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LE AUTONOMIE LOCALI

AUTONOMIA E DECENTRAMENTO .................................................................................... 2


GLI ENTI AUTONOMI TERRITORIALI................................................................................. 2
LA REGIONE............................................................................................................................. 3
IL COMUNE .............................................................................................................................. 6
DALLA PROVINCIA ALLA CITTÀ METROPOLITANA ...................................................... 9
ROMA CAPITALE .................................................................................................................. 10
IL TURISMO E L’AMBIENTE
IL PROBLEMA AMBIENTE................................................................................................... 12
AMBIENTE E SVILUPPO AMBIENTALE............................................................................ 12
LA SOVRANAZIONALITÀ DEL PROBLEMA AMBIENTALE.......................................... 13
LA TUTELA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA IN ITALIA ............................................ 15
IL RAPPORTO BIUNIVOCO FRA TURISMO E AMBIENTE ............................................. 18
LE AREE NATURALI PROTETTE ........................................................................................ 19
DALLO SVILUPPO SOSTENIBILE AL TURISMO SOSTENIBILE ................................... 21
IL TURISMO NATURALISTICO ........................................................................................... 22
L’ECOTURISMO ..................................................................................................................... 23
IL TURISMO RESPONSABILE ............................................................................................. 24
LE AUTONOMIE LOCALI
(Cost: Parte II, Titolo V (114-133). Art. 5 Cost.)

AUTONOMIA E DECENTRAMENTO
LO STATO UNITARIO
Italia→ stato unitario (art 5 Cost: Italia una e indivisibile)→ non contrasta con i principi
dell’autonomia e del decentramento.
L’AUTONOMIA
Autonomia: stabilire le regole da soli.
Autonomia quando lo Stato affida il conseguimento di scopi collettivi a enti locali.
La Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali (art 5 Cost)→ diversità presenti sul
territorio→ diverse esigenze.
Stato si divide in enti autonomi territoriali (Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane)→
scelgono liberamente il proprio indirizzo politico (sono comunque sottoposti ad un controllo
statale).
LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL 2001
→ ha accentuato il principio dell’autonomia (soprattutto per le regioni), attraverso 15 nuovi
articoli al Titolo V, Parte II Cost.
IL DECENTRAMENTO
Repubblica attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento
amministrativo (art 5 Cost).
Con il decentramento: creazione di uffici locali che dipendono dall’amministrazione centrale
(non c’è autonomia)→ maggiore efficienza nell’affrontare problemi.
→ spostamento di funzioni pur mantenendo rapporti di gerarchia.

GLI ENTI AUTONOMI TERRITORIALI


REGIONI, COMUNI, PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANE
Art 114 Cost: la Repubblica è costituita da Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e
Stato.→ Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni sono enti autonomi con propri
statuti, poteri e funzioni secondo i principi prefissati dalla Costituzione.
Italia: 20 regioni (5 a statuto speciale, 15 a statuto ordinario).
Regioni comprendono: 107 province (Trento e Bolzano province autonome), 9 città
metropolitane. Province: 8000 comuni.
Enti territoriali: autonomia nell’ambito politico, normativo, amministrativo e statutario.
L’AUTONOMIA POLITICA
Gli enti autonomi territoriali attuano il proprio indirizzo politico, attraverso organi decisionali
rappresentativi votati alle elezioni amministrative.
L’AUTONOMIA NORMATIVA
Enti autonomi territoriali: emanano norme giuridiche efficaci solo nel loro territorio. Norme
diverse a seconda dell’ente che le emana:
-Regioni: leggi aventi la stessa forza di quelle ordinarie
-Province, Città metropolitane, Comuni: solo regolamenti
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
Enti autonomi territoriali: adottano atti amministrativi per concretizzare le decisioni orese
dagli organi politici locali.
L’AUTONOMIA STATUARIA
Enti autonomi territoriali: possono darsi uno statuto per regolamentare la propria
organizzazione interna.
Art 123 Cost: ciascuna Regione→ statuto che ne determina la forma di governo e i principi
fondamentali di organizzazione e funzionamento. Una volta approvato→ può essere
soggetto a un referendum regionale entro 3 mesi dalla sua pubblicazione (se ne fa richiesta
o 1/50 degli elettori della Regione o 1/5 del Consiglio regionale.
Autonomia statuaria: anche a Comuni, Province e Città metropolitane.
IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
(introdotto con la riforma del 2001)→ Stato deve intervenire solo quando gli enti autonomi
territoriali non sono in grado di farlo.
Art 118 Cost: funzioni amministrative: attribuite ai Comuni, salvo che, per assicurarne
l’esercizio unitario, siano conferite agli altri enti autonomi territoriali, sulla base del principio
di sussidiarietà.
→ più poteri amministrativi alle autonomie locali e soprattutto ai Comuni perché è l’ente più
vicino ai cittadini.
E L’AUTONOMIA FISCALE?
Per essere autonomi dovrebbero essere autosufficienti economicamente, ma gli enti
territoriali non hanno una completa autonomia fiscale.
Art 119 Cost: Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni hanno autonomia finanziaria
di entrata e di spesa.
Enti locali possono stabilire e applicare tributi propri.
Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati enti per
promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale e rimuovere gli
squilibri economici e sociali.

LA REGIONE
LA PREVALENZA DELLA REGIONE
Riforma 2001: conferma il ruolo di prevalenza della Regione rispetto agli altri enti aut terr. La
riforma mantiene la distinzione tra regioni a statuto speciale e regioni a statuto ordinario.
LE REGIONI A STATUTO SPECIALE
Art 116 Cost: Regioni a statuto speciale (…): forme e condizioni speciali di autonomia secondo
i rispettivi statuti adottati con legge costituzionale (perché possono derogare alle norme
stabilite dalla Costituzione per le Regioni ordinarie).
Del dopoguerra: unica soluzione per le regioni.
- Caratteristiche: geografiche ed etniche.
- Hanno competenze legislative più ampie rispetto alle Regioni ordinarie (stabilito dagli
statuti). In caso di contrasto: legge Regione speciale prevale sulla legislazione ordinaria.
LE REGIONI A STATUTO ORDINARIO
Statuti: adottati con leggi regionali.
Art 123 Cost: Statuto: approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a
maggioranza assoluta, con 2 deliberazioni successive adottare a intervallo non minore di 2
mesi.
L’ORDINAMENTO REGIONALE
Ordinamento regionale: Presidente della Giunta regionale, Giunta regionale, Consiglio
regionale.
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE (o Governatore)
È a capo della Regione→ eletto a suffragio universale e diretto dai cittadini maggiorenni che
risiedono nella Regione→ durata: 5 anni (eccetto Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige).
Compiti:
- nominare e revocare gli assessori della Giunta
- dirigere la politica della Giunta
- promulgare leggi regionali e emanare regolamenti regionale
- dirigere funzioni amministrative delegate dallo Stato alle Regioni
Art 126 Cost: l’impedimento permanente, morte o dimissioni volontarie del Governatore
comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio.
LA GIUNTA REGIONALE (nominata dal Presidente della Giunta)
→ organo esecutivo della Regione.
- Composta da numero variabile di assessori (ognuno dirige un settore dell’amministrazione
regionale.
Poteri:
- deliberare ed attuare l’indirizzo politico della Regione
- esercitare iniziativa legislativa sulle leggi regionali
- gestire e dirigere l’apparato burocratico regionale
- garantire attuazione leggi regionali approvate dal Consiglio.
IL CONSIGLIO REGIONALE
→ organo legislativo della Regione.
→ eletto insieme al Presidente della Regione con premio maggioritario alla coalizione
collegata con il Presidente→ sicura maggioranza in Consiglio.
- Numero variabile di consiglieri regionali (da 30 a 80)
- Incompatibilità: non possono anche essere parlamentari.
- Insindacabilità art 122 Cost: consiglieri NON possono essere chiamati a rispondere delle
opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. MA non godono
dell’immunità.
Organizzazione interna (analoga a quella del Parlamento)→ divisione in commissioni (ma non
possono approvare leggi regionali) e ripartizione in gruppi (riuniscono consiglieri aderenti ai
vari partiti).
Poteri:
- approvare leggi regionali
- approvare e modificare lo statuto
- provocare dimissioni del Presidente della Regione→ maggioranza assoluta: mozione di
sfiducia.
LE FUNZIONI DELLA REGIONE
Partecipazione ad atti dello Stato, funzione legislativa, funzione amministrativa.
1. LA PARTECIPAZIONE AD ATTI DELLO STATO
→ limitata dalla Costituzione:
- Art 121 Cost: Consiglio regionale può fare proposte di legge alle Camere
- Art 83 Cost: all’elezione del Presidente della Repubblica partecipano 3 delegati per ogni
Regione eletti dal Consiglio regionale (Valle d’Aosta: solo 1).
- 5 Consigli regionali possono richiedere referendum sia abrogativo sia confermativo.
- Art 132 Cost: Consigli regionali devono essere sentiti per disporre la fusione di Regioni
esistenti o creazione di nuove + quando si vuole consentire che i Comuni che ne abbiano
fatto richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra.
2. LA FUNZIONE LEGISLATIVA
Regione: unico ente autonomo che può esercitare il potere legislativo.
Art 117 Cost: potestà legislativa: esercitata da Stato e Regioni nel rispetto della Costituzione e
dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Si distingue fra:
- legislazione esclusiva affidata allo Stato
- legislazione concorrente affidata alle Regioni
- legislazione sussidiaria delle Regioni
>LA LEGISLAZIONE ESCLUSIVA DELLO STATO
→ quando solo le leggi ordinarie possono regolare determinate materie.
Lo Stato ha la competenza esclusiva nelle materie di maggiore importanza (politica estera,
immigrazione, difesa, rapporti con confessioni religiose, giustizia, tutela ambiente etc).
>LA LEGISLAZIONE CONCORRENTE
→ Regioni possono approvare leggi in determinate materie, ma devono seguire i principi
generali dello Stato.
- Materie: rapporti internazionali e con l’UE delle Regioni, commercio con l’estero, tutela
salute, valorizzazione beni culturali e ambientali, protezione civile etc.
>LA LEGISLAZIONE SUSSIDIARIA DELLE REGIONI
→ Regioni possono approvare leggi in tutte le materie non riservate allo Stato.
Art 117 Cost: spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento a ogni materia non
espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Regioni possono intervenire nel processo legislativo dell’UE se le norme comunitarie trattano
materie di competenza regionale.
IL REFERENDUM REGIONALE
Riforma 2001: ribadisce possibilità di effettuare referendum regionale→ può riguardare leggi
e provvedimenti amministrativi della Regione + deve essere regolamentato dallo statuto.
LA FORMAZIONE DELLE LEGGI REGIONALI
→ simile al procedimento della legge ordinaria:
- iniziativa→ può essere esercitata da ogni consigliere regionale o dalla Giunta regionale
- approvazione: in aula del Consiglio regionale, dopo l’esame di una commissione regionale
competente in materia
- promulgazione del Presidente della Regione
- pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione
- entrata in vigore con vacatio legis
3. LA FUNZIONE AMMINISTRATIVA
Per attuare quanto disposto dalle leggi regionali: ogni Regione adotta i necessari atti
amministrativi.
Art 118 Cost: la legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni.
IL CONTROLLO STATALE...
Lo Stato controlla sia gli atti regionali che gli organi regionali.
>SUGLI ATTI
Art 127 Cost: sia Governo sia Regioni: potere di promuovere la questione di legittimità
costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale in caso di presunto eccesso di competenza da
parte dell’altro organo.
>SUGLI ORGANI
Art 126 Cost: con decreto motivato del Presidente della Repubblica è possibile rimuovere il
Presidente della Regione e sciogliere il Consiglio regionale se tali organi hanno compiuto atti
contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge.
LO STATO REGIONALE
Con fascismo: stato accentrato→ autoritario.
Costituzione: Stato regionale→ Regioni: importante ruolo politico grazie ai loro poteri
(aumentati dalla riforma del 2001).
Stato regionale:
- favorisce pluralismo (Regione agisce in base alle sue esigenze)
- garantisce maggiore efficienza all’azione politica (organi regionali risolvono più
velocemente i problemi delle diverse realtà territoriali.
NON è Stato federale perché:
- è lo Stato che istituisce le Regioni
- lo Stato riconosce ma limita il potere legislativo alle Regioni
- Stato: controllo sulle Regioni (fino a scioglimento Consigli e rimozione Presidente)
- Regioni non dispongono di forze di polizia.

IL COMUNE
L’AUTONOMIA COMUNALE
L’autonomia comunale ha origine nel Medioevo, quando le città cominciarono a darsi
ordinamenti autonomi, per contrapporsi al potere dell’Imperatore e dei signori feudali. I
Comuni italiani sono molto diversi, perché accanto a Comuni piccolissimi (quelli con meno di
5000 abitanti rappresentano i 2/3 del totale), si trovano Comuni di grandi dimensioni che
devono amministrare milioni di persone.
LO STATUTO COMUNALE
Come si è visto, i Comuni sono liberi di adottare un proprio statuto, per regolamentare
l’organizzazione interna a seconda delle diverse esigenze locali. Lo statuto può:
- organizzare l’ordinamento degli uffici comunali;
- specificare le competenze degli organi comunali;
- decidere le forme per agevolare la partecipazione popolare all’attività del Comune;
- facilitare l’accesso dei cittadini agli atti dell’amministrazione comunale.
L’ORDINAMENTO COMUNALE
Gli organi del Comune sono il Sindaco, la Giunta comunale e il Consiglio comunale.
L’ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO...
Una legge del 1993 ha introdotto l’elezione diretta del Sindaco. Il sistema elettorale prevede
differenze a seconda che la popolazione del Comune superi o meno i 15 000 abitanti.
...NEI COMUNI MAGGIORI...
Nei Comuni che superano i 15 000 abitanti il Sindaco viene eletto dai cittadini col sistema
maggioritario a doppio turno con ballottaggio. Ogni candidato alla carica di Sindaco è
collegato a una lista di candidati al Consiglio comunale; gli elettori hanno a disposizione due
voti: uno per il Sindaco e uno per il Consiglio comunale. È infatti possibile il cosiddetto «voto
disgiunto»: un elettore può votare il candidato Sindaco Mario Rossi e una lista per il Consiglio
comunale che appoggia invece il candidato Sindaco Marco Bianchi. Al primo turno viene
eletto Sindaco il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi. Se nessun
candidato raggiunge la maggioranza assoluta, dopo due settimane si procede a una nuova
votazione fra i due candidati più votati (ballottaggio): al secondo turno viene eletto Sindaco
chi ottiene la maggioranza relativa dei voti. Questo sistema elettorale tende a favorire
l’aggregazione dei partiti, perché presentare un candidato che non abbia possibilità di
diventare Sindaco è inutile nel primo turno e impossibile nell’eventuale secondo turno.
L’attribuzione dei seggi del Consiglio comunale viene effettuata successivamente all’elezione
del Sindaco (al termine del primo o del secondo turno). I seggi del Consiglio comunale
vengono assegnati utilizzando un sistema maggioritario corretto: alla lista collegata al
Sindaco eletto viene assegnato il 60% dei seggi, mentre le altre liste si suddividono il restante
40% dei seggi col metodo proporzionale.
...NEI COMUNI MINORI
Nei Comuni con meno di 15 000 abitanti il Sindaco viene eletto dai cittadini col sistema
maggioritario. Ogni candidato alla carica di Sindaco si presenta insieme a una lista di
candidati al Consiglio comunale. L’elettore deve dare un voto unico al Sindaco e alla lista
collegata: viene eletto Sindaco chi ottiene la maggioranza relativa dei voti.
Lista sindaco eletto: 2/3 dei seggi in Consiglio comunale.
DALLA PROVINCIA ALLA CITTÀ METROPOLITANA
ROMA CAPITALE
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