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25/2/2020 Multiverso cosmologico o locale?

– Fisica Quantistica e Conoscenze al confine

Nei prossimi quarant'anni, l'immensa maggioranza della popolazione terrestre sarà condotta a
provare il senso del turbamento psichico e sico, no al punto di non poter più distogliere né gli occhi
né il cuore dall'Essenziale; sarà una benedizione che consentirà all'uomo di riscoprire le favolose
possibilità che la Natura mette a sua disposizione intorno e dentro di lui: verrà allora il tempo in cui
non saprete più distinguere il materiale dall'immateriale, la scienza dallo Spirito, perché ogni scoperta
perderà il nome di ''invenzione''. Gesù, 1990, Damasco
Trascritto da Anne e Daniel Meurois-Givaudan - ''L'incontro con Lui'' - Libro ▷▷▷
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Multiverso cosmologico o locale?


Pubblicato il 11 Febbraio 2017 da mauro

di Paolo Di Sia

La conoscenza dell’uomo relativa all’universo si è evoluta nel corso del


tempo, passando dal sistema solare alle stelle della Via Lattea, dalle stelle
lontane alle galassie più distanti nel campo visivo. Oggi la cosmologia
ritiene che interi altri universi potrebbero esistere oltre a quello in cui ci
troviamo.
La meccanica quantistica sta rivelando novità inusuali e aspetti fuori da ogni tipo di logica
tradizionale. I sici e i loso hanno a lungo argomentato sul profondo signi cato della teoria dei
quanti, trovandosi d’accordo sul vasto regno che si trova al di là dei comuni sensi dell’uomo. Una delle
letture più a ascinanti delle equazioni della teoria quantistica, è la cosiddetta “Interpretazione a
molti mondi”, avanzata dal sico Hugh Everett III intorno al 1950 (Fig.1).

Se prendiamo la meccanica quantistica in senso letterale, il mondo si rivela essere più grande di quanto
ci aspettiamo; il nostro mondo classico sarebbe solo una parte estremamente piccola di una realtà
molto più grande. Tutto ciò che può accadere secondo la meccanica quantistica, di fatto accadrebbe da
qualche parte in uno di un grande insieme (forse in nito) di universi; le probabilità della teoria
quantistica sono in relazione al numero dei vari universi e di fatto sarebbero là e ettive. I molti mondi di
Everett potrebbero essere molto diversi dal cosiddetto multiverso cosmologico; quest’ultimo infatti
sarebbe costituito da universi paralleli distanti, distinte regioni dello spazio-tempo, in continua
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evoluzione dai propri big-bang. I molti mondi di Everett, al


contrario, sarebbero qui; la rami cazione quantistica che si
veri ca durante una misura (o una scelta) darebbe origine
a nuovi mondi che si sovrappongono con quello in cui
viviamo.

Secondo l’interpretazione convenzionale della meccanica


quantistica, la cosiddetta “Interpretazione di Copenaghen”,
pensata da Niels Bohr e suoi collaboratori, si deve
distinguere tra “osservatore” e “ciò che viene osservato”;
l’osservatore siamo noi e l’esperimento è ciò che stiamo
osservando. Ogni nostra possibile scelta ci fa “entrare” in
un universo diverso da quello della scelta opposta (Fig.2).

L’interpretazione a molti mondi è stata applicata alla


creazione di universi nel multiverso cosmologico. I due tipi
di multiverso fanno previsioni praticamente uguali per le
nostre osservazioni, con la di erenza che situano i possibili
esiti in luoghi diversi. Vari scienziati hanno visto una
Fig. 1: Hugh Everett III nel 1964 fondamentale equivalenza tra il multiverso cosmologico,
con i diversi stati situati in regioni spazio-temporali molto
distanti da noi, e il multiverso locale, in cui i diversi stati
sono qui, in diversi rami della funzione d’onda.

Fig. 2: La “rami cazione” della realtà prodotta dalle diverse scelte.

Il cosmologo Max Tegmark (“Our Mathematical Universe: My Quest for the Ultimate Nature of Reality”,
Alfred A. Knopf (2014)) ha descritto diversi “livelli” di multiverso. In particolare il livello I si riferisce a
regioni molto distanti del nostro universo (quindi il multiverso cosmologico), il livello III è relativo ai molti
mondi quantistici (il multiverso locale). Per vedere la somiglianza tra i livelli I e III, si deve pensare alla
natura della probabilità; se qualcosa può avere due esiti diversi, come il lancio di una moneta, noi ne
vediamo solo uno, ma anche l’altro è accaduto, o in qualche altra parte di un universo parallelo o in un
mondo parallelo proprio qui. Gli eventi che si veri cano sulla terra potranno veri carsi anche altrove,

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così come tutte le possibili varianti di quegli eventi. La ragione per cui gli eventi quantistici sono incerti, è
che siamo incerti su dove siamo nel multiverso.

Facciamo un semplice esempio, che lascia a dir poco perplessi. Alla mattina ci a diamo alla sveglia per
alzarci. A seconda che la svegli suoni o meno, saremo puntuali o faremo tardi. Dal punto di vista a molti
mondi (multiverso locale), ci sono due mondi che si sovrappongono; in uno la sveglia suona, nell’altro
no. Nel multiverso cosmologico, ci sono altri universi, o parti del nostro universo, dove un gemello
identico a noi è stato formato e ottiene un risultato diverso dal nostro (se la nostra sveglia suona, la sua
non suona). Da un punto di vista matematico queste due situazioni sono identiche.

Libri e varie...

Ovviamente non tutti accettano l’idea del multiverso in generale. Le teorie riguardanti tali questioni
sono ancora provvisorie, ma danno un suggerimento radicale: che i due “tipi” di multiverso non
sembrano essere distinti, cioè il punto di vista a molti mondi è lo stesso del multiverso cosmologico. Se
sembrano diversi, potrebbe essere perchè noi stiamo pensando la realtà nel modo sbagliato.

Anche il sico Leonard Susskind (“The Cosmic Landscape: String Theory and the Illusion of Intelligent
Design”, Back Bay Books; Reprint edition (2006)), a erma che il punto di vista a molti mondi sembra, in
un primo momento, un concetto molto diverso da quello del multiverso cosmologico. Ma analizzati in
dettaglio, i due approcci dimostrano di essere la stessa cosa. Nel 2011 Susskind e sico Raphael Bousso
hanno scritto un articolo in cui a ermano che i due multiversi sono proprio la stessa cosa.

Essi sostengono che l’unico modo per dare un senso alle probabilità associate con la meccanica
quantistica e al fenomeno della decoerenza, in cui la teoria dà origine alle nostre categorie classiche
come posizione e velocità, è quello di applicare l’approccio a molti mondi everettiano alla cosmologia. Il
risultato è un multiverso cosmologico.

Anche il sico Yasunori Nomura ha pubblicato un articolo dove espone un trattamento completamente
uni cato dei processi di misurazione quantistica e del multiverso. Max Tegmark è arrivato a conclusioni
simili nel 2012. Immaginiamo di guardare al multiverso con “l’occhio di Dio”, ossia potendo guardare
comtemporaneamente tutte le possibilità che si svolgono (visione globale); in questo caso non vi è
alcuna probabilità, tutto avviene con certezza, in una certa posizione. Ma dal nostro punto di vista
umano limitato, qui sulla terra, i vari eventi si svolgono con diverse probabilità (visione locale). Il
passaggio dal punto di vista globale a quello locale porta ad una visione parziale del multiverso che
separa il misurabile dal non misurabile; la parte misurabile è il nostro “ambiente causale”, ossia ciò che
noi osserviamo oggi e che sarà accessibile ai nostri discendenti. Da questo punto di vista, possiamo
quindi dire che la ragione per cui gli eventi quantistici sono incerti, è che noi siamo incerti su dove ci
troviamo nel multiverso.

Tegmark sostiene che la nozione di probabilità in meccanica quantistica ri ette semplicemente la nostra
incapacità di auto-individuazione nel livello I del multiverso, ossia non sappiamo quale delle “in nite”

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nostre copie in tutto lo spazio, è quella che ha le nostre percezioni soggettive. Questa “insicurezza”
trascina con sé l’aspetto probabilistico.

Bousso si ritiene “soddisfatto” del successo matematico di questo approccio, e preferisce non “perdere il
sonno” nella ricerca del signi cato più profondo di questi multiversi uniti. In ultima analisi l’unica cosa
che conta sono le previsioni della teoria e come si confronta con le osservazioni. Le regioni esterne al
nostro orizzonte cosmologico non sono osservabili, e anche i rami della funzione d’onda sono strumenti
che usiamo per fare i calcoli.

Certo una tale visione strumentalista della teoria sica colpisce molti come insoddisfacente; forse per
dare un signi cato più profondo al collegamento tra le diverse speculazioni sul multiverso, le nostre
opinioni convenzionali di tempo e spazio hanno bisogno di un aggiornamento. Se il multiverso è sia
lontano che vicino a noi, forse è un segno del fatto che le nostre categorie di “là” e “qui” devono essere
riviste e ride nite.

Circa venti anni fa Deutsch aveva già sostenuto (“La trama della realtà”, Einaudi, 1997) che il multiverso
invita a lavorare su una nuova concezione del tempo. Nella vita quotidiana e anche nella sica classica si
presuppone l’esistenza di qualcosa di simile ad un tempo perenne newtoniano. Il multiverso viene
comunemente descritto come una struttura che “si dispiega nel tempo”. Ma possiamo considerare il
tempo anche come qualcosa che non scorre o passa, né noi avanziamo attraverso di esso in qualche
modo misterioso. Il tempo è il mezzo con cui de niamo il movimento; così il multiverso non si evolve nel
tempo, semplicemente è nel tempo. Inoltre alcuni di questi altri universi hanno “adesso” una stretta
somiglianza con il nostro, cioè noi li interpretiamo come parte della storia del nostro universo piuttosto
che universi a sé stanti. Per noi quindi, essi non sono lontani nello spazio, ma lungo la nostra linea
temporale.

Come non possiamo sperimentare come esseri umani tutto il multiverso in una volta, così non siamo in
grado di sperimentare questa serie in nita di momenti in una sola volta; la nostra esperienza ri ette il
nostro punto di vista di osservatori “vivi” con un corpo adesso e qui, che nella vita pratica sperimentano
singoli momenti.

Anche le nostre nozioni di spazio potrebbero dover essere rinnovate nell’ambito del multiverso. Ci sono
ancora molte domande che non hanno una risposta, o ne hanno una parziale, come il perché il mondo
sembra classico, o perché ci sono quattro dimensioni dello spazio-tempo. Il modello a molti mondi non
risponde a queste domande, ma fornisce un quadro da cui si possono trarre delle risposte e spunti
futuri su cui adeguatamente lavorare.

Carroll e altri ritengono che lo spazio non sia fondamentale, ma invece un fenomeno emergente. Ma
che cosa emerge? Cosa esiste di fatto? Per loro l’immagine everettiana fornisce una risposta chiara a
questa domanda: il mondo è una funzione d’onda, è un elemento di uno spazio di Hilbert. Lo spazio di
Hilbert è lo spazio matematico associato alla funzione d’onda quantistica. Essa è una rappresentazione
astratta di tutti i possibili stati di un sistema.

I sici generalmente iniziano a lavorare con un sistema che vive nello spazio reale e poi deducono il suo
spazio di Hilbert, ma Carroll pensa si può invertire questo processo: immaginare tutti i possibili stati
dell’universo e capire in quale tipo di sottospazio il sistema vive se, di fatto, vive nello spazio ordinario. Il
sistema potrebbe non vivere in un unico spazio, ma in spazi multipli contemporaneamente, e allora noi
chiamiamo un tale sistema un multiverso. Questo punto di vista è un modo naturale per pensare all’idea
che lo spazio-tempo è emergente.

Molti tuttavia, specialmente tra i loso , ostacolano questo approccio. Essi ritengono che lo spazio di
Hilbert può essere uno strumento matematico perfettamente legittimo, ma questo non signi ca che noi
viviamo in esso. C’è anche chi sostiene una posizione “intermedia”, ossia che lo spazio di Hilbert non è

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una struttura “letteralmente esistente”, ma un modo di descrivere realtà siche, siano esse stringhe,
particelle, campi, o qualsiasi altra cosa di cui l’universo sia in ultima analisi composto.

Hugh Everett III non è vissuto abbastanza per assistere al rinnovato interesse relativo alla sua versione della
meccanica quantistica. È morto per un attacco cardiaco nel 1982, all’età di 51 anni; il suo lavoro, tuttavia, è
più vivo che mai ai nostri giorni. Quando persone davvero brillanti creano teorie molto particolari, spesso
accade che l’e ettiva portata dei loro lavori venga compresa molto più avanti nel tempo, spesso dopo la loro
morte. Grazie ad esse, però, impariamo che il mondo è più grande e più ricco di quanto avessimo mai
immaginato.

Libri e varie...

Fisica moderna, coscienza, multiverso, azione divina.


Problemi, dubbi, convergenze
di Paolo Di Sia

In questo volume si tenta di far dialogare scienza, loso a e religione alla ricerca di
un linguaggio comune, vitale, in cui la scienza stessa si possa tradurre sul piano
del linguaggio del mondo della vita. I risultati dello sforzo teorico e degli
esperimenti scienti ci (in particolare di quelli relativi alla sica) possono aiutare a
capire cosa sia la vita, la coscienza, l'universo: tematiche che hanno turbato e a ascinato da sempre
i grandi pensatori di tutti i campi così come l'uomo comune....

Paolo Di Sia
Paolo Di Sia è attualmente professore aggiunto presso l’università degli studi di Padova e l’università
degli studi di Bolzano. Ha conseguito una laurea (bachelor) in meta sica, una laurea (master) in sica
teorica, un dottorato di ricerca in sica teorica applicata alle nano-bio-tecnologie e un dottorato di
ricerca in matematica “honoris causa”. Si interessa del rapporto tra loso a e scienza, di sica alla scala
di Planck, di nano sica classica e quantistico-relativistica, di nano-neuroscienza, di sica
transdisciplinare e di divulgazione scienti ca. È autore di 276 lavori distribuiti tra riviste nazionali e
internazionali, capitoli di libri, libri, interventi accademici su web scienti ci, pubblicazioni accademiche
interne, lavori in stampa. È reviewer di vari international journals, membro di molte società scienti che
internazionali e international advisory/editorial boards, gli sono stati attribuiti vari riconoscimenti
internazionali..

Paolo Di Sia
Università di Padova (Italy) & Libera Università di Bolzano (Italy)
E-mail: paolo.disia@libero.it
Webpage: www.paolodisia.com

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mondi,Interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica,Leonard Susskind,Max
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Hilbert,Spazio-tempo,Universi paralleli
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L’energia oscura dell’universo: una panoramica


Pubblicato il 16 Dicembre 2016 da mauro

di Paolo Di Sia
L’energia oscura è un’ipotetica forma di energia di usa in modo
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Esiste un Mondo non- sico


Pubblicato il 12 Gennaio 2017 da beatrice

di Marco Viretti
Esiste un Mondo non- sico: questa la tesi di Casey Blood, uno dei
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Newtoniana,Meccanica quantistica,Mente,Mondo non sico | 1 Commento

Verso un Internet quantistico


Pubblicato il 30 Aprile 2018 da beatrice

di Paolo Di Sia
La sica quantistica possiede caratteristiche tali da poter rendere
le comunicazioni molto più sicure di quanto sia nel caso classico;
sfruttare alcune delle sue proprietà più strane potrebbe portare
la rete delle reti, Internet, ad un deciso miglioramento rispetto al
presente. La meccanica quantistica ha infatti il potenziale per
ottenere comunicazioni non hackerabili.
La capacità delle particelle quantistiche di poter trovarsi in stati non de niti, come il noto “gatto di
Schrödinger”, che risulta sia vivo che morto contemporaneamente, è stata utilizzata per vari anni per
migliorare la crittogra a dei dati. La crittogra a è la branca della crittologia che si occupa dei metodi per
rendere un messaggio “non leggibile”, in modo da non essere comprensibile alle persone che non sono
autorizzate a leggerlo.
Le ricerche ultime stanno portando a credere che l’utilizzo della meccanica quantistica ci farà arrivare
molto più lontano, sfruttando la misteriosa capacità della natura di “entanglare” oggetti lontani
(entanglement) e “teletrasportare” informazioni (teletrasporto)…
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informatica,Teletrasporto | Lascia un commento

La Materia Oscura dell’universo


Pubblicato il 20 Ottobre 2016 da mauro

di Paolo Di Sia
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4,9%. Dove è la rimanente? La maggior parte del cosmo risulta essere
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neri,CERN,Cluster COMA,CMBR,COSINE-100,Cosmic Microwave Background Radiation,DAMA,Dark
Matter,Fermioni,Fritz Zwicky,Large Hadron Collider,Laser Interferometer Gravitational-Wave
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Sia,Particelle WRAP,SABRE,Supersimmetria,Vera Rubin,Weakly Interacting Massive Particles,WIMP |
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I “primi” 75 anni di Stephen Hawking


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Pubblicato il 24 Gennaio 2017 da mauro

di Paolo Di Sia
Stephen William Hawking, sico e matematico, uno dei più
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Noto in particolare per i suoi studi sui buchi neri e l’origine
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Fisica classica e quantistica nel cuore dello spazio-


tempo
Pubblicato il 28 Gennaio 2015 da mauro

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computazionale con le speci che caratteristiche di non
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fondamentali della Natura, le quali ri ettono le loro peculiarità
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dividono gli studiosi, anche se le idee proposte vengono ammesse da importanti modelli uni cati
moderni, come la gravità quantistica…
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Pubblicato in Pubblicazioni | Contrassegnato con Computazione,Determinismo,Discretizzazione,Fisica


Teorica,Modellistica matematica,Paolo Di Sia,Spazio-tempo,Universo | Lascia un commento

Coscienza umana, Coscienza Universale,


Panpsichismo
Pubblicato il 18 Febbraio 2018 da mauro

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comprende tutti i nostri sentimenti ed esperienze soggettive, che
vanno dal semplice riconoscimento di un colore alla profondità
complessa di un’emozione e alla transitorietà di un pensiero. È
l’unica cosa che viene direttamente e immediatamente
conosciuta da noi come soggetti e che media la nostra conoscenza
del mondo esterno.
La questione relativa alla comprensione della coscienza umana, la realtà che ci rende capaci di essere

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consapevoli di noi stessi e di ciò che ci circonda, va avanti da secoli. Nonostante essa sia una parte
cruciale dell’essere umano, non si comprende ancora da dove proveniamo e perché ce l’abbiamo…
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Pubblicato in Pubblicazioni | Contrassegnato con Coscienza,Coscienza umana,Coscienza


universale,Dualismo,Entanglement quantistico,Entropia,Essere umano,Fisica quantistica,Giulio
Tononi,Idealismo,Materia,Materialismo,Panpsichismo,Paolo Di Sia,Universo | Lascia un commento

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