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Quali sono le tipologie di bene pubblico pre-senti nel nostro ordinamento?

I beni pubblici si distinguono in:


a) beni demaniali; b) beni patrimoniali indisponibili.
La distinzione è data da un criterio meramente formale, atteso che l’inclusione
nell’una o nell’altra categoria dipende esclusivamente dalla definizione legislativa:
appartengono al demanio pubblico tutti quei beni elencati nell’art. 822 c.c., mentre
costituiscono beni pubblici patrimoniali indisponibili quelle categorie di beni
individuate dall’art. 826 c.c..
La maggiore o minore importanza dell’interesse pubblico da soddisfare implica la
qualificazione del bene come demaniale o patrimoniale indisponibile, considerando
che la demanialità è diretta a garantire gli interessi più rilevanti, in quanto posti a
servizio delle collettività rappresentate dagli enti territoriali.
Quali caratteristiche accomunano tutti i beni demaniali?
I beni demaniali sono sempre solo beni immobili o universalità di beni mobili (nel
caso del demanio eventuale), appartenenti ad enti pubblici territoriali e cioè allo stato,
alle regioni, alle Province o ai Comuni.
Detti beni presentano le seguenti caratteristiche:
- sono inalienabili: qualsiasi atto di trasferimento è nullo (art. 823 c.c.), salvo che
siano trasferiti dal demanio di un ente pubblico territoriale ad un altro ente pubblico
territoriale, a condizione che la loro appartenenza a un ente specifico non abbia
carattere di stretta necessità e il trasferimento non pregiudichi la demanialità dei beni;
- non sono suscettibili di acquisto per usucapione da parte di altri soggetti, in quanto
non possono formare oggetto di diritti di terzi, se non nei modi e limiti stabiliti dalle
leggi che li riguardano (artt. 823 e 1145 c.c.);
- il diritto di proprietà «pubblica» dell’ente è imprescrittibile;
- sono insuscettibili di espropriazione forzata nonché di quella per pubblica utilità:
l’art. 4 del d.P.r. 327/2001 stabilisce, infatti, che i beni appartenenti al demanio
pubblico non possono essere espropriati fino a quando non ne viene pronunciata la
sdemanializzazione;
- sono impignorabili, in quanto insuscettibili di espropriazione forzata.
La demanialità del bene si estende anche alle sue pertinenze.
In quali categorie si distinguono i beni patrimoniali indisponibili?
I beni patrimoniali indisponibili sono beni pubblici, mobili ed immobili, che possono
appartenere a qualsiasi ente pubblico.
La dottrina distingue tali beni in:
- indisponibili per natura: beni che devono necessariamente appartenere allo stato o a
una regione e non possono appartenere a privati (ad es.: miniere, acque minerali e
termali, cave e torbiere). Tali beni acquistano la loro qualità venendo ad esistenza e la
perdono col venir meno del bene (es.: l’esaurimento della miniera);
- indisponibili perché appartenenti ad un ente pubblico: si tratta di beni che sono
patrimonialmente indisponibili solo se appartengono ad un ente pubblico (ad es:
foreste, aree destinate all’edilizia economica e popolare, cose mobili di interesse
storico, artistico, archeologico ed etnologico, documenti pubblici).
Tali beni acquistano tale qualità per effetto dell’acquisto in proprietà da parte
dell’ente pubblico e la perdono mediante l’atto che li trasferisce a terzi;
- appartenenti allo Stato ed indisponibili per destinazione: si tratta di beni di proprietà
statale che diventano indisponibili a causa della specifica destinazione loro impressa
(ad es.: i beni che costituiscono la dotazione del Presidente della Repubblica, i beni
non demaniali destinati alla difesa a al servizio delle forze armate (caserme,
polveriere, armamenti). Tali beni acquistano la loro qualità attraverso uno specifico
atto di destinazione, mentre la perdono a causa di un atto che ne muti la destinazione
o ne trasferisca l’appartenenza;
- appartenenti ad altri enti pubblici ed indisponibili per destinazione: si tratta di beni
che sono patrimonialmente indisponibili in quanto di proprietà di un ente pubblico e
destinati ad uno specifico servizio pubblico (ad es.: sedi e arredi degli uffici). Per
quanto attiene all’acquisto e alla perdita della loro qualità, si verificano le stesse
ipotesi previste per gli altri beni indisponibili per destinazione.
In che modo i privati possono utilizzare i beni pubblici?
I privati sono ammessi all’uso dei beni pubblici secondo diverse modalità legate alla
specifica tipologia di bene, ad eccezione di quei beni che sono riservati all’uso
esclusivo (o diretto) della P.a., quando, cioè, gli stessi sono strumentali al
perseguimento di fini istituzionali (ad es.: strade o zone militari e tutti gli altri beni
del demanio militare tramite i quali lo stato provvede alla difesa nazionale).
Per gli altri beni pubblici, si distingue tra:
- uso generale (o libera utilizzazione) da parte di chiunque (es.: mare, spiagge, strade
pubbliche). Tale utilizzazione aperta genericamente alla collettività è espressione
dell’esercizio dei cd. diritti civici, spettanti sia ai cittadini che agli stranieri. in tal
caso l’interesse pubblico è conseguito tramite il godimento dei beni da parte della
collettività. La generalità dell’uso non esclude, comunque, che talvolta lo stesso sia
subordinato al pagamento di diritti o tasse (es.: il pedaggio delle autostrade).
- uso particolare da parte di determinati soggetti. in questo caso l’interesse pubblico è
conseguito attraverso l’uso riservato solo a determinati soggetti (anche pubblici), che
può derivare: dalla legge; da un atto amministrativo di concessione; da una
concessione-contratto; da un contratto di diritto privato (preceduto pur sempre da un
provvedimento amministrativo che autorizza tale utilizzazione del bene).
Quali sono le caratteristiche di un bene patrimoniale disponibile?
Rientrano nel patrimonio disponibile dello stato e degli altri enti pubblici tutti i beni
ad essi appartenenti diversi da quelli demaniali e da quelli patrimoniali indisponibili.
I beni patrimoniali disponibili non sono beni pubblici in senso stretto, bensì soltanto
beni di proprietà di un ente pubblico. Generalmente si tratta di beni produttivi di
reddito per l’ente. Tali beni si distinguono, tradizionalmente, in quattro categorie:
- beni corporali: in genere beni immobili;-
- beni incorporali: ad esempio, diritti reali su cose altrui e diritti di credito;
- titoli di credito: titoli dello stato, azioni etc.;
- denaro che l’ente incassa, a qualsiasi titolo. Deve trattarsi di denaro privo di
specifica destinazione, in quanto laddove fosse vincolato ad un fine, per
provvedimento o per volontà del legislatore, sarebbe da qualificare come bene
patrimoniale indisponibile. I beni patrimoniali disponibili sono beni di proprietà
privata dell’ente e, come tali, sono soggetti alle comuni regole del diritto privato,
eccettuata l’alienazione che deve sempre avvenire nelle forme del diritto pubblico.
Quali sono le principali categorie di diritti demaniali su beni altrui?
Le principali categorie di diritti demaniali su beni altrui sono:
a) le servitù prediali pubbliche, che attribuiscono all’ente un potere diretto sulla cosa
altrui, consistendo in una limitazione imposta al godimento di un bene privato per
l’utilità del bene pubblico. esse possono sorgere: per legge (e non presuppone alcuna
indennità), per atto amministrativo (di imperio, ed è dovuta l’indennità ex art. 42, 3
comma, Cost.), per convenzione con il privato, per atto di liberalità del privato e per
usucapione da parte dell’ente.
A loro volta si distinguono in:
- servitù di via alzaia: per cui i proprietari di fondi laterali ai corsi d’acqua devono
permettere, su adeguate strisce di terra, in riva al fiume, il passaggio di uomini,
animali etc. (sono dette anche «servitù di marciapiede»). Tale godimento a favore
della generalità degli utenti ha durata tendenzialmente illimitata, potendo cessare solo
a seguito di un provvedimento di sdemanializzazione;
- servitù di scarico per i fondi prossimi ai laghi;
- servitù di scolo delle acque stradali sui terreni sottostanti;
- servitù di soprapassaggio a favore di ponti cavalcavia, viadotti sui fiumi e corsi
d’acqua, terreni e strade private.
b) i diritti di uso pubblico (servitù di uso pubblico): sono quelle servitù costituite a
carico di fondi privati per il conseguimento di fini di pubblico interesse
corrispondenti a quelli cui servono i beni demaniali. In tali servitù manca un fondo
dominante, perché non sono costituite a vantaggio di un fondo demaniale, bensì della
collettività. Rientrano nei diritti di uso pubblico:
- le strade vicinali, cioè quelle non di proprietà del Comune, ma soggette a pubblico
transito da parte della collettività. Una servitù di uso pubblico su una strada privata
può sorgere anche per effetto della «dicatio ad patriam», che consiste nel porre
volontariamente il bene a disposizione della collettività, nel cui caso la servitù si
perfeziona con l’inizio dell’uso;
- le aree private aperte al pubblico transito: per esse il Comune è obbligato a con-
correre alle spese di manutenzione;
- i musei, le pinacoteche e gli archivi di proprietà privata.

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