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Le regioni
L'organizzazione costituzionale italiana prevede un sistema di autonomie regionali e
locali.
Costituzione del 1948 aveva previsto uno stato regionale e autonomista basato su regioni
dotate di:
Autonomia politica (art. 114), capacità di darsi un proprio indirizzo politico.
Autonomia legislativa (art.117) e amministrativa
autonomia finanziaria l'attribuzione di risorse finanziarie necessarie per esercitare
le loro competenze
Le regioni erano 15 ad esse si aggiungevano altre 5 dotate di un'autonomia più ampia
definita dallo statuto di ciascuna regione, sono denominate regioni speciali. Le altre regioni
invece sono disciplinate dalla costituzione e sono state denominate regioni ordinarie.
Inoltre vi sono due province alle quali sono state riconosciute le stesse autonomie delle
regioni speciali queste province sono Trento e Bolzano denominate province autonome.
veniva riconosciuta l'autonomia anche che ad altri enti territoriali come comuni e province.
L'autonomia di questi enti locali veniva definita dalle leggi generali dello Stato.
L'esercizio effettivo delle regioni richiedeva che lo stato attraverso i decreti di trasferimento
trasferisse loro le funzioni amministrative insieme al personale che le esercitasse.
Questo avviene con decreto motivato dal PDR e dalla commissione bicamerale. Inoltre
questi organi debbano aver compiuto atti contrari alla costituzione o violazioni di legge
oppure per ragioni di sicurezza nazionale.
Articolo 11 della legge cost. 3/2001 - attribuzione di funzioni di accordo tra stato e
regioni in questo modo valorizza la commissione. Esso prevede:
- i regolamenti parlamentari possono prevedere la partecipazione di rappresentanti
delle regioni delle province autonome e degli enti locali alla commissione
bicamerale.
- Quando un progetto di legge relativo all'autonomia finanziaria di entrata e di spesa,
contenga disposizioni sulle quali la Commissione abbia espresso parere contrario
oppure favorevole condizionato dall'introduzione di modifiche e la commissione ha
svolto un esame in sede referente non vi sia adeguata. Queste parti possono essere
approvate se l'assemblea delibera maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Detto anche principio del giudice naturale nessuno può essere distolto (far arrendere
qualcuno far allontanare qualcuno dal fare qualcosa) dal giudice naturale precostituito per
legge.
È una garanzia per il cittadino nessuno può essere giudicato da un giudice costituito dopo
la commissione di un determinato fatto.
È posto il divieto di istituire giudici speciali (eccetto quelli menzionati sopra), organi
istituiti al difuori dell’ordinamento giudiziario, ma è possibile istituire sezioni specializzate
presso tribunali ordinari.
DISPOSIZIONI COSTITUZIONALI vogliono che la giustizia si amministrata in nome del
popolo, una partecipazione popolare alla stessa giurisdizione, impongono al giudice la
soggezione alla legge stabilendo che la disciplina dell’ordinamento giudiziario sia rimessa
alla competenza della legge e che la legge assicuri l’indipendenza delle giurisdizioni
speciali e del PM.
Secondo la Cost. i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati e contro le
decisioni dei giudici ordinari è ammesso ricorso alla Corte di cassazione che rappresenta il
più alto grado di giudizio.
Il nuovo testo dell’art. 111 stabilisce che la legge deve assicurare la ragionevole durata del
processo. La legge 89/2001 ha attribuito alla corte d’appello la competenza a definire l’equa
riparazione in caso di eccessiva durata dei processi.
Art.107 stabilisce che i magistrati sono inamovibili cioè che senza il loro consenso essi non
possono essere trasferiti da una sede all’altra. Il magistrato può essere traferito solo con un
provvedimento del consiglio superiore di magistratura nei casi di incompatibilità previsti
dall’ordinamento giudiziario. Inoltre un giudice può essere trasferito (sempre con provv.
Dell’CSM) quando non è in grado di svolgere la propria magistratura all’interno della sua
sede nelle condizioni sempre previste dell’ordinamento giudiziario.
Per evitare comunque che il consiglio superiore della magistratura sia indipendente in modo
negativo rispetto agli altri poteri vi sono organi al suo interno eletti dal parlamento e vi è
anche la presenza del Capo dello Stato all’interno di esso. Anche se vi è un vicepresidente
che presiede effettivamente il Collegio. Come eleggere i membri togati si è avuto una
discussione.
Art. 105 stabilisce i compiti del CSM sulla magistratura ordinaria:
- Assegnazioni
- Trasferimenti
- Promozioni
- Provvedimenti disciplinari, compiuta dal ministro della giustizia per evitare
eccessiva separazione della magistratura. E in seguito anche dal procuratore generale
presso la corte di cassazione.
La decisione a seguito di un processo disciplinare spetta alla sezione disciplinare, tale
decisione viene sottoposta al plenum.
La responsabilità decisionale, opera in caso di violazione dei doveri connessi al corretto
esercizio della funzione giurisdizionale, anche i giuridici ordinari rispondono di ogni loro
comportamento in violazione dei propri doveri.
Illeciti disciplinari divisi in due categorie:
- Quelli commessi nell’esercizio delle funzioni giudiziarie (opera la resp. Penale)
- quelli commessi fuori dell’esercizio delle funzioni
I provvedimenti del CSM assumo la veste di decreti del presidente della repubblica e sono
sottoposti al sindacato del giudice amministrativo ove vengano impugnati con ricordo
giurisdizionale.
Giudice competente TAR del Lazio e, in appello, il consiglio di stato. Tranne le sentenze
disciplinari pronunciate dall’apposita sezione che sono impugnabili davanti alle sezione
unite della Corte di cassazione.
Esigenza di assicurare l’indipendenza dei giudici speciali ha spinto a prevedere altri organi:
consiglio fi presidenza della giurisdizione amministrativa
consiglio di presidenza della Corte dei conti
consiglio di presidenza della magistratura tributaria
consiglio della magistratura militare
Prima della costituzione il ministro della “grazia e garanzia “ aveva dei poteri in materia di
ordinamento giudiziario, status e carriera dei magistrati e metteva a dura prova
l’indipendenza della magistratura.
1948 poteri al CSM. E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SI LIMITA A:
1- curare l’organizzazione il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia (art.110)
2- promuove l’azione disciplinare davanti all’apposita sezione disciplinare del CSM
3- partecipare al procedimento di conferimento degli uffici direttivi, incarichi attribuiti
con deliberazione del CSM, su proposta di una commissione e il ministro. Rapporto
tra CSM e ministro- leale collaborazione
4- esercitare poteri di sorveglianza e attività ispettive nei confronti degli uffici giudiziari