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CAPITOLO VI

Le regioni
L'organizzazione costituzionale italiana prevede un sistema di autonomie regionali e
locali.
Costituzione del 1948 aveva previsto uno stato regionale e autonomista basato su regioni
dotate di:
 Autonomia politica (art. 114), capacità di darsi un proprio indirizzo politico.
 Autonomia legislativa (art.117) e amministrativa
 autonomia finanziaria l'attribuzione di risorse finanziarie necessarie per esercitare
le loro competenze
Le regioni erano 15 ad esse si aggiungevano altre 5 dotate di un'autonomia più ampia
definita dallo statuto di ciascuna regione, sono denominate regioni speciali. Le altre regioni
invece sono disciplinate dalla costituzione e sono state denominate regioni ordinarie.
Inoltre vi sono due province alle quali sono state riconosciute le stesse autonomie delle
regioni speciali queste province sono Trento e Bolzano denominate province autonome.
veniva riconosciuta l'autonomia anche che ad altri enti territoriali come comuni e province.
L'autonomia di questi enti locali veniva definita dalle leggi generali dello Stato.

L'esercizio effettivo delle regioni richiedeva che lo stato attraverso i decreti di trasferimento
trasferisse loro le funzioni amministrative insieme al personale che le esercitasse.

Legge costituzionale 3/2001


Questa nuova disciplina costituzionale ha mutato i rapporti tra Stato Regioni e enti locali
realizzando un decentramento politico Questa Ehi riforma ha delineato una Repubblica delle
autonomie con più livelli territoriali di governo:
- Comuni
- città metropolitane
- province
- regioni
ciascuno dotato di autonomia politica garantita dalla costituzione.

Legge costituzionale 1/1999 modifica la forma di governo regionale introducendo:


- l'elezione popolare dal presidente della giunta
- Ampliando l'autonomia statutaria della forma di governo

LA RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE TRA STATO REGIONI ED ENTI LOCALI


Il nuovo testo dell'art. 114 pone sullo stesso piano lo stato e gli altri enti territoriali minori
garantendo a ciascuno una sfera di autonomia politica nell'ambito della Repubblica.
Questo causa delle conseguenze sulla ripartizione delle competenze. Lo stato ha perduto la
potestà legislativa generale perché può legiferare solo nelle materie individuate dalla
costituzione a lui riservate.
La legge statale e la legge regionale sono sottoposte agli stessi limiti:.
- rispetto della costituzione
- rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento europeo e dagli obblighi internazionali
Potestà regolamentare:
 lo stato, competenza nelle materie di competenza legislativa esclusiva
 le regioni ogni altra materia
Principio del parallelismo delle funzioni
Nelle materie di competenza legislativa delle regioni queste esercitavano le funzioni
amministrative mentre per le altre materie le funzioni amministrative erano imputate allo
stato.
Seguito con la legge Bassanini e con la riforma costituzionale si è voluto superare questo
principio, attribuendo hai comuni delle funzioni amministrative Ive con l'eccezione di quelle
che sono conferite alle province, città metropolitane, regioni e stato sulla base dei principi
di:
 sussidiarietà
 differenziazione
 adeguatezza
A seguito della riforma le funzioni di amministrazione pubblica sono affidate
all'amministrazione locale. Anche il nuovo testo costituzionale ha mantenuto Le 5 regioni
speciali i cui regolamenti e funzioni sono stabilite dai relativi statuti e approvate dalla
costituzione.
RACCORDI TRA DIVERSI LIVELLI TERRITORIALI DI GOVERNO
Negli Stati federali si pone il problema dei raccordi tra i diversi livelli territoriali di
governo  strumenti di collegamento e di coordinamento.
Nonostante agli enti territoriali sia stata riconosciuta la competenza in alcune materie non si
può pensare che questi ultimi possano agire in modo separato dagli altri. Infatti in una
società industriale le materie sono sempre interconnesse la risoluzione di un problema
complesso richiede il coordinamento di tutti i centri di potere pubblico.
Il potere dello Stato è trasversale.
La riforma costituzionale del 2001 Non ha previsto il seguente meccanismo di raccordo
ovvero la camera delle regioni avrebbe permesso che la denominazione di ciò che può fare
lo stato e ciò che può fare le regioni si sarebbe negoziata politicamente.
Oggi i raccordi principali sono :
 la commissione bicamerale integrata
 il sistema delle conferenze.

LA COMMISIONE BICAMERALE INTEGRATA


la commissione parlamentare per le questioni regionali è un organo bicamerale previsto
dalla costituzione per svolgere compiti consultivi limitati all'ipotesi di scioglimento
anticipato dei consigli regionali. la nuova riforma cost. del 1999 prevede che siano disposti:
 Lo scioglimento del consiglio regionale
 la rimozione del presidente della giunta

Questo avviene con decreto motivato dal PDR e dalla commissione bicamerale. Inoltre
questi organi debbano aver compiuto atti contrari alla costituzione o violazioni di legge
oppure per ragioni di sicurezza nazionale.
Articolo 11 della legge cost. 3/2001 - attribuzione di funzioni di accordo tra stato e
regioni in questo modo valorizza la commissione. Esso prevede:
- i regolamenti parlamentari possono prevedere la partecipazione di rappresentanti
delle regioni delle province autonome e degli enti locali alla commissione
bicamerale.
- Quando un progetto di legge relativo all'autonomia finanziaria di entrata e di spesa,
contenga disposizioni sulle quali la Commissione abbia espresso parere contrario
oppure favorevole condizionato dall'introduzione di modifiche e la commissione ha
svolto un esame in sede referente non vi sia adeguata. Queste parti possono essere
approvate se l'assemblea delibera maggioranza assoluta dei suoi componenti.

Oggi la commissione bicamerale integrata è abbandonata.

La Conferenza Stato regioni e le altre conferenze


il sistema delle conferenze creato prima della riforma del 2001 costituisce uno strumento
con cui si svolge la collaborazione tra stato Regione e autonomie locali. alla Conferenza
Stato regioni è stata affiancata alla Conferenza Stato, città e autonomie locali.
conferenza unificata luogo in cui si riuniscono le due conferenze per interessi comuni.
Queste conferenze sono presiedute dal presidente del consiglio o da un ministro da lui
delegato. Sono formate da alcuni ministri e dai presidenti delle regioni e dai presidenti degli
enti locali.
Sono sedi di confronto tra governo e le istituzioni regionali locali per discutere sugli altri al
governo che le interessano. Questo parere delle conferenze non è vincolante ma
un'importante forza.
Intesa Quando lo stato svolge delle funzioni di raccordo di attività ricadenti nelle
competenze regionali; le regioni devono dare il consenso.
Conferenza dei presidenti delle regioni è dotata di un presidente, Il quale svolge un ruolo
fondamentale di interlocutore politico del governo. (Fontana pandemia COVID-19).
il principio di leale collaborazione
La Corte costituzionale ritiene che questo principio debba governare i rapporti tra stato e
regioni nelle materie le cui competenze concorrono imponendo un rispetto dei relativi
interessi.
Nella costituzione del 1948 Era previsto che le leggi regionali incontrassero un limite
politico nell'interesse nazionale: il governo poteva bloccarle e richiamare la decisione del
Parlamento. Questo perché il governo voleva far valere la disciplina unitaria della nazione
(interesse nazionale doveva prevalere), contrario alla frazione della nazione.
Le leggi regionali potevano essere impugnate davanti alla Corte costituzionale prima che
entrassero in vigore in questo modo si aveva una supremazia del governo sulle regioni.
Con l'eliminazione nel 2001 attraverso la riforma costituzionale, di qualsiasi riferimento
all'interesse nazionale ha provocato un rafforzamento delle esigenze di collaborazione.
Lo stato però conserva la potestà legislativa esclusiva in ordine a:
 politica estera e rapporti internazionali dello Stato
 rapporti dello Stato con l'unione europea
 diritto d'asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stato non appartenente all'unione
europea
Le regioni tuttavia nelle materie di propria competenza possono concludere accordi con stati
e intese con enti territoriali interni ad un altro stato. inoltre è previsto che le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano partecipano alle decisioni dirette alla formazione
degli atti normativi dell'unione europea e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli
accordi internazionali e degli atti dell'unione europea.
La partecipazione alla formazione e l'attuazione degli atti dell'unione europea deve avvenire
nel rispetto delle norme di procedura stabilite da leggi dello Stato che disciplina la modalità
di esercizio del potere sostitutivo del governo in caso di inadempienza.
Il governo può esercitare il potere sostitutivo nei confronti di:
 organi delle regioni
 organi delle città metropolitane
 organi delle province
 organi dei comuni
in caso di mancato rispetto delle norme che pone l'incolumità e la sicurezza pubblica in
serio pericolo il governo può surrogarsi emanando direttamente o attraverso un commissario
ad acta l'atto necessario. L’ente sostituto viene messo spontaneamente ad adempiere alle
norme.

RAPPORTI TRA REGIONI ED ENTI LOCALI


La costituzione del 1948 ha stabilito una norma ancora in vigore oggi: la Repubblica
riconosce e promuove le autonomie locali domandando con una disposizione oggi abrogata
a leggi generali il compito di determinare i principi a cui doveva ispirare l'autonomia degli
enti. Le regioni ordinarie evitavano a volte di attribuire funzioni amministrative ai comuni.
La legge 142/1990 ha attribuito agli enti locali maggiori funzioni
La riforma del 1993 ha affermato l'elezione diretta del sindaco e del presidente della
Provincia.
Testo unico degli enti locali-decreto legislativo 267/2000
legge Delrio (legge 56/2014) - si è rivisto l'ordinamento dell'ente intermedio la provincia. Di
cui organi sono eletti dagli organi dei comuni e quindi non dai cittadini.
Il sistema degli enti locali:
- il comune ente locale che:
 rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi e promuove lo sviluppo
 è dotato di autonomia statutaria normativa organizzativa amministrativa impositiva e
finanziaria.
 i suoi organi sono eletti direttamente dai cittadini.
- La provincia ente intermedio tra comune e regione che:
 organi sono eletti dai sindaci dei consiglieri dei comuni ricompresi (riuniti
nell’assemblea)
 ha funzioni di area vasta, di coordinamento ma anche di gestione
- La città metropolitana instituita nel 2014 in alcune città maggiori (Torino Milano
Venezia Genova Firenze Bari Napoli Reggio Calabria Roma).
 Si sostituisce alle province ed è governata da un sindaco metropolitano quello del
capoluogo e da un consiglio eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni compresi
nella sua area e dalla conferenza metropolitana che riunisce tutti i sindaci.
 si occupa soprattutto dei piani territoriali del coordinamento dei servizi e della
mobilità
- Unioni di comuni enti locali costituiti da due o più comuni per l'esercizio associato
di funzioni o servizi di competenza
con la legge costituzionale 3/2001 si cambia l'assetto degli enti locali la cui autonomia
prima risultava “decostituzionalizzata” visto che le regole erano determinate dal legislatore
ma questa riforma garantisce maggiore garanzia costituzionale a comuni province città
metropolitane in particolare l'articolo 114 che pone questi enti sullo stesso piano di regioni e
stato. la possibilità quindi di tali organi di darsi uno statuto il quale stabilisce le norme
fondamentali dell'organizzazione dell'ente inoltre con questa norma si definisce che
l'amministrazione pubblica deve essere un'amministrazione locale. L'articolo 118 stabilisce
che le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni e che i comuni le province e le città
metropolitane sono titolari di funzioni proprie. Allo stato rimane il potere che riguarda la
legislazione elettorale organi di governo e funzioni fondamentali dei comuni province città
metropolitane.
la costituzione prevede che in ogni regione lo statuto deve disciplinare il consiglio delle
autonomie locali nel quale risiedono i rappresentanti degli enti locali ed è un organo con
funzioni consultive.

FINANZA REGIONALE E FINANZA LOCALE


federalismo fiscale sistema di finanza pubblica che riconosce l'autonomia degli enti
territoriali (REGIONI) e l'esistenza di interventi finanziari centrali sotto forma di
trasferimenti con cui realizzare obiettivi di politica economica e sociale non tutelati dagli
enti territoriali.
autonomia finanziaria (art.119 cost.) - a favore degli enti locali delle regioni sia riguardo le
entrate che le spese e questo significa che gli enti territoriali:
1- devono avere entrate proprie e il potere di concorrere a determinarne la composizione
della qualità
2- devono poter stabilire liberamente come spendere le risorse ottenute.
Costituzione prevede che sia regioni che enti locali abbiano una finanza alimentata da
contributi ed entrate proprie sia con partecipazione dei tributi statali trasferibili ai loro
territori.
Questi enti hanno un'autonomia finanziaria sia per quanto riguarda come imporre tributi sia
per quanto riguarda l'utilizzo delle entrate. Lo stato interviene comunque nella finanza delle
regioni ma essendo una potestà legislativa concorrente può solamente introdurre i principi
fondamentali.
Questo viene definito nell'articolo 117 modificato con la legge cost. 1/2012.
Il gettito dei tributi varia a seconda delle condizioni economiche della regione. Pertanto le
regioni più povere avranno meno mezzi finanziari e quelle più ricche avranno più risorse su
cui contare.
Fondo perequativo  per evitare che con questo metodo si formano delle differenze di
disponibilità finanziarie eccessive mettendo a dura prova l’unità del Paese. Posto a favore
dei territori con minore capacità fiscale per abitante. LA SUA FUNZIONE: dare agli enti
più deboli economicamente delle risorse in più. Permette di evitare ogni tipo di squilibrio
economico e sociale e di sostenere lo sviluppo solidale ed economico. (art.119 cost.)
Legge 42/2009 assicurare autonomia finanziaria a regioni ed enti locali. Idea principale
istituzione di correlazione tra responsabilità finanziaria e responsabilità amministrativa.
Il beneficio fornito ai cittadini avveniva tramite l'esercizio dell'attività amministrative
dell'ente territoriale che percepisce i tributi in questo modo i cittadini possono valutare come
i loro soldi vengono utilizzati, in questo modo si favorisce la responsabilità politica degli
eletti nei confronti degli elettori.
I territori più ricchi produrranno un gettito tributario più elevato che andrà ad alimentare
l'esercizio di compiti amministrativi i cui benefici si produrranno nei confronti dei territori
su cui grava la tassazione, questo è un principio fondamentale espletato all'interno della
legge sopra menzionata.
Questa legge inoltre va evitare che venga pregiudicata l'uguaglianza dei cittadini l'unità
nazionale.

FORMA DI GOVERNO REGIONALE


Forma di governo transitoria  la legge costituzionale 1/1999 ha affidato a ciascuna
regione il potere di scegliersi la propria forma. Tale legge ha previsto una forma di governo
transitoria vigente fino a quando la regione non approverà il nuovo statuto, caratterizzata
dalla elezione popolare diretta del presidente della Regione. Vincoli alla forma di governo
sono stati fissati da questa legge.
Forma di governo regionale transitoria si basa su due strutture:
 il consiglio regionale:
- Eletto dagli elettori regionali
- Potere legislativo
- potere di fare proposte alle camere
- dispone di funzioni conferitegli dalla costituzione
- gode della prerogativa delle assemblee elettive (insindacabilità dei voti dati)
 il presidente della regione,
- eletto a suffragio universale
- diretto dall'intero corpo elettorale regionale
- rappresenta la regione
- dirige la politica della giunta e ne è responsabile
- promulga le leggi
- emana regolamenti regionali
- dirige le funzioni amministrative delegate dallo stato alle regioni
La giunta regionale L'organo esecutivo della regione (titolare della funzione
amministrativa), e diretta politicamente dal presidente eletto quest’ultimo ha il potere di
nominare i componenti della giunta e di revocarli.
Quindi abbiamo da una parte e consiglieri regionali e dall'altra il presidente eletto e la giunta
essi sono riconducibili alla forma di governo neoparlamentare.
il consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del presidente della giunta
mediante mozione motivata sottoscritta da 1/5 dei componenti è approvata per appello
nominale a maggioranza assoluta. mozione che non può essere messa in discussione
prima di tre giorni dalla sua presentazione.
se la mozione viene approvata si ha lo scioglimento del consiglio e le dimissioni della giunta
e quindi nuove elezioni.
Lo statuto regionale potrà integrare modificare il modello costituzionale e potrà escludere le
elezioni dirette del presidente della regione. Con questa disciplina la legge regionale ha il
compito di stabilire il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità incompatibilità del
presidente e dei componenti della giunta regionale e dei consiglieri regionali. La durata di
questi organi stabilito dalla legge della Repubblica. I nuovi statuti delle regioni hanno optato
per l'elezione diretta del presidente mentre per le altre regioni quelli speciali elezioni sono
rette dalla disciplina transitoria che ha visto corretta applicazione con la legge del 1995 con
i seguenti adattamenti:
a) Sono candidati alla Presidenza della regione capilista delle liste regionali
b) è proclamato eletto presidente della Regione il candidato che ha conseguito il
maggior numero di voti validi in ambito regionale
c) il presidente della Regione fa parte del consiglio regionale
d) entro 10 giorni dalla proclamazione il presidente della Regione nomina i componenti
della giunta tra i quali un vicepresidente, e può revocarli.
e) Se il consiglio prova una mozione di sfiducia entro tre mesi si procede all'indizione
di nuove elezioni del consiglio regionale e del presidente della Regione
Il margine delle scelte statutarie
Articolo 123 della costituzione: ogni regione ha uno statuto che ne determina la sua forma
di governo i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Inoltre la
costituzione permette alla regione di discostarsi dalla forma di governo transitoria che essa
stessa prevede:
a) La costituzione fissa un criterio generale di lezione a suffragio universale e diretto
del Presidente della Regione
b) il rapporto tra il presidente della Regione e il consiglio regionale eretto dal principio
per cui qualsiasi ipotesi di cessazione del presidente determinerebbe lo scioglimento
del consiglio regionale
c) il consiglio potrebbe sempre votare una mozione di sfiducia contro il presidente della
Repubblica e questa possibilità non sarebbe derogabile da parte dello statuto
d) Le regioni potrebbero allontanarsi da questo modello orientarsi verso una diversa
modalità di elezione del presidente della Regione, nello svolgimento della propria
potestà statutaria
e) La regione se scegli di non modificare il sistema elettorale deve seguire esattamente
l'articolo 126 della cost.
Articolo 126 della costituzione:
1. Il consiglio regionale può esprimere la sfiducia con mozione motivata sottoscritta da
1/5 dei componenti approvata per appello nominale a maggioranza assoluta dei
componenti che non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla
presentazione
2. l'approvazione della mozione di sfiducia comporta la rimozione del presidente e lo
scioglimento Del consiglio regionale
3. Gli stessi effetti conseguono alla rimozione, ha l'impedimento permanente, alla morte
o alle dimissioni volontarie del presidente, alle dimissioni della maggioranza dei
componenti del consiglio

LA FORMA DI GOVERNO DEGLI ENTI LOCALI


Legge 81/1993 modificata con legge 265/1999 modella la forma di governo del comune e
della provincia.
La forma di governo dei comuni si basa sulle elezione popolare e diretta del sindaco. I
consigli comunali sono eletti attraverso degli elementi nel sistema elettorale maggioritario
ed è il sistema elettorale proporzionale con modalità diverse a seconda che i comuni siano
con una popolazione fino ai 15.000 abitanti o oltre 15.000 abitanti.
Il sindaco dura in carica 5 anni e non può ricoprire più di due mandati
Nei comuni fino a 15.000 abitanti ogni candidato a sindaco deve essere collegato ad una
lista di candidati a consigliere comunale. Il voto viene espresso per il candidato a sindaco e
per la lista a esso collegata e può esprimere un voto di preferenza per uno dei candidati della
lista. Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti (maggioranza relativa). in
caso di parità ballottaggio tra i due candidati più votati. la lista collegata al candidato a
sindaco vincitore ottiene i 2/3 dei seggi del consiglio e i rimanenti sono ripartiti tra le altre
liste con formula proporzionale.
nei comuni con oltre 15.000 abitanti il candidato a sindaco deve essere collegato ad uno o
più liste di candidati a consigliere comunale. L'elezione avviene nello stesso modo di quella
precedente inoltre vi è la presenza di un voto disgiunto cioè l'elettore può esprimere un voto
per una lista diversa da quelle collegate al candidato. Questo caso invece si fa riferimento
alla maggioranza assoluta eletto sindaco il candidato che raggiunto la metà più uno dei voti.
Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza si procede al secondo turno elettorale il
ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Al secondo
turno i due candidati possono dichiarare di collegarsi ad altre liste oltre a quelle del primo
turno. al secondo turno viene eletto il candidato che ha raggiunto il maggior numero di voti.
E garantito un premio di maggioranza alla lista o alle liste collegate al candidato eletto
sindaco appunto
per tutte le elezioni comunali è prevista una clausola di sbarramento diretta scoraggiare la
frammentazione del sistema politico: non sono ammesse all'assegnazione dei seggi quelle
liste che abbiano ottenuto il primo turno o meno del 3% dei voti validi e che non
appartengono a nessun gruppo di liste che abbia superato tale soglia.
CAPITOLO VII
AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA

COSA è UNA GIURISDIZIONE?  la competenza e la facoltà di applicare le leggi, che si


concreta nell’attività dello stato (o anche di altri organismi interstatali o superstatali)

Il sistema giudiziario italiano composto da:


- Giudici ordinari, amministrano la giustizia civile e penale attraverso organi
giudicanti e requirenti.
Gli organi giudicanti civili si dividono in:
 Organi di primo grado (tribunale e giudice di pace), decisioni prese dal
giudice di pace si possono impugnare in appello dinanzi al tribunale e le
decisioni prese dal tribunale possono essere impugnate presso la Corte
d’appello
 Organi di secondo grado (Corte d’appello)
Gli organi giudicanti penali:
 Organi di primo grado (tribunale giudice di pace e corte d’assise)
 Organi di secondo grado (la Corte d’appello, la Corte di assise d’appello, il
tribunale della libertà).
Gli organi requirenti:
sono i Pubblici ministeri che esercitano l’azione penale e reagiscono nel processo a cura di
interessi pubblici.
PM PUBBLICO MINISTERO.
Questo soggetto:
- attiva la giurisdizione penale per l’accertamento di eventuali reati e la condanna ai
loro autori.
- Agisce anche nel processo civile a tutela di interessi pubblici
Diverso ruolo tra azioni di civile e penale per il PM nel primo caso vincolato dalla legge nel
secondo no, anzi ha l’obbligo di esercitare l’azione penale da parte della Costituzione.
Obbligatorietà DELL’AZIONE PENALE Non può scegliere liberamente se avviare o
meno l’azione penale ma deve seguire una notitia criminis, in questo modo si vuole far
emergere l’imparzialità.

La Corte costituzionale ritiene che lo svolgimento dell’azione penale richieda


l’indipendenza del PM, quale viene considerato come soggetto di un conflitto di attribuzione
tra poteri dello stato e non è un autorità giurisdizionale.

PROCURE DELLA REPUBBLICA  UFFICI DEL PM


Si trovano presso:
 I tribunali, nei tribunali posti nei capoluoghi si svolgeva l’organizzazione
delle indagini svolte dalle direzioni distrettuali antimafia
 La corte d’appello (forse chiamato anche ministero dell’interno), si
svolgeva la direzione investigativa antimafia, gestione investigazioni
preventive; effettuare indagini di polizia giudiziaria riguardanti delitti di tipo
mafioso.
 La corte di cassazione, vi è istituita la direzione nazionale antimafia che si
occupa di gestire le indagini sulla criminalità organizzata
Tribunale dei minorenni, svolge le funzioni giurisdizionale di primo grado nelle
controversie in cui sono coinvolti minori. (formato da due magistrali professionali e due
esperti)
 In sede penale: giudice unico di prima istanza nei confronti di tutti i minorenni
 In sede civile: competente a giudicare in una serie di casi indicati dalla Legge in cui
il giudice interviene nell’interesse del minore (come l’adozione I. N.)

I giudici amministrativi sono i tribunali amministrativi regionali e il Consiglio di stato.


A questa giurisdizione è affidata la tutela giurisdizionale degli interessi legittimi, prevede
che siano annullati gli atti della pubblica amministrazione. (art.113).
DISTINZIONE TRA DUE GIURISDIZIONI  GIUDICE ORDINARIO E GIUDICE
AMMINISTRATIVO:
sta nella natura della situazione giuridica soggettiva da tutelare.
GIUDICE ORDINARIO controversie in materia di diritti soggettivi
GIUDICE AMMINISTRATIVO in materia di interessi legittimi

GIURISDIZIONE ESCLUSIVA : quando si invertono la materia oggetto delle due


giurisdizioni

Il consiglio di stato  poteri giurisdizionali e poteri consultivi (organo ausiliario del


Governo)
la corte dei conti  opera attraverso sezioni regionali (1°grado) e centrali (2°grado).
Esercita la giurisdizione in tema di responsabilità dei pubblici amministratori nel caso in cui
avessero arrecato dei danni economici ai soggetti pubblici dai quali dipendono.
i giudici tributari  (commissioni regionali e provinciali), esercitano la giurisdizione
nelle controversie fra cittadini e l’amministrazione finanziaria dello Stato.
i giudici militari  seguono la giurisdizione secondo quanto stabilito dalla Legge (in
guerra), esercitano la giurisdizione solo sui reati compromessi dagli appartenenti alle forze
armate (pace).

PRINCIPIO DI PRECOSTITUZIONE DEL GIURDICE

Detto anche principio del giudice naturale  nessuno può essere distolto (far arrendere
qualcuno far allontanare qualcuno dal fare qualcosa) dal giudice naturale precostituito per
legge.
È una garanzia per il cittadino  nessuno può essere giudicato da un giudice costituito dopo
la commissione di un determinato fatto.
È posto il divieto di istituire giudici speciali (eccetto quelli menzionati sopra), organi
istituiti al difuori dell’ordinamento giudiziario, ma è possibile istituire sezioni specializzate
presso tribunali ordinari.
DISPOSIZIONI COSTITUZIONALI vogliono che la giustizia si amministrata in nome del
popolo, una partecipazione popolare alla stessa giurisdizione, impongono al giudice la
soggezione alla legge stabilendo che la disciplina dell’ordinamento giudiziario sia rimessa
alla competenza della legge e che la legge assicuri l’indipendenza delle giurisdizioni
speciali e del PM.
Secondo la Cost. i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati e contro le
decisioni dei giudici ordinari è ammesso ricorso alla Corte di cassazione che rappresenta il
più alto grado di giudizio.

CORTE DI CASSAZIONE giudice di legittimità


 competente a conoscere le sole violazioni di legge compiute dagli organi
giurisdizionali di grado inferiore
 risolve i conflitti di competenza insorti fra i giudici ordinari e i conflitti di
giurisdizione fra i giudice ordinario e giudice speciale
funzione di “nomofilachia” soluzione delle questioni più controversie, in modo da
indirizzare la giurisdizione dei requirenti e dei giudicanti

DIRITTO DI DIFESA E GIUSTO PROCESSO


La costituzione afferma il diritto di agire per la tutela dei propri diritti e interessi, inoltre
sotto linea cosa sia la difesa  diritto inviolabile (art. 24)
Si può azionare tale tutela contro stato enti pubblici e cittadini privati.
Il diritto di difesa deve avere un processo che si caratterizza nel seguente modo:
1- per contraddittorio fra le parti, confronto fra le parti processuali lungo lo
svolgimento delle fasi processuali
2- per l’imparzialità e la terzietà del giudice, giudice soggetto imparziale e autonomo
rispetto alle parti
Legge 2/1999 e il nuovo testo dell’art 111 ha consacrato la formula del giusto processo. I
primi due commi stabiliscono che:
1 la giurisdizione si attua mediante giusti processo regolato dalla legge
2 ogni processo si svolge nel contradditorio fra le parti in condizioni di parità e imparzialità

Il nuovo testo dell’art. 111 stabilisce che la legge deve assicurare la ragionevole durata del
processo. La legge 89/2001 ha attribuito alla corte d’appello la competenza a definire l’equa
riparazione in caso di eccessiva durata dei processi.

LO STATUS GIURIDICO DEI MAGISTRATI ORDINARI

L’accesso alla magistratura


La costituzione stabilisce che la nomina a magistrato debba avvenire per concorso.
(art.106.1)
I requisiti per l’accesso al concorso si trovano nell’art1.3 della legge 111/2007. Al concorso
per esami sono ammessi:
- i magistrati amministrativi e contabili
- i procuratori dello stato
- i dirigenti della P.A. (pubblica amministrazione) con almeno 5 anni di anzianità nella
qualifica, laurea in giurisprudenza
- professori universitari di materie giuridiche con laurea in giurisprudenza
- gli avvocati
- magistrato onorario per almeno 6 anni
- coloro che hanno una laurea in giurisprudenza o un dottorato di ricerca in materie
giuridiche e una specializzazione nelle professioni legali

commissione giudicatrice ora composta da:


 1 magistrato che ha la sesta valutazione di professionalità
 20 magistrati conseguito la terza valutazione di professionalità
 5 professori universitari che hanno competenze nelle materie oggetto di esame
 3 avvocati iscritti all’albo speciale degli avvocati difensori dinanzi alle
magistrature superiori
VINTO IL CONCORSO UDITORE GIUDIZIARIO E INIZIA TIROCINIO

INDIPENDENZA AUTONOMIA E Inamovibilità DELLA MAGISTRATURA


ORDINARIA

Le disposizioni costituzionali si soffermano sulla magistratura ordinaria proclamando


l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario.
Magistratura ordinaria indipendente da ogni altro potere, quest’idea in passato fu
condivisa da molti come l’assemblea costituente nel periodo prerepubblicano.
PRIMA DELLA COST.  la magistratura come una struttura amministrativa
gerarchicamente organizzata su cui esercitava importanti funzioni il Governo (il ministro
della giustizia).
Siccome il governo esercitava troppi poteri nei confronti della magistratura l’assemblea
costituente ha voluto rendere questo potere indipendente e autonomo.
L’autonomia dell’ordine giudiziario fa si che un magistrato si determini autonomamente
senza essere condizionato da altri magistrati appratenti all’ordina giudiziario.
L’indipendenza dell’ordina giudiziario tutela ogni singolo magistrato da tutti quei
comportamenti che possono provenire da comportamenti diversi dal potere giudiziario.

Art.107 stabilisce che i magistrati sono inamovibili cioè che senza il loro consenso essi non
possono essere trasferiti da una sede all’altra. Il magistrato può essere traferito solo con un
provvedimento del consiglio superiore di magistratura nei casi di incompatibilità previsti
dall’ordinamento giudiziario. Inoltre un giudice può essere trasferito (sempre con provv.
Dell’CSM) quando non è in grado di svolgere la propria magistratura all’interno della sua
sede nelle condizioni sempre previste dell’ordinamento giudiziario.

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

A garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura la costituzione ha previsto


che i provvedimenti riguardanti la magistratura ordinaria vengano fatti da un organo
indipendente dal Governo CSM.
Magistrati = funzionari pubblici
CSM composto da:
- 3 membri di diritto: il PDR, presidente della Cassazione, il Procuratore generale della
Corte di cassazione.
- Membri eletti dai magistrati ordinari devono rappresentare i due terzi del Collegio (i
membri togati)
- Membri laici, costituiscono il restante terzo eletti dal parlamento in seduta comune tra:
professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da
almeno 5 anni.

Per evitare comunque che il consiglio superiore della magistratura sia indipendente in modo
negativo rispetto agli altri poteri vi sono organi al suo interno eletti dal parlamento e vi è
anche la presenza del Capo dello Stato all’interno di esso. Anche se vi è un vicepresidente
che presiede effettivamente il Collegio. Come eleggere i membri togati si è avuto una
discussione.
Art. 105 stabilisce i compiti del CSM sulla magistratura ordinaria:
- Assegnazioni
- Trasferimenti
- Promozioni
- Provvedimenti disciplinari, compiuta dal ministro della giustizia per evitare
eccessiva separazione della magistratura. E in seguito anche dal procuratore generale
presso la corte di cassazione.
La decisione a seguito di un processo disciplinare spetta alla sezione disciplinare, tale
decisione viene sottoposta al plenum.
La responsabilità decisionale, opera in caso di violazione dei doveri connessi al corretto
esercizio della funzione giurisdizionale, anche i giuridici ordinari rispondono di ogni loro
comportamento in violazione dei propri doveri.
Illeciti disciplinari divisi in due categorie:
- Quelli commessi nell’esercizio delle funzioni giudiziarie (opera la resp. Penale)
- quelli commessi fuori dell’esercizio delle funzioni

Magistrati ordinari hanno tre responsabilità


- disciplinare
- penale
- civile, quando parliamo di atti compiuti con dolo o con colpa grave, danni subiti dai
cittadini, il danneggiato può chiedere il risarcimento allo stato (responsabilità
indiretta) che si rifà sul magistrato responsabile del danno

I provvedimenti del CSM assumo la veste di decreti del presidente della repubblica e sono
sottoposti al sindacato del giudice amministrativo ove vengano impugnati con ricordo
giurisdizionale.
Giudice competente TAR del Lazio e, in appello, il consiglio di stato. Tranne le sentenze
disciplinari pronunciate dall’apposita sezione che sono impugnabili davanti alle sezione
unite della Corte di cassazione.
Esigenza di assicurare l’indipendenza dei giudici speciali ha spinto a prevedere altri organi:
 consiglio fi presidenza della giurisdizione amministrativa
 consiglio di presidenza della Corte dei conti
 consiglio di presidenza della magistratura tributaria
 consiglio della magistratura militare

IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Prima della costituzione il ministro della “grazia e garanzia “ aveva dei poteri in materia di
ordinamento giudiziario, status e carriera dei magistrati e metteva a dura prova
l’indipendenza della magistratura.
1948 poteri al CSM. E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SI LIMITA A:
1- curare l’organizzazione il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia (art.110)
2- promuove l’azione disciplinare davanti all’apposita sezione disciplinare del CSM
3- partecipare al procedimento di conferimento degli uffici direttivi, incarichi attribuiti
con deliberazione del CSM, su proposta di una commissione e il ministro. Rapporto
tra CSM e ministro- leale collaborazione
4- esercitare poteri di sorveglianza e attività ispettive nei confronti degli uffici giudiziari

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