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INDICE
IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA
EFFETTO FOTOELETTRICO: ARRIVA LA RIVOLUZIONE!
LE DIFFICOLTA’ DELLA TEORIA
I FOTONI DI EINSTEIN
CONCLUSIONI
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INTRODUZIONE
LA FISICA QUANTISTICA:
La fisica quantistica rappresenta, rappresenta una delle maggiori aree di ricerca scientifica e culturale
nella storia umana.
Gran parte della moderna tecnologia e della nostra comprensione della realtà fisica si basano su di essa.
La fisica quantistica rappresentò una reale rivoluzione culturale in quanto prevede un comportamento
delle particelle che contraddice radicalmente il nostro modo di comprendere la realtà quotidiana e i
presupposti su cui è stata fondata tutta la fisica precedente.
Eppure a distanza di un secolo dalla sua fondazione, a causa principalmente del formalismo
matematico astratto e complesso su cui si basa, rimane per noi qualcosa di misterioso e bizzarro.
Si definisce FISICA QUANTISTICA la teoria che descrive in termini di probabilità statistica il
comportamento dei sistemi di dimensioni atomiche e subatomiche.
In questo lavoro affronteremo proprio questi particolari!
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La fisica quantistica è una teoria fondamentale della fisica che si occupa dello studio del
comportamento della materia e dell’energia a livello microscopico.
È la teoria fisica che descrive il comportamento della materia, della radiazione e di tutte le loro
interazioni viste sia come fenomeni ondulatori sia come fenomeni particellari, a differenza della fisica
classica o newtoniana, basata sulle teorie di Isaac Newton, che vede la luce solo come onda e
l’elettrone solo come particella.
Questa inaspettata e contro-intuitiva proprietà della realtà fisica, chiamata dualismo onda-particella, è il
principale spartiacque tra le teorie sviluppate fino al XIX secolo nella descrizione degli atomi e delle
molecole.
La sua nascita risale al primo quarto del XX secolo, quando i fisici Max Planck, Albert Einstein, Niels
Bohr, Heisenberg, Young e altri, iniziarono a esplorare tali fenomeni in scala atomica e subatomica.
Studiare i fenomeni “in scala atomica e subatomica” è un’espressione che fa riferimento alle
dimensioni delle particelle che compongono la materia, come gli atomi, i neutroni, i protoni, gli
elettroni e altre particelle molto piccole che non possono essere osservate direttamente con gli
strumenti tradizionali (come il microscopio ottico), ma richiedono l’uso di tecniche avanzate come il
microscopio a effetto tunnel o il microscopio elettronico a trasmissione.
La scala atomica e subatomica è caratterizzata da interazioni tra le particelle che si manifestano in modi
molto differenti rispetto a quanto osserviamo nella vita quotidiana. Queste interazioni possono dare
luogo a comportamenti “sorprendenti”, come l’entanglement quantistico, la sovrapposizione di stati
quantistici e l’effetto tunnel.
Sul livello microscopico, quindi, le leggi della fisica classica non si mostravano più sufficienti per
fornire una descrizione completa dei fenomeni osservati, ed è da questo limite che nascono le leggi
della fisica quantistica.
Quest’ultima, insieme alla teoria della relatività, rappresenta una sorta di
evoluzione rispetto alla fisica classica e, gradualmente, porta alla nascita
della cosiddetta fisica moderna.
In particolare, la teoria quantistica dei campi, rappresenta una delle
maggiori conquiste della fisica teorica moderna, in quanto ha permesso
di sviluppare una comprensione più completa della natura e delle
proprietà delle particelle fondamentali e delle loro interazioni.
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È la teoria fisica che unifica la meccanica quantistica, la teoria dei campi classica e la relativit à ristretta.
In questo contesto, gli oggetti fondamentali sono i campi, entità fisiche rappresentate in ogni punto
dello spazio-tempo, mentre le particelle sono considerate come stati eccitati di un punto del campo.
Grazie alla teoria quantistica dei campi, gli scienziati sono stati in grado di comprendere e descrivere
fenomeni microscopici con una precisione senza precedenti, come ad esempio la descrizione delle
proprietà delle particelle subatomiche e dei processi di decadimento.
Inoltre, la teoria quantistica dei campi ha ampliato il campo di applicazione della fisica, aprendo nuove
strade di ricerca in discipline come la cosmologia, la teoria delle stringhe, la fisica delle particelle, la
fisica della materia condensata, lo studio di materiali come i superconduttori e i superfluidi, è servita
per comprendere i fenomeni di trasporto nei sistemi quantistici a bassa temperatura. Inoltre, è stata
applicata alla teoria dei solidi, alla fisica delle interazioni forti e alla fisica nucleare, alla teoria dei
buchi neri e alla gravità quantistica. La teoria quantistica dei campi rappresenta una delle maggiori
rivoluzioni scientifiche della storia, e le sue applicazioni hanno avuto un impatto profondo sulla società
moderna, portando a numerose scoperte tecnologiche che hanno rivoluzionato diversi settori, come la
medicina, le comunicazioni, le nanotecnologie e le energie rinnovabili.
Secondo Planck, quando gli atomi del corpo nero emettono o assorbono
radiazione elettromagnetica di frequenza f, essi scambiano con il campo
elettromagnetico una quantità di energia espressa da:
E = nhf
L’equazione E = nhf indica che l’energia E emessa o assorbita dal corpo nero come radiazione
elettromagnetica di frequenza f è quantizzata, cioè può assumere solo un insieme discreto di valori: può
essere uguale a qualunque multiplo intero della quantità hf, ma non può essere una frazione di hf.
Il prodotto hf è il pacchetto di energia o quanto, cioè la quantità minima di energia che può essere
scambiata dagli atomi.
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La fisica quantistica affonda le sue radici nell’elettromagnetismo del XIX secolo e nella meccanica
classica, ma la sua nascita è attribuita al momento in cui i fisici Max Planck, Albert Einstein, Niels
Bohr e Heisenberg scoprirono che la fisica classica non spiegava alcuni fenomeni come il corpo nero e
l’effetto fotoelettrico.
Questo ha portato, nella prima metà del XX secolo, allo sviluppo di una nuova fisica, completamente
diversa da quella conosciuta fino ad allora, attraverso una teoria ottenuta unendo ed elaborando un
insieme di altre teorie formulate a cavallo del XIX e del XX secolo, basate sul fatto che alcune
grandezze a livello microscopico, come l’energia o il momento angolare (che, semplificando molto, è
la grandezza che descrive la rotazione di un oggetto intorno a un asse di rotazione), possono variare
soltanto di valori detti “quanti”. Da qui la nascita della nuova teoria chiamata “teoria dei quanti”.
Tuttavia, la fisica quantistica è diventata completa solo con la scoperta del principio di
indeterminazione di Heisenberg nel 1927, che afferma che non è possibile conoscere simultaneamente
la posizione e la quantità di movimento di una particella subatomica.
Nel corso del XX secolo, la fisica quantistica è continuata ad evolversi, con formulazione di nuove
teorie, come la teoria quantistica dei campi, la relatività generale e la teoria delle particelle elementari.
In parole molto semplici, la meccanica quantistica fornisce una descrizione matematica dei fenomeni
subatomici ed è fondamentale per comprendere il funzionamento del mondo a livello microscopico,
ovvero a scala atomica e subatomica, il che a sua volta ha implicazioni importanti per la comprensione
più ampia dell’universo.
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IL DUALISMO ONDA-PARTICELLA
Nel 1900, lo studio dello spettro della radiazione di corpo nero portò Max Planck ad avanzare l’ipotesi
che l’interazione tra il campo elettromagnetico e la materia avvenisse mediante l’emissione o
l’assorbimento di pacchetti d’energia, chiamati quanti. Nel 1905, Einstein spiegò l’effetto fotoelettrico,
implicando che la luce fosse composta da quanti di luce, o fotoni. Questa spiegazione implicava una
descrizione ondulatoria secondo la teoria di Maxwell e una descrizione particellare secondo la teoria di
Einstein.
Nel corso del ventesimo secolo, tale esperimento è stato applicato a un’unità di misura infinitamente
più piccola, che rientra nel campo della meccanica quantistica.
Ad essere fatto passare attraverso una o due fessure sono stati fasci di elettroni o fotoni, particelle
infinitamente piccole di cui sono formate la materia e la luce, con l’obiettivo di verificare se il
comportamento della materia e della luce segue quello dell’onda o quello dei corpuscoli (uno dei
grandi dubbi messi in contraddizione da Einstein e dalla fisica quantistica).
Applicando un fascio di tali particelle lungo una fenditura singola, si è verificata una distribuzione
identica a quella delle particelle, lasciando supporre che le particelle (anche quelle piccolissime) si
comportino appunto da particelle fisiche.
L’esperimento della doppia fenditura è stato ripreso poi da Richard Feynman ed è stato importante per
la comprensione della natura ondulatoria della luce. Infine, la meccanica quantistica nacque dalle
numerose evidenze sperimentali che all’inizio del ventesimo secolo risultavano inspiegabili secondo la
fisica classica.
Inoltre, all’inizio del XIX secolo, gli atomi erano considerati gli elementi costitutivi fondamentali della
materia.
A cavallo tra il XIX e il XX secolo, anche lo studio dell’effetto fotoelettrico, ovvero il fenomeno che si
manifesta con l’emissione di particelle elettricamente cariche da parte di un corpo esposto a onde
luminose o a radiazioni elettromagnetiche di varia frequenza: sparando un fascio di elettroni attraverso
la doppia fenditura, si verifica un fenomeno del tutto nuovo, la distribuzione non è uniforme ma
presenta puntini di concentrazione, come farebbe l’effetto di particelle che arrivano a destinazione sul
secondo pannello; nello stesso tempo, però, la distribuzione mostra una concentrazione maggiore o
minore seguendo il pattern di distribuzione delle onde, come se le particelle alla fine seguissero una
distribuzione di natura ondulatoria.
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Viene così provata in maniera sperimentale la dualità onda-corpuscolo della materia, ossia la
constatazione che a volte la materia si comporta da particella (comportamento corpuscolare), altre volte
da onda (comportamento ondulatorio) suggerendo che, durante l’interazione con la materia, la
radiazione elettromagnetica potesse esprime sia un comportamento ondulatorio che corpuscolare.
Questi e successivi esperimenti, come quello famoso del 1974, un’ulteriore rivisitazione
dell’esperimento della doppia fenditura condotto da un gruppo di scienziati dell’Università di Bologna,
composto da Pier Giorgio Merli, Gianfranco Missiroli e Giulio Pozzi, hanno portato alla scoperta della
dualità onda-corpuscolo della materia e della luce, che ha rappresentato una svolta nella fisica classica
e ha aperto la strada a nuove teorie e scoperte nel campo della fisica quantistica.
I FOTONI DI EINSTEIN
Il 1905 fu per Albert Einstein un annus mirabilis: in quell’anno pubblicò la spiegazione dell’effe tto
fotoelettrico, oltre alla sua prima memoria sulla relatività ristretta e alla sua interpretazione del moto
browniano. Per descrivere in modo coerente l’effetto fotoelettrico, Einstein accolse l’ipotesi di Planck
sulla quantizzazione dell’energia scambiata dagli atomi del corpo nero con la radiazio ne
elettromagnetica, e diede a questa ipotesi un preciso significato fisico :
la radiazione elettromagnetica è composta da singoli pacchetti di energia, i quanti del campo
elettromagnetico.
I quanti, più tardi, furono chiamati fotoni.
Ognuno di questi quanti di radiazione trasporta un’energia direttamente proporzionale alla sua
frequenza:
E = hf
Se, dunque, la radiazione elettromagnetica è costituita da fotoni, nell’interazione tra il corpo nero e la
radiazione può avvenire l’assorbimento o l’emissione di un numero intero di fotoni, ma non, per
esempio, di due fotoni e mezzo.
Poiché ciascun fotone ha energia hf, l’energia scambiata può essere solo un multiplo intero di hf.
In questo modo Einstein avvalorò l’equazione, cioè l’ipotesi di cui si era servito Planck per giustificare
lo spettro del corpo nero e che lo stesso Planck aveva inizialmente ritenuto come un artificio
matematico di incerto significato fisico.
Plank ed Einstein ricevettero entrambi il premio Nobel, il primo nel 1918 per aver introdotto il concetto
di quanto, il secondo nel 1921 per la sua spiegazione quantistica dell’effetto fotoelettrico.
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Come suggerisce la storia delle sue origini, la fisica quantistica ha rivoluzionato la comprensione della
natura, della materia, dell’energia, della luce, del tempo e dello spazio. Ha anche implicazioni
filosofiche e psicologiche, perché mette in discussione il ruolo dell’osservatore, la causalità, la realtà.
Heisenberg, infatti, lo stesso fisico che ha elaborato il principio di indeterminazione, (che è anche lo
stesso al quale Walter White ruba il nome per creare il suo nickname, nella serie Breaking Bad)
sosteneva che la realtà non esiste fino a che non viene osservata.
Come non menzionare poi l’antimateria, uno dei concetti rivoluzionari nati nei primi trent’anni del
‘900, stesso periodo in cui si gettarono le basi della fisica moderna. Fu prevista teoricamente dal fisico
britannico Dirac nel 1928 circa, ritenuto uno dei padri della fisica quantistica, che si impegnava a
formulare la teoria che conciliasse i principi della meccanica quantistica con quelli della relatività
ristretta.
L’antimateria, secondo le sue teorizzazioni, è una forma di materia composta da antiparticelle, ovvero
particelle che hanno la stessa massa delle particelle normali della materia, ma con carica elettrica
opposta. Ad esempio, l’antiparticella dell’elettrone è il positrone, che ha una carica positiva invece che
negativa. Quando una particella e la sua corrispondente antiparticella si incontrano, si distruggono a
vicenda, producendo energia sotto forma di fotoni.
Nello specifico, quando un elettrone e un positrone si incontrano, essi si distruggono producendo due
fotoni gamma (fotoni ad alta energia) che si muovono in direzioni opposte. In altre parole, l’elettrone e
il positrone si distruggono a vicenda e la loro massa viene convertita in energia, sotto forma di luce.
Questo fenomeno è stato osservato sperimentalmente per la prima volta nel 1932 dal fisico americano
Carl Anderson, che scoprì il positrone mentre studiava i raggi cosmici.
Da allora, l’antimateria è stata oggetto di numerosi studi teorici ed esperimenti, e viene utilizzata in
varie applicazioni, come la medicina nucleare e la ricerca sulle particelle elementari.
Lo studio dell’antimateria rappresenta una delle sfide più importanti della fisica moderna, perché la
distruzione tra particelle e antiparticelle è un evento molto raro in quanto, normalmente, queste
particelle si incontrano e poi si annullano immediatamente, senza avere l’opportunità di interagire con
altre particelle della materia ordinaria.
Al momento, l’esistenza dell’antimateria è verificabile dal fatto che viene studiata in molti esperimenti
di fisica delle alte energie. Gli esperimenti di fisica delle alte energie sono condotti utilizzando
acceleratori di particelle, macchine in grado di accelerare particelle subatomiche (come protoni o
elettroni) a velocità molto vicine a quella della luce, facendole collidere tra di loro o con un bersaglio.
Questi esperimenti hanno permesso di studiare le proprietà dell’antimateria e di verificare alcune delle
previsioni teoriche sulla sua natura. Inoltre, gli esperimenti di fisica delle alte energie sono stati
utilizzati per studiare altre interazioni fondamentali tra particelle subatomiche, come la forza nucleare
forte e debole, la gravità, e l’interazione elettromagnetica.
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Il nocciolo della questione è che comunque viene difficile “empatizzare” o immedesimarci verso la
teoria quantistica perché solleva molte domande fondamentali sulla natura stessa della realtà e sulla
nostra capacità di riconoscerla.
A differenza della fisica classica, la teoria quantistica ammette che le particelle subatomiche non hanno
una posizione o una velocità definite fino a quando non vengono osservate o misurate. Inoltre, la teoria
quantistica ammette l’esistenza di fenomeni come l’entanglement e la sovrapposizione, in cui le
particelle possono esistere in più stati contemporaneamente.
Queste sono affermazioni di realtà a cui noi siamo poco abituati.
Per i comuni mortali, comunque, la fisica quantistica rimane una delle teorie più misteriose, intriganti,
difficili e affascinanti della scienza moderna. Nonostante questa aura misteriosa, si può imparare a
conoscerla tramite l’applicazione delle leggi fisiche applicate ai campi tecnologici e scientifici che
influenzano la vita di tutti i giorni.
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A parte i dibattiti, l’antimateria e via di seguito, è un dato di fatto che la meccanica quantistica abbia
avuto un impatto significativo sulla tecnologia moderna: è alla base di molte scoperte e applicazioni
tecnologiche, come il laser, il transistor, il computer, la crittografia, la medicina nucleare, la
nanotecnologia, e l’energia.
Nel campo dell’informatica, la fisica quantistica ha portato alla creazione dei computer quantistici, che
utilizzano i principi della meccanica quantistica per eseguire calcoli complessi in tempi molto ridotti
rispetto ai computer tradizionali.
I computer quantistici sono ancora in fase di sviluppo, ma già sono in grado di risolvere problemi
computazionali molto complessi, come la simulazione dei processi chimici e la fattorizzazione di
numeri molto grandi.
La fisica quantistica ha anche portato a nuove tecniche di crittografia, come la crittografia quantistica,
che utilizza i principi della meccanica quantistica per garantire la sicurezza delle comunicazioni. La
crittografia quantistica, infatti, sfrutta la proprietà di una particella subatomica di cambiare il proprio
stato quando viene osservata, il che impedisce ai potenziali intercettatori di accedere ai dati trasmessi.
In campo medico, ha portato alla creazione di strumenti di imaging medico avanzati, come la
tomografia a emissione.
Cerchiamo, quindi, di entrare un po’ nel dettaglio, con alcuni esempi di settori in cui la fisica
quantistica influisce concretamente sulla realtà quotidiana:
III. Nanotecnologie: la fisica della materia condensata ha aperto la strada allo sviluppo di
nanotecnologie. Un esempio di applicazione delle nanotecnologie è rappresentato dai materiali
superconduttori ad alta temperatura critica. Questi materiali sono stati scoperti negli anni ’80 e
’90 del secolo scorso e hanno rivoluzionato il campo della superconduttività, che è una delle
branche della fisica della materia condensata.
La superconduttività è un fenomeno che si verifica quando alcuni materiali sono raffreddati a
temperature molto basse, vicine allo zero assoluto (-273,15 gradi Celsius), e diventano
completamente privi di resistenza elettrica. Questo significa che una corrente elettrica può fluire
attraverso questi materiali senza perdite di energia, il che rende questi materiali estremamente
utili in applicazioni come la produzione di campi magnetici intensi, la trasmissione di energia
elettrica senza perdite e l’imaging a risonanza magnetica.
Gli sviluppi delle nanotecnologie hanno permesso di sintetizzare materiali superconduttori ad
alta temperatura critica aprendo la strada a nuove applicazioni pratiche della superconduttività,
come la produzione di magneti ad alta potenza per le apparecchiature mediche, le centrali
elettriche e i treni ad alta velocità.
Tra le due vere rivoluzioni che la fisica quantistica promette, ci sono sicuramente il computer
quantistico (che non è del tutto utopia) e il Teletrasporto quantico (assolutamente utopistico, per come
lo vogliono far intendere i media).
Come già accennato, il computer quantistico è un tipo di computer che sfrutta le proprietà quantistiche
della materia, come la sovrapposizione e l’entanglement, per effettuare calcoli e risolvere problemi in
maniera molto più veloce di un computer classico. Mentre un computer classico utilizza bit che
possono assumere solo due valori (0 o 1) per rappresentare l’informazione, un computer quantistico
utilizza qubit (bit quantistici) che possono esistere in sovrapposizione di più stati. Ciò significa che un
qubit può essere 0 e 1 contemporaneamente, e ciò consente di effettuare calcoli parallelamente su un
numero enorme di combinazioni di stati, portando a una notevole accelerazione del calcolo rispetto ai
computer classici.
Attualmente, i computer quantistici sono ancora in fase di sviluppo e la loro realizzazione è molto
complessa a causa della delicatezza e della sensibilità dei qubit ai disturbi esterni. Tuttavia, ci sono
diverse aziende e istituzioni di ricerca che stanno investendo molto nella costruzione di computer
quantistici.
Nonostante ci siano stati progressi sperimentali rapidi e impressionanti, la maggior parte dei ricercatori
crede che “un computer quantistico a prova di guasti sia ancora un sogno piuttosto lontano“.
L’IBM nel 2019 ha presentato un prototipo commerciale di un computer quantistico, l’Ibm Q System
One. Il 24 ottobre 2019 Google afferma ufficialmente che un computer quantistico ha completato un
calcolo da 10.000 anni in 200 secondi, ma alcuni scienziati ritengono che una rivoluzione del computer
quantistico equivalente a quella del computer classico richiederà “immensa ingegneria, e probabilmente
anche ulteriori intuizioni.”
A gennaio 2020, IBM annuncia il Quantum Volume maggiore mai ottenuto, su un processore
quantistico a 28 qubit, confermando il trend di raddoppio annuale della potenza dei suoi computer
quantistici. Nell’Aprile 2020, QuTech lancia Quantum Inspire, il primo processore quantistico basato
su “spin qubits” controllati dalla tecnologia lock-in.
Un importante risultato, ottenuto dalla startup canadese Xanadu nell’ambito del quantum computing è
il computer quantistico basato sui fotoni come qubit, che è stato in grado di risolvere un problema
matematico in soli 36 microsecondi, mostrando una netta superiorità rispetto ai computer tradizionali.
Questo risultato, pubblicato su Nature, è stato considerato una forma di “supremazia quantistica”.
Il miracolo tecnologico di Xanadu però è considerato molto più “semplice”, rispetto al computer usato
un paio di anni prima Google, La macchina di Google però ha un limite: per lavorare ha bisogno di una
temperatura vicina allo zero assoluto (meno 270 gradi). Il computer quantistico di Xanadu, invece, ha
lavorato a temperatura ambiente. Tuttavia, molte importanti aziende tecnologiche, come IBM, Google,
Microsoft e Intel, stanno investendo ingenti risorse nella ricerca sul quantum computing, e l’Unione
Europea ha deciso di investire un miliardo di euro nei prossimi dieci anni. Il quantum computing resta
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comunque il punto focale per la tecnologia del futuro anche se ci sono ancora molte sfide da affrontare.
Pare comunque che l’avvento di un computer quantistico su larga scala potrebbe essere solo questione
di tempo.
Una piccola digressione va fatta sul Teletrasporto quantistico di cui ognuno di noi, almeno una volta,
avrà sentito parlare perché il termine “teletrasporto”, scelto per indicare questo fenomeno, è altisonante,
spesso fuorviante e porta a situazioni immaginifiche errate, motivo per il quale i media fanno leva sul
termine, abusandone. Insomma, non è quello che tutti vorremmo che fosse. No, non possiamo ancora
usare il teletrasporto per andare da nessuna parte, almeno per il momento.
Il teletrasporto quantistico è, in realtà, un fenomeno della fisica quantistica che permette di trasferire
informazioni da un luogo all’altro senza che l’informazione in sé attraversi lo spazio tra i due luoghi. In
altre parole, il teletrasporto quantistico non comporta il trasferimento di materia o energia, ma solo dati.
Siccome noi umani, siamo fatti di materia, non possiamo ancora tele trasportarci.
Il teletrasporto quantistico si basa sul fenomeno della “spooky action at a distance”, che avviene
quando due particelle subatomiche sono legate tra loro in modo che lo stato di una particella influisca
istantaneamente sullo stato dell’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.
Per realizzare il teletrasporto quantistico, si crea uno stato di intreccio tra due particelle subatomiche,
una a ciascuna estremità del trasferimento. Poi, si misura lo stato della particella che si desidera
teletrasportare e si invia questa informazione al destinatario tramite un canale di comunicazione
classico. Il destinatario utilizza questa informazione per modificare lo stato della particella a lui più
vicina in modo da riprodurre lo stato originale della particella teletrasportata. Nello specifico, quello
che afferma la scoperta fatta da chi ha studiato questo fenomeno è che è possibile studiare e controllare
particelle che si trovano in uno stato di intreccio, ovvero che sono connesse a distanza, così che quello
che succede a una di esse determini quello che accade all’altra, anche se si trovano a grandi distanze.
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Quello dell’intreccio, è uno dei fenomeni più dibattuti della meccanica quantistica. Prevede che due
particelle distanti ma correlate possano scambiarsi, immediatamente, informazioni sul loro stato in una
forma che richiama ciò che noi conosciamo come “teletrasporto”.
Anche se la ricerca sul teletrasporto quantistico sembra essere un campo di studio abbastanza teorico e
filosofico, ha in realtà molte applicazioni pratiche e ha aperto la strada a potenti e velocissimi computer
quantistici, a sistemi di misurazione ancora più precisi e a metodi di crittografia quantistica ancora più
sicuri.
Alain Aspect, John F. Clauser e Anton Zeilinger hanno vinto il Nobel per la Fisica 2022 per i loro studi
nella scienza dell’informazione quantistica.
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Non è un caso che l'introduzione alla meccanica quantistica, la parte della fisica che si occupa
dell'interazione tra energia e materia a livello atomico, avvenga proprio con un esperimento che
coinvolge un gatto.
Lo pensò l'austriaco Erwin Schrödinger, uno dei padri di questa teoria.
Immaginiamo di inserire un gatto in una scatola di acciaio, in cui è contenuto anche un apparecchio
radioattivo che avrà un atomo per il 50% decaduto e per l'altro 50% non decaduto. L'apparecchio è
collegato ad un martello.
Se l'atomo decade li martello rompe una fiala di cianuro, quindi uccide li gatto, mentre se l'atomo non
decade la fiala non si rompe, quindi il gatto resta vivo.
Il paradosso è proprio questo: fin quando non apriremo la scatola non potremo sapere se l'atomo sarà
decaduto o meno, di conseguenza se la scatola non verrà aperta l'atomo sarà decaduto e allo stesso
tempo non decaduto; lo stesso vale per il gatto, sarà sia vivo che morto.
Tra i numerosi film Marvel, la storia di Ant-Man, delle particelle Pym e del regno quantico è uno dei
racconti dove la scienza si intreccia con la fantasia. Da concetti molto concreti si sviluppano la trama,
gli studi di Hank Pym e le avventure di Scott Lang.
Il tempo nel Regno Quantico è relativo, come Scott scopre nel periodo tra la fine di Ant-Man and The
Wasp e la sua liberazione all'inizio degli eventi di Avengers: Endgame, quando cinque anni sulla Terra
passano per lui in sole cinque ore. Ma è in questo film che si esplora in maniera più "concreta" il
concetto di fisica quantistica con il suo regno.
Proprio la costante di Planck, scoperta nel 1899 da Max Planck, è considerata li punto di partenza della
rivoluzione introdotta nella fisica dalla meccanica quantistica, che ha un ruolo fondamentale in
Ant-Man 1 e 2. Infatti Hank ad un certo punto mette Scott in guardia sui rischi di un'estrema
miniaturizzazione: Scott, potrebbe ricadere all'interno del "regno quantistico", da cui non ritornerebbe
più, come avvenuto decenni prima a Janet van Dyne, la prima Wasp, nonché moglie di Hank.
La fisica quantistica è una branca della scienza che si concentra sui fenomeni a livello subatomico e a
differenza della fisica classica, che si basa su leggi deterministiche e prevedibili, la fisica quantistica
introduce l'idea di incertezza e di possibilità multiple.
Uno dei concetti fondamentali della fisica quantistica è quello della "natura ondulatoria" della materia,
infatti secondo questa teoria, tutte le particelle subatomiche, come elettroni e fotoni, possiedono una
natura ondulatoria e possono comportarsi sia come particelle che come onde.
Questa idea è stata formalizzata dalla meccanica quantistica, che descrive come le particelle si
comportano a livello quantistico.
Un altro concetto chiave è quello della "sovrapposizione quantistica": questa teoria afferma che una
particella quantistica può trovarsi in più di uno stato contemporaneamente creando delle vere e proprio
varianti di se stesso (Loki, multiverso), fino a quando non viene "osservata" o "misurata" (il gatto di
Schrodinger), è proprio in quel momento che la particella assume uno stato definito.
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CONCLUSIONI
L’importanza della fisica quantistica nella nostra comprensione del mondo evidenzia il fatto che ci ha
portato a scoperte sorprendenti e tecnologie innovative. Rappresenta una chiave di volta nella nostra
comprensione del mondo fisico, agevolando scoperte sorprendenti e tecnologie innovative che non
possono essere sottovalutate, poiché ci offrono una visione profondamente diversa della realtà che ci
circonda, svelando il potenziale di un universo sconosciuto e ancora da esplorare.
Continuare a studiare e applicare i principi della fisica quantistica può portare a progressi ancora più
significativi nel futuro, in grado di migliorare la vita di tutti noi e di avere un impatto positivo sulla
nostra società e sull’intero pianeta.
“Se non riesci a capire la fisica quantistica, non sei solo. Ma se pensi di averla capita, probabilmente sei
completamente fuori strada.”
Questa frase, attribuita allo scienziato e divulgatore Brian Greene, è attualissima e mette in luce il fatto
che la fisica quantistica è una teoria molto complessa e contraddittoria rispetto alle nostre intuizioni
quotidiane, e che il suo studio richiede un approccio molto diverso rispetto a quello della fisica classica.
Nella frase, viene provocatoriamente invocata la dose di consapevolezza e incertezza che permea il
mondo quantistico, e questo “so di non sapere” evita di cadere nella trappola dell’interpretazione
ingenua o dogmatica dei fenomeni.