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Diritto Tributario appunti

Diritto Tributario (Università Commerciale Luigi Bocconi)

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DIRITTO TRIBUTARIO

LEZIONE 1:
Stato ed enti pubblici territoriali sostengono delle spese a favore dei cittadini (istruzione, giustizia,
strade, pubblica sicurezza ecc.) à a fronte di queste spese sono necessarie entrate. -> una parte di
queste entrate determinata dai tributi.
Il tributo è lo strumento attraverso cui si procurano le entrate per far fronte a queste spese, e
serve per ripartire queste spese tra tutti i consociati, secondo alcuni parametri.
Il tributo, però, non è unica entrata che finanzia le spese sostenute dallo stato e gli enti pubblici
territoriali, è la più importante ma non l’unica. Le entrate possono essere distinte in:
- entrate di diritto privato: tutte quelle che stato ed enti PT si procurano ponendosi nei
confronti dei cittadini in una situazione di parità; es titoli di stato, buoni del tesoro o
affittando gli immobili dell’ente pubblico
- e di diritto pubblico: tutte le entrate dove l’ente pubblico si procura l’entrata ponendosi in
una situazione di supremazia => hanno un minimo comune denominatore che è la coattività,
quindi l’obbligatorietà. à tributi sono i più importanti. Ma anche altri: entrate sanzionatorie
( entrate ricollegate al verificarsi di una violazione di legge), prestiti forzosi (quei prestiti
che stato obbliga a fare in situazione di emergenza e casi eccezionali, es. guerra; oppure
quando lo stato proroga le scadenze dei titoli di stato), contributi previdenziali e assistenziali
( es. trattenute per INPS e INAIL), espropriazione per pubblica utilità ( quando bisogna
realizzare opera di pubblica utilità lo stato e altri enti pubblici possono espropriare un bene
in cambio di un equo indennizzo, che non coincide col valore di mercato del bene à
l’entrata infatti consiste nella differenza tra quanto pagato dallo stato e il reale valore)
+ TRIBUTI -> Si distinguono non per la coattività, ma il termine tributo è generico per indicare le
imposte, le tasse e i contributi.
Il tributo si distingue dalle altre entrate di diritto pubblico perché: fa sorgere una obbligazione
tributaria, quindi un rapporto di credito-debito, dove creditore è sempre lo stato e il debitore è
sempre il cittadino contribuente. Questa obbligazione non scaturisce da un contratto ma dalla legge.
=> tributo fa nascere un’obbligazione (quindi lo distingue dalle prestazioni sanzionatorie, che
scaturiscono da una violazione, e dalle espropriazioni in cui non vi è un rapporto obbligatorio).
Questa obbligazione è di carattere definitivo à una volta che contribuente paga il tributo, non
viene più restituito (salvo caso eccezionali) à diverso da prestito forzoso, le somme vengono
restituite.
Sorge al verificarsi di un fatto economico che la legge prevede come fatto il cui verificarsi
determina l’obbligo di pagare.
I tributi servono a finanziare le spese pubbliche, deve avvenire in funzione della capacità
contributiva di ognuno (art.53 cost à capacità di ognuno di contribuire alle spese pubbliche).
ð IL TRIBUTO è UN’OBBLIGAZIONE DI DIRITTO PUBBLICO DI CARATTERE
DEFINITIVO, CHE SERVE AL VERIFICARSI DI UN FATTO ECONOMICO E
CHE VIENE PRELEVATO IN RAGIONE DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA
DEL SOGGETTO.
I tributi sono divisi in:
- IMPOSTE: tributo per eccellenza à quel tipo di tributo attraverso cui vengono ripartite tra
tutti i cittadini contribuenti le spese di carattere generale indivisibileà a prescindere dal
fatto che si riceva un servizio specifico. (es. sanità, giustizia). ==> strumento attraverso cui
queste spese vengono ripartite. => sono un indice di riparto delle spese generali, parametrato
sui fatti economici. à l’obbligazione tributaria è indisponibile: ente creditore non può
disporre liberamente di quel credito, non può mai rinunciare al credito.
- TASSE: opposto delle imposte: pagate dal contribuente solo se e quando ricevono un
servizio specifico. (es. tasse universitarie) à diversa da un corrispettivo perché la tassa non

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è commisurata al valore della prestazione ricevuta. => la tassa non ha una valenza
sinallagmatica (non c’è una corrispondenza).
- CONTRIBUTI: via di mezzo tra imposte e tasse: es. comune di Milano man mano che città
cresce nelle zone periferiche asfalta strade, fognature, luci ecc., se però costruisco una casa
in queste zone nuove, pago contributo di urbanizzazione ==> pagati per servizi resi dall’ente
pubblico alla generalità delle persone, di cui però indirettamente beneficio io.

+ monopoli: regimi speciali di esercizio di determinate attività da parte dello stato, ad es. vendita
delle sigarette o la lotteria à perché stato applica accise che servono poi per finanziare spese
generali. à non hanno caratteristiche di altri tributi, unico elemento di contatto è che le imposte
prelevate servono per finanziare spese generali.

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LEZIONE 2:

è un tributo anche il canone RAI -> imposto per legge -> ora addebitato direttamente in bolletta ->
presupposto per pagarlo è avere apparecchio in grado di ricevere trasmissioni televisive.
Il canone è un tributo dalla natura trasmutevole -> cambia natura -> era nato come una tassa negli
anni 70 -> anni 80 TV commerciali => portato davanti a corte cost, che per salvare canone ha detto
essere una imposta e non una tassa ( spesa generale divisibile) -> poi succede che non c’è
differenziazione tra ciò che si riceve da tv private e da rai=> non ha alcuna giustificazione =>
ancora davanti a corte cost, ha detto che il presupposto è il possesso di un apparecchio in grado di
ricevere ( anche una TV rotta ma aggiustabile) indipendentemente dal fatto che si usufruisca o
meno. Oggi situazione aggravata perché anche computer in grado di vedere la televisione, quindi
dovrebbero applicarlo anche a chi ha smartphone e computer. => c’è un profilo di incostituzionalità.
=> secondo la corte costituzionale è un’imposta.

Tributi imposti mediante norme tributarie => criterio gerarchico e criterio del rapporto tra
legge generale e quella speciale e criterio della successione delle leggi nel tempo.
FONTI DEL DIRITTO TRIBUTARIO:

Le norme tributarie cost + impo:


- Art.53 Cost -> tutti cittadini devono concorrere in base a capacità contributiva
- Art.23 cost -> tributi possono essere imposti soltanto con legge
- Art.75,2 cost -> con referendum non si possono abrogare norme tributarie
- Art.117 cost e 119 -> competenza legislativa anche alle regioni e l’autonomia finanziaria
alle regioni e altri enti pubblici territoriali.
I due pilastri sono il 23 e il 53.
Norme di legge attraverso cui si possono imporre tributi:
- Legge in senso formale ( parlamento)
- Decreti-legge -> emanati dal gov in casi straordinari di necessita e urgenza ( convertiti entro
60 giorni)
- Decreti legislativi -> emanati dal governo su delega del parlamento
è D.l e d.lgs abusati in materia tributaria -> negli ultimi 30 anni sono lo strumento primario in
materia primaria -> espropriando il parlamento ( espressione del popolo).
La legge può essere emanata dal parlamento che è espressione del popolo => per tutela dei cittadini.
Dovrebbe valere anche per d.l e d.lgs perché il DL deve essere convertito in legge entro 60 giorni
dal parlamento, per D.lgs Parlamento ha potere preventivo.
In realtà in materia tributaria qualunque modifica tributaria fatta poi con DL. -> perché entrano in
vigore subito.
Lo stesso vale per i D.lgs -> ultimi 20 anni: legge delega in bianco-> criteri direttivi talmente ampi
che poi il governo poteva fare quello che voleva. -> la materia tributaria è molto tecnica, quando si
deve istituire un tributo ci sono diversi fattori da dover scegliere, quindi in Parlamento sarebbe
molto difficile, quindi si limita a fissare principi direttivi -> al governo poi aspetti di dettaglio.

Anche leggi regionali ( art.117 cost ha equiparato leggi regionali a quelle statali, attribuendo delle
competenze per materia) => stato competenze indicate da art.117, tutte le altre delle regioni. ->
ovviamente valore solo all’interno della ragione. ( art.199 cost regioni hanno autonomia
finanziaria).
Ma è una riforma rimasta ‘’morta’’-> per regioni a statuto ordinario, il potere delle regioni di
imporre tributi propri può essere esercitato nel rispetto di una legge quadro che doveva essere
emanata a livello statale -> MA legge quadro mai stata emanata. => non esistono tributi regionali
propri in senso proprio.

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Esistono tributi regionali impropri: tributi che sono stati emanati con legge statale, il cui
presupposto è regionale e il gettito va alla regione. ( es. IRAP, imposta regionale sulle attività
produttive).
Ci sono però le regioni a statuto speciale -> statuti equiparati alla costituzione-> no necessità di
legge quadro statale -> però anche li dei limiti per cui i tributi istituiti non devono sovrapporsi
con quelle dello stato ( es. no 2 Irpef, 2 imu ecc.) -> crea un problema di fatto, perché essendoci
questo vincolo e siccome in Italia esistono imposte che colpiscono qualunque cosa, è difficile
trovare spazi per imporre tributi propri. ( es. caso della Sardegna nel 2008 che aveva provato a
emanare tributi propri, es sulle seconde case ecc. à bocciati da corte cost).

Anche Fonti europee e fonti internazionali:


TFUE è una fonte primaria del diritto tributario.
Anche direttive ( principi e criteri che poi devono essere applicati) e regolamenti ( direttamente
applicati).
Regolamenti solitamente usati per imposte indirette: IVA, dazi e accise: sono tributi europei.
Direttive utilizzate principalmente per imposte dirette: non sono di competenze dell’UE ma lasciate
a stati membri, quindi differenziate in tutti stati membri.
Esistono anche direttive direttamente applicabili: self-executing-> direttive che sono scadute,
quindi non recepite dallo stato, e sono sufficientemente precise e dettagliate. => prima CJUE e poi
Corte Cost italiana hanno stabilito che sono direttamente applicabili nei rapporti tra cittadino e stato
( verticalmente), non orizzontalmente.

Dopo riforma art. 117 le norme europee sono norme interposte, quindi prevalgono rispetto alle
norme interne -> MA senza abrogarle-> se contrasto, allora norma fiscale interna viene disapplicata
-> rimane in vigore per tutte fattispecie non disciplinate da norma europea.

Altra fonte:
convenzioni contro le doppie imposizioni:
accordi internazionali normalmente bilaterali, al cui interno si disciplina la tassazione di tutti quei
redditi transnazionali ( su cui due o più stati possono accampare pretesa di prelevare imposte).
Prevedono dunque delle regole su quale stato deve tassare e in che misura, per i diversi tipo di
reddito.
Es. per i capital gain in caso di cessione delle azioni, in base all’art.13 delle convenzioni
equivalenza versata allo stato del cedente.
Altri casi allo stato della fonte, dunque dove reddito prodotto.
Evita doppia imposizione.
L’OCSE ha elaborato un modello di convenzione => come se fosse una sorta di formulario => tutti
stati si ispirano a questo modello OCSE, dove si spiega nel commentario come interpretare queste
norme. -> tutti stati sono membri dell’OCSE => tutti partecipano alla predisposizione di questi
modelli e possono stabilire delle riserve.
Prevalgono su norme interne.

LIMITI POSTI DA ART.23: “ nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere


imposta se non in base alla legge”.
ð Stabilisce una riserva di legge: solo attraverso le leggi possono essere imposte le
prestazioni patrimoniali. ( come art.25 cost per i reati) -> quella penale però è assoluta ( tutti
elementi del reato previsti dalla legge), quella tributaria è RELATIVA => concessa

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possibilità di demandare a delle fonti subordinate rispetto alla legge ( tipicamente


regolamenti) la previsione di alcuni elementi costitutivi del tributo.
Infatti, dice ‘’in base’’ alla legge, non ‘’per legge’’ => problema è capire quali elementi devono
essere previsti dalla legge à i soggetti passivi e il presupposto del tributo ( chi deve pagare e
quali sono i fatti al verificarsi).
Poi altri due elementi: determinazione base imponibile e dell’aliquota -> c’è un sogg passivo,
quando deve pagare, come si calcola base imponibile e l’aliquota.
Per base imponibile e aliquota la legge deve prevedere per la base imponibile gli elementi essenziali
e rinviare solo per aspetti di dettaglio. Lo stesso vale per aliquota -> demandare a fonte subordinata
individuazione aliquote specifiche all’interno di un range già determinato.
Sono gli elementi che costituiscono le norme impositive => norme sostanziali ( che impongono il
tributo).
ð La riserva di legge vale sicuramente per le norme sostanziali.
ð Però esistono anche norme procedimentali: come va pagato ==> non vale la riserva di
legge à possono essere stabilite anche attraverso fonti subordinate.

Art.23 si dice che nessuna prestazione patrimoniale (..), non nessun tributo à concetto di
prestazione patrimoniale è più ampio, si intende qualunque prestazione coattiva ==> anche
contributi previdenziali, i prestiti forzosi ecc.
Unici che rimangono fuori da concetto di prestazione patrimoniale delle entrate coattive, sono le
entrate coattive presidiate da altre norme costituzionali à es. sanzioni pecuniarie penali ( art.25) e
l’espropriazione (art.42 e 43).
Le sanzioni pecuniarie tributarie non si sa bene se rientrino in art.23 o 25, perché hanno un
impianto derivato da quelle penali, ma in ogni caso devono essere imposte per legge.

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LEZIONE 3:
art.53 cost -> contenuto norme tributarie. -> tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in
ragione della loro capacità contributiva -> non solo cittadini, tutti, perché tutti usufruiscono dei
servizi pubblici, non solo i cittadini.
Infatti, pagano i residenti, i non residenti, i cittadini e non, quando ci sono collegamenti col
territorio dello stato, che può essere reale ( immobile in Italia) o personale ( residenza).
Non pagano tutti allo stesso modo -> in base a capacità contributiva => in base a ciò che può.
La radice dell’art.53 è l’art.2 cost -> dovere di solidarietà.
Per realizzare obiettivi art.3 -> uguaglianza.

Non si rivolge solo al contribuente ma anche al legislatore -> quando fa un tributo il presupposto
deve essere un fatto economico.
Quali sono questi fatti economici misurabili? Questi Indicatori di forza economica?
Possono essere indici diretti e indiretti di capacità contributiva.
L’indice principale è il reddito-> indice della ricchezza per eccellenza. È oggetto dell’IRPEF. =>
imposte patrimoniali.
Indici indiretti à consumo e trasferimenti di beni => imposte indirette => IVA, imposta di
registro.

La capacità contributiva presuppone sempre capacità economica, MA:


Non è detto che tutta capacità economica sia capacità contributiva => C’è una soglia di capacità
economica che non può essere tassata ( es. chi ha capacità economica appena sufficiente a pagare
spese essenziali) => questa soglia è il MINIMO VITALE.
Nelle imposte sui redditi c’è infatti una no tax area=> soglia di reddito non tassabile.
Infatti, prima casa non è espropriabile, le pensioni e stipendi non sono espropriabili ecc. per il
concetto di MINIMO VITALE NON TASSABILE.

Esiste misura massima di tassazione? NO. NON C’è LIMITE MASSIMO DI PRELIEVO. Però
nella nostra costituzione ci sono altre norme che salvaguardano ad esempio il diritto di proprietà =>
bilanciamento tra dovere di contribuire alle spese pubbliche e il diritto di non subire eccessivo
prelievo, per non intaccare diritto di proprietà.
ð LIMITI: TASSAZIONE NON Può ESSERE ESPROPRIATIVA O CONFISCATORIA.
( ma non prevista una soglia).
ð Tutela sia verso il basso che verso l’alto.

La capacità contributiva, diversa dal minimo vitale, per essere tassabile 2 requisiti:
- Effettività-> non tassabile capacità economica apparente, fittizia, nominale. -> es.
tassazione sull’attivo non al netto del passivo. Vale anche per le presunzioni (di reddito, di
evasione fiscale ecc.) -> non possono essere assolute, si deve poter provare il contrario =>
solo presunzioni relative.
- Attualità -> declinazione dell’effettività -> solo capacità economica attuale può essere
effettiva. -> si può tassare solo capacità eco che verosimilmente esiste quando tassata. Es.
situazione di crisi, prossimo governo introduce imposta straordinaria su saldi di conti
correnti esistente nel 2015, prelevando il 6x1000 -> rischio di incostituzionalità per assenza
requisito attualità. Diverso se introduce tributo ai conti correnti al 31/12/2020. (possibile x
esame).
In alcuni stati Vietate norme retroattive -> tassa capacità economica del passato o va a colpire
capacità economica già tassata.
Nel nostro sistema non esiste questo divieto, perché per il principio della successione delle leggi sul
tempo, la successiva prevale sulla precedente => legge successiva prevale à non abbiamo una

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norma che vieta retroattività ==> limite nel requisito della attualità. Sarà corte cost. a dire se
attualità legittima o meno.
Questo NON VALE per le norme di interpretazione autentica=> leggi interpretative fatte dal
legislatore che dicono come interpretare norme. -> è retroattiva. Sono strutturalmente e
costituzionalmente retroattive.
Anche qui ci sono stati abusi => deve avere alcuni requisiti: 1. Qualificata ad interpretazione
autentica; 2. Legislatore deve attribuire alla norma interpretata un significato espellendo gli
altri, 3. Non deve intaccare testo della norma interpretata.

Tassazione può essere anticipata con le ritenute d’acconto, o facendo versare acconti in
anticipo. --> devono riguardare un reddito in corso di formazione.

Art.53 stabilisce anche correlazione -> deve contribuire colui che produce la propria capacità
economica. -> es incostituzionale norma che dice “ imposte su reddito figli minori pagata dal
padre”.

Ci sono però casi in cui legislatore ha posto a carico di soggetti terzi l’obbligo di pagare -> 2 casi
impo:
- Sostituto d’imposta-> datore di lavoro -> obbligato a pagare le imposte corrispondenti alle
trattenute, prelevandole dallo stipendio.
- Responsabile d’imposta -> notaio -> su tutti atti pubblici che elabora è tenuto a pagare,
ovviamente poi a carico del cliente. ( se non paga cliente paga notaio che poi si rivale sul
cliente)
Non significa però che imposte non possano essere pagato da altro soggetto à ACCOLLO à
legittimo perché art.53 pone limite al legislatore, non si rivolge al contribuente.
Ci sono limiti però:
1. Accollo non deve essere vietato
2. Tributi dove rivalsa obbligatoria => es. IVA deve ricadere sul consumatore, DEVE essere
applicata per forza.

MA art.53 se viene letto insieme all’art.3 cost, stabilisce ulteriore limite: tributi non possono
essere discriminatori ( uguaglianza fiscale) => principio di ragionevolezza o di uguaglianza
fiscale => 2 capacità economiche identiche devono essere tassate allo stesso modo, e due diverse
tassate in maniera diversa.
Non violano principio le norme che stabiliscono agevolazioni fiscali.

CONDONI FISCALI-> erano incentivi ad autodenunciare le evasioni per poi pagare meno.
SEMPRE STATE ANTICOSTITUZIONALI. Es.canone RAI ultimi 10 anni non pagati, anziché
pagare 100 euro per ogni anno, paga 10 per anno per rimettersi in regola, e poi ovviamente però
diventa oggetto di ulteriori controlli per il futuro. => MA ANTICOSTITUZIONALE. Anche se
corte cost sempre salvati, perché tendeva a valorizzare il fatto che si andava a scovare una parte di
ricchezza. Nel 2008, ultimo degli ultimi anni dei condoni, c’è stato uno di questi condoni, anche per
l’IVA; finito davanti a corte di giustizia europea ( Italia non ne può disporre) -> è stato bocciato.
Dopo 2009 situazione cambiata -> ultimi condoni 2015 e 2016 -> si consentiva a persone con
patrimoni immobiliari all’estero di dichiararli, prevedendo che sarebbe stata tassata completamente,
con anche interessi, solo NON pagate le sanzioni. Es. su ricchezze in paradisi fiscali sono dal 240 al
280% di quanto evaso.

Art.53-secondo periodo “ il sistema tributario è informato a criteri di progressività” =>


principio di progressività.

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Il sistema deve essere progressivo, progressività garantita da IRPEF-> così le altre possono
anche non essere progressive, l’importante è che lo rimanga l’IRPEF. Può essere progressivo nelle
aliquote o attraverso l’incisione della base imponibile.

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LEZIONE 4:

le norme tributarie sono il veicolo attraverso cui i tributi arrivano al contribuente. Le norme
tributarie non sono tutte uguali per contento:
Anzitutto norme sostanziali ( non solo le impositrici ma anche le sanzionatorie e le agevolative,
che costituiscono una deroga in confronto alle impositive, ma sono agevolazioni) e procedimentali
( riguardano il procedimento di attuazione dei tributi, cioè come in concreto vengono prelevati
dall’ente impositore + norme processuali, per il processo tributario per i rapporti litigiosi tra il
contribuente e l’ente impositore).

Questa distinzione è importante perché avendo natura diversa, soggiacciono a vincoli diversi.
Le sostanziali sono sottoposte a riserva di legge, al principio di capacità contributiva e vige il
divieto di analogia -> perché in materia tributaria non esistono lacune in senso tecnico, perché
l’art.23 dice che il legislatore stabilisce cosa tassare, quindi quando non prevede tassazione di un
fatto che andrebbe tassato, non ci si può sostituire in via interpretativa al legislatore. Non è una
lacuna. Ammesse tutte altre interpretazioni: letterale, logico-sistematica, adeguatrice.
Per le sanzionatorie vale il principio di riserva di legge, ma non il principio di capacità
contributiva ( attuate in maniera uguale a prescindere da capacità contributiva); vale il divieto di
analogia, MA sono soggetto anche al principio del favor rei => si applica sempre la regola più
favorevole.
Per le procedimentali È possibile l’analogia e sono soggetto al principio TEMPUS REGIT
ACTUM => si applicano le norme procedimentali vigenti nel momento in cui il procedimento è
espletato.

Per le leggi tributarie, per quanto riguarda l’efficacia nel tempo e nello spazio, stessi criteri che
valgono per tutte altre norme ordinamento => in vigore 15 gg dopo pubblicazione gazzetta ufficiale,
possono essere retroattive fino al limite in cui non vanno ad intaccare art.53; possono essere
espressamente o tacitamente abrogate -> eccezione per caso di norme dichiarate incostituzionali, in
linea di principio infatti è come se la legge non esistesse ex tunc, normalmente ex post. ->
comunque limiti per rimborso: 1. Non scaduti termini per rimborso, e 2. Non c’è provvedimento
definitivo => rapporti esauriti. Se le sentenze corte cost non dicono nulla, allora incostituzionalità
ex tunc, altrimenti se c’è un limite varrà solo per il futuro.

Anche le leggi tributarie valgono soltanto all’interno del territorio dello stato -> potestà tributaria è
una sezione della sovranità dello stato. -> sempre collegamento con lo stato, diretto o indiretto.

In materia tributaria le norme possono essere interpretate da: dottrina, giurisprudenza e prassi
(amministrazione finanziaria) -> interpretazione non è mai vincolante. Ovviamente se cassazione
ha un certo orientamento in sostanza prevale. -> cassazione ha sempre ultima parola.

Precisazione interpretazioni da circolari agenzie -> diverse da risoluzioni o interpelli ->


interpretazioni agenzia con riferimento a casi specifici. Mentre circolari hanno valenza generale,
Riguardano una disciplina.
Per i contribuenti non hanno valore giuridico, possono anche disattenderle, non sono vincolanti
nemmeno per il giudice.
La particolarità è: circolari, interpelli, risoluzioni sono vincolanti per funzionari delle agenzie? NO,
anche funzionari soggetti solo alla legge. Da un punto di vista pratico però è vincolante, perché se
non si adeguano allora sono passibili di sanzioni disciplinari e poi richieste di risarcimento dei
danni erariali.

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Particolarità: quando con una circolare, risoluzione o interpelli l’amministrazione da una certa
interpretazione, il contribuente se decide di adeguarsi fa affidamento a interpretazione della
controparte.
ð Art. 10 statuto del contribuente, in applicazione del principio dell’affidamento e della
buona fede ( radici cost in art.97 cost), dice che se amministrazione finanziaria cambia
orientamento, per il passato se contribuente si era adeguato a quello che aveva detto prima,
possono accertare imposte ma non si pagano ne interessi ne sanzioni. => se la modifica in
melius non c’è problema, se in peius no sanzioni o interessi.
Il principio di affidamento e buona fede ha massima valorizzazione in caso degli interpelli ->
rapporto tra ente impositore e singolo contribuente => tutela max buona fede e affidamento. Se
amministrazione cambia idea per interpello, per il passato non può più spiccare avviso di
accertamento => sarebbe NULLO l’accertamento.

ARTICOLAZIONE OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA:


obbligazione tributaria è un’obbligazione che non si differenzia dalle obbligazioni del diritto
privato, c’è rapporto credito-debito, differenza sta nella fonte dell’obbligazione -> nasce dalla
legge. => è un’obbligazione di diritto.
Quando non previste norme specifiche si applicano norme obbligazione diritto privato -> es.
prescrizione del credito; pagamento interessi quando amministrazione ritarda a fare rimborso ecc.
=> possibile applicare analogicamente norme codice civile ( norme di carattere procedimentale -.>
no divieto analogia).
ð OBB TRIB: obb di diritto pubblico perché nasce per legge al verificarsi di un certo
presupposto di imposta. Legislatore può anche prevedere un ampliamento o restrizione di
questo presupposto.
- Ampiamento attraverso equiparazioni o assimilazioni-> dicono che un certo fatto è
equiparato o assimilato a quello che è previsto dalla legge come fatto imponibile. -> es
equiparata assenza merce contabilizzata alla vendita che è presupposto per reddito di
impresa e iva.
- Restrizione attraverso norme che prevedono esclusione o esenzione. -> non sono sinonimi:
l’esclusione si ha quando una norma precisa il presupposto del tributo soggettivo o
oggettivo ( questi soggetti o questi casi non ci rientrano), quindi specifica il perimetro del
tributo; in caso di esenzioni invece si ha un’agevolazione,. Un soggetto o oggetto che
rientrerebbe nel tributo, viene tolto ( es. no IRES tutti fabbricati santa sede, oppure no IMU
per luoghi di culto).
Al verificarsi del presupposto del tributo sorge obbligo pagare tributo calcolando base imponibile
del tributo.
Sulla base imponibile si applicano le aliquote: possono essere fisse o variabili. Variabile può
essere proporzionale ( % della base imponibile- IRA ) o progressiva ( cresce in misura più che
proporzionale al crescere della base imponibile- IRPEF).
Quindi calcolata base imponibile a applicata aliquota => debito d’imposta ( ciò che si deve
pagare) -> non è sempre l’importo da pagare allo stato, spesso stato chiede di anticipare. => è un
debito teorico che va nettizzato da ritenute d’acconto e acconti.
Ci sono dei casi in cui il legislatore anziché far rientrare certi fatti imponibili all’interno di un
tributo, applica regimi sostitutivi => imposte sostitutive di un tributo o ritenute alla fonte a
titolo di imposta.

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LEZIONE 5:

Anche nell’obbligazione tributaria, come in quella civile, ci possono essere pluralità di soggetti ->
ma a differenza della civile, il creditore è sempre uno, l’erario. => solo pluralità soggetti
passivi, quindi debitori.
I casi in cui vi sono debitori = obbligazione solidale. -> ciascun debitore può essere chiamato a
rispondere per intero. -> casi indicati dalla legge ( art.23-> sogg. passivi devono essere previsti
dalla legge).
La solidarietà si distingue in due generi:
- Paritetica: quando il presupposto del tributo realizzato da più soggetti. -> es. registrazione
contratto di locazione, imposta su successioni-eredi solidamente responsabili. -> diritto di
regresso pro quota
- Dipendente: presupposto del tributo realizzato da un soggetto e un altro soggetto chiamato a
risponderne come responsabile d’imposta. -> al fisco non importa che il sogg è responsabile
d’imposta, può chiedere al responsabile direttamente il tributo. Es. notaio è responsabile
d’imposta. -> diritto di regresso per intero.
ð Differenza nei rapporti interni.
I rapporti col fisco sono di tipo pubblicistico, quelli interni di tipo privatistico. -> in quelli
privatistici non ci sono limiti all’accollo sulle imposte.
Il fisco può notificare chi vuole -> non per forza a tutti i condebitori. Non tenuto a notificare
atto impositivo a tutti condebitori, anche solo nei confronti di uno. Però nel momento in cui si
rivolge ad uno, quell’atto non può essere fatto valere nei confronti degli altri condebitori. => se
vuole avere massima garanzia, deve notificarlo a tutti i condebitori.
Se fisco notifica stesso atto a due condebitori e solo uno lo impugna: ma se un atto non
impugnato entro 60 giorni diventa a titolo definitivo => può essere chiamato a pagare l’intero, ma
nel frattempo causa con altro condebitore. Se altro condebitore sentenza favorevole: giudicato può
essere fatta valere nei confronti di altri condebitori solo se favorevole.
ð Se due giudizi e uno solo favorevole, uno paga e l’altro no.
Ma condizioni ( art.1306cc) => limiti:
1. Non ci deve essere un altro giudicato negativo -> in caso di conflitti tra giudicati ognuno
si tiene il proprio giudicato.
2. Giudicato favorevole non deve essere fondato su fatti personali del debitore.
3. Si può utilizzare per bloccare il prelievo ma non per ottenere rimborso => l’altro non
deve aver pagato. => rapporto non si deve essere esaurito.
Altra hp in cui un soggetto chiamato a adempimento obbligazione tributario per altro soggetto è la
SOSTITUZIONE TRIBUTARIA => sostituto d’imposta= soggetto chiamato a pagare imposte
per presupposti realizzati da altro soggetto => datore di lavoro o SPA che distribuisce dividendi.
In entrambi i casi però, perché non violazione art.53, il sostituto d’imposta ha il diritto di rivalsa nei
confronti del sostituito.
Omessa effettuazione di ritenute oltre a sanzioni pecuniarie/amministrative comporta
sanzioni penali.
Se sostituto non effettua ritenute=> il sostituito diventa coobbligato. => meccanismo di
obbligazione solidale è successiva, solo se il sostituto non adempie.
Nel caso della sostituzione il rapporto di imposta solo tra il fisco e il sostituto, soggetto passivo è il
sostituto. Tra fisco e sostituito nessun rapporto, finché sostituto paga. Tra sostituto e sostituito
rapporto privatistico della rivalsa.
La sostituzione può essere a titolo:
- D’acconto: nei casi dei dipendenti -> importo trattenuto diventerà trattenuta d’acconto. ->
dovrà poi dichiarare queste somme.
- D’imposta: prelievo che effettua il sostituto esaurisce il rapporto di imposta. Colui che
subisce prelievo non deve più dichiarare nulla.

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Se il sostituto d’imposta effettua la ritenuta e poi non la versa => dal 2019 sentenza cass ss.uu-> se
si dimostra che datore ha effettuato ritenuta, colui che l’ha subita può scomputarla.

Se sostituto non effettua ritenute e quindi non le versa => scatta obbligazione solidale del sostituito.
Scenari possibili:
Sostituito dichiara stipendio e paga imposte per intero => non può più essere chiamato dal
fisco a pagare. Ma prima che paghi fisco fa scattare atto di accertamento, essendo
obbligazione solidale può farlo nei confronti di entrambi.

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IRPEF:
tributo per eccellenza.
Imposta sul reddito sulle persone fisiche.
Si affianca altra imposta IRES ( imposta sul reddito delle società), che non si applica solo alle
società, ma a tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche con l’eccezione delle società di persone,
associazioni professionali e soggetti assimilati, per i quali vale principio della trasparenza fiscale.
ð Persone fisiche IRPEF, altri soggetti IRES ( quindi anche enti non commerciale,
associazioni, fondazioni, i trust ecc.).
Quindi redditi coperti da queste imposte -> imposte dirette.
Il reddito una volta che subisce prelievo diventa patrimonio -> il patrimonio soggetto ad altre
imposte ( es. casa – IMU, imposta di bollo, imposte sui depositi ecc.) -> imposte dirette sul
patrimonio. Una parte di questo altro reddito consumato, quindi questa parte soggetta a
imposte indirette ( IVA e imposta di registro-> colpiscono tutti i trasferimenti di beni e le
prestazioni di servizio effettuate e titolo oneroso. Principio art.40- alternatività-> ciò che è
soggetto ad iva non è soggetto a registro e viceversa.)
Arricchimento di una persona può derivare da attività ( lavoro ) o investimenti, però una persona
può arricchirsi anche a titolo gratuito-> anche questi arricchimenti soggetti a tributo-> imposta su
successioni e donazioni-> oggi 3 aliquote: 4% per linea retta sopra il milione di euro, 6% per linea
indiretta, 8% per successioni e donazioni tra estranei.

IRPEF più importante sia per ampiezza che per gettito ( circa 70% gettito complessivo dello stato).

Ci sono casi in cui IRPEF e IRES si sovrappongono -> es. società -> ricchezza prodotta da
società, ma dietro società ci sono persone=> reddito soggetto prima ad IRES e poi quando dividendi
distribuiti soggetti a IRPEF => stessa ricchezza pagata due volte. => esistono meccanismi di
coordinamento di tassazione della società con tassazione dei soci, per evitare doppia tassazione.
Per quanto una catena partecipativa possa essere lunga, prima o poi si arriva alle persone fisiche.
IRPEF ed IRES disciplinate da testo unico imposte sui redditi DPR 22 dicembre 1986, ma non
solo li => disciplina non si esaurisce nel testo unico. => non esiste un codice tributario.

Due caratteristiche IRPEF:


- Personalità: tributo personale => nella sua struttura e nelle modalità di determinazione,
meccanismi che tengono conto della situazione personale del contribuente o dei suoi
familiari-> riconoscendo la deducibilità di alcune spese che riguardano la persona del
contribuente o i suoi familiari; non spese che riguardano produzione dei redditi ( già
calcolati al netto dei costi di produzione) -> onere deducibile o di detrazione -> es. spese
mediche, spese di istruzione universitaria, spesa per funerali, per acquisto prima casa in caso
di mutui ecc.
Differenza oneri deducibili e detrazioni: 1. Oneri deducibili: spese sottratte dall'ammontare
del reddito complessivo; 2. Detrazioni: spese che si sottraggono, in percentuale, dall'imposta
lorda.
- Progressività: il reddito viene tassato in misura più che proporzionale man mano che
cresce. Attualmente: 23% fino 15mila, 43%superati 75mila.

IRES:
- Reale
- Proporzionale: aliquota unica al 24%

Elementi costitutivi IRPEF:


- Presupposto: art.1 testo unico: possesso in denaro o in natura di uno dei redditi rientranti
nelle categorie dell’art.6=> redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente,
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redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa, redditi diversi ( categoria eterogenea al cui
interno ricondotti redditi che difettano di una qualche caratteristiche per rientrare nelle altre
categorie -> es. att. Professionale in modo non abituale e continuativa). => no definizione di
reddito imponibile, è solo quel reddito che rientra in una delle categorie. => sistema chiuso (
si possono tassare solo redditi previsti)-> presidio art.23.
Art.14 L.537 1993-> in presenza di attività illecite, se reddito incasellabile in art.6,
ugualmente tassabile secondo art.6 -> MA casi in cui un’attività illecita produce reddito
non riconducibile a categorie art.6 -> es estorsione o corruzione o concussione -> intro in
art.67 (redditi diversi) una norma che dice che tutti redditi di att illecita non in art.6 sono
tassabile come redito diverso => clausola di chiusura per il “mondo illecito”.

LEZIONE 6:
ð Parallelismo asimmetrico mondo illecito e lecito.
Redditi attività illecita NON deve essere soggetto a sequestro o confisca penale => condizione.
In questo caso non può essere tassato, perché non ne ha il possesso. -> solo se interviene però nello
stesso periodo di produzione di reddito -> o si deve aspettare che sequestro revocato per tassare.
Legge prevede espressamente che i costi che sono sostenuti per commettere il reato sono
indeducibili. => deroga per i costi da reato -> sanzione impropria essendo illecito penale, condotta
particolarmente riprovevole. Non tutti i costi, solo quelli funzionali alla commissione del reato.

L’esercizio di una libera professione in modo abituale è reddito di lavoro autonomo -> meretricio
quindi imponibile => tassabile non perché attività illecita ( che non lo è).

Come interagiscono tassazione, sequestro o confisca:


se prima sequestro o confisca => si aspetta sentenza. -> se revocata tassato, altrimenti no.
Se prima tassazione e poi sequestro e confisca -> se poi processo favorevole al contribuente,
allora rimborso.

Categorie di reddito art.6:


- sono redditi che derivano da una fonte produttiva-> o svolgimento di attività lavorativa
o investimento capitale. => derivano da fonte produttiva.
- Tutte categorie di reddito soggiacciono a un criterio di imputazione: calcolato per
segmenti temporali -> periodo d’imposta ( IRPEF al 31/12) -> finzione giuridica, il
reddito è un continuo in realtà. => criteri di imputazione temporale -> principio di cassa
e di competenza. La quasi totalità dei redditi ( eccezione redditi fondiari e d’impresa)
soggiacciono al principio di cassa ( tassati nel periodo di posta in cui sono percepiti).
Per i redditi d’impresa -> principio competenza, quindi il maturato -> si va a guardare a
quando prestazione realizzata, a prescindere da incasso. Principio di cassa è una deroga,
quindi eccezioni rispetto a regola competenza.
Redditi fondiari tassati in proporzione al numero di giorni di possesso dell’immobile, a
prescindere da incasso- però meccanismi per recuperare tassazione anticipata in caso di
inquilino moroso.
- Redditi vanno tassati al netto dei costi di produzione -> requisito dell’effettività della
capacità contributiva. Riconoscimento costi di produzione non uguale per tutte categorie->
per alcune categoria analiticamente ( impresa o lavoro autonomo), altre categorie
riconosciuti in maniera forfettaria ( es. redditi fondiari, affitti 5% del canone o anche per
alcuni redditi diversi: coloro che percepiscono royalties sono tassati al netto del 25%) ->
criteri forfettari quando difficile calcolare i costi o per ragioni di semplificazione. Anche per
i redditi di lavoro dipendente è forfettario -> detrazione per coprire costi per andare al
lavoro. Per i redditi di capitale è prevista tassazione al lordo-> non confligge con art.53
dell’effettività, perché la maggior parte tassati con regimi sostitutivi, quindi imposte

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sostitutive ( es, interessi titoli di stati 12,6%) => in questi casi aliquota di tassazione più
bassa visto che tassazione al lordo.
-
I redditi delle categorie dell’art.6 sono tassabili se sono posseduti -> il concetto di possesso dei
redditi costituisce elemento di congiunzione tra reddito e soggetto che deve pagare le imposte. ->
paga solo colui che possiede un reddito -> un reddito è posseduto guardando alla titolarità della
fonte produttiva => titolare della attività.
Il redito è qualcosa che aggiunge al patrimonio => non tutte le somme che un soggetto riceve sono
sempre reddito, a volte sono patrimonio. Quando riceve arricchimento si deve vedere se è tutto
flusso o se è un arricchimento da reintegrazione di patrimonio.
Art.6 ultimo periodo: le somme che vengono erogate in sostituzione di redditi sono redditi
della stessa natura di quelli sostituiti-> es. dipendente reddito INAIL è reddito dipendente.
( pensione invalidità-> non tassabile.)

Soggetti passivi IRPEF:


solo le persone fisiche.
Art.53-> solo soggetti che producono reddito.
Comunque, sistema che ha problemi di costituzionalità sotto il principio di ragionevolezza (art.3 e
53) -> a fronte di uno stesso reddito si devono pagare le stesse imposte.
Dinamiche familiari à figli a carico, moglie che non lavora, figli che producono redditi.-> se
redditi del minore li dichiara il minore ma con la firma dei genitori ( o soggetto con patria potestà) -
> minore non ha capacità d’agire.
Caso eccezionale soggetti passivi: eredi-> sono chiamati a pagare le imposte del de cuius per i
redditi che questo ha prodotto ma non ha potuto dichiarare, devono fare dichiarazione dei redditi e
pagare le imposte. -> non solo sui redditi prodotti e incassati dal professionista, ma anche su quelli
non ancora incassati dal professionista.

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LEZIONE 7:

plusvalori da bitcoin non devono essere tassati => buco normativo=> assimilate a valute, quindi
tassabili à ma è interpretazione analogica ( assimilando una non valuta ad una valuta) => vietata
dalla legge.

COLLEGAMENTO CON TERRITORIO STATO:


- Soggettivo : persona risiede
oppure
- Oggettivo: minimo sindacale affinché soggetto tassato -> reddito prodotto in Italia.
Le persone fisiche fiscalmente residenti in Italia pagano imposte su redditi ovunque prodotti
nel mondo -> principio della tassazione mondiale.
Se non residente in Italia invece imposte solo su redditi prodotti nello stato -> principio
tassazione territoriale.
Residenza determina perimetro dei redditi. -> per questa ragione in tanti trasferito residenza
all’estero -> es Inghilterra regime agevolato, Tassazione redditi prodotti solo in Inghilterra o quelli
bonificati in banca inglese.
Italia Introdotti regimi speciali per i neo-residenti e per i pensionati.

Residenza fiscale art.2,3 del TUIR -> fiscalmente residenti in Italia le persone che hanno per più di
183 giorni l’anno (maggior parte periodo d’imposta) o l’iscrizione anagrafica, o domicilio
civilistico ( centro affari) o residenza civilistico ( luogo dimora). -> suff. Uno solo in Italia.
Casi di doppia residenza-> criteri per stabilire dove persona residente.
Iscrizione anagrafica è già suff per residenza => se ci si trasferisce all’estero ma ci si dimentica di
disiscriversi dall’anagrafe dei residenti => ancora residente in Italia.
Criterio domicilio: centro principale affari e interessi=> declinato non solo nella dimensione
economica patrimoniale, ma anche affettiva (interpretazione corte di giustizia). -> se centro affari in
uno stato e affetti in un altro -> orientamento prevalente: prevalgono affetti.
Basta uno di questi criteri per la maggior parte del periodo d’imposta.
È amministrazione finanziaria che deve dimostrare che trasferimento all’estero fittiziamente.
Regola non vale quando cittadino italiano trasferisce residenza in paradiso fiscale-> in questo
caso la persona continua ad essere considerata residente in Italia, nonostante sia andato
all’estero ( c’è elenco paesi paradisi fiscali: Montecarlo e Svizzera anche), a meno che il
contribuente non dimostra che trasferimento reale-> invertito onere della prova perchè fino a
qualche anno fa i paradisi fiscali non erano collaborativi. Art.4 convenzione Italia svizzera: primo
criterio da testare è quello della abitazione permanente.

Per le persone residenti in Italia lo stato deve monitorare tutto ciò che la persona possiede ->
attraverso Monitoraggio Fiscale => obbligo di elencare in un quadro della dichiarazione dei redditi
tutte proprietà mobiliari e immobiliari all’estero.
Se patrimonio all’estero non giustificato => tutte somme all’estero considerate reddito e si
applicano sanzioni da 240 a 280% delle imposte base. Lo stesso nel caso in cui non fatto
monitoraggio chiesto da legge, da 3% a 15% e da 6% al 30% per ogni anno. Stesse sanzioni quando
portata valuta portata all’estero ( limite 10mila euro che può uscire non dichiarata).

Ci sono anche imposte patrimoniali specifiche che colpiscono immobile all’estero: IVIE e IVAFE -
> di carattere patrimoniale.

Se pagate imposte world wide e negli altri paesi esteri in cui produco reddito pretendono tassazione
=> rischio redditi transnazionali doppia imposizione => per evitare: tutti stati hanno criteri
interni, il più utilizzato è il credito per le imposte estere ( oltre a convenzioni contro doppia

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imposizione)=> Italia da un credito per le imposte nello stato della fonte, ma nei limiti delle imposte
italiane.

I NON RESIDENTI: pagano imposte in Italia solo su redditi prodotti in territorio stato->
come si stabilisce? Art.23 testo unico -> per i vari tipi di reddito criteri di collegamento,
raggruppabili in 3 grandi categorie:
- Criterio del luogo di localizzazione dei beni: se bene in Italia allora imposte in Italia ( es.
per redditi fondiari e redditi diversi)
- Criterio luogo svolgimento attività ( per reddito lavoro indipendente o autonomo, per
reddito d’impreso necessaria ma non suff: necessaria stabile organizzazione, sede fissa
d’affari, persone e beni, mediante la quali svolta attività)
- Criterio del pagatore: se colui che paga i redditi si trova in Italia si considera prodotto nel
territorio italiano -> società italiana che paga dividendo o stato italiano che paga interessi a
cittadino straniero, redditi prodotti in Italia.
Per maggior parte dei redditi di sogg non residente: ritenuto alla fonte a titolo d’imposta. Per i casi
non inclusi, allora dichiarazione dei redditi

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LEZIONE 8:

Eccezioni imposizione: società di persone e associazione professionali.


- SDP: imposizione: sdp produce reddito d’impresa, fa dichiarazione e si ferma al reddito
d’impresa, dopodiché quel reddito imputato per trasparenza ai soci => soci pagano imposte
pro quota su quel reddito a prescindere dalla percezione del reddito. -> vale per i redditi ma
anche per le perdite, i soci possono riportare questa perdita negli anni successivi e fare
COMPENSAZIONE VERTICALE ( compensare solo con redditi stessa natura). -> per
principio di trasparenza fiscale. -> perché? Ragione giuridica ricollegata a concetto di
possesso dei redditi -> nel caso delle sdp l’utile appartiene ai soci sin dal momento
dell’approvazione del bilancio del rendiconto => sdp non possiedono MAI il reddito che
producono, è da subito dei soci. Per questo principio di trasparenza non applicabile alle
società di capitali ( solo in via eccezionale agli art.115 e 116).
Redditi imputati per trasparenza sono “redditi da partecipazione” -> etichetta per
indicare questi redditi, perché ciò che viene imputato ai soci per trasparenza è un pezzo del
reddito di impresa, ma reddito d’impresa lo possono avere anche imprenditori individuali,
che però sono altra categoria, si sarebbero confusi i redditi.
Regola di trasparenza anche per società semplici-> per legge non possono svolgere attività
commerciale -> differenza con Sdp commerciali: le sdp commerciali solo reddito di
impresa, le semplici invece hanno diverse categorie di reddito come le persone fisiche (
eccetto redditi di lavoro dipendente), compresi redditi d’impresa, perché la nozione di
attività commerciale a fini fiscali è diversa da quella civilistica.
- Ass. prof: stesse regole. Le ass prof rappresentano forma giuridica attraverso cui legge
consente svolgimento in comune di lavoro autonomo. Forme di esercizio collettivo attività
lavoro autonomo. Funzionano come SDP, quindi ass prof determina reddito di lavoro
autonomo ( compensi meno costi) e poi ai soci imputati per trasparenza una quota di quel
reddito di lavoro autonomo -> reddito da partecipazione in una associazione
professionale, quindi sottostante natura è di lavoro autonomo.
Regola trasparenza fiscale vale anche per le perdite, quindi agli associati imputata una
quota di queste perdite -> possono essere compensate orizzontalmente, quindi anche con
redditi diversi da quelle di lavoro autonomo.

Professionisti possono svolgere att prof anche attraverso costituzione di società tra
professionisti ( art.10 legge 183/2011) -> possono essere costituite in una delle forme
previste da CC-> non disciplinati i profili fiscale => problema: società commerciali che però
in realtà svolgono attività di lavoro autonomo => che reddito? Impresa o lavoro autonomo?
Importante differenza: regole diverse e poi reddito impresa calcolato per competenza mentre
quelli di lavoro autonomo per cassa.
In questo vuoto normativo deciso che prevale la forma giuridica della società=> anche se di
fatto att lavoro autonomo, sarà reddito d’impresa.
Lo stesso vale anche per la società tra avvocati -> tipo ad hoc disciplinato con D.lgs
91/2001-> devono essere costituite con forme codice civile, quindi producono redditi
d’impresa.
ð Se professionisti vogliono costituire società, redditi calcolati come redditi d’impresa.
Vantaggi: avere ad es soci finanziatori non professionisti=> soci esterni di capitale.
Una Trasparenza fiscale è stata prevista da giurisprudenza per Società a ristretta base
sociale/proprietaria -> consiste in: quando in capo a società che ha pochi soci ( tendenzialmente
stesso nucleo familiare) subisce accertamento e si accerta evasione d’imposta, dato che i soci sono
pochi la giurisprudenza presume che quelle somme in nero siano state distribuite ai soci, quindi
tassati in capo ai soci come dividendi, sarà il socio a dover dimostrare di non aver percepito quelle

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somme. Presunzione applicata per società di capitali, per quelle di persone non c’è bisogno, c’è già
per legge. => distribuzione utili occulti.

Altra figura no ires e IRPEF-> IMPRESE FAMILIARI ( 230 bis)-> sorge di fatto e tutti i
collaboratori hanno diritto ad avere una quota del reddito familiare. In diritto tributario diverso->
necessario che all’inizio del periodo d’imposta l’imprenditore attraverso atto pubblico o scrittura
privata indichi coloro che collaborano all’impresa familiare svolgendo attività di tipo continuativo
e prevalente. -> condizione formale per evitare forme di splitting.
quindi il reddito distribuito in modo proporzionato alla quali-quantità dell’attività svolta e non può
superare il 49% del reddito complessivo.
Irpef lo paga l’imprenditore ( la parte sua è reddito d’impresa), mentre la parte imputata ai
singoli familiari è assimilata a reddito di lavoro dipendente. Resta ferma regola civilistica che
non si possono imputare perdite ai familiari, tutte a carico dell’imprenditore.

Particolare ipotesi di trasparenza fiscale per le Controlled foreign companies (CFC) -> sono
società localizzate in paesi a bassa fiscalità che hanno una tassazione inferiore alla metà di quella
italiana che producono redditi e un pezzo significativo di questi redditi sono redditi passivi (
dividendi, interessi, royalties)-> per queste società prevista imputazione per trasparenza -> redditi
imputati al socio come società di persone=> rimpatrio forzato di questi redditi. Possono però
dimostrare o che società estera svolge effettiva attività commerciale o che non raggiunto effetto di
lasciare all’estero utili detassati.

COME SI CALCOLA IRPEF:


presupposto è possesso redditi-> segmento temporale: 1/01-31/12.
Art.7 testo unico-> per ogni periodo d’imposta c’è un’obbligazione tributaria autonoma -> se
dimenticato di dichiarare un reddito un anno arriverà avviso di accertamento, anche se dichiarato
nell’anno successivo => pagate imposte, sanzioni e interessi.
Temperamenti ad art.7 :
è Riporto delle perdite:
è Tassazione separata redditi a formazione pluriennale-> es. TFR-> è reddito di lavoro
dipendente, quindi andrebbero tassati l’anno in cui percepita liquidazione, ma siccome
IRPEF progressiva, allora farebbe finire sullo scaglione più alto => sarebbe un meccanismo
che allontanerebbe la tassazione da quella che è la tassazione della ricchezza effettiva =>
PREVISTO CHE TASSATI SEPARATAMENE, secondo regole che tendono ad applicare
aliquote medie.

CALCOLO:
passaggi:
1. categorie di reddito: 6 categorie (art.6). => reddito qualificato. ( per ogni categoria regole
diverse).
2. Poi: somma algebrica categorie di reddito = reddito complessivo.
3. Dal reddito complessivo sottratti oneri deducibili = reddito imponibile.
4. Sul reddito imponibile applicate aliquote IRPEF= imposta lorda
5. Da imposta lorda sottratte detrazioni= imposta netta
6. Da imposta netta sottraggo le ritenute di acconto e gli acconti e i crediti d’imposta=
SALDO ( + o -).

Nel caso delle perdite d’impresa, vengono riportate a nuovo e ogni anno compensate con
redditi stessa categoria nei limiti dell’80% di questa categoria di reddito. Unica possibilità di
compensazioni orizzontale per redditi lavoro autonomo e ass. prof-> per sdp e impr. Individ.

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mentre altri casi è verticale con un riporto limito nel tempo nei limiti ogni anno dlel’80% del
reddito che si realizza. (verticale-> redditi stessa categoria).

Ci sono redditi che non vanno sommati algebricamente-> esclusi da base imponibile: in primis
redditi esenti ( es. capital gain che derivano da immobili venduto dopo almeno 5 anni), poi tutti
redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva, poi gli assegni
versati al coniuge separato e ai figli per il mantenimento dei figli ( quelli per il mantenimento
proprio è reddito invece).

All’interno dei redditi tassati non solo redditi in denaro ma anche quelli in natura -> reddito in
natura convertito in moneta sulla base del valore normale stabilito da art.9 testo unico (
valore di mercato). -> es. come frange benefit appartamento.

LEZIONE 9:

per valore normale si intende il valore di mercato.

Dal reddito complessivo vanno sottratti gli oneri deducibili -> insieme alle detrazioni per oneri
dell’imposta lorda (3 categorie: per oneri cioè per spese, soggettive, oggettive).
Le detrazioni per oneri sono l’equivalente degli oneri deducibili: sono spese che il legislatore
consente di dedurre anche se riguardano la persona del contribuente o i suoi familiari e non i redditi.
La differenza tra deduzione e detrazione è che oneri deducibili vengono sottratti al reddito
imponibile, mentre le detrazioni vengono sottratte dall’imposta lorda (riconosciute in una
percentuale della spesa, entro dei tetti massimi assoluti). La differenza non è solo formale, ma anche
sostanziale, il legislatore ha riconosciuto le spese spostando oneri deducibili facendoli diventare
detrazioni: 2 ragioni: 1. Per ragioni di gettito (costa allo stato di più rispetto a riconoscerla come
detrazione), 2. Spesa riconosciuta come onere deducibile avvantaggia di più le persone con aliquote
alte, mente se riconosciuta come detrazione allora è uguale per tutti.

Oneri deducibili e detrazioni per oneri (artt.10,15,16) sono spese, spese che vengono
riconosciute-> finalità nel riconoscere queste spese:
- Per garantire minimo vitale: es, spese mediche, sanitarie e chirurgiche. Spese funebri. Spese
universitarie. Spese non vedenti per acquisto cani guida.
- Per dare utilità a individuo e famiglia nell’ambito della tutela costituzionale della
famiglia stessa: interessi passivi acquisto prima casa ( detrazione), premi assicurativi aventi
per oggetti rischio morte o invalidità permanente ( detrazione), spese per ristrutturazioni,
spese rette asili nidi, donazioni a favore di enti di culto o onlus ecc. ( detrazioni).
Vanno spesate nel periodo d’imposta sostenute per cassa ( quando pagato). Per tutte queste spese
inoltre è necessaria conservazione documentazione perché periodicamente agenzia delle entrate può
fare controlli formali.
L’elencazione oneri deducibili e detrazioni è tassativa, non possibili spese diverse da quelle
espressamente previste da artt.10,15,16.

Una volta sottratti oneri deducibili da reddito complessivo si ottiene reddito imponibile, sul
quale si applicano gli scaglioni dell’IRPEF.
Si determina quindi poi imposta lorda, da essa poi sottratte le detrazioni per oneri, le soggettive e
le oggettive.

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Le soggettive: riconosciute al contribuente per i carichi di famiglia ( coniuge a carico e figli a


carico), sempre nell’ambito della tutela del minimo vitale.
Le oggettive: detrazione previste per certi tipo di reddito, es per lavoro dipendente. Decrescono al
crescere del reddito, superati i 55mila euro si azzerano.

Sottraendo detrazioni si ottiene imposta netta, relativa al reddito del periodo d’imposta di
riferimento. Ma non è l’importo da versare, dall’imposta netta vanno sottratte ritenute alla
fonte a titolo di acconto, gli acconti e i redditi d’imposta.
Le ritenute sono le trattenute fatte es a lavorate dipendente o al lavoratore autonomo quando emette
le parcelle, come forma di anticipazione del prelievo che verrà effettuato alla fine dell’anno, poi
conguagliate alla fine. Per chi le subisce sono un credito.
Gli acconti sono dei prelievi effettuati a maggio e novembre in acconto delle imposte che si
dovranno pagare, sono calcolati sulla base dell’imposta netta dell’anno precedente ( metodo
retrospettivo-> si può fare anche diversamente ma minori acconti implicano sanzioni del 30%).
I crediti d’imposta possono essere distinti in 2 categorie:
- Per agevolazioni: crediti riconosciuti per dare al contribuente delle agevolazioni,
- Per le imposte assolte all’estero: riconosciuto quando il contribuente realizza redditi
all’estero.-> se tassazione estera più alta lo stato italiana riconosce fino al limite
dell’imposta italiana, il resto non rimborsa.
Sottraendo tutto ciò si ottiene il saldo, che può essere positivo o negativo. Se imposta netta più
alta della somma delle ritenute acconti o crediti è positivo, se invece imposta netta è più bassa della
somma delle ritenute, degli acconti e crediti d’imposta, allora è negativo e si ha un credito
d’imposta => diverse possibilità su cosa farne:
- Chiedere rimborso -> sconsigliato, lo stato è molto lento.
- compensare credito con altri debiti, es IVA, IRAP, contributi previdenziali ecc.
- riportato nella dichiarazione all’anno nuovo.

Ci sono anche redditi soggetti a tassazione separata: redditi formati nell’arco di più anni ma poi
prelevati in un unico anno, es TFR. Ma se contribuente vuole può assoggettarla in opzione a
tassazione ordinaria, in base a cosa conviene di più.
2 categorie redditi a formazione poliennale:
- Cessazione attività lavorativa
- Eventi Natura eccezionale: es. arretrati, somma a titolo di perdita di avviamento da
locazione a titolo commerciale.
Come tassati?
Per tutti tranne indennità fine rapporto, aliquota media che scaturisce dai redditi del biennio
precedente.

Regime (speciale rispetto all’irpef) forfettario-> sostituisce IRPEF-> persone fisiche che
svolgono attività d’impresa o lavoro autonomo che hanno fatturato non superiore a 65mila
euro, questo fatturato al netto di una % riconosciuta a titolo di costi ( forfettaria), nel caso dei
professionisti del 22%, assoggetta ad aliquota del 15% forfettaria sostitutiva dell’IRPEF.
Quindi sul netto aliquota del 15%. 5% per nuova attività per i primi 5 anni.
Quindi es: primo guadagno lavoratore autonomo prima attività di 30mila euro, spese forfettarie del
22%, quindi poi su 24mila euro aliquota forfettaria del 5% per i primi 5 anni.
Sostituisce IRPEF, irap e iva.
Art. 1 co. 9 e co. 11 e co. 17 e co. 22 delle legge 65 del 18.

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IRES:
Imposta complementare all’irpef, si applica sui redditi a tutti soggetti diversi da IRPEF
eccetto società di persone, associazioni professionali e imprese familiari. Imposta che si applica
alle formazioni sociale, organizzazione di qualunque tipo.
Anche se non hanno personalità giuridica sono riconosciuti idonei ad essere titolari di rapporti
giuridici a contenuto patrimoniale=> possono essere assoggettati a tassazione.
C’è doppia imposizione economica, tassato due volte in capo a società e anche persone fisiche
(soci) -> ma è problema che non riguarda tutte formazioni sociali, alcune istituzionalmente non
perseguono scopo di lucro => non possono distribuire utili ma li devono reinvestire nell’ente. In
questo caso non c’è doppia tassazione, perché ricchezza tassata solo una volta in capo all’ente.
Negli altri casi di società problema doppia tassazione => forma di coordinamento.
Strumenti coordinamento tra ires e IRPEF per evitare doppia tassazione:
1. Equiparare dividendi a interessi e rendere i dividendi deducibili dal reddito imponibile ( es,
usato in brasile). Istituto ACE: aiuto crescita economica. Consentito alle società di dedurre
un rendimento figurativo che viene pagato ai soci per il capitale investito. Per incentivare
capitalizzazione imprese.
2. Esentare società quando produce reddito e tassare soci quando reddito distribuito come
dividendo. => reddito tassato una sola volta. MA non usato perché se non tassata società i
soci hanno tutto interesse a non distribuire utile rimandandolo continuamente.
3. Tassare società ma esentare soci. MA tende a favorire i soci più ricchi.
4. Metodo usato in Italia-> società paga ires e poi soci o tassazione forfettaria o esenzione
su una parte di quel reddito incassato sotto forma di dividendo. => METODO DELLA
TRASPARENZA per società di persone, METODO ESENZIONE per società di capitali.
5. METODO DEL CREDITO D’IMPOSTA: usato in Italia fino al 2003-> al socio
riconosciuto un credito per le imposte pagate dalla società proporzionalmente alla quota
posseduta. Nel caso di socio povero che pagava meno di quanto pagato da società, veniva
rimborsato da società di quanto era stato pagato.
Con attuale sistema, metodo dell’esenzione i soci vanno a pagare sempre qualcosa in più rispetto a
quanto pagato da società.
Perché modificato? Colpa dell’UE. Credito d’imposta non veniva dato ai soci non residenti, quindi
discriminati rispetto ai soci non discriminati.
Non solo dividendi, anche plusvalenze => garantiti stessi regimi di tassazione.

LEZIONE 10:
ð Oggi metodo dell’esenzione in capo ai soci o della trasparenza per le società non soggette
all’ires.
IRES non solo a società, comprende sia enti con scopo di lucro sia senza scopo di lucro.
Titolo 2 testo unico = soggetti passivi ires.
Tutti soggetti passivi ires hanno come modalità determinazione base imponibile le regole di
determinazione del reddito d’impresa, perché per la loro natura producono reddito d’impresa.
Soggetti passivi ires ( art.73 testo unico imposte sui redditi):
- Società di capitali ed enti commerciali residenti: sdc sempre commerciali per statuto e dal
pov fiscale attività commerciale per presunzione assoluta, a prescindere dal fatto che poi
possano svolgere altri tipi di attività. Quindi a prescindere da oggetto società in concreto, la
forma giuridica prevale sull’attività effettivamente svolta. Se ente è commerciale è
equiparato alle società di capitali, mentre enti non commerciali assimilati alle persone
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fisiche. Anche per le società la residenza determina perimetro base imponibile, se residente
base imponibile sui redditi ovunque prodotti nel mondo, se non residente solo sui redditi
prodotti nel territorio dello stato.
- Enti non commerciali residenti:
- Società ed enti commerciali non residenti:
- Enti non commerciali non residenti:

Come stabilire se ente commerciale o non e se residente o non?


Per società di capitali commercialità è presunzione assoluta, per enti diversi dalle società
stabilire se commerciale o non dipende da oggetto dell’attività dell’ente. Quindi se l’ente ha per
oggetto lo svolgimento di un’attività commerciale in via esclusiva o prevalente è ente commerciale,
altrimenti non commerciale. L’oggetto dell’attività dell’ente ex.art.73 co.4 e co.5 si vede nello
statuto o atto costitutivo, se esistono in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, se
esistono in questa forma legale si guarda all’oggetto previsto, se non hanno questa forma legale si
guarda all’attività effettivamente svolta.

Per enti non residenti si guarda solo all’attività svolta nel territorio dello stato, a prescindere
da quanto stabilito dallo statuto.
Corte di cass ritiene che anche per enti residenti si guarda all’attività svolta, a prescindere da
quanto previsto.

Attività rilevante: distinguere tra attività fine da altre attività che sono il mezzo, quindi attività
mezzo. -> bisogna guardare all’attività fine. Se attività mezzo finisce per essere attività fine,
allora art. 149 prevede riqualificazione ente da non commerciale a commerciale.
Come stabilire se attività fine è commerciale o no? Art.55 testo unico imposte sui redditi. -> se
un attività indicate nell’art allora è commerciale, se non in via esclusiva o prevalente una di
quelle attività allora non commerciale. ( diversa da nozione civilistica 2195cc, oltre alle attività
codice civile quelle dell’art.55).

Per vedere residenza art.73 co.3 -> residenti società ed enti che hanno in Italia o sede legale o
sede amministrativa o l’oggetto principale dell’attività per la maggior parte del periodo
d’imposta. => 1 criterio temporale e 3 sostanziali alternativi.
Sede legale-> requisito formale, prevista in statuto o atto costitutivo.
Sede amministrazione e oggetto principale -> accertamento condotto di fatto.
L’oggetto principale è l’attività svolta in concreto.
Sede amministrativa è il luogo in cui vengono prese le decisioni quotidiane dell’ente. Es. caso
dolce&gabbana-> società in Lussemburgo ma decisioni base, quotidiane, in Italia => per fisco era
in territorio italiano.
Criterio dell’amministrazione usata per i casi di Esterovestizione ( si intende la fittizia
localizzazione all'estero della residenza fiscale di una società che, al contrario, ha di fatto la sua
attività e persegue il suo oggetto sociale in Italia.).
Ipotesi doppia residenza risolte con ricorso alle convenzioni internazionali contro le doppie
imposizioni -> art.4 previste le type break rule , criterio per individuare quale stato residenza ->
un solo criterio: sede dell’amministrazione. => tra conflitti vince lo stato dove sede
dell’amministrazione.

Art.72 co.2 prevede tra i soggetti passivi anche le società di persone non residenti e ogni altra
organizzazione non appartenente ad altri soggetti passivi che ha una propria autonomia.
Le società di persone non residenti considerate soggetti passivi d’imposta in Italia per una ragione
di tutela, perché se considerate trasparenti l’obbligazione tributaria non alla società ma ai soci,
quindi si attribuisce soggettività passiva alla società.

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Ogni altra (…) è una clausola di chiusura-> tende a ricondurre al suo interno le nuove formazioni
sociali che dovessero nascere-> es. il trust, una sorta di cassaforte dove mettere beni per essere
intestati ad un amministratore che li deve utilizzare per raggiungimento di finalità previste in atto
costitutivo del trust -> oggi però nell’art.73 inserito il trust. Ma i trust non sono sempre soggetti
passivi d’imposta, solo quando non Ci sono beneficiari individuati => beneficiari che hanno dei
diritti sui patrimoni e sui redditi dei trust. In capo ai beneficiari individuati qualificati come redditi
di capitale.

Tra i soggetti passivi NON rientrano i gruppi di società-> possono fare il consolidato, tassati
quindi come unica società. Ma il gruppo non è soggetto passivo dell’ires-> capogruppo paga ires
ma poi chiede i soldi alle singole società in base alle quote => per compensare, distribuendola tra
tutte.

Non sono soggetti anche stato ed enti pubblici territoriali, perché sono i soggetti attivi, coloro che
intascano.

DETERMINAZIONE BASE IMPONIBILE:


- Società di capitali e enti commerciali residenti: redditi ovunque prodotti nel mondo ( =
reddito d’impresa). => una sola categoria di reddito, quello d’impresa. => base
imponibile corrisponde a reddito d’impresa, determinato da utile o perdita in bilancio
con variazioni in aumento o in diminuzione che derivano da applicazioni delle norme
fiscali, e il risultato è il reddito d’impresa o la perdita fiscale.
Perdite riportate a nuovo illimitatamente e compensate con redditi anni successivi nei
limiti dell’80% di questi redditi. .-> le perdite fiscali sono dunque un valore. Per evitare
fenomeno di circolazione delle bare fiscali, introdotte norme antielusive -> chi acquista non
può utilizzare perdite, eccetto se cessione avviene all’interno dello stesso gruppo o se si
dimostra che la società venduta non è una bra fiscale ma ha degli indici di validità.

LEZIONE 11:

- Base imponibile enti non commerciali residenti: art.143ss rinvia ad art.8, circa
determinazione reddito persone fisiche. => diverse categorie di reddito, poi reddito
sommato che diventa reddito imponibile e su quello si applica ires.
Le onlus a associazioni ecc. beneficiano di una serie di agevolazioni.

- Società ed enti commerciali non residenti: imposte solo sui redditi prodotti in Italia ->
riferimento art.23 testo unico-> vedendo varie categorie di reddito, se c’è collegamento
con territorio stato allora reddito prodotto in Italia. Redditi determinati secondo
categorie di appartenenza ma reddito d’impresa tassato a parte => non cumulabili
redditi di altre categorie con redditi d’impresa. Se reddito impresa negativo, quindi perdita
fiscale, allora su altri redditi ires e perdita fiscale riportata a nuovo e compensata con
redditi anno successivo nei limiti dell’80%.

- Enti non commerciali non residenti: regole analoghe.

Anche per soggetti passivi ires, la vita del soggetto passivo frazionata in periodi d’imposta ->
coincide con l’esercizio sociale => se esercizio sociale è 1/07->30/05 allora è quello il periodo
d’imposta. Solo se durata esercizio superiore a 2 anni o non determinato allora periodo
d’imposta anno solare.

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Ires è imposta PROPORZIONALE E REALE. => reale= reddito imponibile applica aliquota
unica del 24%.
Una volta determinato ires, bisogna scomputare acconti, ritenute subite e i crediti d’imposta.

________________________________________________________________________________

Solo società ed enti commerciali residenti hanno solo reddito d’impresa, tutti altri soggetti
possono avere le altre categorie di reddito previste da art.6.

Varie categorie di reddito:


- Redditi fondiari: art.25 e ss. TUIR -> derivano dai terreni e fabbricati situati nel territorio
dello stato. Concorrono a formare il reddito imponibile dei soggetti che hanno la proprietà o
altro diritto reale sul terreno o sul fabbricato, nel caso in cui distinzione tra proprietà e
usufrutto il reddito imputati all’usufruttuario. Nel caso di comproprietà redditi in base alla
quota posseduta. Il reddito dei terreni è determinato sulla base del catasto => il catasto è una
sorta di mappa dove sono indicati tutti terreni e tutti fabbricati, per ognuno attribuita una
rendita => tassato reddito catastale ( reddito medio ordinario previsto dal catasto). Per
terreni distinti o reddito dominicale ( reddito che spetta al proprietario del terreno per il fatto
di essere proprietario) e reddito agrario ( reddito se terreno coltivato, quindi attività agricole
e connesse -> anche trasformazione ecc. dei prodotti).
Per immobili ad uso commerciale però si può applicare imposta sostitutiva, cedolare secca.
- Redditi di capitale: art.44 e ss. -> non prevista nozione. Solo elenco di redditi. Tutti quei
redditi qualificati come redditi di capitale sono il frutto di un investimento di un capitale =>
sono tutte utilità che scaturiscono dall’investimento di un capitale. I redditi di capitale non
sono cumulati ad altri redditi normalmente, perché sono soggetti a ritenute alla fonte a titolo
d’imposta -> 12,5% per interessi titoli di stato ed equiparati e 26%.
I più importanti sono interessi e dividendi.
Non tutto ciò che viene distribuito dalle società è dividendo-> anche patrimonio, capitale
sociale, riserve => restituiscono patrimonio, quindi non tassato.
Redditi di capitale tassati al lordo ( senza deduzione ) e per cassa.
- Redditi lavoro dipendente: art.49 e ss.-> quelli che derivano da prestazione di lavoro
svolte sotto le dipendenze e direzione altrui. = coincide con nozione CC. + pensioni di ogni
tipo ( collegate ad un precedente rapporto di lavoro, non tassabili pensioni con natura
risarcitoria). Principio di onnicomprensività ( art.51) => tutte le somme he percepisce
anche sotto forma di erogazione liberale in relazione al rapporto di lavoro. Anche tutto ciò
che i dipendenti percepiscono in natura => frange benefit. Seguono principio di cassa.
Redditi assimilati al lavoro dipendenti: difettano di un qualche elemento per entrare nella
definizione di lavoro dipendente: es. remunerazione sacerdoti, indennità parlamentari.
Oltre ad essere tassati per cassa sono tassati al lordo, nel senso che l’abbattimento forfettario
per spese sostenute riconosciute sotto forma di detrazione.
- Redditi lavoro autonomo: art.53 e ss.-> derivano da esercizio di arte o professione svolte
in materia abituale, ancorché non esclusiva. Es. lavoratore autonomo ma anche altro.
Abituale, altrimenti è reddito diverso.
Base imponibile lavoro autonomo: compensi derivano da svolgimento attività libero-
professionale -> sono componenti positivi anche le plusvalenze derivanti da cessione di beni
strumentali per svolgimento attività lavoro autonomo e immobili.
Per il lavoro autonomo il legislatore ha previsto una deduzione dei costi analitica, può
dedurre tutti costi e spese inerenti allo svolgimento dell’attività. Per molte spese
forfettizzazione, solo in parte spese per attività, in altra parte sono spese personali. -> es.
automobile-> costo automobile deducibile solo nella misura del 20% del costo per un

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importo non superiore a 18milaeuro, per i cellulari invece 80%, per alberghi e ristornati per
interno nel limite del 2% del fatturato.
Per evitare comportamenti elusivi o splitting non deducibili compensi pagati a coniuge, figli
o ascendenti per prestazioni di lavoro svolte nel proprio studio ( ovviamente coniuge, figlio
ecc. non tassati).
Casi in cui manca requisito=> considerato assimilato: es. diritti d’autore.
- Redditi diversi: art.67 TU-> categoria eterogenea al cui interno legislatore ha collocato
tutti redditi non collocabili in altre categorie di reddito. Es. attività illecita, vincite lotteria
ecc.
Tassati al netto dei costi di produzione e per cassa.

LEZIONE 12:
- Redditi d’impresa: art.55-63 per persone fisiche e società di persone, e 83-108 per
società di capitale ed enti commerciali.
Disposizione che disciplina la fonte, quindi quali attività, e poi norme di disciplina modalità
di determinazione.
Regole di carattere generale: PRINCIPIO DI DERIVAZIONE ( art.83- si applica a tutti
componenti positivi e negativi di reddito), PRINCIPIO DI COMPETENZA ( art.109
principi contabili, a tutti componenti), PRINCIPIO BREVE IMPUTAZIONE ( a tutti
componenti negativi), PRINCIPIO DI INERENEZA ( a tutti componenti negativi:
nonostante carta di cass lo riconduca ad art.109 co.5, è una regola senza disposizione, perché
non c’è una regola specifica che lo prevede).
Regole di dettaglio circa i singoli componenti positivi e negativi di reddito: detta regime
ordinario. Poi vi sono dei regimi speciali, es. per le imprese minori o imprese di
piccolissime dimensioni: fatturato non oltre 65mila euro: imposta sostitutiva del 15% al
netto di un abbattimento forfettario dei costi; es. per le quali contabilità semplificata,
imprese in un momento della vita straordinario come la liquidazione o fallimento.
Art.55TU: i redditi d’impresa sono quelli che derivano da esercizio impresa
commerciale, per esercizio imprese commerciale si intende esercizio in forma abituale
ancorché non esclusiva: 1. Delle attività indicate dall’art.2195cc, 2. Delle attività
agricole indicate art.32,co.2 b e c, quando superano limiti previsti per reddito agricolo
anche se non organizzate in forma d’impresa, 3. Redditi che derivano da attività di
prestazione di servizi diverse da 2195cc che sono organizzate in forma d’impresa,
sfruttamento miniere laghi stagni ecc. ed esercizio attività agricole quando svolte da
soggetti a forma commerciale.
Nozione fiscale imprese commerciale molto più ampia di civilistica-> anche attività
agricole quando superano limiti previsti art.32 TU ( per la parte che si supera). Anche
più ampia nozione attività commerciale, infatti fiscalmente anche altre rispetto al 2195,
inoltre non necessario requisito organizzazione ai fini fiscali.
Elementi caratteristici attività commerciale ai fini fiscali: Imprese commerciali se svolte
in maniera abituale ancorché non esclusiva => requisito abitualità=> stabilità, regolarità
nell’arco di più anni ( es. stabilimento balneare.) 2. Produttivo di reddito d’impresa ( prevale
la forma commerciale rispetto all’attività effettivamente svolta) -> eccezione: società
agricole ( società di persone S.r.l. che rivestono qualifica di impresa agricola, quindi quando
oggetto è svolgimento attività agricole e nella ragione sociale indicato società agricola ->
quindi reddito su base catastale=> tutto reddito agrario. 3. Organizzazione ( solo nei casi di
attività diverse da art.2195): quando organizzazione riesce a sopravvivere a prescindere
dalla persona. Eccezioni: professioni protette ( richiede iscrizione ad albo), in questi casi c’è
una presunzione assoluta per cui il sapere tecnico e specialistico della persona è sempre
prevalente rispetto all’organizzazione=> redditi lavoro autonomo.

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Le società tra professionisti producono reddito di impresa. Di recente sentenza corte di


cassazione del 2021 in cui il giudice ha detto che nel caso di società tra professionisti, quindi
tra avvocati, si guarda alla disciplina civilistica quindi se c’è organizzazione è attività
d’impresa, ma se organizzazione non importante allora attività di lavoro autonomo anche se
societaria-> MA OVVIAMENTE ERRORE DEL GIUDICE_> norme ordinamento
tributario dicono che qualunque attività ma con società a forma commerciale allora si
produce reddito d’impresa.
Legislazione fiscale è più ampia perché più allargata sfera attività considerate
commerciali più si hanno produttori di redditi d’impresa.
Nozione art.55 TU ha importanza diversa in relazione ai soggetti a cui è riferita:
- Se società a forma commerciale art.6co3 e 81 dicono che producono reddito d’impresa
( presunzione assoluta) => nozione dell’art.55 non serve a nulla -> forma prevale sulla
sostanza.
- Per le persone fisiche è importante, perché consente di distinguere attività produttive di
reddito d’impresa da reddito agrario, diverso o di lavoro autonomo.
- Ancora più importante per le società di fatto e gli enti diversi dalle società_> la nozione
di attività commerciale ha due funzioni: 1. Per capire se sono soggetti commerciali o no,
2. …

Modalità determinazione reddito d’impresa:


premessa beni relativi all’impresa => componenti positivi e negativi reddito d’impresa generati
dai beni d’impresa.
Beni d’impresa distinti in beni merce e beni diversi. I beni merce sono i beni che costituiscono
oggetto dell’attività dell’impresa. I beni diversi sono invece i beni normalmente scritti nell’attivo
immobilizzato e che soni rilevati in bilancio al costo. Importante distinzione perché vendita beni
merce da luogo a ricavi, altrimenti plusvalenze o minusvalenze.
I beni diversi dai beni merce si distinguono in strumentali e meramente patrimoniali.
Strumentali usati per svolgimento attività d’impresa nell’arco di più periodi d’imposta (
ammortamento), mentre i beni meramente patrimoniali sono beni che vengono acquistati a scopo
d’investimento-> es affitti danno luogo a proventi immobiliari ( no ammortamento perché non
utilizzati per svolgimento attività).
Art.65 TUIR 2 criteri: sostanziale e formale. Sostanziale dice che sono beni d’impresa i beni
merce, i beni strumentali e i crediti acquisiti nell’esercizio dell’impresa, inoltre tutti quelli che sono
iscritti nell’inventario previsto dall’art.2217cc, condizione necessaria per i beni immobili, se non
iscritti rimane bene privato e non d’impresa.

LEZIONE 13:
i beni relativi all’impresa devono sempre poi uscire e generare componenti positivi o negativi di
reddito, si distinguono a seconda che siano classificati nello stato patrimoniale come:
- Attivo circolante => bene merce
- Immobilizzazioni => bene diverso da bene merce
All’interno delle immobilizzazioni 2 sottocategorie:
- Beni strumentali
- Beni meramente patrimoniali

I beni merce si distinguono ( art.85 TUIR) in beni merce in senso stretto e per assimilazione
. In generale i beni merce in senso stretto sono beni merce alla cui produzione e al cui scambio
è diretta l’attività commerciale svolta dal soggetto passivo, nonché le materie prime e
sussidiarie, i semi-lavorati e i beni mobili- diversi da quelli strumentali- acquistati o prodotti per
essere impiegati della produzione.

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I beni merce per assimilazione, es. titoli di partecipazione in società di capitali ( o altri enti
commerciali) che sono iscritti all’attivo circolante ( e non tra le immobilizzazioni finanziarie)
perché costituiscono un impegno transitorio di liquidità e sono destinati ad essere rivenduti.
I beni merce concorrono alla formazione del reddito o come costi o come ricavi o come
rimanenze:
Ø Quando un bene merce entra nella cerchia dei beni relativi all’impresa viene rilevato un
costo di esercizio
Ø Quando un bene merce fuoriesce viene contabilizzato come ricavo
Ø Se alla fine dell’esercizio il bene acquistato o prodotto non collocato sul mercato viene
rilevato come rimanenza.

Beni strumentali: beni impegnati nel ciclo produttivo in maniera durevole e che per effetto
dell’impiego nell’attività d’impresa, partecipano alla formazione del reddito. => nel ciclo produttivo
in maniera durevole per piu anni. i beni merce a differenza sono beni consumabili, quindi non
hanno uso durevole. I beni strumentali sono beni ammortizzabili il cui costo viene diviso in più
periodi d’imposta e quindi lo deduce per quote di ammortamento.
Quando entra il costo viene dedotto lungo un arco di tempo, quando invece fuoriesce perché
alienato o estromesso, il componente che si genera può essere, a seconda dei casi, una plusvalenza o
una minusvalenza.
Ci sono beni strumentali che sono tali per natura, cioè beni che non sono suscettibili di essere
utilizzati in modo diverso se non per l’attività d’impresa senza radicali trasformazioni.

Beni meramente patrimoniali: art.90 TUIR: I redditi degli immobili che non costituiscono beni
strumentali per l'esercizio dell'impresa, né beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta
l'attività dell'impresa.

Come qualificare un bene dipende sia dal tipo di bene, sia dal tipo di attività che svolge un’impresa.
Es. scavatrice per impresa che produce impianti per la vendita di macchinari per l’edilizia è un bene
merce.

Criteri di identificazione dei beni relativi all’impresa: tutti beni di società ed enti commerciali
sono beni d’impresa-> presunzione assoluta per cui questi soggetti producono sempre reddito
d’impresa.
L’area dei beni relativi all’impresa ha un’estensione variabile in relazione alla natura del soggetto
che produce reddito d’impresa.
Problema per i soggetti che producono anche redditi di altre categorie: es. imprenditori -> bisogna
distinguere il patrimonio collegato all’attività commerciale esercitata, dal patrimonio privato che
rimane estraneo alla normativa in materie di reddito d’impresa. Art.65 2 tipi di collegamento tra
beni del soggetto e attività commerciali, uno di stampo formale e uno sostanziale.
Quello di campo sostanziale: rientrano nell’attività d’impresa tutti i beni merce in senso stretto, i
beni strumentali e i crediti acquisiti nell’esercizio dell’impresa.
Formale: colloca nella sfera imprenditoriale tutti i beni che imprenditore iscrive nell’inventario che
deve redigere e vidimare ai sensi del 2017cc.-> particolarità per immobili: alcuni strumentali per
natura.

Se soggetto che percepisce dividendo è persona fisica non imprenditore, allora redditi di
capitali e tassato sull’intero ammontare, con ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 26%, se
è imprenditore tassato in misura del 58,14%-> per attenuare doppia imposizione non regime
sostitutivo con aliquota bassa ma metodo dell’esenzione. Quindi se imprenditore due casi:
- Partecipazione acquista con denaro impresa .
- Con risparmi personali -> regime uguale a soggetti non imprenditori.

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Il valore fiscalmente riconosciuto ai beni d’impresa: tutti i beni relativi hanno un costo, il costo
fiscale -> importante perché è il termine di riferimento per il calcolo di una serie di componenti del
reddito d’impresa che si generano dal distacco di questi beni dalla sfera imprenditoriale. Il costo ai
fini civilistici non corrisponde quasi mai al costo fiscale.
In linea generale e in via di principio, l’elemento costitutivo del valore fiscalmente riconosciuto è
rappresentato dal corrispettivo pagato per l’acquisto del bene ( in caso di provenienza esterna) o dal
costo di fabbricazione (in caso di autoproduzione del bene, cioè dalla somma di tutti i costi
direttamente imputabili alla sua fabbricazione, come i costi delle materie prime e sussidiarie, dei
servizi, della mano d’opera utilizzata nella produzione ecc).
->a tali costi possono poi aggiungersi gli oneri di diretta imputazione connessi all’acquisto e al suo
inserimento nel ciclo produttivo (es. provvigioni, spese notarili, di montaggio ecc).
Il valore fiscalmente riconosciuto così determinato può poi subire variazioni incrementative ( per
effetto, ad es, di rivalutazioni fiscali) o riduttive ( per effetto degli ammortamenti).
n.b. il valore fiscalmente riconosciuto dei beni ammortizzabili ( bei strumentali) dunque, è
dato dalla differenza tra il costo di acquisto ( o il costo di fabbricazione) e l’importo
complessivo delle quote di ammortamento dedotte fiscalmente ( cd. Costo non ammortizzato).

PRINICIPI DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO D’IMPRESA:


regole generali e specifiche.
4 pricinipi generali: 2 per tutti componenti reddito d’impresa e 2 che riguardano solo i
componenti negativi:
1- Principio di derivazione/dipendenza parziale: art.83 TUIR
2- Principio di competenza fiscale: art.109 co.1 e 2 TUIR ( in realtà anche previsto da
principi contabili)
3- Principio di previa imputazione a conto economico:
4- Principio di inerenza: art.109 co.5, ma in realtà è principio senza disposizione.

1. ART.83-PRINCIPIO DI DERIVAZIONE: punto di partenza per determinazione base


imponibile è costituito dal risultato civilistico => utile o perdita risultante da conto
economico, poi una serie di variazioni. Quindi comunque diversi civilistico e fiscale. =>
dipendenza parziale.
“ Il reddito complessivo è determinato apportando all'utile o alla perdita risultante dal
conto economico, relativo all'esercizio chiuso nel periodo d'imposta, le variazioni in
aumento o in diminuzione conseguenti all'applicazione dei criteri stabiliti nelle successive
disposizioni della presente sezione…”
Normativa fiscale non può seguire quella civilistica, quindi no principio di derivazione
assoluta-> per evitare doppie imposizioni, per diminuire contenziosi e per distribuzione di
dividendi e per art.110co.7 ( “ I componenti del reddito derivanti da operazioni con società
non residenti nel territorio dello Stato, che direttamente o indirettamente controllano
l'impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l'impresa,
sono determinati con riferimento alle condizioni e ai prezzi che sarebbero stati pattuiti tra
soggetti indipendenti operanti in condizioni di libera concorrenza e in circostanze
comparabili, se ne deriva un aumento del reddito”.
VARIAZIONI in aumento o in diminuzione:
- Danno origine a Variazioni in aumento ( a sfavore del contribuente) tutte quelle
disposizioni di natura tributaria che: a) obbligano ad inserire, tra i componenti positivi di
reddito, proventi non imputati al conto economico, ovvero b) che impongono di escludere
dal novero dei componenti negativi deducibili oneri imputati al conto economico.

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- A Variazioni in diminuzione tutte quelle disposizioni di natura tributaria che a)


consentono di annoverare tra i componenti negativi deducibili oneri non imputati al conto
economico ( o perché per loro natura non imputabili o perché imputati in esercizi
precedenti), ovvero b) che consentono di escludere da tassazione proventi imputati al conto
economico.
- ->PRINCIPIO DI DERIVAZIONE RAFFORZATO “per i soggetti che redigono il
bilancio in base ai principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606/2002
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002, anche nella formulazione
derivante dalla procedura prevista dall'articolo 4, comma 7-ter, del decreto legislativo 28
febbraio 2005, n. 38, e per i soggetti, diversi dalle micro-imprese di cui all'articolo 2435
ter del codice civile, che redigono il bilancio in conformità alle disposizioni del codice
civile, valgono, anche in deroga alle disposizioni dei successivi articoli della presente
sezione, i criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio
previsti dai rispettivi principi contabili.” => RAFFORZATO PERCHE VARIAZIONI al
risultato civilistico sono inferiori=> maggior numero di elementi del bilancio che
rimangono anche ai fini fiscali.

LEZIONE 14:
2. ART. 109 CO.1 E 2 TUIR - PRINCIPIO DI COMPETENZA FISCALE: ( NB: SOLO
MICROIMPRESE: NO SE SI APPLICA DERIVAZIONE RAFFORZATA EX ART.83):
1. “I ricavi, le spese e gli altri componenti positivi e negativi, per i quali le precedenti norme
della presente Sezione non dispongono diversamente ( N.D.A PRINCIPIO DI CASSA O
CORRELAZIONE), concorrono a formare il reddito nell'esercizio di competenza; tuttavia i
ricavi, le spese e gli altri componenti di cui nell'esercizio di competenza non sia ancora certa
l'esistenza o determinabile in modo obiettivo l'ammontare concorrono a formarlo nell'esercizio in cui
si verificano tali condizioni.”
2. Comma 2 disciplina regole specifiche per individuare periodo di competenza =>
“Ai fini della determinazione dell'esercizio di competenza:
a) i corrispettivi delle cessioni si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei beni
si considerano sostenute, alla data della consegna o spedizione per i beni mobili e della
stipulazione dell'atto per gli immobili e per le aziende, ovvero, se diversa e successiva, alla
data in cui si verifica l'effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale.
Non si tiene conto delle clausole di riserva della proprietà. La locazione con clausola di
trasferimento della proprietà vincolante per ambedue le parti è assimilata alla vendita con
riserva di proprietà;
b) i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti, e le spese di
acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate,
ovvero, per quelle dipendenti da contratti di locazione, mutuo, assicurazione e altri contratti
da cui derivano corrispettivi periodici, alla data di maturazione dei corrispettivi;
c) per le società e gli enti che hanno emesso obbligazioni o titoli similari la differenza tra le
somme dovute alla scadenza e quelle ricevute in dipendenza dell'emissione è deducibile in
ciascun periodo di imposta per una quota determinata in conformità al piano di
ammortamento del prestito.”
NB. RISERVA ART.83 TUIR ( DEROGA ART.109 NON VALE PER COMPONENTI
NEGATIVI/POSITIVI CHE VANNO PER CASSA O CHE RISPONDONO AL PRINICPIO DI
CORRELAZIONE).

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3. 109 co.4- PRINCIPIO DI PREVIA IMPUTAZIONE A CONTO ECONOMICO:


componenti negativi di reddito sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui risultano
essere previamente imputati a conto economico relativo all’esercizio di competenza. Si
considerano imputati a conto economico i componenti imputati direttamente a patrimonio per
effetto dei principi contabili adottati dall’impresa.
DEROGHE: per i soggetti diversi dalle micro imprese cui si applica il principio di derivazione
rafforzata si considerano imputati a conto economico e dunque concorrono alla formazione del
risultato reddituale di periodo, anche i componenti negativi di reddito imputati a patrimonio in
osservanza dei principi contabili nazionali ed internazionali.
ð Sono comunque deducibili:
1. a) quelli imputati al conto economico di un esercizio precedente, se la deduzione è stata
rinviata in conformità alle precedenti norme della presente sezione che dispongono o
consentono il rinvio;
2. b) quelli che pur non essendo imputabili al conto economico, sono deducibili per
disposizione di legge.
3. Le spese e gli oneri specificamente afferenti i ricavi e gli altri proventi, che pur non
risultando imputati al conto economico concorrono a formare il reddito, sono ammessi in
deduzione se e nella misura in cui risultano da elementi certi e precisi.
4. PRINCIPIO DI INERENZA: deriva da art.53 cost ( principio capacità contributiva), ma
non codificato sul piano normativo -> comunque ancorato ad art.109 c.5 TUIR.
In base al principio un costo/componente negativo di reddito può essere dedotto solo se riferibile
all’attività d’impresa esercitata o, in ogni caso, al programma imprenditoriale.
è Sono inerenti tutti costi e spese sostenuti nell’interesse dell’attività d’impresa, nella
prospettiva di fornirle una qualche utilità, anche se solo in via mediata, indiretta od in
proiezione futura.
è L’inerenza va valutata secondo un giudizio ex ante: occorre valutare se, al momento in cui è
sostenuto, un onere è (anche solo) potenzialmente riferibile all’attività d’impresa
è Non sono, dunque, inerenti i costi riferibili alla sfera personale dell’imprenditore o di un
terzo, nonché le erogazioni liberali.
Non deducibili costi derivanti da comportamenti illeciti.
In astratto non rilevante quanto speso, ma in realtà il costo deve essere congruo -> ricondotta
congruità ad inerenza.
Secondo agenzia delle entrate principio ricondotto ad art.109co.5

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LEZIONE 15:
corollari principio derivazione: utile o perdita civilistica sono diverse da perdita fiscale e
reddito imponibile.
Non esiste un bilancio fiscale, solo quello CC. -> ai fini fiscali solo quadro dichiarazione dei
redditi, collegato a bilancio solo da risultato conto economico del bilancio, che è inizio del
quadro fiscale.
+ La normativa fiscale non disciplina tutti i componenti positivi e negativi di reddito ->es.
componenti positivi art.85 ricavi, 86 plusvalenze, 86,87,88,89 e 90 e STOP. Lo stesso per
componenti negativi. Ma se non previsto non significa che non tassabile o non deducibile-> es.
spese energia elettrica, non previsti ma deducibili. Idem per proventi atipici, non sono tra
componenti positivi ma comunque tassati-> differenza è che se non c’è una norma che prevede
variazioni allora rimane uguale al bilancio.
ð Deducibili e tassabili se rispettano principi generali della determinazione del reddito
d’impresa.
Componenti Positivi Di Reddito:
I RICAVI:
sono collegati ai bene merce -> soltanto fattispecie riguardanti beni merce possono generare ricavi (
=> beni oggetto attività impresa e materie prime e semilavorati).
Scaturiscono da 2 gruppi fattispecie:
1. Cessione a titolo oneroso o gratuito del bene merce. Nell’ambito del titolo gratuito:
assegnazione beni ai familiari, autoconsumo e destinazione a finalità estranee all’esercizio
dell’impresa dei beni oggetto dell’attività ( es. a fine stagione negoziante scarpe regalate alla
caritas) -> ultima è fattispecie generale e di chiusura.
Perché ricavo rilevato se a titolo gratuito? Perché costi deducibili, quindi bisogna avere un
provento. => ciò che entra deve uscire. Ovviamente valore rilevato è zero, altrimenti sarebbe
stato buttato.
2. Risarcimento del danno, anche in forma assicurativa, relativo ad un bene merce. Es. a marzo
merce acquistata rubata di notte-> assicurazione indennizzo, che è un ricavo, perché è
sostitutivo del ricavo ( che sia totale o parziale).-> il diritto d ottenere indennizzo
riconosciuto nello stesso periodo d’imposta in cui c’è il danno. Quindi se a marzo rubata
merce, e indennizzo accettato anno successivo => per rilevare a fine anno il fatto di merce
rubata non si deve fare nulla, non si rileva nulla, perché acquisto diventa immediatamente
perdita, quando poi anno successivo dato indennizzo viene rilevato come sopravvenienza
attiva.
Rilevato ricavo invece se indennizzo dato nello stesso periodo d’imposta.

Danno luogo a ricavi anche i contributi in conto esercizio => quelli erogati alle imprese come
aiuto all’attività ordinaria dell’impresa stessa:
Vi sono anche i contributi in conto capitale, per riammodernamento ecc-> queste sono
sopravvenienze attive.
Contributi in conto impianti -> vanno a ridurre il costo del bene -> una parte pagata da stato. =>
minori ammortamenti per concorrere a tassazione.

Le PLUSVALENZE: art.86 -> sono il complemento dei ricavi. Generano plusvalenze tutte
operazione compiute sui beni diversi dai bene merce.
Mentre i ricavi corrispondono al corrispettivo o al valore di mercato, le plusvalenze sono un
differenziale => differenza tra corrispettivo o risarcimento danno o valore normale e il costo fiscale
del bene.

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Danno luogo a plusvalenza anche la cessione d’azienda, a fine fiscali come bene unitario. Non
invece la donazione d’azienda, a condizione che avente causa mantenga continuità dei valori fiscale
del dante causa=> solo differimento tassazione e non un salto d’imposta.

Plusvalenze tassate con regime ordinario e speciale:


- Ordinario: tassata per intero nel periodo d’imposta realizzata.
- Se bene da cui deriva plusvalenza è posseduto da più esercizi, allora facoltà di rateizzare
tassazione della plusvalenza -> decidere se tassarle in quote costanti nell’esercizio in cui si
realizza la plusvalenza e al massimo nei 4 successivi.

Questo regime dei ricavi e delle plusvalenze vale anche per i titoli e le partecipazioni -> se iscritti in
attivo circolante sono considerarti assimilati ai beni merce, quindi vendita è ricavo e acquisto un
costo, se invece nell’attivo immobilizzato trattate come altre immobilizzazioni => rilevato costo e
poi quando rivenduta plusvalenza o minusvalenza in base alla differenza tra costo e ricavo della
vendita.

Per le partecipazione in società di capitali iscritte in attivo immobilizzato, previsto ulteriore regime
speciale=> PARTECIPATION EXEMPTION . -> vale per i dividenti e per le plusvalenze, ma
per le e plusvalenze si può applicare se sussistono 4 condizioni.

LEZIONE 16:

4 condizioni: no scopo di limitare regime partecipation exemption (PEX), ma seguono ratio


generale di eliminare doppia imposizione:
- Partecipazione deve essere iscritta in attivo immobilizzato fin dalla prima volta che scritta in
bilancio
- Deve essere detenuta da più di 12 mesi. -> per evitare operazione speculative.
- Partecipazione se in società estera non deve essere in paradisi fiscali
- Partecipazione in società partecipata, non deve essere società partecipata immobiliare ->
altrimenti PEX su immobili e tassazione non pagata.
Le ultime 2 condizioni devono essere integrate almeno nei 3 esercizi precedenti alla data in cui
viene ceduta l’immobilizzazione.
Quindi presenti queste 4 condizioni se a cedere alla partecipazione è un soggetto passivo dell’ires
allora plusvalenza detassata al 95%-> però minusvalenza indeducibile ( x evitare doppio vantaggio).
Se a cedere plusvalenza è invece un imprenditore individuale p società di persone => tassata al
41.86%=> se minusvalenza allora indeducibile per il 41,86%. ( ART 64).

Art.88-> SOPRAVVENIENZE: attive: arricchimento che società ottiene in un periodo d’imposta.


Possono essere distinte in:
- Proprie: incrementi patrimoniale che impresa ottiene a seguito di eventi straordinari che però
si ricollegano ad altri componenti positivi o negativi realizzati nei periodi d’imposta
precedenti e che hanno composto a formare il reddito di quel periodo. In realtà non è un
arricchimento, perché se ad esempio assicurazione avesse pagato nel periodo “giusto” non ci
sarebbe stata questa sopravvenienza, perché in anno precedente quindi perdita. Vanno a
rettificare operazione dell’esercizio precedente. va a coprire il corrispettivo, dedotto
nell’anno precedente.
- Per assimilazione: sono incrementi patrimoniale che la società ha in un periodo d’imposta e
derivano da redditi straordinari. => arricchimenti puri. Vanno tassate per cassa=> derogano
alla competenza. Es. regione promette contributo di conto capitale che però arriva dopo 10
anni, quindi per evitare tassazione che non sarebbe stata attuale.

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Art.89: DIVIDENDI E INTERESSI ATTIVI. -> dividendi distribuiti da società di capitali, mentre
le società di persone tassate per trasparenza e socio paga imposta quando società di persone realizza
il reddito in proporzione a quote possedute, quindi dividendo non andrà tassato perchè imposte gia
pagate => rilevato dividendo, ma poi variazione in diminuzione perché quel dividendo gia tassato.
Per società di capitali invece: società pagato IRES, poi delibera distribuzione e quel dividendo
distribuito al socio.
I dividenti soggiacciono al criterio di cassa => deroga alla competenza. dal pov civilistico vanno
rilevati in bilancio quando c’è delibera di distribuzione, quindi quando sorge credito del socio.
Dividenti PEX. Stesso regime per dividendi che derivano da estero, ma PEX a condizione che il
dividendo non provenga da paradiso fiscale e che nello stato estero non sia deducibile.
Sia se distribuiti in denaro che in natura
Interessi attivi: nel caso in cui erogato finanziamento e non è previsto pagamento di taso d’interesse,
gli interessi attivi si presumono uguali al saggio legale. Se voglio tasso a 0, va scritto come 0.
Seguono la regole della maturazione=> tassati per competenza, a prescindere da effettiva
percezione. Gli interessi attivi tassabili per società non sono solo quelli esplicitamente qualificati
come tali, ma anche quelli che lo sono implicitamente-> es. prestito obbligazionario sottoscritto ad
altra società nel seguente modo: sottoscrivo 95 e alla scadenza rimborsano 100, quindi senza cedola,
dato implicitamente al momento del rimborso.

ART.90-PROVENTI IMMOBILIARI: -> proventi che scaturiscono per un’impresa dai beni
meramente patrimoniali=> immobili acquistati a scopo di investimento. Tassati con stesse regole
per redditi fondiari=> prendere il maggiore tra rendita catastale e affitto, ridotto del 5%.
Nel caso di provento dinamico, generata plusvalenza invece.

Componenti Negativi Di Reddito:


non sono tutti disciplinati.

SPESE PER PRESTAZIONE DI LAVORO DIPENDENTE: costo deducibile per impresa, sia se
compensi erogati al lavoratore in denaro sia in natura. Tassate anche erogazioni liberali ai
dipendenti, perché collegate al rapporto di lavoro.
Non sono ammessi in deduzione i canoni di locazione e le spese relative a l funzionamento di
strutture ricettizie, salvo per i servizi mensa. Servizi di alloggio invece dedotti solo se dipendenti in
trasferta.
Spesa per totalià di dipendenti o specifiche categorie, per finalità di carattere educativo, di
istruzione, assistenza sanitaria ecc ( es. asili interni ecc). -> spese deducibili nei limiti del 5x1000
dell’ammontare complessivo di tutte le spese per prestazione di lavoro.
Deducibili anche i compensi pagati agli amministratori della società, sia che siano erogati come
compenso mensile, sia che erogati come forma di partecipazione agli utili -> come compenso
mensile dedotto per cassa. In caso di pagamento in forma di partecipazione agli utili deroga al
principio di previa imputazione al conto economico.
Per imprese individuale, art.60, divieto di comprendere tra compensi di lavoro dipendente
deducibile, i compensi pagati dall’imprenditore, al coniuge, ai figli e familiari che partecipano
all’impresa familiare=> non dedotto ma non tassato -> per evitare splitting.

LEZIONE 17:

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INTERESSI PASSIVI: per i soggetti passivi dell’ires regolati da art.96 TUIR -> regola deducibilità
interessi passivi diversa per imprenditori individuali e le società di persone, perché art.61 TUIR
prevede una regola diversa.
Deducibilità interessi passivi per i soggetti passivi dell’ires:
1. Int. Pass à int att
2. 30% à rol.
3. Riporto in avanti –-> int.pass-roll- int pass
Interessi passivi per sogg pass ires sono deducibili secondo criterio forfettario che non tiene conto
della fonte dell’interesse pass=> sia int pass per finanziamenti, sia su inter. pass. eventualmente
pagati per finanziamenti fatti dai soci. => non si distingue.
Tutti interessi passivi deducibili in prima battuta nei limiti degli interessi attivi (1).
Rimane un delta, che è deducibile nei limiti del 30% del ROL. (2).
Rimane dunque un ulteriore delta (3) viene riportato in avanti negli esercizi successivi ( se ho
interessi attivi e una capienza di ROL).
Ma nella situazione in cui il 30% ROL sia maggiore del delta, rimane un delta di ROL aggiuntivo,
che viene riportato in avanti negli esercizi successivi, e si andrà a sommare al ROL dei quell’anno.
Altra situazione : già in prima fase deducibili tutti interessi passivi, e rimane delta di interessi attivi
=> riportato a nuovo negli esercizi successivi -> sommato agli interessi attivi di quell’anno + ci sarà
un delta di Rol riportato in avanti negli esercizi successivi.
ð Meccanismo rende indeducibili interessi in periodi d’imposta di maturazione, ma deducibili
in esercizi successivi. => indeducibilità int pass solo temporanea, la parte che non riesco a
dedurre nel periodo d’imposta, lo riporto in avanti. N
Il ROL è il reddito operativo lordo, dato da: differenza tra: valore della produzione ( arrt.2425
lett.a) – costi di prod (art.2425 lett.b), esclusi ammortamenti beni materiali e immateriali e i canoni
leasing.
( non si deve prendere valore contabile, ma quello fiscale). ( infatti ora si chiama ROL fiscale).

Come si deducono interessi passivi, deducibili per imprenditori individuali e società di persone:
deduzione calcolata sulla base di un rapporto tra i ricavi imponbili + ricavi escluso, diviso il totale
dei ricavi ( quindi anche ricavi esenti -> sono un’agevolazione, dovrebbe essere tassati ma il
legisaltore non tassa). Poi risultato % => interessi paSSIVI DEDUCIBILI PER RISULTATO %. Il
restante non deducibile ( perché si presume che vi sia simmetria con i ricavi esetni. Rendere
deducibile anche la parte restante sarebbe un doppio vantaggio).

SPESE PER ONERI FISCALI, ONERI CONTRIBUTIVI E DI UTILITÀ SOCIALE: oneri


fiscali sono le imposte, gli oneri contributivi dono i contributi pagati dfalle società alle associazioni
di categoria, mentre gli oneri di utilità sociale sono le erogazioni liberali ( donazioni).
Imposte e contributi alle associazioni sindacali: deducbili per cassa ( deroga al principio di
compoetenza, che resiste alla derivazione rafforzata). Art.99TUIR dice indeducibili imposte sui
redditi e imposte per le quali prevista la rivalsa-> quelle sui redditi perché sono qualcosa che viene
dopo rispetto a determinazione del reddito. Quelle per cui prevista rivalsa sono quelle in cui impresa
agisce come sostituto d’imposta, non sono dunque un costo, è solo una componente finanziaria.
Sono inoltre indeducibili tutte le imposte per le quali è espressamente prevista l’indeducibilità dal
reddito ( es. entro certi limiti IRAP e IMU). È possibile dedurre anche, per competenza, gli
accantonamenti fatti quando vengono chieste a imprese e società delle maggiori imposte attraverso
es. atti di accertamento: in questo caso deducibile in periodo d’imposta, l’accantonamento (
deducibile per la parte delle imposte che sono deducibili dal reddito d’impresa).
Quando impugnato e fatto contenzioso e finisce contenzioso, se perdo stornato fondo rischi e vi è
uscita di cassa per pagare imposte ( non devo dedurre nulla perché deduzione fatta con
accantonamento)-> ma se vinco ho accantonato e fondo rischi, quindi ho una sopravvenienza attiva,

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anche in questo caso la sopr.att. è imponibile solo se va a rettificare un accantonamento imposte


che è stato deducibile.

Contributi e società di categoria ( + EROGAZIONI LIBERALI) -> deducibili per cassa solo nei
limiti della quota di d’iscrizione deliberata dall’associazione ( se dato di piu è considerata liberalità
e parte eccedente non deducibile, che non sono in linea di principio fiscalmente deducibili)
erogazioni liberali non deducibili perché sono non inerenti => non sono un costo.
Per incentivare erogazioni liberali ( art.101) elencate tassativamente deducibili entro certi limiti, per
meritevolezza.

LE MINUSVALENZE PATRIMOANILI, LE SOPRAVVENIENZE PASSIVE E LE PERDITE:


queste 3 categorie di componenti negativi di reddito all’art.101.
MINUSVALENZE PATRINONIALI: contrario di plusv. Patr Art.86=> date da cessione a titolo
oneroso o dal risarcimento danno anche in forma assicurativa, di beni diversi da beni merce, quando
il corrispettivo è inferiore al valore fiscale ( se superiore è plusvalenza). => riguardano beni diversi
da beni merce.
+ terza fattispecie art.86: destinazione ad attività estranee all’esercizio dell’impresa -> fino a
qualche anno fa cera, ora tolta -> per ragioni anti elusive, perché molte società di creavano
minusvalenze quando avevano redditi alti, quindi estromettevano beni e si deducevano quella che
era la minusvalenza, abbattendo il reddito imponibile.
Non sono deducibili neanche le minusvalenza delle partecipazioni in regime PEX.

Le sopravvenienze passive: sono il contrario delle attive, solo quelle proprie. => rilevate per andare
a rettificare un costo e ricavo rilevato in precedente esercizio e ha concorso a determinare reddito
imponibile, oppure l’eliminazione di un’attività che nei precedenti esercizi era iscritta in bilancio.

Perdite: distinte in perdite sui beni e perdite sui crediti.


Le perdite sui beni: perdite dei beni diversi dai beni merce e dalle partecipazioni che beneficiano
della PEX. Eventi che possono determinare perdita: naturali ( alluvione, incendio ecc), per i beni
immateriali si ha perdita giuridica ( es, scadenza periodo di copertura del brevetto, o
volgarizzazione del marchio).
Le perdite sui beni possono essere dedotte solo quando risultano da elementi certi e precisi => devo
dimostrare l’avvenuta perdita sui beni.
La perdita va rilevata nella misura del valore fiscale residuo del bene cui si riferisce. => se un bene
è un bene strumentale, quindi ammortizzabile, si ha costo d’acquisto meno gli ammortamenti
fiscali, se invece è un bene meramente patrimoniale è l’intero costo.
La perdita dei beni può essere compensata dagli eventuali indennizzi, se ricevuto indennizzo nello
stesso periodo d’imposta della perdita non rilevo la perdita. => rilevata solo quando non c’è un
risarcimento del danno anche in forma assicurativa nello stesso periodo d’imposta. Se poi in
esercizi successivi dato indennizzo, poi negli esercizi successivi sopravvenienza attiva.

Perdite su crediti: possono essere distinte in perdite da inesigibilità e da atti dispositivi.


Le perdite da inesigibilità sono le perdite che derivano dalla stima del mancato incasso del credito,
quelle da atti dispostivi derivano dalla rinuncia al credito, dalla transazione o dalla cessione del
credito.
In linea di principio anche sulla perdita dei crediti vale la regola degli elementi certi e precisi,
altrimenti non dedotti -> ma questa regola vale dalla perdita da inesigibilità ( bisogna fare di tutto
per cercare di non perdere quel credito, in maniera proporzionata all’ammontare del credito.), gli
elementi certi e precisi si considerano sussistenti dalla legge in alcuni casi: quando debitore
soggetto a misure concorsuali, nel caso di crediti di modesta entità ( meno 5 mila euro) decorsi 6
mesi dalla scadenza del credito, nel caso in cui credito sia cancellato in bilancio sulla base di

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principi contabili, e quando il credito è prescritto ( è ovvio, se è prescritto non lo posso


giuridicamente più incassare).
La giurisprudenza di legittimità tende a ritenere necessari gli elementi certi e precisi anche in caso
di atti dispositivi ( cessione credito, rinuncia, transazione) -> in realtà non vero e inutile, perché se
rinuncio al credito ho un atto giuridico con cui non posso piu incassarlo, se io faccio una
transazione la perdita è definitiva perché quell’atto transativo impedisce di incassare la parte
restante, se io cedo un credito non ho piu quel credito, sia che si tratti di cessione pro solvendo sia
pro soluto).
Come si rilevano le perdite su crediti ? il nostro legislatore civilistico per principio prudenza
permettere accantonamenti su rischi su crediti -> criterio forfettario: deducibili nei limiti dello 0.5%
del totale dei crediti commerciali, finche il fondo rischi non arriva al 5% dei crediti commerciali, se
supera va stornato e va a fondo rischi

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LEZIONE 18:
AMMORTAMENTI:
espressione del principio di correlazione ( deroga al principio di competenza), perché
ammortamenti esprimono quota stimata del costo d’acquisto di un bene strumentale che viene
imputata ad un esercizio, in quanto quel bene strumentale contribuisce a produrre i ricavi in quel
esercizio. => correlazione= dedurre costo quando si verifica ricavo.
Mentre in caso di rimanenze in magazzino la correlazione è perfetta, perché meccanismo rimanenze
consente esattamente di dedurre costo effettivo, in caso di ammortamenti il costo è stimato, perche
ammortamenti costituiscono una frazione che viene imputata all’esercizio => infatti calcolo dal pov
civilistico è parametrato alla durata stimata residua del bene.
Da un pov fiscale non è possibile recepire la logica che sta dietro all’ammortamento civilistico (
riferimento di volta in volta alla vita residua del bene), perché verrebbe sottostimata e quindi
reprimere reddito imponibile, e comporterebbe un rientro piu immediato dell’imprenditore
dell’investimento fatto. => legislatore fiscale ha previsto, con decreto del 1988, delle tabelle dove i
vari tipi di beni sono elencati in relazione al tipo di attività svolta dall’impresa, e all’interno ci sono
i vari beni che tipicamente si utilizzano, con indicate percentuali max di ammortamento che si
possono fare, sulla base della vita stimata del bene in un determinato settore ( stesso bene può avere
aliquote diverse in diversi settori).
Problema: dal 1988 ad oggi cambiamenti, quindi quei coefficienti non esprimono più l’effettuale
deperimento dei beni. => ammortamenti tutti sottovalutati e quindi le imprese vanno a determinare
dei redditi che non sono effettivi. Poi in realtà comunque alla fine del ciclo tutto rientra, non si
perde il costo, ma viene imputato nell’ultimo anno del bene, anziche spalmato negli anni => redditi
diversi in periodi diversi => scompensi . => per cercare di attenuare questo fenomeno escono leggi
temporanee che prevedono ammortamenti più alto ( es. in questo periodo introdotto super
ammortamenti per alcuni beni in det condizioni che permetteva di aumentare del 30%
l’ammortamento).
Su cosa calcolata quota di ammort.: sul valore fiscale del bene => costo di acquisto aumentato di
tutti oneri accessori di imputazione, al netto di eventuali contributi in conto impianti( quelli dati
come aiuto per acquistare impianti nuovi). => va a ridurre il costo fiscale.

Principi comuni per tutti ammortamenti:


1. Sono ammortizzabili in materia fiscale solo i beni strumentali => usati per svolgimento
dell’attività ( per destinazione), o beni non suscettibili di altra utilizzazione se non previa
radicale trasformazione ( per natura).
Non sono ammortizzabili neanche i beni immobili che concorrono alla formazione del
reddito secondo le regole catastali=> i beni meramente patrimoniali -> terreni e fabbricati
acquistati a scopo d’investimento ( che danno luogo a proventi immobiliari, secondo le
regole dei redditi fondiari).
2. Le quote di ammortamento vanno calcolate cespite per cespite per gli immobili e i beni
mobili iscritti nei pubblici registri, per tutti gli altri vanno raggruppati per categorie
omogenee in base all’anno d’acquisto e all’aliquota applicabile => ammortamento per
masse.
3. Ammortamento è esperibile a parte dal primo esercizio di entrata in funzione del bene, a
prescindere dall’acquisto.
Ci sono eccezioni: beni per i quali pur non essendoci entrata in fz materiale, c’è entrata in fz
funzionale-> es. motori degli aeroplani ( sono di ricambio, servono per garantire continuità),
es. colonnina benzina.
Poiché ammortamento esprime il deperimento materiale e tecnico di un bene, teoricamente
in caso di beni che entrano in fz in corso d’anno, amm dovrebbe essere ragguagliato al
tempo ( se acquisto primo di luglio, ammortamento da luglio a dicembre) -> MA legislatore

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ha previsto regola di semplificazione: primo anno quota amm va ridotta a metà, a


prescindere di quanto tempo il bene è stato effettivamente in fz.
Se bene viene estromesso nell’arco dell’anno: se per essere eliminato, allora consentita la
deduzione del costo residuo, ma nulla dice legge tributaria se beni ceduti nel corso dell’anno
a titolo oneroso, in linea di principio ammortamento pro quota dovrebbe essere consentito,
MA amministrazione finanziaria dice di no ( da un pov concreto non cambia niente però).

4. Proprio perché logica ammort. è di stimare utilizzo del bene in base al suo deperimento, non
sono ammortizzabili i beni a durata illimitata => non ritenuti deperibili. Es. i terreni.
I terreni non perdono valore, salvo casi eccezionali, es. discariche.
Bisogna scomputare dal valore dell’immobile, compreso il terreno, il valore del terreno.
Se invece non so il valore del terreno, bisogna computare il 20%, del 30 se un fabbricato.

Ammortamenti dei beni materiali: ordinario : preso valore fiscale e applicato coefficiente tabellare.
In casi di differenza tra bilancio e fiscale-> in dichiarazione dei redditi, se ammort fiscale è 15 e in
bilancio 20, faccio una variazione in aumento, perché fiscalemnte ho dedotto 5 in più, quindi ho
depresso il reddito. Se invece in bilancio ammortamento per 10 e dal pov fiscale 15, allora lascio 10
perché non ho la copertura a conto economico, infatti 15 è aliquota massima, non fissa.
Visto che aliquota fiscale è aliquota massima, posso fare ammortamento fiscale più basso? Dal pov
civile ammortamento deve essere sistematico, quindi vincolo sistematicità ( in pandemia deroga
vincolo), dal pov fiscale SI, posso fare ammortamento fiscale piu basso, MA amministrazione
fiscale dice no perché principio di derivazione impone di tenere conto di quello che ho in bilancio.

In ambito di ammortamenti beni materiali, due disposizioni speciali:


- Riguarda beni valore inferiore a 516euro-> per i beni che hanno valore inferiore è consentito
( facoltà) di dedurre integralmente il costo nel periodo in cui viene sostenuto. Stessa regola
nel caso di beni destinati a essere usati tra di loro in maniera coordinata ( es. scrivanie e
sedia), se il bene suscettibile di utilizzazione autonoma il valore si prende in considerazione
in maniera atomistica ( singolarmente), se utilizzo inscindibile invece valore complessivo.
- Riguarda beni a uso promiscuo-> beni usati sia per attività imprenditoriale sia a scopi privati
( automobile, cellulare)-> normalmente regole ad hoc, ma nei casi in cui non c’è regola
speciale, la regola generale è che va ammortizzato al 50%. -> espressione del principio di
inerenza.

Ammortamento beni immateriali: considerati dalla legislazione civilistica come una categoria unica
( costi impianto e ampliamento, ricerca e sviluppo, diritti di brevetto ecc. ) -> per tutte queste la
normativa civilistica prevede ammortamento sistematico esattamente come le materiali, quindi
imprenditore deve calcolare la vita utile stimata. Il legislatore fiscale invece le tratta in maniera
separata, distinguendo per gruppi: art. 103:
1. Articoli opere ingegno, brevetti e simili: ammortizzabile in misura non superiore al 50%.=>
rapporto tra normativa civ e fiscale attraverso meccanismo delle variazioni
2. Diritti di concessione: si riferiscono ai casi di concessioni temporanee ( es. licenze
telefoniche, televisive ecc.), in questi casi per garantire sempre correlazione, amm fiscale
fatto in misura corrispondente alla durata prevista dalla concessione (prevista dal contratto
se concessione privata, dalla legge se pubblica)
3. Marchi e avviamento: avviamento ammortizzabile solo se acquisto a titolo derivativo
insieme all’azienda, da un pov civ previsto che anche avviamento ammortizzato in base a
vita utile, se non prevista una stima allora ammortizzabile al massimo in 10 anni ( es. 10%
per 10 anni, o 20% per 5 anni). le norme fiscali più restrittive, aliquota max 5,56%, quindi
numero minimo degli anni è 18 anni. quindi disallineamenti attraverso meccanismo delle
variazioni. Stessa regola vale per i marchi.

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Regola particolare per soggetti IAS -> non prevedono che per marchi e ammortamento si
imputato in bilancio l’ammortamento -> ma prevista deroga a principio previa imputazione
a conto economico => si puo fare ammortamento anche se non in bilancio.

+
Spese ad utilità pluriennale -> anche dal pov civ sono immobilizzazione materiali, dal pov fiscale
tenute distinte -> spese che non determinano ingresso in attivo patrimoniale di un diritto.
Regole fiscali: art.108-> spese per studi e ricerche, pur ad utilità pluriennali, deducibili in esercizio
in cui sostenuti.
Le spese di pubblicità e propaganda deducibili nei limiti delle quote che sono state imputate in
bilancio.
Le spese di rappresentanza ( tutte quelle spese che vengono di fatto sostenute in funzione
promozionale o di pubbliche relazioni), c’è rischio utilizzo a fini fiscali, es. cene in ristoranti =>
introdotti criterio di inerenza e congruità della spesa 0> introdotto decreto ministeriale che
identifica spese di rappresentanza e le individua per tutte quelle spese per beni e servizi erogati
gratuitamewnte e con criteri di ragionevolezza in relazione a obiettivi da raggiungere e pratiche
commerciali. -> crietrio di ragionevolezza quantificato: nei limiti dell 1,5% dei ricavi fino a
fatturato di 10 milione, allo 0,6 per parte eccedente e allo 0,4 superati i 50 milioni.
Le altre spese pluriennali: categioria residuali: dedotte secondo le modalità previste da cc, quindi
dedotte entro 5 anni.

Esiste anche terzo tipo ammortamento: finanziario o dei beni gratuitamente devolvibili ( 104 TU) ->
facoltà ammortamento fin-> suddividere il costo dei beni al netto dei contributi dell’ente
concedente, diviso i numeri di anni della concessione.

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LEZIONE 19:
SPESE DI MANUTENZIONE E GESTIONE: componente neg. 102 c.6
Regole diverse da civ, per rispetto e alla realizzazione della certezza del rapporto tributario =>
criterio forfettario.
È una di quelle voci per cui si deve andare a verificare se c’è da fare una variazione in sede di
dichiarazione.
3 grandi categorie in ragione del fatto che aumentino o meno la produttività e la vita utile del
cespite:
1. Spese di manutenzione straordinarie: ammodernamento, trasformazione , manutenzione
significativa che determinano allungamento della vita utile del cespite.
Queste spese proprio perché aumentano vita utile del bene, vanno capitalizzate e quindi la
loro deduzione avviene attraverso meccanismo dell’ammortamento => diventano parte del
costo del bene, capitalizzandolo => deduzione avviene indirettamente mediante maggiori
ammortamenti calcolati su un costo più elevato.
2. Spese di manutenzione ordinaria: devono essere imputati a conto economico-> ordinario
tutto ciò che non è straordinario.
Dal pov fiscale il legislatore ha previsto meccanismo forfettario-> per evitare che ci fossero
disquisizioni sulla natura della spesa, ha stabilito che le spese di manutenzione vanno
calcolate nel limite del 5% del costo di tutti i beni che risultano dal libro dei beni
ammortizzabili all’inizio dell’esercizio => prendo spese manutenzione che ho dedotto al
conto economico, vado a vedere se calcolando il 5% dei costi dei beni dal libro è superiore o
inferiore, e vado a fare una variazione, la perde che dovesse essere eccedente va ripartito in
quote costanti in 5 esercizi => spalmato su più anni. => se a conto eco 200 e da pov fiscale
posso dedurre 150, il 50 in più dovrò fare nell’anno dei conteggi una variazione in aumento
di 50 e negli anni successivi una variazione di 10 ogni anno.
Non vanno considerate nel computo e quindi nel calcolo delle %, le c.d. spese di
manutenzione in abbonamento => quelle dovute in base a contratti di manutenzione fatti con
soggetti terzi. In questo caso queste spese dedotte integralmente, ma il costo dei beni cui si
riferiscono non deve essere ricompreso nel costo su cui si va a calcolare il 5%, altrimenti
duplicato il basket di capienza.
Non sono soggette a questa disciplina neanche le spese di manutenzione relative a beni di
terzi, di cui l’impresa si serve sulla base di un diritto personale di godimento, es. locazione.
Bisogna distinguere in spese di manutenzione correnti che deduco integralmente nell’es di
sostenimento, se invece spese di manutenzione di carattere straordinario, vanno capitalizzate
come oneri pluriennali e dedotte in quote costanti in relazione alla residua stima della spesa
( vita utile della spesa), oppure se il contratto di godimento ha un termine più basso,
utilizzerò il contratto più basso. => si prende minore tra vita residua che la spesa si pensa
avrà e la durata del contratto.

ACCANTONAMENTI A FONDI: ARTT.105,106,107:


logica di anticipare, x principio della prudenza, la deduzione di un costo che è di esistenza certa o
altamente probabile, ma è incerto il quantum e il quando. Se la previsione è sbagliata, la rettifica in
anni successivi avviene attraverso le sopravvenienze.
I fondi rischi che vengono appostati a seguito dell’accantonamento per quelli che possono essere
costi futuri che si prevede, sono poste del passivo dello stato patrimoniale => sono debiti potenziali.
-> sono diversi da riserva di utile che derivano da accantonamento utile, sono poste di patrimonio
netto, dopo che chiuso bilancio.

Accantonamenti a fondi da pov fiscale: legislatore ha previsto dei tetti max di deduzione => art.107
c 4 -> non ammessi in deduzione accantonamenti diversi da quelli espressamente indicati dal testo
unico. => posso fare accantonamento diverso ma non lo posso dedurre.

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Accantonamenti a fondi deducibili:


1. Accantonamento a fondo TFR: costo certo che verrà sostenuto da impresa, il cui ammontare
non è certo perché dipende quanto lavorerà, e incerto anche nel quando. -> è considerato
deducibile accant. effettuato in base a norme giuslavoristiche, che corrisponde in media ad
uno stipendio all’anno.
2. Acc. Rischi su crediti: deducibili nei limiti dello 0,5% dei crediti commerciali risultanti dal
bilancio => esclusi i crediti da finanziamento. Esclusi anche i crediti coperto da garanzia (
perché se coperti non c’è rischio). Acc può essere fatto finche il fondo rischi su crediti non
raggiunge il 5% dell’ammontare dei crediti commerciali.
3. Acc. Per le operazioni a premio: quando ci sono dei premi certi (quindi bene che sarà
certamente vinto) si può dedurre fino al 70% del costo del bene -> fino al 70 perché magari
rischio che estrazione vada a finire a persona che perde biglietto ecc. mentre per tutte altre
operazioni a premio in cui entità non è certa, l’anno in cui sei autorizzato, si può dedurre
fino al 30% del costo complessivo dei premi ( con possibilità di adeguamento man mano che
si super ammontare gia dedotto).
4. Accantonamenti per le navi ecc.

VARIAZIONI DELLE RIMANENZE: riguarda tutti e solo quei beni definiti beni merce, quindi la
cui cessione da luogo a ricavi. => beni che sono contabilizzati a costi, ricavi e rimanenze. + beni
assimilati a beni merce=> si fa valutazione delle rimanenze dei titoli assimilati a bene merce-> tra i
più importanti tra i beni assimilati ai beni merci vi sono i TITOLI; nell’attivo circolante acquistati a
scopo di trading speculativo ( detenuti per poco periodo ) => anche per questi si fa valutazione
delle rimanenze, fatte come per i beni merce -> stessa logica DEI BENI MERCE IN SENSO
PROPRIO.
La fz delle valutazione delle rimanenze di agazzino è di consentire il rispetto del principio di
correlazione ( deroga al principio di competenza=> non viene derogato dalla riserva che c’è nel
principio di derivazione rafforzata secondo cui non vanno toccati tutti quei componenti che sono
frutto di qualificazione, classificazione e imputazione temperale derivanti da applicazione dei
principi contabili nazionali e internazionali => tutti componenti reddituali che si ispirano a logica
correlazione, si devono applicare regole fiscali e quindi si fanno variazioni).
Principio di correlazione = tassare il costo nello stesso periodo d’imposto in cui si verifica ricavo.
Nel caso delle rimanenza di magazzino è principio perfetto, x ammortamento invece è stimato.
Serve a traghettare costo anno 1, in anno 3 in cui si verifica ricavo => dedurre costo in
contrapposizione ai ricavi che si riferiscono a quelle merci.

Come avviene valutazione rimanenze:


da pov civ in ossequio al principio di prudenza, art.2426 prevede che rimanenze di mag devono
essere valutate al valore minore tra costo di acquisto o produzione e il valore di mercato => stessa
regola in art.92TUIR => anche ai fini fiscali valore minore tra costo e mercato -> MA
DIFFERENZA è che il valore minore a fini fiscali costituisce il valore MINIMO=> se a fini fiscali
il valore di mercato è più basso, posso decidere di valutare le rimanenze comunque al costo ( ai fini
civili non consentito) à a fini fiscali è valore minimo perché anche se scrivo componente negativo
più alto, ci pago le tasse comunque. In questo caso deciso quindi di non svalutare il magazzino ->
da pov fiscale è facoltà, non obbligo. Posso fare quindi variazione in aumento.

Come si determinano valori di costo e di mercato:


valore di mercato dei beni= listini e tariffe relativi a quei beni.-> valore di mercato è valore del bene
in quel periodo.
Il valore di costo dipende dal tipo di impresa e dal tipo di attività esercitata:

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- primo criterio è del costo specifico -> valutare beni in rimanenza al costo specifico di
acquisto di produzione -> limite: solo per imprese che hanno pochi prodotti di rimanenze in
magazzino, non GDO.
- In tutti altri casi, criterio del lifo a scatti -> LIFO= last in first out=> ultime merci entrate si
considerano le prime uscite => valutazione delle rimanenze ai costi più vecchi. Primo step:
inventario fisico, cioè vedere cosa effettivamente c’è, poi raggruppati per categorie
omogenee => si parte con la valorizzazione. Primo anno calcolo costo medio unitario di
acquisto= costo complessivo acquisto diviso numero pezzi. Nell’es successivo, rimanenze in
magazzino aumentate, quindi calcolo nuovo costo medio di acquisto -> ma i pezzi dell’anno
prima calcolati al costo medio dell’anno prima, quelli nuovi valutati separatamente. Ecc per
ogni anno, finché magazzino aumenta.
Se rimanenze diminuiscono => i pezzi mancanti vanno imputati all’ultimo strato, quindi se
al terzo sono es 25, e i 20 sono del primo anno e 5 quelli del secondo, quindi i 5 che
mancano devo prenderli dall’ultimo strato. Se fossero stati 15, e nel primo anno 20 pezzi, lo
strato precedente del secondo anno esaurito, quindi al primo anno.
OPPURE se valore di mercato fosse stati più basso, posso decidere di valorizzare comunque
al costo, ma posso anche valorizzare al mercato e svalutare il magazzino-> però tutti strati
vengono eliminati e quindi dovrò ricalcolare da capo e ripartire da zero, facendo valore di
mercati diviso pezzi rimanenze.

Funzionano come le rimanenze di magazzino anche quelle dei titoli, circa.

Ultimo componente reddituale che riguarda i rapporti internazionali- disciplina art.110,7 TUIR:
TRANSFER PRICING: si applica a tutte operazioni infragruppo di carattere internazionale =>
stesso gruppo.
Ogni volta società di un gruppo compie operazione con altra società dello stesso gruppo localizzata
in altro paese, la transazione ai fini fiscali deve avvenire sulla base del valore di libera concorrenza
delle merci=> valore a cui la merce sarebbe stata venduta o acquistata da un soggetto terzo =>
valore di mercato.
Hp caso estremo: Se costo merce 100 e la vendo sul mercato la riesco a vendere a 170. La vendo a
società controllata tedesca a 100 => Germania acquista a 100 e vende sul mercato a 170,
realizzando delta/guadagno di 70 ( si può fare perché civilisticamente possibile), ma da pov fiscale
problema: in Italia utile di zero e utile tassabile trasferito in Germania => a livello di gruppo si
guadagna.

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ð IL FISCO HA STABILITO CHE anche se riportato zero di utile, ma quando fatta


dichiarazione dei redditi, il ricavo va rilevato a valore di mercato =>170=> variazione in
aumento di 70 => pagate imposte in Italia come reddito imponibile per 70.
Ferma validità civilistica.
Lo stesso vale per i costi.

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LEZIONE 20:

CONSOLIDATO FISCALE !!!

ð DA POV economico il gruppo viene riconosciuto attraverso l’istituto del CONSOLIDATO.


Il consolidato fiscale può essere nazionale o mondiale.
Il nazionale considera come unità fiscale due o più società residenti nel territorio dello stato, il
mondiale considera invece una unità un soggetto controllante residente in italia e tutte le società
estere controllate da quel soggetto => discorso di territorialità.
Questi due consolidati possono coesistere-> controllante può essere controllante di consolidato
mondiale o nazionale.
Consolidato può essere realizzato quando c’è rapporto di controllo -> se non c’è si può costituire
una sorta di consolidato al rovescio=> trasparenza fiscale in via opzionale prevista per i soggetti
ires. -> serve a realizzare una forma di consolidamento tra piu società e quindi consentire
aggregazione di redditi d’impresa imponibili e di perdita fiscale.
Per poter realizzare trasparenza opzionale i soci devono avere una inferiore o uguale al 50% ( per
società consolidata invece 50% + 1, perché c’è il controllo). => se anche solo uno ha il 51, non si
può realizzare trasparenza. => due regimi sono alternativi.
Principale vantaggio consolidato o trasparenza= consolidamento dei redditi con le perdite.
Es. A = 200 B=100 C= -100 => se autonome a paga ires al 24% = 48; B=24 e C niente perché in
perdita , ma le perdite sono portatici di diritti di credito, perché è una sorta di credito d’imposta per
anni successivi => 72 di imposte e credito di 24. Con consolidato invece reddito complessivo =>
credito usato subito, sommando perdite società c => 200 + 100 – 100= ires è 48. => minore esborso
finanziario ( considerato che sono lo stesso soggetto economico). => somma algebrica dei redditi e
delle perdite, determinando direttamente la compensazione.
Stessa logica per consolidato al rovescio.
CONSOLIDATO NON è SOGG GIURIDICO, SOLO UNITA’ ECONOMICA, ANCHE DAL
POV FISCALE.
IL CONSOLIDATO FISCALE è UNA FORMA DI RICONOSCIMENTO DEL GRUPPO
SGANCIATA E CON LOGICA DIVERSA DA BILANCIO CONSOLIDATO.
In bilancio consolidato più società stesso gruppo considerato come una società, con tutte operazioni
interne elise => in consolidato fiscale NO: operazioni interne continuano ad essere rilevanti come
sarebbero normalmente.
Stessa logica in consolidato mondiale, con alcune differenze ( le vediamo per differenza)
In consolidato nazionale in via generale:
- A B e C fanno dichiarazioni dei redditi.
- Le mandano ad uffici competenti in base a domicilio e anche alla capogruppo (A) => una
volta ricevute le dichiarazioni di gruppo, fa somma algebrica e trova risultato complessivo di
gruppo ( non reddito imponibile) ; all’interno del gruppo possibile fare rettifiche di
consolidamento ( riguardano interessi passivi) e arrivano a reddito imponibile di gruppo.
- Paga ires del 24%.
Per la partecipazione al consolidato tutte società devono essere società di capitale o enti non
commerciali.
Consolidante ( A) può anche essere una società non residente, ma alcune condizioni:
- Caso 1:
società tedesca con in Italia stabilite organizzazione ( un’impresa) con 60% di A e 100% di
B. => DEVE AVERE S.O. AL CUI INTERNO SI TROVANO LE PARTECIPAZIONI. =>
si può fare consolidato. DEVE ESSERE RESIDENTE IN PAESE CHE HA
OCNVENZIONE CON ITALIA PER LE DOPPIE IMPOSIZIONI.
- Caso 2:

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società tedesca che ha in Italia una stabile organizzazione e ha il 60% di A e il 100% di B, le


partecipazioni in A e B non sono nella S.O, ma nella tedesca. => da pochi anni consentito
consolidato in questo caso perché situazione uguale alla prima , solo diversa articolazione
=> non si possono discriminare, si deve consentire consolidato. La società controllante
esterna deve indicare chi in Italia assume la veste di capogruppo=> quindi si farà
CONSOLIDATO ORIZZONTALE.
- Caso 3:
società tedesca con in Italia stabile organizzazione, poi ha una società francese al 100% che
ha in Italia A col 60% e B col 100%. In questo caso società tedesca ha controllo indiretto su
società italiane, tramite altra società di paese europeo. => consentito, sempre individuando
chi in Italia funge da capogruppo, il consolidato nazionale orizzontale.
Società consolidate possono essere solo le società di capitali.
Sotto profilo oggettivo deve sussistere rapporto di controllo => controllo più restrittivo di quello di
diritto prevista dal 2359 -> perché AFFINCHE CONTROLLO RILEVANTE PER
CONSOLIDATO, NECESSARIO CHE TRA CONSOLIDANTE E LA CONSOLIDATA VI SIA:
CONTROLLO DI DIRITTO ( quota di partecipazione con maggioranza diritti di voto in assemblea
ORDINARIA) E CONTROLLO NELLA PARTECIPAZIONE AL CAPITALE E
MAGGIORANZA NELLE PARTECIPAZIONI AGLI UTILI. => maggioranza da tutti e tre i
fronti.
Ma molto restrittivo anche perché il controllo che legittima è sia controllo diretto che indiretto=>
L’indiretto per consolidato è più rilevante di quello per i fini civilistici, perché per fini civilistici è
necessario che vi sia controllo ad ogni anello della catena; ai fini fiscali invece bisogna tenere conto
dell’effetto DEMOLTIPLICATIVO => cioè del fatto che quando ce controllo indiretto, la
partecipazione nella società indirettamente controllata deve essere superiore al 51% => cedendo
alcune quote si può cambiare situazione per far rientrare società che non vi rientrerebbe altrimenti
perché percentuale non del 51%, o incorporando e facendo scissioni ecc.

Il regime del consolidato è opzionale=> per fare consolidato nazionale non necessario che si faccia
tra tutte società per le quali c’è la maggioranza e non necessario che lo faccia la capogruppo=> A
GEOMETRIA VARIABILE => una volta requisito controllo, scegliere all’interno come articolare i
confini del consolidato. => PRIME DIFFERENZE DA CONSOLIDATO MONDIALE:
1. Nel caso di cons. mond. La società consolidante deve essere la più alta in grado, in italia. =>
o è società quotata ( considerata per presunzione la più alta in grado) o se non è controllata
da altre società.
2. Mentre nazionale è a geometria variabile, nel consolidato mondiale bisogna
obbligatoriamente consolidare tutte le società estere per le quali ce il controllo diretto o
indiretto. Quindi o consolido tutte società su cui c’è controllo, o nessuna.
L’opzione per il cons Naz dura 3 anni ed è irrevocabile => una volta che optano per consolidato vi
devono rimanere per almeno 3 anni. TERZA DIFFERENZA CON CONSOLIDATO MONIDALE
-> 5 ANNI irrevocabile.
Ma irrevocabilità è solo formale => so società vogliono far cessare consolidato basta che fanno
venire meno le condizioni.

Ci sono casi in cui società non possono fare consolidato:


- Società che sono sottoposte ad aliquota ires piu bassa di quella ordinaria, es. beneficio
qualche anno fa per società quotate primi 3 anni aliquota inferiore -> perché non possibile
sommare e tassare unitariamente redditi e perdite soggetti ad aliquote diverse, sarebbero
disomogenee.
- Società sottoposte a procedure concorsuali -> perché ( x ragione tecnica) hanno regime
speciale di determinazione del reddito d’impresa ( es. fallimento è periodo d’imposta
unitario da data apertura fino a conclusione, anche se dura anni), poi perché ( per ragione

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anti elusiva) se fosse stato consentito sarebbe significato mettere in consolidato società
carica di perdite che abbatte imposta.
- Società che esercitano opzione per la trasparenza fiscale come partecipata -> perché ci
sarebbe violazione di una delle regole del consolidato, cioè ci sarebbe aggregazione in capo
ad una società dei redditi di un’altra società e poi reddito del gruppo sarebbe imputato per
trasparenza ai soci e i soci consoliderebbero il reddito e le perdite della seconda società
anche se non hanno la maggioranza.
- Non consentito consolidato come controllata se la società opta per il consolidato mondiale.

Bisogna fare somma algebrica a prescindere dalla percentuale di partecipazione -> perché da pov
erario italiano non c’è differenza nel mettere reddito o perdita in modo proporzionale o interno,
perché avverrebbe comunque imposta internamente => si paga comunque uguale=> si possono
aggregare per intero a prescindere da percentuale di partecipazione. QUARTA DIFFERENZA CON
CONSOLIDATO MONDIALE=> redditi e perdite imputato proporzionalmente alla quota
posseduta, perché mentre nel naz lo stato italiano ha diritto di incassare sul 100% tutta ires, nel caso
del mondiale lo stato italiano ha diritto di tassare solo quello che spetta alla società italiana.

Vantaggi compensativi: importo finanziario a società corrispondente a vantaggio che arreca al


gruppo. ( es. società C che ha perdite e da vantaggio ad altre ) => è mera movimentazione
finanziaria, non costo per chi paga e non beneficio per chi vende, è solo per sistemare=> nessuno
deve guadagnare e nessuno deve perdere.

Quando c’è consolidato ogni società da a capogruppo la provvista finanziaria per pagare le imposte,
proporzionalmente al contributo che ha dato per produrre reddito del gruppo.

Le perdite che possono essere compensate nel gruppo sono solo quelle che si realizzano nel
consolidato -> es no perdite pregresse, sarebbe elusione.
Ci possono essere perdere fiscali di gruppo, anche in questo caso riportate a nuovo.

Quando cessa consolidato, se ci sono perdite inutilizzate possono rimanere alla capogruppo o divise
tra società in maniera proporzionale.

Tutte queste regole stabilite in accordo: PATTO DI CONSOLIDAMENTO -> si da disciplina a


tutte le posizioni soggettive che emergono nell’ambito del consolidato.

Rettifiche di consolidamento: oggi una sola, riguarda deduzione interessi passivi all’interno del
gruppo => se si società holding puoi fare consolidato con tue società operative, tutte società
possono apportare nel consolidato le eccedenze di interessi attivi, passivi e di rol ( con regole già
viste). => possono apportare le loro posizioni soggettive. Chi apporta interessi passivi, quindi
apporta vantaggio, deve essere compensato.

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LEZIONE 21:

ripasso:
L’OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA: NATURA, STRUTTURA E SOGGETTI.
Scaturisce da potere impositivo dello stato. Creditore stato. È indisponibile. Amministrazione
finanziaria non può rinunciare in tutto o in parte a riscuotere tributi in ragione di altri interessi.

STRUTTURA Ob TRIB legislatore nel designare una fattispecie impositiva, individua:


- Soggetti passivi
- Il presupposto, ossia l’evento che determina il sorgere dell’obbligazione tributaria ( che per
imposte tale evento è la sussistenza di un indice di capacità contributiva) -> da indice nasce
poi distinzione tra imposte dirette e indirette.
- La base imponibile ( la grandezza monetaria, determinata al netto delle deduzioni, su cui si
applicano le aliquote)
- Metodi di determinazione della misura dell’imposta ( aliquote)

Individuazione del presupposto:


- O mediante definizione generale dell’ipotesi impositiva tipica
- O mediante assimilazione a
- O mediante elenco tassativo delle relative fattispecie impositive rilevanti

Distinzione tra esclusioni ed esenzioni:


il legislatore può meglio chiarire i confini del presupposto mediante esclusioni, ossia enunciati con
cui il legislatore chiarisce i limiti di applicabilità del tributo, senza tuttavia derogare a quanto risulta
dall’enunciato di carattere generale.
Le esclusioni non vanno confuse con le esenzioni, le esenzioni rientrano nel novero delle
agevolazioni, e sono enunciati legislativi che sottraggono dall’applicazione del tributo talune
fattispecie che sarebbero imponibili in base alla definizione generale del presupposto

I soggetti: hp in cui dal lato passivo coinvolti + soggetti-> solidarietà:


- Paritaria: quando il presupposto d’imposta è riferibile a piu soggetti e tutti questi sono
soggetti passivi di tributo. Rapporto interno: diritto di regresso per quota.
- Dipendente: detta anche responsabilità d’imposta. Vi è obbligato principale, che pone in
essere il presupposto del tributo, ed un obbligato dipendente ( responsabile d’imposta) che è
obbligato in solido con il primo, perché realizza una fattispecie collaterale. Es. notaio.
Rapporto interni: diritto di regresso per l’intero vs obbligato principale.
Si applicano anche una serie di disposizioni civili nei rapporti di solidarietà.

Sostituzione (o ritenuta):
- A titolo d’imposta: il rapporto si esaurisce con il pagamento della ritenuta stessa. si realizza
una sostituzione sia in senso soggettivo che in senso oggettivo ( perché comporta
applicazione di una regime fiscale sostitutivo) -> es. dividendi percepiti da persone fisiche:
tassati con ritenuta a titolo d’imposta del 26%.
- A titolo d’acconto: la ritenuta rappresenta solo un acconto delle imposte effettivamente
dovute dal sostituito, che poi dovrà calcolare l’imposta sul reddito lordo e corrispondere
all’ente impositore la differenza tra tale imposta e la ritenuta ( acconto) gia versata nel suo
interesse dal sostituto.
Accollo: privati stipulano contratto o una pattuizione accessoria espressa con la quale si prevede che
il tributo sia a carico di un soggetto diverso da quello previsto dalle norme tributarie. ->
civilisticamente accollo è un contratto tra un terzo ( l’accollante) e un debitore ( accollato), con il

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quale il primo si assume un debito del secondo nei confronti del terzo ( creditore accollatario) ->
fiscalmente se non espressamente vietato dal legislatore non vi è contrasto con art..53.

---------------------------------------------fine ripasso-------------------------------------

ATTUAZIONE DEL RAPPORTO TRIBUTARIO:

attuati dai contribuenti=> PRINCIPIO DI AUTOIMPOSIZIONE -> mediante presentazione di una


dichiarazione.
Non tutti tributi necessitano di dichiarazione -> es. bollo auto-> si procede direttamente a pagare il
tributo.
Principio base autoimposizione: contribuente deve portare a conoscenza dell’amministrazione
determinati fatti: dire che si è realizzato presupposto indice di capacità contributiva, che il
presupposto gli è soggettivamente ascrivibile, deve quantificarlo in termini economici sulla base
delle regole che misurano determinazione imponibile e deve dire all’amministrazione quale imposta
è dovuto e quindi quali somme vanno versate all’erario.
Nella prospettiva di rendere più facili i controlli dell’amministrazione finanziaria, lo schema di
attuazione dei tributi si accompagna ad una serie di obblighi formali in capo ai contribuenti ( es.
obblighi fatturazione, scritture contabili ecc).
Per le dichiarazioni in materia di imposte sui redditi, o le dichiarazioni IVA che riguardano tributi
periodici, devono essere presentate ciclicamente ogni anno.. per iva poi obblighi ulteriori.
Ci sono invece tributi per cui base imponibile puo rimanere invariata, quidni sufficiente
presentazione di unica dichiarazione e poi magari una ulteriore quando ci sono variazioni , ad es.
TARI.
Altri tributi di carattere istantaneo in cui si presenta una sola dichiarazione , es imposta di registro.

ð Elementi indicati in dichiarazione:


- Presupposto
- Base imponibile
- Detrazione
- Acconti già versati
- Crediti d’imposta
- Imposta dovuta
ð Si dice essere una mera dichiarazione di scienza.
Però può avere anche contenuto più complesso-> infatti in sede di dichiarazione i contribuenti
devono optare per applicazione di determinati regimi, es. se rateizzare plusvalenze, o per
applicazione di regimi fiscali particolari o semplicemente si sceglie a chi destinare l’8 e il 5x1000.

Effetti della dichiarazione:


una volta presentata dichiarazione, costituisce titolo per la riscossione delle somme indicate => se
non paga quanto dichiarato, amministrazione può procedere direttamente al recupero delle imposte
dichiarate non pagate, direttamente iscrivendo a ruolo.

Deve essere presentata con una certa regolarità ed entro specifici termini che cambiano nel corso
degli anni => ratio: lo stato deve poter programmare la spesa pubblica. => rigidi termini entro cui
deve essere presentata x tutela gettito erariale.
Però la dichiarazione può essere mendata in caso di errori nella sua compilazione-> infatti un
sistema in cui le dichiarazioni non potessero essere mendate, presenterebbe profili di frizione con il
principio di capacità contributiva.

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ð SUNTO:
- Dichiarazione di scienza dove contribuente deve indicare tutto
- Una volta presentata costituisce titolo per riscossione somme dichiarate
- La dichiarazione può essere mendata negli stessi termini concessi all’amministrazione per
emettere avvisi di accertamento. Mendata sia per correggere errori a sfavore del
contribuente ( presenta o dichiarazione integrativa a favore o istanza di rimborso -> con
istanza deve attendere risposta da amm fin -> risposta puo essere positiva o negativa o
silente => se presenta istanza di rimborso non incorre mai a sanzioni perché se diniego di
rimborso è già stato deciso; se invece presenta dichiarazione rettificativa e se rettifica non
condivisa da amm, amm emette avviso di accertamento e provvedimento di irrogazione
delle sanzioni); se invece si accorge di aver dichiarato meno del dovuto, può avvalersi del
ravvedimento operoso => può sanare un errore che aveva fatto a suo vantaggio, godendo di
una attenuazione delle sanzioni -> può essere fatto anche se già avviato un controllo.
- Termini presentazione dichiarazione: persone fisiche 30 novembre dell’anno successivo a
quello a cui si riferisce la dichiarazione, per persone giuridiche 11 mesi dopo chiusura
esercizio sociale.
- Forma
- Distinzione tra dichiarazione nulla e omessa

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LEZIONE 22:

CONTROLLI AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA:

tutte le informazioni che riguardano aspetti economici, finanziari ecc dei contribuenti sono
nell’anagrafe tributaria.
Anagrafe trib serva a facilitare i controlli -> info usate sia da agenzia entrate sia da guardia di
finanza. Raccoglie anche tutte info dei vari sostituiti d’imposta e le banche degli istituti finanziari.
Per vedere indici di anomalia, ed eventuali verifiche da parte dell’agenzia delle entrate.
Poi ci sono controlli che partono da individuazione di alcune categorie -> ministero eco e fin ogni
anno stabiliscono categorie, a rotazione, che vanno controllate => controlli selettivi.

I controlli effettuati da amministrazione finanziaria distinti in controlli:


- Automatici: art.36 bis dpr 600/73 -> liquidazione in via informatica => quando presentata
dichiarazione dei redditi, automaticamente computer verifica che conti siano corretti, che vi
sia versamento imposte, che ritenute di acconto subite o acconti versati siano stati
effettivamente versati e subiti. => controllo meramente numerico dei dati e dei conteggi di
imposta dovuta e di effettivo versamento delle imposte dovute. Fatto a tappeto su tutte
dichiarazioni. Dovrebbe essere effettuato prima della dichiarazione successiva. Poi arriva a
casa documento, l’avviso bonario, con cui amministrazione indica anomalie o correttezza. Il
contribuente quindi poi va verifiche e se si adegua a quanto contenuto paga sanzioni ridotte
di un terzo, perché premiata onestà. Se invece avviso bonario non aderente a quanto pensa il
contribuente => contraddittorio con ufficio competente, se funzionario tiene che
argomentazioni e documentazione non idonea a superare errore, allora bisogna attendere
cartella di pagamento, nella quale viene trasfuso quanto vi è nell’avviso bonario =>
contribuente può pagare ( ma non conviene) o la impugna entro 60 giorni facendo ricorso
alla commissioni tributaria competente per territorio=> sorti a un giudice.
- Formali: art.36 ter dpr 600/73 -> in questo caso amm fin ha un anno in più, perché col
controllo formale, effettuato sulla base di criteri selettivi ( non tutti controllati), amm fin
chiede al contribuente di fornire documentazione giustificativa di quanto indicato in
dichiarazione. => controllo anche di documentazione di tutte le poste indicate. Esito del
controllo formale è avviso bonario => amm fin prima di chiedere imposta con atto
impositivo, si confronta con contribuente -> c’è interlocuzione con la contribuente agenzia
per sistemare le differenze che emergono. Se queste differenze non vengono bonariamente
transate => iscrizione al ruolo delle somme e invio della cartella di pagamento. ( il ruolo è
una sorta di libro dove a.e. iscrivono i debitori, poi trasmesso all’agenzia entrate e
riscossioni, ex equitalia, per riscossione delle imposte). Se non fatto pagamento entro 60
giorni, cartella di pagamento diventa definitiva e diventa titolo per la riscossione ( es.
pignoramento o ipoteca su immobile) => procedura esecutiva.
- Sostanziali: rappresentati dalle verifiche, dagli accessi e dalle ispezioni. Quando si fa
controllo sostanziale da parte di a.e. o guardia di fin, questi esercitano come pubblici
ufficiali => se notizia di reato devono fare dichiarazione alla procura della repubblica.
L’accesso va a toccare il diritto di riservatezza e inviolabilità domicilio ( andare presso
contribuente), quindi è contornato da una serie di cautele-> accesso presso locali
commerciali devono essere autorizzati da capo ufficio a.e. o comandante di zona di guardia
di fin; in caso di accesso locali attività di lavoro autonomo è richiesta la presenza del titolare
dello studio e necessaria autorizzazione della procura della repubblica, perché i liberi prof
sono tenuti al segreto professionale. Questo contemperamento è molto forte per gli accessi
presso il domicilio, perché art.14 cost dice che domicilio è inviolabile -> non suff
autorizzazione procuratore repubblica, ma il provvedimento deve essere analiticamente
motivato sotto il profilo di gravi indizi di violazione in relazione alle contestazioni che

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vengono mosse. ( in generale per qualunque perquisizioni necessaria autorizzazione del


procuratore della repubblica=> perquisizioni possibili solo quando gravi sospetti di possesso
droga o armi). Se violate norme a tutela dei diritti del contribuente, tutte le prove sono
inammissibili, inesistenti.
Le ispezioni sono quelle che vengono fatte in termini documentali o metriche ->
documentali per vedere fatture, contabilità ecc. e possono seguire delle verifiche, che
possono riguardare gli impianti e il magazzino. Ogni volte che ci sono queste verifiche, deve
essere redatto un verbale= PVC-> processo verbale di constatazione, cioè un doc che in
maniera notarile indica tutto ciò che hanno fatto i controllori da quando sono entrati a
quando sono usciti ed emergono le contestazioni o rilievi. Questo verbale viene consegnato
al contribuente, il quale può fare delle dichiarazioni libere o riservarsi di contestare nelle
sedi opportune e deve firmale. Poi sia il verificatore dell’ a.e. sia quello della guardia di fin
lo trasmettono all’ufficio competente in base al domicilio fiscale del contribuente. La gdf
non ha poteri accertativi, solo di controllo, idem i verificatore a.e, i poteri accertativi
spettano all’a.e. ufficio accertamento ecc. -> che ha il potere/dovere di effettuare un vaglio
critico, quindi valutare se effettivamente gli elementi a sostengo di certe violazioni sono
probanti della violazione, possono anche archiviare ( esattamente come può fare un pm
quando prove su presunti reati).
In realtà avviene diversamente L il funzionario agenzia entrate recepisce PVC e lo copia
nell’avviso di accertamento e lo spedisce.
Il contraddittorio preventivo in base alla giurisprudenza della corte di giust dovrebbe essere
obbligatorio -> ma in Italia fino a poco tempo fa era solo questione giurisprudenziale, da
qualche anno introdotta obbligatorietà a pena nullità ( art. 5 ter 218/90)-> MA è UNA
PRESA PER IL CULO -> perché hanno scritto che è obbligatorio con la sola eccezione
degli avvisi di accertamento parziale ai sensi dell’art41bis -> quelli che vengono fatti
quando c’è notizia certa di evasione, mentre gli accertamenti normali sono globali -> ma
tutti accertamenti fatti oggi da a.e. sono classificati come se fossero parziali, anche se nella
sostanza sono ordinari. => anche se ufficio non fa contraddittorio preventivo non succede
nulla. Poi uffici spesso lo fanno comunque il contraddittorio preventivo, anche perché
consiste solo nel convocare contribuente per chiedere delucidazioni e portare
documentazione. Ma poi comunque anche il contraddittorio preventivo è farlocco,
documentazioni respinte a prescindere in quanto insufficienti, anche se poi nell’avviso di
accertamento bisogna indicare perché è stata rifiutata.

Uno degli strumenti usato in maniera più frequente per iniziare controllo e fare contestazioni sono
le indagini bancarie -> tutti versamenti o il prelevamento non giustificati sono redditi evasi.
Da un pov logico ovviamente se verso e non giustifico è verosimile l’evasione, ma se prelevo non
ha logica, presuppone un costo-> logica che usati quei soldi in nero per fare acquisti in nero che
hanno poi generato ricavi in nero => doppia presunzione.
Questo regime fino a qualche anno fa valeva anche per i lavoratori autonomi, non solo per
imprenditori, ma sewnt.228/2014 corte cost ne ha sancito l’incostituzionalità, ma soltanto per la
parte dei prelevamenti.

Quando contribuente sottoposto a verifiche e controllo, può essere invitato a fornire documenti o
invitato ad andare in ufficio -> il legislatore ha stabilito che tutti i dati e info e doc che sono stati
richiesti ma non forniti durante attività di controllo, non possono poi essere usati dal contribuente in
fase di processo -> per incitare collaborazione. ECCETTO se contribuente dimostra che non ne
aveva la disponibilità per cause di forza maggiore.

Altro strumento utilizzato per accertamenti internazionali è il c.d. scambio di informazioni-> le


autorità fiscali dei vari paesi possono scambiarsi info sui rispettivi contribuenti -> previsto da

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numerose direttive europee, ma anche nelle convenzioni contro le doppie imposizioni. -> possono
essere:
- Su richiesta: amm fin ita chiede ad amm fin svizzera se contribuente ha conti correnti in
quello stato, ovviamente mediante ministero degli esteri ( canali diplomatici).
- Automatici: amm fin si accordano tra loro per inviare automaticamente delle informazioni di
cui vengono a conoscenza che riguardano contribuenti di un altro stato. Es. un francese che
acquista villa in toscana, inviato ad amm fin francese.
- Spontanei: rimesso alla libera iniziativa delle autorità fiscali, se nel corso delle indagini
viene a conoscenza di informazioni che possono riguardare un’altra amministrazione gliele
trasmette.

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LEZIONE 23 e 24:
RECAP DICHIARAZIONE:
dichiarazione è e emendabile -> sia rettifiche a favore che e sfavore.

Il ravvedimento operoso è una sorta di opzione che il legislatore concede ai contribuenti che si
avvedono di aver commesso errori a loro vantaggio.

Forma e termini per dichiarazione -> redatta su appositi modelli ministeriali -> ove compilata
altrove è nulla.
Si considera omessa anche se materialmente presentata ma oltre i 90 giorni dalla scadenza del
termine di presentazione.

ATTI DI ACCERTAMENTO: atti emessi in esito a controllo sostanziale.


Natura giuridica avvisi ai accertamento:
2 teorie circa origine obbl trib:
1. Teoria dichiarativa : sorge ex lege al verificarsi del presupposto indice di capacità
contributiva
2. Teoria costitutiva: nasce con l’emissione dell’atto di accertamento -> secondo alcuni già
con atto di dichiarazione.
A seconda della teoria accolta varia la natura dell’atto di accertamento => per la dichiarativa hanno
efficacia meramente dichiarativa del rapporto d’imposta e funzione di rendere liquide ed esigibile le
dichiarazioni, mentre per teoria costitutiva ha natura di vero e proprio provvedimento
amministrativo con efficacia costitutiva del rapporto di imposta.
Secondo la giurisprudenza fino al 2014 l’avviso di accertamento si configurava come provocatio ad
opponedum=> atto di acc ( attto impositivo emesso da uffici) sarebbe stato atto a contenuto
paraprocessuale con funzione di provocare impugnazione contribuente => indurre contribuente ad
accettare o impugnare atto=> doveva indicare quantum della pretesa senza particolari indicazioni. Il
riflesso di questa teoria era che amm fin poteva motivare in modo anche superficiale gli atti di
accertamento.
Teoria gradualmente abbandonata -> oggi atto di accertamento vero e proprio provvedimento
amministrativo che incide con effetto vincolante sulla situazione sostanziale del sogg passivo e atto
di acc è suscettibile di divenire definitivo sempre se non impugnato, entro i termini decadenziali. =>
è un atto autoritativo ( in cui amm fin enuncia nei confronti del contribuente ciò che deve per lui di
diritto nel caso concreto, a prescindere da consenso contribuente) , se non viene tempestivamente
impugnato si consolida, anche se è sbagliato, quindi ha efficacia preclusiva; Ed è atto esecutorio
in quanto idoneo a incidere sulla sfera giuridica del contribuente anche in attesa del controllo
giurisdizionale ( quando amm fin in materia di imposta sui redditi notifica atto di accertamento, se
l’atto non diviene definitivo per mancata impugnazione ma viene impugnato, l’impugnazione non è
ideona di per se a sospendere possibilità per amm fin di riscuotere le maggiori somme accertate,
perché è previsto meccanismo di riscossione frazionata in pendenza di giudizio => può già da primo
grado pretendere frazione del maggior tributo accertato, alla fine del primo grado potrà chiedere
ulteriore porzione, dopo secondo grado può chiedere intero- dipende da esito primo grado à
contribuente per inibire riscossione subito presenta istanza di sospensione dell’esecuzione, dove
contribuente deve provare il fumus bonis iuris, quindi astratta illegittimità accertamento, e il
periculum in mora).

La giurisprudenza dice anche che gli atti di accertamento sono espressione dell’esercizio di un
potere assegnato da una norma che ne individua presupposti ed effetti -> nell’ord trib la
discrezionalità è del tutto assente, perché azione amministrazione è regolata da principio di stretta

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legalità, quindi in linea di massimo nella sfera del contribuente si possono produrre solo effetti
negativi previsti dalla legge) .
ð È un atto vincolato, espressione di funzione tendenzialmente vincolata e non discrezionale.

Altra specifica caratteristica degli avvisi di accertamento in materia di imposte sui redditi è che
sono atti impoesattivi, cioè all’interno di unico contenitore convivono i imposizione, titolo
esecutivo e precetto => se non impugnato atto di accertamento e diventa definitivo, l’amm fin
procede direttamente con esecuzione forzata, non più necessario notificare al contribuente cartella
di pagamento => è titolo per iniziare esecuzione forzata.

La giuri riconosce il ruolo centrale della motivazione dell’avviso di accertamento:


requisito previsto per consentire al contribuente di conoscere in modo determinato e intellegibile
qual è la pretesa avanzata nei suoi confronti e quindi una motivazione ben scritta e dettagliata è
presupposto indefettibile per garantire diritto di difesa del contribuente -> può decidere se la pretesa
avanzata è legittima e fondata o no, quindi decidere se adire organi della giustizia tributaria.

Art.7 statuto dei diritti del contribuente:


Gli atti dell'amministrazione finanziaria sono motivati secondo quanto prescritto
dall'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 241, concernente la motivazione dei
provvedimenti amministrativi, indicando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che
hanno determinato la decisione dell'amministrazione.
Art.42,2 e 3 DPR N.600/1973
L'avviso di accertamento deve recare l'indicazione dell'imponibile o degli imponibili
accertati, delle aliquote applicate e delle imposte liquidate, al lordo e al netto delle
detrazioni, delle ritenute di acconto e dei crediti d'imposta, e deve essere motivato in
relazione ai presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che lo hanno determinato e in
relazione a quanto stabilito dalle disposizioni di cui ai precedenti articoli che sono state
applicate, con distinto riferimento ai singoli redditi delle varie categorie e con la specifica
indicazione dei fatti e delle circostanze che giustificano il ricorso a metodi induttivi o
sintetici e delle ragioni del mancato riconoscimento di deduzioni e detrazioni. Se la
motivazione fa riferimento ad un altro atto non conosciuto né ricevuto dal contribuente,
questo deve essere allegato all'atto che lo richiama salvo che quest'ultimo non ne
riproduca il contenuto essenziale.
accertamento è nullo se l'avviso non reca la sottoscrizione, le indicazioni, la motivazione di
cui al presente articolo e ad esso non è allegata la documentazione di cui all'ultimo periodo
del secondo comma.

ð Motivazione impo:
- Per diritto difesa
- Per controllo dell’attività amministrativa -> principio di buona amministrazione.
Ottemperanza art.97 cost.
- Determina oggetto del successivo giudizio tributario.

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ð Contenuto motivazione:
ð - ragioni giuridiche: indicazione delle norme rilevanti per il caso concreto, il ragionamento
giuridico seguito dal corso del procedimento, l’iter logico-giuridico che giustifica e legittima
l’applicaziione di una certa disciplina alla fattispecie concreta.
ð -Presupposti di fatto: illustrazione degli elementi e dei dati che sono stati vagliati
dall’ufficio nel corso del procedimenti di accertamento dei fatti materiali.

Motivazione atti di accertamento non può essere alternativa-> ufficio deve avanzare contestazione
univoca.

Motivazione per relationem ( art.42,2 ,3): Se la motivazione fa riferimento ad un altro atto


non conosciuto né ricevuto dal contribuente, questo deve essere allegato all'atto che lo
richiama salvo che quest'ultimo non ne riproduca il contenuto essenziale.
Duplice ratio:
- Garantire diritto di difesa-> allegazione/riproduzione dell’atto richiamato prevista per porre
il contribuente nella condizione di valutare, con pienezza di cognizione e senza riduzione

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dello spazio di tempo a disposizione per proporre impugnazione ( 60 gg), la fondatezza della
pretesa fiscale e la conseguente condotta da adottare.
- Garantire economicità amministrazione

In alcuni casi uffici devono compiere motivazione rafforzata-> non si possono limitare ad esporre
ragioni giuridiche e presupposti su cui si fonda pretesa -> devono aggiungere qualcosa in piu
quando procedimento preceduto da contraddittorio con contribuente -> amm fin tenuta a riassumere
le difese del contribuente in sede di contraddittorio e esporre motivi per cui ritiene di non accogliere
difese.

L’ATTO DEVE ESSERE EMANATO DA UFFICIO COMPETENTE-> ufficio competente te in


base a domicilio fiscale -> art.31,2 DPR 600/73.

- Notificazione: In caso di notifica -> vizio sanato se raggiunge lo scopo. ( CC).


- Termini: decorrono dal termine in cui doveva essere presentata dichiarazione. termine
generale di 5 anni, in alcuni casi ufficio ha termine di decadenza più ampio.
Sono termini di decadenza => se scaduto ufficio non può più spiccare l’atto. ( art.43,4,
dpr600/73).
In materia di accertamento principi: unicità e globalità:
x unicità: per ogni periodo d’imposta può essere notificato un unico avviso di accertamento che
abbia ad oggetto situazione patrimoniale e reddituale complessiva dello stesso contribuente. => ogni
contribuente per ogni periodo d’imposta unico avviso di accertamento. ( altrimenti contribuente
dovrebbe presentare molteplici ricorsi, altrimenti diverrebbero definitivi).
X globalità: accertamento deve essere volta alla ricostruzione della base imponibile complessiva del
contribuente.
Vi sono deroghe però -> principio relativo => deroghe: accertamenti integrativi e accertamenti
parziali.
- Integrativo: emesso a integrazione di un precedente avviso di accertamento, se
sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi. Con motivazione rafforzata. Nuovi possono
essere riferiti anche a fatti che vi erano già quando primo avviso, ma non erano conoscibili
prima da amm -> se erano conoscibili con normale diligenza allora non possibile
integrazione. ( in realtà poi usato criterio di conoscenza e non di conoscibilità).
- Parziale: art.41 bis dpr600/73-> senza pregiudizio dell’ulteriore azione accertatrice nei
termini stabilita da art.43=> accertamento parziale puòessere seguito da altro parziale. Ratio:
offrire ad amm fin uno strumento flessibile e di pronto impiego per reagire a segnalazioni di
evasione sostanzialmente certa e la cui sussistenza non necessitava di particolare valutazioni
da parte degli uffici. Salvo poi possibilità di emettere nuovo avviso dio accertamento.
Inizialmente si poteva fare solo dopo una segnalazioni da altro ufficio, i casi in cui era

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consentito erano molto limitati -> da 82 ad oggi situazione molto cambiata -> oggi uffici
emettono quasi sempre avvisi di accertamento parziali, perché oggi tantissime fonti di
innesco -> in tutti i casi in cui uffici compiano attività istruttorie prevista da art.31 comma 1
n.da 1 a 4 + altre segnalazioni da Agenzia entrate, GdF, direzione centrale accertamento ecc.
=> oggi è come se non esistessero più accertamenti integrativi. -> escluso solo quando fonti
di info che arrivano da terzi.
Per porre freno a utilizzo sfrenato di acc parziali-> in dottrina si è avanzata possibilità di estendere
applicabilità dei requisiti previsti da art.43,3 per emettere avvisi accertamenti integrativi anche nei
casi in cui avviso accertamento parziale segua un precedente avviso parziale. Quindi solo se
secondo avviso non si fonda sul primo ma su altra fonte x garantire principio unicità e globalità
degli avvisi di accertamento.

Istanza di autotutela-> Quando un atto dell’Agenzia delle Entrate sembra ingiusto, o presenta
alcuni errori, è possibile procedere con l’istanza di autotutela, senza necessariamente adire un
giudice. => ’autotutela è un istituto finalizzato alla modifica o all’annullamento di un atto emanato
da una pubblica amministrazione. Nell’ambito fiscale l’amministrazione di riferimento è l’Agenzia
delle Entrate (o Fisco) che, nell’inviare un atto circa un’imposta, può commettere degli errori.
Richiesta istanza da parte del contribuente.

ACCERTAMENTO D’UFFICIO: ART.41 DPR 600/73:


tipologia di accertamento che può essere emessa da amm fin in casi di dichiarazione nulla o omessa.
Omessa quando non presentata o presentata oltre 90 giorni da scadenza.
Nulla quando non redatta su stamparti ministeriali o quando non sottoscritta o sottoscritta da
persona non autorizzata, ma vizio di sottoscrizione può essere sanato entro 30 giorni.
ð Può essere emesso avviso di accertamento d’ufficio -> solitamente verso soggetti del tutto
sconosciuti al fisco.
Quindi trattamento di maggior favore vs amm fin:
- Termine maggiore per notificare atti: non 5 anni ma 7
- Amm fin può ricorrere a presunzioni prive di cui al terzo comma art.38 e prescindere in tutto
o in parte da risultanze dichiarazione se presentate da eventuali strutture del contribuente =>
utilizzabili presunzioni semplicissime => no requisite gravità, precisione, concordanza. Suff
che ufficio dimostri che sia maggiormente verosimile, anche se ipotesi alternative
ugualmente probabili -> contribuente deve dimostrare fatto più probabile.

Art.38 dpr 600/73: MODALITA’ ACCERTAMENTO PERSONE FISICHE:


L'ufficio delle imposte procede alla rettifica delle dichiarazioni presentate dalle persone fisiche
quando il reddito complessivo dichiarato risulta inferiore a quello effettivo o non sussistono o non
spettano, in tutto o in parte, le deduzioni dal reddito o le detrazioni d'imposta indicate nella
dichiarazione.
L'incompletezza, la falsità e l'inesattezza dei dati indicati nella dichiarazione, salvo quanto stabilito
nell'art. 39, possono essere desunte dalla dichiarazione stessa, dal confronto con le dichiarazioni
relative ad anni precedenti e dai dati e dalle notizie di cui all'articolo precedente anche sulla base di
presunzioni semplici, purché queste siano gravi, precise e concordanti.
ð Accertamento analitico: ricostruire varie categorie di reddito.
Ma anche altro metodo di accertamento: REDDITOMETRO:
“L'ufficio, indipendentemente dalle disposizioni recate dai commi precedenti e dall'articolo 39, può
sempre determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese di
qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d'imposta, salva la prova che il relativo
finanziamento è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d'imposta, o

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con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi
dalla formazione della base imponibile.
La determinazione sintetica può essere altresì fondata sul contenuto induttivo di elementi indicativi
di capacità contributiva individuato mediante l'analisi di campioni significativi di contribuenti,
differenziati anche in funzione del nucleo familiare e dell'area territoriale di appartenenza, con
decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale con
periodicità biennale “(REDDITOMETRO)

ð Ufficio o determina varie categorie di reddito in modo analitico, o può determinare reddito
complessivo sulla base delle spese che il contribuente ha sostenuto.=> accertamento
sintetico.
Salva prova contraria: spesa avvenuta con redditi diversi da quelli in quel periodo d’imposta,
o redditi esenti o soggetti a ritenuta d’imposta.

Il "redditometro" è lo strumento con il quale il fisco determina il reddito presunto del contribuente,
in base alle spese da questi effettuate nell'anno di imposta (in pratica, il reddito del contribuente
deve essere compatibile con le spese da questi sostenute).

Quando ufficio compie accertamento sintetico del reddito ( reddito complessivo alla luce delle
spese sostenute) deve avvenire in solo alcuni casi:
- Reddito complessivo accertabile ecceda di almeno 1/5 quello dichiarato.
- Ufficio che procede ha obbligo di invitare contribuente a fare contraddittorio, quindi fornire
chiarimenti. => eventuale avviso deve essere motivato in modo rafforzato

ART.39 d.P.R600/73 - ACCERTAMENTO Redditi Impresa:


3 tipologie accertamento:
- Analitico: Per i redditi d'impresa delle persone fisiche l'ufficio procede alla rettifica:
a) se gli elementi indicati nella dichiarazione non corrispondono a quelli del bilancio,
del conto dei profitti e delle perdite e dell'eventuale prospetto.
b) Se non sono state esattamente applicate disposizioni in materia di reddito
d’impresa
c) Se incompletezza, falsità o inesattezza degli elementi indicati in dichiarazione e
relativi allegati risulta in modo certo e diretto a fronte del compimento di
un’istruttoria.
ð Analitico perché fondato su elementi obiettivi di riscontro.
- Induttivo-contabile (o analitico-induttivo)
d) L'esistenza di attività non dichiarate o la inesistenza di passività dichiarate √®
desumibile anche sulla base di presunzioni semplici, purché queste siano gravi,
precise e concordanti.
ð Accertamento analitico non per forza fondato su riscontri interamente documentali ma anche
presunzioni

- Induttivo-extracontabile: ufficio può ricorrere a presunzioni semplicissime ( prive di


requisiti gravità, precisione e concordanza)-> QUANDO:
a) quando il reddito d'impresa non è stato indicato nella dichiarazione;
b) quando dal verbale di ispezione redatto ai sensi dell'art. 33 risulta che il contribuente non
ha tenuto o ha comunque sottratto all'ispezione una o più delle scritture contabili
prescritte dall'art. 14 ovvero quando le scritture medesime non sono disponibili per causa
di forza maggiore;

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c) quando le omissioni e le false o inesatte indicazioni accertate ai sensi del precedente


comma ovvero le irregolarità formali delle scritture contabili risultanti dal verbale di
ispezione sono così gravi, numerose e ripetute da rendere inattendibili nel loro
complesso le scritture stesse per mancanza delle garanzie proprie di una contabilità
sistematica.
+ nei casi in cui contribuente non fornisce in sede di istruttoria la documentazione richiesta (
richiesta specifica).

ISTITUTI DEFLATTIVI:
- ravvedimento operoso
- acquiescenza atto impositivo ( ma anche definizione delle sole sanzioni)
- accertamento con adesione) -> quando arriva avviso accertamento anziché impugnare può
pagare sanzioni in misura di 1/3.
- Accertamento con adesioni: dopo notifica di avviso accert. al contribuente data possibilità di
presentare istanza di accertamento con adesione per cercare di giungere ad una soluzione
transattiva. Quando contribuente fa istanza accertamento con adesione sono sospesi per 90
giorni i termini per proporre impugnazione + eventuali sconti in caso di perfezionamento
della procedura.
- reclamo-mediazione: se maggior tributo accertato inferiore a 50 mila euro si deve
necessariamente attivare procedura amministrativa prima che si possa incardinare il
giudizio, definita di reclamo-mediazione => mediazione obbligatoria.
- conciliazione giudiziale: procedura di conciliazione che avviene in sede di giudizio. +
eventuali sconti in termini di sanzioni.
- autotutela

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