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SPOLAORE RICCARDO

22/08/2022
GPS E RELATIVITÀ

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA


Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII)
Corso di laurea triennale in
INGEGNERIA AEROSPAZIALE

Elaborato scritto per “Storia dell’Astronomia”


Prof.: Peruzzi Giulio

GPS e Relatività
Come il lavoro di Einstein ha dato una svolta
all’evoluzione umana

Studente: Spolaore Riccardo Matricola: 2012337 Anno accademico:


2021/2022

Sommario
1. Chi è Einstein, IL fisico più grande di tutti i tempi...................................................................2
2. L’intuizione alla base della relatività........................................................................................3
3. Il salto fondamentale: dalla relatività ristretta a quella generale...............................................4
4. La contribuzione di Einstein all’ideazione del GPS..................................................................4
Bibliografia.......................................................................................................................................5
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22/08/2022
GPS E RELATIVITÀ

1. Chi è Einstein, IL fisico più grande di tutti i tempi

Prima di vedere nel dettaglio i benefici che la


moderna teoria della gravitazione universale ci ha
portato, è bene conoscere un po’ più a fondo l’uomo
che si cela dietro la sua formulazione.
Vediamo quindi chi era Albert Einstein…
Einstein, nato ad Ulma il 14 marzo 1879 era un
ragazzo solitario e talvolta “strano” in quanto iniziò a
parlare molto tardi e già da bambino iniziò a leggere
libri di divulgazione scientifica talvolta considerati di
difficile comprensione anche per un pubblico più
adulto. Nessuno a quel tempo avrebbe scommesso su
ciò che negli anni a venire sarebbe diventato…
Celebre foto di Einstein Nel 1894 la sua famiglia si trasferisce in Italia mentre
lui prosegue gli studi a Monaco per poi iscriversi
all’esame di ammissione presso il Politecnico di Zurigo nel 1895 su richiesta del
padre. Dopo un’infelice infanzia governata dalla rigidità del sistema scolastico che lo
opprimeva Albert venne bocciato nelle materie letterarie ma elogiato dallo stesso
direttore del politecnico per le sue impressionanti capacità dimostrate nelle materie
scientifiche.
L’anno seguente intraprende gli studi superiori a Zurigo e nel corso dei suoi studi
prende un’importantissima scelta per la sua vita e per le sorti della scienza… si
dedica prevalentemente alla fisica anziché alla matematica.
Nel 1900 si laurea e pubblica nel 1905 tre importantissimi studi teorici, tra i quali
quello della Teoria della relatività ristretta. Vanno citati per completezza anche lo
studio sull’effetto fotoelettrico che gli costerà il Nobel per la fisica nel 1921 e quello
sull’elettrodinamica dei corpi in movimento.
Nel 1916 invece pubblicò “I fondamenti della teoria della Relatività generale”
considerato da egli stesso il suo più grande contributo scientifico. Dopo una vita
travagliata dalla prima guerra mondiale e in seguito anche dalla seconda, Albert
Einstein si spense il 18 aprile 1955 a Princeton tra i più grandi onori degli scienziati e
degli studiosi del tempo.

2. L’intuizione alla base della relatività

Come preannunciato nell’introduzione del profilo di Einstein, il 1905 fu l’anno della


svolta a livello mondiale della fisica conosciuta fino a quel momento. Questa data
segna la scoperta del cosiddetto “fotone” ossia la particella elementare della luce, il
quale prenderà il nome di “quanto di energia” su cui si baserà la Fisica quantistica.
Questo elemento aiutò Einstein nello sviluppo della teoria della relatività speciale
mediante la formulazione di due principi fondamentali:
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I. Tutte le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali.
II. La velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore per tutti gli osservatori
inerziali in qualsiasi direzione di propagazione.
Einstein che scrive la sua famosa formula

La relatività speciale è conosciuta popolarmente come l’equivalenza tra materia


(massa) ed energia mediante la famosa formula E=mc 2, la quale sintetizza
l’incredibile intuizione e l’immane lavoro intellettuale fatto da Einstein per spingere
di un grandissimo passo in avanti la conoscenza e la comprensione umana.
Fino ad allora erano poche le scoperte scientifiche che causarono profonde
conseguenze sull’umanità. Da quella scoperta derivano ad esempio le centrali
nucleari, che permisero all’uomo di mettere le mani su quantità di energia fino a poco
tempo prima inimmaginabili.

Gli sviluppi della relatività ristretta (chiamata


“speciale” al tempo) comportano altri fattori,
apparentemente paradossali: la stessa nozione di
tempo e simultaneità, cardine dell’intuizione del
mondo, che ognuno di noi sperimenta nella vita
quotidiana, inizia a vacillare. In quei giorni vi fu una
vera e propria rivoluzione. Prima Max Planck e
successivamente Einstein, al centro dei riflettori
della scena scientifica, avevano compreso ed
accettato, che la radiazione termica, come la luce
Plank e Einstein (ovvero una forma di energia elettromagnetica), non
viene emessa con continuità come si pensava, ma
per “pacchetti” detti “quanti”.

La scoperta di Planck faceva crollare un’altra delle ipotesi di base della fisica
dell’ottocento, l’ipotesi del continuo.

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Proprio partendo dalla scoperta di Planck,
Einstein costruì il primo dei suoi storici tre
articoli, dimostrando appunto che la luce
(ossia, la radiazione elettromagnetica) è
composta di “quanti” di luce detti fotoni.
L’intuizione di Einstein fece poi tramontare
definitivamente i due cardini fondamentali
Luce che percorre Terra-Luna della fisica newtoniana: lo spazio e il tempo.

Mentre lo spazio infatti per la teoria della relatività è modellato dalla massa degli
oggetti che vi si trovano, il tempo e la dimensione dei corpi sono relativi alla velocità
del sistema di riferimento entro cui agiscono, fino ad annullare il primo (il tempo) e
far divenire infinita la massa quando il sistema si approssima alla velocità della luce,
unica costante universale residua, considerata la velocità limite e simbolizzata con “ c
” (c=299792 458 m/s ).

3. Il salto fondamentale: dalla relatività ristretta a quella generale

Il continuo lavoro di Einstein gli permise a poco


più di dieci anni dopo la stesura della “teoria
della relatività speciale” di affiancare la
“relatività generale”, la quale tratta della
gravitazione e della forza gravitazionale che
permea ogni angolo del cosmo e che aveva tratto
in inganno persino il grande Newton.
Illustrazione semplificata del Nel 1918, i calcoli di Einstein vengono verificati
concetto base della e confermati: l’Universo è veramente fatto come
Relatività generale lo scienziato tedesco aveva intuito e dimostrato.
Sono dunque la stessa forma e geometria
dell'universo a venire svelate, così come le forze che li muovono.
Da allora Einstein lavorò fino alla morte (1955), sull' immagine che l’universo ci
fornisce, cioè sull'immensamente grande, e sul mondo quantistico, cioè
nell’immensamente piccolo tentando talvolta di unire i due aspetti.
Tirando le somme, dal lavoro sulla relatività generale si possono estrarre due concetti
fondamentali: la dilatazione dei tempi e la contrazione delle lunghezze i quali sono
degli effetti relativistici dovuti alla velocità di un corpo prossimo alla velocità della
luce. Questo input ha fatto saltar fuori diversi paradossi tra i quali il più famoso
quello dei gemelli.
Lo studio più approfondito del cosmo è basato però in buona parte su questi due
pilastri.
Al giorno d’oggi infatti, l’invenzione di alcune tecnologie non sarebbe stata possibile
senza tener conto delle considerazioni fatte da Einstein.
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4. La contribuzione di Einstein all’ideazione del GPS

Il GPS (acronimo di Global Positioning System), come ormai tutti sanno, è un


sistema di posizionamento funzionante grazie a dei satelliti in orbita (precisamente
31) in grado di fornire posizione e ora esatte di un dispositivo ricevitore. Esso venne
inventato nel 1973 a seguito dello studio e della progettazione da parte del
Dipartimento di Difesa statunitense. Esistono vari tipi di GPS ma tutti hanno questi
tre componenti di base: satelliti, stazioni terrestri e ricevitori.
La parte più interessante ed inerente al corso di “Storia dell’astronomia” sta nei
satelliti i quali tengono conto di alcuni effetti relativistici per calcolare con precisione
ora e posizione di un certo ricevitore sulla Terra.
Pensiamo per un attimo a cosa accadrebbe se un satellite inviasse un’ora sbagliata
anche di soli pochi nanosecondi. La posizione risulterebbe sballata al primo aggancio
con un altro satellite il quale ne aggancerebbe un altro con un orario nuovamente
errato e così via fino ad avere un incremento dell’errore mostruoso!
Per questo motivo sui satelliti sono montati degli orologi atomici, ossia lo strumento
più preciso che abbiamo per scandire il tempo. Basti pensare che anziché come in un
orologio al quarzo è proprio una lamina in quarzo a oscillare e scandire il tempo,
nell’orologio atomico a farlo sono gli atomi.
Il problema è che in un satellite il tempo scorre in maniera diversa rispetto ad un
osservatore sulla Terra (facciamo finta di essere al suolo) dunque sono necessarie
delle piccole ma essenziali correzioni relativistiche.
È proprio qui che IL Fisico Albert Einstein ha dato il suo enorme contributo.
Grazie ad Einstein infatti sappiamo che allontanandoci dalla Terra il tempo scorre più
velocemente. Infatti se ad esempio avessimo posizionato due orologi perfettamente
sincronizzati uno nel nucleo terrestre ed uno sulla superficie terrestre nel momento
della formazione della Terra (circa 4,56 miliardi di anni fa), ad oggi registreremmo
un ritardo dell’orologio al centro della terra di circa 2 anni e mezzo rispetto a quello
sulla superficie.

Buttiamo giù due calcoli:


Consideriamo che ogni satellite abbia un orologio atomico al cesio con precisione di
1 su 104 . In un giorno (inteso come giorno solare medio) ci sono 86400 secondi,
dunque l’errore in un giorno è: 86400 /10 4=8,610−10 → err =0,86 ns .
Almeno 4 satelliti mandano o frequentemente un segnale che contiene l’ora esatta (al
ns di precisione) dell’istante in cui il segnale è partito e la posizione del satellite
(presumendo orbite ellittiche).
Il ricevitore di ogni satellite risolve l’equazione e trova tempo t e posizione ( x , y , z). Il
risultato è esprimibile per semplicità in 2 dimensioni per le quali servono 3 punti:
c ( t−t 1) =√ ( x−x 1 ) + ( y− y 1 ) ; c ( t−t 2) =√ ( x−x 2 ) + ( y− y 2 ) ; c ( t−t 3) =√ ( x−x 3 ) + ( y− y 3 )
2 2 2 2 2 2

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Con questi veloci calcoli teorici si può dire che con un errore di 0,86 ns la precisione
sarà di circa 30 cm.
La relatività qui centra in pieno!

Einstein contribuì in maniera sostanzialmente duplice:


I. Con la Relatività ristretta: i satelliti si muovono rispetto al ricevitore, e il loro
orologio va più piano.
II. Con la Relatività generale: i campi gravitazionali cambiano sia la velocità degli
orologi, sia la propagazione dei segnali radio.
Senza tener conto poi del fatto che la Terra, ruotando su sé stessa, induce ulteriori
effetti ancor più complessi con i quali ci aiuta sempre il buon vecchio Albert.

Appurata la parte di contributo della relatività ristretta, proseguiamo indagando sul


contributo della relatività generale.

Poco fa si è parlato di campi gravitazionali, ma cosa sono e come influiscono il


funzionamento del GPS?
I campi gravitazionali sono dei campi di forze attrattive generati da un corpo dotato
di massa (a prescindere da quanto massivo sia) ed è capace di alterare le aree
circostanti influenzandone lo spazio ed il tempo. Immaginiamo un campo
gravitazionale come una tovaglia tenuta in tensione sui quattro angoli e sopra la quale
viene posizionata una pallina (immagine esplicativa presente nel terzo paragrafo
dell’elaborato). La pallina formerà una convergenza ed una deformazione della
tovaglia verso l’interno, ossia dove è situata la pallina. Convertendo i concetti di
tovaglia come “tessuto spazio-temporale” e il concetto di pallina come “pianeta” (o
stella o un altro corpo celeste, ecc.) si avrà che tutto ciò che si trova nei pressi di tale
pianeta venga influenzato sia sul piano temporale sia sul piano spaziale.
Ecco dunque che ci viene in aiuto la contrazione delle lunghezze e la dilatazione dei
tempi di Einstein. Le responsabili a questo fenomeno nel cosmo sono le onde
gravitazionali ossia oscillazioni dello spazio-tempo che viaggiano alla velocità della
luce.
Questo concetto risulta difficile da spiegare e comprendere fino in fondo ancora oggi
ma il fatto che Einstein ne predisse l’esistenza più di 50 anni prima dalla loro
effettiva scoperta rimane mi lascia senza parole.

Bibliografia
Nella stesura dell’elaborato sono state utilizzate le seguenti fonti:
- Slide delle lezioni, prof. Peruzzi.
- Libro di testo “Elementi di Fisica, Elettromagnetismo e Onde”, autori: P. Mazzoldi, M. Nigro, C.
Voci. In uso al corso “Fisica 2” svolto dal professor Rossin nell’anno accademico 2021/2022 per
la laurea in “Ingegneria Aerospaziale” frequentato dal sottoscritto.

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- Libro di testo “Fisica”, autori: P. Zotto, S. Lo Russo, P. Sartori. In uso al corso “Fisica 1” svolto
dal professor Borghesani nell’anno accademico 2020/2021 per la laurea in “Ingegneria
Aerospaziale” frequentato dal sottoscritto.
- Libro “Einstein, il genio” di L. Tolomei.
Nota bibliografica: alcuni libri erano già in mio possesso in quanto utilizzati durante lo svolgimento
delle lezioni di alcuni corsi mentre altri sono stati reperiti alla biblioteca comunale di Santa Maria di
Sala (VE) e alla biblioteca comunale di Mirano (VE), paesi limitrofi a quelli in cui abito.
Nota dell’autore: volevo spendere due parole sul fatto che la scelta del tema trattato in questo
elaborato è dovuta ad un fatto oltre che di interesse personale anche ad un fatto di inerenza con ciò
che studio ossia Ingegneria Aerospaziale. Il tema dei satelliti in orbita inoltre è stato affrontato
accuratamente durante il corso di “Dinamica del volo aerospaziale” con il prof. Colombatti, mentre
la parte di Fisica affrontata da Einstein è stata in parte piccola parte affrontata durante il corso di
“Fisica 2” con il prof. Rossin.

Spolaore Riccardo

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