Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La firma vibrazionale di una macchina è in genere identificata con lo spettro del segnale
di vibrazione misurato sulla macchina stessa. In genere la diagnostica di una macchina
sulla base della vibrazione misurata sulla stessa avviene in 3 stadi:
1. Monitoraggio della tendenza dell’ampiezza RMS della vibrazione. In questa fase
vengono registrate le storie temporali della vibrazione della macchina e dalle storie
temporali si ricavano due indicatori:
• Il valore RMS che viene riportato in un grafico di tendenza
• Lo spettro della vibrazione (effettuando la trasformata di Fourier del segnale nel
tempo) che viene tenuto in memoria come spettro di riferimento (firma
vibrazionale).
2. Notifica di allarme quando vengono superate le tolleranze
3. Diagnosi approfondita confrontando la firma vibrazionale misurata in condizioni buone
e quella misurata in condizioni di allarme.
Diagnostica delle macchine mediante analisi di vibrazione
1. Monitoraggio
• Trend RMS nel tempo
Dallo spettro ottenuto nella condizione non difettata non si notano particolari picchi
a frequenze particolari che potrebbero indicare presenza di difetti
Diagnostica delle macchine mediante analisi di vibrazione
BUONO DIFETTATO
Diagnostica delle macchine mediante analisi di vibrazione
BUONO DIFETTATO
Spostamento radiale
Cuscinetti
Spostamento
angolare
Il disallineamento dell’albero di una macchina rotante provoca vibrazioni assiale alla frequenza di rotazione
dell’albero e una vibrazione radiale alla seconda armonica (frequenza doppia) della rotazione.
Frequenza di
rotazione
dell’albero fn vibrazione assiale vibrazione radiale f
fn 2fn
Può aversi disallineamento a causa degli accoppiamenti, per esempio sui cuscinetti o a causa di alberi inflessi. Il
disallineamento può produrre il fenomeno dell’instabilità subsincrona per effetto della diminuzione di carico sui
cuscinetti lubrificati.
Difetti tipici delle macchine rotanti
1. Difetti del rotore: DISALLINEAMENTO
Generazione della vibrazione assiale
0° di MINIMO SPOSTAMENTO
rotazione In un giro dell’albero si passa da
un minimo spostamento a un
90° di massimo spostamento →
rotazione vibrazione alla stessa frequenza
di rotazione
180° di MASSIMO SPOSTAMENTO
rotazione
270° di
rotazione
360° di
rotazione
Albero Albero MINIMO SPOSTAMENTO
rigido flessibile
Difetti tipici delle macchine rotanti
1. Difetti del rotore: DISALLINEAMENTO
Generazione della vibrazione radiale
MASSIMO SPOSTAMENTO
0° di
rotazione MINIMO SPOSTAMENTO In un giro dell’albero si passa 2
90° di volte da un minimo spostamento
rotazione a un massimo spostamento →
MASSIMO SPOSTAMENTO vibrazione alla frequenza doppia
180° di della rotazione
rotazione MINIMO SPOSTAMENTO
270° di
rotazione MASSIMO SPOSTAMENTO
360° di
rotazione
Albero rigido Albero flessibile
Difetti tipici delle macchine rotanti
2. Difetti di origine elettromagnetica
Sono una componente molto importante nelle macchine elettriche. Gli effetti sulle
vibrazioni dovuti a questi difetti scompaiono disalimentando la macchina mentre gli
effetti dei difetti meccanici diminuiscono al diminuire del numero di giri.
Nei motori elettrici il campo magnetico rotante genera forze alternate. Nel caso di
motore elettrico con p poli si verifica una vibrazione multipla della frequenza di rete o di
alimentazione fn e in particolare a pfn.
Moto di precessione
dell’ albero
Rotazione albero
Rotazione albero
Forza centrifuga
Backward whip
Forza d’attrito
coulombiano opposta
alla velocità di rotazione
Difetti tipici delle macchine rotanti
3. Fenomeni autoeccitati
Oil whirl
Nel caso in cui tra rotore e statore sia presente un cuscino di fluido (per esempio di olio), quando il
rotore comprime l’olio contro lo statore si genera una forza che si oppone allo spostamento radiale
dell’albero.
Decremento della
Ma l’olio, che è un fluido viscoso viene pressione dell’olio
trascinato in rotazione dal rotore con una
velocità media pari alla metà della velocità
tangenziale del rotore. Il fatto che la Fluido
distribuzione della pressione dell’olio non è entrante
simmetrica rispetto alla verticale nel punto di Rotazione albero
contatto genera una forza di pressione risultante
che non è verticale ma inclinata e diretta dalla Forza di pressione
zona ad alta pressione (+) verso la zona ad alta
pressione (-). Si genera una componente di
forza tangenziale diretta nel senso della Incremento della
rotazione che produce un moto vorticoso pressione dell’olio
dell’olio (whirl). Forza destabilizzante
sul cuscinetto
Difetti tipici delle macchine rotanti
3. Fenomeni autoeccitati
Oil whirl
Anche in questo caso si genera un fenomeno di precessione dell’albero, concorde con il verso
della rotazione, che si può osservare facendo una misura di orbita dell’albero stesso. La frequenza
di questa instabilità è in genere il 50% ma anche il 42-48% della frequenza di rotazione per questo
è detta sub-sincrona perché è una sotto-armonica.
Le cause dell’oil whirl sono il disallineamento o la cattiva progettazione del cuscinetto.
Moto di precessione
dell’albero
Forza di pressione
whirl
Difetti tipici delle macchine rotanti
4. Accoppiamenti laschi
Spettro Spettro
ω2
ω1
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Rotismi ordinari ad assi fissi
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Rotismi ordinari ad assi fissi
La frequenza di coincidenza si determina considerando il fatto che, a partire dall’istante iniziale in cui i
due difetti sono a contatto, i due difetti si incontreranno di nuovo quando le due ruote hanno effettuato un
numero intero di giri, rispettivamente k1 e k2, tali per cui: z2
k1 = k 2
z1
k1 z1 = k2 z2 = z1 z2
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Si è visto dunque che nei rotismi ordinari le vibrazioni si manifestano alla meshing frequency che è
un multiplo intero della frequenza di rotazione della ruota e spesso alle sue armoniche superiori,
che si presentano per effetti di non-linearità prodotti dall’usura dei denti. Questa proprietà
differenzia i rotismi dai cuscinetti, che invece presentano vibrazioni a frequenze multiple non intere
della rotazione dell’albero, come vedremo più avanti.
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Effetto di difetti localizzati
Se c’è un difetto localizzato (per esempio un solo dente difettato) al passaggio del carico sul difetto si ha
maggiore deflessione. Al segnale ordinario si sovrappone una serie di impulsi come si vede nella seguente
storia temporale:
Si ha una modulazione di ampiezza dovuta a un impulso molto breve che si ripete una volta ogni
rivoluzione della ruota.
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Effetto di difetti localizzati
Nel dominio della frequenza si ha la meshing frequency e le sue armoniche superiori e le loro bande laterali
che però sono molto piatte. Ciò è tipico di un impulso che si ripete periodicamente nel segnale.
Difetti nei riduttori a ingranaggi
Rotismi planetari
Nei rotismi planetari le frequenze generate, oltre che dal moto della ruota solare
e del portatreno attorno agli assi fissi, derivano dalla rotazione delle ruote
planetarie introno ai loro assi mobili. corona
Vibrazione dovuta
1.5
allo scoppio
1
Vibrazione del Vibrazione del
pistone manovellismo
0.5
-0.5
-1
-1.5
-0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5
Per analizzare questo tipo di fenomeni non si può utilizzare l’analisi di Fourier effettuando medie in frequenza, perché le vibrazioni che
avvengono in diverse fasi verrebbero mediate tra loro e si eliderebbero. Si utilizzano pertanto medie sincrone nel tempo, come verrà
descritto nelle sessioni di studio.
Analisi del segnale per la diagnostica di macchine alternative
1 ciclo
1 ciclo
Per operare un’analisi in frequenza occorre acquisire un segnale di trigger. Sul plot in basso è rappresentato
un segnale di un encoder o dinamo tachimetrica che produce un impulso ogni ciclo del motore.
Analisi del segnale per la diagnostica di macchine alternative
Pertanto il segnale dell’accelerometro verrà finestrato mediante finestre di Hanning che verranno ritardate in
maniera progressiva (τ1, τ2, τ3, …) rispetto al segnale di trigger. Questo si effettuerà per ogni impulso del
segnale tacho.
… … …
τ1 τ1
τ1
τ2 τ2 τ2
τ3 τ3 τ3
Analisi del segnale per la diagnostica di macchine alternative
Per ogni spezzone si effettua la FFT e si farà una media degli spettri corrispondenti alla stessa fase
del motore, ovvero:
S1 = S11 + S 21 + S31 + ...
S1 pertanto sarà lo spettro mediato rappresentativo del fenomeno che avviene all’istante τ1 rispetto al
trigger. Si avranno allo stesso modo gli spettri medi relativi agli istanti τ2 e τ3.
Difetti nelle trasmissioni a cinghia
D2/2 D2/2
D1/2 D1/2
La lunghezza della cinghia diritta può essere calcolata conoscendo i raggi delle due
pulegge (R1=D1/2 e R2=D2/2 ) e l’interasse delle pulegge (a).
Difetti nelle trasmissioni a cinghia
Osservando il disegno si può calcolare lo sviluppo totale o lunghezza della cinghia diritta.
A B
CD
γ γ
R1 R2
γ
γ
F E
H G
a
L = AB + BD + CF − CD − EF + EG + GH + HA
Infatti lo sviluppo della cinghia sarà dato dalla semicirconferenza della puleggia maggiore
(HA=πR1), dall’arco di abbraccio preso due volte (AB+GH), dai rami tesi (BD+EG), dalla
semicirconferenza della puleggia minore meno i due archi (CD e EF) che sono già stati
considerati nei rami tesi (CF-CD-EF=πR2-CD-EF).
Difetti nelle trasmissioni a cinghia
L = 2 AB + 2 BD − 2CD + CF + HA = 2 AB + 2 BD − 2CD + ( R1 + R2 )
Dal triangolo rettangolo O1O2K i cui lati sono: O1O2=a e O1K=R1-R2 si può calcolare:
A B
CD R1 − R2 = a sin
γ K
R1 − R2
O1 γ O2 sin =
a
a
Difetti nelle trasmissioni a cinghia
L=2
(R 1 − R2 )
2
+ 2a + (R1 + R2 )
a
Nel caso di cinghia incrociata si ricava invece che la lunghezza della cinghia è:
L=2
(R 1 + R2 )
2
+ 2a + (R1 + R2 )
a
Difetti nelle trasmissioni a cinghia
Per il calcolo della vibrazione indotta dal passaggio di un difetto si deve conoscere la velocità periferica della
cinghia che vale: D D
v = 1 1
= 2 2
2 2
dove D1 e D2 sono i diametri delle due pulegge.
Se L è la lunghezza della cinghia la frequenza di passaggio del difetto fc sarà:
v D D
fc = = 1 1 = 2 2
L 2L 2L
dove ω1 e ω2 sono le frequenze angolari degli alberi rotanti.
Nel dominio del tempo il difetto dà luogo a un treno di impulsi la cui durata cresce con la lunghezza del difetto.
Lo spettro è costituito da fc e dalle sue armoniche.
Vibrazioni trasversali di rami liberi dii una cinghia di trasmissione
Si consideri la trasmissione a cinghia riportata in figura la cui lunghezza dei rami liberi è L0.
L0
La velocità di propagazione dell’onda trasversale in una struttura flessibile, per esempio una
corda tesa che può rappresentare il ramo di cinghia, vale:
T
c=
S
dove T è la forza di tensione applicata sulla cinghia, ρ la densità di voluma della cinghia e S
la sezione della cinghia.
Vibrazioni trasversali di rami liberi dii una cinghia di trasmissione
Per una cinghia ferma il tempo necessario perché la perturbazione percorra tutto il ramo libero è:
2 L0
t=
c
e pertanto la frequenza naturale della vibrazione trasversale, che è l’inverso di questo tempo, è:
c
f =
2L0
Se la cinghia è in movimento con velocità v (pari a ωR, se ω è la velocità di rotazione della puleggia, cioè
la frequenza angolare e R il raggio della puleggia) il tempo t+ impiegato dalla perturbazione per
percorrere il ramo di cinghia nel verso di moto della cinghia stessa è minore del tempo t- impiegato per
percorrere il ramo nel verso opposto:
L0 L0
t+ = t− =
c+v c−v
Il tempo totale per andare avanti e indietro sarà: L0 L0 2c
t= + = 2 2 L0
c+v c−v c −v
Vibrazioni trasversali di rami liberi dii una cinghia di trasmissione
La frequenza naturale del primo modo di vibrare flessionale della cinghia sarà pertanto l’inverso di
questo tempo ovvero: 2
c −v
2
f =
2 L0 c
e le frequenze dei modi superiori saranno armoniche della prima frequenza naturale:
c2 − v2
fn = n n = 1, 2, ...
2 L0 c
Ricordandosi che la frequenza naturale del primo modo di vibrare in condizioni statiche
(cinghia ferma) vale: f * = c 2L0
si può scrivere: v2
1− 2
c2 − v2 c c v2 * v2
fn = n = nc 2
=n 1 − 2 = nf 1 − 2
2 L0 c 2 L0 c 2 L0 c c
Le frequenze di vibrazione delle cinghie non dipende solo dalle caratteristiche costruttive
(geometria e materiale) ma anche dalla tensione sulla cinghia.
Difetti nei cuscinetti
I cuscinetti sono la causa più comune di avaria nelle macchine di medie dimensioni. I difetti locali di
un elemento di cuscinetto volvente causano una serie di impulsi con cadenza che dipende dalla
posizione del difetto (pista sull’anello interno, pista sull’anello esterno, sfera o rullo, gabbia). Per
determinare le frequenze di tali difetti occorre studiare la cinematica del cuscinetto.
α
Ve
fe Vg
d d
De/2
Vi
fr Di/2 Dp/2
fi
Difetti nei cuscinetti
I dati geometrici del cuscinetto sono:
- Di il diametro della pista dell’anello interno
- De il diametro della pista dell’anello esterno
- Dp il diametro primitivo
- d il diametro della sfera
- α angolo di contatto che si considera costante
α
Ve
ωe Vg
d d
De/2
Vi
ωr Di/2 Dp/2
ωi
Difetti nei cuscinetti
I dati cinematici del cuscinetto sono:
- ωi e Vi la velocità angolare (in rad/s) e la velocità periferica (tangenziale) dell’anello interno
- ωe e Ve la velocità angolare (in rad/s) e la velocità periferica (tangenziale) dell’anello esterno
- ωr la velocità angolare (in rad/s) dei corpi volvente intorno al loro asse
- Vg la velocità periferica (tangenziale) della gabbia
α
Ve
ωe Vg
d d
De/2
Vi
ωr Di/2 Dp/2
ωi
Difetti nei cuscinetti
Di + De
Dalla geometria si può calcolare il diametro primitivo come: Dp =
2
Mentre i diametri delle piste sono: Di = D p − d cos
De = D p + d cos
Di D p − d cos
Vi = i = i
2 2
D D p + d cos
Ve = e e = e
2 2
La velocità periferica della gabbia è la media delle velocità periferiche delle piste, trascurando slittamenti:
Vi + Ve i (D p − d cos ) + e (D p + d cos )
Vg = =
2 4
Difetti nei cuscinetti
Dp
Si converta la velocità periferica (Vg) in frequenza (fg in Hz): Vg = g D p = 2f g = f g D p
2
i = 2f i
Si convertano anche le frequenze angolari (ω) in frequenza (f in Hz):
e = 2f e
f g D p =
4
La frequenza di rotazione della gabbia diventa:
d d
f i 1 − cos + f e 1 + cos
D D
fg = p p
2
Questa è la frequenza fondamentale del treno di impulsi che si generano al contatto degli elementi volventi con le piste ed è
detta FUNDAMENTAL TRAIN FREQUENCY (FTF).
Difetti nei cuscinetti
In genere una delle due piste di un cuscinetto è stazionaria e più comunemente è l’anello esterno ad essere
fermo → e = 0
La FTF sarà:
d
f i 1 − cos
D
f FTF = p
2
La frequenza di rotazione degli elementi volventi rispetto alla pista interna si calcola come:
f ri = f g − f i
d d d d
f i 1 − cos + f e 1 + cos f e 1 + cos − f i 1 + cos
D D 2f D D
f ri = p p − i = p p
2 2 2
Difetti nei cuscinetti
f e − f i d
Pertanto: f ri = 1+ cos
2 D p
Se il numero degli elementi volventi è Z si ottiene la frequenza di passaggio delle sfere sulla pista interna, o
BALL PASSING FREQUENCY ON THE INNER RACE (BPFI), è:
f e − f i d
f BPFI =Z 1+ cos
2 D p
Nel caso di anello esterno fisso si ha:
Zf
f BPFI =− i 1 + d cos
2 D
p
Allo stesso modo si può calcolare la frequenza di passaggio delle sfere sulla pista esterna, o BALL PASSING
FREQUENCY ON THE OUTER RACE (BPFO), è:
f e − f i d
f re = f e − f g = 1− cos
2 Dp
Difetti nei cuscinetti
f e − f i d
Pertanto: f BPFO =Z 1− cos
2 D p
Zf
Nel caso di anello esterno fisso si ha: f BPFO =− i 1 − d cos
2 D
p
La frequenza di rotazione degli elementi volventi intorno al proprio asse (BALL SPINNING FREQUENCY, BSF),
trascurando slittamenti, si ricava dal fatto che la velocità periferica della sfera Vri è uguale alla velocità periferica della
pista interna:
Di d Vri fBSF
Vri = f ri = f BSF
2 2
fi
da cui Dp
f BSF = f ri
d
Difetti nei cuscinetti
f e − f i Di
Pertanto:
d
f BSF = 1+ cos
2 Dp d
d
Sostituendo: Di = D p − d cos = D p 1 − cos
D
p
f e − f i d Dp d fe − fi Dp d
2
f BSF =− 1− cos
2 d D p
Nel caso di anello esterno fisso si ha:
Queste relazioni sono state ricavate nel caso di rotolamento puro ovvero nel caso di slittamenti trascurabili.
Difetti nei cuscinetti
Dalle espressioni delle frequenze tipiche dei cuscinetti si può risalire alle frequenze di vibrazione che si
instaureranno in condizioni operative e in caso di presenza di difetti. Innanzitutto occorre notare che la
presenza di gioco radiale, che deve necessariamente esistere in un cuscinetto a rotolamento, comporta un
cambiamento periodico della posizione del centro dell’anello interno, fra la posizione O1 assunta quando
l’anello interno poggia sul corpo volvente e la posizione O2 assunta quanto l’anello interno poggia tra un corpo
volvente e l’altro.
O O
gioco radiale O1 O2
spostamento
Difetti nei cuscinetti
Questa oscillazione periodica avviene con frequenza corrispondente alla velocità di rotazione della gabbia
moltiplicata per il numero degli spazi tra i corpi volventi, ovvero il numero dei corpi volventi Z. Nel caso di anello
esterno fisso si ha:
1 d
fi 1 − cos N
2 Dp
1 ni d
1− cos N
2 60 D p
Difetti nei cuscinetti
Le altre fonti di vibrazione sono legate a difetti localizzati, che possono essere nell’anello esterno, nell’anello interno o nei
corpi volventi. Se il difetto è nei corpi volventi esso urta sia l’anello interno sia quello esterno cioè si verificano due impatti
per ogni corpo volvente.
Le frequenze dei difetti sono pertanto queste:
Per il calcolo delle frequenze dei difetti dei cuscinetti si può utilizzare il sito del produttore SKF:
https://www.skfbearingselect.com/#/bearing-selection-start
Calcolo delle frequenze dei difetti dei cuscinetti
f BPFI = 155 Hz
f BPFO = 105 Hz
f BSF = 98.6 Hz
Dati del cuscinetto 1205 ETN9
Vibrazioni prodotte dai difetti nei cuscinetti in funzione della loro posizione
P1
P5 tempo
P2, P3
F P4 P4
tempo
P5
tempo
P3 P2
P1 tempo
Vibrazioni prodotte dai difetti nei cuscinetti in funzione della loro posizione
tempo
Modulazione alla
F
frequenza di
rotazione fs
frequenza
fbpfi
Vibrazioni prodotte dai difetti nei cuscinetti in funzione della loro posizione
tempo
Modulazione alla
F
frequenza di
rotazione fs
frequenza
fbsf
Vibrazioni prodotte dai difetti nei cuscinetti in funzione della loro posizione
Caso di due difetti localizzati posti in posizioni diametralmente opposte sull’anello fisso
Si avranno due casi:
- Se il numero di corpi volventi è pari i due treni di impulsi si sovrappongono temporalmente perché si ha un impulso
del corpo volvente sul difetto in basso e un impulso di un altro corpo volvente sul difetto in alto
contemporaneamente.
- Se il numero di corpi volventi è dispari, quando un corpo volvente impatta sul difetto in basso, sul difetto in alto ci
sarà un vano. Pertanto gli impulsi sui due difetti sono sfasati temporalmente. Inoltre, quando il corpo volvente
impatta sul difetto in basso, si avrà una ampiezza di vibrazione più elevata rispetto a quella che si genera quando il
corpo volvente impatta sul difetto in alto, essendo un punto più scarico.
Un difetto →
Due difetti tempo
F n. di corpi volventi →
pari
tempo
Due difetti
n. di corpi volventi →
dispari
tempo
Vibrazioni prodotte dai difetti distribuiti
I difetti localizzati sono un’indicazione di un’avaria in corso di avanzamento. Ma nel caso di difetti pienamente sviluppati si
ha a che fare con difetti distribuiti (difetti di circolarità delle piste, corpi rotolanti diseguali, …). I difetti distribuiti sono indice
della qualità dei cuscinetti (produzione o istallazione) e possono influire sulla loro durata.
Tecniche di identificazione (diagnostica) dei difetti nei cuscinetti
Le vibrazioni dei cuscinetti a rotolamento possono essere rilevate in vari modi, ma siccome esse si sovrappongono a quelle
generati dagli altri organi di macchina, è molto complesso riuscire a separarle in modo da evidenziare la firma del cuscinetto
epurata dal resto (in quanto ai fini diagnostici le vibrazioni degli altri organi di macchina sono ingressi interferenti).
La natura impulsiva delle vibrazioni generate da un difetto in un cuscinetto a rotolamento fa si che si producano componenti ad
alta frequenza. Nella fase iniziale dello sviluppo del difetto esso è così piccolo che produce degli impulsi di brevissima durata.
Tali impulsi hanno un contenuto spettrale molto ampio, fino anche a 300 kHz.
- Tecniche nel dominio del tempo, che sfruttano tecniche di filtraggio in alta frequenza
- Tecniche wavelet.
Le prime due tecniche sono quelle più utilizzate. Delle altre due verranno solo riportati degli esempi nelle sessioni di studio.
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Dominio del tempo
Le tecniche nel dominio del tempo si basano sull’analisi di parametri legati al segnale di vibrazione che
indicano la sua impulsività, come il fattore di cresta e il kurtosis. Questi parametri sono indipendenti dal livello
del segnale in quanto, entrambi sono normalizzati rispetto al suo RMS, pertanto non variano al variare del
carico.
Il kurtosis, il momento statistico centrale di ordine 4 normalizzato, è molto più ripetibile del fattore di cresta.
La presenza contemporanea di più difetti o di difetti molto sviluppati e perciò distribuiti fa diminuire l’impulsività
del segnale e fa aumentare complessivamente il livello del suo RMS, pertanto i valori del fattore di cresta e di
kurtosis sono molto piccoli e non sono più indicativi della presenza del difetto.
Pertanto si può concludere che:
- Se il difetto è incipiente si hanno fattore di cresta e kurtosis alto e RMS basso,
- Se il difetto è sviluppato aumenta l’RMS e il fattore di cresta e il kurtosis ritornano ad essere modesti.
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Dominio del tempo
Si consideri un segnale di accelerazione misurato su un cuscinetto con difetto sull’anello interno campionato a
100 kHz.
Si notano degli impatti che si ripetono alla frequenza di passaggio degli elementi volventi sulla pista
danneggiata (fbpfi) e una modulazione di periodo pari all’inverso della frequenza di rotazione dell’albero (fs).
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Dominio del tempo
Se si fa uno zoom nei primi 10 ms del segnale si osservano gli impatti e la vibrazione che essi eccitano e che
gradualmente decade a causa dello smorzamento del sistema.
Se si calcolano i parametri statistici (RMS, fattore di cresta o FC e kurtosis) del segnale si osserva che:
- nel cuscinetto sano si ha: RMS = 5.49 g, FC = 4.38, kurtosis = 3.75
- nel cuscinetto difettato si ha: RMS = 5.40 g, FC = 6.53, kurtosis = 4.57
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Dominio del tempo
I parametri di impulsività tra il cuscinetto sano e quello difettato non cambiano in maniera molto evidente.
Sono degli indicatori diagnostici poco sensibili.
La soluzione è quella di filtrare il segnale in alta frequenza in modo da eliminare il rumore e le vibrazioni degli
altri organi di macchina (che sono tutte a bassa frequenza, si pensi agli sbilanciamenti, ai difetti nei riduttori,
…). Filtrando il segnale precedente tra 20-40 kHz si ha:
Gli impatti (alla fbpfi) sono molto più evidenti. Si nota ancora la modulazione alla frequenza di rotazione
dell’albero (fs).
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Dominio del tempo
Se si calcolano i parametri statistici (RMS, fattore di cresta o FC e kurtosis) del segnale filatrato si osserva che:
- nel cuscinetto sano si ha: RMS = 0.48 g, FC = 4.33, kurtosis = 3.48
- nel cuscinetto difettato si ha: RMS = 1.69 g, FC = 10.33, kurtosis = 25.36
I parametri di impulsività del cuscinetto difettato sono evidentemente maggiori rispetto a quelli del cuscinetto
sano e pertanto sono degli indicatori diagnostici accurati.
Si noti che filtrando il segnale del cuscinetto sano il livello RMS diminuisce perché si elimina del contenuto di
segnale ma i parametri di impulsività rimangono abbastanza costanti in quanto il segnale non è caratterizzato da
componenti impulsive e l’applicazione del filtro non influisce su tale caratteristica.
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Analisi di inviluppo
Ogni volta che un difetto localizzato in un cuscinetto viene a contatto con un’altra superficie del cuscinetto stesso si
genera un impulso molto breve rispetto al periodo con cui si ripete. Si genera pertanto un treno di impulsi che, essendo
di breve durata, hanno un’energia distribuita fino a range molto alti di frequenza. Pertanto questi impulsi eccitano le
risonanze dei cuscinetti in maniera periodica.
Cioè una o più risonanze vengono eccitate dall’impatto provocato dal difetto e poi decadono, ma dopo poco tempo
(ovvero dopo un periodo corrispondente all’inverso della frequenza caratteristica del difetto) vengono eccitate di nuovo
dall’impatto seguente. Questo fenomeno di eccitazione con una frequenza di ripetizione pari alla frequenza caratteristica
del difetto genera una vibrazione alla risonanza del cuscinetto ma modulata dalla stessa frequenza caratteristica del
difetto.
Per estrapolare la frequenza caratteristica del difetto occorre utilizzare l’analisi di inviluppo che permette di estrarre le
modulanti di un segnale modulato. Innanzitutto occorre filtrare il segnale con un filtro passa-banda centrato sulla
frequenza di risonanza del cuscinetto (eliminando così le componenti a bassa frequenza relative al moto di rotazione
dell’albero) e poi si calcola l’inviluppo del segnale con Trasformata di Hilbert. In genere si filtra il segnale con un filtro
passa-banda con soglia inferiore almeno 10 volte maggiore della frequenza di rotazione dell’albero.
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Analisi di inviluppo
2. Filtraggio del segnale con filtro passa-banda → segnale filtrato nel tempo
3. Calcolo dell’inviluppo (dominio del tempo) → calcolo dello spettro dell’inviluppo (FFT)
Si consideri il segnale di accelerazione misurato sul cuscinetto con difetto sull’anello interno riportato
nell’analisi nel dominio del tempo. Il segnale viene filtrato tra 20-40 kHz e ne viene calcolato l’inviluppo:
Tecniche di identificazione dei difetti nei cuscinetti – Analisi di inviluppo