Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il diritto tributario è una branca del diritto pubblico-amministrativo che regola i mezzi/procedure
per il reperimento delle risorse finanziarie, necessarie al finanziamento della spesa pubblica. La norma
tributaria non si distingue dalle altre norme giuridiche e sono legate al prelievo tributario.
Per spesa pubblica si intende la spesa che lo Stato ed Enti Pubblici, devono sostenere per poter
svolgere le loro funzioni e per la collettività.
NORME SOSTANZIALI
Le norme impositrici sono tutte quelle norme che individuano i fatti e le circostanze per le quali è dovuto il
tributo (presupposto)
Tali individuano il soggetto passivo (il contribuente) ovvero il soggetto chiamato/obbligato al pagamento
del tributo
Regolano anche la base imponibile (la grandezza con cui è commisurato il tributo)(quantum dovuto)
Le norme sanzionatorie sono le norme che disciplinano le sanzioni sia amministrative e penali volte a
punire la violazione delle norme tributarie.
NORME PROCEDURALI
Le norme procedimentali sono tutte quelle norme che regolano il procedimento tributario (regolano ad es:
obblighi di scritture contabili/di versamento/di sostituzione/l'attività istruttoria)
Le norme processuali sono le norme che regolano il processo volto a garantire tutela giurisdizionale al
contribuente e ai terzi coinvolti nell'attuazione del prelievo
Il presupposto è il fatto/fatti economico/i alle quali è reso necessario il tributo (es il presupposto dell'IRPEF
è il possesso di redditi in denaro o in natura appartenenti alle 6 categorie)(es: il presupposto dell'IMU è il
possesso di fabbricati/aree fabbricabili/terreni agricoli situati nel territorio dello Stato)
E possibile fare un ulteriore distinzione di presupposto:
1. Imposte dirette (caratterizzate dal fatto economico tassato colpito in modo diretto ed
immediato)(es: IRPEF, IRES, IMU)
2. Imposte indirette (il fatto economico tassato viene colpito in modo indiretto)(es: IVA)
Ulteriore distinzione delle imposte indirette:
1. Imposte personali (es: IRPEF)(riguardano la sfera personale e/o familiare del soggetto passivo ed
ulteriore presupposti)
2. Imposte reali (es: IRAP)(quando non ci sono tali presupposti)
Ultima classificazione fondamentale:
1. Imposte istantanee (es: imposta di bollo/di registro)(il presupposto si opera in maniera immediata
e in unico fatto)
2. Imposte periodiche (es: IRPEF)(il presupposto si ripete in continuità nel tempo)(fondamentale però
individuare il lasso di tempo per quantificare la base imponibile)(periodo di imposta)(per persone
fisiche con l'anno solare)(per persone non fisiche non necessariamente/dipende)
Il soggetto passivo è il soggetto che realizza il presupposto (es: il contribuente)(es: IRPEF le persone fisiche
residenti e non nel territorio dello Stato)(es: IRES sono le società di capitali residenti nel territorio dello
Stato, enti commerciali residenti e non)(es: IMU sono i soggetti che posseggono immobili fabbricati/aree
fabbricabili o agricoli)
NOZIONE DI TRIBUTO
Il tributo identifica il genus a cui è possibile determinare ulteriori partizioni (Imposte, Tasse e
Contributi)(anche Monopolio)
Al concetto di tributo viene erogato da diverse norme tributarie ma non è definita da nessuna (es: art 4
dello Statuto dei Diritti del Contribuente)(es Dlgs. 546/92)
Il tributo è una prestazione patrimoniale coattivamente imposta che comporta una decurtazione del
patrimonio del soggetto passivo con effetti definitivi, finalizzata a recuperare risorse per finanziare la Spesa
Pubblica
Importante è definire 4 caratteristiche in particolare:
1. Irrilevante il consenso del soggetto passivo
2. Comporta una decurtazione del patrimonio del soggetto passivo
3. Tale decurtazione deve avere effetti definitivi e non transitoria
4. Attraverso l'imposizione del tributo si ottengono risorse per finanziare la Spesa Pubblica
La macro-categoria del tributa deve essere scomposta. La più rilevante è la distinzione tra Imposte e Tasse.
Tali si distinguono a secondo della spesa che devono finanziarie:
1. Spese indivisibili (Imposte)
2. Spese divisibili (Tasse)
L'imposta è collegata al verificarsi di un fatto economico che deve essere espressione di capacità
contributiva
La tassa ha come presupposto un atto o una attività pubblica (es: emanazione di un
provvedimento/esercizio pubblico) che riguarda un soggetto (es. tasse legate alla fruizione di un bene o
servizio pubblico - es: TARI)
Il contributo determina il quantum dovuto a fronte dell'arricchimento che la parte privata ottiene dalla
realizzazione di un'opera pubblica
Il monopolio ha natura tributaria se ha natura funzionale tributaria (se utile a finanziare la Spesa Pubblica)
L'art 45 della Costituzione stabilisce che è vietato il referendum abrogativo per le leggi tributarie. La Corte
Costituzionale si distingue dalla Cassazione in una le prestazioni previdenziali sono comprese mentre per la
seconda no.
LEZIONE 2
Il sistema tributario è regolato da normative specifiche e per avere valenza devono rispondere a specifiche
condizioni.
Il reddito è la differenza di patrimonio in due determinati istanti (es: 31 Gennaio e 31 Dicembre) questi due
istanti determinano il periodo d'imposta). Tale differenza è determinata dall'art 23. Esistono varie forme di
reddito:
Reddito prodotto (il reddito che deriva da una attività
Reddito entrata (reddito derivante dal passaggio del tempo)
Reddito capitale
Reddito lavoro (dipendente)
Reddito autonomo
Redditi diversi
Reddito liquido
Reddito disponibile
Reddito consumato
Una seconda fonte è l'ordinamento comunitario
L’ordinamento comunitario e l’ordinamento nazionale sono due ordinamenti distinti ma coordinati, che
interagiscono tra loro (anche se il primo ha il primato sul secondo)(in caso di incompatibilità prevale il
primo)(art 11 della Costituzione)
Fonte primaria del diritto comunitario sono i TRATTATI ISTITUTIVI di comunità.
I trattati sull'Unione Europea sono un insieme di trattati internazionali tra gli stati membri dell'Unione
europea, che pongono le basi dell'ordinamento giuridico dell'UE.
Alcune materie dell’ambito tributario vengono riservate alla competenza esclusiva dell’UE (es: IVA)
Successivamente ai trattati (che derivano da quest'ultimo) abbiamo i regolamenti e le direttive.
Regolamenti (equivalente delle leggi ordinarie negli ordinamenti statali e sono direttamente
applicabili, non è necessaria una legge di attuazione)(contenuto precettivo)
Direttive (non sono precettive, ma creano un obbligo di risultato, con lo Stato in questione che è
libero di seguire la strada che preferisce, a patto che raggiunga il risultato richiesto)
Decisioni (altro non sono che semplici atti comunitari che riguardano casi specifici, vincolanti per gli
interessati, solitamente un singolo Stato membro)
Raccomandazioni
Pareri
Infine troviamo il DIRITTO VIVENTE, consistente nel diritto della corte di giustizia, cioè le sentenze della
corte di giustizia europea (interpretative, di accoglimento o di rigetto).
FONTI PRIMARIE:
Legge Ordinaria (legge formale emanata dal Parlamento - Funzione Legislativa). La legge ordinaria
normalmente entra in vigore il 15’ giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale (non abrogabili con referendum popolare)
Statuto del Contribuente (legge ordinaria che tutela i diritti dei contribuenti)
Decreti Legge (legge sostanziale, equiparata alla formale, emanata dal Governo - Potere
Esecutivo)(provvisori con forza di legge, emessi dal governo in casi di necessita ed
urgenza)(immediata efficacia)(decadono se non convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni)
Decreti Legislativi (legge sostanziale, emessi dal Governo sulla base di una legge delega del
Parlamento che determina oggetto, principi e caratteri)
Leggi Regionali (le regioni possono istituire e regolare tributi collegati alla regione e locale, tuttavia
non possono istituirli nella totale liberta, il tributo deve essere previsto in primis da una legge dello
Stato, chiamata Legge Quadro)
FONTI SECONDARIE:
Sono ammessi atti regolamentari in materia tributaria.
I regolamenti sono atti che sono sottostà alla Costituzione e Fonti Primarie e vengono disapplicati se in
contrasto.
Abbiamo:
Regolamenti governativi (si dividono in regolamenti esecutivi e delegati, deliberati dal Consiglio dei
Ministri. Quelli esecutivi danno attuazione ad una legge, quelli delegati invece possono essere
emessi in ragione di una norma espressa)
Regolamenti ministeriali
Regolamenti regionali
Quando si parla di regolamenti parliamo comunque di atti normativi (aventi valore normativo). Il fatto che
siano atti con valore normativo significa che l’atto diventa obbligatorio in quanto vi è una legge sopra (in
caso contrario, un semplice atto amministrativo generale)
Altri atti amministrativi generali fondamentali sono:
1. Circolare (ha un valore circoscritto, ne il giudice ne il contribuente sono tenuti ad attenersi al
contenuto della circolare. È vincolante solo per gli uffici gerarchicamente inferiori a quello che ha
emesso la circolare. Si ha certezza di non incorrere in sanzioni se ci si uniforma al comportamento
indicato nella circolare (BUONA FEDE)
2. Interpello (il contribuente può presentare per specifiche istanze con cui viene richiesto un parere
circa l’interpretazione di una disposizione tributari)(art 11 dello Statuto del Contribuente)(utile per
capire cosa pensa l'amministrazione - Agenzia delle Entrate)(obbiettiva incertezza e portata della
norma)
Abbiamo:
Interpello interpretativo (può essere presentato qualsiasi quesito riguardante l’applicazione di una
norma tributaria. L’istanza di parere va inoltrata alla Direzione regionale dell’Agenzia che deve
rispondere per iscritto entro 90 giorni (prolungato di ulteriore 30 giorni nel caso venga presentata
ulteriore documentazione). La risposta deve essere motivata. Se non perviene nessuna risposta il
silenzio vale assenso.
Qualora l’istanza venga presentata da molteplici contribuenti l’amministrazione può dare risposta
collettiva con circolare)
Interpello qualificatorio (si chiede la qualificazione di un fatto o atto)(es: un contratto)
Interpello disapplicativo (ha la finalità di disapplicare una norma che impedisce al contribuente di
accedere a deduzioni/detrazioni che potrebbe avere) (il contribuente deve provare)(L’agenzia
disapplica quindi la norma e il contribuente può ottenere i vantaggi che gli spettano)
Interpello antielusivo (contribuente ha dubbi sul vantaggio fiscale che può conseguire a seguito di
una determinata operazione senza valide ragioni economiche)(es: fusione)(elusione -
aggiramento)(abuso di diritto - comportamento che va ad abusare di un diritto)(introdotte una
serie disposizioni che hanno lo scopo di dare alla luce comportamenti elusivi)
ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
LEZIONE 4
OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA
In passato l’obbligazione tributaria sorgeva quando l’ufficio emanava l’atto, mediante il quale veniva
richiesto il pagamento del tributo al contribuente. L’atto dell’ufficio era dunque l’elemento che costituiva
l’obbligazione, da quel momento sorgeva l’obbligo per il contribuente di versare il tributo (basato su stime)
Con il passaggio al sistema di auto-determinazione del tributo, si pose il problema se l’atto d’ufficio aveva
ancora tale valenza e si giunse alla conclusione che l’atto d’ufficio aveva in realtà una mera valenza
dichiarativa e regola le varie fasi di applicazione del tributo (accertamento/riscossione/versamento).
Il controllo avviene su base analitica.
Successivamente si passa alla fase di riscossione, ma ciò riguarda l’adempimento dell’obbligazione.
Base imponibile: è l’elemento chiave che ci permette di determinare la quantificazione del tributo.
In parole povere è il valore sul quale si applica l’aliquota per calcolare le imposte sul reddito. In diritto
tributario la base imponibile consiste nell’accumulo di redditi che il soggetto produce, dalla quale
prima di applicare l’aliquota possono essere dedotti tutti gli ONERI DEDUCIBILI, ossia le spese che si
possono scalare dall’imponibile.
Aliquota: è che un tasso, o meglio una percentuale del reddito, del patrimonio o meglio del valore
imponibile, in base al quale si determina l’imposta dovuta.
1. Aliquota progressiva (cresce al crescere della base imponibile)
2. Aliquota regressiva (decrescere al crescere della base imponibile)
3. Aliquota costante
4. Aliquota marginale (la base imponibile è divisa in scaglioni e ad ogni scaglione è applicata
un’aliquota differente)
Crediti di imposta: il credito del contribuente nei confronti del Fisco.
1. Crediti accordati (tecnica tributaria per porre rimedio a fenomeni di doppia imposizione)
2. Crediti tributari (accordati per ragioni extra-fiscali: si tratta di finanziamenti di cui i beneficiari
fruiscono compensando i crediti attribuiti coi debiti di imposta)
Possono essere rimborsabili, oppure non rimborsali, cioè utilizzabili dal contribuente solo a
compensazioni del debito di imposta, e non prevedono il rimborso in caso di eccedenza.
Considerando l’evasione, bisogna dire che può essere analizzata facendo riferimento alle entrate
(componenti positive di reddito) ma anche riferendoci alle uscite (componenti negative di reddito).
C’è da dire tuttavia, che nel caso dell’occultamento del corrispettivo, ciò avviene in particolar modo se ci
riferiamo ad un piccolo negoziante, proprietario egli stesso del negozio, e non avviene quasi mai nella
grande organizzazione quale il supermercato, dotato di un importante impianto contabile mediante il quale
la proprietà controlla l’organizzazione (il cassiere).
Riferendoci all’elusione, vi sono tre elementi fondamentali, al verificarsi dei quali l’elusione viene
considerata abuso di diritto, quindi illegittima:
1. Aggiramento della norma;
2. Volontà di aggirare la norma;
3. Conseguimento di un risparmio di imposta;
AGEVOLAZIONI
Le agevolazioni fiscali sono tutte quelle norme previste dal diritto tributario che riducono le imposte e le
tasse rispetto a quanto previsto dalla norma di riferimento ordinaria.
Le agevolazioni fiscali possono assumere varie forme, ad esempio:
esenzioni fiscali per particolari categorie di soggetti e situazioni, esplicitamente individuate dalla
normativa fiscale, si pensi al caso delle esenzioni IVA;
deduzioni fiscali, ovvero riduzioni della base imponibile su cui calcolare le imposte;
detrazioni fiscali, ovvero riduzioni dell’imposta da pagare al verificarsi di determinate fattispecie;
riduzioni delle aliquote delle imposte;
crediti d’imposta;
regimi fiscali di vantaggio, si pensi al caso delle partite IVA con il regime dei minimi ed il regime
forfetario.
Le agevolazioni fiscali soggettive sono quelle concesse dal Fisco a determinate categorie di contribuenti
(esenzione IMU per gli immobili posseduti dallo Stato).
Le agevolazioni fiscali oggettive, invece, sono quelle concesse dal Fisco al verificarsi di determinate
situazioni di fatto (es: esenzioni fiscali che vengono concesse agli immobili classificati in determinate
categorie catastali).
LEZIONE 5
PRINCIPI COSTITUZIONALI
La base del Diritto Tributario è la nozione di TRIBUTO, nozione ricavabile dalla nostra Costituzione, in
particolar modo dagli articoli 23 e 53.
Per la nozione di tributo rilevante è la prestazione patrimoniale. Infatti, il tributo altro non è che una
prestazione patrimoniale imposta. La prestazione patrimoniale è imposta per il soddisfacimento della spesa
pubblica.
Tutti i residenti e non solo tenuti a concorrere, dunque basta il collegamento del soggetto con il territorio
dello Stato (non è un requisito la cittadinanza).
Il tributo dunque va inteso come: prestazione patrimoniale imposta per il soddisfacimento della spesa
pubblica.
“Il cittadino cede alla collettività parte della sua ricchezza affinché gli vengano assicurati determinati servizi,
strade, ospedali, servizio sanitario, cultura, trasporto pubblico."
L’analisi dei due articoli tuttavia, non termina una volta data la definizione di tributo.
E’ necessario analizzare 2 elementi fondamentali:
il primo è la riserva di legge relativa presente nell’articolo 23;
il secondo è il criterio di progressività dell’articolo 53, elemento distintivo della nozione di tributo.
La riserva di legge sta a significare che una determinata materia può essere disciplinata solo da legge
ordinaria o da atti avente forza di legge.
La riserva è relativa (art. 23)("in base alla legge"). La materia tributaria, può essere disciplinata in parte
dalla legge, ed in parte da fondi subordinate (è richiesta una base legislativa solo per le norme impositive di
diritto sostanziale, ovvero quelle che definiscono il tributo - quelle che disciplinare le linee essenziali del
tributo)
Gli elementi essenziali sono:
Tributo
Oggetto
Presupposto
Aliquota
Il resto può esser tranquillamente disciplinato da fonti subordinate, in particolar modo quelle che
disciplinano le modalità di adempimento dell’obbligazione)
Il “sono tenuti” dell’art. 53 altro non è che un “dovere tributario” che trova giustificazione nel dovere di
solidarietà (art 2 Costituzione)
Tutti sono dunque tenuti per tale dovere a concorrere alle pubbliche spese, non in ragione di quanto
ricevono dallo Stato, ma in ragione della propria capacità contributiva.
La rilevazione della capacita contributiva dev’essere però effettiva (non presunta), non appartenente,
fittizio, presunto (PRINCIPIO DI EFFETTIVITA’).
Se la tassazione è astratta la norma è incostituzionale: se il legislatore si avvale di presunzioni, legali o
relative, l’imposizione è costituzionalmente inamminissibile.
Tuttavia la Corte non considera rigidamente questo principio, in particolare si accettano criteri di
forfettizzazione.
Vengono quindi accettati e determinati ragionevoli parametri di forfettizzazione (sempre che rispondano ai
criteri di effettività) sulla base del (PRINICPIO DI RAGIONEVOLEZZA).
Oltre a questi due principi va considerato anche il (PRINCIPIO DI ATTUALITA), che sostiene che la capacita
contributiva collegata al tributo, deve essere ATTUALE (il tributo dev’essere correlato ad una capacità
contributiva presente/attuale)(non ci si può basare su presupposti)
LEZIONE 6
DICHIARAZIONE
Il sistema fiscale è basato sull'auto-adempimento del soggetto che dichiara l'esistenza del presupposto
Quando il contribuente da dichiarato, provvede al versamento dell'imposta, l'amministrazione controllerà
gli obblighi di dichiarazione e gli obblighi di versamento (processo di autoliquidazione)(es tributi periodici:
IRES, IRPEF e IRAP)
La dichiarazione è infatti un obbligazione strutturale
Secondo il DPR 600/1973, in tema di obblighi contabili (art 13), sono soggetti a tale obbligo tutti quei
soggetti che producono redditi per l'impresa e i lavoratori autonomi.
Quindi si fa riferimento a 2 tipologie di persone
1. Persone fisiche che svolgono attività commerciale e producono redditi d'impresa
Es: (IRES - imposta sui redditi delle società - si applica sul reddito delle società) e si applica:
Società ed enti di ogni tipo non residenti
Società di capitali residenti
Enti commerciali residenti
Enti non commerciali residenti
E soggetti passivi relativi a società di persone come:
Accomandita semplice
Società in nome collettivo
2. Persone fisiche che svolgono attività di lavoro autonomo
Es: (Imprenditori individuali e collettivi che gestiscono società di persone e di capitali)
Importante è la distinzione tra regole contabili ordinarie e quelle semplificate.
L'art 14 del DPR 600/1973 tratta il tema delle scritture contabili delle imprese commerciali e società. Nel
sistema contabile ordinario ci sono 5 tipologie di elementi che vanno analizzati e tenuti in considerazione,
ovvero:
1. Libro giornale (tiene traccia di ogni evento gestionale)
2. Inventario (lista dei componenti attivi e passivi del patrimonio di una impresa)
3. Libro mastro (registro contabile, nel quale vengono raccolti tutti i conti (mastrini) interessati dalla
gestione dell'attività)
4. Scritture ausiliarie (nelle quali devono essere registrati gli elementi patrimoniali e reddituali)
5. Registri prescritti ai fini di IVA
L'art 18 del DPR 600/1973 definisce sostanzialmente a chi si possono applicare le regole del sistema
contabile semplificato:
Il limite cardine è rappresentato dal fatturato. A seconda del tipo di attività non si devono superare 2 limiti:
400.000 € nella prestatore di servizi
700.000 € per l'esercizio di tutte le altre attività
I contribuenti devono presentare la dichiarazione dei redditi, in cui sono indicati il presupposto e
l’ammontare dell’imposta, al Fisco (va presentata ogni anno)
La dichiarazione dei redditi deve essere presentata da ogni soggetto che, nel periodo d’imposta, abbia
posseduto redditi (va presentata anche se dai redditi che si dichiarano non consegue alcun debito
d’imposta e i soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili anche se non hanno prodotto redditi)(art 1
comma 1 del DPR 600/1973)
Sono, invece, esonerati dalla dichiarazione i soggetti che hanno solo redditi di lavoro dipendente e il reddito
dell’abitazione principale e che hanno redditi di ammontare inferiore al minimo imponibile.
Il contenuto caratteristico della dichiarazione dei redditi è dato dall’indicazione degli elementi attivi e
passivi necessari per la determinazione degli imponibili secondo le norme che disciplinano le imposte
stesse.
All'interno della dichiarazione il contribuente può effettuare anche delle scelte (es: 8,5,2x1000):
In materia di tassazione separatista
Plusvalenze
Opzioni su registri contabili
La dichiarazione deve essere redatta, a pena di nullità, su stampati conformi ai modelli approvati
annualmente dall’Amministrazione finanziaria. Il modello standard è detto Unico ma c’è anche il modello
semplificato.
La dichiarazione deve essere, inoltre sottoscritta dal contribuente (per la nullità sanabile)
Utilizzando appositi canali digitali deve essere presentata entro il 30 Novembre dell'anno successivo alla
chiusura del periodo d'imposta (persone fisiche).
L'ultimo giorno dell'undicesimo mese dopo chiusura periodo dell'imposta per tutte le altri (persone che
non sono fisiche)
Se non si presenta entro il termine si chiama tardiva, si può presentare la dichiarazione entro 90 giorni
dopo il termine, pagando una piccola sanzione. Superata anche i 90 ulteriori giorni concessi diventa omessa
Il contribuente è sotto posto a controllo quinquennale
Può accadere che la dichiarazione sia errata a danno del Fisco o a danno del contribuente.
Nel primo caso il contribuente può rimediare alle violazioni commesse presentando una nuova
dichiarazione, detta dichiarazione integrativa che rechi un aumento dell’imponibile o dell’imposta o la
riduzione della perdita dichiarata.
Nel secondo caso, invece, le dichiarazioni dei redditi possono essere integrate dai contribuenti per
correggere errori od omissioni che abbiano determinato l’indicazione di un maggior reddito o, comunque,
di un maggior debito d’imposta o di un minor credito presentando una dichiarazione correttiva in riduzione.
Ai fini delle sanzioni amministrative la dichiarazione può essere omessa, nulla, incompleta e infedele.
Vi è omissione quando la dichiarazione non è stata presentata oppure è stata presentata oltre 90 giorni
dalla scadenza.
È nulla la dichiarazione non redatta su stampati conformi a quelli ministeriali e quella non sottoscritta
(anche se in quest’ultimo caso si tratta di nullità sanabile).
La dichiarazione è infedele quando un reddito netto non è indicato nel suo esatto ammontare. Mentre è
incompleta quando è omessa l’indicazione di una fonte reddituale.
Queste 2 ultime fattispecie sono punite con sanzione pecuniaria da una a 2 volte l’imposta non dichiarata.
LEZIONE 7
ACCERTAMENTO
L’accertamento è un procedimento amministrativo che comprende numerosi atti e attività messe in campo
sia dal contribuente che dal fisco. Il primo passo dell’accertamento è la dichiarazione, presentata dal
contribuente.
Non tutte le dichiarazioni sono sottoposte a controllo FORMALE/SOSTANZIALE (tale avviene solo secondo
criteri individuati dall’amministrazione). Solo il controllo matematico avviene su ogni dichiarazione.
Il procedimento inizia con la dichiarazione, mediante la quale il contribuente assolve ad un obbligo
impostogli dalla legge (fase impositiva)
Segue una (fase istruttoria) basata sull’analisi della dichiarazione o da una segnalazione o da un’indagine
della GDF.
Infine abbiamo la (fase decisionale) il procedimento si conclude con avviso di accertamento o senza
l’emanazione di nessun provvedimento.
Nella maggior parte delle imposte, i contribuenti devono presentare una dichiarazione all’amministrazione
finanziaria.
La dichiarazione è un’obbligazione formale che in caso di tributi periodici, va presentata per ciascun
periodo in cui si verifica il presupposto.
Nella fase istruttoria il Fisco abbiamo applica 2 tipologie di controllo, ma prima di questi vi è la liquidazione
automatica-informatica della dichiarazione consistente in un esame di tutte le dichiarazioni mediante
procedure informatiche.
Il primo controllo (ex 36bis DPR600) ha per oggetto la mera liquidazione delle imposte dovute e dei
rimborsi spettanti in base alle stesse dichiarazioni, controllo che avvien mediante procedure automatizzate.
Tale controllo è finalizzato a verificare l’esattezza numerica dei dati dichiarati; l’amministrazione:
Corregge errori materiali/di calcolo dei contribuenti
Riduce le detrazioni di imposta
Controlla che i versamenti siano tempestivi e corrispondenti a quanto dichiarato
Il risultato viene comunicato al contribuente con un avviso bonario
Dopo la liquidazione informativa segue il controllo formale entro 2 anni dalla data di presentazione della
dichiarazione.
In tale tipologia di controllo non vengono controllate tutte le dichiarazioni, ma solo alcune voci, di alcune
dichiarazioni.
In sede di controllo formale il contribuente d’imposta è invitato a fornire chiarimenti ad alcuni elementi
della dichiarazione, in tal caso detrazioni, e deve dunque trasmettere i documenti che li giustifichino.
Dopo aver invitato il contribuente a portare i documenti necessari, si procede con la verifica.
In esito a tale controllo gli uffici possono non rilevare nessuna anomalia, oppure:
Escludere lo scomputo di ritenute non documentate
Escludere le detrazioni di imposta non spettanti
Escludere le deduzioni di reddito non spettanti
Quantificare effettivamente i crediti di imposta
Correggere gli errori materiali di calcolo
L’amministrazione finanziaria e la GDF, possono procedere al controllo sostanziale delle dichiarazioni, per
accertare che la dichiarazione non sia infedele o incompleta, o accertare il reddito di ufficio in caso di
omissione o nullità della dichiarazione stessa.
Il controllo sostanziale consiste dunque nell’accertamento della sfera valutativa e interpretativa delle
norme, è insito in questo tipo di controllo un’attività investigativa e di analisi dei fatti economici. Abbiamo:
Dichiarazione omessa (non viene presentata alcuna dichiarazione, o viene presentata oltre 90gg
dalla scadenza)
Dichiarazione nulla (non redatta sugli stampati conformi a quelli ministeriali e/o non sottoscritta,
ma è sanabile)
Dichiarazione infedele (reddito non è indicato nel suo esatto ammontare)
Dichiarazione incompleta (mancata indicazione di una fonte reddituale)
Nei primi due casi l’amministrazione emette un accertamento d’ufficio: accerta il reddito globale con
metodo sintetico per le persone fisiche, ed induttivo extracontabile per il reddito di impresa o lavoratore
autonomo. (accertamento tributo) Negli ultimi due casi l’amministrazione procede con un accertamento in
rettifica per la parte di imposta dovuta non versata, ovviamente maggiorata da interessi e sanzioni.
LEZIONE 8
Con il termine soggetti passivi vengono solitamente identificati i soggetti portatori di capacità contributiva
che sono obbligati dalla norma tributaria ad adempimenti economici, sui quali quindi grava il tributo.
Possono essere soggetti passivi persone fisiche, persone giuridiche (spa/srl/sapa) e anche soggetti privi di
personalità giuridica quali associazioni non riconosciute e società di persone (ss/snc/sas).
Il concetto di soggetto passivo si è evoluto durante il tempo di pari passo con l’evoluzione del sistema
tributario, passato da sistema d’ufficio a sistema di auto-determinazione dei tributi.
Distinguiamo dunque:
SOGGETTI PASSIVI DI FATTO (IN SENSO STRETTO) soggetto detentore dall’onere tributario (il
contribuente), soggetto obbligato in quanto ha posto in essere fatti indici di capacita contributiva.
Paga il tributo, non lo versa. (Es: IVA)
SOGGETTI PASSIVI DI DIRITTO (IN SENSO LATO) soggetto obbligato al versamento del tributo
anche se non è lui stesso a porre in essere il fatto indice di capacita contributiva. Versano l’imposta
per fatti riferibili ad altri; sono:
1. RESPONSABILE D'IMPOSTA (soggetto che è tenuto, per legge, al pagamento di un tributo insieme
ad altri, per fatti e situazioni riferibili a questi ultimi, ed ha diritto di rivalsa)(soggetto obbligato al
versamento dell’imposta solidalmente ai contribuenti principali). Si tratta di un caso di solidarietà
dipendente, vi è l’obbligato principale (contribuente principale colui che ha esercitato il
presupposto) e l’obbligato dipendente (responsabile d’imposta, es: notaio che stipula atto)
Ha il diritto di rivalsa (possibilità di rivalersi con gli obbligati principali dell’obbligazione per il
pagamento dei tributi che nascono per situazioni riferibili a loro stessi)
In caso di solidarietà paritetica (diversamente da quella dipendente) tutti i soggetti sono sullo stesso
piano, con il presupposto di imposta che si riferisce in modo unitario a tutti i soggetti.
2. SOSTITUTO D’IMPOSTA (soggetto pubblico/privato che per legge sostituisce in tutto o in parte il
contribuente nei rapporti con l'amministrazione finanziaria, trattenendo le imposte dovute dai
compensi, salari, pensioni o altri redditi erogati e successivamente versandole allo Stato o ad una
pubblica amministrazione italiana.
La figura del sostituto d'imposta risponde a 3 esigenze:
a. Semplifica i rapporti del fisco
b. Rafforza la garanzia patrimoniale
c. Sicura riscossione del tributo
Tale figura è tipica nella figura del DATORE DI LAVORO che preleva l’imposta sul sostituito al
LAVORATORE utilizzando lo strumento della RITENUTA. Cosi facendo egli trattiene parte dello
stipendio a titolo di imposta.
La ritenuta a titolo d'imposta è una somma sottratta dal reddito ad opera del sostituto d'imposta, e che
rappresenta l'intera imposta dovuta.
Chi è che deve effettuare le ritenute? I soggetti tenuti alla redazione delle scritture contabili, che
rappresentano una traccia che lo Stato può controllare, siano essi enti pubblici o privati.
A chi si applicano le ritenute? Si applicano a tutti i soggetti passivi di fatto che altrimenti non riuscirei a
controllare.
Su cosa applico le ritenute? Si applica sull’ammontare erogato percepito (es: salario/pensione)(si applica il
principio della CASSA)
La ritenuta è con OBBLIGO DI RIVALSA (il sostituto è tenuto OBBLIGATORIAMENTE ad effettuare la ritenuta
nel momento in cui corrisponde la somma al sostituito)
Quando ci sono più imposte che lo Stato deve prelevare da un contribuente, si può applicare un altro
istituto volto a semplificare l'attività del contribuente che è l'imposta sostitutiva. Tali vengono prelevate
attraverso la ritenuta a titolo d'imposta
I soggetti ATTIVI sono coloro che agiscono per conto dello Stato in ambito di attuazione del prelievo
(impone il tributo)
Nell’amministrazione finanziaria il soggetto attivo è titolare della potestà applicativa delle norme tributarie
e si avvale di alcuni organi ausiliari nella sua applicazione.
Il potere amministrazione di imposizione è di tipo discrezionale, in tal senso bisogna distinguere i SOGGETTI
ATTIVI dai SOGGETTI AUSILIARI DEI SOGGETTI ATTIVI dove vi è una differenza fondamentale.
I SOGGETTI ATTIVI sono gli unici ad avere il POTERE di imporre il tributo, mentre entrambi hanno poteri di
indagine e controllo. Tale potere si traduce nella possibilità da parte del soggetto attivo di emanare atti
potenzialmente vincolanti per il destinatario, cioè atti avente valore provvedimentale, atti che servono per
attuare il prelievo.
Differenza tra gli atti dei soggetti ausiliari, i quali non incidono nella sfera giuridica del destinatario (poter
di controllo)(GdF)
L’attività amministrativa in campo tributario è affidata alle agenzie (enti pubblici economici soggetti ai
poteri di indirizzo e di vigilanza del Ministero Economia e Finanze. Ad oggi il MEF ha solo poteri di indirizzo e
determina annualmente gli obiettivi e gli indirizzi da seguire contenuto in un apposito documento.
Le agenzie sono 4:
1. Agenzia delle dogane e monopoli: applica tributi doganali; si occupa dell’amministrazione, della
riscossione e dei contenziosi relativi ai diritti doganali e alla fiscalità legata agli scambi internazionali
e alle accise sulla produzione;
2. Agenzia del territorio: governa il catasto (inventario di tutte le proprietà’ immobiliari,
proprietari/valore immobile), fissando le rendite catastali (reddito medio che l’agenzia attribuisce al
singolo immobile) degli immobili;
3. Agenzia del demanio: amministra i beni immobiliari dello Stato;
4. Agenzia delle entrate: amministra tutti i tributi statali, eccetto quelli doganali e le accise.
Al vertice di tale agenzia vi è un direttore generale da cui dipendono le direzioni regionali, che si
suddividono poi in quelle provinciali. Hanno il compito di controllare le dichiarazioni, svolgere
indagini, emettere accertamenti, disporre rimborso e formare i ruoli delle riscossioni. Ha inoltre il
compito di perseguire il massimo adempimento degli obblighi fiscali attraverso l’assistenza ai
contribuenti e i controlli volti a contrastare gli inadempimenti e l’evasione.
Si applica la sovranità territoriale (es: Se mi arriva un avviso, a me che sono di Roma, dell’Agenzia di
Milano, è carta straccia, l’agenzia non ha il potere).
Non può emanare atti impositivi e talvolta viene citata in giudizio dalla Cassazione
La potestà applicativa si articola in 4 potestà:
1. POTESTA’ D’IMPOSIZIONE (emanazione sia di atti mediante i quali si accerta e liquida l’imposta, sia
con atti provenienti dal fisco con i quali si esprimono i provvedimenti da attuare)(AGENZIA
ENTRATE)
2. POTESTA DI POLIZIA TRIBUTARIA (svolgimento di operazioni di indagine e atti istruttori volti ad
appurare fatti costituenti reato, evasione, illeciti)(GDF)
3. POTESTA’ SANZIONATORIA (emanazione di atti amministrativi sanzionatori a fronte di trasgressioni
della legge tributaria).
4. POTESTA’ DI RISCOSSIONE (potere di riscuotere quanto dovuto, incassando tributi e
sanzioni)(AGENZIA ENTRATE)
LEZIONE 9
INTRODUZIONE
Il sistema delle imposte sui redditi si compone di 2 imposte: (l’IRPEF) che colpisce le persone fisiche e
(l’IRES) che colpisce tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche, quindi persone giuridiche ed altri enti.
IRPEF
IRPEF sta per (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) ed è disciplinata dal Titolo I del DPR 917/1986
E un'imposta:
1. Diretta (colpisce direttamente la ricchezza già esistente (Patrimonio) e quella che si produce
(Reddito)
2. Personale (si applica ad una determinata persona)
3. Progressiva a scaglioni (l'ammontare cresce all'aumentare dell'imponibile)
4. Generale (colpisce in maniera eguale tutti i redditi dello stesso tipo)
Il presupposto di imposta di tale tipologia di imposta altro non è che il possesso dei redditi in denaro o in
natura che rientrano nelle categorie reddituali sancite dall'art 6 TUIR e sono:
Reddito d'Impresa
Reddito di Lavoratore Autonomo
Reddito di Lavoratore Dipendente
Reddito di Capitali
Reddito Fondiario
Redditi Diversi
Tale imposta grava ovviamente sul soggetto passivo e in tal caso alle persone fisiche residenti e non nel
territorio dello Stato
Per le persone fisiche residenti si applica il principio di reddito mondiale (qualsiasi reddito prodotto nel
mondo), per quelle non residenti, invece, si applica il principio delle fonti (si tassano solo i redditi prodotti
nel territorio dello Stato)
Il reddito non è altro che un elemento dinamico che incrementa il patrimonio (elemento statico)
Sono 3 le nozioni di reddito tassabili:
1. Reddito-prodotto: reddito costituito da un entrata che deriva da una fonte produttiva. Questo è il
concetto adottato dal nostro sistema impositivo, salvo qualche eccezione in cui si considera il
reddito entrata
2. Reddito-entrata: qualsiasi entrata viene considerata reddito che porta ad un incremento del
patrimonio.
3. Reddito-consumato: è considerato reddito tutto ciò che spende il contribuente. Forma che non
trova concreta applicazione
Un caso particolare riguarda il tema delle vincite. Le vincite sono tassate pur non derivando da una fonte
produttiva e questo caso rientra nel reddito-entrata.
I redditi possono avere struttura monetaria (in denaro) o non monetaria (in natura).
Per proventi in natura si intendono i beni e i servizi ricevuti, tassati sulla base di un valore monetario a cui
vengono associati, il cosiddetto valore normale del bene.
I redditi sono suddivisi in 6 categorie: a ciascuna si applica una diversa metodologia di determinazione
dell’imponibile. Alcuni redditi sono tassati quando percepiti (secondo il principio di cassa), altri invece sono
tassati nel momento in cui giungono a maturazione, cioè per competenza (esempio impresa). Il reddito
inoltre è tassato al netto dei costi sostenuti per produrlo.
CATEGORIE REDDITUALI
Dettano una specificazione giuridica dei redditi, per evitare discriminazioni. E importante determinare
l'oggetto e l'ambito di determinazione.
Le prime 5 categorie reddituali individuano il reddito in base alla fonte (perché ci si basa sulla condizione
del reddito-prodotto), l'ultimo (ossia i redditi diversi) si basa sul criterio del reddito-entrata.
Veniamo alla determinazione delle principali categorie reddituali in cui si applica l'IRPEF:
1. REDDITI FONDIARI (redditi frutto di terreni e ai fabbricati situati nel territorio dello Stato, iscritti al
catasto edilizio o al catasto dei terreni. Il reddito viene determinato sulla base di una pura stima, in
maniera forfettaria)(reddito non può superare il 25%)
Abbiamo i terreni in cui distinguiamo:
Reddito Dominicale: Reddito dovuto dal proprietario terriero in ragione del possesso della terra
Reddito Agrario: Reddito dell’impresa agraria derivante dall’esercizio di attività agricole e attività
connesse
Dopodiché abbiamo i fabbricati (il reddito medio ordinario determinato secondo le tariffe
d’estimo)(rendita catastale)
2. REDDITI DI CAPITALE (redditi frutto dall’investimento/impiego di capitale diversi dagli immobili), si
determina al lordo e per cassa (100 dividendo = 100 reddito) e abbiamo:
Proventi derivanti dalla partecipazione in società (dividendi)
Proventi derivanti da altre forme di investimento di capitale (es: azioni, obbligazioni)
Proventi dalla gestione di patrimoni per conto di terzi
Proventi pronti contro termine
Redditi corrisposti da assicurazioni sulla vita e di capitalizzazione
Non sono compresi invece le plusvalenze ed interessi non derivanti da crediti di capitale (es: interessi
moratori)
3. REDDITO DI LAVORO DIPENDENTE (redditi che derivano dai rapporti aventi per oggetto la
prestazione di lavoro alle dipendenze e sotto la direzione di altri). Hanno come elemento
caratteristico il fatto che tale reddito viene prodotto da un elemento di subordinazione. Vanno
tenuti in considerazione anche i redditi parasubordinati. Ci sono poi redditi che si distinguono dai
redditi subordinati (es: pensione)(redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente). Tali redditi si
determinano a lordo e tendenzialmente per cassa. Il reddito è in denaro o in natura (dipende se il
bene è usato per usi più o meno personali)(es: se i premi di produzione vengono dati in denaro
vengono tassati, mentre in natura no). Vi rientrano:
Redditi di lavoro dipendente pubblico e privato
Somme che il datore di lavoro deve corrispondere a seguito di sentenza di condanna per crediti di
lavoro/interessi
Redditi da lavoro a domicilio quando vi è subordinazione del lavoratore/imprenditore
Pensioni riconducibili ad un precedente rapporto di lavoro
TFR
4. REDDITI D’IMPRESA (sono redditi derivanti dall'esercizio abituale ancorché non esclusiva di
imprese commerciali)
Ci sono 2 criteri per distinguere chi lo produce:
Soggettivo: riferito a delle qualità’ del soggetto (soggetti che per definizione producono sempre e
solo reddito d’impresa come le società)
Oggettivo: Sei un soggetto diverso dalle società, allora vado a vedere cosa realmente fai, quale
attività eserciti.
Coloro che rientrano nell'ambito di reddito di impresa sono presenti nell'art 2195 cc
Abbiamo reddito d’impresa a fronte di un soggetto che svolge non occasionalmente una delle attività
comprese anche se non organizzate in forma di impresa
Per le attività non elencate si ha produzione di reddito d’impresa se tali attività sono organizzate in
forma d’impresa.
Si parte dalle risultanze del conto economico e si tengono conto degli aumenti o diminuzioni delle
norme fiscali
Per chi adotta i principi contabili internazionali non si applicano tutte le regole connesse in aumento
e/o diminuzione, per gli imprenditori tributari no
5. REDDITO DI LAVORO AUTONOMO (reddito ottenuto dall'esercizio di una professione abituale.
Difatti sono redditi di lavoro autonomo quelli derivanti dall’esercizio di arti e professioni svolte non
occasionalmente)(art 53 TUIR)
Avvocato/Medico/Ingegnere se non sono dipendenti studio/ospedale sono lavoratori autonomi
(hanno obbligo contabile, sono deducibili spese risultati in contabilità). Tassazione è NETTO e per
CASSA. Siccome tale reddito è difficile da determinare si forfettizza.
Anche l’artista rientra in tale categoria e l’esercizio dell’attività in maniera continuativa deriva
dall’inserimento nella materia del diritto di autore: Il diritto d'autore è l'istituto giuridico che ha lo
scopo di tutelare i frutti dell'attività intellettuale. I redditi derivanti dalla cessione dei diritti d'autore
rientrano nella categoria dei lavoratori autonomi.
6. REDDITI DIVERSI si parla quando ci riferiamo alla categoria delle PLUSVALENZE IMMOBILIARI
derivanti dalla cessione di immobili non nel contesto di attività di impresa o da esercizio di attività
occasionale. Sono tassabili:
Plusvalenze realizzate mediante la cessione del terreno edificabile
Plusvalenze realizzate da cessione di azioni e obbligazioni
Plusvalenze realizzate dalla cessione di unità immobiliare
Plusvalenze realizzate a seguito della cessione dell’abitazione principale
Plusvalenze realizzate da immobili acquistati per investimento
Plusvalenze da cessione di immobili acquisiti per successione/donazioni
Premi & Vincite
Tali redditi sono tassati al momento del realizzo secondo il principio di CASSA
Abbiamo detto che l'Irpef è un imposta che si applica alle persone fisiche residenti o no nel territorio dello
Stato
Per determinare se una persona fisica è residente o meno ci sono 2 criteri da tenere in considerazione:
1. CRITERIO FORMALE (se iscritto all'anagrafe per la maggior parte del periodo d'imposta)
2. CRITERIO SOSTANZIALE (anche se non iscritto sei residente se hai domicilio o residenza per la
maggior parte del periodo d'imposta)
PRINCIPIO DELLA SOSTITUZIONE Il sostituito non è obbligato a prestare dichiarazione ne quindi a versare il
tributo e quindi tali obblighi ricadono solo sul sostituto.
PRINCIPIO DELLA TRASPARENZA (art 5) si riferisce ai redditi prodotti innanzitutto da società di persone
residenti
Ci riferiamo a ss/snc/sas. Queste società non residenti non sono soggetti passivi di un tributo sul reddito
(ne IRPEF ne IRES)
Sono totalmente TRASPARENTI, il loro reddito viene imputato ai soci e viene tassato in capo ai soci (non
alla società) e viene tassato a prescindere dalla percezione (es: indipendentemente se il reddito-prodotto
ottenuto viene distribuito o meno)
Il Testo Unico stabilisce inoltre che tale deve essere tassato in proporzione alla quota di partecipazione
agli utili (la misura della partecipazione si ricava considerando l'atto costitutivo o la scrittura privata con
firme autenticata con data certa anteriore al periodo d'imposta) se non c'è si presume che le quote di
partecipazione siano proporzionate al valore dei conferimenti effettuate, se anche tale condizione non si
può determinare si presume che le quote di partecipazione sia uguale.
Non solo le eventuali redditi, ma anche le perdite vengono determinate con tale criterio, anche lo
scomputo di ritenute e crediti.
L'art 5 comma 3 stabilisce che le società di armamento, di fatto, le associazioni senza personalità giuridica
fondate da persone fisiche per l'esercizio collettivo di attività professionali sono equiparate alle società di
persone e si applica tale principio
Tali sono obbligati all'esercizio delle scritture contabile e devono dichiarare il reddito all'amministrazione
finanziaria
LEZIONE 10
ATTIVITA AMMINISTRATIVA
Il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente si basa sul principio fondamentale è il principio
della Collaborazione e Buona fede (art 10 Statuto dei Contribuenti)
Il secondo comma stabilisce che deve essere tutelato il legittimo affidamento del contribuente (non sono
previsti sanzioni o interessi moratori al contribuente quando tale si sia adeguato a indicazioni contenute in
atti dell'amministrazione anche se queste indicazioni sono state modificate - il legittimo affidamento - il
presupposto è la conformazione)
Il terzo comma parla della cosiddetta esimente della obiettiva incertezza (sanzioni non sono comunque
applicate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di
applicazione della norma tributaria)
Non possono essere applicate sanzioni per violazioni puramente formali da cui non vi sono debiti d'imposta
L'art 5 dello Statuto stabilisce che l'amministrazione finanziaria deve adottare tutte le iniziative necessarie
affinché il contribuente sia a conoscenza delle disposizioni amministrative in ambito tributario.
Secondo comma dell'art 5 tutte le circolari devono essere emanante, nonché ogni altro atto o decreto che
dispone sull'organizzazione, funzioni e procedimenti con mezzi idonei
Nell'art 6 dello Statuto stabilisce che tutti i modelli di dichiarazione devono essere resi pubblici entro 60
giorni dal termine adottato al contribuente per adempiere (terzo comma)
Al contribuente non possono essere chiesti documenti in possesso di un'altra amministrazione dello stato
(quarto comma)
(Primo comma) stabilisce che l'amministrazione finanziaria deve assicurare al contribuente l'effettiva
conoscenza degli atti a lui destinati
L'art 7 dello Statuto ci dice che tutti gli atti dell'amministrazione finanziaria destinati al contribuente
devono essere motivati (i presupposti di fatto e la natura giuridica della pretesa dell'amministrazione)
INTERPELLO
AUTOTUTELA
LEZIONE 11
IRES
IRES (imposta sui Redditi delle Società) è trattato nel Titolo secondo del Testo Unico Imposte sui Redditi
(TUIR)
Nell'IRES a differenza dell'IRPEF, ha regole diverse sulla determinazione della base imponibile.
Il presupposto dell'IRES è ricavabile dall'articolo 72 ed è costituito dal possesso di redditi in denaro o in
natura che rientrano nelle 6 categorie reddituali (non differisce dall'IRPEF)
Nell'art 73 tratta i soggetti passivi e stabilisce che l'IRES colpisce il reddito prodotto da soggetti diversi dalle
persone fisiche.
Ci sono 4 gruppi:
Primo gruppo sono le società di capitali residenti nel territorio dello Stato
Secondo gruppo raccoglie gli enti commerciali residenti nel territorio dello Stato
Terzo gruppo gli enti non commerciali residenti
Quarto gruppo, società ed enti di ogni tipo non residenti (società cooperativa, mutue assicurazione,
società europee, ecc)
Le società di persone residenti non sono passibili ne di IRES e IRPEF (principio della TRASPARENZA)
Le società di persone non residenti sono colpite solo da IRES
In base alle regole di determinazione della base imponibile possiamo effettuare una tripartizione:
1. Società e Enti commerciali residenti
2. Società e Enti non commerciali residenti
3. Società ed enti di qualsiasi tipo non residenti
Non sono soggetti ad IRES gli organi e le amministrazioni dello Stato
Nell'art 73 primo comma, gli enti commerciali sono gli enti pubblici o privati diversi dalle società che non
hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio dell'attività commerciale
Nel secondo comma dagli enti diversi dalla società si comprendono oltre alle persone giuridiche, le
associazioni non riconosciute e consorzi e le altre organizzazioni non appartenenti ad altri soggetti passivi
nei confronti delle quali il presupposto si verifica in modo unitario ed autonomo.
Anche nell'IRES come nell'IRPEF si viene tassati sulla base del reddito mondiale per soggetti residenti, per
non residenti solo quelli prodotti nel territorio dello Stato (criterio fonte)
Terzo comma articolo 73 TUIR stabilisce che sono soggetti passivi IRES residenti quando società ed enti
hanno sede legale o dell'amministrazione o l'oggetto principale nel territorio dello Stato
Per contrastare fenomeni di falsa residenza, interviene comma 5 bis dell'articolo 73, che tratta il tema della
esterovestizione.
Tale recita che salvo prova contraria, si considera esistente nel territorio dello Stato la sede
dell'amministrazione di società ed enti, che detengono partecipazioni di controllo, ai sensi dell'articolo
2359, primo comma, del codice civile, nei soggetti di cui alle lettere a) e b) del comma 1
(es: la società alfa che risiede all'estero detiene quote di partecipazione di controllo società ed enti
commerciali residenti, si considera tale residente dello Stato quando è controllato da soggetti residenti in
Italia o amministrato da organi composti in maggioranza da soggetti residenti)
Per il periodo di imposta per i soggetti passivi IRES coincide con il periodo di esercizio sociale (periodo di
gestione della Società o Ente) che può coincidere o meno con il periodo solare (art 76)
Ad ogni periodo di imposta si applica un'apposita obbligazione tributaria
L'aliquota IRES è individuata dall'art 77 TUIR, è proporzionale ed è pari al 24%
La prima fondamentale disposizione è presente nell'art 81 TUIR e stabilisce società di capitali e enti
commerciali residenti, tali redditi sono considerati reddito di impresa da qualsiasi fonte esso provenga
(principio di attrazione e riqualificazione)
Tale fenomeno consiste nell'acquisizione di aziende con rilevanti perdite fiscali in cui negli anni futuri
produce futuri redditi rivitalizzandola e tale reddito non viene tassato per i limiti pregressi (pratica a scopo
prevalentemente elusivo)
Con questo procedimento una società che presenta utili assorbe una società in perdita al solo scopo di
abbattere la propria base imponibile.
Il primo passaggio prevede l'acquisto della società, la seconda l'applicazione del processo produttivo
innovativo.
Il comma 3 dell'art 84 stabilisce che inibisce il riporto a nuovo delle perdite fiscali pregresse laddove la
maggioranza delle azioni o quote della società titolare delle perdite venga trasferita, in uno spazio
temporale compreso fra il secondo esercizio anteriore al trasferimento e il secondo esercizio successivo.
Questa inibizione non opera se soddisfatto un test di vitalità (smentire che tale è una bara fiscale)(soggetto
vitale)
Nei 2 anni che precedono il trasferimento il numero dei dipendenti della società in perdita non deve essere
mai inferiore alle 10 unità e dal CE relativo all'anno precedente al trasferimento devono risultare ricavi e
costo del personale superiore al 40% della media del biennio precedente
Il principio della competenza risulta nell'art 109, comma 1 TUR. Il principio di COMPETENZA riguarda la
manifestazione economica, si registrano le transazioni in base a quando si verificano, indipendentemente
dal verificarsi dei pagamenti. Se diversamente si applica il principio della CASSA, quindi ammette deroghe.
Ecco che le componenti +/- concorrono a formare il reddito di impresa nell’esercizio di COMPETENZA
Tanto che si tratti di un componente positivo e negativo è necessaria certezza nell'esistenza e
nell'obbiettiva determinabilità dell'ammontare (se manca una delle componenti tale concorre a formare
reddito nell'esercizio successivo in cui entrambe le condizioni saranno soddisfatte)
Il legislatore poi si occupa di fornire al contribuente delle indicazioni in ordine all'individuazione
dell'esercizio di competenza e si distinguono le cessioni di beni mobili/aziende e le prestazione di servizi
(art 109 comma 2 TUIR)
Per le cessioni di beni mobile/aziende devi guardare nel momento in cui avviene la consegna o la
spedizione, con la stipulazione l'atto di compravendita
Per la prestazione di servizi si guarda al momento in cui il servizio viene ultimato
Il principio di inerenza è trattato nell'art 109 comma 5 TUIR. E un principio non codificato (non esiste una
norma che la definisce). L'inerenza è un nesso che lega il sostenimento del costo al cosiddetto programma
imprenditoriale. Il costo per poter essere deducibile deve essere funzionale alla produzione del reddito,
non deve rappresentare un costo la dichiarazione di un reddito già prodotto. Sono deducibili tutti costi che
si sostengono a monte della produzione del reddito, in caso di costi di reddito prodotti a valle no (per
difetto di inerenza). Il giudizio dell'inerenza è un giudizio di natura qualitativa e non quantitativa (per
capire se il costo è inerente bisogna analizzare il nesso tra il costo e la sua funzionalità per la formazione del
reddito, se è positivo allora è inerente)
Il principio della previa imputazione al CE, si riferisce ai costi ed è regolato dall'art 109 comma 4 TUIR. Le
componenti negativi possono essere dedotti solo e soltanto se risultano essere preventivamente imputati
al Conto Economico. Le componenti positivi e rimanenze sono tassabili anche se non sono stati imputati al
CE.
Tale regola conosce 3 deroghe:
Costi la cui deducibilità può o deve essere spalmata su più esercizi (la deduzione è consentita anche
senza la previa imputazione al CE, quando il rinvio della deducibilità è prevista dal TUIR)(es:
compensi amministratori)
Ci sono norme del TUIR che consentono la deducibilità del costo anche se lo stesso non è imputato
al CE (es: compensi riconosciuti a determinati soggetti e riconosciuti sotto forma di partecipazione
agli utili)(art 95 comma 5 del TUIR)
Ci possono essere dei costi deducibili anche se non imputati al CE purché gli stessi costi siano
determinati da elementi certi e precisi. Trova applicazione in pochissimi casi (es: accertamenti sui
costi neri)
Le SOPRAVVENIENZE ATTIVE servono a correggere gli errori di imputazione temporale delle componenti
positive di reddito (principio di competenza). Sono:
Conseguimento di ricavi a seguito di costi dedotti o passività iscritte in bilancio negli esercizi
precedenti;
Conseguimento di maggiori ricavi rispetto a quelli computati nell’esercizio di competenza;
Insussistenza sopravvenuta di componenti negative dedotte in precedenti esercizi
Le MINUSVALENZE assumono rilievo solo quando realizzate a seguito di cessione di un bene per un valore
inferiore a quello fiscalmente riconosciuto del bene. Non sono frazionabili.
Le PERDITE DI BENI & SU CREDITI le perdite sono componenti negative che riguardano beni
strumentali/crediti. Sono deducibili solo se risultano da elementi certi e precisi.
Gli ACCANTONAMENTI sono deducibili solo gli accantonamenti espressamente indicati dalla legge. Sono
ammessi in deduzione:
Accantonamenti a fondo TFR;
Accantonamento per svalutazione crediti, con notevoli limiti. Accantonamento deducibile per le
0,50% del valore nominale dei crediti. 100.000 deduco 500.
Gli AMMORTAMENTI I costi di beni pluriennali devono essere ripartiti nei diversi esercizi in cui sono
utilizzati.
L’ammortamento avviene solo per i beni materiali, strumentali all’esercizio dell’impresa.
Le quote di ammortamento ai fini fiscali, sono diverse dalle quote di ammortamento civilistiche: sono
calcolate in base ai coefficienti definiti da regolamenti ministeriali per ciascun settore economico ed in base
alla tipologia del bene.
Tali coefficienti esprimono il consumo fisico e l’obsolescenza tecnologica. Se la quota di ammortamento
imputata in bilancio è superiore a quella fiscalmente ammessa si genera una variazione in aumento per
differenza. (Dovevo ammortizzare 50 ma ho ammortizzato 100). Le quote di ammortamento sono
deducibili a partire dall’esercizio di entrata in funzione del bene: nel primo esercizio, la quota di
ammortamento dev’essere ridotta a metà.
IVA
L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta ideata in ambito europeo, ed è stata introdotta in tutti
gli stati membri dell’UE in base ad un modello tracciato nel 1967 da 2 direttive comunitarie, con lo scopo di
rimuovere gli ostacoli per la libera circolazione dei beni/servizi in modo tale da poter realizzare un
mercato unico interno, di libera concorrenza:
Direttiva 11 aprile 1967, n.227;
Direttiva 11 aprile 1967, n. 228;
È stata introdotta in Italia con il DPR n. 633/1972: l’IVA si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di
servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni e
sulle importazioni da chiunque effettuate)
In seguito tale DPR è stato più volte integrato e modificato con lo scopo di adeguare la disciplina alle
direttive della Comunità Europea. L’IVA è dunque un’imposta sul consumo finale di beni e servizi all’interno
dell’UE.
Il presupposto dunque consiste nel consumo finale di beni e servizi; laddove non vi sia consumo non può
essere legittimamente prelevata l’imposta.
L’IVA grava esclusivamente sul consumatore in proporzione al prezzo finale del bene, ed è NEUTRALE
rispetto al numero di passaggi, per cui non interferisce con l’organizzazione dell’impresa.
L'art 4 esercizio di imprese ai fini di Iva l'acquisto ripetuto di beni e servizi si diventa soggetti IVA
indipendentemente se si tratta di lavoratore dipendente o meno per l'UE.
In Italia si tiene conto di tale distinzione è considerato lavoratore autonomo chi esercita le attività elencato
nell'art 2195 cc, le società di capitali ed enti commerciali residente e non residenti (ma parzialmente), le
imprese agricole, lo Stato (quando esercita le attività prevista l'art 2195 cc)
Sono soggettiva IVA tutti quelli previsti dall'art 4 comma 20 (anche se non presenti nel 2195 cc)
Accanto al REGIME ORDINARIO ci sono altri REGIMI SPECIALI (es: la vendita di un libro o la vendita di
carciofi, acquisto di una SIM) in cui si applicano passaggi particolari per la determinazione dell'IVA
Presente la REGOLA DI ESCLUSIONE se i beni di azienda sono consumati da persone fisiche e non in ambito
aziendale non si è soggetti IVA
Momento impositivo (Art.6): È il momento in cui scatta l’esigibilità d’imposta in quanto l’operazione di
“consumo” oggetto del presupposto si reputa effettuata (si applica il principio "tasso quello che vedo"):
Cessione immobili = Momento stipula atto pubblico
Beni mobili = Consegna o spedizione
Servizi = Pagamento del corrispettivo
Se si cede un bene/servizio ad un cattivo pagatore l'IVA viene sospesa sempre
Base imponibile (Art. 13): È costituita dall’ammontare dei corrispettivi dovuti al cedente (colui che cede)
Aliquota: 22% ordinaria, 10% ridotta, 4% ulteriormente ridotta.
Nella disciplina prevista dall'art.18 DPR 633/72 in materia di IVA, per diritto di rivalsa si intende il diritto,
che è anche un obbligo, per un soggetto passivo di imposta di addebitare l'IVA ai propri clienti,
aggiungendola al corrispettivo pattuito
Il diritto alla detrazione riguarda il soggetto passivo. Tale ha dunque il diritto di sottrarre dall’imposta,
l’imposta a lui precedentemente addebitata a titolo di rivalsa. L’IVA detraibile altro non è un credito. Tale
diritto, insieme al diritto di rivalsa, realizza la neutralità dell’imposta.
La Pro-rata si ha quando non vi è un legame preciso tra acquisti legati ad operazioni che danno il diritto alla
detrazione, e attività che non danno diritto alla detrazione, la quota di IVA detraibile è calcolata in modo
forfettario (% forfettaria di detrazione). La detrazione è così proporzionale alle operazioni che danno diritto
alla detrazione, sul totale delle operazioni.
LEZIONE 13
IMPOSTA DI REGISTRO
L'imposta di registro è una imposta indiretta (che cioè colpisce il trasferimento di ricchezza: ad es.,
l'acquisto di un appartamento) ed è dovuta per la registrazione di una scrittura, pubblica o privata, ed è
commisurata al valore dell'atto, la causa e l'oggetto del trasferimento. Il soggetto passivo è colui che
esercita l'atto (manifestazione della capacità contributiva)
L’imposta di registro trae la sua origine dall’obbligo o dalla volontà, da parte dei cittadini, di annotare ogni
atto scritto (contratti, scritture private, sentenze, decreti, ecc.) presso un registro pubblico, allo scopo
di non poterne più modificare la data e il contenuto.
Questo registro, tenuto dall’apposito Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, riporta in ordine cronologico tutti gli
atti sottoposti a registrazione.
L’imposta che deriva da queste operazioni colpisce pertanto, quali trasferimenti di ricchezza, i valori di
mercato dei beni o patrimoniali contenuti negli atti, come la vendita o la locazione di un immobile.
E’ importante ricordare che l’Imposta di registro è alternativa all’IVA, quale altra imposta indiretta (se si
applica l'IVA non si applica l'imposta si registro)
La registrazione si effettua mediante la presentazione all’Ufficio del Registro di due copie dell’atto delle
quali una viene restituita all’interessato con la data e gli estremi della avvenuta registrazione. Per i
contratti di locazione ed altri atti relativi agli immobili è stata attivata una procedura di registrazione
telematica, che sostituisce, con identiche caratteristiche, la presentazione diretta all’Ufficio.
Il termine per effettuare la registrazione varia a seconda del tipo di atto. Sono sottoposti a registrazione
obbligatoria:
tutti gli atti scritti compiuti in Italia;
i contratti aventi per oggetto locazioni, trasferimenti di azienda, trasferimento di proprietà o di
diritti reali
gli atti formati all’estero che comportino trasferimenti pari a quelli sopra indicati.
La legge prevede i casi di registrazione entro un termine fisso ed esso è generalmente fissato in 20 giorni.
I contratti di locazione e gli altri atti relativi a diritti sugli immobili dispongono invece di 30 giorni, mentre
gli atti formati all’estero di 60 giorni.
Sono invece sottoposti a registrazione solo in caso d’uso, cioè quando una delle parti intenda dimostrare,
con l’avvenuta registrazione, l’efficacia temporale del contratto:
i contratti aventi per oggetto una prestazione di lavoro autonomo;
le scritture private non autenticate;
i contratti di locazione “stagionali”, cioè inferiori a 30 giorni nel corso dell’anno
Il calcolo dell’Imposta di registro è costituita dal valore dell’atto ovvero dagli importi espressi in esso con
una aliquota percentuale o in misura fissa, secondo la tariffa prevista dalla legge.
Solo per le cessioni aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo, l’acquirente può chiedere che la base
imponibile sia determinata in base alla rendita catastale rivalutata, a prescindere dal prezzo pattuito.
L’imposta applicata in misura proporzionale varia in base al contenuto dell’atto.
Recenti disposizioni di legge hanno inoltre modificato le aliquote applicabili dal 1° gennaio 2014 ai
trasferimenti immobiliari, prevedendo una aliquota ridotta al 2% per l’acquisto della prima
casa, ed una aliquota al 9% per tutti gli altri casi.
IRAP
E data dalla differenza tra le voci di costi e dei ricavi derivanti dall'attività tipica (si parte normalmente dal
bilancio si determinano i redditi e poi la base imponibile). Per attività come banche ed assicurazioni si
adottano procedimenti particolari
L'IRAP è una imposta regionale, le regioni nella loro potestà legislativa, stabiliscono l'aliquota IRAP mentre
il potere di accertamento e riscossione rimane all'Agenzia delle Entrate (Le regioni hanno facoltà di variare
l’aliquota fino a un massimo di 0,92 punti percentuali)
L’imposta si applica sul valore della produzione netta derivante dall’attività tipica esercitata nel territorio
della regione.
La base imponibile è data dalla differenza tra il valore e i costi della produzione di cui alle lettere A) e B)
dell’art. 2425 c.c., con esclusione delle voci di cui ai numeri 9), 10), lettere c) e d), 12) e 13).
Tra i componenti negativi non si considerano in deduzione:
le spese per il personale dipendente:
i compensi per le attività commerciali e per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate
abitualmente;
i costi per prestazioni di co.co.co.;
i compensi per prestazioni di lavoro assimilato a quello dipendente;
gli utili spettanti agli associati in partecipazione.
la quota interessi dei canoni di locazione finanziaria;
• perdite su crediti;
• I.M.U.
• contributo sanitario obbligatorio versato con il premio di assicurazione RC per veicoli
L'IRAP pone problemi riguardo la dichiarazione (per le imprese che hanno più stabilimenti in regioni
differenti è necessario l'emissione di più fatture, si spezzano i criteri di determinazione).
Altro paradosso dell'IRAP, per gli stranieri il procedimento dettato non vale. Per gli stranieri è stato pensato
un altro procedimento (pagano se hanno stabile organizzazione nel territorio dello Stato e si tassa solo nel
luogo in cui hanno la stabile organizzazione, tranne i magazzini).
IMU
L'IMU (Imposta Municipale Propria) è un'imposta diretta di tipo patrimoniale, essendo applicato
sul componente immobiliare del patrimonio, in vigore dal 2012.
Rappresenta un’imposta comunale il cui presupposto base è il possesso di immobili (fabbricati, aree
edificabili o terreni agricoli) compresi quelli situati all’estero per i quali, però, è stata prevista una specifica
imposta patrimoniale (IVIE – Imposta sul Valore degli Immobili situati all’Estero)
Sono tenuti a pagare l'IMU tutti coloro che sono proprietari di beni immobili situati sul territorio di un
Comune italiano e coloro che su di essi detengono un diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi,
superficie) anche se risiedono fuori dall'Italia o, se si tratta di una società, hanno all'estero la propria sede
legale.
La principale esenzione è rappresentata dalla prima casa, sulla quale l'imposta non va pagata, salvo
che si tratti di un immobile di lusso. Per poter essere considerato prima casa, l'immobile deve
essere dimora abituale e residenza anagrafica del nucleo familiare del possessore. Se una parte
del nucleo familiare risiede o dimora in un altro immobile sito nello stesso Comune, infatti,
l'esenzione IMU è concessa solo per uno degli immobili. Diverso è il caso in cui gli immobili si
trovano in Comuni diversi: in tal caso l'esenzione può valere per entrambi.
L'imposta non è dovuta per le case popolari, per le unità immobiliari adibite ad abitazione che
appartengono a delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, i fabbricati costruiti e destinati
alla vendita che siano rimasti invenduti e non siano locati e tutti gli immobili che non sono indicativi
di ricchezza.
Godono di esenzione IMU i fabbricati che sono destinati a uso istituzionale o religioso e quelli che
appartengono a Stati esteri o a organizzazioni internazionali riconosciute
FISCALITA DELL'UE
La libera circolazione delle merci è garantita attraverso l'eliminazione dei dazi doganali e delle restrizioni
quantitative e dal divieto di adottare misure di effetto equivalente.
Il diritto alla libera circolazione delle merci originarie degli Stati membri e delle merci provenienti da paesi
terzi che si trovano in libera pratica negli Stati membri è uno dei principi fondamentali del trattato (articolo
28 TFUE). Lo scopo di tali sistemi è agevolare lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali e con la
Commissione al fine di risolvere i problemi che incontrano i consumatori e le imprese nell'acquisto o nella
vendita di merci nell'UE.
La libertà di circolazione delle persone all'interno dell'UE costituisce la pietra fondamentale della
cittadinanza dell'UE, introdotta dal trattato di Maastricht nel 1992. E il diritto attribuito ai cittadini degli
Stati membri dell’UE di circolare e soggiornare liberamente su tutto il territorio comunitario,
indipendentemente dall’esercizio di un’attività lavorativa.
La libera circolazione delle persone implica anche l'abbattimento di restrizioni alla libertà di stabilimento
nel territorio di un altro Stato al fine di aprire agenzie, succursali, filiali, costituire imprese e società
La libera prestazione dei servizi garantisce la mobilità delle imprese e dei professionisti all'interno dell'UE.
I lavoratori autonomi/professionisti ai sensi dell'articolo 54 TFUE che operano legalmente in uno Stato
membro possono:
esercitare un'attività economica in un altro Stato membro su base stabile e continuativa;
offrire e fornire i loro servizi in altri Stati membri su base temporanea pur restando nel loro paese
d'origine.
Ciò presuppone non soltanto l'abolizione di ogni discriminazione basata sulla nazionalità ma anche
l'armonizzazione delle norme nazionali di accesso o il loro riconoscimento reciproco
La libera circolazione dei capitali è una delle quattro libertà fondamentali del mercato unico dell'UE e, oltre
a essere quella di più recente introduzione.
E finalizzato a eliminare tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra Stati membri‚ nonché tra Stati
membri e paesi terzi, tranne che in alcune circostanze. Essa contribuisce inoltre alla crescita economica,
grazie alla possibilità di investire i capitali in maniera efficiente, e promuove l'utilizzo dell'euro come valuta
internazionale, sostenendo così il ruolo dell'UE sulla scena globale.
Al fine di evitare frodi o abusi derivanti dall'esercizio delle libertà fondamentali dell'UE sono stati istituiti
due principi fondamentali:
Il principio della coerenza è uno strumento per la cooperazione tra le autorità di controllo e la
Commissione, al fine di assicurare un’applicazione coerente del Regolamento generale sulla
protezione dei dati in tutta l’Unione Europea (art. 63 GDPR).
Tale articolo sancisce che al fine di contribuire all'applicazione coerente dello stesso Regolamento in
tutta l'Unione, le autorità di controllo cooperano tra loro e con la Commissione mediante il
meccanismo di coerenza.
Il principio di proporzionalità UE è inteso come quel parametro del diritto europeo che consente la
compatibilità della norma antielusiva in materia tributaria con i divieti di restrizione alle libertà
fondamentali.
Il processo di armonizzazione in ambito di imposte indirette è stato orientato dalla necessità di assicurare la
libera circolazione delle merci e la libera prestazione dei servizi e la realizzazione del mercato unico.
L'introduzione di una disciplina comunitaria sull'Iva risale al 1967. Con le prime Direttive IVA ( Direttive
67/227/CEE e 67/228/CEE) sono state poste le basi di un sistema comune sull'imposta sul valore
aggiunto. La VI Direttiva Iva (77/388/CEE) ha armonizzato la base imponibile dell'imposta dando un
quadro organico più completo all’armonizzazione dell’imposta.
L'armonizzazione dell'IVA è avvenuta in diverse fasi al fine di garantire la trasparenza negli scambi
commerciali intra-unionali.