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L. Vandelli . Il sistema delle autonomie locali

Diritto degli enti locali (Università degli Studi di Milano)

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L. VANDELLI
"IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI"

Cap. 1 – "Origini e caratteri storici dell'ordinamento locale.

Le origini del modelli: Francia rivoluzionaria e napoleonica


- esaltazione potere municipale,
- Prefetto perno essenziale.

Caratteri del modello amministrativo:


• tutto il territorio dello Stato è ripartito in Comuni;
• costituizone di un Comune per ogni comunità territoriale, anche minore;
• ordinamento uniforme per tutti i Comuni;
• elettività degli organi municipali: municipio come diretta espressione delle collettività
locali.
Fase recente: elezione diretta Consiglio + Sindaco;
• Duplice qulità del sindaco:
- funzioni municipali propire, funzioni statali delegate,
- vertice dell'amministarzione comunale e agente dell'amministrazione statale.
Sindaco -> ufficiale di governo.
• Controlli: le autorità dello stato sono dotate di poteri di protezione dell'interesse generale.
Alle Regioni il controllo sugli atti comunali e di sopprimere poteri di annullamento per
motivi di merito.
• Provincia: decentramento dell'amministrazione statale.
Prefetto: rappresentante del governo in periferia, anche se progressivo indebolimento del
ruolo. Ruolo di direzione, coordinamento nei confronti della generalità degli apparati
periferici dello stato scorporati in un unico ufficio territoriale dello stato.

Cap. 2 – Le autonomie locali nella Costituzione del 1948.

Art. 5 della Costituzione: PRINCIPIO AUTONOMISTICO


"La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo, delega i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento."

Comuni e Province: enti esponenziali di collettività territoriali. Perseguire interessi delle proprie
collettività, un proprio indirizzo politico-amministrativo.

Pluralismo autonomista territoriale. Elemento necessario e fondamentale all'interno del disegno


costituzionale.

Autonomia:
• politica,
• organizzativa,
• normativa,
• amministrativa,
• finanziaria.

Art. 114 – LA REPUBBLICA SI RIPARTE IN REGIONI, PROVINCE E COMUNI.

Comuni e province: enti autonomi nell'ambito di principi firmati da leggi generali della Repubblica,
che ne determinano le funzioni. Circoscrizioni di decentramento statale e regionale.

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Competenze legislative regionali nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello stato.

Le funzioni amministrative potevano essere attribuite da leggi statali e comuni, province e altri enti
locali ove considerate di interesse esclusivamente locale.

Il controllo sugli atti degli enti locali veniva attribuito ad un organo della Regione.

Legge Regionale per la fusione/creazione di nuovi Comuni.

Legge Statale per distacco di Province e Comuni da Regioni e aggregazioone ad un'altra, per
creazione nuove Province.

Principio di riconoscimento e promozione autonomie locali.

Cap. 3 – L'evoluzione legislativa 1948 - 2000.

Anni 78/80 – esigenze di riforma.

L. 142 del 08/06/1990 (ridefinizione del sistema comunale e provinciale)


• autonomia statuaria: dotarsi di propri statuti (norme fondamentali per l'ente);
• organi di governo:
- assemblea elettiva. Consiglio,
- collegio esecutivo: Giunta,
- organo monocratico: Sindaco/Presidente;
• Consiglio: ruolo di indirizzo e di controllo, adottando gli atti fondamentali indicati nella
legge;
• Giunta: adottare gli atti non riservati ad altri organi;
• Sindaco/Presidente: rappresentano l'ente, convocano o presiedono il consiglio e la giunta,
sovrintendono il funzionamento dei servizi e degli uffici nonchè all'esecuzione degli atti.
Sindaco = ufficiale di governo.
• Elezione degli esecutivi: spetta al consiglio l'elezione del Sindaco/Presidente e si effettua
con un'unica votazione, a scrutinio palese e a maggioranza assoluta;
• Sfiducia: sfiducia costruttiva solo se contiene l'indicazione dei candidati che risultano
direttamente eletti se la mozione viene approvata;
• composizione Giunta: modificata in relazione al numero degli assessori;
• si valorizzano i Dirigenti,
• Comune: livello base dell'amministrazione territoriale;
• si punta all'aggregazione di piccoli Comuni;
• forme associative tra enti locali (consorzi / comunità montane);
• Province: ruolo rilevante nella programmazione e nella gestione delle funzioni
amministrative di una serie di settori;
• si prevedono le Città Metropolitane;
• Legge Regionale: identificare gli interessi territoriali conformandosi a principi stabiliti dalle
leggi statali;
• valorizzare forme di partecipazione;
• pluralità di forme di gestione di servizi pubblici;
• limitati i controlli;
• autonomia finanziaria;
• introduzione organi di revisione economico – finanziaria.

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L. 81 del 25/03/1993

Elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia.

I"l Sindaco e il Presidente della Provincia sono eletti dai cittadini a suffragio universale e diretto.
Ad essi il potere di nominare e revocare i componenti della giunta."

• elezione diretta dei Sindaci ed ei presidenti della Provincia;


• elezione dei consigli comunali e provinciali secondo sistemi differenti per province/Comuni
con più di 15000 abitanti e Comuni inferiori;
• accentuazione separazione e reciproca autonomia tra consiglio ed esecutivi;
• nomina e revoca di assessori, dirigenti e rappresentanti di Comuni e Province in enti,
aziende o istituzioni.

Federalismo amministrativo anni 1997/1999.


• rafforzamento poteri e ruolo enti locali,
• eliminazione vincoli, limiti, controlli.

"Leggi Bassanini" = delega per il conferimento di funzioni e snellimento:


• ampio processo di trasferimento di funzioni dallo stato ai livelli più vicini ai cittadini,
• devoluzione poteri e compiti a Regioni e autonomie locali,
• liberare enti locali da vincoli che ne limitano l'autonomia.

Modello cooperativo: Conferenza Stato - Regioni, Conferenza Stato – Città – Autonomie Locali,
Conferenza Unificata.

Conferimento di funzioni:
• individuaizone funzioni da trasferire,
• allocazione delle funzioni distinguendo quelle da riservare alle Regioni, Province, Comuni o
altri enti;
• quantificazione e attribuzione alle Regioni e agli enti locali delle risorse per l'esercizio
nuove funzioni.

TU 267/2000 – TESTO UNICO SULLE AUTONOMIE LOCALI: obiettivo di coordinare le


disposizioni precedenti.

L. 142/1992 – RIORDINO GENERALE ORDINAMENTO LOCALE


L. 81/1993 – ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO E DEL PRESIDENTE DELLA
PROVINCIA
1997/1999 – DECENTRAMENTO DI FUNZIONI E RISORSE, SEMPLIFICAZIONE,
COMPLETAMENTO E REVISIONE L. 142.

L. 59/97
D.LGS. 112/98
L. 265/99

TU 265/2000 – COORDINAMENTO IN UN UNICO TESTO DELLE DISPOSIZIONI


SULLE AUTONOMIE LOCALI

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Cap. 4 – Dalla riforma del Titolo V alla Legge 56 del 2014 e al nuovo disegno di revisione
costituzionale.

Titolo V: trasformazione in senso federalista del sistema italiano motivato da esigenze di


modernizzazione del paese, di adeguamento alla tendenze del quadro europeo, di avvicinamento
alle decisioni dei cittadini, di responsabilizzazione dei governanti -----> L. Cost. 3/2001.

Riforma del Titolo V della Costituzione prevede:


• riconoscimento di tutti i livelli territoriali come componenti costitutivi della Repubblica:
COMUNI, PROVINCE, CITTA, REGIONI E STATO.
___________________________________> enti autonomi
Priorità del Comune e degli altri enti locali nel disegno delle funzioni amministrative:
principio di sussidarietà.
Ruolo legislativo della Regione nelle materie non riservate allo stato:
- funzione di legislatore unificante;
- garante perequazione, coesione e solidarietà sociale,
- responsabile ultimo dell'unità giuridica ed economica, del rispetto trattati internazionali e
norme comunitarie, incolumità e sicurezza pubblica,
- custode del rispetto della costituzione e delle leggi nei confronti di eventuali gravi
violazioni da parte delle regioni.
• Autonomia statuaria degli enti territoriali.
• Competenza statale: politica estera, difesa e forze armate, moneta, organizzazione dello
stato, ordine pubblico e sicurezza, cittadinanza ed immigrazione, tutela ambientale, diritti
civili e sociali.
Art. 117 affida alla potestà legislativa reghionale la gran parte delle materie che rivestono
interesse per Comuni e Province.
• Regioni a statuto speciale: Friuli, Sardegna, Sicilia, Trentino, Valle D'Aosta.
• Forme di coordinamento tra Stato e Regioni in materia di sicurezza, immigrazione e beni
culturali.
• Principio di partecipazione delle Regioni nelle materie di loro competenza, alle decisioni
dirette dalla formazione degli atti normativi comunitari.
• Principio di sussidarietà: le funzioni spettano con priorità ai Comuni, valorizzazione
dell'apporto della società alle azioni che rivestono interesse per la collettività.
Sussidiarietà orizzontale: favorire l'autonomia dei cittadini pe rlo svolgimento di attività di
interesse generale.
• Organo rappresentativo di Comuni e Province: consiglio delle autonomie locali, centro della
consultaizone tra Regioni e autonomie.
• Forte potenziamento dell'autonomia nlegislativa e amministrativa (superamento dei
controlli) anche finanziaria (di entrata e di spesa).
• Partecipazione delle Regioni e delle autonomie locali ai procedimenti statali, alla
commissione parlamentare per le questioni statali.

Nuove competenze legislative delle Regioni nelle materie di interesse degli Enti Locali
Materie a competenza regionale concorrernte Materie a competenza regionale piena
• Armonizzazione dei bilanci pubblci; • Circoscrizioni comunali,
ccordinamento della finanza pubblica e • Edilizia residenziale pubblica,
del sistema tributario, • Opere pubbliche, viabilità, trasporti,
• Governo del territorio, • Polizia amministrativa locale,
• Porti ed aeroporti civili, • Musei, biblioteche, enti locali,
• Protezione civile, • Fiere e mercati,

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• Valorizzazione di beni culturali ed • Istruzione e formazione professionale,


ambientali, assistenza scolastica,
• Promozione ed organizzazione di attività • Servizi sociali,
culturali, • Attività produttive,
• Tutela e sicurezza del lavoro, • Turismo e industria alberghiera.
• Istruzione, salva autonomia delle
istituzioni scolastiche,
• Tutela della salute,
• Sostegno all'innovazione per i settori
produttivi dello Stato,
• Ordinamento sportivo.

Novità introdotte dalla riforma costituzionale del 2001


I livelli di autonomia Gli enti autonomi – Comuni, Province, Città metropèolitane e Regioni –
costituiscono la repubblica insieme allo Stato.
Autonomie speciali Conferma le regioni a statuto speciale. Ma la legge del Parlamento può,
su intesa con la Regione interessata, conferire ulteriori forme di
autonomia, anche in materia di istruzione, ambiente e beni culturali.
Poteri legislativi delle Fissa le competenze dello Stato: tutto il resto è demandato alle Regioni.
Regioni Riserva allo Stato i livelli essenziali delle prestazioni nella Sanità e nei
Servizi Sociali.
Le Regioni intervengono nel processo legislativo dell'Unione europea.
Funzioni amministrative Tutte le funzioni amministrative spettano ai Comuni o in base al
e Sussidiarietà principio di sussidiarietà a province, città matropolitane, regioni o stato.
Le istituzioni oubbliche favoriscono l'autonomia dei cittadini.
Autonomia finanziaria Gli enti locali hanno autonomia finanziaria e possono stabilire tributi
propri e usufruire di parte del gettito delle tasse statali impste sul loro
territorio.
Istituito un fondo perequatorio per i territori con minore capacità fiscale.
Lo Stato rimuove gli squilibri economici e sociali tra gli enti locali con
risorse aggiuntive.
Limiti alle Regioni Aggiunge un intervento sostitutivo dello Strato, in caso di gravi
inadempienze delle regioni che ledano l'unità del sistema o i diritti civili
e sociali dei cittadini.
Regioni e enti locali Organo per garantire la consultazione tra regioni ed enti locali. Consiglio
delle sutonomie locali.
Controlli Viene meno la figura del commissario di governo quindi questi controlli
sono superati.
Controllo sulle leggi Il controllo è soppresso: se il governo ritiene che una legge regionale sia
regionali contraria alla Costituzione la impugna direttamente davanti alla corte
costituzionale.

L. 131/2003: legge sull'adeguamento alla riforma costituzionale:


- revisione del testo unico
- deleghe per le funzioni fondamentali di comuni, province, città metropolitane (mai attuate).

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Elementi del nuovo disegno di autonomie:


- autonomismo cooperativo,
- accordi e intese,
- valorizzazione e tutela dell'autonomia.

2004/2005 (proposta revisione costituzione):


Devoluzione alle Regioni di competenza esclusive in materia di istruzione, sanità, polizia regionale
e locale -------> respinta nel referendum del 2006.

Nuovi disegni di legge nel 2007 e nel 2009 sul federalismo fiscale: falliti.

L. 42/2009: disciplina dell'autonomia finanziaria degli enti locali in attuazione dell'art. 119 della
Costituzione (I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia
finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad
assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione
europea):

- funzioni fondamentali: definendo prima le attività da svolegre da parte di Comuni e Province al


fine di poter adeguare quindi alle funzioni la provvista delle risorse necessarie e, particolarmente,
l'entità dei fondi perequativi a favore degli enti con minore capacità fiscale;
- istituzione Città Metropolitane,
- Roma Capitale: ente territoriale dotato di speciale sutonomia statuaria, amministrativa e
finanziaria.

L.56/2014:
- istituzione Città Metropolitane: enti di governo delle più rilevanti agglomerazioni urbane del
paese, funzioni di craattere strategico per lo sviluppoe conomico e sociale dle territorio. Sistema di
governo con i tre organi del Comune.
- Province: ridimensionamento funzioni conferite ai loro organi e una legittimazione indiretta
espressa da sindaci e consiglieri.
- Unioni e Fusioni di Comuni per esercizio funzioni amministrative.

Cap. 5 – I soggetti e i territori.

COMUNE – ente più vicino ai cittadini, primario soggetto esponenziale degli interessi della
collettività locale.

Spettano al Comune le funzioni amministrative che riguardano la popolazione e il territorio


comunale, principalmente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, all'assetto e
utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente
attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale.

Spetta al Comune le generalità delle funzioni relative alla popolazione e al territorio.

Regione: istituire nel prorpio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e
denominazioni.
+ intervento consultivo popolare tramite referendum.

L. 142 – processi volti ad aggregare su base volontaria i Comuni minori -> fusione di comuni:
lo Statuto del Comune creato in seguito a fusione può prevedere l'istituzione di municipi nei territori
già corrispondenti a distinti comuni.
Organizzazione e funzioni del Comune sono disciplinate dallo Statuto e del regolamento comunale

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che può prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto.

Fusione di Comuni, esperienza deludente. Meglio forme associative a sostegno degli enti minori
tramite appoggio finanziario.

Forme di decentramento comunale.


- consigli di quartiere, consigli circoscrizionali (L. 278/76),
- decentramento comunale (1990),
- zone dotate di sutonomia amministrativa nei comuni capoluogo di città metropolitane (L.
56/2014).

Forme associative tra comuni:


- Consorzio: monofunzionale, organizzazione propria, cooperazione tra Comuni, un solo tipo di
attività (comprensori: organi periferici della Regione),
- Unione Di Comuni: forma associativa fondamentale, ente locale costituito da due o più Comuni
finalizzato all'esercizio associato di funzioni o servizi. Ridimensionamento della frammentazione
comunale, esercizio associato di funzioni comunali,
- Comunità Montane: ente di diritto pubblico, pianificazione per lo sviluppo economico – sociale.
2010, cessazione contributo statale.

L. 56/2014: la Legge Regionale può attenuare o differire l'applicazione ai Comuni derivanti dalla
fuzione degli obblighi di esercizio associato.

CITTÀ METROPOLITANA – L. 142/90.

Livelli di governo ampi, ricomprendenti l'intero agglomerato metropolitano, cui demandare


funzioni di pianificazione così come di coordinamento o anche di diretta gestione di servizi e opere.

Torino – Milano – Venezia – genova – Bologna – Firenza – Roma – Napoli – Bari

Riforma 2001:
- enti sutonomi, con propri statuti, poteri e funzioni,
- legislatore statale disciplina di legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali,
- potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle
funzioni loro attribuite,
- titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge,
- autonomia finanziaria di entrata e spesa, risorse autonome,
- sottoporre a interventi sostitutivi del governo.

Disciplina per la prima istituzione di Città Metropolitane: art. 23 L. 42/2009.

2014: le Città Metropolitane sono costituite per volontà della legge stessa, dal 2015 subentrano alle
Province, il territorio corrisponde.

Organi metropolitani:
- Sindaco del Comune capoluogo,
- due assemblee: Consiglio Metropolitano eletto tra sindaci e consiglieri, Conferenza tutti i sindaci.

Autonomia statuaria.

Ruolo: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, promozione e gestione dei servizi,
delle infrastrutture e delle reti di comunicaizone.

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Sviluppo territoriale ed economico.


Adozione piano strategico metropolitano.
Pianificazione territoriale.
Sistemi coordinati servizi pubblici.
Mobilità, viabilità.
Sistemi di informatizzazione e digitalizzazione.

ROMA CAPITALE – art. 114: Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello stato disciplina
il suo ordinamento.

Territorio dotato di speciale autonomia amministrativa e finanziaria, con confini corrispondenti al


comune di Roma.
- valorizzazione beni storici, artistici ed ambientali,
- sviluppo economico e sociale, particolamente nel settore turistico,
- sviluppo urbano e pianificazione territoriale,
edilizia pubblica e privata,
- servizi urbani.

PROVINCIA – livello intermedio di decentramento.


Proposta di legge per soppressione.
L. 56/2014: Provincia soggetta a profonde modificazioni in attesa della riforma del titolo V della
Costituzione.

Organi:
- Consiglio Provinciale,
- Assemblea Dei Sindaci,
- Presidente.

Ridimensionamento funzioni fondamentali: pianificazione e coordinamento, ambiente, trasporti,


strade, rete scolastica + assistenza tecnico – amministrativa agli enti locali.

SOCIETÀ PUBBLICHE – partecipazioni a società commerciali, devono perseguire finalità di


interesse pubblico.

- gestiscono servizi pubblici di rilievo economico;


- svolgono servizi meramente strumentali a supporto degli enti locali.

NEL TERRITORIO SONO PRESENTI VARIE ISTITUZIONI:


• ENTI AUTONOMI TERRITORIALI: COMUNI, PROVINCE, CITTÀ
METROPOLITANE, ENTI COSTITUTIVI DELLA REPUBBLICA AI SENSI
DELL'ART. 114;
• ALTRI ENTI LOCALI: FORME ASSOCIATIVE INTERCOMUNALI (CONSORZI,
UNIONI DI COMUNI, COMUNITÀ MONTANE);
• ENTI DOTATI DI AUTONOMIA FUNZIONALE: POTERI PROPRI MA NON
RAPPRESENTATIVI DI UNA COMUNITÀ TERRITORIALE, PRIVI DELLE
FACOLTÀ DI PERSEGUIRE LA GENERALITÀ DEGLI INTERESSI CHE FANNO
CAPO ALLA COMUNITÀ (CAMERE DI COMMERCIO, UNIVERSITÀ, SCUOLE);
• ENTI STRUMENTALI E AUSILIARI DEGLI ENTI TERRITORIALI (IPAB);
• SOCIETÀ PUBBLICHE LOCALI;
• AMMINISTRAZIONI PERIFERICHE DELLO STATO.

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Cap. 6 – L'autonomia statuaria e regolamentare.

L. 142 _ introduce L'AUTONOMIA STATUARIA: disciplinare i propri assetti fondamenatli,


regolando aspetti quali le attribuzioni degli organi , l'ordinamento degli uffici e dei servizi, le forme
di partecipazione popolare e del decentramento, dell'accesso dei cittadini alle informazioni e ai
procedimenti amministrativi.

L. 256/99: allargare gli abiti di autonomia in particolare in materia di organi di governo, di assetti di
forme di decentramento, di aprteciapzione e referendum.

Riforma 2001 -> nella Costituzione "Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni sono enti
autonomi con propri statuti".

Statuto: atto normativo atipico, in posizione di primazia rispetto alle fonti secondarie regolamentari
e al di sotto unicamente delle leggi di principio.

Lo Statuto disciplina:
• le norme fondamentali dell'organizzazione di governo dell'ente (le linee generali
dell'organizzazione, numero degli assessori della Giunta, competenze del Sindaco o del
Presidente, organi di decentramento, Segretario, funzionari dirigenti, forme di garanzia e
parteciapzione delle minoranze);
• citeri generali in materia di organizzazione amministrativa dell'ente (ordinamento uffici,
definizione compiti dei dirigenti, aziende speciali e sitituzioni dipendenti);
• forme di collaborazione comuni/province;
• forme di partcipazione popolare;
• modi per pari opportunità;
• stemma e gonfalone;
• forme di controllo.

Contiene anche contenuti facoltativi.

Gli statuti devono essere adottati secondo i principi fissati dalla Costituzione, in armonia con i
principi generali in materia di organizzazione pubblica.

Nel sistema delle fonti lo statuto


- subordinato alla Costituzione e ai principi della stessa,
- subordinato alle leggi che esprimono principi generali in materia di organzizzazione pubblica,
- non è condizionato da regolamenti,
- sovraordinato ai regolamenti degli enti locali.

Approvati in seguito ad un procedimento rafforzato (voto favorevole 2/3 consiglieri).


Pubblicato sul BURL, nell'albo pretorio e poi ministero dell'interno. Dopo 30 giorni dalla
pubblicaizone nell'albo pretorio entra in vigore.

Sttauto delle Città Metropolitane: stabilire le norme fondamentali dell'organizzazione dell'ente, ivi
comprese le attribuzioni degli organi nonchè l'articolazione delle loro competenze.
Elaborato dal consiglio ma è la conferenza che lo delibera.

Compito dello statuto: stabilire l'organo cui attribuire la competenza generale residuale.

REGOLAMENTI: norme subordinate allo statuto, disciplinano l'organizzazione dell'ente.

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L. 131/2003:
• organizzazione, svolgimento e gestione delle funzioni di comuni, province e città
metropolitane;
• regolamento opera nell'ambito della legislazione statale o regionale in conformità alla
costituzione;
• contengono norme generali e astratte tendenti alla stabilità nel tempo e all'estensione
all'intero territorio.

Possono prevedere sanzioni.


Impugnabili di fornte al TAR in caso di lesione di interesse soggettivo.

Cap. 7 – Gli Organi di Comune, Città Metropolitana e Provincia.

Comune:
- Consiglio comunale: unico organo eletto a suffragio universale e diretto e dunque rappresentativo
dell'intera comunità,
- Giunta
- Sindaco.

Provincia:
- Presidente
- Consiglio provinciale
(+ assemblea dei sindaci).

Città metropolitana:
- Sindaco metropolitano
- Consiglio
- Conferenza.

L. 81/1993: tre distinte modalità di elezione del sindaco:


- per i comuni fino a 150000 abitanti,
- per i comuni superiori i 15000 abitanti,
- per le Province.

Il sistema di elezione nei Comuni sino a 15000 abitanti:


Elezione del sindaco ad un solo turno, contestuale all'elezione del Consiglio, sistema maggioritario:
- ciascun candidato sindaco viene indicato sulla scheda, collegato ad un alista di candidati a
consigliere,
l'elettore vota per il sindaco potendo esprimere all'interno della lista collegata un voto di preferenza,
- è eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti, alla lista collegata sono
attribuiti i 2/3 dei seggi, mentre i restanti sono distribuiti proporzionalemte tra le altre liste.

Il sistema di elezione nei Comuni superiori a 15000 abitanti:


Sistema a doppio turno.
- Il sindaco è eletto con la maggioranza assoluta dei voti validi,
- se nessun candidato consegue la quota si passa ad un secondo turno con due candidati,
- la candidatura a sindaco è collegata a una o più liste per il Consiglio. Per quest'ultimo si aplica un
sistema proporzionale con possibile premio di maggioranza.
- l'elettore ha la possibilità di esprimere un voto di preferenza per un candidato della lista votata.

Nessuno dei due sessi può essere rappresentato nelle liste in misura superiore ai 2/3.

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Sistema delle elezione diretta del sindaco:


Elezione Diretta
Limiti alla rielezione Non più di due mandati
Composizione dell'esecutivo Gli assessori sono nominati dal sindaco e non sono consiglieri
Poteri dell'esecutivo Sono della Giunta
Composizione dell'assemblea Il consiglio è eletto congiuntamente al sindaco
Sfiducia Il consiglio può votare la sfiducia al sindaco, che in tal caso cessa
dalla carica
Scioglimento Il sindaco può, presentando le dimissioni, determinare lo
scioglimento del consiglio
Elezioni anticipate Si svolgono sia per decisionde del consiglio sia per decisione del
sindaco

Irrobustito il ruolo del Sindaco, poteri di nomina degli assessori, dei dirigenti, e dei rappresentati del
comune.
Consiglio – compito di discutere ed approvare, in apertura del mandato, gli inidrizzi generali del
governo.
Ridimensiona notevolmente la composizione della Giunta.
Limiti alla permanenza delle medesime personae negli esecutivi locali, precludendo una terza
elezione.

Sindaco e Consiglio – investitura diretta, accompagnata dal potere del sindaco di nominare
liberamente ( o revocare) la Giunta.

CONSIGLIO COMUNALE:
Il numero dei consiglieri comunali è correlato al numero degli abitanti (da 10 a48).
Al consiglio spetta autonomia funzionale e organizzativa.
Presidente del Consiglio è presente necessariamente solo nei comuni con + di 15000 abitanti, negli
altri deve essere previsto dallo statuto.
Al presidente del consiglio i poteri di convocazione e direzione dei lavori e delle attività del
consiglio stesso e quello di assicurare un'adeguata e preventiva informazione ai gruppi ausiliari ed
ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio, ruolo di garanzia, di regolare
funzionamento del consiglio, di equilibrio nei rapporti tra gruppi politic, il rispetto di ciascun
consigliere.
Revoca del presidente del consiglio – sfiducia istituzionale.

Le commissioni, articolazioni del consiglio, con compiti preparatori e di controllo.


Regolamento del consiglio: approvato a maggioranza assoluta. Modalità di convocazione del
consiglio, numero di consiglieri necessarion per la validità delle sedute, modalità per la
presentazione e per la discussione delle proposte.

Competenze dei Consigli – (funzioni di indirizzo e di controllo politico amministrativo):


Competenza generale.
Competenza espressamente circoscritta all'emanazione di una serie tassativa di atti fondamentali:
• statuti dell'ente e regolamenti,
• programmi, relazioni previsionali e programmatiche, piani finanziari, programmi triennali
ed elenco lavori pubblici, bilanci annualie pluriennali, rendiconto, piani territoriali ed
urbanistici,

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• convenzioni tra comuni e con la provincia, costituzione forme associative,


• istituzioni, compiti e norme sul funzionamento degli organismi di decentramento e di
partecipazione,
• assunzione diretta di pubblici servizi, partecipazione del'ente a società di capitali,
convenzizoni,
• istituzione e ordinamento di tributi,
• indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti,
• contraizone dei mutui,
• spese che impegnano i bilanci negli esercizi successivi,
• acquisti ed alienazioni immobiliari,
• definizione degli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del comune.
Le deliberazioni attribuite al consiglio non possono essere adottate da altri organi, neppure in via
d'urgenza.

Ruolo proiettato sulla produzione delle norme, sulla programmazione e sulla pianificazione
territoriale, sulle grandi scelte istituzionali e finanziarie = ruolo che tende a configurare l'esercizio
di una funzione di indirizzo dell'ente.

Funzione di controllo: interrogazioni e istanze ispettive spettanti a ciascun consigliere, commissioni


di controllo e di garanzia, commissione di indagine sull'attività dell'amministrazione.

I consiglieri comunali hanno diritto 8diritti di iniziativa e di controllo):


• assumere iniziative su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio,
• chiedere la convocazione del consiglio,
• presentare interrogazioni o mozioni,
• ottenere dagli uffici del comune notizie e informazioni utili all'espletamento del proprio
mandato.
• NON rientra la legittimaizone ad impugnare le delibere del consiglio tranne nei casi in cui
incidano sul loro diritto all'ufficio.
I consiglieri cessano dalla carica per rinnovo del consiglio o per eventi che li coinvolgono
individualmente come dimissioni o decadenza per ineleggibilità, incompatibilità o rimozione per
atti contro la costituzione o gravi motivi di ordine pubblico o violazioni di legge.

Scioglimento del consiglio:


- quando i consigli compiiono atti contrari alla costiutuzione o per gravi e persistenti violazioni di
legge o gravi motivi di ordine pubblico,
- quando non può essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per
impedimento permanente, decesso, rimozione o decadenza del sindaco o per le dimissioni del
sindaco.
- cessazione dalla carica per dimissioni,
- quando non è approvato il bilancio.
Il decreto di scioglimento è approvato dal presidente della repubblica su proposta del ministro
dell'interno -> segue nomina di un commissario straordinario.
In via cautelare il prefetto può sospendere il consiglio per max 90 giorni.

SINDACO:

eletto in via diretta, contestualmente al consiglio svolge ruolo di rappresentanza nei rapporti esterni
e di impulso, direzione ed esecuzione nei confronti del governo e del funzionamento complessivo
dell'ente locale.

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Spetta al sindaco:
• esercitare la responsabilità dell'amministrazione comunale,
• rappresentare l'ente locale,
• convocare e presiedere la Giunta e, se non c'è il presidente, il consiglio,
• sovrintendere al funzionamento dei srevizi e degli uffici,
• sovrintendere allesecuzione degli atti,
• sovrintendere all'espletamento delle funzioni attribuite o delegate da Stato e regione,
• eserciztare le funzioni attribuite,
• nominare gli assessori,
• nominare i responsabili degli uffici e dei srvizi, attribuire incarichi dirigenziali e di
collaborazione esterna,
• provvedere a nomina, designazione e revoca dei rappresentanti del comune.

Responsabilità generale dell'amministrazione del comune


importanti poteri di nomina

sindaco come ufficiale di governo (in rapporto di dipendenza dal prefetto)


- tenuta registri dello stato civile e anagrafe,
- pubblica sicurezza e vigilanza,
- adotta ordinanze al fine di prevenire ed eliminare pericoli che minacciano l'incolumità dei
cittadini,
- poteri di ordinanza in materia di sicurezza urbana.

Provvedimenti contingibili ed urgenti devono essere adottati con atto motiovato e nel rispetto dei
principi generali dell'ordinemento giuridico.

La cessazione della carica di sindaco può essere determinata da decesso, impedimento permanente,
dimissioni, decadenza, sfiducia, rimozione.

Le dimissioni hanno effetto 20 giorni dopo la presentazione, determina lo scioglimento del


consiglio
La decadenza è dichiarata dal consiglio quando si accerti la presenza di cause di ineleggibilità o di
incomaptibilità, consiglio e giunta rimangono in carica fino a nuove elezioni.
La sfiducia deve essere costruttiva quindi accompagnata da nuove linee programmatiche,
nominativi dei candidati alla carica di sindaco e di assessore, cessa il sindaco ela giunta.

GIUNTA COMUNALE:

La giunta comunale è composta dal sindaco che la presiede e un n° di assessori determinato dallo
statuto (non possono superare un numero pari ad 1/4 dei consiglieri) (da 12 a 2)

sindaco ha il potere di nomina degli assessori. Presenti entrambe i sessi.


Incompatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere.
Assessori possono ricoprire la carica per due mandati.

Gli assessori sono membri della giunta e partecipano alla formazione della volontà collegiale.
Cessazione dalla carica per dimissioni, decadenza o revoca da parte del sindaco sempre connessa ad
una motivazione.

La giunta: organo a competenza generale.

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La giunta è chiamata anzitutto a collaborare con il sindaco nel governo del comune.
Adozione di ogni atto che non sia riservaqto dalla legge al consiglio e che non rinetri nelle
competenze del sindaco, degli organi di decentramento, del segretario o dei funzionari dirigenti.
Opera in forte connesisone con il consiglio, ruolo di proposta e di impulso, ne attua gli indirizzi
generali, ad esso riferisce sulla propria attività.
Demandata alla giuta l'adozione dei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi.

GLI ORGANI DELLA CITTÀ METROPOLITANA:

L. 56/2014:
Sindaco metropolitano,
consiglio metropolitano,
conferenza metropolitana.

Tre organi ma senza alcun organo collegiale esecutivo. Due assemblee di cui una composta dai
sindaci di tutti i comuni compresi nel territorio.
La conferenza è l'unico organo a formazione costante.

Sindaco metropolitano: è di diritto il sindaco del capoluogo.


Spetta:
- rappresentare l'ente,
- convocare e presiedere il consiglio metropolitano e la conferenza metropolitana,
sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici di esecuzione degli atti.

Consiglio metropolitano:
formato dal sindaco metropolitano e consiglieri (da 14 a 24)
eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni compresi nel territorio tra gli stessi sindaci e
consiglieri.
Organo di indirizzo e di controllo:
• proporre alla conferenza lo statuto,
• approvare i regolamenti,
• approvare i piani e i programmi,
• approvare o adottare ogni altro atti ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano,
• eserciatre le funzioni di statuto,
• adottare gli schemi di bilancio.
Dura in craica 5 anni.

Conferenza metropolitana:
composta da tutti i sindaci del territorio esercita attribuzioni deliberative in ambito limitato e
straordinario, metre in via generale svolge funzioni di carattere consultivo e propositivo.

GLI ORGANI DELLA PROVINCIA:

L. 56/2014 sistema ad elezione diretta.


Presidente
Consiglio
Assemblea Dei Sindaci.

Analogia con lo schema organizzativo della città metropolitana e anche la riaprtizione delle
attribuzioni tra questi tre organi
presidente eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali, scegliendolo tra i sindaci stessi.
Il consiglio è composto da presidente + consiglieri (da 10 a 16), dura in carica 2 anni.

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Cap. 8 – Le funzioni e i servizi.

Le funzioni amministrative nella Costituzione del '48.


- funzioni degli enti locali estranee alle competenze legislative e amministrative delle regioni cioè
funzioni proprie del comune e della provincia, determinate da leggi. Separazione tra i vari livelli
- funzioni esercitate dagli enti locali in materie regionali trattandosi di funzioni di interesse locale,
- compiti del comune per servizi di competenza statale, comune in quanto organo decentrato dello
stato e per interessi generali che ad esso fanno capo.

Federalismo amministrativo del '97.


fenomeni di trasferimento, delega o attribuzione a tutte le funzioni e compiti amministrativi relativi
alla cura degli interessi e alla promozione dello sviluppo delle rispettive comunità.
Principi fondamentali per i conferimenti:
• sussidiarietà: attribuzioni della generalità dei compiti e delle funzioni amministrative ai
somuni, alle province e alle comunità montane, secondo le rispettive dimensioni territoriali,
associative e organizzative, con l'esclusione delle sole funzioni incompatibili con le
dimenisoni medesime,
• cooperazione tra stato, regioni ed enti locali,
• responsabilità ed unicitò dell'amministrazione, identificabilità in capo ad un unico soggetto
anche associativo della responsabilità di ciascun servizio o attività amministrativa,
• adeguatezza all'idoneità organizzativa per l'esercizio delle funzioni,
• differenziazione con un'allocazioni delle funzioni in base alle diverse caratteristiche,
• copertura finanziaria,
• autonomia organizzativa e regolamentare e di responsabilità.

Riforma costituzionale del 2001: gli enti locali occupano una posizione centrale negli assetti delle
funzioni amministrative, funzioni che ora in via generale sono attribuite al comune salvo che, per
assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a province, città metropolitane, regioni e stato, sulla
base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.

Distribuzione delle funzioni amministrative: in via prioritaria ai comuni, esercitare i propri poteri di
allocazione di funzioni partendo dagli enti più vicini ai cittadini, salendo progressivamente ai livelli
più ampi, soltanto quando tali enti si presentino non rispondenti ai criteri di idonetià ottimali.
Criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione.

Competenza statale: individuare, anche nelle materie di competenza legislativa regionale, le


funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane.

Legge statale: può solo stabilire le funioni fondamentali.


Art. 118 – è la legge statale o regionale, in relazione al riparto di competenze legislative, ad operare
le scelte relative.
Nelle materie a competenza concorrente tra stato e regioni spetta normalmente ai comuni la
titolarità delle funzioni di gestione amministrativa.
Nel conferimento di funzioni agli enti locali il legislatore regionale valuta previamente le concrete
situazioni dei diversi settori in base ai principi di sussidarietà, differenziazione, adeguatezza.
I comuni non possono essere esclusi da decisioni che riguardano il loro territorio.

Art. 118 riconosce a comuni, province e città metropolitane Funzioni Proprie, si identificano con
quelle che i comuni possono assumere spontaneamente, con delibera del consiglio comunale.
Funzioni oltre quelle fondamentali, non implicanti l'esercizio di poteri autorativi, non attribuite o
conferite dalle leggi ad altri enti, volte a soddisfare bisogni generali e durevoli della comunità.

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Svolgimento coordinato di funzioni e di servizi di comune interesse che non presuppongono alcuna
struttura giuridica ed organizzativa stabile e dotata di una distinta personalità giuridica: convenzioni
(rapporti orizzontali tra enti locali) e accordi di programma (rapporti verticali tra enti di diverso
livello).

SERVIZI PUBBLICI LOCALI

le origini: interventi degli enti locali nell'ambito dei servizi a rilevanza economica e sociale. Alla
gestione di servizi assunti direttamente l'ente locale provvedeva mediante aziende speciali, prive di
personalità giuridica ma con autonomia amministrativa. All'amministrazione di pubblici servizi
Comune, Province potevano comunque provvedere, senza dar luogo ad aziende speciali, mediante
gestione diretta in economia o mediante concessione a privati.

L. 142/90 – sancisce il principio che comuni e province provvedono alla gestione dei servizi
pubblici che abbiano per oggetto la produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a
promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali.
Forme di gestione:
- gestione in economia, quando per le modeste dimensioni o per le caratteristiche del servizio non
sia opportuno costituire un'azienda o un'istituzione,
- in concessione a tersi, quando sussistano ragioni tecniche, economiche o di opportunità sociale,
- a mezzo di azienda speciale, per la gestione di più servizi. Azienda diventa ente strumentale
dell'ente, condistinta personalità giuridica e con autonomia imprenditoriale,
- a mezzo di istituzione, esrcizio servizi sociali senza rilevanza imprenditoriale,
- a mezzo di società per azioni o a responsabilità limitata a prevalente capitale pubblico locale,
- a mezzo di società per azioni senza il vincolo della proprietà pubblica maggioritaria.

L. 448/2001 – distinzione tra servizi industriali e non industriali

finanziaria 2002 – prospettiva di liberazzazione e di concorrenza di mercato

2003 – distinzione tra servizi economici e servizi non economici.

In sintesi:
• minicipalizzazione (anni 90) = il comune imprenditore, in cui il comune interpreta le
domande della comunità e fornisce risposte erogando i servizi richiesti. Per i servizi più
complessi si avvale di una propria articolazione, l'azienda municipalizzata, dotata di
un'autonomia tecnica ma strettamente legata alle precise scelte degli organi comunali;
• privatizzazione (1990-2011) = il comune azionista, per la gestione dei servizi pubblici locale
compare la società per azioni a capitale pubblico. Il comune stabilisce regole e tariffe ma
interviene nell'organizzazione esercitando il ruolo complesso di azionista. Aziende dotate di
personalità giuridica;
• - liberalizzazione e mercato = il comune regolatore, meccanismi di concorrenza. La società
per azioni diventa strumento generale, gli affidamenti diretti sono limtati ai casi dell'in
house. Le gare sono lo strumento generale per gli affidamenti. Il comune bandisce le gare,
stabilisce le regole del servizio, le tariffe e gli oneri che spettano al gestore, in base al
contratto di servizio.

Cap. 9 – La partecipazione.

Partecipazione – rapporti tra cittadini e amministrazioni.

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È possibile distinguere:
• una partecipazione degli interessati (o partecipazione amministrativa), concernente i soli
titolari di posizioni giuridche (interessi legittimi o diritti soggettivi) caratterizzata da finalità
di tutela di tali posizioni giuridiche da parte dei soggetti che ne sono titolari e procedimenti
puntuaali che li riguardano;
• partecipazione di soggetti collettivi, vale a dire dei soggetti portatori di interessi collettivi e
interessi diffusi,
• partecipazione dei cittadini, coinvolgimento dei cittadini che, a prescindere da ogni
posizione o titolo specifico, nella formazione delle scelte dell'amministraizone destinate ad
incidere sulla collettività.
Forme di partecipazione
- decisoria, in cui ai cittadini viene demandata la decisione sostanziale che conclude il
procedimento,
- collaborativa, in cui il coinvolgimento partecipativo si svolge nell'ambito di un procedimento
destinato comunque a concludersi con una decisione di organi rappresentativi come elemento
istruttorio che può rivestire un importante rilievo politico, ma che comunque non vincola la
discrezionalità dell'organo decidente.

Leggi fondamentali: L. 142/90 – L. 241/90.

L'ordinamento assegna ai comuni il compito di valorizzaree le libere forme associative e quello di


promuovere organismi di partecipazione popolare all'amministrazione locale. I rapporti di talin
forme associative sono disciplinati dallo statuto.
Tutti gli enti territoriali favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiatrietà (art. 118).

Lo statuto prevede procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o
associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e definire le
garanzie per il loro tempestivo esame (testo unico art. 8).
lo statuto può prevedere:
- referendum sospensivo per le leggi di revisone della costituzione e le altre leggi costituzionali,
- referendum abrogativo
- referendum propositivo
- referendum territoriale
- referendum consultivo.
Le consultazioni e i referendum locali devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e
non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali proviciali, comunali e
circoscrizionali.

Diritto di accesso e trasparenza.

Difensore civico: figura volta a svolgere funzioni di agranzia dei cittadini nei confronti
dell'amministrazione.
Funzione di garanzia dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica
amministrazionecomunale o provinciale. Il suo compito è quello di segnalare, anche di propria
iniziativa, gli abusi, le disfunzioni, le carenze e i ritardi dell'amministrazione nei confronti dei
cittadini.

Cap. 10 – I Controlli.

Inizialmente si incentravano principalmente sul prefetto, sistema di verifica e di censura sulla


legittimità e sul merito degli atti, sui comportamenti omissivi, sugli organi.

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Nella Costituzione del 1948 rifiuto dell'impostazione, del carattere necessariamente statuale
dell'esercizio del controllo, che veniva demandato ad un organo della regione.
Rimaneva fermo il tradizionale modello del controllo sui singoli atti consentendo al legislatore
ordinario di trasferire ai nuovi organi regionali il medesimo controllo in precedenza già definito al
prefetto ed alla giunta provinciale.

L. 142/90 nuova disciplina – ridimensionando l'ambito del controllo, che veniva soppresso per i
profili di merito, mentre quello di legittimità era limitato ai soli atti del consiglio e su determinati
atti della giunta veniva introdotto un controllo eventuale.
Aumento controlli interni. Revisori dei conti, verifiche della giunta, controlli economici, servizi di
controlli interni, nucleo di valutazione con il compito di verificare mediante valutazioni
comparative dei costi e dei rendimenti, la realizzazione di obiettivi, la corretta ed economica
gestione delle risorse pubbliche, l'imparzialità e il buon andamento dell'azione amministrativa.

Anni 90 4 tipi di controlli:


- controllo preventivo necessario, limitato a pochi atti (statuti, regolamenti, bilanci)
- controllo eventuale su iniziativa della giunta
- controllo eventuale su iniziativa di consiglieri
- controllo sostitutivo in caso di inerzia.

Controlli sugli organi. Rimozione e sostituzione del sindaco e scioglimento del consiglio.

Riforma Cost. 2001: abrogato controlo necessario e preventivo sugli atti degli enti locali, affidando
l'esercizio ad uno specifico organo regionale. Nuova disciplina di controlli sostitutivi in caso di
mancato rispetto di norme e trattati internazionali o normative comunitarie o pericolo grave per
l'incolumità e la sicurezza pubblica o per la tutela giuridca e economica.

L.131/2003 – art. 120 – nuova previsione in materia di controlli sostitutivi affidando al governo il
potere di sostituirsi a organi delle regioni, delle CM, delle provicne e dei comuni
- in caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o nomativa UE,
- pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica
- per la tutela giuridca e economica
sempre nel rispetto del principio di sussidiarietà e leale collaborazione.
Il procedimento si articola in: fase di diffida ad adempiere, fase di aprtecipazione, fase decisoria.

In caso di mancata approvazione del bilancio viene nominato un commissario, spetta agli statuti
disciplinarne la nomina oppure al prefetto.
Oppure nei casi di mancata approvazione di misure di riequilibrio finanziario, mancata
approvazione del rendiconto della gestione di servizi, mancata deliberazione di dissesto,
deliberazione di tasse e imposte di spettanza dell'ente dissestato.

Aboliti i controlli sui singoli atti, la questione degli strumenti e delle modalità di verifica dell'azione
degli enti locali si concentra sui controlli della corte dei conti.

Corte dei conti: organo imparziale dello stato cui i revisori dei conti devono trasmettere una
relaizone sul bilancio e sul rendiconto, in un controllo che ha la finalità di confronto e adozione di
eventualoi misure correttive, ai fini della tutela dell'equilibrio finanziario e di osservanza del patto
di stabilità interno.

Dopo la riforma costituzionale sono superati i controlli sui singoli atti e rimangono:
- controlli interni al fine di garantire il funzionamento dell'ente, secondo criteri di efficienza, di
efficazia e di economicità,

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- controlli sugli organi


- forme di vigilanza sui servizi di competenza statale attribuiti al sindaco quale ufficiale di governo
-
dei proceduimenti per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Decreto del 2012 – ampia gamma di forme di controllo.


Relazione di inizio e fine mandato!!! descrizione dettagliata delle principali attività, con particolare
riferimento a dati sulla spesa e sull'indebitamento, agli esiti dei controlli interni, agli eventuali
rilievi della corte dei conti, alle cosietà parteciapte, ..redatta dal responsabile finanziario o dal
segretario è sottoscritta dal sindaco, certificata dall'organo di revisione e trasmessa al tavolo tecnico
presso la conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica e poi alla corte dei
conti.

TUEL riscritta la disciplina dei controlli interni affidati all'autonomia organizzativa dell'ente che
deve adottare strumenti per verificare efficacia, efficienza, controlo degli equilbri finanziari e del
patto di stabilità, attuaizone degli indirizzi e degli obiettivi gestionali, controlo di qualità e
soddifazione degli utenti.
- controllo di regolarità amministrativa e contabile,
- controllo strategico,
- controllo sulle società,
- controlo sugli equilibri finanziari,-
rispetto dei vincoli di finanza pubblica e salvaguardia degli equilibri

colegio dei revisori, revisione economico-finanziaria, si esprime sulla proposta di bilanciio e su atti
di carattere economico finanziario.

Cap. 11 – L'Organizzazione amministrativa e il personale.

Riforme degli anni 90 verso l'organizzazione delle aziende private: flessibilità organizzativa,
temporaneità degli incarichi dirigenziali, resposabilizzazione della dirigenza, distinzione dalla sfera
politica, diritto privato, competenze esterne, obiettivi di funzionalità ed economicità di gestione
= privatizzazione cioè introduzione e valorizzazione di moduli tipici del lavoro privato,
contrattualizzazione sia collettivo che individuale.

Autonomia organizzativa =>


fonti contrattuali (contratti collettivi e contratti individuali), disciplinano ogni aspetto del rapporto
di lavoro.
Lo Statuto individua le linee del disegno generale dell'amministrazione, la sua filosofia e il suo
impianto di fondo. TU dice che tra i contenuti dello statuto ci sono i criteri generali in materia di
organizzazione dell'ente.
Spetta ai regolamenti definire l'ordinamento generale degli uffici e dei servizi, in base ai criteri di
autonomia, funzionalità ed economicità di gestione e secondo principi di professioanlità e
responsabilità.
Giunta_> regolamento sull'ordinamento degli uffici, i regolamenti disciplinano:
• resposabilità dei singoli operatori nell'espletamento delle procedure,
• gli organi degli uffici, i modi di conferimento della titolarietà dei medesimi,
• principi fondamentali di organizzazione degli uffici,
• procediemnti di selezione,
• ruoli, dotazione organica e consistenza complessiva,
• responsabilità e incompatibilità.
Cost. Art. 117 – comuni, province e CM potestà regolamentare in ordine alla disciplina
dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni a loro attribuite.

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L. 131/2003 – ruoli delle fonti:


- principi di organizzazione e di funzionamento dell'ente sono stabiliti dallo statuto,
- disciplina dell'organizzazione, dello svolgimento e della gestione delle funzioni degli enti locali è
riservata ai regolamenti.
Dipendenti enti locali _> discplina PA, D.Lgs. 165/01.rapporti di lavoro disciplinati dal Codice
Civile.

CCNL: contrattazione collettiva e contrattazione individuale.

SEGRETARIO:
ruolo centrale e peculiare. Svolge la propria attività, estesa dalla cura dell'istruttoria e dell'attuazione
dei provvedimenti alla verifica della legittimità dell'azione amministrativa, dalla partecipazione e
verbalizzazione nelle riunioni del consiglio e della giunta al coordinamento dei dirigenti, ngli enti di
maggiori dimensioni. Nei piccoli comuni il segretario si identifica con l'amministrazione, svolgendo
o seguendo direttamente il complesso dell'attività.

L. 142/90 introduce l'albo.


L.127/97 – i segretari diventano dipendenti di un'agenzia apposita, soppressa nel 2010 riportando le
funzioni in capo al ministero dell'interno.
Il segretario è nominato dal sindaco, tra gli iscritti all'albo, al quale si accede per concorso. Il
numero degli iscritti all'albo corrisponde a quello delle sedi disponibili.

Compiti: collaborazione e assistenza giuridico amministrativa nei confronti degli organi dellente, in
ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto e ai regolamenti.
Parteciap con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del consiglio e della giunta e
verbalizza. Può rogare i contratti nei quali l'ente ne è parte e autenticare scritture private e atti
unilaterali nell'interesse dellente.
Sovrintende alle funioni dei dirigenti e ne coordina l'attività.
Esercita ogni funzione che gli viene attribuita dallo statuto o dal sindaco.

DIRETTORE GENERALE:
solo nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti
il direttore attua gli indirizzi e gli obiettivi degli organi di governo secondo le direttive del sindaco o
del presidente, sovrintende alla gestione dell'ente, persegue livelli ottimali di efficacia ed efficienza.
Compiti di elaborazione e proposta di alcuni atti. Funzione strumentale. Coordina e controlla
l'attività dei dirigenti, ne verifica la congruità dei piani di attività rispetto al perseguimento degli
obiettivi fissati.
Nominato al di fuori della dotaizone organica con contratto a tempo determinato.
La durata non può eccedere quella del mandato del sindaco o del presidente, ha carattere fiduciario.
In caso di mancanza le funzioni possono essere attribuite al segretario.

DIRIGENTI:
ai dirigenti tutti i compiti, compresa l'adozione degli atti e provvedimenti amministrativi che
impegnano l'amministrazione verso l'esterno, non ricompresi espressamente dalla legge o dallo
statuto tra le funzioni di indirizzo e controllo riservate agli organi di governo.
Direzione degli uffici e dei servizi secondo criteri e norme dettate da statuti e regolamenti.
Gestione amministrativa, tecnica e finanziaria.
Compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo:
- presidenza commissioni gara e concorso,
- responsabilità gare e concorsi,
- stipula contratti,

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- atti di gestione finanziaria,


- atti di amministrazione e gestione del personale,
- provvedimenti di autorizzazione,
- provvedimenti sospensione lavori e vigialnza edilizia,
- attestazioni, certificazioni, diffide, verbali
- atti ad essi attribuiti dallo statuto.

responsabilità dirigenziale.
d.lgs. 150/09 potenziare i poteri manageriali demandati ai dirigenti.

Incarichi dirigenziali conferiti dal sindaco a tempo determinato e con provvedimento


motivato,temporaneità degli incarichi.
Incarico può essere revocato per inosservanza direttive, mancato raggiungimento obiettivi,
resposabilità grave.

Possibilità di utilizzare professionalità estrerne.


2015 – istituzione ruolo unico dei dirigenti degli enti locali.

SEGRETARIO DIRETTORE GENERALE DIRIGENTI


Compiti di collaborazione e Attua indirizzi e obiettivi degli Dirigono uffici e servizi e sono
assistenza giuridico organi di governo, secondo le responsabili della gestione
amministrativa agli organi di direttive del sindaco amministrativa
governo nel rispetto delle
norme
Funzioni del DG in assenza Sovrintende alla gestione Adottano tutti gli atti non
dell'ente perseguendo livelli riservati agli organi politici
ottimali di efficacia ed
efficienza
Riunioni consiglioe giunta e Predispone il piano dettagliato Presidere commissioni gara e
verbalizza degli obiettivi concorsi
Parere di regolarità tecnica Propone piano esecutivo di Responsabilità appalti e
gestione concorsi
Rogare i contratti e autenticare Gestione coordinata o unitaria Stipulano contratti
le scritture dei servizi
Funzionia lui attribuite Gestire le risorse finanziarie e il
personale
Adottare autorizzazioni,
concesioni, ecc.

Nomina Durata Revoca


segretario Iscritti all'albo Come mandato Delibera giunta con
provv. Motivato per
violazione doveri
d'ufficio
dg Delibera giunta Non superiore al Deliberaizone giunta
secondo i criteri mandato
regolamento di
roganizzazione

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dirigenti Con provvediemnto A t.d. Per inosservanza


motivato, con modalità direttive, mancato
del regolamneto, raggiungimento
secondo criteri di obiettivi, responsabilità
competenza grave
professioanle, in
relaizone a obiettivi del
programma
Dirigenti a contratto Requisiti della qualifica A t.d. non superiore al
da ricoprire, su mandato.
previsione dello statuto

Cap. 12 – Finanza e contabilità.

Riforma 1970: finanziamento degli enti locali di stampo accentrato, basato su tributi statli.
1977/78 -> obbligo pareggio di bilancio, di controlli sulla spesa, aumentyo aliquote.
1980: consentire a comuni di aumentare tasse, istituire addizionali su imposte statali, leggera
autonomia impositiva.

L. 142/90: autonomia finanziaria: certezza di risorse proprie e trasferite, la legge assicura agli enti
locali potestà impositiva autonoma nel campo delle imposte, delle tasse e delle tariffe.
L. 421/92 obiettivop di " consentire alle regioni, alle province e ai comuni di provvedere ad una
rilevante parte del loro fabbisogno attraverso risorse proprie".

TU del 2000 principi:


- riserva di legge in materia di ordinamento della finanza locale da ccordinare con quella
statale/regionale,
- autonomia finanziaria enti locali fonadta su certezza di risorse proprie e trasferite,
- potestà impositiva autonoma,
- riporto dei trasferimenti arariali in base ai criteri,
- finalizzazione delle entrate locali al finanaziamento dei servizi pubblici,
- determinazione delle tariffe,
- fondi per realizzare opere pubbliche,
- trasferimenti e fondi fissati dalla legge per ciascuno degli anni del bilancio,
- finanziamento enti locali doverbbe assicurare la copertura degli oneri necessari all'esercizio.

Fonti di entrata:
• imposte prorprie
• addizionali e compartecipazioni ad imposte erariali o regionali
• tasse e diritti per servizi pubblici
• trasferimenti erariali
• trasferimenti regionali
• risorse per inevstimenti.
Autonomia normativa locale in mteria di entrate.

Riforma Titolo V: ridefinisce gli assetti della competenza legislativa, competenze concorrenti, la
materia dell'auonomia dei bilanci pubblici e coordinamento finanza e del sistema tributario.

Cost. Srt. 119 = autonomia finanziaria: i comuni, le province, le città metropolitane e le regioni
hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, hanno risorse autonome.

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Risorse:
• tributi ed entrate propri stabiliti dagli enti territoriali,
• compartecipazione al gettito di tributi erariali,
• fondo perequativo per i territori con minore capacità.
Indebitamento da parte delle rgioni ed enti locali solo per finanziare spese di investimento.

L. 42/2009_> obiettivo di assicirare autonomia di entrata e di spesa a cvomuni, province, città


metropolitane e regioni, sostituendo gradualmente il criteriod ella spesa storica con parametri legati
a costi effettivi e garantendo responsabilizzazione degli enti e controllo nei confronti degli eletti.

Principi e criteri:
• autonomia di entrata e di spesa,
• responsabilizzazione amministrativa, finanziaria, e contabile di tutti i livelli di governo,
• finanza locale coerenza con vincoli UE e internazionali,
• attribuzione risorse autonome a comuni, province, città metropolitane e regioni in relazione
alle rispettive competenze, secondo il principio di territorialità e nel rispetto del principio di
sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza,
• determinazione del costo e del fabbisogno per comparare e valutare l'azione pubblica,
• definizione obiettivi da perseguire nelle funzioni riconducibili ai livelli essenziali di
produzione,
• individuazione principi fondamentali dell'armonizzazione die bilanci pubblici,
• favorire corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa,
• premialità comportamenti virtuosi e sanzioni in mancato rispetto di equilibri economici.
L.R. può:
- istituire tributi regionali e locali,
- determinare per tali tributi le variazioni delle aliquote e delle agevolazioni che gli enti locali
possono applicare nell'esercizio della propria autonomia,
- istituire a favore degli enti compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni
regionali.

Il finanziamento delle spese per l'esercizio di funzioni fondamentali e per i livelli essenziali delle
prestazioni da esse implicate è assicurato in base al fabbisogno standard, mediante tributi propri,
compartecipazioni e triobuti standard e regionali, addizionali, fondo perequativo.

Tributi propri comuni e province individuati dalla legge statale.

Perequazione 2 fondi: comuni – province/città metropolitane. Ripartizione del fondo per fabbisogno
finanziario, fabbisogno immobiliare, caratteristiche montane, demografiche, sociali, produttive.

PRINCIPI BASE DEL FEDERALISMO FISCALE (L. 42/09).


• AUTONOMIA DI ENTRATA E DI SPESA
• RISORSE ORDINARIE,
• CRITERIO DEI FABBISOGNI E DEI COSTI STANDARD,
• PEREQUAZIONE,
• MECCANISMI PREMIALI E SANZIONATORI,
• PATTO DI CONVERGENZA,
• COORDINAMENTO TRA LIVELLI DI GOVERNO,
• RISORSE AGGIUNTIVE E INTERVENTI SPECIALI.

Downloaded by Ilaria Bianchi (ilaria.bianchi001@gmail.com)


lOMoARcPSD|15504520

Principio di sussidiarietà.
In generale, il principio di sussidiarietà attiene ai rapporti tra i diversi livelli territoriali di potere e
comporta che, da un lato, lo svolgimento di funzioni pubbliche debba essere svolto al livello più
vicino ai cittadini e, dall’altro, che tali funzioni vengano attratte dal livello territorialmente
superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle meglio di quello di livello inferiore
(sussidiarietà in senso verticale; Principio di sussidiarietà. Diritto amministrativo).
Il principio di sussidiarietà è un principio relativamente recente per l’ordinamento costituzionale
italiano, in quanto vi ha trovato ingresso – insieme a quello di differenziazione e di adeguatezza –
soltanto con la riforma del titolo V della parte II Costituzione (art. 118 Cost., come introdotto con la
l. cost. n. 3/2001), che ora prevede che «le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo
che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e
Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza». Infatti, a differenza
di quel che è accaduto in altre esperienze costituzionali profondamente influenzate dal federalismo,
come gli U.S.A. e la Germania – tributarie della riflessione di Althusius e Gierke – ovvero nell’U.E.
(Principio di sussidiarietà. Diritto dell'Unione Europea), la sussidiarietà non è stata considerata in
Italia, fino a pochi anni fa, un principio basilare dell’ordinamento. Anzi, secondo alcuni studiosi il
modello pluralista accolto nella Costituzione italiana sarebbe scarsamente compatibile con il
principio di sussidiarietà, in ragione del diverso grado di strutturazione del potere statale e di quelli
degli altri enti territoriali previsto dal modello regionale rispetto a quello federale.

Ancor più discusso nella dottrina è l’eventuale riconoscimento, nel «nuovo» art. 118 Cost. e in
particolare al suo co. 4, di un principio di sussidiarietà in senso orizzontale, ovvero riguardante i
rapporti tra lo Stato – inteso come insieme dei pubblici poteri – e le formazioni sociali, dotate ex art.
2 Cost. di una tutela costituzionale (si parla, in questo caso di sussidiarietà in senso orizzontale).
Ove riconosciuto, infatti, ciò significherebbe che i pubblici poteri potrebbero intervenire, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, solo laddove i privati, singoli o associati, non fossero
in grado di svolgerle autonomamente; e tale interpretazione appare difficilmente compatibile con gli
ampi compiti, anche di trasformazione sociale, attribuiti ai pubblici poteri nel testo costituzionale, in
particolare all’art. 3, co. 2 (Principio di uguaglianza).
In ogni caso, un ruolo fondamentale nell’articolazione concreta del principio di sussidiarietà,
differenziazione e adeguatezza è stato svolto dalla giurisprudenza costituzionale, che ha utilizzato
tale principio per consentire un intervento legislativo di dettaglio da parte dello Stato – in presenza
dello svolgimento di funzioni amministrative da parte di questo – anche al di là delle materie in cui
gode di potestà legislativa esclusiva exart. 117, co. 2, Cost. (Potestà legislativa regionale),
comprimendo così quella regionale (c.d. chiamata in sussidiarietà).

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