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Termografia
SENSORI DI TEMPERATURA BASATI SULL’IRRAGGIAMENTO
I sensori che misurano la temperatura portandosi a contatto con il corpo da misurare hanno la
stessa temperatura del misurando.
I metodi di misura senza contatto sono utili soprattutto ad alte temperature e per altre applicazioni
quali:
STRUMENTO CORPO
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
Ogni corpo con temperatura maggiore dello zero assoluto (-273.15°C = 0 kelvin) irradia dalla superficie
onde elettromagnetiche proporzionali alla sua temperatura intrinseca. Lo spettro di emissione sarà
costituito da onde di diversa lunghezza d’onda e tale parametro ne caratterizza la tipologia: per
lunghezze d’onda tra 0.4 e 0.7 mm siamo nel campo di luce visibile, per lunghezze d’onda superiori siamo
nel campo dell’infrarosso.
Questa porzione dello spettro di emissione viene percepita solo come energia termica o calore ed è in
questo campo che lavora la maggior parte dei sensori ad irraggiamento. Le lunghezze d’onda coinvolte
vanno da 0.7 a 14 mm, perché oltre tale valore l’energia emessa è bassa e non esistono sensori
abbastanza sensibili per rilevarla.
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
SPETTRO DI EMISSIONE
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
SPETTRO INFRAROSSO
La banda dell'infrarosso (0.78 – 1000 μm) è spesso ulteriormente suddivisa in bande più piccole:
IL CORPO NERO
E’ un oggetto ideale il cui potere assorbente e pari a uno: esso assorbe il 100% della
radiazione incidente senza rifletterne o trasmetterne nulla.
Essendo:
==1
Tali sistemi sono usati come riferimento per i termometri ad irraggiamento. In questi
sistemi la temperatura è controllata in modo automatico affinché rimanga costante. Essa
viene misurata da un sensore accurato come un termometro a resistenza di platino.
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
DEFINIZIONI
Emissività : rapporto tra l’energia raggiante emessa da un certo corpo ad una data temperatura e
quella emessa dal corpo nero alla stessa temperatura.
Assorbimento : frazione di energia assorbita rispetto all’energia raggiante totale che dall’esterno
incide sul corpo.
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
LEGGE DI PLANCK
Descrive l’emissione del corpo nero: l’intensità di radiazione spettrale specifica emisferica del corpo
nero alla lunghezza d'onda λ e alla temperatura T in [W/m3] o in [W/cm2/mm] vale:
−1
2hc 2 hc
W ( , T ) = exp − 1
kT
5
E’ detta emisferica perché corrisponde alla quantità di radiazione emessa da una superficie piana in
una semisfera. E’ anche chiamata radianza.
LEGGE DI PLANCK
La legge di Planck descrive pertanto la distribuzione dell’intensità di radiazione emisferica in funzione
della lunghezza d’onda (per questo è detta spettrale) ad una certa temperatura.
Un corpo nero ad una certa temperatura emette radiazioni elettromagnetiche a tutte le lunghezze
d’onda ma non nella stessa quantità per tutte le lunghezze d’onda.
L’intensità di radiazione spettrale specifica emisferica può anche essere detta emittanza energetica
spettrale e può essere graficata per diversi valori di T [in kelvin] al variare della lunghezza d’onda λ.
Per esempio per T=6000 K si avrà:
−1
2hc hc
2
W ( ) = exp − 1
k 6000
5
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
Emittanza energetica spettrale del corpo nero al variare della lunghezza d'onda λ per diversi valori di
temperatura:
W(,T)
Per dimostrare questo fatto si
può derivare la legge di Planck T
e ottenere la legge di Wien.
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
LEGGE DI WIEN
Stabilisce la corrispondenza tra la temperatura del corpo nero e la lunghezza d’onda in
corrispondenza al massimo di emissione:
e dimostra che la lunghezza d’onda di massima emissione si sposta in basso per temperature che
aumentano. Questa legge è anche detto legge dello spostamento di Wien.
Osservando la figura precedente si nota che la misura di temperature più basse richiede di operare
a lunghezze d’onda maggiori. Inoltre si nota che la distanza verticale tra due curve a diversa
temperatura è molto più grande alle lunghezze d’onda minori. Questo indica che per lunghezze
d’onda minori la temperatura varia molto di più e pertanto operare a basse lunghezze d’onda
richiederebbe strumenti molto più sensibili.
TEORIA DELLO SCAMBIO TERMICO PER IRRAGGIAMENTO
LEGGE DI STEFAN-BOLTZMANN
Integrando invece la legge di Planck su tutto il campo di lunghezze d’onda da 0 a infinito si ottiene
l’energia totale irradiata da un corpo nero (o emissione globale emisferica) in funzione della
temperatura:
W (T ) = W ( , T )d =T 4 [W / cm 2 ]
0
= 5.67 10 −8 [Wm − 2 K − 4 ]
In realtà gli oggetti comuni non si comportano come corpi neri pertanto ci
sono delle incertezze di misura se si usano le leggi descritte.
I fattori di incertezza sono:
- Incertezza T legata alla emissività dell’oggetto
- Incertezza Ta causata da assorbimento di radiazione lungo il cammino
ottico
- Incertezza TRT causata da riflessioni, trasmissione e irraggiamento di
radiazione da parte dell’ambiente
- Incertezza TS dello strumento.
L’EMISSIVITA’ DEI CORPI REALI
In una regione di lunghezza d'onda estesa, gli oggetti reali non rispettano quasi mai le del corpo nero
anche se tali oggetti, in taluni intervalli spettrali, potrebbero comportarsi come un corpo nero.
Tre sono i processi che impediscono a un oggetto reale di comportarsi come un corpo nero:
• una frazione della radiazione incidente può essere assorbita
• una frazione può essere riflessa
• un'altra può essere trasmessa.
Trasmittanza spettrale :
rapporto tra il flusso energetico spettrale trasmesso attraverso un oggetto e quello incidente.
La somma di questi tre fattori deve dare l’intera radiazione incidente e perciò vale la relazione:
+ + = 1
L’EMISSIVITA’ DEI CORPI REALI
=
Quindi per un materiale opaco (per cui = 0, non viene trasmessa alcuna percentuale di energia)
= 1−
cioè l’emissività è il complemento a 1 della riflettanza.
L’EMISSIVITA’ DEI CORPI REALI
L’emissività totale del corpo reale viene definita come il rapporto tra l’intensità di radiazione emisferica
emessa dall’oggetto e quella che sarebbe emessa da un corpo nero
WTOT , reale
=
WTOT ,corpo nero
dove vale sempre:
Un corpo si definisce grigio quando il suo coefficiente di assorbimento è costante al variare della
lunghezza d’onda e della temperatura, e quindi:
=
Corpo nero
Corpo grigio
Corpo reale
Il corpo reale è un emettitore selettivo perché emette solo in certi range di lunghezza d’onda.
IL CORPO GRIGIO
La legge di Planck e quella di Stefan-Bolzmann per corpi grigi o corpi reali possono essere
corrette come segue:
−1
2hc hc
2
W ( , T ) = exp − 1 Legge di Planck
kT
5
Legge di Stefan-Bolzmann
W (T ) = T 4
La radiazione misurata dal termometro ad irraggiamento non dipende quindi soltanto dalla
temperatura dell'oggetto ma anche dall’emissività.
EFFETTO DELL’EMISSIVITÀ SULLA INTENSITÀ DI RADIAZIONE DI UN CORPO AD UNA CERTA
TEMPERATURA
Corpo nero
W(T)
Corpo reale (emettitore
selettivo)
Corpo grigio
INCERTEZZA LEGATA ALL’EMISSIVITÀ
STRUMENTO B
STRUMENTO A
INCERTEZZA LEGATA ALL’EMISSIVITÀ
STRUMENTO CORPO
INCERTEZZA LEGATA ALL’EMISSIVITÀ
Un termometro ad irraggiamento misura l’intensità irradiata dall’oggetto di misura e per far ciò il
cammino di trasmissione tra oggetto e sensore deve essere ben definito e rimanere costante
durante la misura.
In realtà una percentuale di energia si perde sempre tra la superficie di emissione e il termometro
che perciò rileva una intensità irradiata minore e quindi la temperatura che misura è più bassa di
quella reale.
Le perdite in trasmissione sono causate da oggetti, particelle e molecole di gas che giacciono entro
il cammino di trasmissione.
Tali oggetti assorbono, riflettono o diffondono la radiazione emessa dal misurando prima che essa
raggiunga il sensore.
Anche l’ottica di ricezione (specchi, lenti, …) assorbe parte dell’energia irradiata e perciò il loro
effetto va tenuto in considerazione.
MATERIALI INTERPOSTI NEL CAMMINO DI TRASMISSIONE
CASO IDEALE
OGGETTO DI MISURA
CAMMINO DI
SENSORE TRASMISSIONE
La presenza di tali oggetti produce un’incertezza dovuta a radiazione assorbita nel percorso corpo
− sensore: Ta.
Le perdite di trasmissione aumentano con l’aumentare della distanza tra oggetto e sensore ma
tale distanza non può nemmeno essere troppo piccola altrimenti si rischia di surriscaldare o
danneggiare in maniera permanente il sensore stesso.
Per minimizzare tali perdite si realizzano i sensori in modo da evitare certe bande di lunghezza
d’onda che sono assorbite nel cammino di trasmissione. Per esempio se l’elemento sensibile è in
materiale detto IRCON esso non è sensibile alla lunghezze d’onda dove assorbono le particelle
assorbenti primarie presenti nell’atmosfera ovvero vapor d’acqua e anidride carbonica.
SOLUZIONI
1 Vetro normale
Materiali speciali
(vetri al quarzo, Si, Ge, ecc.)
0
1 5 16 [mm]
SOLUZIONI
- Pulizia ottiche e finestre
- Calcolo dell’emissività effettiva che è data dal prodotto dell’emissività
dell’oggetto e dalla trasmissibilità dell’ostacolo. Per esempio, per un ostacolo
opaco = 0 e pertanto l’emissività effettiva sarà nulla qualsiasi sia l’emissivià
dell’oggetto perché l’ostacolo impedisce alla radiazione di raggiungere il
sensore.
EFF =
Corpo di interesse a T0
Oggetto a T1
SOLUZIONI CONTRO INTERFERENZE AMBIENTALI TRT
NO SI
Forno
V
SOLUZIONI CONTRO INTERFERENZE AMBIENTALI TRT
Oggetto
Sorgente di
disturbo
TERMOMETRI AD IRRAGGIAMENTO
Poiché il sensore deve essere sensibile alla radiazione emessa dall’oggetto essendo essa
proporzionale alla sua temperatura, esso è costruito in similitudine all’occhio umano che è una
forma di termometro che distingue i colori proprio perché emettono a certe lunghezze d’onda e a
certe temperature stabilite, come dimostrato da Herschel, per la prima volta.
L’occhio umano contiene:
- Una lente che focalizza il flusso fotonico dall’emettitore alla retina
- La retina che è il vero e proprio sensore di radiazione, che, stimolato dalla radiazione incidente,
produce un segnale che verrà trasmesso dai neuroni al cervello
- Il cervello che è l’indicatore o il registratore di segnale e misura la radiazione dell’emettitore ed,
essendo propriamente tarato dall’esperienza, correla l’intensità della radiazione alla temperatura e
al colore.
Il sensore ad irraggiamento detto anche ad infrarosso contiene gli stessi elementi di base:
- l’ottica di ricezione e di focalizzazione sul sensore
- il sensore sensibile alla radiazione, il cui segnale in uscita viene amplificato, convertito in un
segnale digitale e successivamente processato per ottenere un segnale proporzionale alla
temperatura dell’oggetto
- l’indicatore che può dare un output digitale o un segnale analogico che può essere registrato e
rielaborato successivamente.
TERMOMETRI AD IRRAGGIAMENTO
Per eliminare le parti in movimento che rendono molto complesso lo strumento, si usano rilevatori
di immagini di tipo simultaneo (staring tape) cioè matrici rettangolari di micro-sensori
(tipicamente 80000). I micro-sensori, che rappresentano i pixel della matrice, vengono interrogati
dall’elettronica in maniera sequenziale. Pertanto si mantiene il funzionamento a scansione ma per
via elettronica e non meccanica, pertanto il funzionamento dello strumento è molto più semplice.
Può essere necessario raffreddare i sensori per ridurre il rumore elettronico e migliorare la
sensibilità.
I sistemi di raffreddamento possono essere:
- Vasi Dewar con azoto liquido che va rabboccato ogni poche ore,
- Raffreddatori termoelettrici tipo Peltier senza parti in movimento,
- Sistemi refrigeranti meccanici in miniatura di tipo Stirling.
SENSORI ALL’INFRAROSSO – CARATTERISTICHE CHE DEFINISCONO LE PRESTAZIONI
1. Costante di tempo (o tempo di risposta del sensore): la gran parte dei sensori si
comporta come un sistema del primo ordine,
2. L’entità della risposta o responsività cioè volt di segnale per watt di radiazione incidente,
3. La potenza equivalente al rumore, che rappresenta la più piccola quantità di radiazione
incidente (in termini di potenza) che può essere avvertita. Questa è limitata dal livello
intrinseco di rumore del sensore. Infatti in assenza totale di radiazione, il sensore
fornisce ugualmente una piccola tensione di tipo random. L’entità in watt della radiazione
incidente, necessaria a produrre un segnale in intensità uguale al rumore (rapporto
segnale-rumore pari a 1), viene definita come potenza equivalente al rumore. Pertanto
un basso valore di potenza equivalente al rumore è auspicabile.
SENSORI ALL’INFRAROSSO - CATEGORIE
Sono disponibili diversi tipi di sensori per una vasta gamma di applicazioni:
- Visione notturna,
- Comunicazione in fibra ottica,
- Allarmi anti-intrusione,
- Scelta di prodotti agricola,
- Monitoraggio ambientale,
- Analisi chimica,
- Misura di temperatura.
La tecnologia dei microcircuiti e dei MEMS (Micro Electrical Mechanical System) ha permesso
un notevole sviluppo dei sensori di radiazione.
SENSORI ALL’INFRAROSSO - CATEGORIE
Occorre però considerare anche l’irraggiamento dell’ambiente e quello dello stesso termometro.
La radiazione proveniente dall’ambiente alla temperatura Tamb verrà riflessa dall’oggetto e
rilevata dal sensore come una potenza aggiuntiva irradiata dal corpo. Se il corpo è opaco si
avrà = 0, per la legge di Kirchhoff si ha = e pertanto la riflettanza dell’oggetto vale = 1
- .
L’irraggiamento dello stesso termometro invece sarà proporzionale alla sua temperatura Tsensore
e produrrà una diminuzione della potenza totale misurata perché rappresenta una cessione di
energia verso l’ambiente.
LEGAME TENSIONE-TEMPERATURA
Togg =4
U − C (1 − )T 4
amb + CT 4
sensore
C
Occorre pertanto conoscere la temperatura dell’ambiente, la temperatura
del sensore e l’emissività dell’oggetto.
LEGAME TENSIONE-TEMPERATURA
Tensione (mV)
Temperatura (°C)
LEGAME TENSIONE-TEMPERATURA
>5% 5% 2% 5% >5% Zona verde: campo lineare con incertezza di linearità del 2%
Tensione (mV)
Temperatura (°C)
APPLICAZIONI TIPICHE
La termocamera è uno strumento che rileva l’intensità della radiazione all’infrarosso di un corpo, non è quindi
uno strumento che misura la temperatura. Tale radiazione viene poi elaborata dall’elettronica della macchina
fino a sviluppare un’immagine di tipo radiometrica digitale nella quale è possibile visualizzare la temperatura
dell’oggetto.
La termocamera è quindi uno strumento che memorizza l’immagine o il fotogramma convertendo l’infrarosso,
invisibile all’occhio umano, in un’immagine visibile rappresentata in falsi colori.
I principali parametri che caratterizzano una termocamera sono:
• Tipologia del sensore;
• Campo spettrale;
• Risoluzione termica;
• Risoluzione geometrica;
• Frequenza di acquisizione;
• Ottica;
• Fattore di vista.
TIPOLOGIA DI SENSORI
DETECTOR FOTONICI
Sono costituiti da materiali semiconduttori che assorbono la radiazione che interagisce
con gli elettroni.
Il segnale elettrico in uscita è proporzionale alla variazione di distribuzione energetica.
Questi sensori hanno le seguenti caratteristiche:
- mostrano una dipendenza della risposta, per unità di radiazione incidente, selettiva
riguardo la lunghezza d’onda;
- hanno una risposta veloce e un ottimo rapporto segnale-rumore;
- richiedono un raffreddamento criogenico.
DETECTOR TERMICI
FPA
Nelle termocamere all’infrarosso si utilizzano matrici di bolometri dette FPA (Focal
Plane Arrays). I singoli bolometri in genere sono termistori ovvero termoresistenze a
strato sottile costituite da materiali semiconduttori (VOX o ossido di vanadio o silicio).
Le matrici di bolometri possono raggiungere dimensioni di 160x120 fino a 1024x1024
elementi o pixel (in analogia alla visione).
Nelle prime termocamere si utilizzavano array lineari di detectors. La radiazione
incidente veniva proiettata attraverso ottiche fisse e un prisma rotante che deviava la
radiazione, sui vari elementi dell’array lineare in sequenza (sistema multiplexato).
FPA a scansione Sensori disposti secondo
un array lineare
Ottica fissa
FPA
A partire dalla metà degli anni novanta, grazie alla maggiore disponibilità della
tecnologia dei circuiti integrati, si sono sviluppati array di detectors (costituiti da N
detectors) che non hanno bisogno di sistemi di scansione (Staring FPA). L’array di
microbolometri è posizionato sul piano focale dell’ottica: in questo modo si può
discretizzare la radiazione incidente su ogni pixel.
FPA staring
CAMPO SPETTRALE
0.75 μm 1000 μm
Effetto della risoluzione geometrica sul termogramma acquisito. I sensori della termocamera usata per
acquisire il termogramma di destra hanno una dimensione minore → risoluzione geometrica migliore. Notare
che i bordi vengono visualizzati nel termogramma di destra mentre sono sfumati in quello di sinistra.
FREQUENZA DI ACQUISIZIONE
Es. Un sensore da 320X240 pixels ha in totale 76.800 pixels. La porzione di campo visivo
che corrisponde ad ogni singolo pixel è pertanto di 1/76.800 del campo visivo totale.
TERMOGRAFIA PER LA DIAGNOSTICA
Le termocamere si prestano ad innumerevoli applicazioni, nel settore industriale e nel campo della
manutenzione preventiva. Esistono due approcci di prova:
- termografia passiva che permette di testare materiali che si trovano a diversa temperatura
rispetto a quella ambiente con un gradiente termico tale da permettere di avere delle immagini
termografiche con sufficiente contrasto. Pertanto non è necessario applicare una perturbazione
termica esterna. Viene applicata per l’ispezione di edifici, il controllo di processi industriali,
manutenzione di impianti, ispezioni militari, controllo di saldature, rilevamento di incendi e
diagnostica in medicina.
- termografia attiva che richiede una stimolazione termica esterna per generare una rilevante
differenza di temperatura tra misurando ed ambiente. Senza l’applicazione della perturbazione
termica non si potrebbero estrarre informazioni dai termogrammi poiché la distribuzione di
temperatura in superficie non è correlata a strutture (difetti) subsuperficiali. Viene applicata per
analisi di materiali, controlli non distruttivi in aeronautica, controllo di circuiti elettrici,…
TERMOGRAFIA PASSIVA
Consiste nel monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione delle variazioni di temperatura sulla superficie
durante l’applicazione di una sollecitazione.
Nella termografia passiva non è previsto l’uso di sorgenti di eccitazione termica esterne. Ciò che si ricerca è la
presenza di eventuali profili di temperatura anomali, in quanto questi possono essere sinonimo di difettosità.
Il termine chiave è una differenza di temperatura (rispetto ad un riferimento), spesso indicato come valore
T, o punto caldo. In generale la termografia passiva è qualitativa, poiché il suo fine è solo quello di
evidenziare anomalie. Tuttavia alcune analisi possono fornire dati quantitativi se è disponibile un qualche
modello matematico che metta in relazione le misure di temperatura superficiale (isoterme) con un evento o
un comportamento specifico.
Struttura
subsuperficiale
Dispositivo di
visualizzazione, TERMOCAMERA
elaborazione e
registrazione dati
Oggetto di
prova
TERMOGRAFIA ATTIVA
Nella termografia attiva è necessario fornire energia al campione in esame in modo da rilevare la presenza di eventuali
anomalie. Osservando la modalità di raffreddamento del campione è possibile rilevare la presenza di eventuali difettosità.
L’eccitazione termica, infatti, attiva una reazione in termini di trasmissione del calore. Osservando il transitorio di
raffreddamento è possibile rilevare difetti, in quanto, in queste zone, il raffreddamento avviene con modalità differenti. Questa
metodologia si deve perciò inquadrare come analisi in regime variabile e non stazionario. L’eccitazione è di origine termica (si
possono usare ad esempio lampade nell’IR); la potenza dell’eccitazione può variare a seconda delle caratteristiche del
campione su cui si sta eseguendo la prova.
Struttura
subsuperficiale
(difetto)
Dispositivo di
visualizzazione, TERMOCAMERA
elaborazione e
registrazione dati
Oggetto di
prova
TERMOGRAFIA ATTIVA
Lampada per
eccitazione
nell’IR
(potenza 1 kW)
Se il profilo del carico termico varia nel tempo con legge sinusoidale come in
figura,
tempo
il profilo di temperatura della superficie dell’oggetto riscaldato sarà di tipo
crescente nei tratti di salita del carico termico e di discesa nei tratti di discesa
del carico. Si avrà anche un certo sfasamento dovuto alla inerzia termica del
materiale.
raffreddamento
riscaldamento
temperatura
tempo
TERMOGRAFIA PULSATA
Il termine PULSATO è da intendersi riferito alla modalità con cui l’eccitazione termica viene
trasferita al campione in esame. Si tratta di una delle tipologie di eccitazione più usate. Una
delle ragioni risiede nella rapidità dell’ispezione, in cui si usa una breve stimolazione
termica pulsata da pochi millisecondi per materiali altamente conduttivi (come i metalli)
fino a pochi secondi per materiali poco conduttivi (come plastiche, laminati di grafite
epossidica, ecc.). In sintesi, questo metodo consiste nel riscaldare brevemente il campione
per poi registrare la curva di decadimento della temperatura.
TERMOGRAFIA PULSATA
Nella figura seguente viene schematizzato un sistema di termografia attiva in cui l’oggetto
di misura viene riscaldato con un impulso termico di durata di 2-15 ms. La termocamera
registra il transitorio termico che si crea a causa del riscaldamento impulsivo.
Difetto
interno
Impulso
termico Termocamera
Unità di
Stato
controllo
transitorio
PC
Oggetto di
misura
TERMOGRAFIA PULSATA
La temperatura del materiale cambia rapidamente dopo l’impulso iniziale poiché i fronti termici si
propagano per diffusione sotto la superficie ed anche per perdite di radiazione e convezione. La
presenza di un difetto sotto la superficie altera il tasso di diffusione, cosicché andando ad
osservare la temperatura superficiale una volta che il fronte termico sia emerso, nella regione che
sovrasta il difetto si ha una diversa temperatura rispetto alle zone circostanti.
Osserviamo la dinamica della distribuzione di temperatura sulla superficie di un oggetto in cui sia
presente un difetto sub-superficiale.
Se si considerano due punti, uno sopra il difetto (asterisco rosso) e uno lontano da esso (asterisco blu), e si
confrontano i transitori termici su questi due punti, si osserva che in quello relativo alla zona difettata si ha un
raffreddamento più lento.
Metodo in riflessione
Nella configurazione in riflessione sorgente e termocamera vengono posizionate dallo
stesso lato rispetto alla superficie del campione. Questo tipo di set-up viene realizzato quando si vogliono
ricercare difetti presenti sulla faccia anteriore del pezzo in esame.
Calore applicato
1. Oggetto di misura
2. Difetto
3. Sorgenti di calore
4. Termocamera
5. Distribuzione termica sulla
superficie posteriore
6. Distribuzione termica sulla
superficie frontale
6
Calore riflesso
TERMOGRAFIA PULSATA
Metodo in trasmissione
Nella configurazione in trasmissione sorgente termica e termocamera vengono posizionate su lati opposti rispetto
alla superficie da indagare. Questo tipo di set-up viene realizzato quando si vogliono ricercare difetti presenti
sulla faccia posteriore del campione in esame.
Calore applicato
1. Oggetto di misura
2. Difetto
3. Sorgenti di calore
4. Termocamera
5. Distribuzione termica sulla
superficie posteriore
6. Distribuzione termica sulla
superficie frontale
6
Calore trasmesso
TERMOGRAFIA PER LA DIAGNOSTICA INDUSTRIALE
Applicazioni meccaniche
La termografia è ormai diventata comune anche nel settore dell’industria meccanica. I dati
termografici possono costituire una fonte inestimabile di informazioni complementari agli studi
sulle vibrazioni nel monitoraggio di apparecchiature meccaniche.
TERMOGRAFIA PER LA DIAGNOSTICA
Applicazioni meccaniche
Es. Applicazione per il monitoraggio dei cuscinetti volventi