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Dissipazione di Energia

0 1 2 3 4

Prof. Felice Carlo PONZO


Università degli studi della Basilicata.
STRATEGIE DI PROTEZIONE SISMICA
STRATEGIE INNOVATIVE
Controllo Passivo
SISTEMI DI CONTROLLO DELLE VIBRAZIONI

CONTROLLO PASSIVO CONTROLLO ATTIVO CONTROLLO IBRIDO

DISSIPAZIONE SMORZATORI ISOLAMENTO


DI ENERGIA A MASSA ALLA BASE

SMORZATORI SMORZATORI
ISTERETICI VISCOSI

PLASTICIZZAZIONE SMORZATORI LEGHE A MEMORIA


ATTRITIVI
DELL’ACCIAIO AL PIOMBO DI FORMA
Effetti del danneggiamento strutturale durante il sisma
5

Sa/PGA
2% 15%
4
5% 20%

3 10% 25%

Struttura elastica 2
Struttura Struttura
(sismi moderati) danneggiata isolata
1
To = N/12
x = 5% 0
0 0.5 1 1.5 2
1.5
T (sec)
1.2
Struttura con
dissipazione
Struttura danneggiata 0.9
(sismi violenti)
0.6
T = (1.5÷2) To
0.3
x = (15÷20) %
0
0 0.5 1 1.5 T (sec) 2
CONTROLLO PASSIVO
CONTROVENTI DISSIPATIVI e/o RICENTRANTI

MIGLIORAMENTO SISMICO DI STRUTTURE IN C.A.


MEDIANTE TECNICA DEL COTROLLO PASSIVO
BASATA SULLA DISSIPAZIONE DI ENERGIA
VANTAGGI

Riduzione della richiesta di


duttilità delle membrature in c.a.

Controllo delle forze trasmesse


dai controventi al telaio in c.a.

Riduzione degli spostamenti


interpiano

Riduzione dei danni alle parti


non strutturali

DISSIPAZIONE ENERGIA
Struttura con
Struttura convenzionale
controventi dissipativi
NTC08 - 11.9.1 TIPOLOGIE DI DISPOSITIVI
Ai fini della presente norma, si possono individuare le seguenti tipologie
di dispositivi:

DISPOSITIVI DIPENDENTI DALLO SPOSTAMENTO:


- Dispositivi a comportamento lineare: caratterizzati da un legame forza-
spostamento sostanzialmente lineare, fino ad un dato livello di spostamento,
con comportamento stabile per il numero di cicli richiesti e sostanzialmente
indipendente dalla velocità; nella fase di scarico non devono mostrare
spostamenti residui significativi.

- Dispositivi a comportamento non lineare: caratterizzati da un legame forza-


spostamento non lineare, con comportamento stabile per il numero di cicli
richiesti e sostanzialmente indipendente dalla velocità.

DISPOSITIVI DIPENDENTI DALLA VELOCITA’:


- detti anche Dispositivi a comportamento viscoso: caratterizzati dalla
dipendenza della forza soltanto dalla velocità o da velocità e spostamento
contemporaneamente; il loro funzionamento è basato sulle forze di reazione
causate dal flusso di un fluido viscoso attraverso orifizi o sistemi di valvole.
CONTROLLO PASSIVO
Dispositivi Dissipativi

Dispositivi dipendenti dallo spostamento


Metallici isteretici Ricentranti SMA Ad attrito

Dispositivi dipendenti dalla velocità


Visco-Elastici Fluido viscosi
CONTROLLO PASSIVO
Dispositivi Dissipativi

Cortesia di F. Braga
DISPOSIZIONE CONTROVENTI DISSIPATIVI

Posizione dei controventi influenza:


- la deformata della struttura (modifica le forme modali)
- l’efficacia dello smorzamento del sistema di controventi
- scelte architettoniche

L’inserimento dei controventi deve tendere a:


- ridurre/eliminare eventuali accoppiamenti roto/traslazionali
- indurre spostamenti interpiano costanti
- massimizzare lo smorzamento
- regolarizzare il comportamento dell’edificio in pianta ed
elevazione (regolarità degli edifici)
DISPOSIZIONE DISPOSITIVI DISSIPATIVI
CONFIGURAZIONI TIPICHE DI CONTROVENTI DISSIPATIVI
SCHEMI CONTROVENTI DISSIPATIVI

Cortesia di A. Vulcano
EFFETTI DELLA DISSIPAZIONE SUPPLEMENTARE DI ENERGIA
Dispositivi dipendenti
dallo spostamento
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Dispositivi a comportamento Lineare


Dispositivi a comportamento Lineare

Cortesia di F. Braga
Dispositivi a comportamento Lineare

Cortesia di F. Braga
Dispositivi a comportamento Lineare

Cortesia di F. Braga
Dispositivi a comportamento Lineare

Cortesia di F. Braga
Dispositivi a comportamento Lineare
I dispositivi “lineari” sono caratterizzati da un legame forza-
spostamento sostanzialmente indipendente dalla velocità e
pressoché lineare, non mostrando, allo scarico, spostamenti
residui significativi.
La rigidezza equivalente Ke e lo smorzamento equivalente xe
devono rispettare le seguenti limitazioni:
xe < 15%
|Ke – Kin| / Kin < 20%
Per assicurare un comportamento ciclico stabile deve risultare:
|Ke,(i) – Ke,(3)| / Ke,(3) < 10%

|xe,(1) - xe,(2)| / xe,(3) < 10% F

xe = Ed / (2 p F d ) = Ed / (2 p Ke d2) d
Ed
Dispositivi dipendenti
dallo spostamento
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Dispositivi a comportamento Non Lineare


Dispositivi a comportamento Non Lineare
Appartengono a questa categoria tutti quei dispositivi
caratterizzati da una risposta che risulta indipendente dalla
velocità e quindi dalla frequenza dell’eccitazione sismica.

La semplicità di realizzazione, l’invariabilità delle caratteristiche


meccaniche nel tempo e l’indipendenza dalla frequenza di
applicazione, oltre che da variabili ambientali quali la
temperatura, hanno pesantemente influenzato la diffusione di
questi dispositivi.

Essi presentano un comportamento forza-spostamento che può


essere di tipo:

- rigido-plastico (dissipatori attritivi),


- elasto-plastico (dissipatori isteretici)
- ricentrante.
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

d
Forza F
F

Fe-Strutt...

Fe-Contr.. F

d
Energia
dissipata
de-contr de-Strutt. Spostamento d
Dispositivi di tipo ATTRITIVO
I dispositivi attritivi ricorrono alle resistenze sviluppate tra le interfacce di solidi
in moto relativo per dissipare una considerevole quantità di energia di input
sotto forma di calore.

Vantaggi:
- Grande economicità e semplicità di messa in opera;
- Inattivi per bassi valori di forza (attivazione a soglia).

Svantaggi:
- Materiali caratterizzati da valori variabili del coefficiente di attrito;
- Materiali ad elevato coefficiente di attrito, per un alto numero di cicli, non
garantiscono una sufficiente ripetitività di comportamento;
- Differenze tra coefficiente di attrito statico e dinamico;
- I dispositivi a basso coefficiente di attrito possono essere inadeguati a
dissipare una quantità di energia sufficiente.
- Dipendenza del carico di scorrimento dei dispositivi dalla forza di pre-
sollecitazione prodotta dal serraggio del bullone (forza assiale).
- Variazione (per effetto delle condizioni al contorno) dei valori dei coefficienti di
attrito di superfici che per lungo tempo restano immobili a contatto.
DISSIPATORI AD ATTRITO

SLIDING BOLTED JOINT

Connessioni
realizzate con
piastre dotate di
fessure in cui i
bulloni possono
scorrere. Le
superfici sono
acciaio/acciaioo
acciaio/ottone.
(Fitzgerald, 1989)
DISSIPATORI AD ATTRITO
I controventi lavorano solo a trazione; sono collegati tra di loro da un
telaio snodabile e all’intersezione c’è un nodo con un cuscinetto ad
attrito (Pall e Marsh, 1982).
DISSIPATORI AD ATTRITO

Costituito da un pistone ricoperto da


cuscinetti frenanti in rame che scorre
all’interno di un cilindro in acciaio
(Aikene Kelly, 1990)
DISSIPATORI AD ATTRITO
Dispositivi di tipo ISTERETICO
I dissipatori isteretici sfruttano la capacità di alcuni materiali metallici, quali
l’acciaio e il piombo, che sottoposti a deformazioni cicliche si plasticizzano e
conseguentemente dissipano una parte notevole dell'energia introdotta dal
sisma.

Vantaggi
• Alta capacità di dissipazione di energia;
• Dissipazione significativa già per bassi valori di
spostamento;
• Grande stabilità delle caratteristiche nel tempo;
• Durabilità;
• Bassa sensibilità alle condizioni esterne (umidità,
temperatura, etc.);
• Bassi costi.

Svantaggi
• Spostamenti residui;
• rotture per cicli ripetuti ad alta richiesta di duttilità
>30 (Rottura a Fatica)
Dispositivi di tipo ISTERETICO in Acciaio
Dispositivi di tipo ISTERETICO in Acciaio
ADAS DEVICE (Added Damping And Stiffness) -
(Whittaker, 1991)
Dispositivi di tipo ISTERETICO in Acciaio

Cortesia di F. Braga
DISPOSITIVI BASATI ELEMENTI DI ACCIAIO DOLCE A FLESSIONE
TEST EFFETTUATO SULLE
UNITA’ DISSIPATIVE
PRESSO IL LABORATORIO
DiSGG DI POTENZA
DISPOSITIVI BASATI ELEMENTI DI ACCIAIO DOLCE A TAGLIO

Coprigiunto Dissipativo

E.D.C
DISPOSITIVI BASATI ELEMENTI DI ACCIAIO DOLCE A TAGLIO

Coprigiunto Dissipativo
3) Test Ciclico a duttilità 20
150

100

50

Force (kN)
0

-50

-100

-150
-1,50 -1,00 -0,50 0,00 0,50 1,00 1,50
Displacement (mm)

DiSGG -Università della Basilicata - Potenza


DISPOSITIVI BASATI ELEMENTI DI ACCIAIO DOLCE A FLESSIONE

Cortesia Prof. F. Mazzolani


CONTROVENTI AD INSTABILITA’ IMPEDITA
(Buckling Restrained Braces, BRB),

Il principio di base di questo tipo di controventi dissipativi è quello di permettere


ampie escursioni in campo plastico anche al diagonale compresso del
controvento evitando che si instabilizzi mediante elementi esterni rigidi. In tal
modo è possibile dissipare energia con ampi cicli di isteresi sia nella fase di
trazione che in quella di compressione.

Vantaggi:
- Incremento di resistenza e rigidezza
- Spostamenti ridotti ed elevati quantitativi di energia dissipata
- Risposta isteretica stabile
- Significativa rigidezza a snervamento avvenuto

Svantaggi:
- Punti deboli le saldature con le piastre (rischio di cricche)
CONTROVENTI AD INSTABILITA’ IMPEDITA

Tecnologia sviluppata in Giappone (NipponSteel Corp,


Watanabe1988) ed applicata in più di 160 edifici
CONTROVENTI AD INSTABILITA’ IMPEDITA
CONTROVENTI AD INSTABILITA’ IMPEDITA

Italsider Bagnoli – Ilva Idem Project

Cortesia di F. Mazzolani
DISPOSITIVI BASATI SULL’ESTRUSIONE DEL PIOMBO

Tra i “dispositivi elasto-plastici” sono annoverati anche i dissipatori ad


estrusione di piombo.
La dissipazione avviene per forzatura del piombo attraverso un orifizio
all’interno di una camera cilindrica.

Vantaggi:
-buona stabilità dei cicli di deformazione
-elevata resistenza a fatica per elevato
numero di cicli di entità ridotta
-scarsa sensibilità alle variazioni di
temperatura

Svantaggi:
- elevata tossicità del piombo
DISPOSITIVI BASATI SULL’ESTRUSIONE DEL PIOMBO

Cortesia di F. Braga
CONTROVENTI RICENTRANTI

Fanno parte di questa categoria i dispositivi:


- a fluido pressurizzato;
- a molla-attrito precaricati;
- con leghe a memoria di forma (SMA – Shape Memory Alloys)).

Vantaggi:
- Restano rigidi sotto l’azione del vento e di terremoti di bassa intensità
- deformazione residua praticamente nulla

Svantaggi:
- tecnologia complessa e costosa (ma estremamente affidabile!)
DISPOSITIVI BASATI SULLE LEGHE A MEMORIA DI FORMA (SMA)

I dispositivi in lega a memoria di forma possono essere realizzati mediante


fili di lega a memoria di forma.

•CAPACITÀ RICENTRANTI
•CAPACITÀ DISSIPATIVE
•SEMPLICITÀ FUNZIONALE
•NESSUNA MANUTENZIOINE
(Durabilità / Resistenza alla fatica)
•INGOMBRO LIMITATO
•COSTI COMPATIBILI
DISPOSITIVI BASATI SULLE LEGHE A MEMERIA DI FORMA

Il comportamento isteretico
non è dovuto ad un
meccanismo di dislocazione
come per l’acciaio ma ad una
trasformazione di fase (da
austenite a martensite).
DISPOSITIVI BASATI SULLE LEGHE A MEMERIA DI FORMA
DISPOSITIVI BASATI SULLE LEGHE A MEMERIA DI FORMA
DISPOSITIVI BASATI SULLE LEGHE A MEMERIA DI FORMA
METODI DI PROGETTO

La progettazione deve comunque essere iterativa. Essa può


essere articolata nei seguenti passi:

1. definizione delle proprietà strutturali dell’edificio e analisi strutturale


dell’edificio sia per carichi verticali che per forze sismiche;
2. scelta della capacità di dissipazione che si vuole conferire al sistema;
3. scelta della disposizione in pianta ed elevazione dei controventi
dissipativi, compatibilmente ai vincoli architettonici;
4. scelta delle caratteristiche meccaniche dei singoli dissipatori (in termini
di legame “forza-deformazione”) in modo da ottenere la capacità di
dissipazione desiderata;
5. Verifica delle reali prestazioni del sistema strutturale.

Le proprietà del sistema strutturale devono essere aggiornate


di ciclo in ciclo, a seguito del cambiamento delle
caratteristiche meccaniche dei controventi.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti normativi -
FEMA 274, 356: distinguono due tipologie di procedure:
Quella lineare si basa su considerazioni di tipo energetico. si valuta, in
maniera iterativa, l’abbattimento della forzante sismica prodotto
dall’incremento di dissipazione di energia, con l’obiettivo di ridurre gli
spostamenti massimi del sistema struttura-controventi entro limiti prestabiliti.
Quella non lineare si basa sulla ricerca del performance point di un sistema in
cui la curva di capacità è fornita dalla risposta della struttura controventata,
ricavata mediante analisi di push-over, e la curva di domanda è ricavata
iterativamente in funzione dello spostamento raggiunto dal sistema e dalla
relativa dissipazione dei dispositivi.

OPCM 3274/03 e NTC 14 febb. 08: ne prevedono l’utilizzo ma non


forniscono dettagli sulle procedure di dimensionamento delle caratteristiche
meccaniche dei sistemi dissipativi.

FprEN 15129 /2009: Fornisce principi generali


Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti bibliografici -

In generale, i parametri caratteristici della progettazione dei


controventi (capacità dissipativa, resistenza e rigidezza) sono
ottimizzati in base alle caratteristiche della struttura e del “tipo” di
sisma atteso, in funzione degli stati limite considerati e per ridurre
al minimo l’impiego di materiale e quindi i costi dei dispositivi.

I vari metodi di progettazione si distinguono in metodi che


considerano la struttura sempre in campo elastico e metodi in cui
la struttura può subire escursioni controllate in campo plastico.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO - Riferimenti bibliografici -
Strutture elastiche
Filiatrault and Cherry [1988] per dispositivi di tipo isteretico ed elastoplastico,
individuano la forza di scorrimento del dispositivo (slip-load) ottimale in quella
che consente la minimizzazione dell’integrale esteso alla durata del sisma della
differenza tra energia di ingresso e quella dissipata dal sistema di controventi
(Vibrating Energy Surface).

Gli stessi autori hanno proposto una variante al metodo [Filiatrault and Cherry
1990] basata sulla minimizzazione di un indice (Relative Performance Index)
che fornisce, nell’ipotesi che la dissipazione avvenga solo nei controventi, una
misura dell’energia immagazzinata dalla struttura controventata in rapporto a
quella relativa alla stessa struttura priva di controventi e infinitamente elastica.
Il limite principale di questo metodo è il rigore delle ipotesi di struttura elastica e
di distribuzione costante delle rigidezze e delle resistenze in altezza, che
comportano uno sfruttamento delle risorse dissipative dei dispositivi eccessivo
ai livelli inferiori e scarso ai piani alti e, in alcuni casi, sezioni molto grandi dei
controventi.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO - Riferimenti bibliografici -
Strutture in campo plastico
Vulcano [1993] ovvia alle ipotesi restrittive del primo metodo sopra illustrato,
considerando una distribuzione differenziata delle rigidezze e delle resistenze
ai diversi piani dei controventi e la possibilità di escursione in campo plastico
della struttura in c.a.

Ciampi [1991, 1993] considera la progettazione dei controventi applicata ad un


oscillatore ad 1 G.D.L. elasto-plastico equivalente a duttilità imposta, ed
estende le caratteristiche del controvento equivalente ai vari piani dell’edificio
secondo leggi di distribuzione in altezza definite a priori e legate alle
caratteristiche e alla distribuzione di resistenza e rigidezza del telaio in c.a.

Il Metodo di progetto in [Braga and D’anzi 1994] propone una distribuzione in


altezza delle caratteristiche di rigidezza e resistenza dei controventi dissipativi,
legata alle reali caratteristiche di resistenza delle sezioni in c.a. del telaio, e
quindi più ottimizzante ai fini della riduzione dei parametri di risposta.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO - Riferimenti bibliografici -
Strutture in campo plastico
In [Constantinou et al. 1998] è proposta un’analisi semplificata non lineare di
strutture dotate di controventi dissipativi, in cui si sostituisce il sistema non
lineare con un sistema bi-lineare equivalente, utilizzando delle procedure di
analisi modale. La struttura, completa di controventi dissipativi, viene sottoposta
ad un’analisi di pushover, in cui la distribuzione delle forze applicate deve
essere coerente con la distribuzione delle forze d’inerzia della struttura
[Reinhorn et al. 1995]. Distribuzioni dell’accelerazione triangolari ed uniformi
producono curve di pushover limite, per cui il calcolo viene effettuato con
entrambe le distribuzioni di carico.

Recenti studi condotti dall’Università della Basilicata [Ponzo et al. 2007, 2010]
propongono un metodo energetico di progetto in cui la distribuzione delle
caratteristiche di rigidezza e resistenza ai piani è effettuata a partire da analisi
di pushover, concordemente con i criteri previsti dall’O.P.C.M. 3274/03 (oggi
adattate alle NTC08). Il metodo è applicabile sia a dispositivi elastoplastici che
attritivi.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO - Riferimenti bibliografici -
Dispositivi BRB
Numerosi metodi di progetto sono stati proposti recentemente nella letteratura
tecnica anche per quel che riguarda i dispositivi BRB, generalmente impostati
secondo la filosofia del Performance Based Design. In particolare, [Kim and
Seo 2004] e [Kim and Choi 2004] propongono metodi di progetto basati su un
approccio diretto agli spostamenti (DBD) in cui il parametro di progetto
associato al livello di danno strutturale è lo spostamento massimo. Tali metodi
prevedono l’utilizzo degli spettri di capacità ridotti tramite opportuni coefficienti
di smorzamento equivalente (della struttura e dei dispositivi di dissipazione) e
curve di push-over (ottenute tramite analisi statiche assumendo che la dinamica
del telaio sia descrivibile con il solo modo fondamentale).

In lavori più recenti, [Kim et al. 2004 - Choi and Kim 2006], propongono metodi
di progetto basati su parametri alternativi allo spostamento, in particolare sulla
costruzione di spettri dell’energia di isteresi e spettri di deformazione plastica
accumulata ottenuti per diversi livelli di duttilità richiesta (target ductility values)
tramite analisi dinamiche non lineari su oscillatori ad un grado di libertà.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento
METODI DI PROGETTO
Dispositivi BRB
A livello normativo sono state messe a punto delle
raccomandazioni dal un gruppo di lavoro congiunto SEOAC
(Structural Engineers Association of California) e AISC (American
Institute of Steel Construction) che hanno dato vita nel 2001 alle
“Recommended provisions for buckling-restrained braced frames”,
poi revisionate e incluse nelle raccomandazioni FEMA (Federal
Emergency Management Agency) nel 2003 sotto il nome FEMA
450. Queste ultime trattano i telai con controventi ad instabilità
impedita e il loro contenuto è stato successivamente recepito ed
esteso nelle norme ANSI-AISC “Seismic provisions for structural
steel buildings” pubblicate nel 2005 che dedicano un intero
capitolo ai telai in acciaio con controventi ad instabilità impedita.
RIABILITAZIONE STRUTTURALE
Anno accademico 2009-2010

Progettazione di controventi dissipativi a


comportamento dipendente dagli
spostamenti
F. C. Ponzo, G. Arleo, A. Di Cesare
Department of Structures, Geotechnics and Applied Geology, University of Basilicata

P. Totaro
Ingegnere Libero professionista

DiSGG – University of Basilicata


OBIETTIVI:
1) proporre un metodo di dimensionamento delle caratteristiche
di dispositivi dissipativi dipendenti dagli spostamenti,
compatibile con le prescrizioni della recente [NTC08];

2) Verificare il metodo di progetto applicandolo ad un edificio


esistente reale;
METODO DI PROGETTO
A. Valutazione della capacità della struttura esistente
equivalente a 1 gdl mediante analisi statica non
lineare (k*, Fy*, m*)

B. Determinazione delle caratteristiche meccaniche del


Rinforzi localizzati

controvento equivalente (kC,FC) mediante procedura


iterativa di tipo energetico.
Aumentare ds0
ridurre mC

C. Determinazione delle caratteristiche del singolo


controvento dissipativo ai vari piani Fc,i,s; kc,i,s; mc

No D. Verifica della struttura Si


FINE
controventata allo SLV con analisi
statica non lineare
2
F Triangular
Rectangular

Base shear/Model weight


1.5

A.Determinazione delle SF
caratteristiche della struttura originale
1
2
F F
Base shear/Model weight
Triangular
Rectangular 0.5
F* Criterion for design of Energy Dissipation Bracing
System: pushover
max < 0.5% for PGA level = 0.44g
1.5 d*
SF
pushover
Roof displ./Model height
0
* ridotta
1
F0.0%
y 0.5% 1.0% 1.5% 2.0% 2.5% 3.0% 3.5% 4.0% m*
F Criterion for design of Energy Dissipation Bracing Bi-lineare
System: max < 0.5% for PGA level = 0.44g equivalente
0,6·F*bu
0.5
*
Roof displ./Model height F bu *
0 0,85·F bu
0.0% 0.5% 1.0% 1.5% 2.0% 2.5% 3.0% 3.5% 4.0%

k* d*
F*

d*y m *
d*u
secante
1. Pushover Ridotta (coeff. di partecipazione G) k* a 0,6F*bu

2. Criterio dell’uguaglianza delle aree  Bilineare eq. F*y


3. Spostamento massimo: min (push-over, norma m) d*u

DiSGG – Università della Basilicata


B. Determ. delle caratteristiche del controvento equiv.: Kc; Fc

ds0 ≤ d*y  struttura elastica


Procedura Iterativa d*y≤ds0≤d*u  sfruttare risorse plastiche
1. Imporre obiettivo prestazionale
Per dispositivi basati sulla plasticiz.
2. Imporre un primo ipotetico dell’acciaio puo’ raggiungere valori
valore di duttilità mC  dcy = dc0/mc
elevati (> 20);
3. Valutare la forza sismica Fe,j Per dispositivi attritivi è limitata dalla
per un sistema a 1GDL elastico dimensione delle superfici di
equivalente scorrimento
4. Determinare il punto di Fe,0 = m* · Se(T0*)
j=0
plasticizzazione (dcy; Fc) del
controvento bilineare equiv.
FC,j ; KC,j  (KT,j = KS + KC,j)  Tj* m*
T  2p 
0
*

k 0*
SI
NO Se(T*) spettro di risposta elastico (SLV)
Fe,j – Fe,j+1 <e
(x=5%); m* = massa equivalente

B. Determ. delle caratteristiche del controvento equiv.: Kc; Fc

Procedura Iterativa
1. Imporre obiettivo prestazionale

2. Imporre un primo ipotetico


valore di duttilità mC  dcy = dc0/mc se Tj* <TC
3. Valutare la forza sismica Fe,j
per un sistema a 1GDL elastico
equivalente

4. Determinare il punto di
plasticizzazione (dcy; Fc) del
controvento bilineare equiv.
FC,j ; KC,j  (KT,j = KS + KC,j)  Tj*
SI
NO
Fe,j – Fe,j+1 <e Uguaglianza energia
B. Determ. delle caratteristiche del controvento equiv.: Kc; Fc
Procedura Iterativa
1. Imporre obiettivo prestazionale

2. Imporre un primo ipotetico


valore di duttilità mC  dcy = dc0/mc se Tj* ≥TC
3. Valutare la forza sismica Fe,j F
S
CE
per un sistema a 1GDL elastico E

equivalente
S+CE
Fe,j EP (S+CE)
1
4. Determinare il punto di k*j
plasticizzazione (dcy; Fc) del F*y,j
controvento bilineare equiv. F*y,0
FC,j ; KC,j  (KT,j = KS + KC,j)  Tj* Fc,j d
0
SI 0 dcy,j d*y,j d*y,0 d =d =d d*u
s0 c0 e,j
NO
Fe,j – Fe,j+1 <e Uguaglianza spostamenti
DiSGG – Università della Basilicata
C. Determinazione delle caratteristiche del singolo
controvento dissipativo Fc,i,s; kc,i,s; mc
i) Distribuzione in altezza delle caratteristiche meccaniche
i-esimo piano
k c ,i
k k k Fc ,i Fy ,i FyF,i c
Rigidezza  c*  k c ,i  c*  i Resistenza   FFc ,ic ,i * * Fc Fy ,i
FFy y ,0
*
; ki k k c k ,i sTOT Fc Fy
;
Se struttura irregolare in altezza Fi

si ki Fi kc,i Fc,i


se k j tot ,i  0.3 k j c ,i  0.7  k j 1tot ,i 1  k i
k j 1tot ,i 
se k j
tot ,i  -0.1 k j
c ,i 1   k i 1
1 .1
k j c ,i  k j 1c ,i
se - 0.1  k j
 0 .3  j 1 np Δs i *
 d y Fy , i  k i  d y , i
tot ,i
k c ,i 1  k j 1c ,i 1 ki    Fi d y ,i 
Δs i i s TOT

DiSGG – Università della Basilicata


C. Determinazione delle caratteristiche del singolo
controvento dissipativo Fc,i,s; kc,i,s; mc
ii) Distribuzione in pianta delle caratteristiche meccaniche
k c ,i 1 Fc ,i 1 F Asta
k c ,i ,s   Fc ,i ,s   Fa,i,s Dispositivo
n c ,i cos 2 α s nc ,i cos  s 1 Controvento
ka,i,s

Singolo dispositivo Fd,i,s =Fc,i,s


kd,i,s mc

k d ,i , s  k a ,i , s k d ,i , s  k a ,i , s  m d md
k c ,i , s  mc  kc,i,s
d
k d ,i , s  k a ,i , s k d ,i , s  k a ,i , s 0 dc0
singolo
campo
Fc ,i , s  Fd ,i , s
kd,i,s

Dispositivi attritivi: i-esimo


cd,i,s ka,i,s piano
kc,i,s = ka,i,s
Asta metallica verificata s

a instabilità per SLC


DiSGG – Università della Basilicata
D. Verifica globale struttura controventata allo SLV con analisi
statica non lineare

Se
T*<TC
Formato ADRS
Cap. C7.3.4.1/Circ. NTC08 Se(T*)

 * Se (T)
d * e , max  Tc 
d max      d * e , max se T *  Tc
*
1 ( q 1) *
 q*  T 
d *  d *
 max e , max  
 S De T * se T *  Tc m
rinforzata
 
q *  S e T *  m * / Fy
*
originaria

d*max Sd
d* y d*e,max dS,0

Se lo spostamento richiesto alla struttura d*max, é inferiore allo


spostamento target di progetto dS0  Verifica soddisfatta

DiSGG – Università della Basilicata


APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO
A

Informazioni Generali
0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30
3.15 2.85 2.20 2.40 2.20 2.85 3.15

0.30
30x50 30x50 30x50 30x50

Localizzazione Bonefro (CB)

30x50

30x50

30x50

30x50
50x20

50x20

4.40
Anno costruzione 1983-84
Destinazione uso residenziale 80x20 80x20 80x20 80x20

0.30

10.00
80x20

Suolo B, C, E 0.30
2.40
0.30
2.65
0.30
2.40
0.30
2.65
0.30
2.40
0.30

30x50

30x50

4.70
Coordinate 41.70729 N
14.93741 E 30x50 30x50 30x50

0.30
0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30
3.15 3.50 2.90 2.90 3.50 3.15
21.20

Caratteristiche strutturali
Struttura C.A.
Numero di piani 4 + copertura a falde
Altezze interpiano 2.9 - 3.1 - 3.1 - 3.1
Numero impalcati 3 Dir. X; 4 Dir. Y

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

Modellazione con
programma di
calcolo
commerciale

Parametri per azione sismica (Cap. 3.2 NTC08)


1.0 Sa (a/g)
Stato TR (anni) ag (g) Fo TC* (sec) SLO
limite 0.8 SLD
SLV
SLO 30 0.058 2.424 0.286 0.6 SLC

SLD 50 0.077 2.472 0.297 0.4

0.2
SLV 475 0.209 2.467 0.343
SLC 975 0.275 2.446 0.352 0.0
0.00 0.50 1.00 1.50 T (sec) 2.00

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

A.Determinazione delle caratteristiche della struttura originale

Analisi non lineare Statica (Cap. 7.3.4.1/NTC08)

1600 F (kN) 1600 F (kN)

Dir. X Dir. Y
1200 1200
F*y
800 800
F* y

400 400

d* y d*u d (m) d*y d* u d (m)


0 0
0.000 0.020 0.040 0.060 0.080 0.000 0.020 0.040 0.060 0.080

Dir. m* T* Fy* k* m* Se(T*) dmax* du*


(t) [sec] [kN] [kN/mm] [a/g] (mm) (mm)
X 553 0.88 1164 28.5 1.51 0.42 81 65
Y 521 0.96 583 22.3 1.51 0.38 89 47

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

A.Determinazione delle caratteristiche della struttura originale

0.80 Se (a/g) 0.80 Se (a/g)


Dir. X Dir. Y
0.60 0.60

Se (T*) T*
0.40 0.40 Se (T*) T*

0.20 0.20

SDe (m) SDe (m)


d*y d*u d*max d*y d*u d*max
0.00 0.00
0 0.03 0.06 0.09 0.12 0 0.03 0.06 0.09 0.12

Rinforzi localizzati sui 4 pilastri


esterni adiacenti ai campi
controventati

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

A.Determinazione delle caratteristiche della struttura originale

0.00

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

A.Determinazione delle caratteristiche della struttura originale


1800 F (kN) 1800 F (kN)
Dir. X Dir. Y
1350 F*y 1350

900 900 F*y

450 450

d*y d *u d (m) d* y d*u d (m)


0 0
0.000 0.020 0.040 0.060 0.080 0.000 0.020 0.040 0.060 0.080

Pushover (mdof) Pushover ridotta (sdof)


Bilineare struttura originale Bilineare struttura con rinforzi
Masse M si SFi ki k Fy,i
PIANO
[t] % [mm] [kN] [kN/mm] % [kN]
Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y
1 210.98 5.24 9.79 1074 1647 204.92 168.21 1371.96 809.06
2 207.45 1.7 10.58 15.95 1014 1536 95.81 96.32 53.3 42.7 1295.18 754.77
3 200.90 3.2 9.82 16.09 827.6 1251 84.28 77.73 12.0 19.3 1057.40 614.46
4 186.25+75.15 7.3 7.41 15.17 520.3 801.2 70.22 52.81 16.6 32.1 664.77 393.62

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

B. Determ. delle caratteristiche del controvento equiv.: Kc; Fc


Struttura equivalente (sdof) Struttura controventa equiv. (sdof)
Controvento equivalente Sdof elastico equivalente

5000 F (kN) 5000 F (kN) Dir. Y S


4068.70 CE
kc Dir. X E
k* S+CE
2876.32 EP (S+CE)

2500 2500
1577.08 1588.90
1260.99 812.96
316.09 775.94
0 0
0 0.04 d (m) 0.08 0 0.04 d (m) 0.08

Dir m* T* Fy* k* m* Se(T*) Fc kc kc mc


[t] [sec] [kN] [kN/mm] [a/g] [kN] [kN/mm] k*
X 559.58 0.70 1261 29.9 1.52 0.52 316 39.4 1.32 8
Y 578.29 0.38 813 28.7 1.50 0.72 776 146.8 5.11 8

Duttilità dei controventi = 8 DiSGG – Università della Basilicata


APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

C. Determ. caratter. singolo controv. dissipativo Fc,i,s; kc,i,s; mc


PIANO
kc,i Ktot,i Ktot,i Fci Campo 19-20 e 20-21 1-2 e 7-8 1-9-17 e 8-16-23
[kN/mm] [kN/mm] [%] [kN] / kc,i,s Fc,i,s kc,i,s Fc,i,s kc,i,s Fc,i,s
Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Dir. X Dir. Y Piano [kN/mm] [kN] [kN/mm] [kN] [kN/mm] [kN]
1 270.5 859.7 475.5 1027.9 344 781 1 185.87 111.52 165.07 99.04 409.81 286.87
2 237.0 623.2 332.8 623.2 30.0 30.0 325 728 2 196.21 117.73 163.56 98.13 313.28 239.92
3 148.7 426.0 233.0 503.7 30.0 30.0 265 593 3 118.61 83.02 99.68 69.78 211.01 177.56
4 163.1 352.6 233.3 405.4 0.0 20.0 167 380 4 127.33 89.13 112.23 78.56 172.28 120.60

Lungh F(kN)
Campo Fd,i,s Kd,i,s ddu,SLV Sezione
Piano N. Dir asta mc Ka/Kd
Asta Fu
[kN] [kN/mm] [mm] [m]
X 1-2 e 7-8 1.56 16.0 3.7 Fy
1 8 100 160 12.50 HE180A Ke(kN/mm) s(mm)
X 19-20 e 20-21 1.42 16.3 4.1 -su
Y 9-17 e 16-23 4.09 14.5 2.5 su
1 4 290 410 14.15 HE240M
Y 1-9 e 8-16 3.82 14.8 2.6
-Fy
X 1-2 e 7-8 1.74 14.1 2.2
2 8 145 240 12.11 HE180A -Fu
X 19-20 e 20-21 1.87 13.8 2.1
Y 9-17 e 16-23 4.20 14.3 2.3
2 4 250 315 15.87 HE220M
Y 1-9 e 8-16 3.94 14.5 2.5
X 1-2 e 7-8 1.74 15.1 2.9
3 8 95 130 14.62 HE140A
X 19-20 e 20-21 1.87 14.8 2.7
Y 9-17 e 16-23 4.20 14.4 2.4
3 4 180 215 16.74 HE240B
Y 1-9 e 8-16 3.94 14.7 2.6
X 1-2 e 7-8 1.74 15.1 2.9
4 8 95 130 14.62 HE140A
X 19-20 e 20-21 1.60 15.4 3.1
Y 9-17 e 16-23 4.20 14.6 2.5
4 4 125 175 14.29 HE220B
Y 1-9 e 8-16 3.94 14.9 2.7

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

D. Verif. struttura controv. allo SLV (an. modale)

Originaria Controventata
Modi di Periodo UX UY Periodo UX UY
vibrare [sec] [sec]
Modo 1 0.969 26% 3% 0.566 78% 0%
Modo 2 0.940 0% 74% 0.452 0% 81%
Modo 3 0.811 50% 0% 0.310 1% 0%
APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

D. Verif. struttura controv. allo SLV (an. statica non lineare)

3000 F (kN) Dir. X 3000 F (kN) Dir. Y

2000 2000 Originaria


Rinforzata
Controventata
1000 1000

0 0
d (m) d (m)
0.00 0.05 0.10 0.00 0.05 0.10

Variazione di rigidezza
Piano originaria controventata
ki,X [%] ki,Y [%] ki,X [%] ki,Y [%]
1-2 57.1 44.9 31.0 26.9
2-3 14.5 17.3 26.0 19.6
3-4 13.3 44.0 24.1 29.3

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APPLICAZIONE DEL METODO DI PROGETTO

D. Verif. struttura controv. allo SLV (an. statica non lineare)

0.80 Se (a/g) 0.80 Se (a/g)


Dir. X T* Dir. Y
Se (T*)

0.60 T* mX = 2.4 0.60 mY = 3.7


Se (T*)

0.40 0.40

0.20 0.20

d*y d*u SDe (m) SDe (m)


d*max d*u
0.00 0.00
d*y d*max
0 0.03 0.06 0.09 0.12 0 0.03 0.06 0.09 0.12

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Dettagli costruttivi (4/4)
Esempi attacchi dei controventi alla struttura esistente
Valutazione economica dell’intervento

n. Descrizione Importo [€]


Opere di demolizione: scavi, rinterri, demolizioni tramezzature e
1 tamponature 12.2 k€
2 Opere di rinforzo elementi in c.a. esistenti 12.1 k€

3 Fornitura e posa in opera di dispositivi dissipativi di tipo isteretico 100.0 k€


Opere di completamento dei controventi comprensive di fornitura e posa in
4 opera delle aste di supporto metalliche 26.8 k€
Opere di finitura: ripristino di tamponature e tramezzature, intonaci,
pavimenti, sostituzione degli infissi rimossi, ponteggi, tinteggiatura interna ed
5 esterna dell'edificio 110.8 k€
TOTALE OPERE COMPUTATE 261.9 k€

Contributo massimo concesso ai sensi del [D.C. 35/2005] e


del [D.C. 70/2006] per gli edifici in c.a. della Regione Molise
ammonta a 300.2k€ al netto di IVA e spese tecniche.
Dispositivi dipendenti dallo spostamento

Applicazioni sperimentali
TESTS
Sperimentazione
SU TELAIO PIANO
1994-1995 100%

D egradaz ione R igidezza


80%

DiSGG
60%

40%
UNIV. BASILICATA
20%

EERC 0%
0 0,2 0,4 0,6 0,8 1
UNIV. BRISTOL
Accelerazione massima alla base (a/g)

PROGETTO 0,5
0,5
ECOEST
0
0

livello duttilità richiesta -0,5


-0,5
-0,5
I 20.71 amax
amax
amax
amax = = 0,75g
== 0,06g
0,40g
0,92g
0,48g
0,31g
0,43g
0,60g
0,57g
0,20g
-1
-1
-1
II 5.13
STRUTTURA 0
0
0 55
5
5
10
10
10
10
10
10
15
15
15
15
15
15
CON CONTROVENTI III 9.40
DISSIPATIVI IV 2.89
duttilità richieste ai
controventi di piano
DiSGG -Università della Basilicata- Potenza, Italy
Sperimentazione
PRINCIPALI SPOSTAMENTO MASSIMO DI PIANO
RISULTATI
con controventi acc=0,92g
SPERIMENTALI senza controventi acc=0,326g

mm
30
25
20
15
10
5
0
1° Liv. 2° Liv. 3° Liv. 4° Liv.

DEGRADAZIONE DELLA RIGIDEZZA


TESTS 100%
100%
SU TELAIO PIANO
80%
R i gi dezza

1994-1995
60%
Mod. non cotroventato
40%
DiSGG Mod. controventato
UNIV. BASILICATA 20%

EERC 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1

Accelerazione Massima alla base (a/g)


UNIV. BRISTOL

DiSGG -Università della Basilicata- Potenza, Italy


Modello con controventi in ACCIAIO Telaio nudo Modello con controventi in LMF

Colfiorito (E-W) direz. X


120%

100% Danno registrato


80% durante le prove
60%
Controventi LMF

40% Controventi Acciaio

20%
Senza Controventi
0%
0 0.2 0.4 0.6
DiSGG 0.8 1
-Università della Basilicata- Potenza, Italy
Degradazione della Rigidezza
APPLICAZIONE A DUE
EDIFICI SCOLASTICI A
POTENZA
Consul. Prog.: F. Braga
Dispositivi: TIS S.p.A

DiSGG -Università della Basilicata - Potenza


DETTAGLI ESECUTIVI

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Dispositivi dipendenti
dalla Velocità
0 1 2 3 4

Dispositivi a comportamento Viscoso


Dispositivi dipendenti dalla Velocità

Rientrano in tale categoria i sistemi di smorzamento che utilizzano


forme di dissipazione di energia dipendenti dalla velocità del moto,
ossia legate alla viscoelasticità e/o viscosità di elastomeri o fluidi;
in essi l’energia dissipata è una funzione, lineare o non lineare,
della frequenza di carico.

I dispositivi a comportamento dissipativo dipendente dalla velocità


sono, di solito, classificati in:

- dispositivi visco-fluidi (o puramente viscosi);


- dispositivi visco-fluidi ricentranti (a fluidi pressurizzati)
- dispositivi visco-solidi (o visco-elastici);
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
Dispositivi a comportamento Viscoso
I dispositivi visco-fluidi operano sul principio secondo cui un fluido viscoso
oppone resistenza nel passare attraverso un’apertura obbligata. Questi
dispositivi, largamente diffusi in campo aerospaziale, sono stati adattati alle
applicazioni di ingegneria sismica grazie alla loro capacità di dissipare grandi
quantità dell’energia di ingresso sismico trasformandola in calore.

Vantaggi:
-Le forze viscose dipendenti dalla velocità sono fuori fase con le altre forze
dipendenti dagli spostamenti e non si sommano direttamente alle forze
massime sviluppate negli elementi strutturali;
-Possibilità di calibrare la forma forza-spostamento.

Svantaggi:
- Caratteristiche meccaniche dipendenti dalla temperatura;
- Per elevato numero di cicli le caratteristiche possono cambiare.
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOSI

Nei “dispositivi viscosi-lineari” la dissipazione avviene per conversione in


calore dell’energia meccanica fornita ad un pistone che deforma una
sostanzaviscosa.
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOSI

Cortesia di F. Braga
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOSI

Cortesia di F. Braga
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOSI
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOSI

Sistemi a cavi smorzanti


DISPOSITIVI FLUIDO VISOCOSI PRESSURIZZATI
DISPOSITIVI FLUIDO VISOCOSI PRESSURIZZATI
Modello analitico
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
Dispositivi a comportamento Visco-elastico
I “dispositivi visco-elastici” sono realizzati da copolimeri o sostanze vetrose che
dissipano energia quando sottoposti a deformazioni di taglio. Il dispositivo più
comune consiste di strati di materiale visco-elastico confinati con piatti di
acciaio.

Vantaggi:
-Di facile ed economica realizzazione
-Non manifestano deformazioni residue dopo l’evento sismico (memoria
evanescente )
-Minore dipendenza dalla temperatura rispetto ai dispositivi viscosi

Svantaggi:
Il comportamento caratterizzato da diversi fenomeni inelastici come la
dipendenza non lineare dalla velocità e dall’ampiezza di deformazione e l’effetto
Mullins (per le gomme) che implica un progressivo degrado della rigidezza del
materiale al procedere della storia di deformazione, tale degrado è parziale e si
stabilizza dopo pochi cicli.
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOELASTICI
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOELASTICI
DISPOSITIVI DISSIPATIVI VISCOELASTICI
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti bibliografici -
Per sistemi visco-elastici esistono approcci molto diversi tra loro.
-Metodi basati sulla linearizzazione del comportamento dei dispositivi e
sull’adozione del modello visco-elastico lineare di Kelvin (molla-dissipatore
viscoso lineare)  possibilità di utilizzare criteri di progettazione basati
essenzialmente su analisi lineari, [Zhang et al.1989, Chang et al. 1995, Shen et
al.1995, Lee et al. 2004a] basati su analisi dinamiche lineari con la definizione
di opportuni coefficienti di smorzamento equivalente modale (Modal Strain
Energy Method).

-I codici più recenti [FEMA 356] suggeriscono invece modelli elastoplastici


incrudenti (modelli bilineari) indipendenti dalla velocità e tarati sullo
spostamento di progetto. In particolare suggeriscono di condurre due analisi
limite utilizzando due modelli isteretici tarati sui comportamenti limite della
gomma (ciclo stabile quasi-statico e primo ciclo veloce) in modo da ottenere i
limiti della risposta strutturale.
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti bibliografici -
Per sistemi fuido-viscosi si segnalano principalmente 3 approcci.
Il primo, finalizzato all’impiego in analisi “push-over” con spettro di capacità
[Peckan et al. 1999], è basato sulla definizione di un coefficiente di
smorzamento viscoso equivalente che tiene conto della trasformazione dal
tradizionale spettro di pseudo-velocità al corrispondente spettro di velocità
effettiva, in considerazione dell’elevato livello di dissipazione connesso al
sistema di protezione considerato. Tale metodo, peraltro, conduce ad una
valutazione “globale” del coefficiente di smorzamento, il che lo rende
scarsamente utilizzabile nel progetto di controventi dissipativi distribuiti lungo
l’altezza di edifici multipiano.

Una procedura essenzialmente impiegabile in ambito di analisi modale è


proposta in [Hanson and Soong 2001], dove la scelta iniziale del coefficiente di
smorzamento, comunque arbitraria, è posta in relazione alla prestazione
richiesta in termini deformativi alla struttura protetta e, conseguentemente, al
valore di tentativo del rapporto di smorzamento equivalente del sistema.
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti bibliografici -
Sistemi fuido-viscosi
In [Sorace and Terenzi 1999] è presentata una procedura basata su di un
criterio energetico che prevede, nell’ambito di un’analisi dinamica non lineare,
di assegnare ai dissipatori installati ad ogni piano della struttura una prestabilita
aliquota dell’energia totale d’ingresso a quel piano. Diversamente dai primi due
metodi, quest’ultima procedura, corredata di più dettagliate indicazioni
d’impiego in [Sorace and Terenzi 2003, 2004], consente di ottenere una diretta
valutazione della richiesta di dissipazione piano per piano e, pertanto, del
coefficiente di smorzamento da attribuire all’insieme dei dispositivi in esso
presenti (da cui discende immediatamente il valore di ciascuno, essendo gli
apparecchi a ciascun piano tra loro identici). Al contempo, i risultati di un
dimensionamento così concepito portano a differenziare, già in fase
preliminare, le prestazioni dissipative richieste al sistema alla diverse quote di
piano dell’edificio.
Dispositivi dipendenti dalla Velocità
METODI DI PROGETTO
- Riferimenti bibliografici -
Sistemi fuido-viscosi
Dal punto di vista delle applicazioni concrete, si assiste ad un numero ancora
abbastanza limitato di realizzazioni [Constantinou et al. 1998, Hanson and
Soong 2001, Miyamoto and Hanson 2003, Soong and Dargush 1997] rispetto a
sistemi di controventi incorporanti altri tipi di dispositivi,
I principali problemi riscontrati riguardano il fatto che smorzatori a fluido
esercitano la loro funzione solo in presenza di spostamenti di una certa entità
(almeno dell’ordine del cm), e la necessità di realizzare particolari costruttivi ad
hoc per il loro svincolamento alla struttura, anche in ragione delle elevate forze
che devono essere trasferite dai dispositivi alla struttura. Tale aspetto può
comportare evidenti problemi dal punto di vista costruttivo nel caso di utilizzo di
sistemi di smorzamento per la protezione di edifici esistenti. È in corso una
ricerca sulle varie tipologie di soluzioni adottate.
Gli elevati livelli di prestazione accertati a seguito degli studi sin qui condotti
sembrano, comunque, offrire interessanti spazi di diffusione, principalmente per
i dispositivi siliconici, sul mercato internazionale delle costruzioni.

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