(finanza pubblica: insieme degli strumenti attraverso i quali lo Stato ottiene mezzi finanziari necessari per sostenere le spese pubbliche). La pubblica amministrazione deve disporre di beni per conseguire i pubblici interessi -> un bene in particolare è il denaro, acquisito tramite la riscossione di tributi (=somme di denaro che le persone sono tenute a corrispondere, in ragione della loro capacità contributiva). La pubblica amministrazione necessita anche di beni pubblici strumentali, sia immobili che mobili, che non sono sempre di proprietà dell’ente. Ci sono anche beni di pubblica necessità o utilità che sono già idonei a soddisfare esigenze di sicurezza e di benessere della collettività (es. porti o spiagge). - Beni demaniali: possono appartenere solo allo Stato e sono “demanio necessario” (es. il lido del mare, la spiaggia, i porti, i fiumi, i laghi, le falde acquifere). Strade, autostrade, acquedotti, cimiteri, mercati comunali sono demaniali solo quelli che appartengono allo Stato = demanio eventuale. Tutti i beni demaniali sono inalienabili = non possono essere venduti, acquistati e su di essi non si possono costituire dei diritti -> per alcuni invece, ciascuno ha un diritto d’uso: es. concessioni per le strade o piazze. - Beni patrimoniali indisponibili: i beni destinati ad un pubblico servizio, es. miniere, caserme, aeri militari e da guerra, aeree archeologiche. Del patrimonio indisponibile delle Regioni fanno parte foreste, acque minerali e termali, le cave. Questi beni (a differente di quelli demaniali) non sono sottratti alle regole comuni del Codice civile. - Beni patrimoniali disponibili: tutti gli altri beni di proprietà dell’amministrazione, es. denaro, crediti, azioni, immobili -> ogni bene non destinato al pubblico servizio. Questi beni sono soggetti a regole comuni del Codice civile e l’amministrazione dispone di essi con negozi di diritto privato, non provvedimenti amministrativi. La pubblica amministrazione ha titolo di proprietà, non sono beni pubblici. Un bene demaniale può diventare bene patrimoniale disponibile. ➔ “federalismo demaniale”: processo di devoluzione dei beni statali a Comuni, Provincie, Città metropolitane e Regioni che “devono avere un proprio patrimonio”. Es. i beni del demanio marittimo e idrico vengono trasferiti alle Regioni, i laghi minori ed alcune miniere alle Province. Alcuni dei beni trasferiti mantengono le condizioni di beni demaniali, mentre altri passano nel patrimonio disponibile. L’acquisizione dei beni: I contratti. Alcuni beni sono originariamente pubblici e non c’è bisogno di acquisirli. L’amministrazione può acquisire un bene immobile anche senza il consenso del proprietario, nel momento in cui è necessario per l’esecuzione di opere di pubblica utilità -> “espropriazione”. (i beni mobili non possono venire espropriati, al massimo l’amministrazione può farne uso temporaneamente tramite “requisizione” in caso di grave e urgente necessità). Il problema sta nel misurare “l’indennità” che il proprietario espropriato deve ricevere in cambio del bene che gli è stato tolto. In generale l’amministrazione acquisisce i beni attraverso contratti di diritto privato: all’inizio fa un atto amministrativo (contenente la decisione di concludere il contratto) e deve scegliere il contraente tramite “gare pubbliche” (ad eccezione di contratti con basso valore = “contratti di economato”): - Asta pubblica= chiunque può farne parte tramite un’offerta che corrisponde ai requisiti fissati dal bando di gara (che contiene oggetto e regole); l’offerta più vantaggiosa vince la gara e viene fatta “l’aggiudicazione”, con la quale il contratto è concluso, anche se verrà formalmente stipulato dalle parti. Oggi è più rara rispetto al passato. - Licitazione privata= possono partecipare solo ditte invitate dall’amministrazione. Per gare importanti, il bando deve essere pubblico così le ditte possono chiedere di essere invitate. Questa può essere utilizzata quando non sia stata prescritta un’asta pubblica. - Appalto concorso= l’amministrazione da ai concorrenti il compito di definire il progetto che si deve realizzare (di solito un’opera pubblica), e vince quello migliore a livello economico e progettuale. Il bando di gara deve essere pubblico. Trattativa privata: quando si tratta di comprare un determinato bene (es. un quadro) o quando la gara pubblica è stata fatta ma nessuno ha partecipato -> la pubblica amministrazione può scegliere il contraente in modo libero. Dovrebbe essere eccezionale ma è molto frequente; si crea sempre una gara (ci sono offerte che vengono valutate) definita “ufficiosa” che è simile ad una “gara pubblica” ma con garanzie ridotte. Incidenza della normativa europea: la disciplina dei contratti dell’amministrazione nei 3 settori fondamentali (lavori pubblici, forniture e servizi) è contenuta in atti nazionali di recepimento di quanto disposto da direttive comunitarie, quindi è comune a tutti i paesi membri dell’Unione. La disciplina europea è prevista per i contratti che superano un certo importo ma è anche modello per tutti gli altri contratti. Essa stabilisce un criterio di “offerta economicamente più vantaggiosa” (prezzo, qualità, valore tecnico e servizio postvendita) per le gare pubbliche, così si introducono fattori valutativi e il vincitore non è individuato con criteri matematici. ➔ Direttiva sui ricorsi in materia di lavori pubblici: contro le illegittimità compiute dalle amministrazioni aggiudicatrici, la normativa prevede che gli Stati devono assicurare alle imprese danneggiate il risarcimento dei danni subiti. Principi della Costituzione relativamente agli obblighi. Art.23 della Costituzione: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge (principio della riserva di legge, secondo il quale degli obblighi di tipo patrimoniale e personale, possono solo essere imposti per legge -> una tassa non può essere stabilita, per esempio, da un consiglio comunale). Questo principio si è affermato durante la costituzione dello stato di diritto perché si voleva limitare il potere del re di imporre tasse e quindi si decise di legittimare l’unico organo che è direttamente eletto dal popolo, a decidere sulle tasse e sugli organi tributari. L’articolo 23 parla anche di prestazione personale: obbligo non tributario, ad esempio servizio miliare. Ci vuole sempre una legge. ➔ Tassa: tributo pagato per una specifica attività dell’amministrazione (es. tasse scolastiche, tasse sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani).≠ imposta: tributo dovuto per il fatto che il soggetto si trova in una certa situazione rivelatrice di capacità contributiva prevista dalla legge. - Imposta indiretta: non colpiscono la ricchezza ma solo alcuni atti che indirettamente la rivelano (es. imposta sul valore aggiunto = IVA, imposta municipale unica=IMU); - Imposta diretta: colpiscono direttamente la ricchezza delle persone -> sono progressive: maggiori in percentuale di quanto maggiore è la ricchezza (es. IRPEF= imposta sul reddito delle persone fisiche). ➔ Contributo speciale: un soggetto deve pagare una somma di denaro per un’attività dell’amministrazione compiuta nell’interesse generale, dalla quale però egli ricava un vantaggio particolare (es. allargamento della strada pubblica avanti casa). Art. 53: tutti devono concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema è progressivo, non proporzionale. Per questo motivo il reddito dei cittadini è diviso in scaglioni, in base a quanto una persona guadagna. Principio della progressività. ➔ Imposizione fiscale: accentrata (di solito quella dei sistemi statali) o decentrata. Art. 119: principio del federalismo fiscale -> divisione del territorio italiano in regioni ed enti locali. I comuni, le provincie, le città metropolitane e le regioni hanno risorse autonome, quindi decidono quali tasse imporre e come spenderle. Posizione molto decentrata dove gli enti locali possono autofinanziarsi con propri tributi o in cui hanno garantito il trasferimento di quote predeterminate di tributi da parte dello stato. ➔ MA gli enti locali non possono emanare leggi, quindi, non possono stabilire nuovi tributi. C’è una limitazione nelle capacità di autofinanziarsi. Lo stato e gli enti locali possono prendere denaro attraverso dei prestiti. In questo caso avremo una scelta di breve periodo, in quanto lo stato prende soldi ora ma dovrà renderli nel futuro con un interesse annuale. Controversie tributarie: sottoposte a “commissioni tributarie”, divise in provinciali e regionali. Le Commissioni regionali giudicano in grado di appello contro le decisioni delle Commissioni provinciali e contro la decisione di appello è dato ricorso alla Corte di cassazione. Il debito pubblico: lo stato può farsi prestare denaro dai privati emettendo o vendendo buoni/certificati di credito del Tesoro -> pagamento di un interesse annuale competitivo rispetto ad altri impieghi del denaro. Condizioni vertiginose nel 1980-1990 in Italia, ma sono state adottate misure solo nel ’90 anche per rientrare nei criteri posti dall’Unione europea per partecipare alla moneta unica. Bilancio dello stato Nel 1800, durante lo Statuto Albertino, si era al corrente dell’importanza delle leggi riguardanti il pubblico tesoro, quindi quelle che stabiliscono i bilanci dello stato - > Cavour. Dal 1861 in poi, nella prima parte del Regno d’Italia, si cerca di far affermare il principio di pareggio di bilancio, in senso materiale in quanto prima non c’era una Costituzione. Dal 1864 al 1875 Quintino Sella (allora ministro delle finanze) adottò dei provvedimenti per creare un sistema impositivo unico e per risanare il deficit di cassa provocato dalle guerre di indipendenza e dagli investimenti nelle infrastrutture. L’ampliamento dei servizi pubblici crea il problema dei costi e quindi l’obbligo di tenerli sotto controllo. Ci sono poi state varie guerre. Come viene disciplinato il bilancio dello stato dal 1948 (costituzione repubblicana) fino al 2012. Nella costituzione del 1948, il bilancio dello stato è un documento contabile approvato dal Parlamento che autorizza le spese e la riscossione delle entrate, necessarie ad attuare le scelte politiche del Governo. Nell’articolo 81, modificato nel 2012, si stabilisce la distribuzione di spese/entrate tra i diversi settori della pubblica amministrazione. Questo bilancio è approvato con legge ogni anno, è misto di competenza e di cassa, preventivo, e autorizza gli organi statali a riscuotere le entrate e disporre le spese. C’è un rendiconto: consuntivo annuale con il controllo della Corte dei conti stabilito dal primo comma dell’articolo 81. Il vecchio testo dell’articolo 81 (impostato secondo il pensiero liberale): ogni anno le Camere approvano i bilanci e il rendiconto consultivo presentati dal governo; l’esercizio provvisorio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a 4 mesi. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese (il bilancio riflette le spese che sono previste nelle diverse leggi). Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese (rispetto a quelle previste dalle leggi in vigore) deve indicare i mezzi per farvi fronte. Il nuovo testo dell’articolo 81: (1) lo Stato assicura l’equilibrio tra entrate e spese del proprio bilancio, considerando le fasi avverse e favorevoli del ciclo economico. (2) Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e con l’autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. (3) Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. (4) Ogni anno le Camere approvano con una legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. (5) l’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a 4 mesi. (6) il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri che assicurano l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dai componenti di ciascuna camera nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale. (((dal sistema costituzionale dal 1948 al 2012: il bilancio può stabilire nuovi tributi o nuove spese, le entrate e le spese autorizzate erano quelle derivanti dalle leggi in vigore. Con il quarto comma dell’articolo 81 Applicazione dell’articolo 81 fino al 2012: Luigi Einaudi (Governatore della Banca d’Italia, Ministro del Bilancio nei primi anni della Costituzione e Presidente della repubblica italiana) pensava che il principio della copertura finanziaria delle leggi avesse costituzionalizzato il principio del pareggio di bilancio -> meccanismo che ogni spesa dovesse trovare una corrispondente entrata tributaria ovvero un’identica riduzione della spesa precedentemente deliberata. Ultimi 40 anni: questa norma è stata interpretata/applicata in modo diverso-> essa permette che i mezzi per far fronte alle nuove spese possano essere reperiti anche sul mercato, attraverso l’emissione dei titoli di debito pubblico. Grafico: il debito pubblico italiano dall’unità a oggi in percentuale del Pil. In seguito alla prima e alla Seconda guerra mondiale, ci fu un’impennata della spesa, e nella Seconda guerra mondiale c’è stata una riduzione del debito pubblico. Dagli anni 60 l’andamento del debito pubblico è sano fino al 1982: Ciampi, il governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della repubblica, aveva messo in guardia l’innalzamento del debito pubblico. Infatti, nell’82 furono introdotti sistemi di intervento pubblico che comportano nel presente e nel futuro, spese incompatibili con le più ottimistiche previsioni di crescita. Promettendo la distribuzione di un reddito con prodotto non producibile in tempi brevi. Alta inflazione (17%) che divorò il potere d’acquisto di stipendi, risparmi e pensioni. I tassi d’interesse all’inizio dell’anno superano il 25%. Lo spread tra i decennali italiani e quelli della Repubblica federale tedesca tocca un record inimmaginabile di 1175 punti base. Questa vetta non fu mai più raggiunta, neanche durante Tangentopoli e la crisi della lira (769 punti base), o nella crisi del debito sovrano del 2011 che costò il posto a Berlusconi e spianò la strada a Monti (574 punti base). Esplosione del debito pubblico: dal 1983 al 1990. Le parole di Ciampi non vengono considerate e i governi italiani che si succedono continuando a mantenere saldi primari negativi, al limite dell’indecenza (si sfiora il 15%) sorvolando sulla disciplina di bilancio. In questi anni il debito decolla, anche perché con un’inflazione che non scende sotto il 10% fino al 1985, per trovare acquirenti di BoT e BTp il tasso medio dei nostri titoli di stato resta sempre a doppia cifra. Nel 1980 il debito era appena sotto il 60%, 10 anni dopo è arrivato al 100% del PIL. (grafico: Rapporto percentuale debito/Pil nella storia dei vari governi.) La legge finanziaria: creata nel 1978 e approvata precedentemente alla legge di bilancio. Le legge finanziaria riassumeva le modifiche alle entrate e alle spese delle leggi e fu introdotta per tenere sotto controllo la spesa, fissando annualmente l’entità del disavanzo e un tetto all’indebitamento. Tuttavia, in sede di approvazione parlamentare, la Finanziaria è sempre stata oggetto di “assalto alla diligenza” di emendamenti che gonfiano in modo esagerato la spesa pubblica. -> il sistema non è sostenibile ed è soggetto ad attacchi speculativi da parte di stranieri. Ciò diventa chiaro con l’Unione monetaria europea. I cambiamenti in Europa (Comunità europea) Atti che hanno influito molto sulla capacità di finanziamento di alcuni stati. 1) Trattato di Maastricht: adesione alla zona Euro -> possibile solo per i paesi con una situazione finanziaria positiva e margini di sostenibilità buoni. Parametri di convergenza: disavanzo attuale non superiore al 2% del PIL e debito pubblico non superiore al 60% del PIL. L’Italia non era in regola. Questo trattato prevedeva questo parametri solo per adottare l’euro ma non come condizione per rimanervi. Per questo, su iniziativa della Germania, si introduce il seguente patto. 2) Patto di stabilità e di crescita: ogni membro deve raggiungere e mantenere il proprio obbiettivo a medio termine oppure attuare un percorso di avvicinamento verso questo obbiettivo, definito in termini strutturali e non nominali -> si tratta di calcolare come il saldo del conto economico delle amministrazioni pubbliche corretto per l’impatto previsto del ciclo economico (saldo corrente per il ciclo) e al nesso delle misure una tantum. OMT (o MTO =medium term objective) per l’Italia è il pareggio di bilancio. 3) Fiscal compact: stipulato dai paesi EU nel marzo 2012 in seguito alla crisi del debito sovrano. Vantaggio per l’Italia-> prova della buona volontà di diminuire il debito pubblico. Impone il pareggio di bilancio sancito possibilmente in Costituzione -> modifica dell’articolo 81. Germania -> riforma costituzionale del 2009 + Francia e Spagna: riforma costituzionale del 2011. Legge costituzionale n.1 del 2012 Il testo viene mantenuto se non per la frase Resta il principio di copertura finanziaria per le nuove leggi. E si prevede 3 modifiche. ➔ Principio di equilibrio di bilancio tenendo conto di fasi avverse e fasi favorevoli. ➔ Si prevede che l’indebitamento ha bisogno di un voto del parlamento a maggioranza assoluta dei componenti delle due camere (al verificarsi di eventi eccezionali). ➔ L’ultimo comma stabilisce i principi della legge di bilancio: tutte queste norme sul concetto di equilibrio tra entrate e spese sono stabilite con una legge che deve essere approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera nel rispetto dei principi della legge costituzionale. Legge 243 del 2012: “legge rinforzata” -> l’equilibrio dei bilanci si considera quando il saldo strutturale (saldo tra entrate/spese calcolato alla luce dell’andamento del ciclo economico) calcolato nel primo semestre dell’esercizio successivo al quale di riferisce, soddisfa almeno una di queste condizioni: - È almeno pari all’obbiettivo di medio termine; - Assicura il rispetto del percorso di avvicinamento all’obbiettivo di medio termine, ovvero evidenzia uno scostamento non significativo. Struttura del bilancio (legge 23 del 2012): Parte 1 = modifiche sostanziali alle leggi vigenti di entrata e di spesa. Disposizioni rivolte a realizzare gli obbiettivi indicati dai documenti di programmazione economica e finanziaria. Parte 2= stati di previsione di spesa distinti in base al singolo Ministero. L’approvazione di questa legge è il momento finale di un ciclo unico di programmazione finanziaria. ➔ Previsioni Questa legge prevede anche un ufficio parlamentare per il bilancio, che vigila sull’andamento della finanza pubblica ed è nominato dai Presidenti delle Camere. (il vincolo di equilibrio riguarda solo la competenza e non il bilancio di cassa + lo stato non deve garantire il trasferimento di fondi a Regioni ed enti locali ricavati da indebitamento pubblico. Lo stato stabilisce con la legge le modalità, ogni volta che questa possibilità di verifica). Modifiche: il nuovo articolo non entra in vigore subito, ma solo dall’esercizio finanziario del 2014. La legge finanziaria è trasformata in legge di stabilità (approvata immediatamente prima del bilancio) poi in legge di bilancio (approvata dal Parlamento). Questa legge diventa sostanziale e non formale: si può quindi modificare le leggi vigenti e stabilisce il tetto massimo dell’indebitamento pubblico. Es. nel 2020, l’importo massimo di emissione di titoli pubblici italiani in Italia e all’estero, al netto di quelli da rimborsare e di quelli per regolazioni debitorie, è stabilito per l’anno 2020 in 58.000 milioni di euro. Oltre all’articolo 81, con la legge del 2012 sono stati modificati altri articoli della costituzione. ➔ Art. 97 sulla pubblica amministrazione -> nuovo testo dove ci si assicura che il nuovo principio viene riconosciuto da tutte le pubbliche amministrazioni. ➔ Art. 117 lo stato assume una competenza particolare riguardo l’armonizzazione dei bilanci pubblici (sono più trasparenti). ➔ Art. 119 relativo a comuni, provincie, città metropolitane e regioni che hanno un’autonomia finanziaria di entrata e di spesa NEL RISPETTO DEI RELATIVI BILANCI E CONCORRONO AD ASSICURARE L’OSSERVANZA DEI VINCOLI ECONOMICI E FINANZIARI CHE DERIVANO DALL’UE. Lo stato assume maggior potere per garantire l’osservanza degli articoli di bilancio. Il nuovo testo dell’articolo 81 della Costituzione non prevede il pareggio di bilancio, bensì “equilibrio tra entrate e spese tenendo contro delle fasi avverse/ favorevoli del ciclo economico”. Ricorso all’indebitamento: possibile solo se 1) È a fine di considerare gli effetti del ciclo economico (necessità di adottare politiche anticicliche-> se il ciclo è sfavorevole aumentano le spese per alcuni automatismi quindi si può ricorrere all’indebitamento). 2) Ci sono eventi eccezionali, i quali sono fondamentalmente le forti recessioni economiche, le crisi finanziarie e le gravi calamità naturali (in questo caso occorre la previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti). Procedura di adozione del bilancio: programmazione delineato da una legge del 2009 che poi è stata modificata nel 2016 per adeguarla ai passaggi che ci sono nell’Unione Europea. Abbiamo infatti la Commissione e il Consiglio che svolgono una funziona importante. 1) All’inizio dell’anno il Governo presenta alle camere il DEF entro il 10 aprile. Questo documento di economia e finanza è un programma di stabilità: vincoli derivanti dall’Unione europea e ne attesta l’osservanza. Si tratta di un documento di analisi e tendenze della finanza pubblica e un Programma nazionale di riforma (PNR). Il programma di stabilità e il PNR sono trasmessi alla Commissione europea e al Consiglio -> Semestre europeo. 2) Entro il 20 settembre di ogni anno, il Governo presenta la nota di aggiornamento del DEF alle Camere: NADEF -> adeguamento della manovra finanziaria al diverso andamento delle grandezze macroeconomiche rispetto ad aprile. Recepimento delle raccomandazioni del Consiglio europeo (semestre europeo). 3) Entro il 20 ottobre il Governo presenta al Parlamento il disegno di legge di bilancio (DLB), che sostituisce la vecchia legge di stabilità, è predisposta su base annuale e pluriennale, è legge sostanziale (può modificare una legge vigente). È inoltre predisposta in termini di competenza (crediti: somme che matureranno nel periodo considerato, impegni di spesa che si consente/ha il diritto di assumere e l’obbligo di spendere) e di cassa (somme che saranno effettivamente incassate anche se il titolo di credito è maturato in un periodo precedente; spese che si autorizza a pagare sulla base di impegni presi in periodi precedenti) 2 sezioni -> modifiche legislative + variazioni di entrata e spesa non determinate da modifiche legislative e importo massimo di emissioni di titoli di Stato. Entro il 31 dicembre il parlamento approva la legge di bilancio: spese articolate in programmi definiti come aggregati. ➔ Il bilancio è in equilibrio se le disposizioni legislative riguardo entrata e spesa corrispondono nella dimensione quantitativa -> ogni legge di spesa deve assicurare una copertura finanziaria che può consistere nell’uso di somme già previste dal bilancio o nelle previsione di nuove entrate. ➔ Esercizio provvisorio: possibilità che il Governo amministri in base al bilancio non ancora approvato; il Parlamento lo concede al Governo con un’apposita legge e la sua durata non può essere superiore a 4 mesi. Principio di integrità: le spese devono essere previste in base a spese di riscossione. Principio di universalità. Principio di unità. È possibile che ci siano dei residui, quindi questi vengono introdotti con una legge di assestamento delle previsioni di bilancio, presentata entro il 30 giugno dal Governo alle Camere sulla base dei residui accertati per l’esercizio precedente. Leggi collegate alla manovra di finanza pubblica, presentate entro il mese di gennaio e indicate nel DEF. Rendiconto generale: approvato con legge di controllo sulla regolarità della spesa. Il Parlamento può servirsi della relazione di accompagnamento della Corte dei conti (giudizio di parificazione) -> DLR: disegno di legge di rendiconto. Il semestre europeo Fu introdotto nel gennaio 2011 per coordinare ex ante (prima che il bilancio venga approvato) le politiche economiche dei paesi membri dell’UE. È un insieme di documenti, adempimenti e procedure volti ad assicurare il coordinamento e la sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio dei paesi membri della zona euro e dell’Unione Europea. Queste attività, necessarie a mantenere le condizioni di stabilità economica e finanziaria da cui dipende il funzionamento dell’area valutaria, sono poste in essere (attuate) dal Consiglio dell’UE su impulso della Commissione. Fasi del semestre europeo: Il semestre si sviluppa nella prima metà di ciascun anno di riferimento, quando la politica economica di bilancio degli stati membri si trova ancora in una fase di programmazione ed è quindi possibile indirizzarne i contenuti e gli strumenti al fine di garantire la coerenza delle decisioni assunte a livello nazionale con gli obbiettivi fissati dall’Unione. 1) Novembre-dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento: analisi della situazione economica e di finanza pubblica dell’Unione europea, della zona euro e degli Stati membri. 2) Gennaio- marzo: discussione e adozione di indirizzi di politica economica e di bilancio a livello europeo. 3) Aprile-giugno: si delineano gli obbiettivi e le politiche specifiche di ciascun paese. Negli ultimi 6 mesi dell’anno (luglio-dicembre) si sviluppa invece il “semestre nazionale”, in cui ciascun paese attua le politiche programmate all’esito del dialogo con le istituzioni europee. I bilanci sono quindi sottoposti ad approvazione, secondo le procedure nazionali, entro fine anno. Obbiettivi e politiche specifiche per l’Italia: ➔ Miglioramento del sistema sanitario e del coordinamento tra autorità nazionali e regionali; ➔ Fornire redditi sostitutivi e accesso al sistema di protezione sociale; ➔ Effettiva attuazione delle misure per fornire liquidità all’economia reale (con attenzione alle piccole e medie imprese, alle imprese innovative e ai lavoratori autonomi) ed evitare ritardi nei pagamenti; ➔ Migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica amministrazione. 2020: il Recovery Pact (si allinea con la procedura dello European Semester) Gli stati membri sono incoraggiati a presentare programmi nazionali di riforma e piani di recupero e di resilienza (Recovery pact) in un unico documento integrato a novembre. (Sulla base del piano italiano) avremo una panoramica delle riforme e investimenti che gli stati membri intraprenderanno in linea con gli obbiettivi dello strumento. Valutazioni della Commissione sulla sostanza dei piani di recupero e di resilienza → Questi documenti sostituiranno le relazioni dei paesi del semestre europeo nel 2021.