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Baccaglini
1
24
A INC
IC
DIDATT
LU
Sintesi
SIVA
PER TI
|
a(f, T)
• Quantizzazione dell’energia
Per risolvere il problema della catastrofe ultravioletta, Max Planck (1858-1947) sostenne
che ogni scambio di energia fra le cariche del corpo nero e il campo elettromagnetico avviene
per multipli interi di quantità minime di energia, detti quanti, secondo la relazione:
E = hf
dove h = 6,63 ⋅ 10-34 J ⋅ s = 4,14 ⋅ 10-15 eV ⋅ s è detta costante di Planck.
• Nel 1905 Einstein spiegò l’effetto fotoelettrico introducendo la quantizzazione della luce,
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composta da fotoni, a cui è associata l’energia E = hf = hc/l e la quantità di moto q = h/l
• La legge dell’effetto fotoelettrico afferma che l’energia cinetica massima Ec,max di un elettrone
una volta estratto dal metallo è data da:
1
Ec,max = hf - Le oppure mv2 = hf - hf0
2
• Per giustificare il risultato, Sir Arthur Holly Compton (1892-1962), ricorrendo all’ipotesi
quantistica, interpretò il fenomeno come un urto elastico tra fotoni ed elettroni. Si ha:
h
λ′ - λ = (1 - cos θ)
m0c
dove λ′ e λ sono rispettivamente la lunghezza d’onda del fotone diffuso e quella del fotone
h
incidente e θ è l’angolo di scattering. Il termine si chiama lunghezza d’onda Compton.
m0c
La spettroscopia
• La luce emessa da una sostanza allo stato aeriforme opportunamente stimolata, quando incide
su un prisma, si scompone in righe di alcuni colori che costituiscono lo spettro di emissione
caratteristico della sostanza, perché dipende dalla sua struttura atomica.
In modo analogo, inviando un fascio di luce bianca sulla stessa sostanza non più stimolata
e raccogliendo la radiazione luminosa su uno schermo, si ottiene una successione continua
di colori, dal rosso al violetto, interrotta da alcune righe nere che corrispondono esattamente
ai colori presenti nello spettro di emissione.
Si tratta dello spettro di assorbimento della sostanza.
−
• La formula generale che fornisce il numero d’onda f delle righe dello spettro dell’idrogeno
è la legge di Rydberg-Ritz:
_ 1
1 1
f = =R 2 - 2
λ m n
con m ed n numeri interi positivi tali che m < n.
R = 10,97 ⋅ 106 m-1 è detta costante di Rydberg.
• Modello di Rutherford
Ernest Rutherford (1871-1937) elaborò il modello detto modello planetario: la carica elettrica
positiva è concentrata in un nucleo centrale, in cui è presente quasi tutta la massa dell’atomo
e che ha un raggio dell’ordine di 10-15 m.
Gli elettroni, di massa molto piccola e carica negativa, ruotano attorno al nucleo a determinate
distanze da esso.
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• L’energia totale E dell’elettrone è data da:
Il modello di Bohr
• Nel 1913 Niels Bohr (1885-1962) propose un modello atomico basato su tre postulati.
• Postulati di Bohr
n elettrone può descrivere senza irraggiare energia solo determinate orbite E1, E2, ..., En,
1. U
dette orbite stazionarie o stati stazionari. A ciascuna di esse compete un valore ben definito
di energia, detto livello energetico.
2. L
e orbite "
stazionarie permesse sono quelle orbite circolari in cui il modulo del momento
angolare L dell’elettrone (o momento angolare orbitale) soddisfa la relazione:
h
L = mevr = n
2p
dove n = 1, 2, 3... si chiama numero quantico e h è la costante di Planck.
3. U
n elettrone può saltare spontaneamente da un’orbita stazionaria a un’altra a cui
corrisponde un livello di energia minore, emettendo un fotone di energia:
∆E = Einiziale - Efinale = hf
h2e0
r1 = = 5,29 ⋅ 10-11 m
pmee2
• L’energia di legame di un elettrone LnÆ • è il minimo lavoro necessario per portare l’elettrone
dal livello n-simo in cui si trova all’infinito.
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I (A) 14,7 V
4,9 V
1
4. il numero quantico di spin ms = ± , che corrisponde ai due unici valori possibili correlati
2
"
a una caratteristica intrinseca dell’elettrone, il momento angolare intrinseco o spin s .
• Il principio di esclusione di Pauli afferma che due elettroni in un atomo non possono avere
gli stessi numeri quantici.