha origine costituzionale. Con il COVID questo argomento ha avuto rilevanza mediatica esplosiva da
immediatezza più o meno garantita a udienze da remoto.
60
La dottrina ha discusso sulla possibilità di rinnovare l’escussione in fase di incidente probatorio se il testimone per
esempio non è morto, mentre le vittime vulnerabili NO c’è il 190bis che dice che non si può risentire. Caso: Riduzione a
schiavitù per famiglia padre e figlio rispetto alla moglie del figlio faccende domestiche, dichiarazioni della ragazza e
legata con dei ganci sopra al letto, incidente probatorio, poi mesi dopo perizia del PM nella stanza da letto afferma che
non c’era il segno, il giudice afferma che per il 190bis non poteva essere risentita la ragazza.
parte la deve richiedere, lo può fare solo colui che aveva inserito il testimone nella lista testi
presentata ex art. 468 c.p.p.61 7 giorni prima dell’udienza (questo non è scritto nel 525). Se un
testimone era stato inserito nella lista solo del PM l’avvocato non può chiedere di risentirla
perché non era presente nella sua lista, questo è un cambiamento epocale perché fino a Iannasso
si diceva che si faceva la rinnovazione dell’istruttoria per tutti i testimoni rintracciabili, la
Bajrami slo parte che aveva inserito nella lista lo richiede e se il giudice lo ritiene necessario.
La riforma Cartabia ha previsto modifica art. 134 c.p.p. modalità di documentazione degli atti
che originariamente prevedeva che la modalità ordinaria era quella scritta, adesso anche la
riproduzione audiovisiva (videoregistrazioni) premura da parte di chi fa gli interrogatori, ci
dovrebbe essere una tutela maggiore rispetto al verbale scritto (interrogatori, incidente
probatorio), modificato anche art. 510 c.p.p. prove dichiarative in sede di dibattimento devono
essere documentate via videoregistrazione salvo impossibilità (lascia aperta la possibilità in
caso manchino gli strumenti)62.
Nuovo comma del 495 4 ter se videoregistrazioni e cambia il giudice non serve rinnovare
l’istruttoria dibattimentale:
4-ter. Se il giudice muta nel corso del dibattimento, la parte che vi ha interesse (non della lista
come nella Bajrami) ha diritto di ottenere l’esame delle persone che hanno già reso
dichiarazioni nel medesimo dibattimento nel contraddittorio con la persona nei cui confronti le
dichiarazioni medesime saranno utilizzate, salvo che il precedente esame sia stato documentato
integralmente (unico vocabolo che dà contezza di cosa deve essere ripreso) mediante mezzi di
riproduzione audiovisiva. In ogni caso, la rinnovazione dell’esame può essere disposta quando
il giudice la ritenga necessaria sulla base di specifiche esigenze (si può chiedere la
rinnovazione in ogni caso).
Questa norma supera la Bajrami sempre diritto alla rinnovazione se la parte interessata lo
richiede, è garantita salvo che documento audiovisivo integrale.
Art. 507 cpp il giudice può fare domande se l’avvocato e il PM non fanno domande per
garantire il diritto di difesa, con l’intervento delle videoregistrazioni questa garanzia non c’è.
Ultimo problema riforma Cartabia conservazione delle videoregistrazioni, si pone il problema
del sistema di privacy (fuga di notizie) e deepfakes, vuoto normativo che dovrà essere colmato.
Procedimento probatorio si traduce nella fase fondamentale del processo (giudizio o
dibattimento). Giudizio e dibattimento sono due termini che convivono perché nella fase di
giudizio si svolge il dibattimento, libro VII cpp fase introduttiva del processo, lungo questa fase
trova attuazione il procedimento probatorio (in contraddittorio come disposto da Costituzione).
Ci sono una serie di adempimenti in capo al giudice che fa da garante per l’assunzione dei
mezzi di prova e a carico delle parti che possono far valere alcune invalidità. Decreto che ha
disposto il giudizio, fissata l’udienza (data e giorno e giudice davanti a cui presentarsi),
momento chiamato fase degli atti preliminari al dibattimento, l’udienza già fissata con atto di
citazione ma prima di dichiarare aperto il dibattimento c’è la fase predibattimento, stadio di
attesa in cui le parti hanno l’onere di depositare liste, richieste di fonti di prova (no lista
testimoniale 7 gg prima) e richieste per essere autorizzare a citare persone (periti, consulenti
tecnici…), va evidenziata la funzione ricoperta dal collegio giudicante che ha competenza
funzionale per adottare i provvedimenti in questo momento di passaggio art. 467 c.p.p. possono
essere acquisite delle prove prima che si apra l’istruttoria per prove irripetibili (sorta di
incidente probatorio) circoscrivere al pericolo della prova, pronuncia del giudice che autorizza
61
Art. 468 c.p.p.: 1. Le parti che intendono chiedere l'esame di testimoni, periti o consulenti tecnici nonché delle
persone indicate nell'articolo 210 devono, a pena di inammissibilità, depositare in cancelleria, almeno sette giorni
prima della data fissata per il dibattimento, la lista con la indicazione delle circostanze su cui deve vertere l'esame.
62
Serve una legge, regolamento, disposizione ministeriale che indichi come si fanno le videoregistrazioni.
l’acquisizione immediata degli atti di prova, prima di aprire l’istruttoria il giudice deve
controllare che non vi siano cause di proscioglimento immediato 129 c.p.p. alla presenza di
alcune condizioni (presuppone un accertamento), è consentita solo per 3 cause:
1. improcedibilità dell’azione penale (manca la condizione del procedere) o in via originaria o
sopravvenuta es. parlamentare;
2. prescrizione del fatto: l’imputato può rinunciare alla prescrizione per veder confermata la
sua innocenza;
3. clausola della particolare tenuità del fatto art. 131 bis cpp giudice può ritenere con
valutazioni approssimative che il fatto non è punibile ma non merita di essere punito, non
risulta passibile di sanzione (vale nelle fasi preliminari e in ipotesi eccezionali nel passaggio
alla fase di dibattimento), l’imputato può scegliere di essere prosciolto per tenuità del fatto o
aspettare perché pensa di essere innocente e avere sentenza di assoluzione che è ben più
favorevole. Art. 496bis non consente di opporsi alla tenuità del fatto, ma convocata per
vedere se è d’accordo, il giudice dunque può decidere se andare avanti per vedere
riconosciuta la responsabilità, se tenuità del fatto (non può essere appellata per ragioni di
economia processuale).
Fatti questi controlli, l’udienza va avanti e primo compito del giudice è controllare che tutte le parti
siano correttamente costituite in udienza: che ci sia il regolare raggiungimento della notifica per le
parti (vale poi per tutto il corso del procedimento), poi possibilità per le parti di sollevare le
questioni preliminari art. 491 c.p.p. alcune sono precluse dopo (nullità relative verificate
nell’udienza preliminare o fase di indagini preliminari tipico delle nullità relative eccepite solo
entro un determinato tempo, se non eccepite vengono sanate), altra questione inutilizzabilità di
alcuni elementi che devono essere acquisiti nel fascicolo del dibattimento, questioni relative alla
competenza del giudice in particolar modo con la riforma Cartabia problema della competenza per
territorio (tutto il processo veniva considerato tamquam non esset accolta solo in Cassazione) si è
introdotto art. 24 bis rinvio pregiudiziale alla Cassazione sui dubbi inerenti alla competenza per
territorio (la parte che intende sollevare la questione deve farlo immediatamente, se non accolta lo
può fare nella fase delle questioni preliminari) una volta che la questione è decisa viene risolta
subito senza aspettare fino all’ultimo grado perché si vanificherebbe tutto il percorso precedente. Il
giudice quando la parte solleva la richiesta, una volta ricevuti gli atti può non rinviare alla
Cassazione per la decisione, l’imputato risolleverà la questione e andrà in appello o Cassazione
(serve il 24bis per economia processuale). Tutte le problematiche relative alla competenza del
giudice devono essere fatte in questa fase di atti preliminari al dibattimento, poi questioni anche
sulla formazione del fascicolo del dibattimento (se non fatta adesso la parte decade dal farla es.
inutilizzabilità fisiologiche delle prove ossia derivanti da violazione legata alla fase precedente
secondo il principio di divisione delle fasi).
Dopo le attività preliminari il giudice può accogliere o meno le questioni sulla competenza, se non
si ritiene competente manda indietro gli atti, anche per inutilizzabilità di atti che sono finiti per
errore nel fascicolo devono essere esclusi dal fascicolo. Tutte queste decisioni prese con ordinanze
che possono essere impugnate insieme alla sentenza di primo grado.
Principi di oralità, pubblicità e immediatezza.
Principio di pubblicità regola fondamentale perché l’ordinamento ripudia processi segreti, a porte
chiuse, ordinamento a base democratica assicura che chiunque vuole può partecipare alle udienze
salvo esigenze tutelate da costituzione da rispettare che consentono l’esclusione del popolo (“la
giustizia amministrata in nome del popolo italiano” dicitura che si trova nelle sentenze indica che
tutte le udienze devono essere pubbliche). Il principio di pubblicità ha radici anche nelle carte
internazionali di diritti art. 6 CEDU, art. 14 patto diritti internazionali e politici. Eccezione per
tutela di minori senza presenza del pubblico.
Principio di oralità attività che riguardano acquisizione di determinate prove assicura che la prova
sia correttamente formata nel contraddittorio delle parti. Attiene al metodo di formazione della
prova collegato al principio di immediatezza per il giudice che deve prendere la decisione.
Principio della concentrazione il dibattimento dovrebbe svolgersi con rito continuato, ciclo
continuato senza pause prolungate, stabilito nel codice e tutelato dalla possibilità di calendizzare le
udienze ribadita dalla riforma Cartabia stabilisce che è uno dei metodi per ottenere la
concentrazione del dibattimento una volta sentite le parti.
FASE ISTRUTTORIA DIBATTIMENTALE
Tutto il procedimento probatorio dispiega le sue modalità concrete, la prima fase di ammissione dei
singoli mezzi di prova subordinata alla verifica del giudice con cui controlla se prove meritano
ingresso in dibattimento, fase dell’assunzione (per la prova orale coincide con la cross examination)
e fase valutazione della prova.
Per quanto riguarda la fase di ammissione il preliminare intervento delle parti che devono
impegnarsi nella fase dibattimentale servono a attribuire al giudice per selezionare l’elenco di prove
(es. escludendo testimonianze sovrabbondanti) riecheggia art. 190 c.p.p. anche se qui autorità del
giudice finalizzata all’economia processuale. Per le consulenze tecniche o perizie prima che siano
escusse deve essere depositata la relazione nella cancelleria del giudice affinché possa prevedere se
ammettere o no l’esame della prova orale, il fatto che viene depositata consulenza tecnica o perizia
non esclude che deve essere ascoltata la prova viva ma consente alle parti di conoscere le prove
prima del dibattimento (situazione di lealtà). Dopo che il giudice ha dato luogo a queste attività,
ammette i mezzi di prova richiesti tenendo conto dell’art. 190bis se acquisizione di verbale atto che
non può essere ripetuto la parte deve motivare sul perché dell’irripetibilità e il giudice lo verifica.
Questione particolare prove documentali (preformate) quindi l’ammissione coincide con
l’acquisizione, infatti, i documenti vengono presentati al giudice che li ammette e le parti ne hanno
preso conoscenza, confluiscono nel fascicolo senza che la loro utilità ai fini della sentenza debba
passare attraverso la lettura.
C’è sempre problema della acquisizione officiosa di prove da parte del giudice che può avvenire
una volta terminata l’acquisizione delle prove richieste dalle parti.
Fase istruttoria o istruzione dibattimentale: fase di acquisizione, infatti, vi sono delle regole
determinate dalla legge che riguardano modalità di assunzione della prova. Come emerge dal 4°
comma art. 111 cost. in questo momento si esplicita la massima estensione della dialettica
processuale, realizzato nella tecnica della cross examination ossia alternarsi in presenza anche con
ritmo serrato di domande rivolte a turno da ciascuna delle parti alla persona che viene interrogata e
risposte date davanti al giudice. Questo metodo dell’esame incrociato è il metodo tipico dei processi
angloamericani poi trasposto nel nostro processo perché emblema del processo accusatorio, infatti,
le parti possono svolgere la contesa e il giudice osserva. Il primo che schiera le prove è il PM
perché avendo esercitato l’azione penale deve portare le prove che sostengono la sua richiesta,
incombe l’onere di dimostrare la colpevolezza dell’imputato se elementi inconsistenti l’imputato
andrebbe prosciolto. Poi la difesa secondo presunzione di innocenza presenta le prove all’ultimo e
comporta un grande vantaggio perché vede tutte le prove addotte dal PM, dunque, non è tenuto a
dimostrare niente. Durante questa attività la prova regina è la testimonianza per come è acquisita in
fase di dibattimento: art. 197 c.p.p. i testimoni devono essere esaminati uno dopo l’altro, se più di
uno da ascoltare gli altri devono stare al di fuori dell’aula perché eventualmente l’ascolto potrebbe
condizionare la loro testimonianza e influenzare il racconto successivo scritto disp. Att. Al
c.p.p.149, il testimone deve essere isolato e sta al di fuori (spesso non accade).
Esame parti private in particolar modo l’imputato che può essere ascoltato anche se ha assistito a
tutta l’istruttoria dibattimentale, la disciplina stabilisce obblighi e oneri: testimone è chiamato a dire
la verità e a non nascondere nulla ed è invitato solennemente dal presidente del collegio a assumere
questo impegno (non c’è il giuramento) altrimenti sarà responsabile penalmente per passività o
reticenza; ora questi ammonimenti non valgono quando deve essere fatto per l’esame dell’imputato
(che può decidere se essere ascoltato ma non gli può essere chiesto di parlare o di dire la verità, non
c’è obbligo di collaborare con la giustizia nemo tenetur se detergere). Nella prassi attenuanti
generiche si attribuiscono all’imputato che collabora ma qui si ignora il diritto a non collaborare
riservato all’imputato.
La prima regola titolarità a formulare domande al testimone attribuita al PM e ai difensori,
l’imputato (parte civile) anche se partecipa al processo non può fare domande al testimone lo può
fare tramite difensore e la persona offesa può avvalersi del PM. Art. 498 c.p.p. esame diretto esame
va fatto per primo dalla parte che ha richiesto la prova, se la parte chiede l’assunzione della
testimonianza deve fare per prima l’esame, dopodiché l’altra parte PM o difesa ha diritto a fare
ulteriori domande (controesame) che ha la facoltà di porre domande per incrinare la testimonianza
fornita dalla parte che ha fatto. Terza fase: riesame chi aveva cominciato dopo aver sentito il
controesame può fare ulteriori domande per fare delle specificazioni e dipende dalle opzioni
strategiche della parte che chiede la testimonianza. Art. 187 1° comma c.p.p. tutte le domande fatte
al testimone devono riguardare la res judicata si applica poi anche nella fase dibattimentale.
È vietato a chi fa le domande:
- usare un grado di aggressività che lede la libertà morale del testimone nel limite di non fare le
domande nocive (sempre rispetto della persona sottoposta a esame);
- fare le domande suggestive (che suggeriscono le risposte);
Su questi divieti vigilano le parti, ma il giudice fa da garante e può accogliere le eccezioni formulate
dall’altra parte si usa lo strumento dell’opposizione.
Importante disciplina contestazioni nell’esame testimoniale art. 500 c.p.p., spesso quando escussi i
testimoni questi sono stati sentiti nella fase precedente (PM, polizia giudiziaria o indagini
preventive anche nel caso del difensore, durante udienza preliminare) assunte a sommarie
informazioni, vengono redatti dei verbali, queste conoscenze non vengono acquisite dal giudice ma
devono essere sentiti dal giudice in dibattimento. Da persona informata sui fatti si trasforma in
testimone quando il PM lo cita come testimone. Fascicolo del PM che il giudice non conosce,
conosce solo quello che c’è nel fascicolo del dibattimento, poi gli possono servire per fare domande
durante la fase dell’udienza dibattimentale, ci può essere contraddizione tra dichiarazione nella fase
di indagini e quella di dibattimento per es. colore di una macchina in un rapimento discrepanza
forte, la regola è che vale la testimonianza della fase dibattimentale solo che il PM o la parte che ha
chiesto la prova può contestare questa dichiarazione; questa è la contestazione: ossia con verbale
alla mano contestare che nella fase precedente si sia detto una cosa diversa. Le contestazioni
servono per valutare attendibilità e credibilità del teste, il giudice sulla scorta delle discrepanze può
decidere che il teste non sia attendibile o sia poco attendibile. La contestazione presuppone che si
stia svolgendo esame testimoniale nei confronti di chi abbia fornito una testimonianza precedente e
sulla stessa circostanza su cui sia stata data dichiarazione; può accadere che durante la fase di
indagini il teste abbia parlato e ella fase di istruttoria non parli anche qui il giudice può vagliare la
credibilità ma non può assumerla come prova.
Il contraddittorio provato o condotta illecita significa che può capitare che un teste ad un certo
punto arriva in dibattimento ma dia al giudice il sentore che non parla o dice qualcosa di diverso
perché è stato minacciato, pagato, in ogni caso dà luogo a condotta illecita (sempre art. 500 c.p.p.),
in questo caso il giudice si deve fermare e aprire procedimento incidentale o collaterale e appurare
che c’è violenza, minaccia o promessa di danaro che ha indotto il teste a cambiare versione, una
volta fatto l’accertamento il giudice può acquisire il verbale della precedente dichiarazione anche se
questa è stata formata in fase di indagini preliminari, è una delle tre deroghe art. 111 consenso,
provata condotta illecita e impossibilità oggettiva. Per l’impossibilità oggettiva si prevede che la
prova possa essere sostituita con quella acquisita in fase preliminare.
Art. 511 ss. c.p.p. letture63: ci sono quelle consentite e vietate, deroga a acquisizione prova orale e
nel contraddittorio delle parti, è importante che la lettura avvenga in udienza per le letture
consentite e vi sono una serie di atti che possono essere letti dal giudice (nel fascicolo del
dibattimento già formati nel contraddittorio o per consenso tra le parti: relazione del perito letta solo
dopo averlo ascoltato, verbali di dichiarazioni dopo che la persona è stata ascoltata).
Art. 238 c.p.p. verbali di altri procedimenti solo a cui ha partecipato la parte ascoltata.
Letture di atti per impossibilità di ripetizione che deve essere sopravvenuta (per es. se muore il teste
può essere letta la dichiarazione art. 512 c.p.p.) ipotesi di deroga al contraddittorio per impossibilità
oggettiva.
Altre ipotesi di lettura consentita se dichiarazioni di teste che risiede all’estero.
Art. 51364 più volte oggetto di questione di costituzionalità dichiarazioni assunte in fase di incidente
probatorio, se imputato assente giudice può disporre quando questo ha dato dichiarazioni
nell’udienza preliminare che si possa dare lettura ma non senza il consenso delle parti.
Prove vietate fuori da tutti questi casi 511, 512, 513 non può essere data lettura di verbali resi da
imputati testimoni di reati connessi alla polizia giudiziaria, PM, parte nel caso di indagini
preliminari a meno che nell’udienza preliminare resa nel contraddittorio presenza dell’imputato e
difensore, vietata lettura di dichiarazioni rese in presenza di polizia giudiziaria (anche se anni
prima) sempre data la possibilità all’operante di polizia giudiziaria di consultarli (per memoria) ma
non c’è la possibilità di leggerli in udienza (a volte viene confusa la consultazione e la lettura).
Se consentita la lettura a pena di inutilizzabilità gli atti devono essere letti in udienza a meno che
non ci sia previa conoscenza delle parti.
INTERCETTAZIONI
Il cpp insieme di garanzie per l’imputato (sequenza di atti procedimentalizzati per arrivare alla
sentenza). Il giudice nel momento in cui decide la responsabilità di una persona per gli anni a
venire.
Ordine di esecuzione del PM per accompagnare il colpevole in carcere data di inizio e fine pena (in
quel caso ergastolo). Interpretazione della norma parte dal principio costituzionale.
Principi costituzionali che vengono in rilievo nel caso delle intercettazioni art. 15 cost. : libertà e
segretezza della corrispondenza e comunicazioni. Diritto inviolabili che hanno limiti nel comma 2
63
Da studiare dal codice.
64
Art. 513 c.p.p.: 1. Il giudice, se l'imputato è assente ovvero rifiuta di sottoporsi all'esame, dispone, a richiesta di
parte, che sia data lettura dei verbali delle dichiarazioni rese dall'imputato al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria
su delega del pubblico ministero o al giudice nel corso delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare, ma tali
dichiarazioni non possono essere utilizzate nei confronti di altri senza il loro consenso salvo che ricorrano i presupposti
di cui all'articolo 500, comma 4.
2. Se le dichiarazioni sono state rese dalle persone indicate nell'articolo 210, comma 1, il giudice, a richiesta di
parte, dispone, secondo i casi, l'accompagnamento coattivo del dichiarante o l'esame a domicilio o la rogatoria
internazionale ovvero l'esame in altro modo previsto dalla legge con le garanzie del contraddittorio. Se non è possibile
ottenere la presenza del dichiarante, ovvero procedere all'esame in uno dei modi suddetti, si applica la disposizione
dell'articolo 512 qualora la impossibilità dipenda da fatti o circostanze imprevedibili al momento delle dichiarazioni.
Qualora il dichiarante si avvalga della facoltà di non rispondere, il giudice dispone la lettura dei verbali contenenti le
suddette dichiarazioni soltanto con l'accordo delle parti.
3. Se le dichiarazioni di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo sono state assunte ai sensi dell'articolo 392, si
applicano le disposizioni di cui all'articolo 511.
solo per atto giudiziario e nelle garanzie previste da legge (riserva di legge forzato dunque si può
incidere ma con garanzie previste da legge e di giurisdizione: solo se atto del giudice).
Art. 14: Libertà di domicilio.
Art. 2: Diritto alla riservatezza.
Art. 8 CEDU: ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare quindi al
domicilio e corrispondenza.
Art. 266 ss c.p.p. fino al 271 c.p.p. non si trova definizione di intercettazione, ma si ricava dalla
giurisprudenza Sezioni Unite Torcasio 36747/2003 captazione con un mezzo di registrazione di
conversazione segreta di due persone da parte di una persona che le sta ascoltando durante la
comunicazione;
1. Le due persone agiscono in modo da mantenere la conversazione segreta; es. non se in
pubblica piazza.
2. Deve avvenire con mezzo tecnico di registrazione;
3. Persona terza che clandestinamente le ascolta. Es. se registro un mio amico ma sono
presente registrazione non conta come intercettazione ma come prova documentale
(documento o registrazione o foto che imprime in uno degli strumenti rappresentativo di un
fatto della realtà).
Es. gps a distanza per pedinamento, spia nel cellulare.
Diversa definizione sistematica che si trova all’interno del codice.65 Libro III dedicato alle prove
tre titoli: disposizioni generali, mezzi di prova, mezzi di ricerca delle prove. Le intercettazioni
tra mezzi di ricerca della prova: strumento per ricercare la prova che poi serve al giudice. 66 Altre
differenze mezzo di prova nel contraddittorio tra il giudice, il mezzo di ricerca della prova si
forma durante le indagini, è atto a sorpresa, non prevede contraddittorio es. intercettazioni.
I presupposti per svolgere un’intercettazione, vi è il doppio binario: gruppo di reati trattati in
modo diverso dagli altri, le regole del processo penale si sono sdoppiate, da un lato regole
ordinarie per reati comuni, ordinari, dall’altra parte gruppo di reati dati da criminalità
organizzata e reati contro la PA poiché alla fine degli anni ’80 e ’90 stragi di Capaci hanno
spinto il legislatore a prevedere attenuazioni, possibilità di colpire il fenomeno mafioso,
garanzie, presupposti però problemi in tema di uguaglianza.
Per i reati comuni: 186 c.p.p. per quali reati il PM può chiedere intercettazioni regola generale
se reato punito con pena superiore a 5 anni (quantitativo) e 266 c.p.p. (se commesso con
telefono, aggravati da finalità o aggravante mafiosa art. 416bis 1 c.p., per latitanza) dunque
presupposti:
1° rilevabile con intercettazioni
2° gravi indizi di reato (non di gravi indizi di colpevolezza alla luce di nesso di causalità e dolo
o colpa come nelle misure cautelari) non su chi è l’autore del fatto (perché serve proprio a
quello art. 266 c.p.p.
3° assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini (mezzo residuale ossia se vi è
mezzo meno invasivo meglio) poi mezzo così invasivo e penetrante nella vita privata della
persona che si può utilizzare solo quando è assolutamente rilevante per la persona privata.

65
In che parte la norma si inserisce, significato interpretativo.
66
Mezzi di prova risultanza direttamente utilizzabile dal giudice per dare sentenza.
4° per poter disporre di intercettazioni tra presenti e ambientali svolta all’interno del domicilio
della persona indagata serve che l’attività criminosa si stia svolgendo dentro il domicilio
(fondato motivo di ritenere che si stia commettendo l’attività criminosa)
5° durata delle intercettazioni autorizzate per 15 gg prorogabili per 15 gg.
Per i reati di criminalità organizzata:
1° criminalità organizzata
2° sufficienti indizi (criterio più debole che per i reati comuni)
3° necessità per la prosecuzione delle indagini (stessa cosa di cui sopra)
4° Nel domicilio sempre permesso
5° durata autorizzata per 40 gg prorogabile per 20 gg
Intercettazione che avviene nel domicilio, evidente che invasività e intromissione nella vita
intima familiare regole complesse ma necessarie per trovare bilanciamento tra prerogativa della
corte costituzionale (principio di legalità di trovare la prova di determinato reato) ma anche per
libertà e segretezza della comunicazione e libertà di domicilio.
Differenze tra reati comuni e criminalità organizzata, non certo accertamento aggravante
mafiosa siamo nella fase delle indagini ma qualificazione giuridica che dà il PM al fatto rischio
che possa dare al fatto qualificazione più grave per accedere a criteri più deboli, affievolimento
dei requisiti.
Riserva di giurisdizione: se autorizzazione da parte del giudice, fa richiesta il PM e trasmette gli
atti, il GIP autorizza con decreto motivato (importante che valuti i presupposti per disporre di
intercettazione serve 1. Decisione del giudice deve essere controllato se non l’ha espresso
correttamente è problematico entrare nel merito del provvedimento 2. Decisione importante
esistono tutti i presupposti se non esistono perché non li ha motivati o motivati male per
impugnare. Nei casi di urgenza, non vi è tempo, il PM può disporre intercettazioni entro 24h
invia al GIP poi questo entro 48h dal provvedimento non ricezione della comunicazione decide
se convalidarlo o meno (se la convalida va bene se no va in fumo, inutilizzabile).
In caso di insufficienza di strumenti richiesta a privati criterio rispettato perché arriva nel server
della procura.

Se intercettato reato che non lo richiedeva, impianti non installati nella procura, o svolta tramite
ascolto di polizia giudiziaria ma non registrata, senza rispetto della disciplina del codice diventa
inutilizzabile. Intercettazione svolta nei confronti di un soggetto che confessa alla moglie
l’omicidio con tutti i particolari però non autorizzata dal GIP? inutilizzabile poiché il rispetto
delle regole che ci stanno dietro prescindono dalla giustizia sostanziale (altrimenti ingiustizia in
più da processo oltre al fatto di reato, poi se non fosse inutilizzabile nessuno controllerebbe le
regole).
Se reato derubricato dal 266 c.p.p. perché cambia la qualificazione giuridica del reato in
dibattimento in reato per cui non è permessa l’intercettazione, la Cassazione ritiene che la
intercettazione è utilizzabile, ma distinguo: se mutamento della qualificazione giuridica del fatto
sia fisiologico o patologico. Per mutamento fisiologico (imputazione formulata dal PM ritiene di
qualificare il reato e poi procedere poi vaglio GUP, prove difensive, interpretazioni dei
difensori, controesami, apporti conoscitivi che in dibattimento trasformano il fatto) la prova
derivante da intercettazione può essere utilizzata, invece se già al momento dell’intercettazione
mutamento patologico avevi gli elementi per qualificare in maniera corretta il fatto, non
utilizzabile.
Es. Art. 319 c.p. Corruzione (ci smezziamo la somma per permesso a costruire) e traffico di
influenze illecite (dammi 1000 euro che ti faccio avere un permesso per costruire, medio per
raggiungere lo scopo delittuoso), il PM sta osservando un mediatore che promette di realizzare
mediazione iscrive per corruzione o va dal pubblico ufficiale e gli dice di no oppure ci si rende
conto che il reato non si è realizzato in corruzione ma solo traffico di influenze illecite.
Intercettazioni autorizzate per corruzione, ma poi reato si è arrestato a traffico di influenze
illecite (pena 4 anni e 6 mesi) non consentirebbe l’intercettazione, ma il PM per forza deve
iscrivere per corruzione perché deve cercarla se no non avrebbe intercettazione per trovare la
effettiva corruzione punto morto cerco reato più grave per vedere se si concretizza prendendo il
rischio di reato meno grave che sarà poi effettivamente punibile. Importante qualificazione
giuridica del fatto, strumentalizza l’intercettazione iscrivendo un reato più grave.
Continue modifiche per la disciplina delle intercettazioni nel 2017 riforma Orlando d lgs 316 del
2017 che non è mai entrato in vigore d lgs 161 del 2020 “redige i verbali sommari non siano
riportate espressioni lesive della libertà personale o dati che per la legge siano sensibili” si applica
solo ai reati che sono stati iscritti (nel registro 335 c.p.p.) dopo il 31 agosto del 2020 spirito
dell’intervento riformatore non si sa quando il reato verrà dichiarato/commesso dunque può capitare
che ci siano altri intercettati o vita intima privata e vengono rese note le notizie dai giornali, per
evitare che notizie non rilevanti per le indagini arrivino alla stampa art. 268 comma 2bis la polizia
giudiziaria che ascolta le intercettazioni, redige i verbali sommari non siano riportate espressioni
lesive della libertà personale e fatti e circostanze inerenti alla vita privata, nuovo decreto 10 agosto
2023 (d lgs 105 del 2023) convertito in legge 9 ottobre 2023, applica dal 10 ottobre 2023 67 la PG
trascrive solo il contenuto rilevante per le indagini e ciò che non è trascritto non deve essere
verbalizzato.

Altra modifica del 161 del 2020 art. 103 prevedeva che non ci potessero essere intercettazioni di
conversazioni tra difensore e assistente, lo modifica non solo non può essere intercettata né
utilizzata, per quanto riguarda intercettazione casuale non utilizzabile ma neanche essere trascritta
sommariamente nel verbale.
Nell’ottobre entro 5 gg il PM deposita il verbale con intercettazioni, autorizzazioni e richieste
all’archivio digitale (segreto istruttorio) i difensori possono prenderne cognizione ma non estrarne
copia, il GIP filtro del materiale che può confluire nel fascicolo del PM conversazioni indicate dalle
parti rilevanti stralcia le parti non rilevanti, dopo difensore può prenderne visione e estrarne copia, il
giudice anche al momento di fare il fascicolo chiede la trascrizione delle intercettazioni.
Non sempre si verifica l’udienza stralcio in cui difensore e PM possono intervenire.
Pm aspetta fine indagini, difensore non si oppone, PM fa richieste, disposizione delle richieste, il
controllo dello stralcio sia sollecitazione di parte sia d’ufficio.
La persona indagata può venire a conoscenza del procedimento con avviso di conclusione delle
indagini o se il PM richiede l’applicazione di misure cautelari, il GIP la approva (custodia cautelare
per es. in carcere) l’indagato viene a conoscenza dle procedimento, status di indagato, guarda atti su
cui si fonda la misura, l’ordinanza di custodia cautelare riporta i brani di intercettazioni.
L’ordinanza cautelare è pubblicabile ma se ha dati sensibili, dati di vita privata si prevede che nel
testo vanno riportati i brani essenziali e necessari per le prove di reati.

67
Guarda su Normattiva.
Captatore informatico: virus trojan inoculato nel dispositivo elettronico e da remoto possibile
attivare la telecamera, il microfono, key locker (seguire la tastiera), screenshot, video. Caso
Palamara. Consente intercettazione ambientale, prima del dl 161 del 2020 non avevamo una
disciplina pertanto Sezioni unite della Cassazione Spurato 26889 del 2016 l’utilizzo del captatore
informatico solo per procedimenti di criminalità organizzata (mafiosa, terroristica e semplice) anche
nel domicilio anche in assenza di attività criminosa nel domicilio. Intervenuto il legislatore dl 161
del 2020 si applica dal 1°. Settembre 2020:
Regole reati comuni: gravi indizi di reato, assolutamente indispensabile, indicate le ragioni per
particolare mezzo di intercettazione. Dl 105 del 2023 il GIP nel disporre l’utilizzo del captatore
informatico deve effettuare un’autonoma valutazione delle ragioni che impongono l’utilizzo (come
per le misure cautelari 191 c.p.p.) rielaborare gli elementi del PM, estremamente invasivo. Il
decreto autorizzatorio deve indicare anche per quale tempo può essere attivato il microfono del
cellulare.
Regole reati di criminalità organizzata: sufficienti indizi, necessari, ragioni di necessità di utilizzare
il captatore ma non ora dell’attivazione del microfono.
Differenza intercettazione presso domicilio di cui al 51 comma 3bis c.p.p. sempre anche nel
domicilio a prescindere dalla commissione di reati nel domicilio.
Se reati contro la PA devo indicare le specifiche ragioni per utilizzo del captatore nel domicilio.
Il captatore guardare tutto ciò che è digitato, sullo schermo, prendere documenti, password,
problema invasività dello strumento (c’è chi ha detto quasi controllo psichico) si segue evoluzione
del pensiero.
Quando si prende qualcosa pertinente al reato c’è un mezzo tipico perquisizione che confluisce nel
sequestro probatorio, in questo caso non possibile fare perquisizione online per perquisire cellulare,
prendere documenti ma il rischio c’è che la polizia giudiziaria prenda elementi.
Mezzi di ricerca della prova sono mezzi tipici, disciplinati dalla legge.
Se il giudice ritiene che ci sia una prova non disciplinata dalla legge che non pregiudica libertà
morale delle parti può decidere di acquisire la prova.
Nel captatore principio di sostituibilità di derivazione giurisprudenziale se mezzo di prova atipico
per elemento di prova non si può utilizzare mezzi atipici per aggirare mezzi tipici es. se mando
ufficiale a origliare no per principio di sostituibilità devo farlo con mezzo tipico.
Se ho la perquisizione mezzo tipico che deve essere disposta con decreto motivato in presenza della
persona, di un reato definito, regole da seguire per quel tipo di perquisizione. Perché non utilizzare
il documento del captatore come elemento di prova perché la prova è incostituzionale ex art. 15
cost. segretezza corrispondenza, inviolabilità domicilio, riserva di giursdizione e legge se utilizzo il
captatore no riserva di legge, no garanzie, no decreto motivato per autorizzare il captatore per
questo la dottrina pone il problema come mezzo di perquisizione.
Uso intercettazione in procedimento diverso da quello per cui è disposta si capisce di carpire un
altro reato iscrivo nuova imputazione si può utilizzare la stessa intercettazione? I risultato non può
essere utilizzato in procedimento diverso salvo reato per il quale la legge prevede che si possa
procedere all’arresto in flagranza di tipo obbligatorio. Sezioni unite corte di Cassazione Cavallo che
hanno chiarito quando un procedimento è diverso: non opera divieto di utilizzare intercettazione in
procedimento diverso se reato connesso art. 12 cpp (concorrente, reati avvinti nel vincolo
continuazione o formale o per occultazione di altro reato) e rientri nel catalogo art. 266 c.p.p.
Interviene legislatore dl 161 restringe 270 intercettazione può essere utilizzata in procedimento
diverso per fatto per cui è previsto arresto in flagranza o nel catalogo 266 cpp amplia possibilità di
utilizzo nel procedimento diverso e restringe il divieto.
Dl 105 del 2023 convertito legge 227 del 2023 eliminato il riferimento al 266 cpp regola finale:
fatto di reato di intercettazione in procedimento diverso salvo intercettazione indispensabile e
rilevante per i fatti per cui è obbligatorio l’arresto in flagranza es. sto intercettando per corruzione
incappo in violenza sessuale possibile arresto in flagranza posso utilizzarla nell’altro procedimento.
Intercettazione del parlamentare art. 68 cost. : I membri del Parlamento non possono essere
chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Eccezione: Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del
Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può
essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che
in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere
un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza (2).

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento a intercettazioni, in


qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

Rappresenta i cittadini, vincolo solo di mandato, senza autorizzazione né perquisizione personale o


domiciliare, arresto. Tradotto legge positiva 140 del 2003 da leggere con interventi della corte
costituzionale: posso intercettare parlamentare o con intercettazione diretta oppure indiretta quando
si sottopone a controllo il telefono che so che abitualmente ha colloqui col parlamentare in
entrambe queste situazioni occorre chiedere l’autorizzazione della camera di appartenenza senza
sarà inutilizzabile, diverso è intercettazione casuale non so che abbiano rapporti con parlamentare
hanno conversazioni ma non ho l’autorizzazione allora il giudice controlla che sia rilevante (se
irrilevante ordina la distruzione), se lo è chiede autorizzazione postuma se camera autorizza
utilizzabile, se non autorizza non utilizzabile contro il parlamentare. Prima dell’intervento della
corte costituzionale parlava con terzo opponeva che la camera non aveva autorizzato il terzo dice
inutilizzabile ma in realtà solo nei confronti del parlamentare. Corte costituzionale sentenza 170 del
2023 senatore della repubblica sotto indagini da parte della procura di Firenze conversazioni
WhatsApp e mail ci trova conversazioni con parlamentare senza autorizzazione della camera le
acquisisce la corte costituzionale interviene per conflitto di attribuzione tra poteri dello stato,
procura di Firenze ha invaso ambito di attribuzione acquisendo senza attribuzione conversazioni, la
corte dice sequestro di messaggi non è intercettazione però sono mezzo di comunicazione perché
non persona occulta ma sequestro di dispositivo (perquisizione o sequestro alla presenza del
titolare) poi prevede ascolto e intercettazione nel momento dinamico della conversazione qui si è
svolta, è scritta ma non mi sto ingerendo, la sto prendendo postuma. La corte costituzionale si
chiede se il messaggio WhatsApp si tratta di corrispondenza o documento rappresentativo di
conversazione sezioni unite cassazione 2012 messaggi WhatsApp, mail ricevuti perdono carattere di
comunicazione, corrispondenza per assumere vesti di documento differenza fondamentale: se non
più conversazione dinamica o statica no regole di intercettazioni e sequestro di corrispondenza basta
screenshot e ho un documento acquisibile in qualsiasi modo e si mette nel fascicolo del PM e arriva
in dibattimento. Corte costituzionale dice che se così fosse come sezioni unite sarebbe facile
aggirare l’ostacolo prendendolo come documento senza passare dalle regole di sequestro della
corrispondenza (qui se ne parla in riferimento al parlamentare). Si torna al principio di sostituzione.
Dati esteriori del traffico: problema dei tabulati telefonici il PM scriveva un decreto in cui si ordina
al PM di esibire tabulati telefonici (utenze, conversazioni in entrata e uscita…) nel 2021 sentenza
della CGUE 2 marzo 2021 causa C-746/18 dice che anche i dati dei tabulati telefonici hanno una
loro sensibilità, ingerenza chi ha chiamato, dove si trovava, si possono utilizzare solo in caso di
reati gravi (delitti criminalità organizzata, per prevenire minacce) non può essere il PM e non il
terzo giudice a controllare i presupposti, ordinare esibizione ci deve essere l’intervento del giudice.
La giurisprudenza italiana ha sostenuto che sentenza non self executive coordinate per essere
immediatamente applicata nel nostro ordinamento e la CGUE quando fa riferimento al PM parla ad
uno meno indipendente del nostro (garanzie, indipendenza) è anche lui un magistrato epperò il
legislatore interviene con legge 231 del 2021 per applicare le statuizioni indicate dalla CGUE anche
per acquisire tabulati il PM deve chiedere autorizzazione al GIP e lo può fare quando si tratti di reati
che prevedono la reclusione per anni superiori ai 3. Questa legge si applica solo ai reati iscritti dal
30 settembre 2021. In questa legge è stata prevista anche una norma transitoria, l’art. 1bis il quale
prevede che le nuove disposizioni non si applicano ai procedimenti iscritti precedentemente ma in
questi procedimenti precedenti al 30 settembre 2021 i tabulati acquisiti possono essere utilizzati ma
solo unitamente ad altri elementi che riscontrano il dato recepito dal tabulato telefonico (così da
realizzare un bilanciamento con i procedimenti iscritti dopo il 30 settembre 2021: si tratta di un
meccanismo compensativo, che esclude che il tabulato telefonico possa stare da solo a fondamento
di un fatto da provare). La perizia è il mezzo di prova con cui l’intercettazione si trasforma da
mezzo di ricerca della prova a mezzo di prova: si veda l’art. 268 comma 7 c.p.p.

LEZIONE 13/11/2023
Quando viene letto un atto, trasposto nel fascicolo tramite la lettura, c’è l’obbligo di allegare l’atto
che viene letto al fascicolo art. 515 c.p.p. poi finisce la fase di assunzione della prova nel
dibattimento col rispetto delle regole e deroghe ammesse tenendo conto di ciò che dice la
Costituzione anche in caso di impossibilità oggettiva (formati unilateralmente), è possibile aprire
l’incidente probatorio per verificare se si è commessa la condotta illecita che ha inquinato il
processo, se costituisce reato sarà perseguita in altro processo.
L’attività di assunzione della prova può comportare che, finita la fase di istruttoria dibattimentale il
fatto assuma connotati diversi (fatto diverso da quanto contestato originariamente oppure emerge
necessità di contestare una circostanza aggravante o reato connesso oppure ancora che emerga un
fatto nuovo) dunque necessità di modificare imputazione che viene disciplinata dagli art. 516, 517 e
518 c.p.p. ci sono degli obblighi che il PM deve rispettare e diritti nei confronti di chi ha subito un
fatto diverso da quanto si contesta una volta che sia terminata la fase di istruttoria, non c’è
corrispondenza tra fatto contestato e quanto risulta alla fine dell’istruttoria viene violato il diritto
alla conoscenza dell’addebito del fatto (art. 6 CEDU).
In un noto caso arrivato alla Corte EDU la Cassazione ha cambiato la qualificazione giuridica del
fatto, dunque imputato Drassich condannato alla stessa pena ma per un fatto diverso, dunque ha
contestato che era stato violato il diritto alla conoscenza dell’addebito facendo ricorso alla Corte
EDU. La Corte EDU ha dato ragione all’imputato
Rimedio: ricorso straordinario per errore materiale o di fatto individuato dalla giurisprudenza che da
un anno viene previsto dal 628bis.
Art. 516-518 c.p.p. descrivono gli obblighi del PM che deve modificare l’addebito: appena prende
conoscenza dell’evenienza la deve subito contestare all’imputato (principio di immediatezza)
altrimenti lo può fare presente al difensore se l’imputato è assente e portare il verbale a conoscenza
dell’imputato. L’imputato ha la prerogativa di chiedere che venga ammessa una prova relativa al
fatto nuovo, circostanza aggravante o fatto diverso, all’art. 519 c.p.p. si prevede che l’imputato ha
diritto di chiedere giudizio premiale (patteggiamento, messa alla prova per determinati fatti,
giudizio abbreviato sempre tranne che per reato punito con l’ergastolo). Una serie di note che hanno
dichiarato illegittime le precedenti norme poiché l’imputato deve poter essere giudicato secondo dei
riti alternativi.
La riforma Cartabia ha recepito gli orientamenti e li ha inseriti nell’art. 519 c.p.p., nella prassi
raramente si modifica l’imputazione in processi importanti è possibile.68
Ci sono diritti che riguardano la competenza, la parte può sollevare l’eccezione per incompetenza
sopravvenuta del giudice, se non lo fa l’invalidità è come se si fosse sanata.
Questo meccanismo al contrario ex art. 441 c.p.p. si può fare in sede di giudizio abbreviato se
imputato vede mutata l’imputazione può chiedere di fare il rito ordinario.
Diverso accade per il fatto nuovo ex art. 518 c.p.p. tutto rimesso al consenso dell’imputato, infatti il
PM può contestare il fatto nuovo nello stesso processo che si stava svolgendo, tuttavia la
contestazione può esser fatta solo se la parte acconsente69.
È garantito dal 521 c.p.p. la corrispondenza tra fatto per cui si è proceduto e fatto per cui si subisce
la decisione.
Può accadere che il giudice ritenga di qualificare diversamente il fatto 70 (correlazione tra
imputazione contestata e sentenza) purché il reato non ecceda la sua competenza e ne risulti
attribuita la competenza ad altro giudice monocratico, collegiale…
Art. 521 c.p.p.
1. Nella sentenza il giudice può dare al fatto una definizione giuridica diversa da quella
enunciata nell'imputazione, purché il reato non ecceda la sua competenza né risulti attribuito alla
cognizione del tribunale in composizione collegiale anziché monocratica(1) [, ovvero non risulti
tra quelli per i quali è prevista l'udienza preliminare e questa non si sia tenuta (per esempio si è
proceduto per contestazione diretta)](2).
2. Il giudice dispone con ordinanza la trasmissione degli atti al pubblico ministero se accerta
che il fatto è diverso da come descritto nel decreto che dispone il giudizio ovvero nella
contestazione effettuata a norma degli articoli 516, 517 e 518 comma 2.
3. Nello stesso modo il giudice procede se il pubblico ministero ha effettuato una nuova
contestazione fuori dei casi previsti dagli articoli 516, 517 e 518 comma 2.

Sezioni Unite Battistella per non perdere tempo (efficienza) la Cassazione ha stabilito che il PM
potesse suggerire la corretta qualificazione del fatto, senza che sia necessario tornare indietro alla
fase precedente (perdita di tempo abnorme).
Il giudice sostanzialmente può sempre controllare se l’imputazione è formulata in maniera corretta
perché se è sbagliata il PM deve provvedere (prerogativa del PM), se invece deve solo cambiare la
qualificazione giuridica (la qualificazione reale è giusta, vi è solo una questione di nomen juris) in
questo caso, del 521, non si prevedono tutte le prerogative che sono presenti nel caso di
modificazione art. 516-517.
Se non viene garantito quanto garantito dalle disposizioni precedenti la sentenza è nulla ex art. 522
c.p.p.
Art. 522 c.p.p.
Comma 1: L’inosservanza delle disposizioni previste in questo capo è causa di nullità.
Le parti possono discutere (arringa) e chiedere al giudice di assolvere o condannare l’imputato, il
PM fa una richiesta sul quantum per le pene principali e accessorie; in seguito, tocca alla parte
68
Capita che un imputato chieda il giudizio premiale e per gli altri il processo viene continuato normalmente.
69
Più conveniente, non vuole subire altro processo. Se non vi è il consenso può succedere che il PM svolga delle
indagini sul fatto nuovo e si inizi un nuovo processo.
70
È oggetto di controversie in dottrina.
civile che fa trasposizioni scritte (può fare richieste economiche per es. provvisionale ossia
anticipazione di risarcimento del danno, se c’è il responsabile civile normalmente l’assicurazione).
L’imputato/difensore può intervenire solo alla fine perché deve ascoltare tutti gli altri (presunzione
di innocenza). L’imputato non deve dimostrare nulla, può fornire una dichiarazione ma è assistito
dal diritto al silenzio, a non collaborare, è lo Stato che deve dimostrare il reato. C’è una direttiva UE
sulla presunzione di innocenza che ha ammonito gli Stati membri sul diritto dell’imputato al
silenzio/non collaborare e il giudice non può trarne conseguenze negative dal punto di vista della
pena, spesso però il giudice quando devono motivare sul quantum di pena che le attenuanti
generiche non le concede perché l’imputato non ha collaborato.
Fase della decisione e valutazione delle prove: il giudice dopo aver ascoltato tutti si chiude nella
Camera di Consiglio, legge tutti i verbali delle dichiarazioni assunte in sede dibattimentale, valuta
l’attendibilità delle prove, dell’attività ne deve dar conto nella motivazione sulla scorta dei criteri
dell’art. 192 c.p.p.
Art. 526 c.p.p. giudice deve andare a controllare se sta valutando tutte prove utilizzabili (invalidità a
tutela delle prove che può essere eccepita o rilevata in ogni stato e grado del processo), è possibile
che il giudice utilizzi prove inutilizzabili cui può seguire la richiesta di appello.
Il 526 c.p.p. limita il libero convincimento del giudice che non si deve formare su prove in
violazione di divieti stabiliti da legge.
Regole di giudizio nell’attività finale: valutazione complessiva e può condannare solo nel caso in
cui non vi è alcun dubbio (“al di là di ogni ragionevole dubbio”) l’appello è un giudizio cartolare
che si basa su quanto scritto dal giudice di primo grado (meccanismo che può non portare a buoni
risultati). Il giudice esce dalla Camera di Consiglio e pronuncia davanti alle parti il dispositivo di
sentenza (la motivazione la scrive dopo) e commina la pena, in base alle richieste del PM può
ritenere di applicare una pena inferiore. Dopo la pronuncia del dispositivo, il giudice comunica alle
parti che la motivazione sarà resa entro 15, 30 o 45 gg salvo complessità del processo che può
consentire che si dilunghi il tempo. Una volta che l’imputato ha avuto conoscenza della
motivazione (sentenza del popolo italiano, dati, fatto, imputato, indicazioni lett. e) rendono palese
l’attività mentale del giudice ex art. 546 c.p.p.).
Il processo di primo grado si chiude con la lettura del dispositivo e salvo che l’imputato sia
sottoposto a misura cautelare l’imputato rimane libero, la pena non può essere eseguita (effetto
sospensivo della sentenza) subito perché nel nostro ordinamento ci sono principi funzionali tra i più
importanti la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, fino a che la sentenza non
è passata in giudicato ossia fino a che non decorrono i termini per depositare la motivazione. Se la
sentenza è ineccepibile non conviene fare l’impugnazione. Una volta scaduti i termini l’imputato o
il PM ha a sua volta 15, 30 o 45 gg per proporre impugnazione in base al tempo che si è preso il
giudice per presentare la motivazione (si prolunga l’effetto sospensivo della sentenza, non passa in
giudicato possono essere eseguiti solo i provvedimenti esecutivi che passano in giudicato).
Ipotesi di sentenza passata in giudicato:
1. Quando scadono i termini per proporre impugnazione la sentenza di primo grado passa in
giudicato;
2. Se l’impugnazione della sentenza è stata dichiarata inammissibile nel controllo preliminare
del giudice sulla corretta presentazione dell’atto petitorio conseguenza è la decadenza
dell’atto e la sentenza passa in giudicato;
3. Esaurite tutte le vie di impugnazione previste dall’ordinamento: appello e ricorso in
Cassazione (in Cassazione rigettato o dichiarato inammissibile).
Altri effetti oltre all’effetto sospensivo che possono essere generati dalla presentazione
dell’impugnazione nel rispetto delle regole generali:
-effetto estensivo che riguarda i processi con più imputati: presentata da un solo imputato e gli
effetti favorevoli estesi anche all’imputato non impugnante o impugnante per diversi motivi.
-effetto devolutivo: giudice di secondo grado può decidere solo su quello che gli è devoluto, non su
altro che non gli è stato sottoposto.
Questi sono i principi generali in tema di impugnazione alcuni estesi alle misure cautelari (effetto
sospensivo non vale per le misure cautelari che non vale in appello), devono essere rispettati perché
vale il principio di tassatività delle impugnazioni: solo impugnazioni previste da legge, nel rispetto
dei modi (e tempi) previsti dalla legge, per i motivi previsti da legge.
Con la riforma Cartabia si ha avuta un’aggiunta nei requisiti necessari per presentare impugnazione
soprattutto quella di merito.
Art. 581 cpp fortemente toccata dalla riforma Cartabia, ma anche dalla riforma Orlando e riguarda
la forma dell’impugnazione (sia appello che ricorso per Cassazione che revisione) a pena di
inammissibilità:
-per atto scritto con contenuti precisi (atto che sto impugnando, riferimenti cronologici: data, n
registro sentenza, del procedimento, nomi imputati, nome dei giudici, specificando requisiti previsti
dall’articolo);
-capi di imputazione per cui impugno (traduzione dell’effetto devolutivo, dunque, il giudice
dell’impugnazione su quello non può prendere alcuna decisione anche se può servire per giudicarne
un’altra, non può conoscerla);
-indicare le prove di cui deduco l’inesistenza, omessa assunzione o omessa o erronea valutazione
(vedi fase di acquisizione delle prove) es. se giudice di primo grado non ha rispettato il 192 c.p.p.
dichiarazione accusatoria o in reità o in correità non è rispettata servono riscontri esterni o per es.
non ammesso una prova che avevo richiesto.
-indicazione dei motivi (ragioni di fatto e di diritto) es. non ammessa prova richiesta di assunzione
di una prova, se ce n’è una nuova richiesta istruttoria.
-richieste istruttorie solo nel caso di processi internazionali es. estradizione (qui giudice di
Cassazione poteri di merito)
Ora hanno introdotto nella forma dell’impugnazione il comma 1bis il profilo specificità dei motivi
di appello: l’appello è inammissibile (non dovrebbe stare qui) per mancanza di specificità dei motivi
quando, per ogni richiesta, non sono enunciati in forma puntuale e esplicita i rilievi critici in
relazione a ragioni di fatto e di diritto cui si riferisce l’impugnazione. 71
Assume una doppia fisionomia (disposizione che recepisce concetti giurisprudenziali nella sentenza
Sezioni Unite Galtelli 2017, deroga art. 101 cost. traduzione in legge di principio giurisprudenziale
già riforma Orlando con lett. c) del 581 c.p.p. aveva tentato di codificare questo principio ma dava
adito a interpretazioni differenziate perché non c’era scritto specificità):
-estrinseca: riguarda le richieste che la parte fa ossia le richieste anche se non riguardano quanto
scritto nella sentenza di primo grado (esterno) devono essere sorrette da giustificazioni. Es. se
voglio sostenere una versione alternativa non presente nella sentenza devo essere specifico.
-intrinseca: ci deve essere corrispondenza tra motivi di impugnazione e quanto scritto nella
sentenza impugnata traduzione in norma nella lett. c) dell’art. 581 cpp non enunciati i rilievi critici
in relazione alle ragioni di fatto e di diritto … (tanto è dettagliata la motivazione nella sentenza di
primo grado tanto l’appello deve essere dettagliato tutto proporzionato).

71
In questo caso la riforma ha senso fino ad un certo punto perché è utile solo in casi eclatanti.
Mancanza di tassatività e determinatezza traduzione di principio di legalità processuale.
Fino alla sentenza delle Sezioni Unite la presentazione delle impugnazioni dilatorie per
procrastinare il passaggio in giudicato della sentenza era un’eventualità nota ai fini dell’effetto
sospensivo es. se no condannato va in carcere, per motivi economici nel caso di gratuito patrocinio.
Il legislatore della riforma ha introdotto il comma 1ter vale sia per appello che per Cassazione
perché non è specificato per appello: con l’atto di impugnazione delle parti private (imputato) è
depositata a pena di inammissibilità la dichiarazione o elezione di domicilio, ai fini della
notificazione del decreto di citazione a giudizio.
Dunque, l’avvocato deve trovare l’imputato chiedere se ha interesse a impugnare (requisito a pena
di inammissibilità) scopo deve essere ottenere un vantaggio dall’impugnazione. Quando il giudice
verifica la costituzione delle parti in appello non debba rinviarlo perché l’imputato non si trova
(coordinamento con la riforma del processo in assenza) problema si risolve in quanto se non vi è
elezione di domicilio non si fissa l’appello. Questa disposizione produce efficienza perché si
conosce il luogo cui mandare la notifica.
L’appello si può fare per qualsiasi motivo, la giurisprudenza ha cercato di restringere il campo
sebbene non c’è un elenco tassativo di motivi, rimane a forma libera con motivi liberi (ma
specificità comma 1bis art. 581 c.p.p. che riguarda solo l’appello).
Per proporre appello deve essere previsto: elezione di domicilio.
MARTEDI 14/11
Nel caso in cui in primo grado si sia proceduto in assenza dell’imputato,72 il giudice ritiene cdi poter
procedere in assenza. Il diritto di impugnare spetta al difensore in via autonoma rispetto
all’imputato e consentiva di presentare numerose impugnazioni. Con la riforma Cartabia se
celebrato in assenza, l’imputato deve presentarsi dal difensore, dire di rilasciare apposito mandato a
fare impugnazione con data successiva (eleggendo poi domicilio ai fini dell’atto di citazione in
appello o Cassazione) la previsione tende a evitare che l’imputato in futuro possa presentare rimedi
che consentono se non a conoscenza del processo di esercitare le sue prerogative.
Con la riforma cambiate le modalità di impugnazione, eredità della disciplina pandemica, ora è
possibile presentarle telematicamente allegandolo a messaggio di posta elettronica certificata
(tramite PEC), queste modalità erano state dettate da un decreto-legge e poi recepiti nel codice di
procedura penale.73 In passato c’era la possibilità di utilizzare la PEC per deposito di atti, ma restia a
lasciare che si depositasse l’imputazione tramite PEC (agevolazioni per gli uffici), tutte le pronunce
della Cassazione sul punto nel senso di ritenere non applicabile disciplina sull’uso telematico nel
processo penale (PPT), per procedura civile diverso.
Vi sono significativi malfunzionamenti, mantenuta la possibilità di depositare l’impugnazione in
maniera analogica. Nel momento in cui si viene a depositare l’impugnazione, il giudice presso cui
viene depositata ha l’obbligo di trasmettere al giudice di impugnazione /di controllo tutti i fascicoli
del processo. Il giudice vaglio preliminare per capire se merita di essere analizzata rispetto i
requisiti per l’impugnazione nel merito previsione art. 581 comma 1bis c.p.p. controlla se i motivi
presentati sono o meno specifici, non riguarda solo i requisiti formali (rispettati i termini, soggetto
legittimato, provvedimento impugnabile con quell’atto di impugnazione, se mandato a impugnare o
elezione di domicilio guardando all’allegato), problema fuoriuscire dal perimetro della delibazione
preliminare già in quella fase, il giudice controlla se l’appello è fondato. Rischio della specificità: il
giudice dichiara inammissibile un appello che rispetta il requisito della specificità in quanto ritiene
che quell’appello non verrà accolto nel merito. Confine invisibile tra inammissibilità e infondatezza
dell’impugnazione perché il giudice si sente legittimato a dichiarare inammissibilità (in realtà non
72
Ha avuto conoscenza del processo a suo carico (notifica a brevi mano)
73
Prima deposito dell’impugnazione presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento, nel caso anche
deposito fuorisede.
dovrebbe compiere valutazione di merito, ma è inevitabile perché il vaglio sulla specificità è
imposto da legge). Questa valutazione fatta in sede di vaglio preliminare ai fini dell’ammissibilità è
superficiale in assenza di contraddittorio (cartolare di regola, orale solo su richiesta). Se appello
dichiarato inammissibile viene emessa l’ordinanza di inammissibilità ed è esposto a ricorso per
Cassazione. Se dichiarato ammissibile, vi è la prassi introdotta dalla disciplina pandemica di
celebrare il giudizio di appello in modalità cartolare74, adesso fissata udienza (solo il collegio) e si
sa che in quel giorno verrà discusso l’appello, se il difensore vuole discutere ne può fare richiesta
(di trattazione orale) che deve essere fatta per tempo, dunque, le parti vengono notificate almeno 10
gg prima. Questa modalità è stata definita poiché prima ogni corte d’appello trattava anche 35, 40
appelli al giorno spesso alcuni difensori non andavano (nominato d’ufficio) ma gli avvocati
dicevano “mi riporto ai motivi”, allora meglio dire se si vuole discutere altrimenti perdita di tempo
(contro il principio di efficienza) salva da anticostituzionalità o inconvenzionalità perché basta la
richiesta per ammissibilità a discutere l’appello.
La Corte EDU si è occupata dei giudizi di appello, alcune decisioni nei confronti dei paesi dell’Est
poi richiamo ha stabilito il diritto alla prova e assunzione della prova in appello soprattutto se PM
contro sentenza di assoluzione in primo grado caso classico Dan contro Moldavia 2012 in cui era
stato deciso che quando si va a impugnare la sentenza di assoluzione la corte d’appello prima di
prendere la sua decisione nel caso in cui si metta in discussione delle dichiarazioni dei testimoni
deve riascoltarli in appello, nel contraddittorio tra le parti. Questo non era previsto nel nostro
ordinamento si apre qualche possibilità di rinnovare l’istruttoria dibattimentale in appello ex art.
603 c.p.p. riforma Orlando ha introdotto possibilità di rinnovare l’istruttoria di fronte alla corte
d’appello. La parte può chiedere che siano rinnovate prove già assunte nel giudizio di primo grado
ma potere forte del giudice di appello se ritiene di non poter decidere senza riascoltarli comma 1,
normalmente si attiene a quanto ritenuto dal giudice di primo grado. Poi vi sono le prove
sopravvenute ad esempio un testimone che fornisce la prova d’alibi all’imputato, in questo caso il
giudice dispone la rinnovazione dibattimentale nei limiti previsti dall’art. 495 comma 1 c.p.p.
Casi in cui vi è rinnovazione dell’istruttoria d’ufficio con riferimento ad alcune prove.
Nel caso Dan contro Moldavia e altri modifica art. 603 con introduzione del comma 3bis nel 2017
recependo le correnti delle Sezioni Unite se messe in discussione dichiarazioni dei testimoni devono
essere riascoltati, se sentenza di condanna in appello senza aver riascoltato i testimoni violazione
della regola di giudizio ex art. 533 c.p.p., la cassazione questione di motivazione e ragionevole
dubbio (si richiede motivazione rafforzata per condanna per la prima volta in appello), la Corte
EDU questione di metodo. Ulteriori contrasti con la riforma Orlando reso obbligatorio il riascolto
dei testimoni nel contraddittorio tra le parti se l’appello del PM per chiedere la condanna si fondava
sulla valutazione della prova testimoniale (principio immediatezza tra prova e giudice, libero
convincimento del giudice).
Anche la questione del giudizio abbreviato, ci si chiedeva se non si fosse usufruito in primo grado
della prova orale, se sarebbe stato possibile chiedere in appello la rinnovazione dell’istruttoria, ora
nel giudizio abbreviato secco ci si fida dello stato degli atti, ossia delle prove raccolte in via
unilaterale del PM non vi sono prove orali. La Cassazione era oscillante si è affermato che non
essendo stata assunta la prova non si può rinnovare; Corte EDU caso Molinari contro Italia si
trattatva di vagliare la compatibilità del giudizio abbreviato (giudizio premiale per l’imputato) sulla
scorta di atti di indagini ha sostenuto che la giurisprudenza diritto alla rinnovazione della prova
orale nel contraddittorio tra le parti quando l’appello si fondi su diversa valutazione delle prove
testimoniali o dichiarazioni peritali, per i casi di abbreviato semplice ha sostenuto che anche se il
PM fa appello contro la sentenza di primo grado non deve essere rinnovato nulla perché l’imputato
che chiede di essere giudicato allo stato degli atti e non ha voluto con consenso o procura speciale
74
Anche prima lo era, tuttavia consentito alle parti di recarsi in udienza e discutere l’atto di appello o sui motivi nuovi
che si possono presentare fino a 15 gg giorni prima dell’udienza.
ascoltare i testimoni (non ha chiesto neanche l’integrazione probatoria) ma rinuncia al
contraddittorio si ripercuote anche in appello, l’importante è che la rinuncia, manifestazione di
consenso sia consapevole (delle conseguenze) e libera.
Comma 3bis rinnovato dell’art. 603 c.p.p. nel caso di abbreviato semplice no diritto a rinnovazione
dell’istruttoria, se chiesta l’integrazione probatoria e valutazione delle dichiarazioni contestati dal
PM occorre sentirli prima di optare per la condanna. Nell’ordinario sì se contestazione delle
dichiarazioni da parte del PM e sentenza di condanna.
Art. 603 modificato anche a seguito della riforma del processo in assenza (già modificato da
contumacia ad assenza)75 l’assente può chiedere la rinnovazione prima solo nei casi dell’art. 190bis
c.p.p. (deroga al diritto alla prova introdotta in occasione delle stragi per salvaguardare verbali con
dichiarazioni raccolte da magistrati, stessa cosa per violenza sessuale, ecc.) ora questa modifica non
ha alcun senso perché riascoltare dichiarante già sentito solo se deve riferire cose nuove (deroga
all’esercizio del diritto alla prova processi ex art. 51 c.p.p.) il comma 3ter estende questa
metodologia di assunzione della prova in casi particolari anche all’assente viene permesso di
rinnovare l’istruttoria (sorta di punizione per l’assente) qui chiaro che la regola del procedimento
cartolare viene derogata quando la richiesta di rinnovazione viene accolta dal giudice e il processo
si svolge oralmente e nel contraddittorio tra le parti.
Rarissima ipotesi in cui il giudice d’ufficio decida di rinnovare la prova orale.
Se non c’è rinnovazione giudizio cartolare riunione in camera di consiglio e si può confermare la
sentenza impugnata o riformarla vale il divieto di reformatio in pejus salvo che PM chieda la
condanna, se chiesta dall’imputato, può riformare solo il trattamento sanzionatorio applicando una
pena inferiore di quella applicata in primo grado, la riforma più grande è l’assoluzione
dell’imputato condannato in primo grado. Ovviamente, anche il giudice di appello deve occuparsi di
tutte le questioni rilevanti l’invalidità.
Vi è la possibilità che il giudice di appello dia una qualificazione giuridica diversa al fatto senza
modifica dell’imputazione, siccome anche nella sentenza di appello vale regola dispositivo
incorporato dalla motivazione, il dispositivo viene di regola comunicato via PEC poi 15, 30, 45 gg
per motivazione via PEC. Dalla decadenza dei termini per presentare l’impugnazione successiva
decorre il termine per ricorso in Cassazione. Anche se la sentenza viene depositata prima, il termine
decorre sempre da quello stesso termine. Nel caso in cui il giudice abbia bisogno di più tempo per
casi complessi si può chiedere la proroga del termine per il deposito ma il termine massimo per
impugnare è sempre 15, 30, 45 gg.
Lezione 15/11
Cassazione: giudizio cartolare e richiesta di trattazione orale anche per la Cassazione, adesso
disciplina adottata durante la pandemia è stata codificata, se ricorso ammissibile, richiesta di
partecipazione e trattazione orale (la Cassazione non ha il potere di impedirlo), la richiesta viene
accolta, comunicazione alle parti. Il ricorso per Cassazione: metodo di impugnazione ordinario,
giudice di sola legittimità decide sul merito nel caso di rapporti istituzionali con autorità straniere (il
primo giudice che decide in questo caso corte d’appello quarta sezione, il giudice di “secondo
grado” è la Cassazione consegna o no di un soggetto dall’estero o per l’estero mandato d’arresto
europeo che è lo strumento di cooperazione tra stati membri o estradizione per gli stati terzi, non c’è
la fiducia reciproca che c’è nell’UE, pertanto in tal caso può compiere un minimo di istruttoria), per
il resto ricorso dal primo grado se violazione particolarmente grave impugnata per saltum, questo
accade rarissime volte se inficiata da totale mancanza di motivazione, ovviamente in tal caso si salta
la fase del merito non c’è possibilità di affrontare la questione sul merito (responsabilità o meno,

75
Per imputato in contumacia si poteva chiedere in appello rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale in appello
perché non lo aveva sentito era il 4° comma ora abrogato.
colpevole o meno), la stessa cosa se per saltum in materia di diritti fondamentali se l’ordinanza non
dice nulla, non vi è motivazione. Il ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile se
non fatto per motivi di legittimità, art. 606 c.p.p. a), b), c), d), e)76:
a) Eccesso di potere: c’è scritto quando il giudice ha preso una decisione al di fuori della sua
competenza; il testo è il seguente: esercizio da parte del giudice di una potestà riservata
dalla legge a organi legislativi o amministrativi ovvero non consentita ai pubblici poteri.
b) Violazione di legge penale sostanziale (codice penale o leggi complementari che
stabiliscono norme incriminatrici es. se erronea qualificazione del fatto oppure applicata
circostanza aggravante che non c’è o ancora se il giudice ritiene che l’imputato abbia
commesso associazione per delinquere di stampo mafioso art. 416bis se non vi sono tutti i
requisiti previsti dalla norma); il testo è il seguente: inosservanza o erronea applicazione
della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell’applicazione
della legge penale.
c) Violazione/inosservanza delle norme processuali penali a pena di nullità, inutilizzabilità,
inammissibilità e decadenza es. in materia di prove se decreto per intercettazioni non
motivato art. 371 c.p.p. tutte le norme riguardo le intercettazioni devono essere rispettate a
pena di inutilizzabilità, es. capacità del giudice, es. art. 178 c.p.p. esercizio di difesa
(notificazione, termine a difesa per modificazione), es. mancanza totale di motivazione se
proprio non c'è o in un punto o in un capo (art. 125 c.p.p. tutte le sentenze e ordinanze
devono essere motivate a pena di nullità) anche per abnormità in sentenza ricorso di fonte
giurisprudenziale.
d) Mancata assunzione di prova decisiva quando le parti ne hanno fatto richiesta anche nel
corso dell’istruttoria dibattimentale nei casi previsti dall’art. 495 c.p.p. il testo: mancata
assunzione di una prova decisiva, quando la parte ne ha fatto richiesta anche nel corso
dell'istruzione dibattimentale limitatamente ai casi previsti dall'articolo 495, comma 2(5); es.
se prova decisiva o richiesta di rinnovazione dell’istruttoria fatta in appello (il giudice non
ha accolto ma era decisiva) il problema è come dire se una prova è decisiva: qui si deve
entrare un po’ nel merito: poteva fornire al giudice una versione alternativa dei fatti (occorre
stare attenti a che non sia un ricorso per merito e non per legittimità, può solo rilevare il
vizio e eventualmente rimandare indietro al giudice di merito ammonendolo sul fatto che
deve tenere in considerazione l’assunzione della prova perché la mancata assunzione si è
riverberata sulla motivazione causandone il vizio) alcuni ritengono compreso Gaito, a
seguito di una modificazione nel 2006, che la Cassazione possa esorbitare in decisione di
merito.
e) Mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione, quando il vizio risulta
dal testo del provvedimento impugnato ovvero da altri atti del processo specificamente
indicati nei motivi di gravame77: fattispecie in cui vi sono diverse ipotesi che non devono
concorrere. Per mancanza di motivazione si intende: una mancanza non grafica (stabilita a
pena di nullità, perché si può eccepire con la lett. c)) qui mancanza di completezza es.
motivo di appello su una determinata questione il giudice d’appello ha risposto solo su una
questione su due o non ha dato importanza ad una questione o ancora secondo il principio
tantum devolutum quantum appellatum se 7 motivi di impugnazione su 7 il giudice deve
rispondere motivando (corrispondenza tra motivazione della sentenza e motivi di appello).
Contraddittorietà e illogicità manifesta: discorso del giudice per sostenere la sua idea che
può non corrispondere ai criteri della logica nella ricostruzione del fatto, spesso si traduce
l’illogicità nella contraddittorietà (discorso interno alla motivazione) tra parti della
motivazione (risulta dal testo del provvedimento impugnato ossia la sentenza).

76
Da sapere tutti a memoria.
77
Da sapere così come scritto.
La contraddittorietà può risultare anche tra la motivazione e altri atti del processo (verbali
testimonianze, consulenza tecnica, perizia, ecc.) indicati nei motivi di gravame. Es.
nell’intercettazione è stata ascoltata una dichiarazione e il giudice dice un’altra cosa, oppure
perizia dice tracce di DNA non emerge la colpevolezza dell’imputato. Gli altri atti devono
essere specificamente indicati e allegati al ricorso. Questo metodo principio di
autosufficienza del ricorso per Cassazione non principio codificato se non in questa norma
lett. e) modificata dalla legge Pecorella. Questo aspetto si chiama vizio di travisamento della
prova (quasi contraddittorietà esterna) mentre del fatto non si può occupare la Cassazione.
Sentenza della Corte di Cassazione dicono che motivo ultimo da ovvero introduce un potere
della Cassazione di introdursi nel merito ossia andare nel fascicolo e individuare i fatti per
cui si è proposto ricorso, altre sentenze successive si fa riferimento agli atti ossia alle prove
e il vizio non è travisamento del fatto ma della prova individuando tutte le prove che
essendo state travisate hanno dato adito alla contraddittorietà tra la motivazione e altri atti
specificamente indicati (erronea valutazione della prova).78
Anche quando si fa ricorso per Cassazione bisogna rispettare l’art. 581 c.p.p. che riguardano
l’ammissibilità del ricorso per Cassazione aggravata dal fatto che il ricorso si può fare solo per
questi motivi, se motivi diversi è inammissibile, tutto ricade nel formulare i motivi in maniera
corretta.
Il testo comma 3 che riguarda l’ammissibilità ossia i requisiti che l’atto di impugnazione deve
contenere es. se non fatto motivo di appello non posso fare ricorso per Cassazione, tutto quello che
non è stato eccepito in appello non si può sollevare per la prima volta in Cassazione es. se non ho
sollevato la corretta qualificazione giuridica del fatto o aggravante.
Comma 3: Il ricorso è inammissibile se è proposto per motivi diversi da quelli consentiti dalla
legge o manifestamente infondati ovvero, fuori dei casi previsti dagli articoli 569 e 609 comma 2,
per violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello (611).
Caso rubato bandiera del partito opposto alla sua appartenenza in realtà preso la bandiera e
spezzata, la tizia che è passata gli ha chiesto perché stava rompendo la bandiera, l’altro minacciata
in realtà insultata e se n’è andato (minaccia), lei poi è caduta (lesioni anche gravi), è andata in
ospedale, gli hanno contestato il furto anche se la bandiera lasciata lì, gli hanno dato furto aggravato
più lesione più minaccia in appello non è stato fatto minaccia e lesione in appello, dunque non si
può fare nemmeno in Cassazione.
per motivi diversi da quelli consentiti dalla legge
Valutazione per ammissibilità in Cassazione è complessa, istituita apposita sezione, la settima, che
si occupa di vagliare l’ammissibilità del ricorso, si deposita in cancelleria della Corte d’appello e
trasmette alla sezione settima che decide se ammissibili.
La settima sezione verifica sui requisiti formali dell’atto: 1. che siano stati rispettati i termini, 2.
soggetto legittimato, 3 .avvocato iscritto nell’albo di avvocati cassazionisti (patrocinatori per
magistrature superiori: Cassazione e Consiglio di Stato), 4. verifica elezione di domicilio, 5. in caso
di imputato assente che ci sia mandato a impugnare, 6. Motivi. Ad un certo punto linee guida dove
c’è scritto di fare l’abstract del ricorso (dovrebbe essere ispirato alla sintesi oltre che autosufficiente
ossia con tutti gli allegati) dunque la sezione può capire se i motivi corrispondono alle lettere
dell’art. 606 c.p.p., la verifica importante riguarda il rispetto dei requisiti: motivi che attengono alla
legittimità.
Per manifestamente infondati: è disciplinata: il giudice senza entrare nel merito del ricorso durante
il vaglio preliminare deve valutare la manifesta infondatezza, decidere se sia suscettibile di essere
accolto, è un concetto troppo vago non corrisponde a principi di tassatività, di determinatezza e può
78
Domanda travisamento della prova e travisamento del fatto.
dare adito ad una eccessiva discrezionalità del giudice (si tenga in conto che siamo anche in ultimo
grado declaratoria di inammissibilità fa passare in giudicato la sentenza) le ipotesi sono numerose,
non le si identifica con precisione, sempre nella ratio di sfoltire il numero dei ricorsi. Problema:
molti avvocati non sanno fare il ricorso per Cassazione, lo fanno per perpetrare l’effetto sospensivo
della sentenza. Si parla di corte assediata, questo motivo dovrebbe essere valutato dopo l’esame nel
“merito” del ricorso non nel vaglio di ammissibilità. L’inammissibilità può essere dichiarata anche
dopo che la sezione settima dichiara che sia possibile analizzare il ricorso lo assegna alla sezione
competente (sono 6) ogni sezione si occupa di determinate materie: 2° patrimonio e stupefacenti, 6°
mandato arresto europeo e estradizione, 4° delitti contro la PA…; poi si fissa l’udienza (non
udienza perché la regola è che la trattazione del ricorso avviene cartolarmente) dopo la fissazione le
parti possono fare richiesta di trattazione orale, gli avvocati depositano 15 gg prima della data
fissata per l’udienza motivi nuovi o aggiunti rispetto ai motivi di ricorso (che non possono essere
uguali a quelle scritte nel ricorso principale ma specificazione dei motivi del ricorso principale), il
procuratore generale (accusa in Cassazione) deposita la requisitoria scritta e può fare le sue richieste
(rigetto o inammissibilità difficile che chieda l’ammissione), a quel punto il ricorrente può fare le
note di replica entro 5 gg e deposito sia telematicamente (PEC) che fisicamente. Dopo richiesta di
trattazione orale comunica alle parti che è stata fatta e possono partecipare all’udienza ci sono varie
possibilità: udienza camerale partecipata 127 c.p.p., udienza pubblica.
Il giudice spiega il caso, la relazione degli avvocati (in appello no) e intervento del procuratore
generale e il giudice di Cassazione prende la sua decisione o inammissibilità (giudice diverso dalla
sezione settima), se no ricorso ammissibile valutato ma motivi non meritevoli di accoglimento non
perché infondati ma perché andavano rigettati es. se vizio di motivazione la Cassazione riporta le
parti in cui è motivato… se vi è il rigetto, questo comporta passato in giudicato della sentenza. La
Cassazione può prendere anche decisioni favorevoli per il ricorrente, in particolare due decisioni:
annullamento della sentenza può essere con rinvio o senza rinvio (elimina la sentenza e i suoi effetti
Amanda Knox).79

Lezione 21/11/2023
Annullamento senza rinvio della Cassazione si evita di celebrare il giudizio di rinvio (altro grado
del procedimento)80 risolve tra sé e sé il tema decidendum. Art. 620 c.p.p. casi:
-pronunciato per forza nel caso in cui il fatto non è previsto dalla legge (l’azione penale non
doveva essere iniziata) nelle ipotesi di procedimento immediato 129 c.p.p. sono patologie talmente
gravi;
-difetto di giurisdizione: presa dal giudice penale ma in realtà doveva essere giudicata dal giudice
amministrativo (non è annullamento con rinvio ma trasmissione degli atti perché il fatto è un illecito
amministrativo);
-eccesso di potere lett. a) art. 606 c.p.p.
-sentenza impugnata non rientra nei procedimenti consentiti da legge (caso provvedimenti
abnormi)
-difetto di contestazione di un reato (fatto mai contestato all’imputato) es. condanna per fatto
nuovo mai contestato, viene trasmessa in Cassazione dunque annullamento senza rinvio.
-errore di nome o persona

79
Non assolve e non condanna.
80
Normalmente la Corte d’Appello, salvo rinvio da parte del giudice di primo grado.
-ipotesi di ne bis in idem (due sentenze emesse nei confronti dello stesso soggetto per lo stesso
fatto che hanno contenuti diversi, contraddittori tra loro es. magari una sentenza impugnata e l’altra
sia precedente, conflitto tra due giudicati, quella che va eseguita secondo il favor rei va eseguita
quella più favorevole.
-quando è in grado di decidere da sé se non ricorrono altri elementi di fatto, adottare in via
autonoma i procedimenti necessari sempre nell’ottica del risparmio di tempo, introdotto dalla
riforma Orlando nel 2017. C’è una sorte di discrezionalità che non deve sconfinare in un giudizio di
merito può solo confermare o annullare la sentenza, però deve operare una verifica su quanto fatto,
riguarda anche il merito della causa. Es. questione di inutilizzabilità di tutte le intercettazioni fatte
senza che il giudice le abbia autorizzate ricorso ex art. 606 lett. c) non ci sono altre prove, verifica
dei decreti autorizzativi e non sono debitamente motivati qui la Cassazione può prendere la sua
decisione, compie la prova di resistenza,81 se la sentenza regge anche senza queste prove
inutilizzabili la Cassazione annulla con rinvio. Entra nel sindacato di legittimità.
-ritiene superfluo il rinvio al giudice82: è una clausola aperta, lascia la causa alla discrezionalità
della Cassazione.
ANNULLAMENTO CON RINVIO
Due tipi:
1. annullamento con rinvio classica: anzitutto accoglimento del ricorso (vantaggiosa per il
ricorrente) si ritiene che sia utile celebrare di nuovo il grado del processo da cui proveniva la
sentenza impugnata. Annullamento può essere totale o parziale: alcuni casi o punti, alcune
imputazioni della sentenza impugnata, fatti in concorso o in continuazione, se accoglie solo
alcuni motivi vi è la formazione progressiva del giudicato. Parte suscettibile di essere
annullata deve aspettare che la parte soggetta a rinvio sia giudicata nell’annullamento
parziale. Nell’annullamento con rinvio parziale vi è passaggio in giudicato delle sentenze
non annullate; dunque, gli altri motivi li rigetta o dichiara inammissibili.
Annullamento totale se in tutte le sue parti per es. vizio di motivazione lett. e) 606 c.p.p.
illogicità contraddittoria, contraddittorietà tra sentenza impugnata e altri atti allegati. La
Cassazione deve chiedere al giudice di ritornare sulla causa.
Es. se per saltum rinvio al primo grado, altrimenti appello dipende da quanto e come
annulla.
Es. la Cassazione accoglie solo i motivi che riguardano la commisurazione della pena;
dunque, non si può mettere in discussione l’accertamento del fatto e della responsabilità. Se
richiede ricostruzione nel merito non la può fare la Cassazione, effetto commisurativo della
pena tutto il resto passa in giudicato.
Quando annulla con rinvio deve indicare i principi di diritto; dunque, le ragioni
dell’annullamento e dà alcune indicazioni al giudice di rinvio cui quest’ultimo si deve
attenere, ovviamente dipende dal vizio accertato. Il giudice di rinvio è diverso (persona
fisica) da quello che ha preso la decisione salvo che per le ordinanze, per esempio, in tema
di misure cautelari.83
Art. 627 c.p.p. ricelebrazione sulla scorta del principio di diritto emesso dalla Cassazione del
grado, dipende da punti e capi oggetto di annullamento. Le parti possono chiedere la
rinnovazione dell’istruttoria diversa dal 603 c.p.p. il giudice DEVE disporre l’istruttoria per
assumere tutte le prove rilevanti ai fini della decisione (2° comma 627 c.p.p.). il problema
81
Decurtate le prove inutilizzabili vedere se la sentenza resiste, apparato logico non contraddittorio, resistente?
82
Anche qui non c’è tassatività, ma la formula risulta generica.
83
Se corti piccole, si applicano i criteri della revisione.
per l’efficienza se la corte di rinvio non si attiene ai principi di diritto enunciati dalla
Cassazione ed è un motivo autonomo di ricorso in Cassazione. Divieto di reformatio in
pejus rispetto a quella impugnata, a differenza del primo grado giudizio di rinvio non
rilevate inutilizzabilità e annullabilità non dedotte precedentemente. La Cassazione potrebbe
nuovamente annullare con rinvio. Corte d’appello prende la decisione coerente con i principi
di diritto della Cassazione sentenza di assoluzione favorevole all’imputato ma il Procuratore
generale può a quel punto proporre ricorso per Cassazione. Il passato in giudicato nel
momento in cui la sentenza del giudice del rinvio non viene impugnata o ricorso annullato
senza rinvio o rigettato.
2. Giudizio di rinvio ai soli fini effetti civili 622 c.p.p.
La Cassazione accoglie le doglianze della parte civile contro la sentenza di proscioglimento
dell’imputato e rinvia al giudice civile competente per grado se impugnata quella di appello
rinvio al giudice civile d’appello. Non si mette in discussione la responsabilità penale, nel
nuovo processo si seguono le regole processuali civilistiche generalmente solo per la
quantificazione del danno, anche se la Cassazione ha detto che si può mettere in discussione
anche l’an. L’imputato assolto in sede penale si vede citato in giudizio civile come
convenuto. Questo è un meccanismo esteso dalla riforma Cartabia anche ad altre ipotesi 573
c.p.p. e 578 comma 1-bis c.p.p.84
Dalla commissione del fatto fino a emanazione e deposito della sentenza e motivazione di
primo grado vige il tempo di prescrizione massima del reato di massimo sette anni e mezzo.
Prescrizione del processo regolamentazione in un solo articolo del CPP art. 344 bis norma
che riguarda impugnazioni nel libro delle indagini sulle condizioni di procedibilità. Art. 344
bis c.p.p.:
1. (1)La mancata definizione del giudizio di appello entro il termine di due anni
costituisce causa di improcedibilità dell'azione penale(2).

2. La mancata definizione del giudizio di cassazione entro il termine di un anno


costituisce causa di improcedibilità dell'azione penale(2).

Possibilità di proroga d’ufficio per fatti di mafia o altri fatti gravi o se processo che secondo il
giudice che lo deve celebrare è molto complesso (tanti fatti di diritto) proroga con ordinanza per
periodo non superiore ad un anno per l’appello, 6 mesi per la Cassazione.

Ulteriori proroghe per i delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordinamento
costituzionale. Comma 5 ricorso entro 5 gg la Cassazione risponde entro 30 gg dalla ricezione degli
atti. Comma 6 tempi possono essere sospesi se rinnovazione istruttoria dibattimentale.

Rinvio al giudice per la decisione sul risarcimento del danno: se imputato condannato in primo
grado o appello al risarcimento del danno a favore della parte civile, ogni volta che parte civile
impugna se c’è improcedibilità il giudice penale non può prendere nessuna decisione e rinvia al
giudice civile competente al grado dell’impugnazione, si fa risparmiare in teoria il tempo (la parte
civile riassunto causa penale e solo prove), naturalmente solo se ha fatto un ricorso ammissibile.
84
574 tempo del reato (prescrizione) e tempo del processo (improcedibilità).
Anche nel caso in cui l’impugnazione sia solo civile si può procedere all’annuale annullamento con
rinvio al giudice civile (con la riforma Cartabia si è istituzionalizzata la doppia via del processo
penale e civile, 538 c.p.p. accertamento responsabilità per il processo penale e persona offesa si
costituisce parte civile oppure se agire in via autonoma civilmente, l’azione civile nel processo
penale è accessoria, infatti la parte civile è eventuale). La Corte costituzionale ha affermato più
volte che la persona offesa ha questa doppia via, se fatto improcedibile penalmente deve andare
davanti al giudice civile riassumendo la causa.

Altra conseguenza art. 578 ter c.p.p. (prescrizione per improcedibilità) che riguarda la confisca
(senza condanna perché c’è la prescrizione): ci sono beni che devono essere confiscati ipotesi di
confisca obbligatoria, se processo si prescrive in appello 578bis c.p.p.

Art. 578ter c.p.p.:

1. Il giudice di appello o Cassazione, nel dichiarare l’azione penale improcedibile ai sensi del
344 bis, dispongono la confisca nei casi in cui la legge la prevede obbligatoriamente anche
quando non è stata pronunciata condanna.

Caso corte europea anche se dichiarazione di prescrizione la confisca è lecita, importante


accertamento di primo grado secondo le regole del giusto processo.

Quando dichiara improcedibilità se ci sono dei beni sottoposti a sequestro e sono beni che
obbligatoriamente devono essere confiscati es. sostanze stupefacenti, per altre ipotesi di confisca
facoltativa (no valutazione di pericolosità a monte) può decidere.85

Nel caso della confisca obbligatoria manca la possibilità per il giudice di effettuare la valutazione
nel merito della confisca per il meccanismo di improcedibilità. Dunque il giudice trasmette gli atti
al PM competente ad esercitare l’azione di prevenzione ossia a chiedere e applicare una misura di
prevenzione antimafia (anche se non si tratta di casi di mafia). Per tutti i reati in un processo che poi
deve essere dichiarato improcedibile se ci sono beni la cui confisca non obbligatoria si può chiedere
al giudice della prevenzione di prendere la decisione sulla confisca dunque il processo si chiude in
maniera solo apparente, rimane in vita il provvedimento di sequestro per 180 gg dalla declaratoria
dell’improcedibilità e trasmissione degli atti al PM, deve chiedere al giudice penale competente di
emettere un provvedimento di sequestro sulla scorta degli atti e delle prove. Conversione del
processo penale in sequestro di prevenzione antimafia. Il giudice competente è quello di

85
Legame tra fatto, condanna, statuizione accessoria ossia confisca.
prevenzione antimafia, inizia procedimento di prevenzione con tre gradi (altro processo che non
richiede condanna): bastano indizi, elementi (non aiuta l’efficienza del processo).
REVISIONE
Partiamo dal principio del ne bis in idem. Ne bis in idem ha molteplici sfaccettature, ma, in
fondo, è un principio storico (presente in moltissimi altri ordinamenti), tutelato anche dalla
CEDU: prevede il divieto di essere perseguiti e condannati due volte per lo stesso fatto. Se c’è
una litispendenza davanti a due giudici diversi, la questione può essere sollevata in qualsiasi
momento davanti ad un giudice. Come qualificare “stesso fatto” e “stessa persona”? “Stesso
fatto” è ciò che crea più problemi: si parla di fatto inteso in senso giuridico o naturalistico? La
giurisprudenza propende per fatto inteso in senso “naturalistico”, indipendentemente dalla
qualificazione giuridica del fatto da parte del pm (il fatto rimane quello, a prescindere dalla
qualificazione giuridica).
Di recente, si è posto il problema del ne bis in idem eterogeneo [1] (una stessa condotta assume
rilevanza penale, ma, ad es., è perseguibile anche a livello amministrativo): nel caso Grande
Stevens c. Italia, la CEDU ha affrontato questo problema. Grande Stevens era sia stato
condannato in sede penale che amministrativa (versando la relativa sanzione) per il medesimo
fatto: dunque, si solleva davanti alla CEDU il problema del ne bis in idem eterogeneo. La
CEDU ha riconosciuto anche nel caso di specie doveva farsi riferimento alla condotta intensa in
senso naturalistico (si vedano anche i criteri Engel); dunque, la Corte di Strasburgo ha concluso
c he nel caso di specie si versava in una ipotesi di me bis in idem (stesso fatto, anche se
considerato due rami diversi dell’ordinamento); pertanto, nel grado Grande Stevens, la CEDU
ha riconosciuto una violazione del ne bis in idem. Successivamente, poi, vi sono stati alcuni
ripensamenti: in particolare, la Corte di giustizia dell’UE ha adottato un atteggiamento ben più
restrittivo sul punto di quello adottato dalla CEDU.
Per quanto attiene all’esecuzione di due sentenze emanate in violazione del ne bis in idem[2], l’art.
669 c.p.p detta i criteri per selezionare la sentenza da eseguire: il criterio che ispira questa scelta è il
favor rei; si aggiungono anche altri criteri, che, ovviamente, prediligono sempre la pena più bassavo
la sentenza maggiormente liberatoria.

Passiamo ora alla revisione, che è il primo mezzo straordinario (quello per eccellenza previsto dal
nostro c.p.p.).
Innanzitutto, dunque, va detto che la revisione è una impugnazione straordinaria: ciò significa che
può essere proposta dopo il passaggio in giudicato della sentenza (in questo sta la straordinarietà).
Per molto tempo, la revisione è stata utilizzata come strumento per attuare le sentenze della Corte
EDU ex art. 46 CEDU. Se la Corte di Strasburgo condanna l’Italia per violazione EDU, quella
decisone deve essere eseguita. In passato, fondamentalmente, lo Stato veniva condannato a risarcire
il danno. Dalla fine degli anni ’90, le cose sono un po’ cambiate: si è stabilito che ciascun
ordinamento che ha aderito alla CEDU deve avere al suo interno un meccanismo che consenta
l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, con ciò intendendo
la restitutio in integrum delle prerogative che sono state violate dallo Stato (nel processo penale,
civile, amministrativo ecc.). Ovviamente la Corte europea ha più volte sollecitato l’Italia ad adottare
uno strumento per l’esecuzione delle sentenze della Corte EDU. Medio tempore, in attesa
dell’introduzione di uno specifico strumento, quale mezzo utilizzare per attuare le sentenze della
CEDU (assicurando la restitutio in integrum delle prerogative violate)? Sono state impiegati
strumenti disparati, in base al tipo di violazione: si è trattato ovviamente di adattamenti
giurisprudenziali, che hanno preso atto che, una volta intervenuta la condanna, essa doveva essere
eseguita (v., ad es., Caso Contrada – è stato utilizzato l’incidente di esecuzione -art. 670 c.p.p.).
Per molto tempo, partire dal 2011, la revisione ha costituito lo strumento mediante cui tatuare le
sentenze della Corte EDU co cui si accertava una violazione delle garanzie processuali (ex art. 6
CEDU): questo perché la revisione è l’unico strumento che consente di riaprire il processo e con la
revisione si può esercitare il diritto alla prova nel contraddittorio. Dunque, la Corte costituzionale ha
dichiarato la illegittimità dell’art. sulla revisione nella parte in cui non prevedeva il caso della cd.
REVISIONE EUROPEA (un caso di revisione, cioè, finalizzato all’attuazione delle sentenze della
Corte EDU).
La riforma Cartabia ha introdotto un nuovo strumento: si tratta di un vero e proprio ricorso alla
Cassazione.
Torniamo alla revisione.
1) Chi può proporre la revisione?
Può essere proposta in ogni tempo (non vi è, quindi, un termine [3]) dal condannato, da un
suo erede o anche dal pm. Questo strumento è proprio finalizzato ad ottenere un ripristino
anche dell’immagine del condannato (per questo la revisione può essere proposta anche da
un erede del condannato quando il condannato sia morto).
2) La revisione NON può essere utilizzata per ottenere uno sconto di pena (in quel caso vi
è l’incidente di esecuzione). A pena di inammissibilità, la revisione deve tendere al
proscioglimento del condannato: quindi, la prima cosa che il giudice verifica, a pena di
inammissibilità, è che l’istanza tenda ad un proscioglimento (specularmente, le sentenze
suscettibili di revisione sono solo quelle di condanna, cui sono equiparate anche quelle di
patteggiamento).
3) Vi sono dei casi tassativi di revisione(art. 630, lett. a), b), c), d): sono 4:
1.1. I primi due riguardano il contrasto tra giudicati (debbono esservi, cioè, due sentenze
passate in giudicato tra di loro contrastanti; questi contrasti possono sorgere tra due
sentenze del giudice penale ovvero tra una sentenza del giudice penale e una del giudice
civile o amministrativo).
1.2. Il secondo caso consiste nell’ipotesi in cui vi sia un contrasto su uno stesso fatto
tra due sentenze del giudice penale e che i fatti stabiliti in queste due sentenze non si
concilino (ad es., caso Meredith Kercher – nella sentenza di Rudy Guede si parla di
concorso in omicidio, mentre Sollecito e Amanda Knox sono stati assolti per quel fatto).
1.3. Emerge una prova NUOVA[4], sopravvenuta (una prova inesistente in rerum
natura al momento della condanna, oppure una prova mai ammessa in primo grado, o
ancora una prova di cui non si aveva avuto conoscenza prima della condanna).
1.4. Quarto e ultimo caso è la FALSITÀ IN ATTI: la condanna viene pronunziata sulla
base di un atto, di un documento, di una testimonianza che risulta poi essere FALSA.
4) Il giudice competente della revisione è LA CORTE DI APPELLO (si tratta di un
classico caso di competenza funzionale: si prescinde dal tipo di fatto, quindi dalla materia e
prescinde anche dal territorio[5]; anche se si tratta di un caso di omicidio, competente è
SEMPRE la CORTE DI APPELLO, NON LA CORTE DI ASSISE DI APPELLO).

[1]
Ossia stesso fatto perseguito in due sedi diverse.
[2]
Due sentenze emanate sullo stesso fatto – inteso in senso naturalistico – in violazione del ne bis in idem.
[3]
Quindi la revoca si può chiedere anche se il reato si è estinto o anche se la pena è già stata scontata.
[4]
La giurisprudenza ha ampliato il raggio della “novità” della prova.
[5]
Non si va a guardare al luogo in cui è stato commesso il fatto.

Solo per ottenere revoca di sentenza di condanna e sentenza di assoluzione. Casi ex art. 630 cpp.

Il superamento del vaglio di ammissibilità della revisione comporta un primo effetto, da quando il
presidente della corte d’appello notifica il soggetto il decreto di citazione in giudizio da status di
condannato ritorna allo stato di imputato, questione un po’ contraddittoria perché nei suoi confronti
continuano a prodursi gli effetti della sentenza di condanna passata in giudicato che potrà essere
eventualmente revocata solo alla fine del processo di revisione. Status riguarda il processo, e
l’esecuzione della pena avviene ma il codice attribuisce alla corte d’appello il potere dopo apposita
richiesta della parte di sospendere esecuzione della pena 636 c.p.p. discrezionalità del giudice per
bilanciare esigenze di tutela dell’innocente e salvaguardia dell’oggetto del processo passato in
giudicato. Ci sono molti rinvii per quanto compatibili per il giudizio di revisione al processo di
primo grado, quindi lo svolgimento del rito regolato dal 636 c.p.p. dedicato ad atti primari.

Occorre sempre ricordare che il procedimento di revisione si svolge di fronte alla corte d’appello,
dunque, in quale msiura disposizioni su processo cartolare e dibattimentale si applicano, qui c’è una
deroga si deve svolgere nelle forme di udienza pubblica indipendentemente da richiesta della parte
in tal senso per la delicatezza che riveste questa impugnazione straordinaria in cui la corte d’appello
è chiamata ad assumere delle prove. Dunque sarebbe impossibile celebrare un giudizio puramente
cartolare. Altre deroghe: non si può eccepire incompetenza del giudice, invalidità, nullità, vizi
verificati nel procedimento passato (anche in giudicato) adattamento art. 469 c.p.p. in quanto
compatibile con il processo di revisione, non si può fare la modifica dell’imputazione. Invece
valgono disposizioni sull’immutabilità del giudice (principio di immediatezza 25 c.p.p.),
deliberazione che deve essere collegiale, regole assunzione della decisione.

637 c.p.p. modo di valutazione delle prove il giudice non può pronunciare proscioglimento sulla
base di prove assunte nel precedente giudizio salvo eclatante errore a salvaguardia della certezza del
giudicato (in diciamo tre gradi di giudizio). Da una parte tutela giustizia dall’altra occorre presidiare
questo valore della certezza presidiata dal passaggio in giudicato della decisione.

Si possono assumere prove, depositi testimoniali, va valorizzato qualcosa di nuovo, non valutato
precedentemente in grado di travolgere la sentenza irrevocabile di condanna. Il giudizio può
concludersi in due modi: o rigetto della richiesta (no errore) oppure accolta. In tutti e due i casi
decisione impugnabile per Cassazione art. 640 c.p.p. quando la richiesta viene rigettata la corte
d’appello condanna la parte privata al pagamento delle spese processuali. Se disposta sospensione
di esecuzione della pena e sentenza rigetto riprende l’esecuzione. Sia sentenza rigetto sia
dichiarazione di inammissibilità impediscono nuova istanza fondata sulle stesse ragioni.

Se accolta l’impugnazione straordinaria effetto revoca sentenza di condanna o patteggiamento


(equivale quanto a effetti a condanna) pronunciato il proscioglimento dell’ex condannato che ha
assunto la qualità di condannato.

Se condannato poi assolto in revisione 529 o 530 c.p.p. diversi effetti art. 639 c.p.p.: 1. Restituzione
somme pagate; 2. Misure patrimoniali di sicurezza revocate; 3. Spese processuali alla parte civile
restituite; 4. Modi di riparazione dell’errore giudiziario art. 642 c.p.p. forme di riparazione morale
subordinate a richiesta dell’interessato (se assolto richiesta apposita di riparazione giudizio per la
riparazione dell’errore giudiziario). Poi sentenza di assoluzione affissa nei luoghi pubblici (comune
del soggetto assolto) e presupposto per ottenere la riparazione che si traduce in liquidazione di
somma di danaro o rendita vitalizia nei confronti del soggetto erroneamente condannato.

Per 12 anni utilizzo della revisione per un caso non previsto dal codice art. 630 c.p.p. intervenuta
declaratoria di illegittimità costituzionale che riguardava l’impossibilità di utilizzare il rimedio
straordinario (revisione) per dare esecuzione alle sentenze della Corte EDU e costituisce esito di
una serie di pronunce della corte costituzionale, Cassazione a seguito di. Serie di condanne
pronunciate dalla Corte EDU a partire dagli anni 2000 esigenza di individuare un rimedio a livello
interno per dare esecuzione alle sentenze, il soggetto proponeva ricorso alla Corte EDU e lo vinceva
per un motivo o l’altro violazione art. 6 o 7 CEDU riguardano lesioni al diritto all’equità
processuale (111 cost. confronto, contraddittorio, regole di valutazione, assunzione della prova,
regole di esclusione)

Investita di ricorsi da parte di questi soggetti pronuncia sentenza di condanna nei confronti dello
Stato sempre volta al risarcimento del danno per violazione di uno di quei diritti previsti
(refrattarietà a decidere in altro modo per es. condanna a rifare il processo in cui si era verificata la
violazione) ad un certo punto sentenze che non venivano eseguito non rispettato l’art. 46 CEDU 86
allora il comitato dei ministri d’Europa raccomandazione nei confronti di tutti gli stati obbligandoli
ad adottare al proprio interno meccanismo per rendere esecutive le sentenze della Corte EDU sia se
condanna al risarcimento del danno ma altresì restitutio in integrum se lesa prerogativa del soggetto
nel processo di cognizione restituire le prerogative 87 allora o riaprire il processo o incide sulla
decisione. Si prende atto di come il giudicato a livello interno dovesse assumere una diversa
fisionomia (giudicato è fluido, malleabile, aperto possibilità di rimettere in discussione la decisione
passata in giudicato avviene nella fase esecutiva). Momento della decisione natura ibrida, composita
degli equilibri del sistema penale. Al di là dei rimedi che possono essere in grado di rimuovere il
giudicato sia in ottica riparatoria, sia nella valutazione del giudice anche altri rimedi per cui la
sentenza irrevocabile di condanna cede il passo a situazioni che possono minare la natura del
processo penale, modi alternativi che si incardinano nella fase dell’esecuzione. Questa evoluzione è
dovuta all’irrompere delle fonti sovranazionali, della CEDU dagli anni ’90 ha reso palese esigenza
di porre meccanismi per adeguare il diritto interno al diritto sovranazionale (fallibilità del giudicato

86
Ratificata la CEDU nel 1955 dall’Italia.
87
Solo se esaurite le vie interne dunque sentenze passate in giudicato.
mostrando violazioni dei diritti dell’uomo). Diritti interno e diritto della Convenzioni EDU 88 se
soggetto vittorioso in sede Corte EDU fino al 2022 nessun rimedio prime decisioni violazione delle
garanzie per l’equo processo ripristino stato anteriore alla verifica di violazione, si può riaprire il
processo? La giurisprudenza interna ha cercato di individuare dei rimedi questo per 20 anni,
inizialmente adattati alcuni istituti: i più l’incidente di esecuzione, ricorso straordinario per errore
materiale o di fatto di fronte alla Corte di Cassazione, abolitio criminis fino a quando la Corte
costituzionale ha indicato una via da percorrere: revisione dichiarando illegittimo l’art. 630 c.p.p.
l’uso della revisione per riaprire i processi costituzionalmente illegittimi usato per colmare le lacune
del codice, vero è che la sentenza di incostituzionalità dell’art. 630 c.p.p. no generalizzazione della
revisione così si utilizzavano anche gli altri strumenti, ora i soggetti non sapevano cosa fare (es.
Contrada ha fatto tutt’e due perché giurisprudenza non era unanime) situazione di stallo fino a
quest’anno in cui è entrato in vigore la riapertura del giudicato in seguito a vittoria a Strasburgo
nuovo titolo: “rimedi per l’esecuzione delle sentenze della Corte EDU”. Art. 628bis non corretto
chiamarlo revisione europea perché non è revisione ma strumento autonomo tanto che esiste una
disciplina in apposito titolo e articolo 628bis. Il legislatore si è impegnato per attuare lo strumento
ricorso straordinario alla Cassazione per dare esecuzione alle sentenze della Corte EDU
denominazione complessa rimedio particolare attivabile solo perché si possa riparare (in forma
specifica) la ogni violazione dei diritti tutelati dalla CEDU no distinzione tra vizi procedurali e
sostanziali (art. 6 e 7 CEDU, per quest’ultimo ricorso per incidente) poi altro rimedio che è quello
della rescissione del giudicato rispetto delle disposizioni del processo in assenza finalizzata a
svolgere una funzione preventiva (no bisogno di adire la Corte EDU).

Il 628bis giudice competente no corte d’appello o giudice dell’esecuzione ma Cassazione una volta
che si ha la sentenza della Corte EDU apposita richiesta della parte. L’impugnante può chiedere alla
corte di essere rimesso in libertà, può chiedere la sospensione dell’esecuzione della pena 635 c.p.p.
unico punto di contatto con la revisione, per il resto autonomo.

Profili soggettivi: accessibile solo da coloro che dopo essere stati condannati in Italia o misura di
sicurezza rivolti al giudice della Corte EDU e riconosciuti vittime delle violazioni, esclusi tutti gli
88
Sentenze gemelle: possibile disapplicare norma interna se in contrasto con la CEDU es. art. 6? In sostanza la Corte
costituzionale ha stabilito che non si disapplica la normativa interna occorre individuare la possibilità di favorire una
interpretazione adeguatrice, se non è possibile perché scardina il principio di legalità occorre investire la Corte
costituzionale della questione di legittimità individuando il parametro di contrasto interposto che è l’art. 117 cost.
disciplina rapporti tra diritto interno e sovranazionali e altri articoli della costituzione. Una volta che disposizione
illegittima si può agire in via diversa. Dopo altre sentenze della corte costituzionale che hanno ristretto l’ambito di
operatività sentenza 49 del 2015 in tema di confisca tutela la sovranità nazionale deve essere applicata nel rispetto di
certe regole qui confisca urbanistica senza condanna solo dopo sentenza passata in giudicato ma la nostra costituzione
tutela il paesaggio, l’ambiente e il territorio occorre bilanciare diritto dell’imputato a non subire pena senza condanna
con diritto di tutela del territorio e del paesaggio (ristretti argini per cui le sentenze della Corte EDU può incidere).
altri: fratelli minori soggetti stessa situazione del ricorrente ma non hanno proposto ricorso alla
Corte EDU possono ottenere la rimozione del giudicato ma prima ricorso al limite possono trovare
altra via al limite sollevare questione di illegittimità alla Corte Costituzionale per ottenere
riconoscimento del vizio, coloro che nello stesso processo portatori di sentenza anche parzialmente
assolutoria (no ricorso), no parte civile o persona offesa dal reato (vulnus per prerogative della
persona offesa), procuratore generale (condanne corte europea rinnovazione del processo ricorso
individuale fatto dal privato), se soggetto morto la richiesta può esser fatta da prossimo congiunto
(simile a revisione presentato anche dagli eredi del soggetto condannato).

Profili oggettivi: vaglio ammissibilità della richiesta: presentazione o personalmente dal soggetto
interessato o difensore munito di procura speciale con ricorso nella cancelleria del giudice della
sentenza di condanna, non in ogni tempo come nella revisione sbarramento temporale 628bis 2°
comma sentenza da depositare presso il giudice che ha emesso provvedimento finale entro 90 gg
che decorrono dal momento in cui la sentenza della Corte EDU è diventata definitiva. Parametri del
contenuti della decisione della Corte EDU da eseguire secondo questo mezzo: ragioni che
giustificano la richiesta alla Cassazione perché si chiede la riapertura del processo (onere a capo del
richiedente potrebbe essere stabilito a pena di ammissibilità anche se la norma non lo dice e la
Cassazione deve poter individuare la risposta più appropriata alla pronuncia della Corte EDU
allegata tutta la documentazione necessaria. Vale il principio di autosufficienza del ricorso alla
Cassazione corredata della sentenza del giudice di merito, sentenza della Corte EDU e altro atto per
ritenere fondata o meno la richiesta. Giudice competente solo Cassazione competenza di tipo
funzionale come la corte d’appello nel giudizio di revisione perché alla corte di legittimità se
comporta valutazioni di merito? Perché interazioni tra diritto interno e europeo meglio stabilite
dalla corte di legittimità, da ritenere ammissibile ma valutazioni nel merito perché si richiede di
verificare l’effettiva incidenza della violazione riscontrata in sede europea sul processo. 89 Profilo
criticato dalla dottrina perché possibilità di valutare esigenza funzionale richiede una valutazione
sul fatto dopodiché la corte europea generalmente ha evitato, stigmatizzato adozione di filtri di
inammissibilità troppo stretti che potrebbe impedire di ottenere il risultato sperato. La Cassazione
può decidere in positivo, trovare il modo di ottenere rimozione degli effetti pregiudizievoli 628bis
comma 5 tre percorsi e potere residuale per assumere essa stessa provvedimenti per rimuovere
effetti pregiudizievoli:

89
Questa violazione cambierebbe l’esito del processo? C’è una prova di resistenza non della prova ma la violazione.
1. Ipotesi in cui non occorre rivedere il fatto o superfluo (riservata al giudice di merito)
Cassazione adotta provvedimenti per rimuovere le violazioni ad esempio rimuovere
provvedimento impugnato
2. Trasmettere atti al giudice dell’esecuzione che può prendere provvedimenti anche dal punto
di vista sanzionatorio, violazione ne bis in idem, abolitio criminis (non considerabile come
reato per sentenza di incostituzionalità)
3. Riapertura del processo nel grado e fase in cui si trovava il processo nel momento in cui si è
verificata la violazione, dunque, revoca sentenza passata in giudicato. Regressione del processo
che ritorna al momento in cui si è verificata la violazione e consente che vengano restituite le
prerogative ritenute violate restitutio in integrum del Comitato dei ministri d’Europa. Questa
soluzione rispetto alla revisione consente di preservare il principio di naturalità del giudice
(stesso grado) non come nella revisione europea con la Corte d’appello. Dopo il giudizio di
rinvio per così dire ci può essere anche sentenza di proscioglimento per estinzione del reato
perché 628bis comma 6 la prescrizione riprende il suo corso dopo pronuncia di Cassazione per
annullare la sentenza e mira a superare totalmente il precedente assetto. Principio di diritto per
la Cassazione che vale in tal caso suggerisce al giudice che deve rimettere in pristino le
prerogative del soggetto ritenute come violate in sede europea e emana la decisione e rinvia al
giudice del merito (natura peculiare) poi si celebra il nuovo processo.

Siccome in Cassazione sorta di annullamento senza rinvio, per esempio, se modifica essa stessa
la sentenza per ripristinare la violazione o revocarla oppure annullamento con rinvio se 2° o 3°
caso anche se non viene chiamato così.

Rimane problema dei fratelli minori, del compito della Cassazione di fare queste valutazioni che
riguardano comunque il merito della causa, ci si chiede anche se il nuovo processo che viene
celebrato possa avere un esito peggiorativo vale il principio di reformatio in pejus nel silenzio
normativo dell’articolo si riconosce a questo una portata generale quindi possiamo ritenere che
valga anche in questo caso.

Altri rimedi:

-Ricorso per errore materiale e di fatto

-Rescissione del giudicato

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