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25 Novembre 2020

Principi di finanza pubblica


(finanza pubblica: insieme degli strumenti attraverso i quali lo Stato ottiene mezzi finanziari
necessari per sostenere le spese pubbliche).
La pubblica amministrazione deve disporre di beni per conseguire i pubblici interessi -> un bene in
particolare è il denaro, acquisito tramite la riscossione di tributi (=somme di denaro che le persone
sono tenute a corrispondere, in ragione della loro capacità contributiva). La pubblica amministrazione
necessita anche di beni pubblici strumentali, sia immobili che mobili, che non sono sempre di
proprietà dell’ente. Ci sono anche beni di pubblica necessità o utilità che sono già idonei a soddisfare
esigenze di sicurezza e di benessere della collettività (es. porti o spiagge).
- Beni demaniali: possono appartenere solo allo Stato e sono “demanio necessario” (es. il lido del
mare, la spiaggia, i porti, i fiumi, i laghi, le falde acquifere). Strade, autostrade, acquedotti,
cimiteri, mercati comunali sono demaniali solo quelli che appartengono allo Stato = demanio
eventuale.
Tutti i beni demaniali sono inalienabili = non possono essere venduti, acquistati e su di essi
non si possono costituire dei diritti -> per alcuni invece, ciascuno ha un diritto d’uso: es.
concessioni per le strade o piazze.
- Beni patrimoniali indisponibili: i beni destinati ad un pubblico servizio, es. miniere, caserme,
aeri militari e da guerra, aeree archeologiche. Del patrimonio indisponibile delle Regioni fanno
parte foreste, acque minerali e termali, le cave. Questi beni (a differente di quelli demaniali)
non sono sottratti alle regole comuni del Codice civile.
- Beni patrimoniali disponibili: tutti gli altri beni di proprietà dell’amministrazione, es. denaro,
crediti, azioni, immobili -> ogni bene non destinato al pubblico servizio. Questi beni sono
soggetti a regole comuni del Codice civile e l’amministrazione dispone di essi con negozi di
diritto privato, non provvedimenti amministrativi. La pubblica amministrazione ha titolo di
proprietà, non sono beni pubblici. Un bene demaniale può diventare bene patrimoniale
disponibile.
➔ “federalismo demaniale”: processo di devoluzione dei beni statali a Comuni, Provincie, Città
metropolitane e Regioni che “devono avere un proprio patrimonio”. Es. i beni del demanio
marittimo e idrico vengono trasferiti alle Regioni, i laghi minori ed alcune miniere alle
Province. Alcuni dei beni trasferiti mantengono le condizioni di beni demaniali, mentre altri
passano nel patrimonio disponibile.
L’acquisizione dei beni: I contratti.
Alcuni beni sono originariamente pubblici e non c’è bisogno di acquisirli. L’amministrazione può
acquisire un bene immobile anche senza il consenso del proprietario, nel momento in cui è necessario
per l’esecuzione di opere di pubblica utilità -> “espropriazione”. (i beni mobili non possono venire
espropriati, al massimo l’amministrazione può farne uso temporaneamente tramite “requisizione” in
caso di grave e urgente necessità). Il problema sta nel misurare “l’indennità” che il proprietario
espropriato deve ricevere in cambio del bene che gli è stato tolto.
In generale l’amministrazione acquisisce i beni attraverso contratti di diritto privato: all’inizio fa un
atto amministrativo (contenente la decisione di concludere il contratto) e deve scegliere il contraente
tramite “gare pubbliche” (ad eccezione di contratti con basso valore = “contratti di economato”):
- Asta pubblica= chiunque può farne parte tramite un’offerta che corrisponde ai requisiti fissati
dal bando di gara (che contiene oggetto e regole); l’offerta più vantaggiosa vince la gara e viene
fatta “l’aggiudicazione”, con la quale il contratto è concluso, anche se verrà formalmente
stipulato dalle parti. Oggi è più rara rispetto al passato.
- Licitazione privata= possono partecipare solo ditte invitate dall’amministrazione. Per gare
importanti, il bando deve essere pubblico così le ditte possono chiedere di essere invitate.
Questa può essere utilizzata quando non sia stata prescritta un’asta pubblica.
- Appalto concorso= l’amministrazione da ai concorrenti il compito di definire il progetto che si
deve realizzare (di solito un’opera pubblica), e vince quello migliore a livello economico e
progettuale. Il bando di gara deve essere pubblico.
Trattativa privata: quando si tratta di comprare un determinato bene (es. un quadro) o quando la
gara pubblica è stata fatta ma nessuno ha partecipato -> la pubblica amministrazione può scegliere il
contraente in modo libero. Dovrebbe essere eccezionale ma è molto frequente; si crea sempre una gara
(ci sono offerte che vengono valutate) definita “ufficiosa” che è simile ad una “gara pubblica” ma con
garanzie ridotte.
Incidenza della normativa europea: la disciplina dei contratti dell’amministrazione nei 3 settori
fondamentali (lavori pubblici, forniture e servizi) è contenuta in atti nazionali di recepimento di
quanto disposto da direttive comunitarie, quindi è comune a tutti i paesi membri dell’Unione. La
disciplina europea è prevista per i contratti che superano un certo importo ma è anche modello per
tutti gli altri contratti. Essa stabilisce un criterio di “offerta economicamente più vantaggiosa” (prezzo,
qualità, valore tecnico e servizio postvendita) per le gare pubbliche, così si introducono fattori
valutativi e il vincitore non è individuato con criteri matematici.
➔ Direttiva sui ricorsi in materia di lavori pubblici: contro le illegittimità compiute dalle
amministrazioni aggiudicatrici, la normativa prevede che gli Stati devono assicurare alle
imprese danneggiate il risarcimento dei danni subiti.
Principi della Costituzione relativamente agli obblighi.
Art.23 della Costituzione: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non
in base alla legge (principio della riserva di legge, secondo il quale degli obblighi di tipo patrimoniale
e personale, possono solo essere imposti per legge -> una tassa non può essere stabilita, per esempio,
da un consiglio comunale).
Questo principio si è affermato durante la costituzione dello stato di diritto perché si voleva limitare il
potere del re di imporre tasse e quindi si decise di legittimare l’unico organo che è direttamente eletto
dal popolo, a decidere sulle tasse e sugli organi tributari.
L’articolo 23 parla anche di prestazione personale: obbligo non tributario, ad esempio servizio miliare.
Ci vuole sempre una legge.
➔ Tassa: tributo pagato per una specifica attività dell’amministrazione (es. tasse scolastiche,
tasse sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani).≠ imposta: tributo dovuto per il fatto che il
soggetto si trova in una certa situazione rivelatrice di capacità contributiva prevista dalla legge.
- Imposta indiretta: non colpiscono la ricchezza ma solo alcuni atti che indirettamente la
rivelano (es. imposta sul valore aggiunto = IVA, imposta municipale unica=IMU);
- Imposta diretta: colpiscono direttamente la ricchezza delle persone -> sono progressive:
maggiori in percentuale di quanto maggiore è la ricchezza (es. IRPEF= imposta sul reddito
delle persone fisiche).
➔ Contributo speciale: un soggetto deve pagare una somma di denaro per un’attività
dell’amministrazione compiuta nell’interesse generale, dalla quale però egli ricava un
vantaggio particolare (es. allargamento della strada pubblica avanti casa).
Art. 53: tutti devono concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il
sistema è progressivo, non proporzionale. Per questo motivo il reddito dei cittadini è diviso in
scaglioni, in base a quanto una persona guadagna. Principio della progressività.
➔ Imposizione fiscale: accentrata (di solito quella dei sistemi statali) o decentrata.
Art. 119: principio del federalismo fiscale -> divisione del territorio italiano in regioni ed enti locali.
I comuni, le provincie, le città metropolitane e le regioni hanno risorse autonome, quindi decidono
quali tasse imporre e come spenderle. Posizione molto decentrata dove gli enti locali possono
autofinanziarsi con propri tributi o in cui hanno garantito il trasferimento di quote predeterminate di
tributi da parte dello stato.
➔ MA gli enti locali non possono emanare leggi, quindi, non possono stabilire nuovi tributi. C’è
una limitazione nelle capacità di autofinanziarsi. Lo stato e gli enti locali possono prendere
denaro attraverso dei prestiti. In questo caso avremo una scelta di breve periodo, in quanto lo
stato prende soldi ora ma dovrà renderli nel futuro con un interesse annuale.
Controversie tributarie: sottoposte a “commissioni tributarie”, divise in provinciali e regionali. Le
Commissioni regionali giudicano in grado di appello contro le decisioni delle Commissioni provinciali e
contro la decisione di appello è dato ricorso alla Corte di cassazione.
Il debito pubblico: lo stato può farsi prestare denaro dai privati emettendo o vendendo
buoni/certificati di credito del Tesoro -> pagamento di un interesse annuale competitivo rispetto ad
altri impieghi del denaro. Condizioni vertiginose nel 1980-1990 in Italia, ma sono state adottate
misure solo nel ’90 anche per rientrare nei criteri posti dall’Unione europea per partecipare alla
moneta unica.
Bilancio dello stato
Nel 1800, durante lo Statuto Albertino, si era al corrente dell’importanza delle leggi riguardanti il
pubblico tesoro, quindi quelle che stabiliscono i bilanci dello stato - > Cavour.
Dal 1861 in poi, nella prima parte del Regno d’Italia, si cerca di far affermare il principio di pareggio di
bilancio, in senso materiale in quanto prima non c’era una Costituzione.
Dal 1864 al 1875 Quintino Sella (allora ministro delle finanze) adottò dei provvedimenti per creare un
sistema impositivo unico e per risanare il deficit di cassa provocato dalle guerre di indipendenza e
dagli investimenti nelle infrastrutture.
L’ampliamento dei servizi pubblici crea il problema dei costi e quindi l’obbligo di tenerli sotto
controllo. Ci sono poi state varie guerre.
Come viene disciplinato il bilancio dello stato dal 1948 (costituzione repubblicana) fino al
2012.
Nella costituzione del 1948, il bilancio dello stato è un documento contabile approvato dal Parlamento
che autorizza le spese e la riscossione delle entrate, necessarie ad attuare le scelte politiche del
Governo. Nell’articolo 81, modificato nel 2012, si stabilisce la distribuzione di spese/entrate tra i
diversi settori della pubblica amministrazione. Questo bilancio è approvato con legge ogni anno, è
misto di competenza e di cassa, preventivo, e autorizza gli organi statali a riscuotere le entrate e
disporre le spese. C’è un rendiconto: consuntivo annuale con il controllo della Corte dei conti stabilito
dal primo comma dell’articolo 81.
Il vecchio testo dell’articolo 81 (impostato secondo il pensiero liberale): ogni anno le Camere
approvano i bilanci e il rendiconto consultivo presentati dal governo; l’esercizio provvisorio non può
essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a 4 mesi. Con la legge
di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese (il bilancio riflette le
spese che sono previste nelle diverse leggi). Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese
(rispetto a quelle previste dalle leggi in vigore) deve indicare i mezzi per farvi fronte.
Il nuovo testo dell’articolo 81: (1) lo Stato assicura l’equilibrio tra entrate e spese del proprio
bilancio, considerando le fasi avverse e favorevoli del ciclo economico. (2) Il ricorso all’indebitamento
è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e con l’autorizzazione delle
Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
(3) Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. (4) Ogni anno le
Camere approvano con una legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. (5)
l’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non
superiori complessivamente a 4 mesi. (6) il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i
criteri che assicurano l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del
complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta
dai componenti di ciascuna camera nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale.
(((dal sistema costituzionale dal 1948 al 2012: il bilancio può stabilire nuovi tributi o nuove spese, le
entrate e le spese autorizzate erano quelle derivanti dalle leggi in vigore. Con il quarto comma
dell’articolo 81
Applicazione dell’articolo 81 fino al 2012: Luigi Einaudi (Governatore della Banca d’Italia, Ministro
del Bilancio nei primi anni della Costituzione e Presidente della repubblica italiana) pensava che il
principio della copertura finanziaria delle leggi avesse costituzionalizzato il principio del pareggio di
bilancio -> meccanismo che ogni spesa dovesse trovare una corrispondente entrata tributaria ovvero
un’identica riduzione della spesa precedentemente deliberata.
Ultimi 40 anni: questa norma è stata interpretata/applicata in modo diverso-> essa permette che i
mezzi per far fronte alle nuove spese possano essere reperiti anche sul mercato, attraverso l’emissione
dei titoli di debito pubblico.
Grafico: il debito pubblico italiano dall’unità a oggi in percentuale del Pil.
In seguito alla prima e alla Seconda guerra mondiale, ci fu un’impennata della spesa, e nella Seconda
guerra mondiale c’è stata una riduzione del debito pubblico. Dagli anni 60 l’andamento del debito
pubblico è sano fino al 1982: Ciampi, il governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della
repubblica, aveva messo in guardia l’innalzamento del debito pubblico. Infatti, nell’82 furono
introdotti sistemi di intervento pubblico che comportano nel presente e nel futuro, spese incompatibili
con le più ottimistiche previsioni di crescita. Promettendo la distribuzione di un reddito con prodotto
non producibile in tempi brevi.
Alta inflazione (17%) che divorò il potere d’acquisto di stipendi, risparmi e pensioni.
I tassi d’interesse all’inizio dell’anno superano il 25%.
Lo spread tra i decennali italiani e quelli della Repubblica federale tedesca tocca un record
inimmaginabile di 1175 punti base. Questa vetta non fu mai più raggiunta, neanche durante
Tangentopoli e la crisi della lira (769 punti base), o nella crisi del debito sovrano del 2011 che costò il
posto a Berlusconi e spianò la strada a Monti (574 punti base).
Esplosione del debito pubblico: dal 1983 al 1990.
Le parole di Ciampi non vengono considerate e i governi italiani che si succedono continuando a
mantenere saldi primari negativi, al limite dell’indecenza (si sfiora il 15%) sorvolando sulla disciplina
di bilancio. In questi anni il debito decolla, anche perché con un’inflazione che non scende sotto il 10%
fino al 1985, per trovare acquirenti di BoT e BTp il tasso medio dei nostri titoli di stato resta sempre a
doppia cifra. Nel 1980 il debito era appena sotto il 60%, 10 anni dopo è arrivato al 100% del PIL.
(grafico: Rapporto percentuale debito/Pil nella storia dei vari governi.)
La legge finanziaria: creata nel 1978 e approvata precedentemente alla legge di bilancio. Le legge
finanziaria riassumeva le modifiche alle entrate e alle spese delle leggi e fu introdotta per tenere sotto
controllo la spesa, fissando annualmente l’entità del disavanzo e un tetto all’indebitamento. Tuttavia,
in sede di approvazione parlamentare, la Finanziaria è sempre stata oggetto di “assalto alla diligenza”
di emendamenti che gonfiano in modo esagerato la spesa pubblica. -> il sistema non è sostenibile ed è
soggetto ad attacchi speculativi da parte di stranieri. Ciò diventa chiaro con l’Unione monetaria
europea.
I cambiamenti in Europa (Comunità europea)
Atti che hanno influito molto sulla capacità di finanziamento di alcuni stati.
1) Trattato di Maastricht: adesione alla zona Euro -> possibile solo per i paesi con una situazione
finanziaria positiva e margini di sostenibilità buoni.
Parametri di convergenza: disavanzo attuale non superiore al 2% del PIL e debito pubblico non
superiore al 60% del PIL. L’Italia non era in regola.
Questo trattato prevedeva questo parametri solo per adottare l’euro ma non come condizione
per rimanervi. Per questo, su iniziativa della Germania, si introduce il seguente patto.
2) Patto di stabilità e di crescita: ogni membro deve raggiungere e mantenere il proprio
obbiettivo a medio termine oppure attuare un percorso di avvicinamento verso questo
obbiettivo, definito in termini strutturali e non nominali -> si tratta di calcolare come il saldo
del conto economico delle amministrazioni pubbliche corretto per l’impatto previsto del ciclo
economico (saldo corrente per il ciclo) e al nesso delle misure una tantum.
OMT (o MTO =medium term objective) per l’Italia è il pareggio di bilancio.
3) Fiscal compact: stipulato dai paesi EU nel marzo 2012 in seguito alla crisi del debito sovrano.
Vantaggio per l’Italia-> prova della buona volontà di diminuire il debito pubblico.
Impone il pareggio di bilancio sancito possibilmente in Costituzione -> modifica dell’articolo
81.
Germania -> riforma costituzionale del 2009 + Francia e Spagna: riforma costituzionale del
2011.
Legge costituzionale n.1 del 2012
Il testo viene mantenuto se non per la frase
Resta il principio di copertura finanziaria per le nuove leggi. E si prevede 3 modifiche.
➔ Principio di equilibrio di bilancio tenendo conto di fasi avverse e fasi favorevoli.
➔ Si prevede che l’indebitamento ha bisogno di un voto del parlamento a maggioranza assoluta
dei componenti delle due camere (al verificarsi di eventi eccezionali).
➔ L’ultimo comma stabilisce i principi della legge di bilancio: tutte queste norme sul concetto di
equilibrio tra entrate e spese sono stabilite con una legge che deve essere approvata dalla
maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera nel rispetto dei principi della
legge costituzionale.
Legge 243 del 2012: “legge rinforzata” -> l’equilibrio dei bilanci si considera quando il saldo
strutturale (saldo tra entrate/spese calcolato alla luce dell’andamento del ciclo economico) calcolato
nel primo semestre dell’esercizio successivo al quale di riferisce, soddisfa almeno una di queste
condizioni:
- È almeno pari all’obbiettivo di medio termine;
- Assicura il rispetto del percorso di avvicinamento all’obbiettivo di medio termine, ovvero
evidenzia uno scostamento non significativo.
Struttura del bilancio (legge 23 del 2012): Parte 1 = modifiche sostanziali alle leggi vigenti di
entrata e di spesa. Disposizioni rivolte a realizzare gli obbiettivi indicati dai documenti di
programmazione economica e finanziaria. Parte 2= stati di previsione di spesa distinti in base al
singolo Ministero. L’approvazione di questa legge è il momento finale di un ciclo unico di
programmazione finanziaria.
➔ Previsioni
Questa legge prevede anche un ufficio parlamentare per il bilancio, che vigila sull’andamento della
finanza pubblica ed è nominato dai Presidenti delle Camere.
(il vincolo di equilibrio riguarda solo la competenza e non il bilancio di cassa + lo stato non deve
garantire il trasferimento di fondi a Regioni ed enti locali ricavati da indebitamento pubblico. Lo stato
stabilisce con la legge le modalità, ogni volta che questa possibilità di verifica).
Modifiche: il nuovo articolo non entra in vigore subito, ma solo dall’esercizio finanziario del 2014. La
legge finanziaria è trasformata in legge di stabilità (approvata immediatamente prima del bilancio)
poi in legge di bilancio (approvata dal Parlamento). Questa legge diventa sostanziale e non formale:
si può quindi modificare le leggi vigenti e stabilisce il tetto massimo dell’indebitamento pubblico.
Es. nel 2020, l’importo massimo di emissione di titoli pubblici italiani in Italia e all’estero, al netto di
quelli da rimborsare e di quelli per regolazioni debitorie, è stabilito per l’anno 2020 in 58.000 milioni
di euro.
Oltre all’articolo 81, con la legge del 2012 sono stati modificati altri articoli della costituzione.
➔ Art. 97 sulla pubblica amministrazione -> nuovo testo dove ci si assicura che il nuovo principio
viene riconosciuto da tutte le pubbliche amministrazioni.
➔ Art. 117 lo stato assume una competenza particolare riguardo l’armonizzazione dei bilanci
pubblici (sono più trasparenti).
➔ Art. 119 relativo a comuni, provincie, città metropolitane e regioni che hanno un’autonomia
finanziaria di entrata e di spesa NEL RISPETTO DEI RELATIVI BILANCI E CONCORRONO AD
ASSICURARE L’OSSERVANZA DEI VINCOLI ECONOMICI E FINANZIARI CHE DERIVANO
DALL’UE.
Lo stato assume maggior potere per garantire l’osservanza degli articoli di bilancio.
Il nuovo testo dell’articolo 81 della Costituzione non prevede il pareggio di bilancio, bensì “equilibrio
tra entrate e spese tenendo contro delle fasi avverse/ favorevoli del ciclo economico”.
Ricorso all’indebitamento: possibile solo se
1) È a fine di considerare gli effetti del ciclo economico (necessità di adottare politiche
anticicliche-> se il ciclo è sfavorevole aumentano le spese per alcuni automatismi quindi si può
ricorrere all’indebitamento).
2) Ci sono eventi eccezionali, i quali sono fondamentalmente le forti recessioni economiche, le
crisi finanziarie e le gravi calamità naturali (in questo caso occorre la previa autorizzazione
delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti).
Procedura di adozione del bilancio: programmazione delineato da una legge del 2009 che poi è
stata modificata nel 2016 per adeguarla ai passaggi che ci sono nell’Unione Europea. Abbiamo infatti la
Commissione e il Consiglio che svolgono una funziona importante.
1) All’inizio dell’anno il Governo presenta alle camere il DEF entro il 10 aprile. Questo
documento di economia e finanza è un programma di stabilità: vincoli derivanti dall’Unione
europea e ne attesta l’osservanza. Si tratta di un documento di analisi e tendenze della finanza
pubblica e un Programma nazionale di riforma (PNR).
Il programma di stabilità e il PNR sono trasmessi alla Commissione europea e al Consiglio ->
Semestre europeo.
2) Entro il 20 settembre di ogni anno, il Governo presenta la nota di aggiornamento del DEF alle
Camere: NADEF -> adeguamento della manovra finanziaria al diverso andamento delle
grandezze macroeconomiche rispetto ad aprile. Recepimento delle raccomandazioni del
Consiglio europeo (semestre europeo).
3) Entro il 20 ottobre il Governo presenta al Parlamento il disegno di legge di bilancio (DLB),
che sostituisce la vecchia legge di stabilità, è predisposta su base annuale e pluriennale, è legge
sostanziale (può modificare una legge vigente). È inoltre predisposta in termini di
competenza (crediti: somme che matureranno nel periodo considerato, impegni di spesa che
si consente/ha il diritto di assumere e l’obbligo di spendere) e di cassa (somme che saranno
effettivamente incassate anche se il titolo di credito è maturato in un periodo precedente;
spese che si autorizza a pagare sulla base di impegni presi in periodi precedenti)
2 sezioni -> modifiche legislative + variazioni di entrata e spesa non determinate da modifiche
legislative e importo massimo di emissioni di titoli di Stato.
Entro il 31 dicembre il parlamento approva la legge di bilancio: spese articolate in programmi definiti
come aggregati.
➔ Il bilancio è in equilibrio se le disposizioni legislative riguardo entrata e spesa corrispondono
nella dimensione quantitativa -> ogni legge di spesa deve assicurare una copertura finanziaria
che può consistere nell’uso di somme già previste dal bilancio o nelle previsione di nuove
entrate.
➔ Esercizio provvisorio: possibilità che il Governo amministri in base al bilancio non ancora
approvato; il Parlamento lo concede al Governo con un’apposita legge e la sua durata non può
essere superiore a 4 mesi.
Principio di integrità: le spese devono essere previste in base a spese di riscossione. Principio di
universalità. Principio di unità.
È possibile che ci siano dei residui, quindi questi vengono
introdotti con una legge di assestamento delle previsioni di
bilancio, presentata entro il 30 giugno dal Governo alle
Camere sulla base dei residui accertati per l’esercizio
precedente.
Leggi collegate alla manovra di finanza pubblica, presentate
entro il mese di gennaio e indicate nel DEF.
Rendiconto generale: approvato con legge di controllo sulla
regolarità della spesa. Il Parlamento può servirsi della
relazione di accompagnamento della Corte dei conti (giudizio
di parificazione) -> DLR: disegno di legge di rendiconto.
Il semestre europeo
Fu introdotto nel gennaio 2011 per coordinare ex ante (prima che il bilancio venga approvato) le
politiche economiche dei paesi membri dell’UE.
È un insieme di documenti, adempimenti e procedure volti ad assicurare il coordinamento e la
sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio dei paesi membri della zona euro e
dell’Unione Europea. Queste attività, necessarie a mantenere le condizioni di stabilità economica e
finanziaria da cui dipende il funzionamento dell’area valutaria, sono poste in essere (attuate) dal
Consiglio dell’UE su impulso della Commissione.
Fasi del semestre europeo:
Il semestre si sviluppa nella prima metà di ciascun anno di riferimento, quando la politica economica
di bilancio degli stati membri si trova ancora in una fase di programmazione ed è quindi possibile
indirizzarne i contenuti e gli strumenti al fine di garantire la coerenza delle decisioni assunte a livello
nazionale con gli obbiettivi fissati dall’Unione.
1) Novembre-dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento: analisi della situazione
economica e di finanza pubblica dell’Unione europea, della zona euro e degli Stati membri.
2) Gennaio- marzo: discussione e adozione di indirizzi di politica economica e di bilancio a livello
europeo.
3) Aprile-giugno: si delineano gli obbiettivi e le politiche specifiche di ciascun paese.
Negli ultimi 6 mesi dell’anno (luglio-dicembre) si sviluppa invece il “semestre nazionale”, in cui
ciascun paese attua le politiche programmate all’esito del dialogo con le istituzioni europee. I bilanci
sono quindi sottoposti ad approvazione, secondo le procedure nazionali, entro fine anno.
Obbiettivi e politiche specifiche per l’Italia:
➔ Miglioramento del sistema sanitario e del coordinamento tra autorità nazionali e regionali;
➔ Fornire redditi sostitutivi e accesso al sistema di protezione sociale;
➔ Effettiva attuazione delle misure per fornire liquidità all’economia reale (con attenzione alle
piccole e medie imprese, alle imprese innovative e ai lavoratori autonomi) ed evitare ritardi
nei pagamenti;
➔ Migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica
amministrazione.
2020: il Recovery Pact (si allinea con la procedura dello European Semester)
Gli stati membri sono incoraggiati a presentare programmi nazionali di riforma e piani di recupero e di
resilienza (Recovery pact) in un unico documento integrato a novembre. (Sulla base del piano
italiano) avremo una panoramica delle riforme e investimenti che gli stati membri intraprenderanno
in linea con gli obbiettivi dello strumento.
Valutazioni della
Commissione sulla
sostanza dei piani di
recupero e di resilienza
→ Questi documenti
sostituiranno le
relazioni dei paesi del
semestre europeo nel
2021.

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