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LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 

LA RIFORMA DELLA PA
La pubblica amministrazione è da tempo soggetta a numerose riforme. 
Il primo passaggio fu legge del 2014 che affronta tematiche amministrative di varia natura in diversi settori della pubblica
amministrazione, in modo da tamponare alcune emergenze, in attesa di una riforma vera e propria del settore. 
La legge delega del 2015 segna la svolta nel processo di rinnovamento della burocrazia italiana ma la Corte Costituzionale nel
2016 giudica incostituzionali tre decreti legislativi emanati in base a tale legge delega che vengono di conseguenza cancellati.

L’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA
L’attività amministrativa è subordinata alle scelte politiche, essa realizza concretamente gli interessi pubblici ed è esercitata
dalla Pubblica amministrazione, l’insieme di organi che svolgono l’attività amministrativa sotto il controllo del Governo, il quale
è responsabile dell’organizzazione e del buon funzionamento della PA.
Questa responsabilità secondo l’articolo 95 Cost. è attribuita singolarmente a ciascun ministro, nella qualità di capo gerarchico
del dicastero. I dipendenti degli apparati burocratici devono essere scelti in base alla loro preparazione tecnica e professionale. 
Estensione della PA. Con l’affermarsi del Welfare State( stato sociale) la PA ha esteso il suo intervento in nuovi settori, creando
nuovi apparati burocratici e potenziando quelli già esistenti. 

I PRINCIPI COSTITUZIONALI IN MATERIA AMMINISTRATIVA


I principi costituzionali. L’attività amministrativa deve realizzare i bisogni della collettività. I bisogni collettivi vengono garantiti e
tutelati solo se la PA funziona correttamente.
La Costituzione ha previsto e disciplinato una serie di principi per il corretto funzionamento della PA nell’interesse di tutti i
cittadini. I principi a cui deve ispirarsi sono:
 principio di legalità: nello stato di diritto tutti i soggetti devono osservare le norme giuridiche e possono essere condannati
dall’autorità giudiziaria; la burocrazia deve operare nell’ambito dell’ordinamento giuridico e rispettare i diritti dei cittadini.
La legge indica gli obiettivi che la PA deve realizzare, predispone la struttura degli uffici, stabilisce i compiti che tali uffici
devono svolgere e rende legittimo il loro operato;
 principio di imparzialità: art. 97 Cost. stabilisce che deve essere assicurata l’imparzialità dell’amministrazione. La PA deve
agire nell’interesse pubblico, senza danneggiare alcun interesse privato; in caso contrario gli atti considerati illegittimi 
possono essere annullati dal giudice.
Il principio di imparzialità impone ai soggetti della PA di non compiere discriminazioni arbitrarie e non sorrette da valutazioni
razionali.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso: tutti i cittadini possono partecipare ai concorsi
pubblici in condizioni di parità. Il concorso pubblico è una selezione attuata nel rispetto del principio di uguaglianza e della
parità di accesso di tutti i cittadini alle cariche pubbliche;
 principio dell’efficienza: in base all’art 97, gli uffici pubblici devono essere organizzati in modo tale da garantire il buon
andamento della PA, in grado di soddisfare i crescenti bisogni della collettività;
 principio della riserva di legge: prima la PA era organizzata dal potere esecutivo. I costituenti però decisero che i pubblici
uffici dovessero essere organizzati secondo disposizioni di legge. Esiste una riserva di legge in materia di organizzazione degli
uffici pubblici, per cui solo il Parlamento può creare uffici statali e stabilire i criteri della loro struttura organizzativa;
 principio del decentramento: l’art 5 afferma che la Repubblica deve attuare il più ampio decentramento amministrativo. I
costituenti delinearono un decentramento di tipo gerarchico, definito così perché è strutturato a piramide e il potere scende
dall’alto verso il basso. Gli organi superiori hanno il potere di controllare e annullare gli atti compiuti dagli organi inferiori e
possono sostituirsi a essi nello svolgimento di determinate funzioni;
 principio di trasparenza : la l.n. 114/2014 ha reso più veloce il procedimento amministrativo e ha facilitato l'accesso ai
documenti amministrativi. In particolare:
 viene semplificato il procedimento amministrativo; 
 ogni atto amministrativo deve essere motivato;
 ogni cittadino ha il diritto di prendere visione degli atti del procedimento che lo riguardano.
La l.n. 114/2014 introduce anche l'obbligo di pubblicare in forma aggregata e disaggregata l’ammontare complessivo delle
retribuzioni dei dirigenti della PA. Ogni singola amministrazione è dunque obbligata a indicare in modo chiaro le spese
complessive e le retribuzioni dei dirigenti. Non tutti i documenti sono accessibili. Vi sono infatti una serie di atti coperti da
segreto; l’obiettivo è quello di impedire che la loro pubblicità ostacoli la realizzazione dei fini pubblici. Il diritto di accesso è
escluso:
 per i documenti coperti da segreto di stato;
 per quei documenti la cui conoscenza potrebbe compromettere la sicurezza, la difesa nazionale, la politica
monetaria, l’ordine pubblico e il diritto alla riservatezza delle persone.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA PA
La PA ha un’organizzazione articolata e complessa, costituita da numerosi enti e uffici.
L’amministrazione indiretta è costituita da organi non statali e comprende gli enti pubblici istituzionali, creati dallo Stato per lo
svolgimento di attività in particolari settori.
Gli enti pubblici istituzionali  agiscono sia a livello nazionale es.Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale), sia a livello
locale, es. Camere di commercio che si occupano di una parte definita di territorio.
Gli enti pubblici istituzionali sono dotati di personalità giuridica, e hanno specifiche leggi che ne stabiliscono le caratteristiche
organizzative, il funzionamento e il grado di autonomia.
L’amministrazione diretta viene esercitata dal Governo. E’ chiamata anche amministrazione governativa. Si divide in
amministrazione diretta centrale e amministrazione diretta periferica.
L’amministrazione diretta centrale I suoi organi esercitano la loro attività su tutto il territorio nazionale:
 il Presidente del Consiglio;
 il Consiglio dei ministri;
 i ministeri.
Il Presidente del Consiglio e il Consiglio dei ministri Il Presidente del Consiglio «mantiene l'unità di indirizzo politico e
amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri». Nello svolgimento delle sue
funzioni,  si avvale di una struttura organizzativa propria e articolata.
Il Consiglio dei ministri è titolare della funzione di indirizzo politico e di quella normativa, ha poteri di indirizzo e di
coordinamento.
Il Presidente del Consiglio e il Consiglio dei ministri sono competenti in materia di:
  ordine pubblico e alta amministrazione;
  approvazione dei regolamenti governativi;
  politica internazionale;
 annullamento, su parere del Consiglio di Stato, degli atti della PA in contrasto con l'ordinamento giuridico;
  nomine, revoche e dispense dal servizio dei funzionari pubblici di grado più elevato (ambasciatori, consiglieri di stato,
direttori generali dei ministeri),
I ministeri i ministri sono a capo di un settore dell'amministrazione chiamato ministero, o dicastero, di cui sono responsabili. Lo
Stato italiano svolge la sua attività amministrative a livello centrale attraverso l'azione di 13 ministeri: Affari esteri; Interno;
Economia e finanze;Giustizia; Difesa; Istruzione, università e ricerca; Politiche agricole; Sviluppo economico; Infrastrutture e
trasporti; Lavoro e politiche sociali (Welfare); Ambiente; Beni culturali; Salute.
Tutti i ministeri hanno una struttura organizza a piramide, al cui vertice sta il ministro.
Il Ministro deve provvedere a
 emanare i decreti ministeriali: vincolano non solo i gradi inferiori dell'amministrazione, ma anche i cittadini interessati;
 organizzare gli uffici del ministero con regolamenti interni e circolari, efficaci all'interno del singolo ministero:
 promuovere, ed eventualmente punire, i pubblici impiegati facenti parte del ministero
i ministri sono responsabili individualmente degli atti dei loro dicasteri.  Ogni ministro viene affiancato nella gestione del
dicastero sia da uno o più  sottosegretari (con espressa delega dal ministro), sia dal Gabinetto del ministro (serie di uffici in
stretto collegamento con il ministro stesso)
I ministeri si articolano in Dipartimenti o Direzioni generali che operano sotto la direzione di un alto dirigente, ulteriormente
divisi in uffici.
L’amministrazione diretta periferica Il decentramento consente la presenza dello Stato nelle varie zone del Paese.
L'amministrazione centrale conferisce determinate attribuzioni a organi periferici, che dipendono da essa.
Gli organi periferici hanno competenza in determinate circoscrizioni: parti del territorio statale.
E’ composta da organi aventi competenza generale e da organi con competenza particolare.
Organi periferici con competenza generale hanno competenza generale quando rappresentano il Governo nella sua interezza: il
Presidente della Giunta regionale, il Sindaco e il Prefetto.
Il presidente della giunta regionale rappresenta la Regione e ne dirige l'attività: dirige le funzioni amministrative  e dirige le
funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo.
Duplice ruolo: è un organo amministrativo ed è a capo della regione. 
Il sindaco riveste un duplice ruolo perché è un organo dell'amministrazione diretta periferica e  la persona eletta direttamente
dai cittadini a capo del Comune.
I Comuni sono titolari sia «di funzioni amministrative proprie» sia di «quelle conferite con legge statale o regionale»
il Sindaco deve dirigere entrambe. Quando rappresenta il Governo centrale, il Sindaco:
 deve tenere e aggiornare i registri dello stato civile;
 è ufficiale dello stato civile: celebra i matrimoni;
 deve vigilare sull'ordine pubblico;
 ha il potere di ordinanza in materia di edilizia, polizia locale e igiene.
Il prefetto è un organo con competenza generale che ha il compito di far eseguire nella Provincia le disposizioni di tutti i
ministeri. Il Prefetto è a capo dell'Ufficio territoriale del Governo istituito in ogni capoluogo di Provincia.
è nominato dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'interno; fra le sue competenze ricordiamo che:
 deve dirigere l'attività amministrativa della Provincia in base alle direttive governative;
 può inviare commissari presso le amministrazioni al fine di garantirne il regolare funzionamento (in casi limite può proporne
lo scioglimento al Governo);
 può disporre della forza pubblica per tutelare la pubblica sicurezza: ha il potere di adottare tutti i provvedimenti necessari
per garantire l'interesse pubblico.
Il Prefetto si avvale della Conferenza permanente, da lui presieduta, composta dai responsabili delle strutture periferiche
Organi periferici con competenza particolare hanno competenza particolare quando dipendono dai singoli ministeri e svolgono
solo le attività specifiche di quel dicastero.
Fra questi, ricordiamo:
  la Questura (che dipende dal Ministero dell'interno) è un ufficio provinciale di pubblica sicurezza col compito di provvedere
all'ordine pubblico
 l'Ufficio scolastico provinciale (che dipende dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca) è responsabile di tutta
l'amministrazione scolastica pubblica a livello provinciale;
 l'Agenzia delle entrate (che dipende dal Ministero dell'economia e finanze) è l'organo a cui compete, il controllo sulla
riscossione dei tributi nel territorio della Provincia.

ORGANI ATTIVI, CONSULTIVI E DI CONTROLLO


Rispetto alla funzione esercitata gli organi della PA si dividono in: 
 organi attivi: hanno la funzione di agire per raggiungere quei fini pubblici che caratterizzano l’azione amministrativa dello
Stato (sono il governo, i ministeri e i loro organi periferici);
 organi consultivi: possono agire solo su esplicita richiesta degli organi attivi; formulano pareri preventivi per gli organi attivi,
che devono quindi precede sempre l’emanazione dell’atto.
I pareri degli org. consultivi possono essere: 
 facoltativi quando l’organo attivo è libero di richiederlo e una volta richiesto è libero di seguirlo;
 obbligatori quando l’organo attivo è tenuto per legge a chiedere all'organo consultivo, ma poi può anche agire
diversamente;
 vincolanti quando l’organo attivo non solo ha l’obbligo di richiederlo, ma deve poi anche conformarsi alle
indicazioni espresse dall’organo consultivo.   
Un altra distinzione è quella tra:
 i pareri di legittimità: quando l’organo consultivo si limita a verificare che vi sia corrispondenza tra l’atto e le norme
vigenti;
 i pareri di merito: quando l’organo consultivo, oltre a verificare la legittimità, accerta se l’atto è opportuno, cioè
stabilisce se l’atto è conforme al principio della buona amministrazione e all’interesse pubblico;
 organi di controllo: devono vigilare sull’operato degli organi attivi. Si distinguono in diversi tipi di controllo: 
 preventivo e successivo: a seconda che il controllo venga effettuato prima o dopo l’adozione dell’atto; 
 di legittimità e di merito: il controllo è di legittimità quando l’organo di controllo si limita a riscontrare la
corrispondenza tra l'atto e la normativa, il controllo è di merito quando si controlla se l’atto è opportuno e
conveniente. 
IL CONSIGLIO DI STATO, IL CNEL E LA CORTE DEI CONTI
Il consiglio di Stato. La costituzione garantisce l’indipendenza del Consiglio di Stato e dei suoi membri di fronte al Governo. I
membri sono inamovibili: non possono essere rimossi, sospesi, sostituiti salvo i casi particolari previsti dalla legge. L’art. 100
stabilisce che il Consiglio di Stato è organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione.
Esercita sia una funzione consultiva che una funzione giurisdizionale. Questa duplicità di funzioni si riflette nella struttura, è
articolato in sei sezioni, di cui tre svolgono funzioni consultive (esprimono pareri) e tre svolgono funzioni di giustizia
amministrativa (pronunciano sentenze).
Funzione consultiva. La procedura che deve essere seguita per ottenere un parere ha inizio con la richiesta avanzata dal ministro
interessato al presidente del Consiglio di Stato, e da questo smistata alla sezione consultiva competente per materia. Il
presidente della sezione nomina un consigliere relatore con il compito di studiare la questione oggetto del parere, che verrà poi
discusso dai consiglieri in seduta. Il parere viene poi trasmesso al ministro richiedente.
I parere forniti dal CdS al governo comprendono sia legittimità che il merito.
Il CdS stabilisce l’opportunità e la convenienza di un atto amministrativo e può spingersi fino a proporre una soluzione diversa da
quelle prospettate dal ministero che ha richiesto il parere.
Solitamente i parere del CdS sono facoltativi, ma obbligatori per:
 i regolamenti governativi, che dovevano essere approvati dal Consiglio dei ministri;
 l’annullamento d’ufficio degli atti amministrativi illegittimi;
 i decreti di riconoscimento delle persone giuridiche.
Inoltre, fra i pochi pareri vincolanti, va ricordato il caso del riacquisto della cittadinanza, che può avvenire solo se esiste un parere
conforme del Cds.
L’Avvocatura dello Stato svolge un’attività di assistenza legale a favore della PA, è costituita da un gruppo di legali, che
forniscono consulenza alle amministrazioni statali e provvedono alla loro difesa in giudizio.
E’ posta alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri e si compone:
 dell’Avvocatura generale dello Stato con sede a Roma;
 delle Avvocature distrettuali, dislocate una per ogni sede di Corte d’Appello.
Il consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto da 111 membri nominati dalle varie categorie produttive a cui
appartengono (lavoratori indipendenti, autonomi e imprenditori).
A questi si aggiunge un presidente, nominato dal Presidente della Repubblica su designazione del Consiglio dei ministri, i membri
del Cnel durano in carica 5 anni e sono rieleggibili.
E’ un organo di consulenza delle Camere e del Governo (art 99 Cost) che deve dare pareri in materia di politica, economico-
sociale e su questioni riguardanti il mondo del lavoro. I pareri sono facoltativi e non vincolanti.
La Corte dei conti esercita sia una funzione di controllo contabile che una funzione giurisdizionale.
La CdC esercita un controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, un controllo successivo sulla gestione del bilancio
dello Stato e un controllo sugli enti pubblici.
Il controllo sugli atti del Governo. In base all’art. 100 Cost. la CdC esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del
Governo. Tutti i più importanti amministrativi del Consiglio dei ministri e dei ministri devono essere verificati dalla Corte dei conti
prima di diventare efficaci: 
 se trova l’atto conforme, la corte  provvede alla sua registrazione che dà efficacia all’atto;
 se ritiene l’atto non conforme, lo rinvia al Governo (con motivazione), perché sia modificato in conformità alla legge. Se
intende rimanere ugualmente l’atto, il Governo ha la facoltà di ordinare alla Corte la registrazione “con riserva” e l’atto
diventa efficace. La registrazione con riserva avviene sotto la responsabilità politica del Governo, che dovrà poi rendere
conto al Parlamento.
Il controllo sul bilancio dello Stato. La CdC esercita un controllo successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Entro il 31
maggio dell’anno successivo alla gestione del bilancio, il Ministro dell'economia e delle finanze presenta alla Corte dei conti il
Rendiconto generale dello Stato e procede entro il 30 giugno al giudizio di parificazione, relativo sia alla legittimità che al merito.
Il controllo sugli enti pubblici. La corte partecipa al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via
ordinaria. Gli enti pubblici finanziati dallo Stato devono presentare i loro bilanci consuntivi alla Corte, che riferisce poi al
Parlamento. Il controllo non è solo formale ma investe l’intera gestione degli enti e deve essere sia di legittimità che di merito.

LE AUTORITÀ INDIPENDENTI
Le Authority. Sulla base del modello americano, in Italia sono state introdotte le Authority: organismi che hanno il compito di
vigilare su delicati settori, dispongono di ampi poteri di controllo e di sorveglianza e la loro efficacia è assicurata dalla sua
snelezza (formata da poche persone).
Le principali Authority sono:
 Autorità antitrust, libertà di concorrenza nel mercato;
 Agcom, regolamentazione del settore radiotelevisivo;
 Garante per la protezione dei dati personali;
 Commissione nazionale per le società e la borsa;
 Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni;
 Autorità per l'energia elettrica e il gas;
 Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali;
 Autorità nazionale anticorruzione.
I componenti, come stabilito dalla legge 114/2014, una volta cessato il loro incarico non possono essere nominati per altri cinque
anni.
Secondo alcuni giuristi le Authority possono rappresentare un rischio per la democrazia in quanto sono dotate di ampia
autonomia organizzativa e sono indipendenti dal governo.

I BENI PUBBLICI
Beni privati e pubblici: la proprietà privata è riconosciuta e garantita dallo stato, mentre sono pubblici quei beni che
appartengono allo stato e agli enti autonomi territoriali. ( regioni, comuni, province e città metropolitane)
I beni pubblici: per svolgere la sua attività la PA necessita non solo di risorse umane ma anche di mezzi materiali, rappresentati
dai beni pubblici. La PA utilizza due tipologie di beni 
 i beni demaniali
 i beni patrimoniali
I beni demaniali: sono i beni appartenenti allo stato o agli enti autonomi territoriali che soddisfano gli interessi pubblici. secondo
art. 823 i beni demaniali sono: 
 inalienabili, non possono essere trasferiti ad altri. 
 imprescrittibili, non possono essere oggetto di usucapione. 
  i beni demaniali vengono a loro volta suddivisi in: 
 il demanio necessario: possono appartenere solo allo Stato, soddisfano esclusivamente interessi pubblici. 
ne fanno parte: 
 il demanio marittimo: è costituito dalla spiaggia, dai porti, dal lido del mare e dalle lagune. 
 il demanio militare, che comprende le opere destinate alla difesa nazionale, come le caserme. 
 il demanio idrico, rappresentato dai fiumi, laghi e torrenti. 
 il demanio accidentale: possono appartenere anche ai privati, perché possono soddisfare sia beni pubblici che
privati. fanno parte: 
 il demanio stradale, comprende strade e autostrade. 
 il demanio ferroviario, costituito da strade ferrate e dalle loro pertinenze. 
 il demanio aeronautico, rappresentato da aeroporti destinati al traffico civile. 
 il demanio artistico e culturale, comprende musei, le pinacoteche, le biblioteche. 
i beni patrimoniali: sono inalienabili e imprescrittibili. si dividono in beni patrimoniali: 
 beni patrimoniali indisponibili: non possono essere alienati finché vengono destinati a scopi pubblici, questi beni sono le
miniere , le cave, le feste, le torbiere, gli aeroporti militari e le navi da guerra. Non possono essere sottratti alle loro
destinazioni, possono essere venduti ai privati, è però necessario seguire procedure complesse e mantenere la destinazione
iniziale. 
 beni patrimoniali disponibili: sono posseduti a titolo di proprietà privata, senza che esistano particolari vincoli alla loro
alienazione.  vi rientrano per esclusione tutti i beni non compresi nei beni demaniali o nei beni pat. indisponibili. lo stato e
gli enti autonomi territoriali possono disporre dei beni pat. disponibili. 
il federalismo demaniale: un decreto del 2010 prevede che con  il federalismo demaniale lo Stato può trasferire alcuni beni
demaniali agli enti autonomi territoriali che ne abbiano fatto richiesta. gli ent. aut. ter. devono valorizzare questi beni
nell’interesse della collettività. fanno eccezione i beni che per loro natura non possono essere trasferiti come il demanio idrico,
marittimo e stradale. 

IL RAPPORTO DI PUBBLICO IMPIEGO


Il lavoro della PA, la privatizzazione del rapporto di pubblico impiego. Il rapporto di pubblico impiego è disciplinato in regole di
parte diverse dal settore privato, fino al 1993 il rapporto di lavoro era regolato dal diritto pubblico, si basava su un atto
unilaterale della PA, era lo Stato a fissare unilateralmente sia le retribuzioni che le condizioni lavorative.
In seguito è entrato in vigore il decreto legislativo 30 marzo 2001 n 165 “testo unico per il pubblico impiego”, che stabilisce che il
rapporto di lavoro che viene a instaurarsi tra il dipendente e la PA deve essere considerato un rapporto di diritto privato e a esso
deve essere applicata la disciplina del codice civile e delle leggi che regolano il rapporto di lavoro nel settore privato.
Il d. Lg. N. 165/2001 incide solo sul rapporto e non sulla natura del datore di lavoro, a seguito della riforma le controversie
devono essere risolte dal giudice ordinario.
L’assunzione dei pubblici dipendenti avviene con un contratto individuale di lavoro, sono previste 3 tipologie di reclutamento: 
 procedure selettive( volte ad accertare i requisiti professionali); 
 procedure mediante richiesta numerica (con avviamento degli iscritti nelle liste di mobilità e nelle liste redatte dagli uffici
regionali competenti);
 Procedura mediante richiesta numerica o nominativa dei diversamente abili (iscritti alle apposite liste).
I diritti e i doveri dei pubblici dipendenti. Il rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti prevede diritti e doveri, 
tra i diritti troviamo: 
 Il diritto di ricoprire un posto corrispondente a quello per cui sono stati assunti; 
 Diritto alla retribuzione che non può essere inferiore a quella stabilità del contratto nazionale del comparto; 
 Diritto alle ferie e riposo settimanale; 
 Diritti sindacali tra cui il diritto di sciopero. 
Tra i doveri troviamo:
 Dovere di obbedienza agli ordini dei gradi superiori 
 Dovere di diligenza nell’eseguire il proprio lavoro 
 Dovere di fedeltà verso l’amministrazione 
In caso di violazione il dipendente è sottoposto alle sanzioni disciplinari previste dallo Statuto dei lavoratori del 1970.
La dirigenza pubblica. Il dirigente è un dipendente pubblico collocato al vertice di un apparato burocratico.
Alla qualifica di dirigente di ruolo si accede tramite concorso per esami indetto dalle singole amministrazioni, oppure tramite
corso-concorso selettivo di formazione, che può essere bandito solo dalla scuola nazionale dell’amministrazione.
Al termine della procedura di reclutamento, il vincitore stipula con la PA un contratto individuale di lavoro subordinato a tempo
indeterminato e in seguito emana un atto amministrativo per conferire al dirigente la titolarità a tempo determinato di un ufficio
dirigenziale.
Tra i dirigenti pubblici e i responsabili politici vi è una netta ripartizione, i primi adottano gli atti, curano la gestione finanziaria
amministrativa e tecnica tramite poteri autonomi, mentre i responsabili politici individuano gli obbiettivi e i programmi da
attuare e ne verificano l’attuazione. 
La riforma della PA punisce severamente l'assenteismo dei dipendenti pubblici e interviene sulla falsa attestazione della
presenza in servizio e ne prevede la sospensione obbligatoria dal servizio e dalla retribuzione. Il provvedimento di sospensione
deve scattare entro 48 ore e deve concludersi entro 30 giorni. 
Oltre al licenziamento il decreto stabilisce una doppia responsabilità, una per danno erariale del dipendente (condanna minima
di 6 mesi in caso in cui la condotta illecita abbia comportato un danno di immagine all’amministrazione) e una responsabilità
disciplinare del dirigente(che non abbia proceduto alla sospensione e all’avvio del procedimento nei confronti del dipendente
sospettato di assenteismo).
GLI ATTI DELLA PA
GLI ATTI AMMINISTRATIVI 
L'atto amministrativo. L'attività della PA si manifesta nell'adozione di atti amministrativi di diversa natura. 
I requisiti dell'atto amministrativo. L'atto amministrativo deve possedere determinati requisiti in relazione al:
 soggetto che deve essere un organo della PA indicato dalla legge;
 oggetto che deve indicare le generalità della persona contro la quale (o a favore della quale) è diretto;
 contenuto che evidenzia la volontà, di interesse pubblico, dell'organo che ha emanato l'atto. La dichiarazione deve essere
accompagnata dalla motivazione e dal suo esame è possibile controllare se la PA sta facendo un interesse pubblico oppure
privato;
 forma, solitamente viene richiesta la forma scritta, ma esistono rilevanti eccezioni a questo principio; per esempio, la Polizia
deve ricorrere alla forma orale per sciogliere una manifestazione non autorizzata. 
Il diritto amministrativo. Gli atti amministrativi sono regolati dal diritto amministrativo (diritto pubblico). 
Le tipologie di atti amministrativi. La PA può emanare i seguenti atti amministrativi:
 i regolamenti amministrativi possono essere emanati da tutta la PA, sono norme giuridiche e quindi sono generali ed
astratte;
 i provvedimenti amministrativi;
 gli atti amministrativi in senso stretto. 

IL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO
I provvedimenti amministrativi  sono norme dettate espressamente per regolare il comportamento di un singolo o di una
identificata categoria di persone.
Quando emana un provvedimento la PA:
 modifica la situazione giuridica dei soggetti privati;
 si pone su un piano di superiorità rispetto ai soggetti privati;
  agisce attraverso un atto unilaterale: per l'adozione del provvedimento è sufficiente la volontà della PA
Il provvedimento è il frutto di un procedimento amministrativo, che si sviluppa in una serie di fasi. La maggioranza degli atti
amministrativi sono provvedimenti, ma non tutti gli atti amministrativi sono provvedimenti.
L’esecutorietà Una volta emanato, il provvedimento è immediatamente esecutivo, i cittadini devono conformarsi a quanto esso
dispone.Se un privato rifiuta di rispettarlo, la PA può fare eseguire il provvedimento con la forza.
L'esecutorietà deriva dall'esigenza di assicurare certezza e rapidità alle decisioni della PA.
Le tipologie di provvedimenti  I provvedimenti sono raggruppabili in due categorie:
 i provvedimenti espansivi, che aumentano le facoltà dei privati;
 i provvedimenti restrittivi, che diminuiscono le facoltà dei privati.
I provvedimenti espansivi…Sono l'autorizzazione e la concessione.
…L’autorizzazione  Si ha quando il privato possiede un diritto, che può essere esercitato solo col consenso della PA. Dopo aver
verificato l'idoneità, la PA rimuove i limiti posti dalla legge all’esercizio del diritto.  L'autorizzazione ha lo scopo di sottoporre
certe attività dei privati a un controllo pubblico preventivo, si accerta che il singolo soggetto
sia idoneo a esercitarle. Es.il rilascio della patente e del passaporto, le licenze di caccia e pesca, la licenza di aprire esercizi
pubblici….
…la concessione  la PA conferisce a un privato un potere che prima non possedeva.Per esempio, i beni demaniali sono per legge
riservati allo stato, che però può concederne l'uso ai privati es.uno stabilimento balneare su una spiaggia.
I provvedimenti restrittivi: incidono negativamente sulla sfera giuridica del destinatario, che diminuisce le sue facoltà. Es. gli
ordini, i provvedimenti sanzionatori e i provvedimenti ablativi.
…gli ordini la PA impone o proibisce a un privato di tenere un determinato comportamento;es. sciogliere
una manifestazione o al divieto del Comune di costruire in una zona destinata a verde pubblico. I provvedimenti restrittivi della
libertà personale possono essere presi solo dall'autorità giudiziaria e non dalla PA.
…i provvedimenti sanzionatori  la PA punisce con una sanzione un soggetto che ha violato una norma o un provvedimento. es. 
sospeso per negligenza, una multa per non aver rispettato una precedenza.
…In provvedimenti ablativi sono i provvedimenti con cui la PA toglie al privato il diritto di proprietà su un
bene. Oltre all'espropriazione e alla requisizione ci sono l'occupazione d'urgenza e la confisca.
L'occupazione d'urgenza è un provvedimento temporaneo che consente alla PA di occupare immediatamente un bene immobile,
in cambio di un indennizzo. Si ricorre all'occupazione d'urgenza nei casi di forza maggiore, quando non è possibile effettuare
l'espropriazione. La confisca viene effettuata ai danni di chi ha commesso un atto illecito, non prevede alcun indennizzo.
Gli atti amministrativi in senso stretto  la PA non modifica la situazione giuridica dei privati, ma offre un servizio ai cittadini. Fra i
numerosi esempi, ricordiamo:
 le certificazioni (di residenza, di matrimonio, di cittadinanza):
 le registrazioni (di nascita, di morte, nelle liste elettorali):
 i pareri emessi dagli organi consultivi 
LA DISCREZIONALITÀ AMMINISTRATIVA
La PA deve rispettare il principio di legalità, in base al quale deve fare solo quello che la legge consente di fare. A questo
proposito distinguiamo gli atti vincolati e discrezionali.
Gli atti sono vincolati quando la legge ne regola l’emanazione fin nei minimi dettagli. 
Sono discrezionali quando la PA è vincolata nel fine, ma è libera di scegliere i mezzi per raggiungerlo. In particolare ha
l’opportunità di adottare o meno l’atto amministrativo, scegliere il contenuto e le modalità per adottarlo e il momento in cui la
PA decide di adottarlo. 
Principio di tipicità:
La discrezionalità non significa libertà assoluta di scelta, perché in base al principio della riserva di legge, tutti i tipi di atti
amministrativi devono essere previsti dalla legge e per questo si dicono tipici. 
Per verificare la legittimità dell’atto amministrativo bisogna verificare se la PA ha rispettato la normativa, in caso contrario l’atto
è illegittimo e può essere annullato dal giudice
Il merito dell’atto amministrativo: 
Il merito dell’atto amministrativo indica l’opportunità della scelta compiuta dalla PA tra una pluralità di soluzioni ragionevoli,
l’atto amministrativo è inopportuno quando presenta vizi di merito. 
Un atto amministrativo può essere legittimo ma inopportuno, come può essere inopportuno ma legittimo e può essere annullato
per vizi di legittimità ma non per vizi di merito.
L’atto amministrativo non può essere annullato dal giudice amministrativo. 
la motivazione: 
La PA deve motivare gli atti discrezionali perché deve essere sempre rivolta a interessi pubblici.

IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO
il procedimento amministrativo è una sequenza di atti e fatti che concorrono all’emanazione dell’atto stesso. 
La sequenza di questi atti prende il nome di procedimento amministrativo. 
Per poter adottare un atto amministrativo, la PA deve rispettare tutte le fasi del procedimento amministrativo previste dalla
legge. L’atto è l’esito del del procedimento amm. 
il proc. amm. si divide in 3 fasi: 
1. LA FASE PREPARATORIA 
in questa fase sono presenti tutti gli atti introduttivi rispetto all'emanazione dell’atto finale, questa fase, si divide a sua volta
in 3 sottofasi: 
 LA SOTTOFASE DI IMPULSO: con cui si apre il procedimento amministrativo.si tratta della fase che coincide con
l’iniziativa che può provenire da una parte ( procedimento a istanza di parte) o può derivare da un'autonoma scelta
della PA (procedimento d’ufficio).
 LA SOTTOFASE ISTRUTTORIA: in cui la PA raccoglie tutti gli elementi necessari ai fini dell’adozione dell’atto finale
(accertamenti, ispezioni, perizie, sopralluoghi).
 LA SOTTOFASE PRE-DECISIONALE: che ha natura consultiva perchè si ha solo quando (al termine dell’istruttoria) è
necessario approfondire ulteriori elementi (es. due perizie in contrasto tra loro) 
2. LA FASE COSTITUTIVA 
in questa fase l’atto amministrativo viene adottato dall’organo competente, secondo la modalità e le procedure previste
dalla legge. 
in alcuni casi è sufficiente la decisione individuale di un organo monocratico, formato da una sola persona fisica (es.
Prefetto) 
in altri casi può essere richiesta la decisione di un organo collegiale (formato da più persone fisiche) in questa ipotesi, le
decisioni sono dell’intero organo e non vanno attribuite né ai singoli né alla maggioranza. per es. di una delibera di stato
sono responsabili tutti i consiglieri, anche coloro che hanno espresso voto contrario.
3. LA FASE INTEGRATIVA DELL’EFFICACIA 
in questa fase vengano adottati gli adempimenti necessari perché l’atto amministrativo sia efficace.
Bisogna effettuare determinati controlli, dare vita a specifiche forme di pubblicità e così via.  
La PA ha l’obbligo di concludere il procedimento con un atto espresso, entro un termine stabilito dall’amministrazione che si
occupa dell’adozione dell’atto. tale termine non può superare i 90 giorni e se non è stabilito si applica il termine di 30
giorni. 
Per ogni procedimento deve inoltre essere indicata sia l’unità amministrativa sia il responsabile del procedimento, cioè la
persona fisica che agirà in concreto  che è chiamata ad assumersi le relative responsabilità.

LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
La semplificazione delle procedure
Per semplificare i procedimenti amministrativi sono stati introdotti nuovi strumenti, come l’autocertificazione, il silenzio assenso,
la Conferenza di servizi e lo Sportello unico per le attività produttive. 
L’autocertificazione:
L’autocertificazione è la dichiarazione introdotta da una legge del 1968 che viene presentata da un privato in sostituzione del
certificato necessario per l’adozione di un atto. Attraverso questa il privato dichiara di essere in possesso dei requisiti richiesti
assumendosi la responsabilità di quanto dichiarato. 
Per molti anni non è stata realmente applicata, finché è stata ripresentata e ampliata dalla legge 15 maggio 1997, n. 127, Misure
urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa
e dei procedimenti di decisione e di controllo. 
Grazie alla 1. n. 127/1997 è possibile autocertificare:
 La nascita, la residenza e l'esistenza in vita; 
 lo stato civile e lo stato di famiglia; 
 la nascita di un figlio; 
 il decesso del coniuge, dell'ascendente o del discendente; 
 la cittadinanza e il godimento dei diritti politici; 
 l'iscrizione ad albi o elenchi tenuti dalla PA; 
 il titolo di studio e la qualifica professionale; 
 la situazione economica, fiscale e reddituale; 
 la posizione giuridica.
Il silenzio assenso: 
Il silenzio assenso è stato introdotto da una legge del 1990 secondo la quale, nei procedimenti a istanza di parte per il rilascio di
determinati atti amministrativi, il silenzio da parte della PA equivale a un accoglimento della domanda ed è ancora limitato a
determinati atti.
La conferenza di servizi: 
La Conferenza di servizi è stata introdotta per quelle procedure complesse in cui, prima di arrivare a una decisione, è necessario
acquisire il parere o l'assenso di amministrazioni diverse. 
Con la Conferenza di servizi, diventa possibile riunire tutte le amministrazioni coinvolte, per concordare la decisione finale.
La riforma istituisce una «nuova» Conferenza di servizi col decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 124, Norme per il riordino della
disciplina in materia di conferenza di servizi e attiva sia la Conferenza semplificata, che non prevede riunioni fisiche ma solo
l'invio di documenti per via telematica, e la Conferenza simultanea in cui la riunione si svolge solo quando è strettamente
necessaria.
La decisione finale della Conferenza dei servizi deve essere comunicata entro il termine massimo di cinque mesi.
Sportello unico per le attività produttive: 
Istituito nel 1998, il SUAP è uno strumento di semplificazione amministrativa, che mira a coordinare tutti gli adempimenti
richiesti per la creazione di imprese, al fine di snellire e semplificare i rapporti tra la PA e il mondo produttivo. L'imprenditore che
ha intenzione di iniziare un'attività produttiva può rivolgersi al SUAP presentando un'unica domanda in cui potrà richiedere tutte
le autorizzazioni necessarie.

L'INVALIDITÀ DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI


L'invalidità. L'atto amministrativo deve essere emanato solo nei casi e nei modi previsti dalla legge in caso contrario è invalido e
può determinare la nullità o annullabilità dell'atto amministrativo. 
La nullità si ha se manca uno degli elementi essenziali dell'atto, il codice del processo amministrativo del 2010 prevede un'altra
ipotesi di nullità nel caso di provvedimento amministrativo adottato in violazione o elusione del giudicato.
L'annullabilità. L'atto amministrativo è annullabile quando, pur avendo tutti gli elementi essenziali, presenta un vizio di
legittimità che può essere:
 incompetenza che sia quando l'atto è messo da un organo della PA diverso da quello individuato dalla legge ma
appartenenti allo stesso complesso organizzativo e si parla di incompetenza relativa; 
 eccesso di potere che si verifica negli atti discrezionali quando la discrezionalità è usata male o senza equità. Per provare
l'eccesso di potere occorre dimostrare che i veri motivi che hanno indotto la PA ad agire sono diversi da quelli dichiarati e si
tratta di un processo difficile per questo sono stati lavorati delle figure sintomatiche per facilitare questo e sono: 
 i vizi della motivazione che si hanno quando la motivazione è contraddittoria; 
 la disparità di trattamento che sia quando in situazione uguali si adottano atti diversi; 
 l’ingiustizia manifesta che sia quando il contenuto dell’atto è totalmente ingiusto da creare un inseparabile
contrasto con i principi di equità dell'ordinamento giuridico. 
 violazione di legge sono tutte le forme di legittimità diverse dall'incompetenza e dall'eccesso di potere.
L'annullamento può essere richiesto da un privato che sentendosi danneggiato si rivolge alla giustizia amministrativa, la
dichiarazione ha effetto retroattivo ed elimina tutti gli effetti giuridici che l'atto ha prodotto.
La pubblica amministrazione può agire d'ufficio ovvero di sua iniziativa per eliminare o correggere i difetti di un proprio atto e si
parla quindi di autotutela, possono avere varie forme: 
 annullamento d'ufficio che si ha quando la dichiarazione di annullamento viene decisa dallo stesso organo che emanato
l'atto amministrativo; 
 sanatoria che elimina il vizio che lo rende illegittimo, confermando successivamente l'atto; 
 revoca che fa cessare gli effetti di un atto che non soddisfa più l’interesse pubblico e che quindi è diventato inopportuno.
I CONTRATTI DELLA PA 
La PA può stipulare anche contratti di diritto privato per perseguire i suoi fini (es. acquistare mobili da privati). È un contratto
soggetto alle norme di diritto privato e le parti si trovano sullo stesso piano.
Per stipularlo la PA deve seguire un procedimento preciso: il procedimento a evidenza pubblica.
Con questo procedimento rende note le ragioni per cui ha stipulato il contratto e così si può controllare se è stato garantito
l’interesse pubblico. Il procedimento è una procedura di gara che si conclude con un atto amministrativo di aggiudicazione della
gara stessa.
Si articola in quattro fasi:
1. DELIBERAZIONE    La deliberazione di stipulare il contratto deve essere presa con un atto amministrativo dell’organo
competente e nella delibera devono essere indicati il contenuto del contratto, le modalità di scelta del contraente, la spesa
prevista…
2. SCELTA DEL CONTRAENTE La scelta del contraente non è libera perché sono previste complesse procedure per garantire
che tale scelta sia conveniente in termini di qualità prezzo. Può avvenire con:
 ASTA PUBBLICA – È una gara a cui possono partecipare tutti i concorrenti che possiedono i requisiti fissati dal bando. Il
bando è una deliberazione dell’ente pubblico che indica l’oggetto e le regole della gara.
L'asta si svolge in quattro momenti successivi: la pubblicazione dell’avviso d’asta, l’ammissione dei concorrenti
all’incanto, lo svolgimento dell’asta e l’aggiudicazione al miglior offerente.
 LICITAZIONE PRIVATA – E'una gara di inviti riservata a un certo numero di concorrenti scelti tra quelli che presentano
determinati requisiti tecnici o finanziari. La gara si svolge fra un numero ristretto di imprese scelte dalla PA, ritenute
maggiormente idonee al contratto da stipulare e ovviamente la PA sceglierà l’offerta più conveniente.
 APPALTO-CONCORSO – Viene utilizzato per la realizzazione di opere pubbliche in cui la PA bandisce un concorso
pubblico indicando le caratteristiche dell’opera e in carica un’apposita commissione per giudicare i progetti presentati
dai concorrenti. I concorrenti presenteranno i progetti tecnici e le condizioni economiche per eseguirli.
 TRATTATIVA PRIVATA – La PA sceglie liberamente il contraente ma solo nelle ipotesi previste dalla legge deve trattare
direttamente le condizioni con una singola impresa. La PA prima raccoglie le offerte, poi sceglie l’impresa a cui affidare i
lavori senza rispettare il procedimento di evidenza pubblica. 
3. AGGIUDICAZIONE E STIPULAZIONE DEL CONTRATTO. La scelta del contraente viene formalizzata con L’aggiudicazione
che diventa definitiva solo dopo che la PA ha accertato che il contraente possiede i requisiti richiesti. Entro 60 giorni
dall’aggiudicazione definitiva si procede alla stipulazione del contratto a opera di un pubblico ufficiale delegato dalla PA.
4. APPROVAZIONE. Il contratto viene attentamente controllato dall’amministrazione interessata e diventa efficace solo
dopo l’approvazione dell’organo competente.

IL CODICE DEGLI APPALTI PUBBLICI


Un nuovo codice. La riforma della PA prevede che per i contratti di appalto aventi per oggetto l’acquisizione di servizi di
forniture, oppure l'esecuzione d'opere o di lavori, la procedura deve essere disciplinata dal Codice degli appalti pubblici del 2016.
Con il contratto di appalto la PA dà l'incarico a un’impresa di realizzare un'opera, di fornire beni o di erogare un servizio dietro un
corrispettivo in denaro.
Anche nel codice degli appalti pubblici ritroviamo le quattro fasi (deliberazione, scelta del contraente, aggiudicazione e
stipulazione del contratto e approvazione con l’introduzione di significative novità.
L’obbligo della deliberazione a contrarre. Il codice introduce l’obbligo della deliberazione a contrarre e dispone che, prima
dell’avvio delle procedure, le amministrazioni deliberino di contrarre, individuando gli elementi essenziali del contratto e i criteri
di selezione degli operatori economici e delle loro offerte.
Le procedure aperte, ristrette e negoziate. Alle modalità già esaminate si affiancano nuove procedure previste dal Cod. appalti
pubblici. Fra queste:
 le procedure aperte: in cui ogni operatore economico interessato può presentare un’offerta
 le procedure ristrette: in cui ogni operatore economico può chiedere di partecipare e in cui possono presentare
un’offerta soltanto gli operatori economici invitati dalle stazioni appaltanti con le modalità stabilite dal codice stesso.
 le procedure negoziate: in cui le stazioni appaltanti consultano gli operatori economici da loro scelti e negoziano con
uno o più di essi le condizioni dell’appalto.
L’offerta economicamente più vantaggiosa. Nella fase dell’aggiudicazione e stipulazione del contratto il Cod. appalti pubblici
introduce nuove norme a tutela dell'amministrazione aggiudicataria.
Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa diventa quello preferenziale nella scelta del contraente.
Nella fase di approvazione del contratto, il Cod. non prevede novità significative.
Inoltre, il codice introduce il principio della trasparenza, che viene resa obbligatoria per le grandi opere infrastrutturali aventi
impatto rilevante sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio.
Vengono stabilite nuove norme in materia di iscrizione  nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori, in
modo che questi non siano soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa. 

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