Sei sulla pagina 1di 22

Trasformatore

www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm
(versione del 3-12-2010)

Schema di principio

Il trasformatore una macchina elettrica statica


(priva di parti in movimento)
E costituito da due avvolgimenti (detti primario e secondario) aventi
rispettivamente N1 e N2 spire avvolti su un nucleo di materiale
ferromagnetico
E un componente a due porte che consente di trasferire potenza
elettrica tra due circuiti elettrici non collegati tra loro, ma accoppiati per
mezzo di un circuito magnetico
2

Ipotesi sul campo magnetico


Se gli avvolgimenti sono percorsi da corrente viene generato un campo
magnetico
Si assume che le linee di flusso abbiano andamenti qualitativi
corrispondenti ai tre tipi indicati in figura
linee che si sviluppano interamente nel nucleo e si concatenano con
entrambi gli avvolgimenti
linee che si sviluppano in parte in aria e si concatenano con un solo
avvolgimento

Flussi di induzione magnetica (1)


Il flusso di induzione magnetica dovuto a linee di campo che si
concatenano con entrambi gli avvolgimenti detto flusso principale
I flussi concatenati con il solo avvolgimento primario o il solo
avvolgimento secondario sono detti flussi di dispersione
La riluttanza dei tubi di flusso di dispersione determinata
prevalentemente dai tratti in aria
sempre lecito trascurare gli effetti di non linearit del nucleo e
assumere che i flussi di dispersione siano proporzionali alle correnti

d 1 Ld 1i1
d 2 Ld 2i2

Ld1, Ld2 induttanze di dispersione

Ld1 e Ld2 sono correlate ai soli flussi dispersi, quindi non


rappresentano le induttanze dei due avvolgimenti

Flussi di induzione magnetica (2)


Flussi totali concatenati con gli avvolgimenti

c1 N1 d 1 N1 Ld 1i1
c 2 N 2 d 2 N 2 Ld 2i2

Equazioni interne
Circuito primario

v1 (t ) R1 i1 (t )

d c1
di
d
R1 i1 (t ) Ld 1 1 N1
dt
dt
dt

R1 resistenza dellavvolgimento primario


Circuito secondario

v 2 (t ) R2 i 2 (t )

d c 2
di
d
R2 i 2 (t ) Ld 2 2 N 2
dt
dt
dt

R2 resistenza dellavvolgimento secondario


Circuito magnetico

N1 i1 N 2 i 2 R

R riluttanza del nucleo


6

Equazioni in condizioni di regime sinusoidale


Ipotesi
Il primario alimentato da una tensione v1(t) sinusoidale
Il secondario collegato a un carico lineare
E possibile trascurare gli effetti non lineari nel nucleo
In condizioni di regime tutte le grandezze dipendenti dal tempo
variano con legge sinusoidale
E possibile applicare la trasformata di Steinmetz alle equazioni
interne

V1 ( R1 jLd 1 )I1 jN1


V2 ( R2 jLd 2 )I 2 jN 2
N 1 I 1 N 2 I 2 R
7

Effetti dissipativi in un trasformatore


Nel modello sviluppato fino a a questo punto si tenuto conto solo degli
effetti dissipativi dovuti alle resistenze degli avvolgimenti
perdite nel rame
Altri fenomeni dissipativi avvengono allinterno del nucleo magnetico
perdite nel ferro
Perdite per correnti parassite (correnti di Foucault)
Se il flusso di induzione magnetica nel nucleo varia nel tempo
allinterno del nucleo si hanno delle forze elettromotrici indotte
A causa della conducibilit del materiale ferromagnetico
allinterno del nucleo si hanno delle correnti
Dissipazione di energia per effetto Joule
Perdite per isteresi
8

Correnti parassite (1)


Induzione magnetica B uniforme, ortogonale alle sezioni trasversali e
variabile con legge sinusoidale

B(t ) BM cos t

Si pu pensare che in ogni sezione trasversale del nucleo esistano dei


circuiti elettrici elementari
Se S indica larea della sezione racchiusa da un circuito elementare, il
flusso concatenato

SBM cos t
Forza elettromotrice indotta

d
SBM sen t EM sen t
dt

Se R la resistenza di un circuito elementare,


la potenza media dissipata in un periodo

1 EM2 2 S 2 BM2
Pd

2 R
2R
9

Correnti parassite (2)


La trattazione precedente giustifica intuitivamente la formula
semiempirica

pCP K CP f 2 BM2

pCP
f
BM
KCP

potenza dissipata per unit di peso del materiale


frequenza
induzione massima
costante dipendente dalla forma della sezione e dal
materiale (inversamente proporzionale alla resistivit)

Per ridurre le perdite dovute alle correnti parassite


si utilizzano leghe ad elevata resistivit (ferro-silicio)
si ricorre alla laminazione del nucleo
10

Laminazione del nucleo (1)


Il nucleo formato da sottili lamierini sovrapposti e isolati tra loro
Le correnti parassite si possono richiudere solo allinterno dei lamierini
i percorsi interessati dalle correnti parassite hanno sezione minore
resistenza pi elevata
a parit di f.e.m. indotta si hanno correnti minori
larea delimitata dalle linee di corrente minore
riduzione del flusso concatenato e quindi della f.e.m. indotta

11

Laminazione del nucleo (2)

Nel caso di un nucleo laminato, la potenza dissipata per unit di


peso pu essere espressa mediante la relazione

pCP kCP 2 f 2 BM2

pCP
f
BM

kCP

potenza dissipata per unit di peso del materiale


frequenza
induzione massima
spessore di un lamierino
costante dipendente dal materiale

12

Perdite per isteresi (1)


Si considera una bobina formata da N spire avvolta su un nucleo
toroidale di materiale ferromagnetico

l lunghezza media del circuito magnetico


S area della sezione trasversale
R resistenza dellavvolgimento
Vale la relazione

v Ri

d C
dt

Il flusso concatenato con lavvolgimento

C NS B
Dalla legge di Ampere si ottiene

H l Ni

13

Perdite per isteresi (2)


In un intervallo infinitesimo dt lenergia assorbita
dallavvolgimento

vi dt R i 2 dt i d C
Questa relazione pu essere posta nella forma

vi dt R i 2 dt

Hl
NSd B R i 2 dt H d B
N

lS = volume del nucleo


Il primo addendo lenergia dissipata per effetto Joule
HdB rappresenta lenergia per unit di volume assorbita dal
campo magnetico
14

Perdite per isteresi (3)


Si fa variare periodicamente la corrente in
modo che il materiale ferromagnetico sia
soggetto a cicli di isteresi
Complessivamente in ogni ciclo viene assorbita, per unit di volume, lenergia

w Hd B

Dissipazione di energia (convertita in calore)


Il valore dellenergia dissipata in un
ciclo corrisponde allarea delimitata
dal ciclo di isteresi
15

Perdite per isteresi (4)


12

21

Hd B

12

Hd B

21

16

Perdite per isteresi (5)


Ad ogni ciclo di isteresi corrisponde unenergia dissipata per unit di
volume pari allarea racchiusa dal ciclo stesso
Le perdite per isteresi nel nucleo di un trasformatore dipendono
dal numero di cicli di isteresi nellunita di tempo, determinato dalla
frequenza f
dallarea del ciclo di isteresi, determinata dal valore massimo
dellinduzione magnetica BM
La potenza dissipata pu essere espressa mediante la formula
semiempirica

pI k I f BM1.6

pI
f
BM
kI

potenza dissipata per unit di peso


frequenza
induzione massima
costante dipendente dal materiale
17

Dipendenza dalle tensioni e dalla frequenza


2 2 2
Perdite per correnti parassite: pCP kCP f BM
1.6
Perdite per isteresi: p I k I f BM

Se si trascura la caduta di tensione su R1 e Ld1 si ha

V1 jN1 j 2f N1SB
Se V1 fissata, il valore massimo dellinduzione magnetica BM
circa inversamente proporzionale alla frequenza
le perdite per correnti parassite sono praticamente costanti al
variare di f
le perdite per isteresi diminuiscono al crescere di f
Se f fissata, BM direttamente proporzionale allampiezza di v1(t)
le perdite aumentano allaumentare dellampiezza di v1(t)
18

Rappresentazione delle perdite nel ferro


Per tenere conto delle perdite nel ferro si pu modificare il modello
introducendo un terzo avvolgimento fittizio caricato da una resistenza Rf
Il valore della resistenza e il numero di spire dellavvolgimento vanno
scelti in modo che la potenza dissipata su Rf coincida con la potenza
dissipata a causa delle perdite nel ferro

19

Rappresentazione delle perdite nel ferro


Per lavvolgimento fittizio vale la relazione

R f I f jN f 0

I f j

Nf
Rf

Con il terzo avvolgimento lequazione del circuito magnetico diviene

N1 I 1 N 2 I 2 N f I f R
cio

N1I1 N 2 I 2 R jK f

Kf

N 2f
Rf

Le equazioni interne diventano

V1 ( R1 jLd 1 )I1 jN1


V2 ( R2 jLd 2 )I 2 jN 2
N1I1 N 2 I 2 R jK f

20

Trasformatore ideale (1)


Il trasformatore ideale caratterizzato dalle seguenti propriet:
avvolgimenti con resistenza nulla R1 R2 0
assenza di flussi dispersi Ld1 = Ld2 0
nucleo con permeabilit infinita R 0
assenza di effetti dissipativi nel nucleo Kf 0
In queste condizioni le equazioni interne divengono

V1 jN1

V1

N1
V2
N2

I1

N2
I2
N1

V2 jN 2
N1I1 N 2 I 2 0

21

Trasformatore ideale (2)


Equazioni caratteristiche

Simbolo

v1 (t ) K v 2 (t )
i1 (t )

1
i 2 (t )
K

N1
N2

rapporto di trasformazione (rapporto spire)


Potenza assorbita

1
p(t ) v1 (t ) i1 (t ) v 2 (t ) i 2 (t ) K v 2 (t ) i 2 (t ) v 2 (t ) i 2 (t ) 0

K
La potenza assorbita a primario viene trasferita integralmente in
uscita al secondario
22

Trasformazione dellimpedenza di carico

N
V1 1 V2
N2
I1

N2
I2
N1

V2 Z C I 2

N
N
V1 1 Z C I 2 1 Z C I1
N2
N2
2

V N
Z eq 1 1 Z C
I1 N 2

Limpedenza equivalente ai terminali del primario di un trasformatore


ideale con il secondario caricato da un impedenza ZC pari allimpedenza di carico moltiplicata per il quadrato del rapporto spire
23

Trasferimento di impedenza (1)

N1
N
V2 1 V2 ZI 2
N2
N2
N
I 2 1 I1
N2

V1

N
N
V1 1 V2 1 ZI1
N2
N

2
V
1

Un impedenza in serie al secondario pu essere portata in serie


al primario moltiplicata per il quadrato del rapporto spire
24

Trasferimento di impedenza (2)

N2
N
V
I2 2 I 2 2
N1
N1
Z
N
V2 2 V1
N1

I1

I1

N2
V1
I2
2
N1
N1 Z
N
I
1 2

Un impedenza in parallelo al secondario pu essere portata in


parallelo al primario moltiplicata per il quadrato del rapporto spire
25

Corrente magnetizzante e corrente attiva (1)


Lequazione del circuito magnetico pu essere posta nella forma

N1I1 N 2 I 2 R jK f

I1

N2
I 2 I I a
N1

Corrente magnetizzante

R
N1

La corrente magnetizzante coincide con la corrente che circolando nellavvolgimento primario con I2 0 produrrebbe il flusso

N1I R

Corrente attiva

I a j

Kf
N1

La corrente attiva determina le perdite nel nucleo


26

Corrente magnetizzante e corrente attiva (2)


Si indicano con E1 e E2 le f.e.m. dovute al flusso principale

E1 jN1

E 2 jN 2

La corrente attiva Ia in quadratura con in fase con E1


Si pu porre

E1
jN1
N12

R0
Kf
Ia
Kf

j
N1

R0 = resistenza di perdita del nucleo

La corrente magnetizzante I in fase con in quadratura con E1


Si pu porre

E1 jN1
N12
jX 0

j
R

R
I
N1

X0 = reattanza magnetizzante

27

Circuito equivalente (1)


Si riscrivono le equazioni interne facendo uso delle definizioni
precedenti

V1 ( R1 jLd 1 )I1 jN1


V2 ( R2 jLd 2 )I 2 jN 2
N1I1 N 2 I 2 R jK f

E1 jN1
I

R
N1

I a j

Kf
N1

E1
X0

E1
R0

V1 ( R1 jLd 1 )I1 E1
V2 ( R2 jLd 2 )I 2
I1

N2
E1
N1

1
1
N2
E1
I 2 I I a j
N1
X0
R0

E possibile rappresentare
queste equazioni mediante
un circuito equivalente

28

Circuito equivalente (2)

V1 ( R1 jLd 1 )I1 E1
V2 ( R2 jLd 2 )I 2
I1

N2
E1
N1

1
N2
1
E1
I 2 I I a j
N1
R
X
0
0
29

Circuito equivalente riferito a primario

Si utilizza la propriet di
trasferimento dellimpedenza

N12
R12 R2 2
N2
Ld 12

N12
Ld 2 2
N2

V12 V2
I12 I 2

N1
N2

N2
N1
30

Circuiti equivalenti semplificati (1)


Di solito la caduta di tensione su R1 e Ld1 molto piccola
In queste condizioni si ha E1 V1
Si pu semplificare il circuito equivalente, spostando il ramo R0 - X0
In questo modo R1 e Ld1 risultano in serie con R12 e L12

R1cc

N12
R1 R12 R1 R2 2
N2

L1cc

N12
Ld 1 L12 Ld 1 Ld 2 2
N2

31

Circuiti equivalenti semplificati (2)


Facendo uso della propriet di trasferimento dellimpedenza, il ramo
R1cc L1cc pu essere sostituito con un ramo posto in serie al secondario

R2 cc R1cc

N 22
N 22
R1 2 R2
2
N1
N1

L2 cc L1cc

N 22
N 22
Ld 1 2 Ld 2
N12
N1

32

Circuiti equivalenti semplificati (3)

Se I0 trascurabile rispetto a
I1 (come avviene in generale
per un trasformatore in condizioni nominali) possibile semplificare ulteriormente i circuiti
equivalenti eliminando il ramo
formato da R0 e X0
reti equivalenti di Kapp

33

Dati di targa
Un trasformatore caratterizzato da un insieme di valori nominali che
ne definiscono le prestazioni ai fini delle garanzie e del collaudo
Questi valori, assieme ad altre informazioni, sono riportati su una targa
apposta sul trasformatore (dati di targa)
Alcuni dei principali dati di targa sono:
Frequenza nominale: fn [Hz]
Tensione nominale primaria (valore efficace): V1n [V]
Tensione nominale secondaria a vuoto (valore efficace): V20 [V]
Rapporto nominale di trasformazione: K0 V1n / V20
Potenza nominale (apparente): Sn V1n I1n V20I2n [VA]
Corrente nominale primaria (valore efficace): I1n [A]
Corrente nominale secondaria (valore efficace): I2n [A]
34

Prova a vuoto (1)


Al primario viene applicata una tensione di valore nominale
Il secondario viene lasciato aperto I2 0
Corrente del primario

I1 I I a I 0

il valore molto inferiore al valore nominale


le perdite nel rame sono trascurabili
La caduta di tensione su R2 e Ld2 nulla
La caduta di tensione su R1 e Ld1 e molto piccola rispetto al valore in
condizioni nominali
il rapporto V1/V2 si identifica con quello di un trasformatore ideale

V1 N1

K 0 (rapporto di trasformazione nominale)


V2 N 2

E1 e quindi Ia hanno praticamente i valori nominali

le perdite nel ferro coincidono con quelle relative al funzionamento


nominale
35

Prova a vuoto (2)


Il comportamento a vuoto del trasformatore pu essere descritto
mediante i parametri:
Corrente a vuoto percentuale
I
i0 % 10 100
I10 = corrente a vuoto del primario
I1 n
Potenza a vuoto percentuale
P
P0 % 0 100
P0 = potenza attiva assorbita a vuoto
Sn
Fattore di potenza a vuoto
P
cos 0 0
V1n I10
I tre parametri non sono indipendenti tra loro dato che risulta
V I cos 0
P0 % 1 n 10
100 i0 % cos 0
V1 n I1n
36

Prova a vuoto (3)


Noti i parametri Sn, V1n, i0% e cos0, facendo riferimento al circuiti
equivalenti semplificati, possibile calcolare i valori di R0 e X0

P0

i0 % cos 0
Sn
100

Q0 P0 tan(arccos 0 )
V12n
R0
P0
V12n
X0
Q0
37

Prova in cortocircuito (1)


Se il secondario chiuso in cortocircuito V2 = 0 V12 = 0
Limpedenza R0 X0 in parallelo con limpedenza R12 Ld12

R0 e X0 possono essere trascurate perch normalmente R12 e Ld12


sono molto piccole
Corrente del primario

I1

V1
V1

R1 jLd 1 R12 jLd 12 R1cc jL1cc

38

Prova in cortocircuito (2)

Le impedenze dovute alle resistenze di degli avvolgimenti e alle


induttanze di dispersione sono molto piccole
Se la tensione a primario ha valore nominale le correnti possono
risultare molto grandi rispetto ai valori nominali
eccessivo surriscaldamento dovuto alleffetto Joule
possibili danni dovuti alle forze tra gli avvolgimenti prodotte
dalle correnti
Nella prova in cortocircuito il trasformatore viene alimentato con
una tensione V1cc , di valore efficace inferiore a V1, tale da fare
circolare nel secondario una corrente di valore nominale

39

Prova in cortocircuito (3)


Le correnti I1 e I2 hanno valore nominale (a rigore questo vale
solo per il I2, ma con ottima approssimazione si pu ritenere
verificato anche per I1)
le perdite nel rame sono praticamente coincidenti con quelle
relative al funzionamento nominale

V1 ha un valore molto inferiori a quello nominale


la corrente Ia e I hanno valori molto piccoli rispetto ai valori
in condizioni nominali
le perdite nel ferro sono trascurabili

il rapporto I1/I2 si identifica con quello di un trasformatore


ideale

I1 N 2

I 2 N1

40

Prova in cortocircuito (4)


Il comportamento del trasformatore in cortocircuito pu essere
descritto mediante i parametri:
Tensione di cortocircuito percentuale
V
vcc % 1cc 100
(V1cc = Tensione di cortocircuito del primario)
V1 n
Potenza di cortocircuito percentuale
P
Pcc % cc 100
(Pcc = potenza attiva assorbita in cortocircuito)
Sn
Fattore di potenza in cortocircuito
P
cos cc cc
V1cc I1 n
I tre parametri non sono indipendenti tra loro dato che risulta
V I cos cc
Pcc % 1cc 1n
100 vcc % cos cc
V1n I1n
41

Prova in cortocircuito (5)


Noti i parametri Sn, V1n, V20, vcc% e coscc, facendo riferimento ai circuiti
equivalenti semplificati, possibile calcolare i valori di R1cc e X1cc o di
R2cc e X2cc

Pcc

vcc % cos cc
Sn
100

Qcc Pcc tan(arccos cc )


Sn
V1n
P
R1cc cc2
I1 n
Q
X 1cc 2cc
I1 n
I1 n

Sn
V20
P
R2 cc 2cc
I 2n
Q
X 2 cc 2cc
I2n
I2n

42

Rendimento
Trasformatore alimentato a primario da una tensione sinusoidale
con il secondario collegato ad un impedenza di carico
Rendimento

P2
P1

P1 potenza attiva assorbita dal primario


P2 potenza attiva ceduta al carico

I trasformatori, essendo macchine statiche, hanno rendimenti


molto elevati (oltre il 99.5% per i trasformatori di grande potenza)
La definizione non adatta per la misura del rendimento

P1 e P2 sono poco diverse tra loro la valutazione del

rapporto molto sensibile agli errori di misura


Le potenze in gioco possono essere molto elevate

43

Rendimento convenzionale
Il rendimento convenzionale definito dalla relazione

Sn
S n PCu PFe

Sn potenza nominale del trasformatore


PCu potenza dissipata a causa delle perdite nel rame
PFe potenza dissipata a causa delle perdite nel ferro
La misura del rendimento convenzionale del trasformatore
richiede la valutazione delle perdite nel rame e nel ferro
pu essere effettuata mediante una prova in cortocircuito e una
prova a vuoto
44

Potrebbero piacerti anche