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Molti dei fenomeni in cui ci s'imbatte quotidianamente

possono essere interpretati in modo semplice


alla luce di quello che uno dei concetti unificanti
della fisica, il concetto di onda:
dalle onde acustiche che si propagano nell'aria
a quelle luminose, dalle onde radio
alle onde meccaniche dei cristalli di quarzo
impiegati per controllare la frequenza
dei radiotrasmettitori, dalle onde sismiche
alle onde di probabilit studiate dalla meccanica
quantistica, fino alle onde del linguaggio comune,
quelle che muovono la superficie dell'acqua.
Facendo ricorso a

solo un poco di matematica

secondo le parole dell'autore,


e ad alcune leggi elementari di fisica,
viene svolta in questo volume una trattazione
semplice e rigorosa dei fenomeni ondulatori
per arrivare a una visione generale: l'autore infatti
non intende tanto fornire le risposte a problemi
specifici di una piuttosto che di un'altra disciplina,
quanto dare un quadro complessivo
che consenta volta a volta di individuare in che modo
il problema vada affrontato e inquadrato
e di che tipo sia la risposta che ci si deve attendere.
Per queste sue caratteristiche
il libro di Pierce si propone come uno strumento nuovo
non solo per gli studiosi di fisica,
ma per chiunque abbia a che fare con la propagazione
delle onde, da coloro che operano
nel campo delle comunicazioni e delle trasmissioni
ai cultori di teoria dell'informazione.

JOHN R. PIERCE nato a Des Moines,


Iowa, nel 1910. Laureatosi presso il Ca
lifornia Institute of Technology dove at
tualmente insegna, stato direttore dal
1936 al 1971 delle ricerche sui principi
delle comunicazioni ai Beli Telephone
Laboratories. Le sue ricerche sulla teo
ria dell'informazione lo hanno portato
a considerarne le applicazioni a campi
diversi quali l'elettronica, l'acustica, la
teoria della visione, la matematica, l'eco
nometria, la psicologia e la musica. Au
tore di numerosi libri e articoli di caratte
re tecnico, fra cui La teoria dell'informa
zione pubblicato in questa collana,
membro di varie associazioni fra cui la
National Academy of Sciences e I'Institu
te of Electrical and Electronics Engineers.

Biblioteca
della EST

TUTTO

(o quasi)

SULLE ONDE

di John R. Pierce

EDIZIONI
SCIENTIFICHE
E TECNICHE
MONDADORI

Biblioteca
della EST

Direttore editoriale
EDGARDO MACORINI

Redattore
ROSSANA ROSSI

Impaginazione
BRUNO PAGLIA

ISSN 0303-2752

In copertina:
Julio Le Pare, La longue marche LP-4-B (1975)

(Galleria Denise Ren).


Titolo originale
ALMOST ALL ABOUT WAVES

Traduzione
PAOLO BERGAMINI

Prima edizione: aprile 1977

1974 by THE MASSACHUSETTS INSTITUTE OF TECHNOLOGY


1977 by ARNOLDO MONDADORI EDITORE, S.p.A., MILANO

Indice

PREMESSA

IL CONCETTO DI ONDA

11

ONDE SINUSOIDALI: LORO AMPIEZZA E POTENZA

20

III

MEZZI E MODI

25

IV

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

28

I
II

v
VI
VII
VIII
IX

x
XI

XII

XIII

RAPPRESENTAZIONE VETIORIALE E COMPLESSA


MODI ACCOPPIATI
MODI ACCOPPIATI: L'ALTRA SOLUZIONE
ARMONICHE SPAZIALI E ACCOPPIAMENTO
ACCOPPIAMENTO E MEZZI A PARAMETRI VARIABILI
CON CONTINUIT
ONDE E FORZE
ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE
IN UN MEZZO IN MOVIMENTO
ENERGIA E MOMENTO DELLA QUANTIT DI MOTO
IN MEZZI ROTANTI
AMPLIFICATORI PARAMETRICI

42
48

56
59

67
77

92
102
108

XIV POLARIZZAZIONE
xv

ONDE PIANE E QUASI PIANE

XVI ANTENNE E DIFFRAZIONE


XVII L'EQUAZIONE DELLE ONDE IN FORMA SCALARE
XVIII IRRAGGIAMENTO
XIX RETROSPETTIVE E PROSPETTIVE
INDICE ANALITICO

115
126

141
153
161
175

180

Premessa

Al giorno d'oggi i fisici e gli ingegneri hanno a loro disposizione due validi
strumenti: l'elaboratore e la matematica. Servendosi del primo, una persona
che conosca le leggi fisiche che governano il comportamento di un certo
dispositivo o sistema, pu calcolare il comportamento di quel dispositivo
o sistema in casi particolari, anche se ha limitate conoscenze di matematica.
Attualmente il principiante pu ottenere risultati numerici che vanno ben oltre
le possibilit del pi esperto matematico del periodo precedente l'avvento
dell'elaboratore. Cosa dire, allora, del valore della matematica nel mondo
odierno?
Essa affascina oggi come sempre in passato e merita certamente l'impegno
di coloro che ne sono affascinati. Ma che dire della persona che ha un inte
resse pratico, della persona che desidera usare la matematica?
Oggi l'utente della matematica, fisico o ingegnere che sia, ha bisogno di
conoscerne assai poca per ottenere delle risposte numeriche particolari. Forse
pu persino fare a meno di quelle funzioni complicate che sono state usate
per studiare la struttura della materia. Ma anche solo un po' di matematica
pu dare al fisico o all'ingegnere qualche cosa a cui assai duro pervenire
con l'elaboratore, e cio una comprensione del problema dall'interno.
Le leggi di conservazione dell'energia meccanica e della quantit di moto
si possono desumere semplicemente dalle leggi del moto di Newton. Le leggi
sono semplici, la loro applicazione universale. Non vi alcun bisogno dell'ela
boratore, che pu invece essere riservato a problemi di maggiore complessit.

Allo stesso modo, si pu imparare parecchio sulle onde con un po' di sem
plice matematica, come spero di dimostrare in queste pagine.

Il libro non

indica la maniera migliore per ottenere la risposta a un particolare problema


complicato. Esso dice di quale tipo la risposta dovr essere: per esempio,
che cosa deve succedere quando le onde siano accoppiate e che relazioni de
vono valere tra energia e quantit di moto delle onde.
Alcuni anni fa, Harald T. Friis ha dato una dimostrazione molto semplice
della sua formula di trasmissione delle onde radio, cosa che non era riuscita
a matematici e fisici ben pi abili. Ci mi ha portato a credere che molte altre
caratteristiche delle onde potessero essere spiegate con poca matematica.
Il fascino del tentativo mi ha indotto a scrivere questo libro.
Il libro non stato scritto senza un considerevole sforzo di comprensione
di certi argomenti. L'autore particolarmente grato a Hermann A. Hans e

il loro sostanziale aiuto, e specialmente a Tse Chin


Mo che ha letto due versioni del testo, commentandole e dando preziosi sugge

a Charles H. Papas per


rimenti.

TUTTO (O QUASI) SULLE ONDE

A Ed e Ann David
che mi sono stati preziosi

Il concetto di onda

questo uno dei grandi concetti unificanti della fisica. Gli uomini hanno
osservato le onde fin dai tempi pi remoti. Nel XV secolo, Leonardo da
Vinci scriveva : L'impeto molto pi veloce che l'acqua, perch molte
sono le volte che l'onda fugge il loco della sua creazione, e l'acqua non si
move di sito ; a similitudine dell'onde fatte il maggio nelle biade dal corso
de' venti, che si vede correre l'onde per le campagnie, e le biade non si
movano dal loro sito (da Del moto e misura dell'acqua). Chiaramente
Leonardo si rendeva conto che, quando un'onda d'acqua si muove da un
luogo a un altro, non viene concretamente accompagnata dall'acqua stessa.
La fisica moderna piena di onde : le onde dei terremoti studiate dai
sismologi ; le onde e le increspature degli oceani, dei laghi e degli stagni ;
le onde sonore che viaggiano attraverso l'aria ; le onde meccaniche nelle funi
tese o nei cristalli di quarzo che si usano per controllare le frequenze dei
trasmettitori radio ; le onde elettromagnetiche (che costituiscono anche la
luce) irradiate dai trasmettitori e ricevute dagli apparecchi radio e infine le
onde di . . .che cosa? - forse di probabilit - che vengono usate in mecca
nica quantistica per predire il comportamento di elettroni, atomi e sostanze
complesse.
Che cosa sono le onde? Esse non sono terra, n acqua o.aria, n acciaio
o budello o quarzo, e tuttavia si propagano in queste sostanze. I fisici del
XIX secolo si sentirono costretti a riempire il vuoto dello spazio con un ete
re in grado di trasmettere onde elettromagnetiche ; e tuttavia una sostanza

11

cos arbitraria sembra pi una scappatoia per acquietare delle menti tur
bate che non una spiegazione valida di un fenomeno fisico. Quando si arriva
a considerare le onde della meccanica quantistica, i fisici non riescono nem
meno a offrirei un'interpretazione fisica universalmente accettata delle
onde di cui essi stessi si occupano, anche se poi sono tutti d'accordo sul
modo di servirsene per predire l'andamento di vari esperimenti.
Piuttosto che interrogarsi su che cosa siano le onde, bisognerebbe piut
tosto chiedersi che cosa si pu dire delle loro caratteristiche. In questo
caso non vi alcuna confusione. Noi riconosciamo nelle onde un tipo
di comportamento che pu essere descritto matematicamente in termini
che sono sempre gli stessi, anche se vengono applicati a sistemi fisici che
possono essere assai differenti. Cos, una volta riconosciuto che un certo
fenomeno pu essere descritto in termini di onde, si possono affermare
e predire molte cose sul fenomeno stesso, anche se non si compreso chiara
mente il meccanismo grazie al quale le onde sono generate e trasmesse.
La natura ondulatoria della luce fu compresa (e molte delle importanti
conseguenze di tale sua natura furono poste in evidenza) molto prima che si
potesse semplicemente immaginare l'idea di un'onda elettromagnetica nello
spazio. Di fatto, quando venne proposta la spiegazione elettromagnetica
della natura fisica della luce, molti fisici, che pure avevano chiaramente
riconosciuto come la luce dovesse essere un fenomeno di tipo ondulatorio,
si rifiutarono di accettarla.
I pi importanti principi riguardanti le onde possono essere studiati
per mezzo di esempi semplici e alla portata di tutti. Non appena arrivati
a comprendere il comportamento di queste onde, se ne possono astrarre
dei concetti che sono validi per tutti i -tipi di onde, ovunque accada di in
contrarli.
Una cosa subito evidente a proposito delle onde : come ogni oggetto
in moto, le onde in movimento trasportano energia da un punto all'altro.
Le onde elettromagnetiche, luminose e termiche, che raggiungono la
Terra provenienti dal Sole, hanno una potenza di circa l kW j m 2 Le
celle solari possono convertire in energia elettrica circa un decimo dell'ener
gia solare che incide su di esse, e grazie a queste celle i satelliti per teleco
municazioni e altri veicoli spaziali vengono alimentati da energia solare.
Le piante trasformano l'energia delle onde elettromagnetiche provenienti
dal Sole in energia chimica : quando noi bruciamo la legna o il carbone,
utilizziamo e liberiamo questa energia. I trasmettitori televisivi irradiano
onde elettromagnetiche con potenze dell'ordine di decine di migliaia di
Watt. Ogni apparecchio televisivo ricevente raccoglie una minuscola fra
zione della potenza totale trasmessa. Le onde del mare battono sulle coste

12

IL CONCETTO DI ONDA

con enorme energia : durante una tempesta, il mare pu spostare rocce


pesanti diverse tonnellate. La potenza delle onde sonore prodotte dalla
voce umana, invece, molto ridotta. In ogni caso, le onde trasportano
energia da un punto all'altro, anche se la quantit di energia in gioco pu
variare di molto, a seconda del fenomeno considerato.
Come la materia in movimento, anche le onde in movimento posseggono
una certa quantit di moto. Quando le onde vengono assorbite o riflesse
da un oggetto, tendono a esercitare una pressione su di esso. Di norma la
quantit di moto delle onde meno evidente della loro energia. Tuttavia
nel maggio 195 1 , Russell Saunders pubblic un articolo Velieri nello spazio
(sulla rivista 'Astounding Science Fiction') in cui si dimostrava che era teorica
mente possibile far viaggiare una nave spaziale attraverso il sistema solare
sfruttando la pressione esercitata dalla luce su enormi vele. Inoltre, per
comprendere le propriet e il comportamento delle sostanze solide, i fi
sici devono prendere in considerazione la quantit di moto delle onde so
nore e luminose.
Da ultimo, un'onda impiega un certo tempo per passare da un punto
a un altro : cio, le onde hanno una velocit. Le onde luminose viaggiano
molto rapidamente (300 000 km l s) ; le onde sonore, che giungono alle nostre
orecchie attraverso l'aria, si muovono pi lentamente (circa 1 200 km l h,
o 340 m l s). Nell'acqua e nei solidi il suono viaggia pi rapidamente. Sulla
superficie dell'acqua le onde si propagano pi lentamente.
Energia, quantit di moto e velocit sono le principali propriet delle
onde. Un'altra, sorprendente, propriet di molte onde la linearit.
Quando si gettano due sassi in uno stagno, i cerchi via via allargantisi
non si influenzano reciprocamente : un gruppo di ondine passa impertur
bato attraverso l'altro. Il quadro complessivo delle intersezioni pu sem
brare complicato ai nostri occhi, ma pu essere visto come formato da due
gruppi indipendenti di cerchi in espansione. Quando due persone si par
lano, le onde sonore delle loro voci non rimbalzano incontrandosi, ma si
attraversano. I deboli raggi delle stelle non vengono influenzati dalla luce
del Sole che devono attraversare per raggiungere il nostro cielo notturno.
Quelle onde che non influenzano il passaggio di altre onde sono dette
lineari perch l'effetto globale di due tali onde non altro che la loro somma,
come se le due onde esistessero indipendentemente l'una dall'altra. Quando
due onde lineari, con creste di altezza H1 e H2 si incontrano, l'altezza mas
sima semplicemente H1 + H2 : cio si ha una relazione lineare. Nel caso
di onde lineari, un'onda di altezza 2H identica a due onde di altezza H
che esistano nello stesso posto allo stesso istante. Per onde lineari, la velo
cit non pu dipendere dall'altezza o dall'ampiezza dell'onda, poich

13

un'onda di grande ampiezza pu sempre essere considerata come la somma


di un certo numero di onde di ampiezza minore.
Poche onde sono perfettamente lineari. Molte per (ad esempio quelle
sonore) si approssimano tanto a questa condizione, almeno entro il normale
intervallo di intensit, che, trattate come se fossero lineari, danno risultati
quasi perfettamente concordanti " con l'esperienza. In questo libro ci si
occuper quasi esclusivamente di onde lineari.
Noi tutti sappiamo che cos' l'eco. Quando gridiamo rivolti verso una
superficie verticale (la facciata di un edificio, la parete di una roccia),
il suono della voce viene riflesso dalla superficie solida e ritorna indietro.
Ci molto simile al rimbalzare di una palla contro un muro ; con alcune
differenze, per.
Una differenza l'abbiamo appena vista. Se noi buttassimo contro il
muro molte palle simultaneamente, esse potrebbero anche venire 'riflesse'
(rimbalzando via) tra di loro oltre che dal muro. Le onde lineari (e le onde
sonore di moderata intensit lo sono) passano l'una attraverso l'altra. Cos
se noi gridiamo in una grande stanza a pareti piene, possiamo sentire
echi senza fine del suono riflesso dalle pareti, echi che alla fine svaniscono
in un rumore debole e confuso. Gli studiosi di acustica parlano di tempo
di riverberazione per indicare il tempo nel quale la potenza (o l'energia)
iniziale diminuisce di un milione di volte.
La riflessione delle onde presenta un'altra differenza rispetto alla 'ri
flessione' di oggetti solidi, come le palle. Un oggetto solido ha una sua forma
definita, che mantiene anche dopo la riflessione. E un'onda ? La forma di
un'onda pu essere molto alterata dalla riflessione. Se essa urta una super
ficie rugosa pu essere diffusa o riflessa in molte direzioni diverse. Una
palla pu ritornare indietro, dopo una riflessione contro una superficie ru
gosa, lungo una direzione qualsiasi, ma non in tutte le direzioni contempo
raneamente. Qui non si tenter di spiegare a fondo il complesso problema
della riflessione delle onde. C' tuttavia un caso speciale, molto importante
e al tempo stesso molto semplice.
Nella FIG. l rappresentata con una curva un'onda che si avvicina a una
superficie. Questa curva pu rappresentare la variazione di pressione, o di
campo elettrico, o di spostamento di una fune tesa, in funzione della distanza
(lungo la direzione z). Si supponga che la curva viaggi verso destra (nella
direzione + z) con velocit v e che urti una superficie perfettamente riflet
tente. Che forma avr l'onda riflessa ?
Due semplici possibilit sono rappresentate in FIG. 2. In entrambi i casi
l'onda viaggia da destra verso sinistra e la forma dell'onda stata ribaltata
da sinistra a destra. Questo ragionevole in quanto la parte dell'onda che

14

IL CONCETTO DI ONDA

per prima urta l'ostacolo riflettente deve anche tornare indietro per prima.
Inoltre l' onda pu essere riflessa come in a) o come in b). La riflessione
in b) la versione negativa della riflessione in a). Se l'onda originaria
rappresentava una pressione superiore alla media, l'onda riflessa in b)
sta a indicare una pressione inferiore alla media. Allo stesso modo per
riflessione un campo positivo pu essere variato in uno negativo oppure
uno spostamento verso l'alto di una fune in uno verso il basso. Ci ra
gionevole ?
Si pensi a un'onda di tensione che viaggi lungo una linea di trasmissione.
Se la linea aperta all'estremit, come mostra la FIG . 3 in a), l'onda viene
riflessa, e la riflessione quella di FIG. 2 a). Tuttavia, se la linea cortocir
cuitata come in FIG. 3 b) l'onda riflessa come in FIG. 2 b). Perch ? Se la

Figura l

Figura 2

Figura 3

linea cortocircuitata nel punto dove avviene la riflessione, la tensione in


quel punto deve essere nulla. Quindi, durante il processo di riflessione,
la somma della tensione dell'onda incidente pi la tensione dell'onda riflessa

15

deve sempre essere uguale a zero. Di conseguenza, istante per istante, duran
te la riflessione, l'onda riflessa deve avere segno opposto rispetto all'onda
incidente.
Si consideri ora un'onda che rappresenti lo spostamento laterale di una
corda tesa. Se quest'onda viene riflessa da un oggetto solido al quale
fissata la fune, l'onda riflessa deve essere la versione negativa dell'onda inci
dente, come in FIG. 2 b). Quando si pizzica la corda di una chitarra, si ge
nera un'onda che viaggia avanti e indietro tra le estremit della corda
stessa. L'onda ripetutamente riflessa a ciascuna estremit, dove la direzione
di propagazione viene invertita e dove l'onda riflessa viene anche resa ne
gativa rispetto a quella incidente. Quando l'onda stata riflessa due volte,
una volta per ciascuna estremit della corda, ha ripreso direzione e for
ma originarie. Se la lunghezza della corda L, l'onda generata dalla per
turbazione deve percorrere una distanza 2L per tornare nella posizione
iniziale con la stessa forma e direzione di propagazione dopo la riflessione
a ciascuna delle due estremit. Se v la velocit dell'onda, l'onda attra-
versa questa distanza (2L) f volte al secondo, con

f=

2L

(l)

La frequenza f l'altezza del suono prodotto dalla corda. Se si pone


un dito su un capotasto in modo da dimezzare la lunghezza della corda,
l'altezza viene raddoppiata e la nota sale di un'ottava, ossia si raddoppia
la frequenza.
Il rapporto delle altezze di due semitoni la radice dodicesima di due.
Questo determina la spaziatura dei capitasti della chitarra. II rapporto
delle distanze L1 e L2 di due capitasti successivi dal ponticello sempre
pari a

L2
Ll

212 = 1 ,05946

(2)

come si pu vedere nella FIG . 4.


La velocit con la quale un'onda viaggia lungo una corda tesa (ad esem
pio in una chitarra, o in un pianoforte) dipende dalla tensione della corda e
dalla sua massa per unit di lunghezza. Maggiore la tensione, maggiore
la velocit e pi alto il suono ; riguardo alla massa, a un suo aumento
corrisponde una diminuzione della velocit e dell'altezza. Le corde per
le note basse, in un pianoforte, sono ricoperte di filo attorcigliato per ren
derle pi massicce e questo diminuisce sia la velocit sia l'altezza del suono.
In questo capitolo si visto un certo numero di caratteristiche delle on-

16

IL CONCETTO DI ONDA

de, considerando in maggiore dettaglio casi speciali di riflessione. Nei ca


pitoli successivi verranno approfonditi alcuni degli argomenti introdotti
in questo capitolo. Si vedr che ci sono due tipi di velocit : velocit di

Figura 4

fase e velocit di gruppo; bisogner inoltre considerare molto attentamen


te la quantit di moto delle onde, per poterla comprendere bene. Si noti
che facile definire energia, quantit di moto e velocit solo per un tipo
particolarmente semplice di onda, l'onda sinusoidale. Per fortuna, altri
tipi di onde possono venire rappresentati come somme di onde sinusoidali.
Nel seguito si vedranno alcune conseguenze di quelle propriet delle
onde che si cominciato a descrivere. I sistemi a microonde e radar si ser
vono di accoppiatori direzionali che trasferiscono parte dell'onda da una
guida d'onda a un'altra: vedremo come si possono comprendere le carat
teristiche di tali dispositivi senza dover considerare in che modo le onde
elettromagnetiche differiscano dalle altre.
Alcuni tipi di altoparlanti, come quelli per le alte frequenze (i tweeters),
sono forniti di specie di imbuti detti trombe e si vedr l'importanza della
risposta in frequenza di queste trombe. I satelliti per telecomunicazioni e

17

molti altri sistemi di comunicazione a microonde si servono di tubi a onda


per amplificare i segnali che trasmettono ; in questi tubi l'ener
gia a microonde in uscita fornita da un fascio di elettroni in movimento.
Si pu comprendere il meccanismo di amplificazione studiando l'energia e
la quantit di moto delle onde entro un mezzo in movimento senza do
vere necessariamente considerare le caratteristiche delle onde entro un fa
scio di elettroni.
Gli amplificatori parametrici vengono usati frequentemente per ampli
ficare segnali a microonde molto deboli ; in un amplificatore parametrico
la sorgente di guadagno un parametro (induttanza, capacit, costante
dielettrica, velocit dell'onda) variabile nel tempo. Si arriver a capire in
termini semplici come e a quali condizioni un'onda potente e non lineare
possa agire su onde lineari deboli e farle crescere in funzione della distan
za ; oppure come le onde possano essere irradiate con varie configurazioni
direzionali (come avviene con le antenne radio) e si trover la frazione di
potenza trasmessa che viene ricevuta da un'antenna a microonde.
Pi avanti si dir qualche cosa anche sulla potenza irradiata da corpi
che viaggiano a velocit superiore a quella di un'onda piana, siano essi
elettroni che si propagano in un dielettrico oppure imbarcazioni che si
muovono sull'acqua.
Nei capitoli seguenti di questo libro si prenderanno in considerazione
sia le propriet fondamentali delle onde sia gli effetti di queste propriet
su una grande variet di applicazioni pratiche.

progressiva

Problemi
1.1 Si consideri un'onda avente una semplice forma rettangolare invece di quella cur
va mostrata in FIG. l. Si rappresenti graficamente l'onda negli stadi successivi della ri
flessione, assumendo che venga riflessa : a) come in FIG. 2 a) ; b) come in FIG. 2 b). Si
mostri anche la sovrapposizione dell'onda incidente su quella riflessa.

Un'onda acustica che si propaga in un tubo (una canna d'organo, per esempio)
viene riflessa, all'estremit, con in FIG. 2 a) se il tubo chiuso, oppure come in FIG. 2 b)
se l'estremit del tubo aperta. Si trovi l'espressione dell'altezza del suono in funzione
della lunghezza del tubo e della velocit dell'onda nei seguenti casi : a) tubo aperto alle
due estremit ; b) tubo aperto da una parte e chiuso dall'altra ; c) tubo chiuso a entram
be le estremit.
1.2

1.3 Una canna d'organo aperta a un'estremit e chiusa all'altra. Quale deve essere
la lunghezza della canna per produrre un suono di 440 Hz (che corrisponde al /a3)?

Qual l'altezza a) in una canna lunga 3 m chiusa a entrambe le estremit ; b) in


una linea di trasmissione lunga 3 m cortocircuitata all'inizio e alla fine ?
1.4

18

IL CONCETTO DI ONDA

1.5 Qualche volta si bloccano le corde di una chitarra tra i segnatasti con una specie
di molletta, che si chiama capotasto mobile. Che cosa succede se si impostano le dita
al disotto della molletta allo stesso modo in cui si impostavano a partire dall'inizio
delle corde quando non c'era la molletta ?

1.6 Una torre alta 1 50 m viene utilizzata come antenna radio ; il terreno alla base un
buon conduttore: qual l'altezza (cio la frequenza alla quale l'antenna risuona) ?

In un pianoforte moderno (costruito in base a una scala musicale a temperamento


equalizzato, o ben temperata) l'intervallo di semitono (cio il rapporto fra le altezze

1.7

di un tasto, bianco o nero che sia, e del suo successivo) sempre uguale a 212, cio ap
prossimativamente 1 ,05946. Su un pianoforte ben temperato, gli intervalli di quinta,
quarta e terza sono composti rispettivamente da 7, 5 e 4 semitoni. A intervalli 'ideali'
3 4 5
di quinta, quarta e terza corrispondono invece, rispettivamente, i rapporti l' 3' 4
Qual la percentuale di errore dei tre intervalli ben temperati rispetto ai corrispondenti
ideali ?

19

II

Onde sinusoidali: loro ampiezza e potenza

Basta pensare a un mare in burrasca, per rendersi conto di come le onde


possano essere complicate. In generale, conviene partire da esempi sem
plici per arrivare poi a comprendere i fenomeni pi complessi ; si comin
cer perci qui con l'analizzare le onde guidate, come le onde meccaniche
che si propagano lungo una fune tesa o le onde elettromagnetiche tra
smesse in cavi coassiali, piuttosto che le onde sulla superficie del mare,
oppure le onde sonore o radio che si propagano in spazi aperti.
Inoltre si considereranno dapprima quelle onde che variano in modo
semplice e caratteristico nello spazio e nel tempo durante il loro movi
mento nel mezzo guida : le onde in questione sono le onde sinusoidali.
Per poterne parlare, bisogna introdurre una grandezza che specifichi
l'ampiezza dell'onda in un dato istante e per una particolare posizione :
questa ampiezza pu essere il valore di un campo elettrico o magnetico,
oppure la tensione o la corrente elettrica in un certo punto a un dato
istante ; pu essere la pressione o la velocit associata a un'onda sonora,
o anche lo spostamento trasversale di una fune tesa o la velocit con la
quale questo spostamento varia nel tempo.
Qualunque sia la natura dell'onda e qualsiasi grandezza stia a indicare
l'ampiezza di un'onda in un dato istante di tempo e punto dello spazio,
verr adoperato sempre lo stesso simbolo, S, per designare questa ampiez
za. Si consideri una qualsiasi onda sinusoidale che si propaghi in una di
rezione z; se si usa la funzione coseno (come pi comodo, invece della

20

ONDE SINUSOJDALI: LORO AMPIEZZA E POTENZA

funzione seno), l'ampiezza S dell'onda sinusoidale varia in funzione del


tempo e della distanza secondo la legge
S = S0 cos (wt - kz + <p)

(3)

dove S0 una costante che detta ampiezza massima (o di picco) dell'on


da, t il tempo, z la distanza lungo la direzione nella quale l'onda si
propaga, w la pulsazione, k il vettore d'onda o costante di fase e <p
una costante che d la fase dell'onda. Si vede che si pu esprimere S se
condo un angolo & :
S = S0 cos f)

(4)

dove f) dato da :
f) = wt - kz + <p.

(5)

Al variare di t o di z, f) varia secondo la (5) ed S secondo la (4). La


5 mostra la variazione di S in funzione di f); essa non altro che la
rappresentazione grafica di S0 cos f) in funzione di &.
Dalla (4) si pu notare che S rimane costante quando wt- kz non va
ria, cio S costante se
FIG.

z = vt

(6)

con

w
(7)
k
v detta velocit di fase dell'onda. Come l'onda si sposta, l'intera sinu
soide si muove verso destra con velocit v. Un osservatore che si muova
verso destra con velocit v e guardi l'onda vede una configurazione sinu
v =

soidale stazionaria. Se sta fermo a guardare l'onda, osserva una configu


razione sinusoidale che trasla verso destra. La FIG . 6 illustra la variazio
ne di S con la distanza al tempo t = O.
La distanza tra le creste dell'onda detta lunghezza d 'onda A. Se la ve
locit alla quale viaggia l'onda v, la frequenza f con la quale le creste
scorrono davanti a un punto fisso :

v
f = -T

(8)

La pulsazione w 2n volte f, e inoltre passano per un dato punto f cre


ste al secondo : questo vuoi dire che l'angolo f) definito in (5) deve va
riare di 2nf radianti ogni secondo. Allora
w

= 2nf.

(9)

21

Figura 5

Figura 6

Se si passa da una cresta di un'onda alla successiva, la distanza per


corsa rispetto all'onda di una lunghezza d'onda, cio una distanza .
L'angolo w deve variare di 2n rad nel passare da cresta a cresta, per cui
si ottiene :

k = 2n,
2n
k = -.-.

(lO)

Se la frequenza f il numero di creste che passano per un punto in l s,


il periodo T dell'onda :

l
T = /-.

(Il)

Dalle (8) e (Il ) si ha:

v =

r
Si ha cio la velocit espressa come il rapporto tra la distanza
po T che intercorre nel passaggio di due creste successive.

22

( 1 2)
.

e il tem

ONDE SINUSOIDALI: LORO AMPIEZZA E POTENZA

Le relazioni fin qui trovate si riferiscono alla forma e al comportamen


to di un'onda descritta in rapporto alla sua ampiezza S; un altro aspetto
importante delle onde la potenza. Per generare un'onda radio si deve
continuamente fornire una potenza (un certo numero di Watt, o di kilo
watt) che l'onda poi convoglia ; il vento cede potenza alle onde che pro
duce nel mare ; un altoparlante non pu produrre onde sonore senza che
gli venga fornita potenza elettrica.
La potenza di un'onda proporzionale al quadrato della sua ampiezza;
si consideri l'onda descritta dall'equazione (gi vista) :

S = S0 cos (w t - kz + tp).

(13)

La potenza istantanea, Pi, proporzionale a S2 ; si pu scegliere opportu


namente l'unit di misura di S, in modo che sia :
Pi. = 2S 2 = 2S cos 2 (wt - kz + lP)

(14)

che, grazie alla semplice relazione trigonometrica


cos 2 fJ =

(l + cos 2fJ),

diventa :

pi = s [ l + cos 2 (wt - kz + tp)].

(15)

Si pu osservare nella (15) che la potenza istantanea di un'onda varia


nel tempo con una pulsazione 2w ; la potenza massima quando l'ampiez
za, data dalla (13), raggiunge il suo valore massimo, positivo o negativo
( + S0 oppure
S0), in quanto
-

( + So) 2 = S = (- SoP
Dalla (15) si vede che il valor medio di cos 2 (wt- kz + q>) nullo e
quindi la potenza media, P, risulta semplicemente :

P = s.

(16)

Nel seguito la potenza media P sar spesso chiamata brevemente poten


za, senza tener conto del fatto che in realt la potenza oscilla tra O e
2P con frequenza 2w. Bisogna tuttavia tenere presente che la potenza di
un'onda varia periodicamente ma con una frequenza doppia di quella del
l'ampiezza.
Pu essere utile riassumere alcune delle relazioni di questo capitolo ;
quelle riguardanti pulsazione w, frequenza f, vettore d'onda k, velocit di

23

fase

v, lunghezza d'onda ;. e periodo T sono

rispettivamente:

S0 cos D,
{}
wt - kz + tp,
).
w
v =
.l.f,
T
k
w
2nf,
2n
k
-

).

e quelle riguardanti potenza istantanea P1 e potenza media P sono :


Pi = s ( l + cos 2D),

P = s.
Queste ultime due relazioni sono valide so10 se S0 misurata in unit
tali che
pi

2S 2 .

La potenza una grandezza che ha anche un verso : una potenza P nella


direzione + z la stessa che - P nella direzione - z.
Problemi

Partendo dalla relazione


denti alle (14), (15) e ( 1 6).

2.1

2.2

S0 sin (wt- kz + tp) ricavare le relazioni corrispon-

Si abbiano due onde tali che

S S1 COS (wl t- k1z + 'Pl) + S2 COS (w 2t- k 2z + 'P2);


2S 2 , qual la potenza istantanea e quella media, nell'ipotesi che w1 =1- w 2?
quale direzione viaggia l'onda S
S0 cos (wt + kz + tp1) ? Quali sono la po
=

se

P1

In
tenza media e quella istantanea ?

2.3

2.4

Quali sono la potenza media e quella istantanea dell'onda

24

S0 [cos (wt + kz) + cos (wt- kz)] ?

III

Mezzi e modi

Una fune tesa un mezzo lungo il quale, o attraverso il quale, si possono


propagare delle onde. Ci porta di solito a pensare alle onde trasversali
che si ottengono pizzicando o percuotendo la fune ; vi sono per altri ti
pi di onde che si possono propagare lungo di essa.
Quando si percuote una lunga barra a un'estremit (parallelamente al
suo asse), essa 'suona', poich onde longitudinali si propagano avanti e
indietro lungo di essa ; se poi la si torce bruscamente, sempre a un'estre
mit, al suo interno si propagano delle onde torsionali.
Se si considerano delle onde elettromagnetiche viaggianti in un tubo, o
guida d 'onda, si possono osservare molte configurazioni di campo differenti,
che si propagano nel tubo, ciascuna con una velocit diversa. Alcuni esem
pi di queste configurazioni sono illustrati in FIG. 7.
D'altra parte, se si fissa l'attenzione sul mezzo materiale che fa da sup
porto alle onde, ci si imbatte in complicazioni di ogni tipo ; per fortuna,
vi un'altra via per accostarsi allo studio delle onde stesse. La maggior
parte delle loro caratteristiche di comportamento non dipende dalla na
tura particolare dell'onda, o dal tipo di disturbo che la costituisce. Si pu
gi imparare molto sull'onda stessa definendola semplicemente come un
tipo particolare di perturbazione, o modo, del mezzo nel quale essa viag
gia. Le equazioni del capitolo precedente descrivevano un'onda, o un mo
do, particolare tra tutti quelli che si potrebbero propagare in un mezzo.
Cos, per le onde in una fune tesa, si pu caratterizzare l'onda sinusoi-

25

Figura 7

dale trasversale nel piano verticale come un modo e l'onda nel piano oriz
zontale come un altro modo. Ma si pu anche andare oltre : un'onda si
nusoidale trasversale pu viaggiare lungo la fune in due direzioni : in avan
ti, con velocit v, o all'indietro, con velocit - v. Queste due onde, pro-

26

MEZZI E MODI

gressiva e regressiva, vengono considerate come due modi distinti, anche


se differiscono solo nella direzione di propagazione. D'altra parte, onde
sinusoidali simili, ma con diversa frequenza, vengono rappresentate da
uno stesso modo se a una piccola variazione di frequenza corrisponde una
leggera variazione della forma o della velocit dell'onda.
Se si vuole esprimere qualsiasi possibile perturbazione o eccitazione di
un mezzo, bisogna considerare tutti i modi e tutte le frequenze possibili ;
per molti fenomeni di pratica utilit possono essere compresi analizzan
do solamente uno o due modi, e ci certamente pi semplice che non ave
re a che fare con il problema generale dell'eccitazione del mezzo.
Il comportamento che verr studiato nei prossimi capitoli caratteri
stico di molti tipi di onde : onde viaggianti in funi tese, o sonore, o elet
tromagnetiche. Quando verr usata la parola 'onda', si intender in realt
un modo. Come si gi fatto notare, le equazioni del capitolo II descri
vono un singolo modo, e ci vale anche per il seguito, a meno che non
venga esplicitamente dichiarato che si analizzano pi modi.
Qui il termine 'modo' star a indicare un'onda che viaggia a velocit
costante in un mezzo che non cambia propriet con la distanza, anche se
la parola ha di solito un significato pi ampio. Nel capitolo IX verranno
considerate le onde in un mezzo avente caratteristiche variabili con conti
nuit ; anch'esse si possono assimilare ai modi : verranno infatti risolte co
me combinazioni di modi di mezzi isotropi.
Il lettore tenga presente che la trattazione svolta in questo libro si ri
ferisce ai modi nel senso stretto di onde viaggianti a velocit costante in
un mezzo isotropo. Qualcuna delle conclusioni, ma non tutte, si pu ap
plicare anche ai modi nei mezzi a parametri variabili con continuit.
Problemi
3.1

Quanti modi vi sono in una fune tesa ?

Una 'linea bifilare schermata' costituita da due fili entro un tubo metallico :
quanti modi possiede ?

3.2

Un sistema trifase di trasmissione di potenza formato da tre fili aerei paralleli :


quanti modi vi sono i n tale sistema ?

3.3

3.4 Oltre un certo intervallo di altezze, in un pianoforte vi sono tre corde per nota.
Quanti modi vi sono fra queste tre corde ? Quante differenti velocit o altezze possono
esservi ?

27

IV

Velocit di fase e velocit di

gruppo

Nel capitolo II si visto che la velocit v dell'onda poteva essere espressa


in diverse maniere ; dalle equazioni (7) -;- ( 1 2) si ha :
;.

v = J.f=
r

k.

Onde sinusoidali d i diverse frequenze ( o periodi) hanno velocit v o


vettori d'onda k differenti ; la relazione tra frequenza (o periodo) e vet
tore d'onda (o lunghezza d'onda) pu essere espressa graficamente trae-

Figura 8

28

Figura 9

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

ciando l'andamento di w in funzione di k ; questo grafico riportato in


FIG . 8. Per un certo punto sulla curva, e cio per un dato valore della pul
sazione w e del vettore d'onda k, la velocit v uguale a w j k: questa
la pendenza di una retta per l'origine e passante per il punto P (k, w) .
In qualche caso il grafico rappresentante w in funzione di k una linea
retta, come si vede dalla FIG. 9; in questo caso la pendenza di una retta
che da qualsiasi punto della curva passi per l'origine costante ed pro
prio il coefficiente angolare della retta che rappresenta la relazione che in
tercorre tra w e k. Quando questo avviene, vuoi dire che la velocit v
la stessa per onde di qualsiasi frequenza. I modi per i quali v indipen
dente dalla frequenza vengono detti modi non dispersivi. Perch viene usa
to tale termine? In FIG . IO sono rappresentate, a un dato istante, le am
piezze di due onde, a) e b), con diverse frequenze e lunghezze d'onda;
l'ampiezza dell'onda somma di queste due, sempre in quel dato istante,

Figura 10

29

mostrata in c). Se le due onde componenti a) e b) si propagano verso


destra con uguale velocit v, la loro somma c) mantiene la stessa forma
che si sposta semplicemente verso destra con velocit v. Se le velocit di
a) e di b) fossero differenti, le due onde durante il loro moto slitterebbero
l'una rispetto all'altra e la loro somma cambierebbe forma durante il mo
vimento delle onde stesse.
Un modo pu essere eccitato da un breve impulso (come quello mo
strato in FIG. Il), che pu essere considerato come somma di onde sinu
soidali di diverse frequenze. Se il modo non dispersivo, cio se le onde
sinusoidali di diversa frequenza che costituiscono l'impulso viaggiano tutte

Figura 11

con la stessa velocit, esse si muovono tutte insieme e l'impulso mantie


ne la propria forma durante il moto ; se la velocit v diversa per le va
rie frequenze, succede che alcune componenti ritardino o anticipino ri
spetto ad altre, per cui l'impulso si allarga o si 'disperde' (nel senso che
perde la forma originaria) durante il moto. Quindi un modo disp ersivo
,quello per cui la velocit varia con la frequenza e di conseguenza gli im
pulsi si allargano o disperdono durante il moto ; di contro, se la velocit
non varia con la frequenza (cio se la curva w = w (k) una retta pas
sante per l'origine) il modo non dispersivo e l'impulso mantiene nel tem
po la forma iniziale.
Alcuni segnali complicati sono composti da frequenze che differiscono
tra loro di molto poco : per esempio, un segnale radio modulato in ampiez
za viene prodotto controllando l'ampiezza di un'onda portante ad alta
frequenza per mezzo di un segnale che contiene solamente basse frequen
ze. La FIG. 1 2 mostra in a) l'impulso a bassa frequenza che cresce e dimi
nuisce lentamente nel tempo, in b) il segnale portante sinusoidale ad alta
frequenza e in c) il segnale modulato in ampiezza che si ottiene moltipli
cando a) per b). Che cosa succede quando un'onda come quella in c) vie
ne trasmessa in un modo dispersivo?
Le frequenze componenti il segnale modulato in ampiezza di FIG 12 c)
si possono ottenere moltiplicando separatamente ogni frequenza che com-

30

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

Figura 12

pone il segnale a bassa frequenza per la frequenza dell'onda portante di


pulsazione w0 Si prenda per semplicit una sola componente a bassa fre
quenza di pulsazione q; si chiami Q la parte del prodotto del segnale mo
dulante e della portante data da :

Q = (cos qt) (cos w0 t)


che, tenendo presente una relazione trigonometrica, diventa

( 17)

Q = 2 [cos (w0 + q ) t + cos (w0 - q) t].

( 1 8)

Quando le due frequenze di pulsazione (w0 + q ) e (w0 - q) vengono tra


smesse secondo un modo dispersivo, una di esse viaggia con velocit leg
germente diversa dall'altra. Sia k0 il valore di k corrispondente alla frequen
za della parte w0 e s la pendenza della curva w = w (k) per w
w0 ; al
lora k per la parte w0 + q assume il valore k +, dato da :
=

k + = k0 +

q
s

-.

( 1 9)

Allo stesso modo, k per w0 - q vale k _ e cio :


k_

k0 - s

(20)

31

z, il loro pro
z
z
Q. = + {cos [(w0 + q) t - k0z- : J + cos [(w0- q) t+

Quando le due componenti hanno raggiunto la distanza


dotto Q., che per = O era dato dalla (1 8), diventa :

che grazie a un'identit trigonometrica diventa :

(2 1 )

Qui si nota che l'onda portante ad alta frequenza


velocit v data da :

v =

Wo

w0 si propaga alla

'

mentre la funzione modulante cos qt, dove q una bassa frequenza, viag
gia alla velocit V g data da :
Vg

(22)

= S.

Quanto sopra verificato per tutte quelle frequenze della funzione mo


dulante per le quali la pulsazione q sia cos piccola che la pendenza s del
la curva
=
non cambi apprezzabilmente nel passare da
q
a
+ q.
La quantit Vg , cio la pendenza della curva
=
detta velo
cit di gruppo; essa la velocit con la quale una funzione d'ampiezza so
vraimposta a un'onda portante si propaga lungo la direzione La fun
zione d'ampiezza pu essere un impulso come quello di FIG. 1 2 ; in que
sto caso, un impulso oscillante, come quello in c) della stessa figura, viag
gia lungo la direzione con velocit vg . A sinistra e a destra dell'impulso
non vi energia, che invece localizzata all'interno dell'impulso. Di con
seguenza la velocit di gruppo la velocit con la quale l'energia di un'on-

w0 w w(k)

w w(k),

32

w0-

z.

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

da si propaga lungo la direzione z; se E l'energia per unit di lunghez


za, la potenza P, cio il flusso di energia per unit di tempo, espressa da :

(23)
Se v g positivo (pendenza positiva) l'energia dell'onda si sposta verso de
stra ; se v g negativo (pendenza negativa) l'energia va verso sinistra.
La FIG. 1 3 mostra che la velocit di gruppo pu essere sia minore sia
maggiore della velocit di fase.
interessante vedere qualche semplice esempio di modi dispersivi : le

.Figura 13

onde elettromagnetiche possono propagarsi attraverso tubi metallici o gui


de d'onda solo se la loro frequenza maggiore della fre quenza di taglio
w0 La FIG. 1 4 illustra la relazione tra w e k per due diversi modi di una
guida d'onda ; le intercette w01 e w02 sono le frequenze di taglio dei due
modi. Si noti che, per la frequenza di taglio, k = O e la pendenza nulla cos come la velocit di gruppo e, in quel punto, la velocit di fase
infinita. Le curve di

FIG.

T
1 4 sono i per boli ; per valori elevati di w e di k,

33

Figura 14

le curve w
w (k) tendono a un asintoto comune, la retta passante per
l'origine. La pendenza di questa retta rappresenta la velocit della luce.
In altre parole, se w e k sono grandi sia la velocit di fase v sia la velo
cit di gruppo vg tendono alla velocit della luce.
Una barra dielettrica lunga e diritta pu guidare un'onda elettroma
gnetica. Per frequenze molto elevate, la maggior parte dell'energia elettro
magnetica si propaga all'interno della barra e il campo elettromagnetico
all'esterno diminuisce rapidamente via via che ci si allontana dalla barra
stessa ; in questo caso, la velocit di fase molto prossima a quella di
un'onda elettromagnetica che viaggi in uno spazio riempito dal dielet
trico. Per frequenze basse, la maggior parte dell'energia elettromagnetica
si propaga all'esterno della barra dielettrica e quindi la velocit di fase
tende a quella di un'onda elettromagnetica viaggiante nel vuoto o i n aria;
la curva w = w (k) rappresentata in FIG. 15. Per frequenze molto basse
e molto alte, velocit di fase e velocit di gruppo sono uguali ; per fre
quenze intermedie, la velocit di fase sempre maggiore di quella di gruppo.
La velocit di gruppo, come si visto, quella del flusso di energia ;
si immagini ora che un modo trasporti una certa quantit di potenza P;
la (23) dice allora che se la velocit di gruppo vg elevata, l'energia per
unit di lunghezza E piccola e viceversa se Vg bassa. Considerando le
onde nella guida d'onda descritte dalla FIG. 1 4, si vede che la velocit di
gruppo molto piccola per frequenze appena superiori a quella di taglio
w 01 : questo vuoi dire che per un assegnato flusso di potenza si ha un'ele
vata densit lineare di energia.
=

34

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

Figura 15

Nel capitolo Il la potenza media P era stata espressa in termini di am


piezza di picco S0 come :

P = S5

( 1 6)

scegliendo le unit di misura dell'ampiezza S in modo tale che tra la po


tenza istantanea Pi e l'ampiezza istantanea S valesse la relazione :

( 1 4)
Questo corretto se si considerano onde di un'unica frequenza ; se inve
ce si studia lo stesso modo a varie frequenze, bisogna misurare S con uni
t volta a volta diverse, perch la (14) valga ancora. Se si misura S sem
pre con le stesse unit (siano volt, dine o km j s) bisogna scrivere:

(24)
dove K una grandezza che varia con la frequenza. Si pu anche espri
mere l'energia media unitaria, E, in termini di So con :

E = AS8.

(25)

Per un dato modo, se si misura So sempre con le stesse unit, valgono le


relazioni (24) e (25), e K e A possono variare con la frequenza ; tuttavia
in molti casi So fisicamente meglio correlabile con l'energia per unit
di lunghezza E che non con la potenza P e cos, al variare della frequen
za, K varia pi di quanto non faccia A e l'equazione (25) si rivela molto
pi illuminante della (24).

35

Assumendo che A , definito dalla (25), rimanga costante o quasi, si ha :

(26)
1), S0 grande se
e si pu affermare che, per una potenza unitaria (P
la velocit di gruppo piccola e viceversa.
Si consideri ora un mezzo le cui propriet variano con continuit con
la distanza, per esempio una guida d'onda il cui diametro vada gradual
mente riducendosi ; in questo caso la frequenza di taglio di un modo par
ticolare, w01 , aumenta con la distanza. Se la variazione sufficientemente
graduale, un'onda di una data frequenza si propaga nel mezzo quasi co
me se le sue propriet non cambiassero ; come si comporta l'onda in que
sta situazione ?
Si consideri un'onda di potenza unitaria e di pulsazione w che si pro
paga in un particolare modo al disopra della frequenza di taglio ; via via
w
w oi

che la guida d'onda si assottiglia, w01 aumenta e il rapporto -- diminuisce. Questo vuoi dire che la velocit di gruppo diminuisce e l'ampiez
za massima S0 aumenta al propagarsi dell'onda lungo la guida conica ;
per quel che riguarda la guida d'onda, vuoi dire che l'ampiezza del cam
po elettrico aumenta.
Se la guida diventa sufficientemente sottile, w 01 diventa uguale a w e
quell'onda o modo particolare non pu superare quel punto : viene ri
flessa cos da produrre un'onda con velocit negativa, che torna indietro
lungo la guida. Dalla (26) si potrebbe dedurre che So diventa infinito nel
punto ove w = w01 ; questo non avviene perch le equazioni non sono ri
gorosamente valide per valori nulli di vg. Cionondimeno, se noi inviamo
un'onda in una guida d'onda che va via via restringendosi, il valore del
campo elettrico e la frequenza di taglio aumentano con il restringersi del
la guida, e lo stesso comportamento si riscontra in altri casi .
La membrana basale dell'orecchio interno un mezzo di trasmissione
che convoglia le onde dalla sua estremit pi ampia, dove c' la staffa
(vicino al timpano), a quella pi stretta, all'apice della coclea. In un cer
to senso il comportamento della membrana basale (che ha sezione varia
bile) proprio l'opposto di quello di una guida d'onda e cio essa tra
smette fino a una certa distanza al di l del timpano tutte le onde di fre
quenza inferiore a quella di taglio wc. Questa frequenza di taglio superio
re decresce al diminuire della larghezza della membrana stessa, cosicch
solamente le onde a bassa frequenza possono percorrere tutto il cammino
dall'estremit prossima al timpano a quella pi stretta all'apice. Le onde
di quasi tutte le altre frequenze sono riflesse in determinati punti lungo

36

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

Figura 16

la membrana basale con perdite molto elevate : nel processo di riflessione


la maggior parte della potenza dell'onda viene assorbita, cos che l'onda
effettivamente riflessa ha ampiezza trascurabile.
La FIG. 1 6, riportata dal libro The speech chain1, illustra l'inviluppo del
l'ampiezza di un'onda sinusoidale che si propaga lungo la membrana ba
sale da sinistra a destra : l'inviluppo lo spostamento massimo punto per
1

Denes P. B., Pinson E. H., The speech chain, New York ( 1 973).

37

punto al passare dell'onda. Per una data frequenza w, l'ampiezza mas


sima nel luogo ove avviene la riflessione ; all'aumentare della frequenza
questo luogo si sposta verso la staffa (cio verso il timpano) e quindi il
luogo ove un'onda ha ampiezza massima dipende dalla frequenza. pro
prio questa dipendenza che entra in gioco nella nostra capacit di distin
guere la frequenza delle onde sonore.
Non molto tempo fa mi capit di osservare, mentre mi trovavo a tea
tro, uno splendido esempio di variazione di ampiezza di un'onda in fun
zione della velocit di gruppo. Nel New York State Theater, al Lincoln
Center, pende dal soffitto una specie di sipario fatto di corde intrecciate
di fili nei quali sono infilate delle palline metalliche. Durante un interval
lo, trovandomi in un ballatoio vicino all'estremit superiore di queste trec
ce, provai a pizzicarne casualmente una per studiare la propagazione delle
onde. Un'onda, difatti, cominci a viaggiare lungo la filza di palline ; lo
spostamento delle palline era a malapena osservabile in cima, vicino al
punto dove la fune era stata pizzicata, ma andava aumentando al discen
dere dell'onda e l'estremit inferiore della fune sferzava a destra e a sini
stra come impazzita. Inoltre l'onda ripet pi volte il percorso verso il
basso e verso l'alto, riflettendosi sia all'estremit superiore sia a quella
inferiore.
Una fune tesa cosi fatta un mezzo quasi privo di perdite per qual
siasi onda con lunghezza d'onda elevata rispetto alla spaziatura delle pal
line. Per tali onde, velocit di gruppo e velocit di fase sono uguali ; onde
di frequenza diversa si propagano insieme, cosicch l'impulso eccitato dal
la sollecitazione iniziale mantiene la propria forma durante il percorso.
Velocit di gruppo e velocit di fase di un'onda in una fune tesa aumen
tano all'aumentare della tensione : la tensione delle funi del teatro dipen
deva solamente dal peso delle palline, ed era elevata in alto e nulla in bas
so. Quindi velocit di gruppo e velocit di fase erano alte in cima alla
fune e basse in fondo. La perturbazione in una fune varia dalla cima al
fondo in quanto in alto debole (come spostamento) ma lunga ; via via
che la velocit diminuisce verso il basso, lo spostamento trasversale (vi
sualizzato, nell'esempio ricordato, da quello delle palline) aumenta e la
lunghezza del tratto interessato dalla perturbazione diminuisce.
Le onde viaggianti lungo una catena o una fune appesa rappresentano,
come ho potuto scoprire, un vecchio problema1. La FIG . 1 7 mostra lo
spostamento della fune in un certo istante : mentre facile osservare la
1

Si veda ad esempio Morse P . M . , Vibration and sound, New York ( 1 948).

38

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

Figura 17

perturbazione di grande ampiezza e piccola lunghezza d'onda in basso,


meno agevole distinguere, in alto, quella di piccola ampiezza e grande lun
ghezza di onda. Entrambe rappresentano lo stesso flusso di energia ; que
sta viaggia con piccola velocit di gruppo e di fase in basso, velocit
che aumenta procedendo verso l'alto.
Problemi

4.1 Qualche volta la velocit di gruppo viene spiegata in termini di velocit di propaga
zione dei battimenti tra due onde sinusoidali. Si abbiano due onde di uguale ampiezza
e di frequenza w0 e w0 + p, con p molto piccolo rispetto a w0. Si descriva la natura e la
velocit della configurazione costituita dall'insieme di queste due onde.
4.2

Per un modo di una guida d'onda :


w

k = c

c ,
1-w2

dove c la velocit della luce e w c la frequenza di taglio. Quali sono le velocit di gruppo
e di fase ?
4.3

Un segnale F(t) cos (wt - kz) viene inviato in una guida d'onda e F(t ) contiene delle
frequenze che vanno da O a w0.
Che intervallo di frequenze contenuto nel segnale ?
4.4

Se q sufficientemente grande, la ( 1 9) e la (20) non sono pi valide e si possono sosti


tuire con :
k+

+- k_ - k S
2

k+ -- k_
2

= kd,

dove k+ e k_ sono i valori di k per w

w0

q, k8

il valore medio di k e kd la semidif-

39

ferenza tra i due valori di k. Si dimostri che, se il segnale originale per z


dalla (17), che identica alla (1 8), il segnale in z :
=

Qz

O dato

cos (qt - kdz) cos (w0t - k8z).

Si descriva l'effetto di k8 e kd sul segnale.


4.5

Si pu esprimere la relazione w
k

( )
+ ( ::: )
ko +

w (k) in serie di potenze :

k
(w - wo) + _l_
w 0
2

( )
82
w

(w - wo)2 +

(w - w0) 3 + . . .
o
dove l'indice O indica che le derivate sono calcolate nel punto (wo, ko). Si esprimano anche
ks e kd in funzione di q per mezzo di serie di potenze. Quali termini influenzano la fase
del fattore con frequenza q e quali quello con frequenza w0 ?
4.6

Nella ricezione e demodulazione di un segnale, la fase importante quella rispetto


a una portante di una certa frequenza w0 Per esempio, se il segnale trasmesso :
cos w0t ( l + a cos qt)
il segnale ricevuto in z :
cos (w0t - k0z) + a [ cos (qt - kdz) cos (w0t - k8z)] .
Se si trascurano tutte le derivate di k di ordine superiore al secondo, si ottiene, per il
segnale ricevuto :

{ [ ( : ) ] [<

cos (w0t - k0z) + a cos q t -

cos

w0t - k0z) +

Si osservi che i due termini in coseno che contengono w0t nell'argomento non sono in
fase. Per quale valore di

( )

2k
q2z
w2 0

i termini saranno sfasati di 90 ?


4.7

Dato k come nel problema 2, si mostri che :

In un sistema di comunicazioni a guida d'onda, questa costituita da un tubo circo


lare di 5 cm di diametro e viene usato un modo chiamato elettrico circolare o TE0 1 .
La frequenza di taglio di questo modo 7,5 x 109 Hz. Si supponga di avere un segnale cbn
4.8

40

VELOCIT DI FASE E VELOCIT DI GRUPPO

frequenza 30 x l 09 Hz : qual il valore di

( : )0 (se si misura z in metri) ?

Se la guida d'onda del problema 8 lunga 30 km, per quale valore di q lo sposta
mento di fase

4.9

- _l_
2

4.10

:n;

(- )

82k
q2z
aw2 o

rad (cio - 90) ? A quale frequenza ci corrisponde ?

L'espressione di un segnale modulato in fase sia :


cos (w0t + rp cos qt) ;

si dimostri che, quando rp

l , l'espressione pu essere approssimata come :

l
cos w0t - 2 rp [ sin (wo + q) t + sin (wo - q) t ] .

Si supponga che (a causa della trasmissione lungo una linea dispersiva) lo stesso angolo
di fase

venga aggiunto agli angoli di fase di (w0 + q)

e (w0 - q) t di ognuno dei ter

mini in seno. Quale diventerebbe l'espressione del segnale ? Che tipo di segnale sarebbe ?

41

Rappresentazione vettoriale e complessa

Nel capitolo II stata considerata un'onda di ampiezza S variabile se


condo la legge :
S
La

FIG.

S0 cos {}.

(27)

1 8 mostra un vettore di lunghezza S0 inclinato di un angolo {}

Figura 18

42

RAPPRESENTAZIONE VETTORIALE E COMPLESSA

rispetto all'asse orizzontale ; la proiezione del vettore su quest'asse pari


a S0 cos {}.
Quando S varia secondo la (27), l'ampiezza data dalla proiezione
sull'asse orizzontale di un vettore di lunghezza S0 inclinato di un ango
lo {} rispetto all'asse stesso ; al variare di {} con il tempo o con la distan
za, questa proiezione cambia cos da dare sempre S. Se t = z
O, al
lora {} = rp e quindi la direzione del vettore data dalla fase rp dell'on
da. Quando si confrontano varie onde conveniente pensare alle fasi che
hanno per z = t = O e rappresentarle con vettori inclinati dei vari an
goli rp rispetto all'asse orizzontale.
Grazie a un'identit matematica si pu scrivere :
=

S0 cos rp = ReS0e1'',

(28)

dove ReS0e1'' sta a indicare la parte reale di S0e1'fl, e

i = yCl;
si noti che i

(29)

i = (V - l) ( V - l) = - l .

Un'altra identit matematica ci dice che :


(30)
dove Im S0eirp la parte immaginaria di S0e1'fl.
Si pu quindi descrivere un'onda in termini di un vettore So che for-

Figura 19

ma un angolo rp rispetto all'asse orizzontale, e considerarlo giacente nel


piano complesso, come si vede in FIG. 1 9 : il vettore spiccato dall'origine
e il suo estremo si trova nel punto che rappresenta il numero complesso
e1'fl = cos rp + i sin rp.

(3 1 )

43

Questo punto a una distanza orizzontale cos cp dall'origine e verticale


sin cp ; la proiezione orizzontale del vettore ' la parte reale del numero
complesso che rappresenta S per t
z = O mentre quella verticale la
parte immaginaria.
Si pu definire il vettore di FIG . 1 9 sia per mezzo dell'ampiezza massi
ma (o modulo) del vettore So e del suo angolo cp, sia con le parti reale e
immaginaria del numero complesso che ne localizza l'estremo, come nel
le (28) e (30).
Nel capitolo II stata descritta un'onda sinusoidale di date frequenza e
velocit per mezzo di due numeri, l'ampiezza massima So e la fase cp. Si
visto come si possa esprimere tale onda sinusoidale per mezzo di un so
lo vettore, dotato di modulo e direzione, oppure con un numero com
plesso, che formato da una parte reale (la componente orizzontale del
vettore) e da una immaginaria (la componente verticale). La scelta del
l'una o dell'altra rappresentazione dipende solo dalla convenienza del mo
mento, in quanto esse sono equivalenti. In entrambi i casi si ha a che fa
re con due grandezze numeriche che possono essere modulo e fase, o due
proiezioni di un vettore, o la parte reale e quella immaginaria di un nu
mero complesso.
Il vantaggio della rappresentazione complessa risulta chiaro quando si
rendono necessarie certe operazioni matematiche. Dovendo sommare due
grandezze S1 e S2 che sono espresse da numeri complessi, conviene rap
presentarle come somme della parte reale e di quella immaginaria, e cio :

a + ib,
c + id.

(3 2)
(33)

La somma di S1 e S2 data da :
sl + s2

(a

+ c) + i(b + d).

(34)

Se si vogliono moltiplicare due grandezze rappresentate da numeri com


plessi, conviene scriverle in termini di ampiezze o moduli (che sono nu
meri reali) e fasi, e cio :

(35)
(36)
con

e B reali. Il prodotto di S1 per S2 allora :

(37)

44

RAPPRESENTAZIONE VETTORIALE E COMPLESSA

secondo le note regole sul prodotto di esponenziali aventi la stessa base


ed esponenti diversi, come ad esempio :
(2) 2 x (2)3 = 4 x 8 = 32 = 25,
Si noti un utile e interessante caso di prodotto di numeri complessi :
preso il numero e i, dalla (3 1 ) si ottiene :
(38)
"

,_

Dalla (37) si vede che moltiplicare un numero complesso per e 2 = i


n

vuoi dire aumentare la sua fase di 2, ruotare cio il vettore che corrisponde al numero di

rad (o 90) in senso antiorario. La dimostrazione


T
semplice : rappresentiamo un numero complesso come somma di una
parte reale e di una immaginaria
W = a + ib
(39)
e supponiamo che esso indichi l'ampiezza di un'onda per t = z = O.
Quest'ampiezza pu essere disegnata nel piano complesso come in F I G . 20 :
si traccia una linea di lunghezza l W l dall'origine al punto W; l W l il
modulo del numero complesso W e vale :
(40)

iW

-b

modulo I WI

Figura 20

45

Consideriamo ora cosa avviene moltiplicando W per i:

i W = ia + i(ib)

ia - b = - b + ia.

(41 )

Anche la quantit complessa i W riportata i n FIG. 20. I vettori che rap


presentano W e iW sono stati disegnati come segmenti che vanno dall'ori
gine ai punti W e i W, entrambi di lunghezza l W l ; la retta passante per
l'origine e per W inclinata, sull'asse orizzontale, dello stesso angolo che
la retta congiungente l'origine con i W forma con l'asse verticale e quindi
le due rette sono ortogonali.
Nella rappresentazione complessa, moltiplicare per i un modo semn

plice di variare la fase o la direzione di un vettore di 2- rad (o 90) in


senso antiorario, senza variare il modulo del numero complesso. Si pu
vedere facilmente come il prodotto per

i faccia ruotare il vettore di -2

rad (o 90) nella direzione opposta alla precedente, e cio in senso orario,
sempre senza alterarne il modulo.
Avendo definito il modulo di un numero complesso con la (40), si pu
rappresentarne il quadrato in termini del numero stesso, W, e del suo
complesso coniugato, che si scrive W*. Il coniugato di un numero com
plesso si ottiene sostituendo ogni i con - i. Per esempio, se
W =

a + ib,

(42)

allora :
W* =

a - ib,

e si vede che :
WW* =

a2 + iba - iab + (i) ( - i)b 2

(43)

l w 1 2 (44)

Se invece usiamo la notazione :


allora :
(45)
Ma se W0 un numero reale, un numero cio che non contiene i,
W t = Wo ,

e quindi :

46

RAPPRESENTAZIONE VETTORIALE

E COMPLESSA

In questo caso
WW*

= We <i <p-i 'l'> = W.

(46)

Nel capitolo II si definita la potenza di un'onda del tipo :


S

= S0 cos (wt - kz + P)

(3 )

assumendo che la potenza istantanea P1 fosse data da :

P1 = 2S 2 = 2 S cos 2 (wt - kz +

( 1 3)

tp),

che poteva anche essere scritta come :

pl = s [l + cos 2 (wt - kz + P)]

( 1 5)

dove il termine variabile ha valor medio nullo. Quindi la potenza me


dia P :
P = s.
( 1 6)
Nella rappresentazione complessa l'onda espressa dalla (3) la parte
reale di :
S = So ei ( wt -kz+ <p )
(47)
se ora si moltiplica S per il suo complesso coniugato si ottiene :
SS*

= S0S't = S

(48)

(avendo tenuto presente che So un numero reale). Cos se l'ampiezza S


espressa in forma complessa come nella (47), dalla ( 1 6) e dalla (48) si ri
cava la potenza media P, data da :

P = SS* .

(49)

Problemi
5.1

Siano date le ampiezze

S1 e i'l' e S2 e i'l' ; trovare la loro

somma nei seguenti casi :

o
2
5.2 Quale numero complesso
verlo ?

S soddisfa !a relazione S x S x S

l e come si pu descri

47

VI
Modi

accoppiati

La FIG. 2 1 illustra un dispositivo, molto usato nel campo delle microonde,


detto accopp iatore direzionale. Una guida d'onda, come si visto, costi
tuita da un tubo metallico attraverso il quale si propaga un'onda elettroma
gnetica ; se due guide d'onda identiche wl e w2 hanno in comune, per un
certo tratto L, una parete nella quale sono stati praticati dei fori in modo
che l'onda in una guida interagisca, o si accoppi, con l'onda viaggiante
nell'altra, il risultato che una parte a della potenza P1 che fluisce nella
guida W1 passa nella guida W2 mentre in W1 rimane la parte (l - a) P1
La frazione, a, di potenza trasferita da una guida d'onda all'altra dipende

Figura 21

48

MODI ACCOPPIA TI

dalla lunghezza del tratto comune e dalla forza dell'accoppiamento, cio


dal diametro dei buchi. Per un particolare tipo di accoppiamento a = l,
cio tutta la potenza viene trasferita da una guida all'altra.
Molti altri dispositivi, tra i quali i tubi amplificatori a onda progressiva,
sfruttano l'accoppiamento delle onde, cio dei modi di propagazione ;
le conseguenze di tale accoppiamento, come si vedr in questo capitolo,
possono essere comprese rapidamente con una semplice analisi in termini
matematici.
Si considerino i vettori disegnati in F I G . 22, che rappresentano un'onda
durante la sua propagazione mentre passa per punti successivi equispaziati ;

Figura 22

il modulo di tale vettore, che chiameremo S0, sia l S l e si assuma che S sia
orientato orizzontalmente e verso destra (& = O) per t = O e z = z0
Nel punto z1 , a piccola distanza da z0 nella direzione del moto dell'onda, si
ha (sempre per t = 0) :

{} = &l = - k (zl - zo).


L'onda rappresentata da un vettore della stessa lunghezza S0, inclinato
verso il basso e orientato verso destra ; nel punto z2 si avr, come per z1 :
&2

- k (z2 - z0) =

k (z1 - z0) - k (z2 - z1 ) .


Procedendo lungo la direzione di propagazione, & aumenta e i vettori
{} =

che

49

descrivono l'onda si dispongono come in FIG. 22. Si consideri ora la varia


zione di S (che definisce l'intensit e la fase dell'onda) nel passare dal punto
z a z + dz, dove dz una distanza molto piccola : come si vede anche in
FIG. 23, S ha sia in z sia in z + dz lo stesso modulo, l S 1 , che vale S0 ma

Figura 23

ruotato in senso orario di un piccolo angolo. Si pu ottenere il valore di


S in z + dz aggiungendo a S relativo al punto z il vettore dS, che forma
con esso un angolo retto. Lungo il tratto dz, l'angolo che S forma con
l'asse, {}, deve variare di :
- k dz,

che in termini di modulo di dS e di l S l

l dS I
1ST

per cui

S0 risulta espresso da

l dS I = Sk dz.

Nella rappresentazione complessa, la quantit


Sk dz

rappresenta un vettore di modulo l S l k dz avente la stessa direzione di S.


Il piccolo vettore di modulo l dS l che bisogna aggiungere a S nel punto z
per ottenere S in z + dz deve essere ruotato di 90 in senso orario rispetto

50

MODI ACCOPPIATI

a S. Nel capitolo V si visto che si poteva ottenere una rotazione oraria di


90 di un vettore moltiplicandolo per - i e quindi si pu scrivere :
d S = - ikS dz

(50)

e questa l'equazione differenziale della propagazione di un modo, che


pu essere scritta nella forma :

dS
dz

- ikS,

(5 1 )

la cui soluzione
(52)
come si pu verificare derivando rispetto a z e sostituendo nella (5 1 ).
L'equazione (5 1 ) indica che la variazione di S con la distanza propor
zionale a S attraverso una costante k, proprio come ipotizzato nella (50).
Quando per due modi sono accoppiati, essi interagiscono e quindi . la
variazione di ampiezza di uno influenzata dall'ampiezza dell'altro. Siano
sl e s2 le ampiezze di due modi che interagiscono attraverso un certo ac
coppiamento ; le equazioni differenziali che le descrivono sono :

dS1
= - ik1 S1 - iMS2,
dz
dS2
dz

= - ik2S2 - iMS1 ,

(53)
(54)

dove k1 e k2 sono le costanti di propagazione dei due modi in assenza di


interazione e M rappresenta l'accoppiamento o l'interazione tra i modi.
Ci si pu domandare come mai S2 e S1 nelle (53) e (54) siano moltiplicate
per la stessa costante M. Se ponessimo S2 = DS3, con D costante, allora
le costanti di accoppiamento che moltiplicherebbero S3 e S2 sarebbero
diverse ; esse possono essere rese uguali con un'opportuna scelta delle
unit di misura di S1 o di S2. Il fatto che k1 , k2 e M nelle (53) e (54) siano
grandezze reali ci permette di dire che le equazioni sono conservative, cio
che non vi variazione di potenza totale nel passaggio da z a z + dz.
Le soluzioni delle equazioni (53) e (54) sono :

slO e- ikz ,
s20 e-i kz .

(55)
(56)

51

Derivando queste due relazioni si ottiene rispettivamente :

(57)
(58)
e confrontando con le (53) e (54) si ha :

(k - k 1) S1 = MS2 ,
(k - k2) S2 = MS1

(59)
(60)

Se si moltiplicano membro a membro la (59) e la (60) e si dividono poi


entrambi i membri per sl s2 , si ottiene :

(k - k1) (k - k 2) = M 2 ,
k2 - (k1 + k2) k + (k1k2 - M 2) = O.

(6 1 )
(62)

La soluzione dell'equazione di secondo grado

k =

V (kl + k 2)2 + 4(M 2 - kl k2)


2
k1 + k2 V(k1 - k2) 2 + 4 M 2
2
k l + k2

(63)

Se M = O, se cio non vi accoppiamento, le due radici della (63) sono


(come doveva essere) :

k = kl ,
k = k2 .
Se M diverso da zero, le due radici non sono pi k1 e k2 , come si pu ri
levare da un semplice esempio. Si abbiano due guide d'onda accoppiate
nell'accoppiatore direzionale di FIG. 21 ; in questo caso la costante di fase
delle due guide la stessa (se si trascura l'accoppiamento), e si ponga :

(64)
Dalle (63) e (64) si ottengono due costanti di fase (corrispondenti al segn o
+ e al segno -), k. e kr, che valgono :

k0 + M,
k0 - M.

52

(65)
(66)

MODI ACCOPPIATI

In questo esempio, S1 e S2 rappresentano le ampiezze delle onde nelle due


guide. La (59) pu anche essere scritta come :

k - ko
s2
=

-s;

(67)

Se le onde che si considerano hanno costanti di fase k8 e kr date dalle


(65) e (66), avranno dei rapporti d'ampiezze S2 . / S18 e S2 r / Su dati da :

k0 + M - k0 ----= l,

s2s
Sls
s2 f
sl f

(68)

k0 - M - k0
(69)
= - l.
M
In assenza di accoppiamento (M = O) esistono due modi : uno si propaga
nella guida l con ampiezza S1 e costante di fase k0, l'altro nella guida 2
con ampiezza S2 e stessa costante di fase k0 ; quando vi accoppiamento
(M =l= O) vi sono ancora due modi, che per sono costituiti ognuno da
un'onda per guida. L'onda pi lenta ha una costante di fase k8 e per questo

modo le ampiezze nelle due guide sono uguali ; l'onda pi veloce ha una
costante di fase k r e le ampiezze del modo nelle due guide sono uguali
e opposte.
Si supponga che in z = O le due onde abbiano uguale ampiezza, pari a

s
T'

nella guida l ; allora, dalle (68) e (69), risulta che le ampiezze so-

no uguali e opposte nella guida 2. Nella guida l l'ampiezza totale Su :

Su

!()_ (e-i (ko+M)z +


2

e -H ko -M ) Z)

(70)

mentre nella guida 2 l'ampiezza totale st2 :

st2 =

So
2

(e -i (ko+M )z - e-l (ko -Ml z)

(7 1 )

e per z = O, Su = S0 e S12 = O. Come variano l e ampiezze totali con


la distanza ? Se si scrivono le (70) e (71 ) in modo diverso

Su =
2

e-ikoZ (eiMz

e-iMz)

= So e-ikoz cos Mz,


- iS0 e-tkoz sin Mz

(72)
(73)

53

si vede che, all'aumentare di z, l'ampiezza totale nella guida l diminuisce


n

gradualmente mentre aumenta nella seconda guida ; per Mz = 2' l'ampiezza nella guida l nulla e quella nella guida 2 iS0, cio la stessa della
guida l per z

O ; ci vuol dire che per Mz = T tutta la potenza


n

stata trasferita dalla guida l alla 2.


Se le costanti di fase delle due guide accoppiate non fossero state uguali,
l'accoppiamento avrebbe ugualmente portato a due modi, ognuno con una
certa ampiezza in ogni guida ; ma, per ogni modo, le ampiezze nelle due guide
non sarebbero state uguali in modulo. Un modo avrebbe avuto una co
stante di fase prossima a k1, cio alla costante di fase della guida l , e per
questo modo l'ampiezza nella guida l sarebbe stata maggiore di quella
nella guida 2. Per l'altro modo, che avrebbe avuto una costante di fase
prossima a k 2 , l'ampiezza nella guida 2 sarebbe stata maggiore di quella
nella guida l . Quando le costanti di fase delle guide sono diverse, impossi
bile un trasferimento completo di potenza da una guida all'altra.
Nel capitolo IV si fatto vedere come le costanti di fase possano variare,
in funzione della frequenza, in maniera diversa. Si considerino, nella FIG. 24,
le rette rappresentative di due modi in assenza di accoppiamento ; si imma
gini ora che vi sia un certo accoppiamento : alla frequenza w0 le due costanti
di fase k 1 e k2 hanno lo stesso valore k0 e in questo caso, per quanto visto
precedentemente, si hanno due onde con costanti di fase k0 + M e k0 - M.

Figura 24

54

MODI ACCOPPIA TI

Se si applica l'equazione (63) alle varie frequenze, si ottiene la relazione tra w


e k per i due modi accoppiati, che riportata in FIG. 24 con curve in colore.
Queste curve sono iperboli che hanno per asintoti proprio le rette w = w (k)
relative ai modi disaccoppiati.
Problemi
6.1 Posto k1
k 2 , si scriva l'espressione delle ampiezze S1 e S2 in due guide d'onda
accoppiate ; si dimostri inoltre che la somma delle potenze nelle due guide costante.
=

6.2 Se tutta la potenza inizialmente in una guida, quale deve essere la lunghezza d'ac
coppiamento L perch vi sia trasferimento completo di potenza, o del 50 %, o dell' l % ?

Quale deve essere la relazione tra k1 e k 2 perch, se tutta la potenza inizialmente


in una guida, la massima quantit trasferita all'altra sia pari al 50 % ?

6.3

6.4 Si dimostri che, se i n un sistema


costante con la distanza.

ha una parte immaginaria, l a potenza non pi

6.5 Si consideri un dispositivo del tipo illustrato in FIG. 2 1 , per il quale accoppiamento
e lunghezza siano tali che esattamente met potenza di un modo sia trasferita all'altro
modo. Si supponga inoltre di disporre di un trasmettitore di un ricevitore e di un'antenna
e si voglia che la potenza passi dal trasmettitore all'antenna, dall'antenna al ricevitore,
ma che non ne passi dal trasmettitore al ricevitore. Come va usato il dispositivo per otte
nere questo risultato ? Quale sar il suo rendimento ? Dove andr a finire il resto della
potenza ?

55

VII
Modi accoppiati: l'altra soluzione

Nel capitolo VI sono state ricavate le. equazioni per i modi accoppiati :
dS1
dz
dS2
= - ik 2 S2 - iMS1
dz
Se si cambia un segno in una di esse e si scrive :
dS1
dz
dS2
=
dz

(74)
-

ik 2 S2 + iMS1

(75)

le radici di k diventano
(76)
Se
(77)
allora
k = k0 iM.

56

(78)

MODI ACCOPPIATI :

'
L ALTRA SOLUZIONE

Ci vuoi dire che i due modi che si producono attraverso l'accoppiamento


variano in funzione della distanza come :
e
cio all'aumentare di z un modo aumenta di ampiezza e l'altro diminuisce.
Questo comportamento pu sembrare poco plausibile : si era assunto che,
in assenza di accoppiamento, ogni singolo modo non presentasse perdite ;
se per un accoppiamento dei modi si ottengono dei modi la cui ampiezza
varia con la distanza, dove va a finire o da dove viene la potenza ?
A questa domanda' si pu rispondere se si immagina che in uno dei modi
originali la potenza sia diretta in un verso e nell'altro nel verso opposto
(in termini matematici, ci equivale a dire che la potenza in un modo
positiva e nell'altro negativa). Quando i due modi si accoppiano, la potenza
che diretta verso destra in un modo viene gradatamente trasferita all'altro

Figura 25

modo e inverte direzione, verso sinistra, cosicch la potenza totale nulla.


Questo comportamento schematicamente illustrato in FIG. 25 : la potenza
diretta yerso destra in uno dei modi originali e verso sinistra nell'altro.
Si vede che i modi risultanti dall'accoppiamento hanno potenza globale
nulla : ci pu essere maggiore energia per unit di lunghezza dove l'ampiezza
totale S pi elevata, ma parte dell'energia associata alla potenza diretta
verso destra (potenza positiva) e parte con quella diretta verso sinistra
(potenza negativa), cos da dare una potenza complessiva nulla.
Di fatto un comportamento cos curioso esiste, in natura : nei cristalli,
nei filtri elettrici, nei tubi a onda progressiva (questi temi verranno esaminati
pi a fondo nei prossimi capitoli). Vale la pena di considerare la natura della

57

relazione w = w (k) per questo tipo di comportamento : nella FIG. 26, le


due rette rappresentano queste relazioni per i modi non accoppiati (aventi
costanti di fase k 1 e k2) mentre le curve in colore danno le costanti di fase

Figura 26

dei modi accoppiati. Ricordando che la pendenza della curva w = w (k)


rappresenta la velocit di gruppo Vg , cio la velocit di propagazione del
l'energia dell'onda, si vede dalla figura che per uno dei modi originali non
accoppiati (k2), la pendenza della w = w (k) negativa, vg negativa e
quindi l'energia dell'onda viaggia verso sinistra ; per l'altro modo (k1)
essa viaggia verso destra. Le condizioni sono proprio quelle precedente
mente discusse, per cui era lecito aspettarsi il comportamento descritto
in questo capitolo.
Se si esamina pi a fondo la F I G . 26, si nota che per valori di w molto
grandi, o molto piccoli, k tende a k1 e a k 2 , le costanti di fase dei modi in
assenza di accoppiamento. Cos, se k 1 e k 2 sono molto diverse, l'accoppia
mento poco efficace e, per frequenze alle quali k1 e k2 sono quasi uguali, k
non ha valori reali ; lungo tutto un intervallo di frequenze k complesso
e la sua parte reale e quella immaginaria si ottengono dalla (76). L'accoppia
mento produce due modi : l'ampiezza di uno aumenta andando verso destra
e viceversa per l'altro, ma n l'uno n l'altro modo ha potenza complessiva
diversa da zero.
Problema
7.1

58

Sia

k1

k0 : si descrivano i vari modi man mano che M aumenta.

VIII

A rmoniche spaziali e accoppiamento

La FIG.

27

rappresenta due onde sinusoidali di lunghezze d'onda J.1 e J.2 =

},

f;

l'onda di lunghezza d'onda J.1 si muove verso destra con velocit v1 , quella
J.
v
di lunghezza d'onda I viaggia, sempre verso destra, con veloc1ta, 2l : un
T
osservatore le distingue facilmente sia per la diversa lunghezza d'onda sia
perch una si muove pi rapidamente dell'altra.
Si immagini ora che le onde possano essere osservate solamente attra
verso una fila di sottili aperture W poste a distanza J.1 l'una dall'altra. Un
ciclo dell'onda di lunghezza d'onda J.1 passa attraverso ogni apertura nel
.

tempo

: , mentre l'altra onda impiega un tempo (2!_ ) l ( i ) = : e cio

esattamente lo stesso tempo. ln questo caso l'osservatore non pu pi di


stinguere l'onda lunga e rapida da quella corta e lenta, e la stessa cosa

l 4
l . e con veloc1ta nspettivavale per onde con lunghezza d'onda 3-,
. .

'

v1 l'I
.
mente 3, 4
e cos1, vm.
E questo non tutto : l'osservatore, costretto a vedere l'onda solamente
attraverso le fessure, non pu nemmeno capire in che direzione essa si
stia muovendo : infatti il modo con il quale l'ampiezza di una qualsiasi

59

Figura 27

onda varia nel tempo attraverso la finestrella lo stesso qualunque sia la di


rezione di propagazione. Una conseguenza di ci che delle onde che si
'vedono' tra di loro, cio che sono accoppiate insieme solamente attra
verso una successione di finestre regolarmente spaziate, possono interagire
anche quando le loro lunghezze d'onda, e quindi le costanti di fase, siano
diverse e persino quando le loro velocit siano di verso opposto. Si rileva
immediatamente l'importanza di questo fatto ricordando le equazioni del
capitolo VII che descrivevano le interazioni tra onde che trasportavano
potenza in direzioni opposte.
Per affrontare questo problema dal punto di vista matematico, si consideri
un'onda sinusoidale di frequenza w e costante di fase k ; l'ampiezza del
l' onda si pu scrivere :
(79)
S = S0 cos (w t - kz + rp ).
Se si suppone che l'onda venga osservata solo da piccole fessure a distanza
L l'una dall'altra, poich l'onda si ripete ogni volta che (wt - kz + rp) varia
di 2n, nel passare da una fessura a quella successiva non si pu sapere se la
fase variata di kL o di kL + 2nn, dove n un intero qualsiasi, positivo

60

ARMONICHE SPAZIALI E ACCOPPIAMENTO

o negativo. Quindi, se si osserva attraverso delle fessure sottili, spaziate di

L, un'onda con costante di fase k, questa indistinguibile da una con co

stante di fase

(80)
infatti tale onda presenta le stesse fasi nella successione di finestrelle spa
ziate di L l'una dall'altra. Se si assume che l'onda abbia realmente costante
di fase k, le altre costanti di fase 'possibili' kn sono dette armoniche spa
ziali dell'onda con costante di fase k.
Sin qui sono state considerate solamente armoniche spaziali prodotte
o dall'osservazione o dall'accoppiamento attraverso sottili fessure equispa
ziate ; ma se ne possono generare in molti altri modi. Un'onda produce
armoniche spaziali quando osservata o accoppiata attraverso qualsiasi
tipo di finestra o apertura le cui dimensioni o trasparenza varino periodica
mente con la distanza, oppure quando il mezzo entro il quale viaggia
cambia periodicamente caratteristiche con la distanza, cos che durante il
suo moto l'onda alternativamente accelera e rallenta, con regolarit. In
ogni caso, se il periodo di variazione dell'accoppiamento o del mezzo L,
le armoniche spaziali sono date dalla (80).
Nei vari esempi considerati si ha a che fare con onde che di fatto hanno
una costante di fase primaria k, ma che hanno (o sembra che abbiano)
a essa associate delle componenti con costanti di fase kn, espresse dalla
(80), che possono essere molto pi deboli dell'onda principale. Dalla (80)
2nn
si pu notare che, al contrario di k,
non varia con la frequenza ; quindi
L
la forma della curva w = w (k) identica per ogni kn. L'energia dell'onda
si muove con la velocit di gruppo comune, che la pendenza della curva
w = w (k), e tutte le componenti armoniche spaziali si muovono, per cos
dire, all'unisono con l'onda.
Si consideri ora in maggior dettaglio un caso molto semplice. Le rette
in colore della FIG. 28 rappresentano l'andamento di w = w (k) per un'onda
non dispersiva : la retta a destra dell'origine si riferisce al modo che si pro
paga verso destra, quella a sinistra rappresenta la curva w in funzione di k
per il modo che viaggia verso sinistra ; le linee nere pi sottili rappresentano
2:n: 4:n:
le armoniche spaziali che si ottengono sommando o sottraendo
e
al
L L
k dato dalle rette in colore. Nella FIG. 29 tutte le curve w = w (k) della
FIG . 28 sono riportate a tratto sottile, e in pi vi sono disegnate le rela-

61

zioni w = w (k) ottenute accoppiando i due modi della FIG . 28, quello
che si propaga verso destra e quello che va verso sinistra, con le loro armo
niche spaziali (questo accoppiamento gi stato visto nel capitolo VII).
Le curve w = w (k) per i modi prodotti dall'accoppiamento sono quelle
in colore della FIG. 29. Queste curve, nell'intervallo compreso tra k = +

62

ARMONICHE SPAZIALI E ACCOPPIAMENTO

:n

:n

' ci danno tutte le informazioni possibili : infatti, al di


L
fuori di questo intervallo, esse si ripetono periodicamente e non aggiungono
alcuna informazione.
L'effetto dell'accoppiamento di due modi non dispersivi quello di pro
durre bande d'arresto in vari intervalli di frequenze : dalla FIG. 29 si pu
notare come, in presenza di accoppiamento, non vi trasmissione, se non
molto attenuata, tra le coppie di frequenze (O,w1 ) , (w 2 , w3) , (w4, w5) e cos
via. Questo esempio permette di comprendere il motivo della presenza di
bande d'arresto in sistemi pi complicati come, per esempio, guide per
onde elettromagnetiche formate da coppie di solenoidi coassiali.1
Un comportamento come quello mostrato nella F I G . 29 viene sfruttato
in pratica, per esempio, nella costruzione dei laser, dove vi la necessit
di una coppia di specchi che si riflettano l'un l'altro la luce con perdite mini
me (perfino la riflessione su superfici d'argento o di alluminio lucidate
pu dare perdite eccessive).
Le onde luminose si propagano nei diversi materiali con velocit diffe
renti ; di scelgano due mezzi nei quali le velocit della luce differiscano di
poco e se ne dispongano alternativamente, l'uno sull'altro, strati molto
sottili e uniformi (ricavati per evaporazione, per esempio) ; si cos otte
nuto, se si sufficientemente esperti, un materiale nel quale la velocit della
luce varia periodicamente durante la propagazione e ci produce le armoniche spaziali. Per certi intervalli di frequenza della luce, e cio nelle bande
d'arresto, questo mezzo stratificato la rifletter piuttosto che trasmetterla
e osservando le FIGG. 28 e 29 si vede che il centro di questa banda si ha alla
frequenza per la quale kL = :n, quando cio la disposizione degli strati
si ripete ogni mezza lunghezza d'onda. Sia questa lunghezza d'onda, sia
il valore di k in kL = :n sono, naturalmente, una specie di valor medio
di k e di lunghezza d'onda media in quanto, per una data frequenza, k e .
variano leggermente nei due mezzi trasparenti con i quali sono fatti i vari
strati.
Questo materiale stratificato e trasparente uno specchio eccellente
per un laser : pu infatti riflettere fino al 99,9 % della luce incidente, contro
circa il 98 % di una superficie argentata o alluminata. Inoltre esso funziona
anche da filtro ottico, poich riflette la luce di alcune frequenze (o lunghezze
d'onda o colori) mentre trasparente per altre.
Una successione di discontinuit spaziate con regolarit in una linea di

--e k

Pierce J. R., Tien P. K. , Coupling of modes in helices, in Proceedings of t.!J.e I . R.E., XLI I ,
1 389 ( 1 954).

63

trasmissione coassiale o in una guida d'onda pu essere utilizzata come un


filtro a microonde : che lasci cio passare onde in certi intervalli di frequenze
e respinga (rifletta) microonde di altre bande di frequenza. Da quanto
esposto sopra si pu avere un'idea del funzionamento di questi filtri ;
ma non si pu certo utilizzare l'analisi fatta per progettarli.
I fisici hanno scoperto che gli elettroni qualche volta si comportano
come particelle e qualche volta come onde. In quest'ultimo caso, sono
descritti da un'equazione, detta di Schri:idinger, secondo la quale per un
elettrone nel vuoto, in assenza di campi elettrici o magnetici, la relazione
tra k c w :
h
w = -- k 2
(8 1 )

4nm

dove h la costante di Planck e m la massa dell'elettrone :

h = 6,63 x w-34 1 ; s ,
m = 9, 1 1 x 1 0-3 1 kg.
L'andamento della (8 1) mostrato i n FIG. 30, da cui s i vede che essa rappre
senta un'onda dispersiva con velocit di fase

w
h
v = -- = -- k
k
4nm
e quella di gruppo vg, cio la pendenza della curva w
dw
dk

h
- k.

2nm

(82 )
w (k) :
(8 3 )

Figura 30

64

ARMONICHE SPAZIALI E ACCOPPIAMENTO

Si noti che la velocit di gruppo sempre doppia di quella di fase :


vg = 2v.

(84)

Secondo la meccanica quantistica, l'energia data dal prodotto hf, la


pulsazione w uguale a 2nf e w data dalla (8 1 ), per cui
E = hf =

hw
2n

(85)

e dalla (85) e (83) si ha :


l
E = 2 mvg2

(86)

che l'espressione solita dell'energia cinetica, considerando vg la velocit


di una particella di massa m. La quantit di moto M di un elettrone, se
condo la meccanica classica, sarebbe :
M = mvg =

2E
Vg

--

(87)

se nella (87) si sostituiscono i valori di E e di vg dati dalla (85) e dalla (83)


si ha :
h
M = --- k
(88)
2n
che proprio l'espressione della quantit di moto dell'elettrone secondo
la meccanica quantistica ; come si vede, proporzionale alla costante di
fase o vettore d'onda k.
Si fin qui considerato un elettrone che si muove in uno spazio vuoto
in assenza di campi ; nel caso di moto attraverso un cristallo, cio attra
verso un reticolo regolare di atomi, si pu comprenderne qualitativamente
la propagazione in termini di onde accoppiate.
Si considerino, al posto di un reticolo tridimensionale, degli atomi bidi
mensionali impacchettati in strati distanziati di L ; durante il moto degli
elettroni attraverso questo mezzo stratificato le loro onde producono ar
moniche spaziali.
Nella FIG. 31 sono raffigurate a tratto sottile alcune delle armoniche
spaziali della FIG. 30, mentre a tratto colorato sono disegnate le curve
w = w (k) risultanti dall'accoppiamento. Grazie alle armoniche spaziali,
le onde che rappresentano gli elettroni che si muovono verso sinistra sono
accoppiate alle onde relative agli elettroni che viaggiano verso destra e

65

quindi essi possono muoversi liberamente attraverso il cristallo 'stratif


cato' solo se le loro frequenze vanno da O a w1 , da w2 a w3, da w4 a una certa
frequenza pi elevata (al difuori del grafico ) e cos via. Gli intervalli di
energia permessi, cio quelli per i quali l'elettrone pu muoversi liberamente
all'interno di un reticolo cristallino ideale, sono detti bande di energia
e hanno molta importanza per il funzionamento di dispositivi allo stato soli
do quali, per esempio, i transistori.
Problemi
8.1 L'ampiezza di un'onda sia S
So cos (wt - kz) e venga 'vista' attraverso un'aper
tura che varia lentamente con la distanza, cos che l'ampiezza di campo S1 osservata
vari secondo la legge AS [l + cos (2nz f L)] . Posto che una seconda onda veda la pri
ma attraverso l'apertura, quali valori di k pu assumere e pu essa accoppiarsi forte
mente alla prima onda ?
=

Dalle FIGG. 24 e 26 si nota che le curve in colore che danno w


w (k) in pre
senza di accoppiamento non intersecano le curve w
w (k) in assenza di accoppiamento,
mentre ci avviene nelle FIGG. 29 e 3 1 : come si spiega questo fatto ?
=

8.2

8.3 In FIG. 29 la curva w


w (k) non passa per l'origine : questo vuoi dire che un'onda
non si propaga lungo linee accoppiate se la sua frequenza non superiore a un certo
valore minimo : vera questa affermazione ? Se vera, come deve variare l'accoppiamento
con la frequenza e che tipo di accoppiamento potrebbe essere ?
=

66

IX

Accoppiamento e mezzi a parametri variabili


con continuit

Il concetto di accoppiamento pu essere esteso alla propagazione delle onde


attraverso un mezzo le cui propriet varino con la distanza : se si esprime
l'ampiezza dell'onda in questo mezzo in termini di ampiezze di due modi
non accoppiati in un mezzo isotropo, cio il modo pregresso e quello re
gresso, l'effetto delle variazioni delle sue propriet viene simulato da un
accoppiamento, che pu variare con la distanza, fra i due modi. Questo
forse pi un espediente matematico che non un mezzo per arrivare a
penetrare la sostanza fisica del problema ; e tuttavia, cos si mette in luce
un aspetto interessante delle equazioni riguardanti i modi accoppiati.
Dato che si ha a che fare con un modo che possiede velocit di gruppo
positiva e con un altro con velocit negativa, si possono usare le equazioni
del capitolo VII ; in questo caso, i vettori d'onda k 1 e k2 dei due modi pos
sono essere espressi da :

k l = - k2 = k o

(89)

e quindi le equazioni (74) e (75) diventano

dS1

.
.
= - zk0S1 - zMS2,

(90)
(9 1 )

67

sl e s2 non possono essere misurate separatamente, in quanto le due onde


sono presenti nello stesso mezzo ; opportuno quindi introdurre due termini
ausiliari : v proporzionale alla somma di sl e s2 e w proporzionale alla
differenza, definendoli nel seguente modo :

v2 v = sl + s2 ,
y2 W = S1 - S2

(92)
(93)

che, sostituiti nelle (90) e (9 1 ), danno :


dV
dz =

i(k0 - M) W,

(94)

dW
dz

i (k0 + M) V.

(95)

opportuno avvertire il lettore che queste relazioni sono identiche nella


forma alle equazioni che descrivono le onde propagantisi in una linea di
trasmissione, nell'aria entro un tubo, lungo una fune tesa o lungo una sbarra :
sono cio le equazioni dell'onda monodimensionale in un mezzo qualsiasi.
Per esempio, nel caso di un'onda elettrica che si propaghi lungo una linea
di trasmissione con reattanza serie per unit di lunghezza X e suscettanza
derivata per unit di lunghezza B, se V la tensione e I la corrente lungo la
linea, valgono le seguenti relazioni :

dV
dz

- X!,

(96)

d/
= - iB V
dz

(97)

che hanno esattamente la stessa forma delle (94) e (95).


Come si pu esprimere la potenza per mezzo di V e W? S1 e S2 vengono
sempre misurate in unit tali che la potenza media sia sl s: oppure s2 s: .
Nel caso dei modi pregressi e regressi che stiamo considerando, la potenza
totale verso destra :
(98)
Se si esprime la quantit VW* + V* W per mezzo di S1 e S2 , dalle (92)
e (93) si ha :
(99)

68

ACCOPPIAMENTO E MEZZI A PARAMETRI VARIABILI CON CONTINUIT

Si noti che, nell'esempio dell'onda elettrica, per cui valgono le (96) e (97),
st ottiene :

P = IV* + VI*.

(1 00)

Le equazioni (94) e (95) sono quelle che regolano la perturbazione in


un mezzo, cosi come le (96) e (97) in una linea di trasmissione elettrica ;
V e W sono due misure dell'ampiezza della perturbazione, come pure l
e V nel caso elettrico ; da V e W si pu ottenere la potenza media appli
cando la (99).
V e W possono avere anche fasi diverse ; sia :

V = V0 COS (wt + fPv).

(101 )

W = W0 COS (wt + fPw).

( 1 02)

La potenza istantanea P1 :

P1 = 2VW = 2V0 W0

COS

(wt + fPv)

COS

(wt + fPw).

( 1 03)

Servendosi delle seguenti relazioni trigonometriche :

cos x cos y = 2 [cos (x + y) + cos (x - y)] ,


cos (x + y)
tg x =

cos x cos y - sin x sin y,

sin x
cos x

e dalla (103), si pu correlare la potenza istantanea P1 alla potenza me


dia P:
P1 = P[I + cos 2(wt + fPw) - tg (q;v - fPw) sin 2 (wt + fPw)], (104)
( 105)
P = V0 Wo COS (fPv - fPw).
Nella ( 1 04) il termine

COS

2 (wt + fPw)

(106)

rappresenta una componente alternata con la stessa ampiezza di picco di

P che deve essere presente (come si visto nell'equazione ( 1 5) del capi

tolo II) ; nella (104) vi anche un'altra componente alternata della po


tenza,
(107)
P tg (q;v - fPw) sin 2(wt + 'Pw),

che sfasata di 90 rispetto a quella data dalla (1 06) e quindi (a meno

69

che la (107) non sia nulla) la fluttuazione totale della potenza deve essere
maggiore della fluttuazione del termine obbligatoriamente presente data
dalla (106).
La fluttuazione aggiuntiva data dalla (107) nulla se V e W sono in fa
se, cio se CfJv = CfJw ; se invece
:n

CfJv - CfJw = l'


la potenza media nulla (P = O) ; in questo caso la potenza totalmen
te fluttuante, variando periodicamente da valori positivi (verso destra) a
valori negativi (verso sinistra).
Data la semplicit e i vantaggi che derivano dall'usare per le onde la
rappresentazione complessa, riconsideriamo la materia fin qui trattata e
scriviamo :

V = Vo eHwt+q;.> ,
W = Wo ei (wt+q;w>

(108)
( 109)

Dalla (99) si pu osservare che la potenza pu essere espressa per mezzo


di V, W e dei loro valori complessi coniugati ; si consideri l'espressione :

V* W

Vo Wo e-i (wt+'l'. > ei (wt+q;w>


V0 W0 e-i (q;.-q;wl =
Vo Wo [ cos ( q;v - CfJw) - i sin (q;v - CfJw)]
Vo Wo COS (q;v - CfJw) [l - i tg (q;v - CfJw)]
P [ l - i tg (cpv - CfJw)]

(I l O)

e la si confronti con la (104). Come si pu notare, la parte immaginaria


della (1 1 0) proprio uguale a quella componente alternata aggiuntiva del
la (104) che varia nel tempo come sin 2(wt + CfJw) ; va ricordato che que
st'ultimo termine quello che non sempre obbligatoriamente presente in
un'onda sinusoidale. La quantit

- P tg (cpv - CfJw)
viene normalmente detta potenza reattiva e rappresenta una fluttuazione
dell'energia, presente quando V e W non sono in fase (o sono sfasati
di 1 80).
Si ora in grado di cercare le soluzioni delle (104) e (105) sia in presen
za sia in assenza di accoppiamento ; si otterr un'equazione differenziale
che contiene solamente V.

70

ACCOPPIAMENTO E MEZZI A PARAMETRI VARIABILI CON CONTINUIT

Derivando la (94) rispetto a z si ottiene :


d2V
dW
=
i(ko - M) - i
dz2
che, tenendo presente la (95), d :
-

[d

dz

(k0 - M)

(I I I )

d (k0 - M)

d2V
dz2

--

dV
dz

dz

k0 - M

d [In (k0 - M)]


d2V
dz
dz2

--

dW

- i (k0 - M)
dV
dz

dW

- i(k0 - M) .

(1 1 2)
(1 1 3)

Si consideri dapprima il caso in cui l'accoppiamento M nullo e k0 co


stante ; si ha allora :
d2V
= - k V
dz2
l e cui soluzioni sono

( 1 14)
(1 1 5)

che sostituite nella (94) danno


j

W =

dV
dz

(1 1 6)

ko

e cwe o W in fase con V (un'onda che viaggia nella direzione + z) op


pure sfasato di 1 80 rispetto a V (un'onda propagantesi lungo - z) ; in
entrambi i casi non vi alcuna potenza reattiva.
Si consideri ora il caso in cui sia costante km definito da :

(1 1 7)
(1 1 8)
oppure :
- In kn + In (k0
Pertanto la (1 1 3) diventa :

M)

- 2Bz.

d2V
dV
- 2B dz + kn2 V = O
dz2

( 1 1 9)

( 1 20)

71

la cui soluzione, come si pu facilmente verificare, :


(121 )
Dalle (94) e (1 1 8) si vede che :

W = V0 [=f ( l - B 2 j k;) Yz - iB j kn ] e8" ekn ( l-B'fk:_ ) Yzz

(1 22)

per cui si ottiene :


(1 23)
Si pu notare come siano costanti sia la potenza sia la potenza reattiva ;
quest'ultima tende a zero con B, cio quando kn - M varia molto lenta
mente con la distanza. Se poi B2 > k;., V e W variano esponenzialmente
con z, non vi propagazione di onde e la potenza tutta reattiva.
Le equazioni ( 1 1 7)-( 1 23) si applicano a problemi relativi alle linee di
trasmissione o a diffusori (come per esempio quelli di qualche tipo di al
toparlante) a parametri variabili esponenzialmente. Per onde di piccola
lunghezza d'onda (cio alta frequenza, grande k n) la propagazione quasi
identica a quella che si ha in un mezzo isotropo, tranne che V diminui
sce e W aumenta con la distanza, mentre le onde con grande lunghezza
d'onda (basse frequenze, piccoli k) non possono propagarsi nel mezzo.
In altre parole, una sostanza con caratteristiche variabili esponenzialmen
te (per esempio una tromba esponenziale) un mezzo passa-alto.
Se si ha un mezzo tale per cui
(1 24)
(1 25)
d (ln (k0 - M)]

dz

( 1 26)

la ( 1 1 3) diventa :
d2 V
2 dV
+dz + k n V = O
dz 2
z
2

( 1 27 )

che ammette come soluzione, come si pu facilmente dimostrare :


( 1 28)

72

ACCOPPIAMENTO E MEZZI A PARAMETRI VARIABILI CON CONTINUIT

Il corrispondente valore di W dato dall'espressione :


( 1 29)
per cm si ottiene :

v2
V* W = -0
A

( l -- )
=f

knz

1-

(1 30)

Le equazioni (1 24)-(1 30) si applicano alle onde entro mezzi con carat
teristiche variabili linearmente come, per esempio, i diffusori lineari (o
conici) : lontano dall'estremit pi piccola la propagazione avviene quasi
come nei mezzi isotropi, salvo che V diminuisce e W aumenta con la di
stanza. Vi tuttavia una componente reattiva della potenza che aumenta
oltre ogni limite all'avvicinarsi dell'estremit pi piccola del diffusore, do
ve z = O.
interessante vedere come i risultati fin qui ottenuti, relativi a diffusori
esponenziali e lineari, vengano applicati a un particolare problema pra
tico, quello degli altoparlanti. La FIG. 32 mostra alcuni diffusori lineari o
conici con angoli interni 1J diversi ; quando 1J = 1 80 (o n rad), il diffu
sore diventa semplicemente un piano e l'onda si propaga radialmente dal
l' origine in tutte le direzioni alla destra del piano stesso ; se 1J = 360 (o

Figura 32

Figura 33

73

2n rad) il 'diffusore' scompare e si ha un'onda sferica che si propaga in


modo isotro.po in tutto lo spazio. Il caso {} = n corrisponde all'incirca

al comportamento di un altoparlante conico con uno schermo acustico


piano infinito (FIG. 33 a sinistra), mentre {} = 2n rappresenta con buona
approssimazione il caso di un altoparlante conico racchiuso in una pic
cola cassa (FIG. 33 a destra).
In ogni caso, detto a il raggio della circonferenza della tromba, alla di
stanza z dall'origine, dalla (1 1 2) si ha che per

2na
l
=

(131)

l a potenza reattiva uguale alla potenza 'vera' ; per lunghezze d'onda net
tamente maggiori di quelle che si ricavano dalla (1 3 1 ) la potenza reatti
va aumenta di molto e in questi casi il diaframma conico vibra violente
mente, nell'inutile tentativo di irradiare potenza sonora.
Come si visto nel capitolo I, la velocit del suono di circa 340 m / s
e quindi si ottiene, misurando in metri :

340

(1 32)

per cui, quando vale la ( 1 3 1 ), si ottiene :

340
! = 2na

54
a

(1 33)

per un altoparlante da 30 cm, a = O, 1 5 m e f = 360 Hz.


In pratica si possono ottenere efficienze non trascurabili anche per fre
quenze inferiori sfruttando l'elasticit dell'aria racchiusa nella cassa acu
stica dietro all'altoparlante, per controbilanciare o diminuire gli effetti
reattivi del secondo termine della (1 30) in corrispondenza di alcune bas
se frequenze. Per frequenze al disotto di quella di risonanza cos ottenu
ta, la potenza irradiata diminuisce rapidamente.
Altri tipi di altoparlanti sono costituiti da un piccolo trasduttore e da
una tromba esponenziale, come schematizzato in FIG . 34 . Anche in que
sto caso si ottiene della potenza reattiva all'apertura maggiore o bocca :
detto a il raggio della bocca, la potenza reattiva uguale a quella reale
quando si verificano le condizioni descritte dalla ( 1 3 1 ) .
V i anche un'altra limitazione alle prestazioni in bassa frequenza per
questi tipi di altoparlanti : dalla ( 1 3 1 ) si pu notare l'esistenza di poten-

74

ACCOPPIAMENTO E MEZZI A PARAMETRI VARIABILI CON CONTINUIT

Figura 34

za reattiva associata all'onda all'interno della tromba ; di fatto non vi pu


essere alcuna propagazione d'onda se non quando
B < kn

2n
A

27T;{

f
54

= - = -- = V

( 1 34)

cio B diventa un indice della variazione esponenziale. Quando V e W


sono dati dalle ( 1 2 1 ) e ( 1 22) e la frequenza elevata (A piccola), il suono
si propaga quasi come in un tubo diritto ; la potenza costante e la den
sit di potenza diminuisce all'aumentare dell'area della sezione trasversale
della tromba. Quindi se V rappresenta la potenza sonora per unit di
area si ha :
V2

(area)

costante

e cio
V 5e-28z x (area)

costante

oppure
area

(costante) x e 28z .

( 1 35)

Si pu quindi definire una lunghezza L


B / 2 per la quale l'area aumenta di un fattore e . La ( 1 34) pu essere riformulata nel seguente modo :
27

! > z:

(L misurato in m).

( 1 36)

Quando questa condizione non rispettata, l'onda sonora non si propaga


27
nella tromba. In pratica si deve scegliere un valore di L tale per cui
L
sia decisamente inferiore alla frequenza minima che si desidera fare pro
pagare in modo soddisfacente.

75

Problemi
9.1 Si provi a giustificare i motivi che hanno indotto l'autore a servirsi della procedura
seguita in questo capitolo piuttosto che cercare, semplicemente, l'equazione risolvente
per una linea di trasmissione a parametri variabili con continuit.

Verificare se l'equazione (1 1 3) ammette soluzione anche per altri tipi di variazione


dei parametri di un mezzo.

9.2

Risolvendo la (1 20), la potenza risulta essere l'energia immagazzinata per unit di


lunghezza moltiplicata per la velocit di gruppo : vera questa affermazione ? Giustificare
la risposta.

9.3

Si consideri il cono di un altoparlante quale sorgente di radiazione di raggio z che


irradi entro un diffusore a 1 80 o a 360. Per un dato z, la relazione tra la velocit W
del cono e la pressione V esercitata su di esso (si vedano le (1 28) e (1 29)) :

9.4

dove p = k1z proporzionale alla frequenza, B una costante (si ricordi che k1

w
v

dove v la velocit di fase). Se dietro al cono vi una cassa chiusa, l'elasticit dell'aria
all'interno produce sul cono un'altra pressione Vb, che pu essere espressa per mezzo di
W in questo modo :
W = BCip Vb,

dove C una costante che dipende dalle dimensioni della cassa. La pressione totale sul
cono data da Vt = V + Vb e
l'espressione di

viene detta impedenza acustica del cono : si trovi

. Nell'equivalente elettrico del sistema acustico,

rappresenta la

corrente /, V la tensione e R, L e C la resistenza, l'induttanza e la capacit : si disegni


il circuito equivalente.
9.5 Quali sono i motivi che spingono i costruttori a impiegare negli altoparlanti trombe
esponenziali piuttosto che lineari ?

76

Onde e forze

Le onde possono esercitare delle forze sui mezzi materiali : come si pos
sono correlare queste forze all'energia o alla potenza di un'onda ? Sem
bra naturale cercare questa relazione non tanto partendo dal caso della
propagazione di un'onda quanto da quello di una barra, o di una colon
na di fluido, in movimento : se m la massa per unit di lunghezza che
viaggia a velocit vg parallela al proprio asse, l'energia cinetica per unit
di lunghezza, E, data da :

l
mv 2g
E = 2

(1 37)

la potenza P = E X vg data da :
3
l
P = 2 mvg

e la quantit di moto per unit di lunghezza,

(1 38)
p

data da :

( 1 39)
Se il fluido in esame , per esempio, un liquido che si muove in un tu
bo e viene raccolto all'uscita da una spugna o con un catino, la forza eser
citata sulla spugna o sul recipiente data dal prodotto della quantit di
moto per unit di lunghezza, p, per la velocit Vg ; la distanza percorsa

77

dal liquido nell'unit di tempo proprio misurata da v g e il prodotto for


za per tempo, considerando quest'ultimo unitario, deve essere uguale alla
quantit di moto totale ceduta in quell'intervallo di tempo e cio pvg :
questa quantit viene detta flusso della quantit di moto, b, e vale :

= pvg = mv .

(140)

Dalle (1 37)-(140) si ottiene :


p =

2E
Vg

2P
Vg

(141)
(142)

in altre parole in una barra, o in un liquido, in movimento la quantit


di moto per unit di lunghezza e il flusso della quantit di moto sono le
gati all'energia E e alla potenza P dal fattore 2 j v g .
Come si vedr pi avanti, le relazioni tra onde e forze coinvolgeranno
delle grandezze p e b che avranno le dimensioni di una quantit di moto
e di un suo flusso e che saranno legate alle forze allo stesso modo, anche
se in qualche caso p e b non rappresenteranno fisicamente una quantit
di moto o un flusso della quantit di moto. Il fatto che in tali casi la no
menclatura non venga cambiata non dovrebbe trarre in inganno il lettore,
fin d'ora messo sull'avviso.
Sia data un'onda sinusoidale di energia per unit di lunghezza E e di
potenza P ; come si gi visto :

(143)
cio la potenza il prodotto dell'energia per unit di lunghezza per la
velocit di gruppo, in quanto un impulso composto di frequenze com
prese entro un piccolo intervallo si propaga con velocit di gruppo vg .
Analogamente, se p la quantit di moto per unit di lunghezza, il flus
so della quantit di moto deve essere :

(144)
Si immagini ora che l'onda venga prodotta da un generico dispositivo
D in movimento entro un mezzo dispersivo alla velocit u, da destra a
sinistra, come illustrato in FIG. 35 ; il mezzo dispersivo, e quindi le ve
locit di gruppo e di fase sono diverse per frequenze differenti. Poich D
viene mosso da una forza F che lo spinge da sinistra, viene ceduta all'on-

78

ONDE E FORZE

Figura 35

da una potenza Fu ; si immagini inoltre che il dispositivo comprenda an


che un alimentatore che fornisce una potenza P1 (di tipo elettrico, ad esem
pio, o acustico) direttamente all'onda.
Si supponga che nel mezzo a sinistra di D non vi sia alcuna onda, men
tre a destra ve ne sia una sinusoidale, di un'unica frequenza, che si pro
paghi verso destra : quest'onda prodotta dal moto di D verso sinistra.
Si applichi ora la legge di conservazione dell'energia : l'energia immagaz
zinata tra D e un'origine fissata alla distanza z a destra di D :

Ez

( -) z

(145)

e la variazione di questa energia nel tempo data da :

P dz

Pu

- --

(146)

d!

Questa variazione deve essere uguale alla potenza applicata tramite D,


cio Fu + P1, meno la potenza che fluisce alla destra dell'origine ; cio :

Pu

-- =
V

P1 + Fu - P,

(- + l )

(1 47)
=

Fu + P1 .

Allo stesso modo, applicando la legge di conservazione della quantit di


moto si ha che, se la quantit di moto tra D e l'origine pz, allora la sua

79

variazione nel tempo data dall'espressione :


dz
dt

p-

pu

-.
Vg

Quest'ultima quantit deve essere uguale al ritmo con i i quale la forza


genera la quantit di moto, e cio - F, meno la quantit di moto b che
fluisce oltre l'origine, e cio :

bu

- = Vg

F - b'
(148)

Ricordando la relazione che lega energia e quantit di moto per un so


lido che si muova di moto rettilineo, in analogia alla (142) si assuma che,
anche per un'onda, b sia dato dal prodotto della potenza per una certa
costante A, cio che :

AP.

(149)

Dalle (1 47), (148), (149) si ottiene :

c + l ) (l + Au)

P1

(1 50)

Per calcolare il valore della costante A, si immagini di osservare l'onda


sinusoidale dal dispositivo D : se l'onda viaggia verso sinistra con velo
cit u, sembrer stazionaria, quando osservata da D, purch la velocit
di fase v e quella di D (che u) soddisfino alla relazione

-u

(151)

e cio i l dispositivo s i deve muovere con velocit uguale a quella di fase


dell'onda.
Parlare di onda stazionaria rispetto a D equivale a dire che l'onda vie
ne prodotta da un agente (una forza costante, uno spostamento oppure
un campo elettrico o magnetico) che si sposta rigidamente con D : in FIG. 36
schematizzata una guida tubolare che genera un'onda in un mezzo di
spersivo quale potrebbe essere, per esempio, un'asta molto sottile e fles
sibile. In altre parole, quando la (1 5 1 ) soddisfatta, l'onda prodotta ap
pare stazionaria a un osservatore che si muove con D e non vi alcun
bisogno che l'alimentatore trasportato da D fornisca potenza : la frequen-

80

ONDE E FORZE

Figura 36

za osservata da D cos come la potenza P1 sono nulle e l'unica potenza


fornita all'onda Fu. In questo caso, la ( 1 50) diventa :

P (-;; + l ) (l - Av)

(1 52)

che soddisfatta per :

l
A -= -- .
v

(1 53)

Allora (149) diventa :

= .
v

( 1 54)

Allo stesso modo, dalle (1 54), (1 43) e (144) si ottiene :

E
p =
-

(1 55)

Le ultime due relazioni trovate sono importanti in quanto la (1 54) fa


vedere che il flusso della quantit di moto dato dal rapporto tra la po
tenza e la velocit di fase, mentre la (1 55) dice che la quantit di moto
per unit di lunghezza data dall'energia per unit di lunghezza divisa
per la velocit di fase ; se si considera un segnale composto da onde si
nusoidali di frequenze comprese entro una banda ristretta, la (1 55) pu
essere letta come una relazione tra la quantit di moto totale e l'energia
totale.
Si noti che la relazione tra energia e quantit di moto non la stessa
di quella che, per esempio, intercorre nel caso di una barra che viaggi
parallelamente al proprio asse ; in quest'ultimo caso il flusso della quan
tit di moto dato dal doppio della potenza diviso per la velocit di grup
po : di fatto, cio, le relazioni tra potenza, energia e quantit di moto nel
caso delle onde sono abbastanza diverse da quelle che valgono per le par-

81

ti celle materiali. Riformulando la (1 55)

termini di vettore d'onda k

la quantit di moto diventa :

k
- x E.

(1 56)

Riandando alla discussione fatta nel capitolo VIII in merito all'equazio


ne di Schrodinger per le onde, per cui la quantit di moto M di una par
ticella e l'energia E erano date da :
hw
h
E =
M = -k

2n '

2n

si ottiene, combinando queste due equazioni, che :

k
w

xE

E
v

( 1 57)

in accordo con la ( 1 55) e quindi anche con la (1 56).


Con tutte queste conferme, si potrebbe concludere che b e p dati dal
le ( 1 54) e (1 55) sono proprio il flusso della quantit di moto e la quantit
di moto di un'onda che si propaga in un mezzo. Purtroppo bastano po
chi semplici casi a mostrare che non sempre E j v l'effettiva quantit di
moto di un' onda. Come mai si verifica questa contraddizione ?
Si provi a rianalizzare le premesse fatte : venne ipotizzato che un'onda
lineare fosse generata da un trasduttore lineare in moto sul quale era im
pressa una forza F che dava luogo a una potenza Fu e che una sorgente
addizionale di potenza P1 si trovasse sul trasduttore ; inoltre, che la for
za F desse origine a un'effettiva quantit di moto dell'onda. Per ottenere
una relazione tra quantit di moto ed energia era necessario che il tra
sduttore fosse in movimento, cio che u fosse non nulla ; infatti, se u = O,
la ( 1 47) e la ( 1 48) diventerebbero semplicemente
(1 58)
p = Pl ,
( 1 59)
b = - F.
Queste relazioni sono corrette nel caso di una sorgente fissa che emet
ta un'onda che abbia fisicamente un flusso della quantit di moto b, pe
r da esse non si possono ricavare le ( 1 54) e ( 1 55). Se un'onda in un mez
zo in quiete, prodotta da una sorgente stazionaria, ha un reale flusso del
la quantit di moto b, la forza necessaria per generarla deve essere uguale

82

ONDE E FORZE

a b. La FIG. 37 mostra tre esempi di forze esercitate dalle onde : una sor
gente di flusso di quantit di moto di un'onda b esercita una forza F = b
nel generare l'onda stessa ; quando un 'pozzo' l'assorbe, l'onda esercita
sul pozzo una forza F = b, mentre se viene riflessa da un riflettore con
un effettivo flusso della quantit di moto pari a - b, l'onda incidente e
quella riflessa esercitano sul riflettore una forza complessiva F
2b.
=

Figura 37

Quanto sopra vale solamente nel caso di una sorgente stazionaria e di


un'onda dotata fisicamente di flusso della quantit di moto b ; se la sor
gente dell'onda in moto, la sorgente stessa pu, e in qualche caso de
ve, esercitare una forza, oltre che sull'onda, anche sul mezzo nel quale
l'onda si propaga. Questo si pu osservare molto facilmente consideran
do il caso limite di un mezzo costituito da una successione di oscillatori
disaccoppiati disposti lungo una linea : la FIG. 38 li schematizza come pal
line di massa m che scivolano senza attrito lungo delle barrette verticali.
Il loro movimento pu avvenire solamente in direzione normale a quella
di propagazione di un'onda che viaggi entro questo sistema e quindi que
ste masse non posseggono alcuna quantit di moto lungo l'asse z ; le for
ze di richiamo sono prodotte dalle molle, cosicch le masse oscillano in
dipendentemente con frequenza w0 Per le onde in questo mezzo la rela
zione w = w (k) quella illustrata dalla FIG. 39 : la frequenza w0 co-

83

Figura 38

Figura 39

stante per tutti i valori di k e quindi la velocit di gruppo nulla, men


tre quella di fase w0 l k .
Si immagini che in ogni pallina vi sia una barretta orizzontale che ven
ga fatta passare attraverso la fessura di una guida che viaggia a fianco
delle masse con velocit v (FIG. 40) : evidente che necessario esercitare
una certa forza F per spostare le masse dalla loro posizione di riposo,
giacch le forze verticali esercitate dalle molle e le accelerazioni, pure ver
ticali, delle masse producono una forza orizzontale sulla fessura inclina
ta della guida, durante il suo movimento. Detta F questa forza, l'energia
E che si deve fornire al sistema quando la slitta percorre una lunghezza
unitaria pari a F; l'impulso durante quest'intervallo di tempo vale F 1 v =
= E l v e quindi, da quanto stato detto precedentemente, anche la quan
tit di moto (per unit di lunghezza) dovrebbe essere E 1 v .
Un'onda in un mezzo del tipo illustrato in FIG. 38 pu possedere un'ener
gia per unit di lunghezza E, ma non pu avere n potenza n un'effet
tiva quantit di moto lungo la direzione di propagazione ; e tuttavia, l'equa
zione (1 55) assegna a quest'onda una quantit di moto per unit di lun
ghezza E l v. Pu sembrare strano che, per giustificare la forza agente sul
la sorgente in movimento, si siano attribuiti una quantit di moto e un
flusso della quantit di moto a un'onda che non pu avere n l'una n
l'altro ; inoltre, in seguito a questa attribuzione, ci si dovrebbe aspettare
che venga esercitata una forza su un pozzo che possa assorbire quest'onda.

Figura 40

84

ONDE E FORZE

Un'onda che si propaghi nel mezzo schematizzato in FIG. 38 pu eser


citare effettivamente una forza su un pozzo in movimento che la assor
ba ; il procedimento descritto con l'aiuto delle FIGG. 38 e 40 reversibile :
se la guida D si muove nella direzione opposta, l'onda pu essere distrut
ta. In questo caso la forza agente sulla guida espressa correttamente in
funzione di b, ma essa non dovuta alla quantit di moto fisica dell'on
da ; la forza che viene esercitata sulla guida in movimento dal mezzo
durante la distruzione dell'onda.
Un'onda che si propaga in tale mezzo non pu esercitare una forza su
un pozzo fermo, n esserne assorbita, in quanto non possiede alcun flus
so di potenza. Si modifichi ora il mezzo congiungendo ogni massa alla
sua vicina con una molla tesa, supponendo che in queste molle la tensio
ne rimanga costante durante il moto delle masse : la FIG . 41 schematiz
za tale mezzo, mentre la FIG. 42 riporta la curva w = w (k) per un'onda
che vi si propaghi. La velocit di gruppo nulla solo per k = O, men
tre per gli altri valori di k l'onda possiede sia potenza sia energia e quin
di pu essere riflessa da un corpo fisso. D'altra parte, all'onda stessa pu
mancare un'effettiva quantit di moto fisica lungo la direzione z : in que
sto caso l'onda pu esercitare una forza su un riflettore fisso ?
Si supponga che un'onda viaggi da sinistra verso destra in un mezzo
come quello di FIG. 4 1 e che l'ultima massa sulla destra sia fissa : l'onda
viene riflessa (e si genera un'onda stazionaria) e la pendenza della molla
alla sinistra dell'ultima pallina varia nel tempo sinusoidalmente. Dato che
la molla non orizzontale, la componente media .della forza verso sinistra
prodotta dalla tensione costante della molla minore della tensione della
molla stessa. Questa diminuzione della forza media verso sinistra pu es
sere vista come una pressione verso destra prodotta durante la riflessione
dell'onda ; di fatto si pu dimostrare che, quando la lunghezza d'onda
molto maggiore della distanza fra le masse, questa pressione uguale a
2P l v, in accordo con la (1 54) che esprime il flusso della quantit di moto.

Figura 41

Figura 42

85

Si supponga ora che il mezzo di FIG. 41 termini, all'estremo di destra,


come indicato : l'ultima massa collegata, mediante una molla orizzonta
le, alla massa alla sua sinistra e non collegata a nulla alla sua destra.
Ancora l'onda viaggiante verso destra viene riflessa verso sinistra, produ
cendo un'onda stazionaria ; salvo che adesso la molla alla sinistra di M
praticamente sempre orizzontale, la forza che essa esercita costante
e quindi l'onda durante la riflessione non esercita alcuna pressione.
C' un'importante differenza tra i due casi prima considerati. Se abbia
mo un mezzo infinito, una massa pu muoversi liberamente senza in
fluenzare un'altra massa che si trovi alla sua destra solo se interrompiamo
il mezzo. Possiamo per impedire al resto del mezzo di muoversi vinco
lando il mezzo in un puo ; questo vincolo pu essere spostato lungo il
mezzo. Nel caso del mezzo di FIG. 4 1 , il vincolo potrebbe essere costituito
da una barretta orizzontale disposta in corrispondenza delle posizioni di
riposo delle masse, agganciata a opportune sporgenze su queste. La bar
retta pu venire spostata lungo il mezzo, e certamente rifletter un'onda
diretta su di essa. Quando il vincolo che provoca la riflessione pu venire
spostato lungo il mezzo, la forza sul vincolo che riflette l'onda sar pari a
due volte il flusso della quantit di moto, cio 2P 1 v, che si muova o no il
vincolo che funge da riflettore.
Quando le particelle di un liquido riflettono un'onda avente flusso
della quantit di moto pari a P 1 v come un'onda avente flusso della quantit
di moto P l v, la forza agente sulle particelle 2P l v ; se esse assorbono
un'onda avente flusso della quantit di moto pari a P l v, la forza agente
sulle particelle sar P l v. Questa relazione tra flusso della quantit di moto
e forza vale solo per riflettori o assorbitori che possano essere spostati
lungo il mezzo. Anche un'onda priva di reale quantit di moto fisica pu
esercitare una forza su di essi.
Le grandezze b e p date dalle (1 54) e (! 55) legano correttamente energia,
potenza e forze esercitate su sorgenti in movimento o che possono essere
poste in movimento, per queste equazioni attribuiscono la forza esercitata
su tali sorgenti soltanto alla quantit di moto dell'onda generata o assor
bita, mentre questa forza pu essere, totalmente o in parte, quella che si
esercita sur mezzo per generare l'onda.
A volte la forza che si esercita sul mezzo pu trasformarsi in una reale
quantit di moto dotata di senso fisico ; per esempio, se le barrette di FIG. 38
fossero collegate a una sbarra che potesse muoversi senza attrito lungo
la direzione z, la forza esercitata per produrre l'onda genererebbe il mo
vimento e la quantit di moto della sbarra. Analogamente, un'onda pro
dotta nell'acqua pu essere accompagnata dal mezzo che si muove con
-

86

ONDE E FORZE

velocit costante e quindi dalla quantit di moto posseduta dalla massa


in movimento.
Le onde elettromagnetiche nello spazio vuoto e cos quelle che si pro
pagano entro tubi conduttori a sezione costante (guide d'onda) hanno
un'effettiva quantit di moto e un suo flusso, dati dalle ( 1 54) e ( 1 55).
Per esse la densit di volume della quantit di moto data dal vettore
di Poynting (espressione della potenza elettromagnetica che attraversa l'u
nit di area) diviso per c 2 , dove c la velocit della luce. Nel caso di un'on
da elettromagnetica guidata, questo vuoi dire che la quantit di moto
per unit di lunghezza, p , data dalla potenza P divisa per c2 , cio :
(1 60)
mentre il flusso della quantit di moto, b, dato dal prodotto di
velocit di gruppo, ossia :

Pvg
b = -2- .
c

per la
(161)

Nel caso d i un'onda propagantesi i n una guida d'onda perfettamente con


duttrice (senza perdite), la relazione tra w e k :

- (w2 - w ) Yz

( 1 62)

dove w c la frequenza di taglio, nel senso che l'onda non si pu propa


gare se w minore di w c
Derivando la (1 62) si ottiene la velocit di gruppo :
(1 63)
mentre la velocit di fase

k risulta :

( 1 64)

Dalla ( 1 63) e ( I 64) si ottiene che :

( 1 65)

87

Figura 43

In altre parole, per una guida d'onda, sostituendo la (1 65) nella ( 1 6 1 )


s i ha :

( 1 66)

che non altro che la relazione ( 1 54).


Una guida d'onda con piccola sezione trasversale ha una frequenza di
taglio maggiore di una a sezione pi grande e quindi, per una data fre
quenza, anche una maggiore velocit di fase. La FIG. 43 mostra una gui
da d'onda di sezione pi grande collegata a una pi piccola attraverso una
zona rastremata che non riflette l'onda ; dalle (1 64) e (1 66) si vede che il
flusso della quantit di moto minore nella guida d'onda pi piccola
(dove l'onda ha velocit di fase maggiore) che non in quella pi grande.
La legge di conservazione della quantit di moto ovviamente richiede
che l'onda eserciti una forza longitudinale sulla sezione rastremata : i cam
pi elettrici e magnetici possono esercitare su conduttori ideali solamente
forze in direzioni perpendicolari e mai parallele ai conduttori stessi ; nella
guida l'onda esercita una pressione totale diretta verso l'esterno normal
mente alle pareti che, nella parte rastremata, viene scomposta anche nella
componente longitudinale.
Si prenda in esame ora un altro sistema, sede di onde elettromagneti
che (un filo sottile avvolto a forma di elic:! cilindrica, o di molla, di diacond uttore esterno

l i n e a coa s s i a l e

reg ione di t ra n s i z i o n e
con ca ratte risti c h e varia b i l i
con conti n u it

e l i ca c i l i n d rica

Figura 44

88

ONDE E FORZE

metro piccolo rispetto alla lunghezza d'onda), lungo il quale l'onda viag
gia a una velocit assai prossima a quella della luce ; in questo caso le ve
locit di fase e di gruppo lungo l'asse dell'elica sono entrambe molto mi
nori di quella della luce. Se il filo sottile inizialmente diritto e racchiu
so entro un conduttore cilindrico, cos da formare una linea di trasmis
sione coassiale, l'onda viaggia lungo la linea con velocit c, cio quella
della luce. Si immagini che il filo sia un conduttore ideale e, a un certo
punto, lo si avvolga fino a formare l'elica (FIG. 44) ; se {} l'angolo di cui
il filo dell'elica inclinato rispetto a un piano normale al suo asse, sin {}
il rapporto tra il passo e la lunghezza di una spira del solenoide ; la ve
locit di gruppo e di fase di un'onda che viaggi lungo l'asse sono circa :
v

= Vg = c sin {}

c.

(1 67)

Quando l'onda passa dalla parte diritta del filo a quella avvolta, la po
tenza P rimane costante e quindi la quantit di moto per unit di lun
ghezza dovunque uguale a (si veda la (1 60)) :

p
p = -cz
mentre i flussi della quantit di moto nella linea coassiale a sinistra, b 1 ,
e nell'elica a destra, b 2 , risultano, dalla ( 1 6 1 ) :

bl =

Pc
P
=
c
c

-2-

>

P sin {}
Pc sin {}
= --2-- = b 2 .
c
c

---

( 1 68)

L'onda deve quindi esercitare sul filo una forza verso destra nella regio
ne di transizione ; dalla legge di conservazione della quantit di moto si
ottiene che la forza totale F che si esercita sul solenoide deve essere :

F =

P (l - sin {})
.
c

( 1 69)

Dall'equazione (1 54) si pu ottenere il flusso, che risulta :

p
p
b = - = v
c sin {}

--

( 1 70)

in disaccordo con l'espressione (1 68) del flusso effettivo della quantit di


moto. In realt, se l'onda prodotta da una sorgente in movimento, l'equa
zione ( 1 70) rappresenta la forza totale messa in gioco nella produzione
dell'onda : una parte genera la quantit di moto dell'onda mentre il resto
della forza preme contro il solenoide.

89

interessante confrontare la guida d'onda illustrata in FIG. 43 con l'eli


ca rappresentata dalla FIG. 44 : la parete della guida d'onda ovunque
parallela alla direzione di propagazione ; una sorgente in movimento pu
esercitare delle forze solamente su pareti normali e non su quelle paral
lele alla direzione del moto, quindi una qualsiasi forza esercitata su una
sorgente in movimento oppure fissa deve produrre un'effettiva quantit
di moto dell'onda. Una forza normale alla superficie del filo dell'elica pu
invece avere una componente lungo l direzione di propagazione (assiale)
e quindi una sorgente in movimento pu spingere il filo nella direzione as
siale, cio una parte della forza agente sulla sorgente stessa produce la
quantit di moto dell'onda e una parte spinge longitudinalmente il mez
zo, cio il solenoide.
I casi nei quali un'onda generata o distrutta da una sorgente fissa o
in moto e quelli in cui la quantit di moto di un'onda varia nel percor
rere un mezzo a parametri variabili con continuit sono gi stati conside
rati, mentre non stato ancora discusso il caso dell'accoppiamento tra
due onde, come prospettato nei capitoli VI e VII : quando un'onda ne
eccita un'altra, dev'essere considerata come sorgente fissa o in movimento ?
l capitoli VI e VII, pur senza dare alcuna indicazione circa la quantit
di moto, contengono le equazioni generali relative all'accoppiamento fra
due modi. Si consideri il caso in cui un'onda che possiede una reale quan
tit di moto dotata di senso fisico, P l v, accoppiata a un'altra (per esem
pio una in un mezzo come quello di FIG. 4 1 ) per cui P l v ha un significato
diverso dalla prima onda. Se la potenza viene completamente trasferita
dalla prima alla seconda onda, la prima onda deve esercitare una forza
P l v su qualche cosa ; inoltre, se la seconda onda restituisce alla prima tut
ta la sua potenza, le deve cedere un flusso della quantit di moto pari
a P l v e quindi esercitare una forza corrispondente sulla prima. Si pu
cio concludere che quando un modo in un mezzo isotropo accoppiato
con un modo in un altro mezzo pure isotropo, si comporta come una sor
gente in movimento e le forze associate con l'accoppiamento sono corret
tamente espresse per mezzo delle relazioni p = E l v e b = P l v.
Nei capitoli successivi verranno analizzate le interazioni con onde che si
propagano in mezzi in movimento e si otterranno delle risposte corrette
considerando p e b, dati dalle ( 1 54) e ( 1 55), come flusso e quantit di moto
per unit di lunghezza : per alcuni tipi di onde essi lo sono realmente,
per altri sono solamente grandezze di comodo. Quello che si pu dire
di b e p, sviluppando le equazioni relative a onde che interagiscono con sor
genti (o corpi in generale) in movimento rispetto al mezzo nel quale le onde
si propagano, che si ottengono i risultati giusti se si assume che il flusso b

90

ONDE E FORZE

e la quantit di moto per unit di lunghezza p sono legati alla potenza P


e all'energia per unit di lunghezza E da :

b
p =

p
v

E
v

-- k,
w

(171)

E
- k.

( 1 72)

Nella ( I 72) p ed E possono essere considerate sia grandezze per unit di


lunghezza sia quantit di moto ed energia totali.
Problemi
10.1 Un'onda elettromagnetica piana penetra in una regione nella quale la costante dielet
trica aumenta molto lentamente con la distanza, fino a un certo valore, e poi rimane
costante. Si chiede se l'onda esercita una forza longitudinale sul mezzo e, in caso affer
mativo, quale ne il valore.
10.2 Si supponga di dover sviluppare un calcolo relativo all'interazione tra una sorgente
in movimento e un'onda : consigliabile servirsi della quantit di moto fisica dell'onda, se
questa differisce da p dato dalla (1 55) ? Si spieghi il perch della risposta.
10.3
FIG.

Una sorgente in movimento pu riflettere un'onda in un mezzo simile a quello di


38 ?

10.4 La frequenza di taglio w c d i una guida d'onda proporzionale all'inverso della sua
larghezza W. Data una guida d'onda circolare (cilindrica) rastremata come quella di
FIG. 43, si determini la forza totale per unit di lunghezza agente sulle pareti e diretta

verso l'esterno, in funzione di

P,

w
wc-

W.

10.5 Un'onda si propaga verso sinistra in un mezzo non dispersivo, per il quale cio
la velocit di fase v indipendente dalla frequenza, e viene riflessa da uno specchio che
viaggia verso destra con velocit u (FIG. 45) : se la potenza dell'onda incidente P1o quanto

Figura 45

vale quella dell'onda riflessa, P2 , che si propaga verso destra ? L'espressione risolvente
contiene u e v (si tenga conto delle leggi di conservazione dell'energia e della quantit
di moto).
10.6

Qual il rapporto tra le frequenze delle due onde del problema 5 ?

91

XI

Energia e quantit di moto delle onde


in un mezzo in movimento

Ricordando la (1 50), che esprimeva la potenza P1 fornita da una sorgente


in movimento a un'onda in funzione della potenza P dell'onda stessa, la
( 1 53), che fornisce il valore della costante A, e la (1 43), che lega la potenza P
di un'onda all'energia per unit di lunghezza E, si pu ricavare :
(1 73)
Se si vuole trasformare questa equazione servendosi di grandezze rela
tive a un osservatore solidale con il dispositivo D di FIG. 35, conviene asse
gnare indici diversi ad alcuni parametri della (1 73) e precisamente :

E viene sostituito da E0,


vg

viene sostituito da vg0,


viene sostituito da v0

(1 74)

per cui la (1 73) diventa :


P1

Eo

Vo

(u +

V go )

(u +

Vo ) .

(1 75)

L'osservatore in D vede il mezzo muoversi verso destra con velocit u


e le onde propagarsi in questo mezzo con velocit di fase vo e di gruppo Vgo ;
inoltre le velocit delle onde e degli impulsi formati da treni d'onda devono

92

ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE IN UN MEZZO IN MOVIMENTO

sommarsi alla velocit del mezzo, e pertanto v e vg sono espressi da :

v = v 0 + u,

(1 76)
(1 77)

per cui la (1 75) si pu scrivere, in funzione di v e vg :

Pl

Eo

u
l -
v

(1 78)

La ptenza P1 quella trasferita da una sorgente fissa a un'onda in un


mezzo in movimento ed proprio la potenza P dell'onda : allora

p1
non
Vg

altro che l'energia per unit di lunghezza E dell'onda, entro un mezzo


in movimento e quindi la (1 78) diventa :
E =

Eo

u
l -
v

( 1 79)

Questa equazione collega l'energia per unit di lunghezza E di un'onda


in un mezzo in moto con E0, cio con quella misurata da un osservatore
solidale con il mezzo.
L'energia E0 sempre positiva, mentre E pu essere positiva o negativa
secondo che la velocit di fase v sia maggiore o minore della velocit u
del mezzo. Che cosa vuoi dire che l'energia di un'onda negativa ? Si de
finisce negativa l'energia di un'onda entro un mezzo in movimento quando
il mezzo, che si muove con velocit media u, possiede meno energia in
presenza dell'onda di quanta non ne abbia in sua assenza. Si supponga di
avere un'onda acustica longitudinale entro una barra di massa media per
unit di lunghezza m, in movimento con velocit media u ; in presenza
di un'onda, la barra subisce una piccola variazione sinusoidale sia della
massa effettiva per unit di lunghezza sia della sua velocit reale ; se la
massa effettiva per unit di lunghezza maggiore in quei punti e in quegli
istanti nei quali la velocit media, dovuta sia all'onda sia alla velocit
media del mezzo, minore, o viceversa, allora l'energia cinetica in presenza
dell'onda minore di quanto non sia in sua assenza.
La grandezza E, data dalla (1 79), stata definita come energia per unit
di lunghezza di un'onda entro un mezzo in movimento e questa defini
zione va interpretata allo stesso modo di quella che era stata data per p e

93

b quando furono detti quantit di moto e flusso della quantit di moto.


Quando un osservatore fermo produce un'onda in un mezzo che si muove,
la forza che egli esercita quella che dovrebbe fornire se p e b fossero ef
fettivamente la quantit di moto e il fluss.'o della stessa ; in qualche caso ci
si verifica, in altri la forza non esercitata sull'onda, ma sul mezzo durante il
processo di generazione dell'onda stess a e quindi b e p non hanno il loro
solito significato fisico, ma sono pur sempre delle grandezze utili nei calcoli,
con le dimensioni proprio di un flusso e di una quantit di moto. La stessa
cosa si pu dire di E, data dalla ( 1 79), che a volte indica la differenza tra
l'energia di un mezzo in movimento, sempre alla stessa velocit media, in
presenza e in assenza di onde, mentre in altri casi l'energia fisica del mezzo
in movimento in presenza di un'onda pu essere diversa da E, anzi pu
essere sempre maggiore.
Un esempio di quanto detto pu essere quello di un'onda di torsione nel
mezzo illustrato in FIG . 46 : un certo numero di sbarre trasversali sono fis-

Figura 46

sate lungo un'asta sottile o un filo. Quando tale sistema si muove lungo
l'asse dell'asta o del filo, le velocit prodotte dalle onde sono perpendicolari
alla velocit media del moto ; da un punto di vista fisico, l'energia totale
in presenza di un'onda deve essere data dalla somma dell'energia del
mezzo in assenza di onde, pi l'energia dell'onda calcolata nell'ipotesi che
il mezzo sia fermo ; e tuttavia, se si vuole generare un'onda in questo tipo
di mezzo in movimento con un trasduttore lineare passivo, l'energia che si

94

ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE IN UN MEZZO IN MOVIMENTO

deve fornire proprio uguale all'espressione di E data dalla (1 79) e pu


essere anche negativa. Quando E non rappresenta fisicamente l'energia,
una parte o tutta l'energia viene spesa nel mezzo piuttosto che per l'on
da ; ci nondimeno E come stata definita dalla (1 79) una grandezza
molto utile in quanto, nei problemi pratici, un'onda in un mezzo in movi
mento si comporta proprio come se avesse un'energia per unit di lun
ghezza pari a E1
Si fissi ora l'attenzione sulla quantit di moto (o sulla grandezza che
stata chiamata cos) di un'onda in un mezzo in movimento. Ricordando
la (1 47), cio :

( + l)

Fu + P1

dalle (148) e (1 54) si ottiene :

b + 1
Vg

-F

(1 80)

_!__
- + 1
V Vg

(1 8 1 )

che sostituita nella precedente d :


-

p!

u+v

(1 82)

Con l'aiuto della (1 73) si ricava :


-

E(u + vg)
v

(1 83)

che diventa, adoperando le trasformazioni indicate dalle (1 74),


-

E0 (u + Vgo )
Vo

---- .

(1 84)

Come si vede la forza F diretta verso sinistra cosicch quella diretta verso
destra, e cio nel verso di propagazione dell'onda, risulta essere - F; essen
do questa l'unica forza in gioco nella generazione dell'onda, deve proprio
essere uguale al flusso della quantit di moto dell'onda stessa, b :
-F

b.

(1 8 5)

Sturrock P. A . , In what sense do slo w waves carry negative energy ?, in Journal of Applied
Physics, XXXI , 2052 ( 1 960) ; Pierce J . R., Momentum and energy o[ waves, in Journal of
Applied Physics , XXXI I , 2580 ( 1 9 6 1 ) ; Penfield P., Haus H . A., Electrodynamics o[ moving
media, Cambridge, Mass. ( 1 967) .
1

95

Dalle (1 84) e (1 85) si ricava pertanto che :


b

E0(u + Dgo)
,
Vo

(1 86)

mentre p, la quantit di moto per unit di lunghezza, data da :

(1 87)
E0

Poich - non altro che p0, la quantit di moto per unit di lunghezza
Vo
per u = O, e (u + Vgo) proprio la velocit di gruppo Dg , la (1 87) diventa
semplicemente :

(1 88)

P = Po .

cio la quantit di moto per unit di lunghezza non cambia per effetto
del movimento del mezzo, mentre naturalmente il suo flusso verr variato.
Si consideri ora l'energia E misurata da un osservatore fisso ; come risulta
dalla (1 79), E pu essere positiva o negativa secondo che u sia minore o
maggiore di v ; la velocit di fase v minore di quella del mezzo, u, sola
mente quando l'onda si propaga all'indietro rispetto al mezzo, cio se
l'onda viaggia verso sinistra. Si supponga che l'osservatore solidale con il
mezzo noti un'onda progressiva e una regressiva con velocit di fase rispet
tivamente uguali a + vP e a vP. Allora, quando il mezzo transita con velo
cit u davanti a un osservatore fisso, le velocit di fase osservate v1 e v.
sono :

(1 89)
(1 90)

L'onda che ha velocit di fase u + vP detta veloce, mentre l'altra, con


velocit u vP , detta lenta. Dalla (1 79) si possono ricavare le energie per
unit di lunghezza delle due onde, E1 ed Es :

( l + ).
Es = E0 ( l - )
Er = E0

(191)
(1 92)

Si noti che se vP minore di u, E. negativa ; poich entrambe le velocit

96

ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE IN UN MEZZO IN MOVIMENTO

di gruppo sono positive, in questo caso l'onda veloce possiede una potenza
positiva e quella lenta una potenza negativa.
Esempi pratici di questa situazione sono quelli dei klystron e dei tubi
a onda progressiva. Entro un fascio sufficientemente lungo di elettroni
possono esistere onde di carica spaziale : quando sono osservate da un
osservatore solidale con gli elettroni, una di esse ha velocit di fase - vP
(si propaga verso sinistra) mentre l'altra ha velocit + v P (viaggia verso
destra) ; se invece l'osservatore solidale con l'involucro del tubo a vuoto
e osserva il moto degli elettroni che avviene verso sinistra con velocit u,
le velocit di fase delle due onde di carica spaziale sono quelle date dalle
( 1 9 1 ) e (1 92) e quindi sia la potenza sia l'energia per unit di lunghezza
dell'onda lenta sono negative, in accordo con la ( 1 92). Questo interessante
risultato fu enunciato per la prima volta da L. J. Chu in una comunica
zione presentata a un congresso tenuto nel giugno 1 9 5 1 presso l'Istituto
di radioingegneria dell'Universit del New Hampshire (USA) ; sfortunata
mente Chu non ha mai pubblicato il suo lavoro.
In un tubo a onda progressiva, un'onda elettromagnetica si propaga
lungo un avvolgimento solenoidale entro il quale vi un fascio di elettroni
( FIG. 47), con una velocit di fase che quasi uguale a quella del l'onda

Figura 47

di carica spaziale lenta. Vi quindi un accoppiamento tra l'onda di carica


spaziale lenta, che ha potenza negativa (l'energia si sposta verso sinistra),
e l'onda elettromagnetica, che ha potenza positiva. Questo comporta
mento pu venire descritto dalle equazioni del capitolo VII ; se l'accoppia
mento avesse interessato, oltre all'onda elettromagnetica, l'onda di ca
rica spaziale veloce, a potenza positiva, si sarebbe dovuto ricorrere alla
trattazione sviluppata nel capitolo VI.
Il risultato dell'accoppiamento mostrato graficamente dalla F I G . 48 :
la velocit u degli elettroni riportata in ordinata e k, la costante di fase,
in ascissa. La costante di fase dell'onda elettromagnetica, ke, costante
(in assenza di accoppiamento) al variare della velocit degli elettroni ed

97

Figura 48

quindi rappresentata dalla retta verticale mentre quelle delle onde veloce
e lenta, k r e k., diminuiscono all'aumentare di u e il loro andamento
illustrato in figura dalle due curve decrescenti in nero. L'accoppiamento
tra le onde di carica spaziale e l'onda elettromagnetica d origine alle co
stanti d i fase rappresentate dalle curve in colore. Dal grafico si pu notare
come per velocit basse oppure molto elevate l'effetto dell'accoppiamento
sia piccolo, in quanto le tre costanti di fase sono quasi uguali a ke, k r e ks ;
nell'intervallo di velocit entro il quale la velocit di fase dell'onda di carica
spaziale lenta, u - vP, vicina a quella dell'onda elettromagnetiea, cio
tra u1 e u2 , esiste un solo valore reale di k, che quasi uguale a kr, ed
quello dell'onda veloce. Gli altri due modi hanno costanti di fase complesse
che si possono ricavare dalla (76) ; questi modi rappresentano due onde,
di ampiezza crescente, l'una, e decrescente l'altra, esponenzialmente con
la distanza. Entrambe hanno potenza nulla risultando dalla combinazione
di una componente elettromagnetica a potenza positiva e di una di carica
spazi al e a potenza negativa : durante la propagazione, la somma algebrica
delle due potenze sempre uguale a zero.
L'onda crescente, che stata dedotta dall'analisi della FIG. 48, responsa-

98

ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE IN UN MEZZO IN MOVIMENTO

Figura 49

bile del guadagno del tubo a onda progressiva illustrato in FIG. 47 : l'onda
elettromagnetica che si sposta lungo il solenoide eccita un'onda crescente e
durante il suo propagarsi il fascio di elettroni le cede continuamente po
tenza. All'estremit del solenoide la potenza elettromagnetica in eccesso
rispetto a quella in ingresso viene estratta e costituisce l'uscita del tubo,
mentre sul fascio di elettroni che emerge dal solenoide rimane un'onda
lenta di carica spaziale, a potenza negativa, di ampiezza notevole. In altre
parole la potenza del fascio di elettroni emergente inferiore a quella che
esso aveva all'ingresso del solenoide, poich parte della sua potenza
stata trasferita all'onda elettromagnetica grazie all'accoppiamento.
Delle onde crescenti possono essere prodotte anche dall'accoppiamento
tra onde di carica spaziale entro due fasci di elettroni di diverse velocit
(FIG. 49). Si assume come variabile u2 , e cio la velocit degli elettroni in
uno dei fasci ; le costanti di fase (in assenza di accoppiamento) delle onde
di un fascio, ku e k81, non cambiano al variare di u2 (come mostrano le
due rette verticali), mentre quelle dell'altro fascio, kr2 e k.2 (sempre senza
alcun accoppiamento), variano in funzione di u2 secondo le due curve
decrescenti. L'accoppiamento fra i modi descritto dalle curve in colore ;

99

quello fra un modo veloce e uno lento produce sia un'onda crescente sia
una decrescente, entrambe a potenza totale nulla.
Un'onda di carica spaziale veloce a potenza positiva e una lenta a po
tenza negativa coesistono dunque in uno stesso fascio di elettroni ; nono
stante esse abbiano due costanti di fase diverse, si possono accoppiare fra
loro attraverso le armoniche spaziali e questo pu avvenire facendo passare
il fascio di elettroni attraverso regioni alternativamente a tensione maggiore
(dove viaggiano pi velocemente) e minore (dove si propagano pi lenta
mente). Un dispositivo che sfrutti questo principio detto a modulazione
di velocit ed illustrato in FIG. 50 : l'effetto dell'accoppiamento tra l'onda

Figura 50

di carica spaziale lenta e quella veloce dello stesso fascio di elettroni


quello di produrre due modi, un'onda crescente e una decrescente, nessuna
delle quali ha potenza totale.
Nel 1 949 C. C. Cutler ha mostrato un esempio del tipo di quelli fin qui
discussi, accoppiando insieme delle onde di torsione in un sistema mecca
nico1. Le onde torsionali possono propagarsi in un sistema di barrette attac
cate a un filo o a una lunga asta (come si visto in FIG. 46) e Cutler mont
due sistemi di questo tipo attorno ai cerchioni di due ruote di bicicletta.
Le barrette erano d'acciaio e leggermente magnetizzate e le due ruote pote
vano ruotare indipendentemente sullo stesso asse ; le barrette trasportate
da una ruota erano sufficientemente vicine a quelle dell'altra da permettere
l'accoppiamento tra le due onde. Quando le ruote giravano in direzione
opposta, a velocit opportune, un'onda regressiva (cio che si propagava
all'indietro) su una ruota si accoppiava a una progressiva sull'altra e a
questo punto qualsiasi piccola eccitazione cresceva rapidamente fino a
produrre due onde di grande ampiezza in entrambe le ruote.
1 Cutler
C. C., Mechanical traveling-wave oscillator, i n Beli Laboratories Record, 1 34,
aprile ( 1 954).

100

ENERGIA E QUANTIT DI MOTO DELLE ONDE IN UN MEZZO IN MOVIMENTO

Problemi
1 1 . 1 Si provi a immaginare dei sistemi fisici nei quali possano esistere delle onde cre
scenti.
1 1 .2 Si consideri un tubo a onda viaggiante, come quello di FIG. 47, nel cui fascio elettro
nico si propaghino due onde di carica spaziale e nel solenoide un'onda progressiva e una
regressiva. Fissata una frequenza, si aumenti gradualmente la velocit degli elettroni par
tendo da un valore nettamente inferiore a quello della velocit dell'onda elettromagnetica.
Si riporti in grafico in modo qualitativo l'andamento delle parti reali e immaginarie
di tutte le k in funzione della velocit degli elettroni.
11.3 Tre fasci di elettroni si propagano nella stessa porzione di spazio con velocit u1
il primo, u 2 u1 il secondo, mentre quella del terzo, u, variabile. Si costruisca un gra
fico dell'andamento qualitativo delle parti reali e immaginarie delle k in funzione
della variazione di u da valori minori di u1 a valori maggiori di u 2

101

XII

Energia e momento della quantit di moto


in mezzi rotanti

Nel capitolo XI si visto che le onde entro un mezzo in movimento pos


sono avere, o sembra che abbiano, energia negativa e ci pu portare a
onde con ampiezza crescente durante la propagazione nella direzione del
mezzo in movimento. Alla fine del capitolo stato descritto un dispositivo,
costruito da Cutler, nel quale le onde di torsione si propagavano attorno
a un mezzo fissato al cerchione di una ruota di bicicletta in rotazione.

Figura 5 1

l 02

Figura 52

ENERGIA E MOMENTO DELLA QUANTIT DI MOTO IN MEZZI ROTANTI

Le onde che si producono in tali mezzi chiusi su s stessi sono in un certo


modo diverse da quelle generate all'interno di lunghi mezzi lineari, e cio
come se l'onda a un'estremit del mezzo lineare fosse costretta ad avere
la stessa fase e ampiezza che aveva all'altra estremit ; un'onda in un mezzo
circolare, chiuso su s stesso, non pu aumentare o diminuire in funzione
della distanza percorsa nel mezzo, pu solo aumentare o diminuire nel
tempo ed quello che Cutler osserv quando fece girare le ruote di biciclet
ta in direzioni opposte.
Se un mezzo chiuso su s stesso a cerchio (FIG. 5 1 ), pi conveniente
misurare la coordinata spaziale per mezzo di un angolo ff, che legato al
raggio R e allo spazio percorso z dalla relazione :
{}

R .
L'ampiezza di un'onda entro tale mezzo si pu esprimere come :
S = 50 cos (wt - nff + tp),
dove n analogo alla costante di fase ; infatti si pu scrivere :

nff
n

=
=

kz
kR

kR

= v

kRff
.

( 1 93)
(194)

'

( 1 95)

R.

importante osservare che n deve essere intero, positivo o negativo,


affinch l'onda si possa chiudere su s stessa : questo vuoi dire che sono
permesse solamente certe frequenze, cio quelle per le quali kR intero.
Un'onda che viaggia in un mezzo possiede energia e quantit di moto ;
a un'onda che si propaga in un mezzo circolare chiuso si attribuisce un
momento della quantit di moto. Si abbia una particella di quantit di
moto M a distanza R da un'origine prefissata, che si muova in direzione
perpendicolare alla linea congiungente la particella stessa con l'origine
(FIG. 52) : il momento della quantit di moto della particella rispetto al
punto dato da :
(1 96)
Q = MR .
Ricordando che la quantit di moto del mezzo per unit di lunghezza
E j v, se il mezzo avvolto circolarmente con raggio R, il suo momento
totale Q :
2nRE
R
2nRE
(1 97)
R
Q
--

1 03

dove il termine 2nRE rappresenta l'energia totale dell'onda, che si indicher


con W, mentre il rapporto R l v pu essere correlato alla pulsazione del
l'onda, w, dalla ( 1 95). Si ottiene quindi :

Q =

Wn
w .

(1 98)

Poich la quantit di moto per unit di lunghezza non influenzata dalla


traslazione del mezzo, come si visto dalla ( 1 88), se w la pulsazione e
W l'energia totale in assenza di rotazione, Q proprio il momento della
quantit di moto dell'onda qualunque sia la rotazione.
Le energie dell'onda veloce e di quella lenta in un circuito in movimento
sono date dalle ( 1 9 1 ) e ( 1 92) :

E0 ( 1 + u l v),
E0 ( 1 - u l v).

(1 99)
(200)

Eo
E0
e
sono
Ef
E
s
uguali a quelli delle energie totali e quindi nelle (1 99) e (200) E0, E1 ed E8
Poich la lunghezza del circuito costante, i rapporti

possono rappresentare sia le energie totali sia quelle per unit di lunghezza.
Per una data onda la lunghezza d'onda ). non dipende dalla velocit
del mezzo mentre la frequenza rilevata da un osservatore fisso, essendo
data dal rapporto tra la velocit di fase u + vP oppure u - vP e la lunghezza
d'onda, varia con la velocit u. Se w0 la pulsazione misurata da un osserva
tore solidale col mezzo in movimento e wr e w8 sono le pulsazioni dell'onda
veloce e lenta, si ha :

w0(1 + u l v),
w0 (! - u l v).

(201 )
(202)

Se si esprime -- in funzione delle velocit angolari


Vp

= u l R,
QP = vP I R,
Q

(203)
(204)

si ottiene :

w o ( l + Q l Qp),
w o (I - Q l Qp)

104

(205)
(206)

ENERGIA E MOMENTO DELLA QUANTIT DI MOTO IN MEZZI ROTANTI

Pertanto le equazioni ( 1 99) e (200) diventano rispettivamente


Er =
Es =

wr
E,
wo o
w.

--

--

Wo

Eo .

(207)
(208)

Si immagini di avere un oggetto fermo a simmetria assiale attorno al


quale si propaghino due onde in direzioni opposte, entrambe di pulsa
zione w0 ed energia totale E0 : che cosa succede se l'oggetto viene messo in ro
tazione attorno al proprio asse con velocit angolare il ? All'aumentare
di il, una pulsazione aumenta e l'altra diminuisce e le energie variano
in proporzione alle pulsazioni ; quando Q diventa maggiore di QP la
pulsazione e l'energia di una delle onde diventano negative ; una pulsa
zione negativa pu essere raffigurata come una variazione di segno della
velocit angolare dell'onda quando venga osservata da un osservatore
fisso ; avrebbe cio fisicamente pi senso dire che la velocit angolare dell'on
da cambia segno quando Q diventa maggiore di QP .
L'espressione energia negativa sta a indicare che, quando un dispositivo
stazionario acquista energia da un'onda a energia negativa, l'ampiezza di
quell'onda aumenta.
Pu essere interessante notare che la Terra, durante la rotazione attorno
al proprio asse, raggiunge all'equatore una velocit superiore a quella
delle onde sonore nell'aria o delle onde negli oceani ; per nostra fortuna
queste onde non possono trasferire che delle quantit trascurabili di ener
gia a qualsiasi cosa che sia fissa rispetto alla Terra : un trasferimento di
energia attraverso le onde gravitazionali troppo limitato per avere qualche
rilevanza e questo probabilmente anche il caso di una cessione di ener
gia dalla parte alta dell'atmosfera al vento solare.
Infatti se le onde sonore o le onde marine che si propagano attorno
all'equatore in direzione contraria a quella di rotazione della Terra potes
sero cedere energia a qualunque cosa che non sia la Terra stessa rotante,
continuerebbero ad aumentare la loro ampiezza fino ai limiti di un com
portamento lineare.
Si consideri ora che cosa accade quando le due onde che viaggiano
attorno all'oggetto in direzioni opposte si accoppiano l'un l'altra : un tale
accoppiamento pu essere prodotto da variazioni delle propriet del mezzo
in uno o pi punti lungo la circonferenza e i modi che viaggiano in direzioni
contrarie si accoppierebbero attraverso le armoniche spaziali. Per il mezzo
che si sta considerando, che avvolto in tondo e chiuso su s stesso, la

1 05

costante di fase rimpiazzata dall'intero n dell'equazione (1 94) che, nel


caso di armoniche spaziali, diventa :

n + m,
dove m un altro intero positivo o negativo. Pertanto le 'costanti di fase'
di tutte le armoniche spaziali sono degli interi che, nel caso di due onde che
viaggiano in direzioni opposte (con costanti di fase + n e n), non pos
sono che essere uguali oppure notevolmente diversi.
Nel capitolo VII si visto che quando si accoppiano dei modi di co
stanti di fase uguali e opposte, l'accoppiamento tra le due onde produce
modi misti nei quali le onde progressive e regressive, o lente e veloci, hanno
uguale energia (per un osservatore solidale con il mezzo). Per analizzare
il problema dal punto di vista di un osservatore fisso si considerino le equa
zioni (205) - (208) assumendo dapprima che :
-

Qp

<

l,

che comporta che Er ed Es siano entrambe positive con Er > E8 Si sup


ponga di utilizzare una sorgente che abbia la pulsazione proprio uguale
a w8 (che la pi bassa delle due) per fornire energia all'onda lenta. Nel
corpo rotante l'accoppiamento tra le onde genera un trasferimento di parte
di questa energia all'onda veloce e, per un osservatore in quiete, l'energia
sembra aumentare durante il processo di trasferimento e il motivo il se
guente : la situazione che si sta analizzando prodotta da irregolarit o di
scontinuit periodiche del mezzo che accoppiano l'un l'altra le due onde che
viaggiano in direzioni opposte e quindi rendono possibile il trasferimento
di potenza da un'onda all'altra. Le due onde hanno momenti della quan
tit di moto diretti in versi opposti e quindi, a causa del trasferimento di
potenza, il momento totale delle onde, cio la somma dei due momenti
della quantit di moto, deve variare ; questo vuoi dire che il mezzo deve
esercitare una forza sulle onde (le quali esercitano a loro volta una forza
uguale e contraria sul mezzo) che, a causa del moto del mezzo, produce
un lavoro non nullo sulle onde e quindi un trasferimento di potenza dal
mezzo alle onde.
In altre parole, se si fornisce energia alle onde in un corpo rotante a una
pulsazione pari a quella inferiore w8, affinch l'energia delle onde rimanga
costante bisogna toglierne una quantit maggiore alla pulsazione superiore
wr ; infatti, se si vuole che le ampiezze delle onde rimangano costanti quan
do si fornisce una potenza P8 alla pulsazione w8, bisogna estrarre una po-

1 06

ENERGIA E MOMENTO DELLA QUANTIT DI MOTO IN MEZZI ROTANTI

tenza Pr con pulsazione wr, e dal canto loro P. e Pr devono soddisfare la


seguente relazione :

(209)
Il dispositivo rotante che stato descritto un tipo di amplificatore p ara
metrico ; la discontinuit mobile che produce la riflessione pu essere consi
derata come un parametro che varia (si muove) in funzione del tempo e
questo parametro variabile essenziale per l'amplificazione : la pulsazione
d'ingresso w., quella d'uscita wr. La (2 1 9), che lega la potenza d'ingresso
a quella d'uscita, detta relazione di Manley-Rowe ; la differenza tra la po
tenza in uscita e quella in ingresso fornita dal dispositivo che mantiene
il corpo in rotazione alla pulsazione Q.
Se invece :
>

l,

pr
negativo e si deve fornire potenza
ps
sia alla 'sorgente' a pulsazione w8 sia al 'carico' a pulsazione wr ; si ha cio
un oscillatore parametrico : si fornisce energia mantenendo il corpo in rota
zione con la pulsazione Q e se ne ottiene alle due pulsazioni w. e wr .
la (21 9) vale ancora, per il rapporto

Problema
12.1 Si abbia un oscillatore parametrico del tipo descritto alla fine di questo capitolo,
supponendo che il mezzo ruoti attorno a un asse senza attrito. Si supponga inoltre che
entrambi i modi possano cedere lenta mente energia a un'entit esterna fissa e che la ve
locit di cessione di energia aumenti all'aumentare della pulsazione : si descriva l'evolu
zione del sistema, includendovi l'andamento delle ampiezze dei modi in funzione del
tempo.

1 07

XIII

Amplificatori parametrici

La sorgente di energia di un tubo a onda progressiva, che stato illustrato


nel capitolo XI, costituita dal fascio di elettroni in movimento i quali,
all'uscita del tubo, posseggono minore energia di quanta ne avessero al
l'ingresso e questa energia persa trasferita a un'onda elettromagnetica che
risulta quindi pi potente in uscita di quanto non fosse in entrata. Gli ampli
ficatori parametrici sono dispositivi nei quali un certo parametro, quale
per esempio la capacit, l'iriduttanza, la costante dielettrica o la velocit
di un'onda, varia col tempo e l'energia necessaria a produrre questa varia
zione in presenza di un segnale viene trasferita al segnale stesso.
In questo capitolo verr preso in esame un amplificatore parametrico
del tipo a onda, nel quale un'onda sufficientemente potente da produrre
fenomeni non lineari si propaga in un mezzo nel quale coesistono altre onde
lineari pi deboli, con frequenze diverse ma correlate fra loro ; le variazioni
della costante dielettrica o della velocit dell'onda prodotte dall'onda
potente le permettono di agire su quelle deboli in modo tale da far aumentare
la loro energia in funzione della distanza ; questo aumento avviene a spese
dell'energia dell'onda pi intensa e perch possa avvenire con continuit
devono essere soddisfatte determinate relazioni tra le pulsazioni e i vettori
d'onda di tutte le onde.
Per affrontare i fenomeni che avvengono in un amplificatore parametrico
a onda, si pu partire dall'esistenza di due deboli onde lineari che crescono
esponenzialmente con la distanza, con pulsazioni w1 e w 2 che si propagano

1 08

AMPLIFICATORI PARAMETRICI

verso destra con velocit di fase v1 e v2 ; si supponga che in un certo punto


le potenze medie delle due onde siano date da P1 e P2 che crescono con la
distanza secondo le seguenti leggi :
Pi o e2az,

(2 1 0)
(2 1 1 )

p2 0 e2az.

I n u n tratto infinitesimo dz l e variazioni dP1 e dP2 delle potenze saranno


quindi date da :

2aP1 dz,
2aP2 dz.

(2 1 2)
(2 1 3)

Questa variazione di potenza deve essere provocata da 'qualche cosa' :


si immagini che questo 'qualche cosa' eserciti una forza media F per unit
di lunghezza sulle due onde data da :

(21 4)
e si muova con velocit u.
La forza che agisce sulle onde nell'intervallo dz data da F dz e deve ris ul
tare uguale all'aumento del flusso della quantit di moto per quella distanza
dz, cio :
dP1

- -

dP2
= F dz.

(2 1 5)

(21 6)

--

vl
v2
Dalle (21 2) - (2 1 5) si ottiene :
p
pl
2a -+ 2 = F.
vl
v2

Il prodotto forza (F dz) per velocit (u) deve essere uguale all'aumento di
potenza nel tratto dz, ossia :

(21 7)
Da queste ultime due relazioni si ottiene :

pl

( l - u f v1 )
l

u f v2

(21 8)

Ma a quali condizioni si pu ottenere un'interazione del genere tra qual


che cosa che si muove a velocit u e le due onde ? In primo luogo, si pu
ottenere l'interazione appropriata se le onde sono accoppiate fra loro

1 09

periodicamente a distanza L e se il qualche cosa che accoppia le onde a tali


distanze si muove con velocit u ; infatti, in accoppiamenti del genere,
qualsiasi forza proporzionale alla quantit di moto dell'onda o al suo
flusso (come si visto nel capitolo X) e quindi se la potenza cresce espo
nenzialmente con la distanza come nelle (2 1 0) e (2 1 1), anche la forza segue
lo stesso andamento, come richiesto dalla (21 4). Inoltre altre due condizioni
devono essere soddisfatte durante l'interazione continua e additiva delle
onde attraverso l'accoppiamento periodico e in movimento :
le pulsa
zioni delle due onde osservate solidalmente con i luoghi di accoppia
mento mobili devono essere le stesse ; 2) le fasi relative delle onde in tutti
i punti ove avviene l'accoppiamento devono essere identiche affinch l'ef
fetto dell'accoppiamento sia cumulativo. Se le ampiezze delle due onde
variano in funzione del tempo e della distanza secondo le relazioni :

l)

( :: )
eaz cos ( w2 t - :: )
eaz COS w1 t -

z .
z .

sufficiente considerare i termini in coseno per quello che riguarda la


pulsazione e la fase. La posizione dei punti di accoppiamento data da
z =

ut + mL,

(2 1 9)
dove m una costante e L la distanza tra i punti periodici nei quali le
onde si accoppiano ; in questi punti le funzioni coseno valgono :

[ :: (ut + mL)J .
cos [w 2 t - :: (ut + mL)J .
cos w1t -

che si possono anche scrivere nel modo seguente :

[ ( l - ) t - :: mLJ
[w2 ( l :2 ) t ; mLJ

cos w 1
cos

Ricordando che :
cos {}

1 10

cos (- {}),

(220)
(22 1 )

AMPLIFICATORI PARAMETRICI

la (221 ) si pu riformulare nel modo seguente :


cos

[- ( : ) t - ( :: ) mLJ
w2 l -

(222)

Le equazioni (220) e (22 1 ) oppure (222) forniscono l'ampiezza delle onde


nei punti di accoppiamento ; la condizione che le pulsazioni siano le stesse
soddisfatta quando i fattori che moltiplicano t nelle (220) e (22 1 ) o (222)
sono uguali, mentre quella che le fasi relative siano identiche per tutti
i punti di accoppiamento assolta se le differenze dei termini che molti
plicano m sono uguali a 2nn, con n intero ; in questo caso la fase relativa nei
punti di accoppiamento 2nnm, che corrisponde a un numero intero di
periodi.
Adoperando le (220) e (221 ), la condizione relativa alla frequenza :

(l - u f v1)
(l - u j v2) '

(223)

che si pu anche scrivere


(224)
La condizione relativa alla fase invece data da :

(225)

Dalle (21 8) e (223) si ottiene :


(226)
mentre dalle (224) e (225) si ha :
(227)
avendo posto
2nu

L .

(228)

111

u
rappresenta la frequenza con la quale i punti di accoppiaL
mento passano davanti a un punto fisso e w0 la pulsazione relativa. Dalle
(224) e (227) si pu ottenere la seguente relazione tra le velocit di fase
che deve essere soddisfatta perch l'amplificatore possa funzionare :
La grandezza

(229)
Un amplificatore parametrico nel quale entrambe le onde si propaghino
verso destra, cio per il quale v1 e v2 siano positive, soddisfa alle (225), (226)
e (229) ; la (226) equivalente all'equazione (21 9) relativa all'amplificatore
parametrico descritto nel capitolo XII.
stato precisato che negli amplificatori parametrici reali, l'accoppiamento
mobile tra le due onde prodotto da un'onda molto potente di pulsazione
w0 che si propaga in un mezzo in certa misura non lineare, in modo da poter
influenzare le onde meno intense ; in questo caso u la velocit di fase di
quest'onda energetica che pompa l'amplificatore parametrico. Se il mezzo
in questione senza perdite, si ha :

La (229) che esprimeva la condizione necessaria per il funzionamento


diventa cos identica alla (227) rendendo semplice l'amplificazione para
metrica in un siffatto mezzo ; sfortunatamente i materiali adatti per fare
dei buoni amplificatori parametrici non sono senza perdite e bisogna quindi
trovare degli artifici per soddisfare la (229).
Nella maggior parte degli amplificatori parametrici attualmente in uso
le tre onde viaggiano nella stessa direzione, ma possibile ottenere amplifi
cazione parametrica anche quando un'onda si propaga in direzione oppo
sta a quella d'uscita e a quella di pompa che ha velocit u ; in questo caso,
adoperando le (220) e (22 1 ) invece delle (220) e (222), si ottiene che la condi
zione relativa alle pulsazioni diventa :

w2
wl

l - u f v1
l - u f v2

(230)

'

che si pu anche scrivere come :

w2 - w l

1 12

w2u
w1u
v2
vl

--

--

(23 1 )

AMPLIFICATORI PARAMETRICI

La condizione relativa alla fase invece :


(232)
Dalle (21 8) e (230) si ottiene :
(233)
che pu essere compresa osservando che la potenza P2 dell'onda che si pro
paga verso destra una quantit positiva mentre P1, relativa all'onda che
viaggia verso sinistra, negativa. Le equazioni (23 1 ) e (232) danno :
(234)
mentre la terza relazione si ottiene dalle (23 1 ) e (234) :
(235)
Queste ultime tre equazioni definiscono un amplificatore parametrico
nel quale un'onda di debole intensit e pulsazione w1 viene introdotta da
destra e si propaga verso sinistra mentre una potente onda di pompa di
frequenza w0 viaggiante verso destra produce un'intensa onda d'uscita nel
la stessa direzione.
Nel capitolo X si osserv che in meccanica quantistica l'energia pro
porzionale alla pulsazione e la quantit di moto al vettore d'onda o alla
costante di fase ; se si desidera trattare il funzionamento di un amplifica
tore parametrico nell'ambito della meccanica quantistica, ponendo per
semplicit n = l , ed esprimendo le tre costanti di fase come :
wo
u

ko
kl
k2

wl
vl
w2
v2

(236)
(237)
(238)

per le tre onde propagantesi verso destra, dalle (227), (229), (236)-(238) si ha :
(239)
(240)

113

In altre parole si pu dire che un fotone di pulsazione w0 si annichila e


genera due fotoni di pulsazione w1 e w 2 : la (239) esprime la legge di con
servazione dell'energia e la (240) quella della quantit di moto ; un'ana
loga interpretazione si pu dare alle (234) e (235)1.
Problema
13.1 Si descrivano un certo numero di dispositivi fisicamente reali adatti all'amplifica
zione parametrica.

1
Il lettore interessato ad approfondire l' argomento trattato in questo capitolo pu consul
tare le pubblicazioni che seguono : Pierce J. R., Use of the principles of conservation of energy
and momentum in connection with the operation of wave-type parametric ampl((ers, in Journal
of Applied Physics, XXX, 1 3 4 1 settembre ( 1 959) ; Haus H. A., Power-jlo w relations in loss
less nonlinear media, in I . R.E. Transactions on Microwave Theory and Techniques, VI, 3 1 7
luglio ( 1 9 5 8) ; Yariv A., lntroduction to optical electronics, New York ( 1 97 1 ) .

1 14

XIV

Polarizzazione

All'ampiezza di un'onda si attribuiscono talvolta anche una direzione e


un verso oltre che un modulo, come nel caso di una fune tesa, mentre
altre volte il modulo sufficiente a definire completamente l'ampiezza di
un'onda come nel caso di un'onda di ,pressione ; nell'esempio descritto nel
capitolo I si trascur il fatto che una corda tesa pu vibrare in uno dei
due piani possibili : in una chitarra, per esempio, essa pu vibrare paral
lelamente o normalmente alla cassa acustica anche se, di fatto, esistono
sempre delle componenti in entrambe le direzioni.
La FIG. 53 illustra alcuni stati di polarizzazione di onde sinusoidali che
si propagano lungo una fune tesa : in a) si vede un'onda polarizzata ver
ticalmente che si muove in su e in gi e in b) un'onda della stessa am
piezza, polarizzata orizzontalmente, che sposta la corda a destra e a sini
stra. La seconda onda precede quella polarizzata verticalmente di un quar
to di lunghezza d'onda : ci significa che, quando l'ampiezza dell'onda in
a) massima, quella in b) nulla e raggiunge il suo massimo dopo esser
si propagata di un quarto di lunghezza d'onda. Le piccole vibrazioni di
una fune tesa sono quasi lineari, cosicch due onde possono propagarsi
in una corda senza influenzarsi l'un l'altra ; la FIG. 53 c) mostra lo sposta
mento della fune data la contemporanea presenza delle onde a) e b) : l'am
piezza dell'onda elicoidale e la fune si trova sempre alla stessa distanza
dall'asse, avvolgendosi attorno a esso con passo uguale a .l., la lunghez
za d'onda ; l'ampiezza delle onde polarizzate linearmente a) e b) varia nel

115

tempo, mentre nell'onda c) costante in modulo e ruota in funzione del


tempo : l'onda raffigurata in FIG. 53 c) si dice polarizzata circolarmente.
Se si osserva l'onda in c) mentre passa attraverso un piano normale alla
direzione di propagazione, si vede che l'ampiezza, misurata dal punto in
cui la fune interseca il piano, ruota attorno all'asse in cerchio, muoven-

a)

Figura 53

dosi in senso orario o destrorso ; se si esamina la forma elicoidale della


fune, si vede che corrisponde a quella di una vite o filettatura sinistrorsa
e quindi, se l'elica fosse rigida o fissa e avesse una manovella applicata
all'estremit, si dovrebbe ruotarla in senso antiorario o sinistrorso per av
vitarla o introdurla in un tappo. Se l'onda b) fosse stata ritardata di un
quarto di lunghezza d'onda rispetto ad a) invece di precederla della stes
sa quantit, la sua intersezione con un piano normale alla direzione di
propagazione si sarebbe mossa in cerchio in senso antiorario o sinistror
so e l'elica stessa avrebbe avuto la forma di una vite destrorsa, come quel
la di un comune cavatappi.
Le onde polarizzate circolarmente possono avere una polarizzazione sia
destrorsa sia sinistrorsa, definita da una convenzione. Il satellite TELSTAR
trasmetteva microonde polarizzate circolarmente e. al suo primo passag
gio sull'Atlantico sia la stazione britannica di Goonhilly sia l'osservatorio
francese di Pleumeur Bodou tentarono di riceverne i segnali : la cosa riu
sc ai francesi, in quanto la loro convenzione sul verso di polarizzazione
si accordava con quella americana, e non alla stazione britannica, che era
stata allestita per ricevere una polarizzazione contraria, secondo una con
venzione opposta a quella seguita dagli altri due paesi. Arbitrariamente si
definir l'onda della FIG. 53 c) come polarizzata circolarmente destrorsa.
Pu essere interessante descrivere con formalismo matematico le onde

1 16

POLARIZZAZIONE

della FIG. 53 orientando l'asse y verso l'alto e l'asse x verso destra ; le due
onde componenti saranno espresse da :

S0 sin (wt - kz)

S0 cos wt - kz -

; ).

(241 )

S0 cos (wt - kz) .


(242)
Il raggio r dell'onda risultante c), che la somma di a) e b), misurato a
partire dall'asse risulta essere :
(x2 + y 2) % =
r
[S cos 2 (wt - kz) + S sin 2 (wt - kz)] Y.
(243)
So .
La potenza di un'onda sinusoidale venne espressa nel capitolo II dal
quadrato dell'ampiezza istantanea e si trov che possedeva un valore me
dio e una componente oscillante a frequenza doppia di quella dell'onda.
Si noti che x2 + y 2 nella (243) proporzionale alla somma delle potenze
delle due onde componenti polarizzate linearmente e, poich x2 + y2
costante nel tempo, lo anche la potenza di un'onda polarizzata circolar
mente ; la potenza media proprio uguale a quella istantanea in quanto
l'ampiezza dell'onda non varia n col tempo n con la distanza.
Nella trasmissione di potenza elettrica viene adoperato qualche cosa di
analogo alle onde polarizzate : in una linea di trasmissione monofase vi
una certa tensione V rispetto alla massa che varia nel tempo secondo la
seguente relazione :
X =

V = V0 cos wt.
La potenza trasmessa deve quindi necessariamente fluttuare nel tempo.
Nella trasmissione trifase le tre tensioni presenti variano in accordo alle
seguenti equazioni :
V1

V0 cos wt,

V2

V0 cos wt +

V3

( + n) .
V0 cos ( wt + ; n ) .

e la somma dei quadrati di queste tre tensioni costante.


Ritornando all'onda polarizzata c_i rcolarmente descritta dalle (241 )-(243),

117

l'angolo {} di cui un generico punto dell'onda inclinato rispetto al piano


orizzontale (asse x) dato da :
tg-

S0 sin (wt - kz)


S0 cos (wt - kz)

(244)

wt - kz.
Supponendo valida la (24 1) e variando la fase dell'altra onda di n rad
(mezza lunghezza d'onda), la (242) diventa :

x = S0 cos (wt - kz - n) = - S0 cos (wt - kz).

(245)

Si ottiene cio un'onda polarizzata circolarmente sinistrorsa per la quale


vale ancora la (243) mentre la (244) diventa :

{}

- (wt - kz).

(246)

In molti mezzi le onde si propagano in modo indipendente dal loro


stato di polarizzazione mentre in altri questo non vero ; vi sono per
esempio dei materiali che posseggono caratteristiche magnetiche tali da
poter essere attraversati da onde elettromagnetiche con piccole perdite e
che, immersi in un campo magnetico uniforme diretto lungo la direzione
di moto dell'onda, rendono diversa la velocit di propagazione di un'on
da polarizzata circolarmente destrorsa da quella di una sinistrorsa. Inol
tre, per certi campi magnetici, anche la perdita diversa per le due onde,
cio il mezzo pu essere trasparente per un verso della polarizzazione cir
colare e opaco per l'altro.
In alcuni casi l'assorbimento dipende dal verso con il quale l'angolo D,
che misura la direzione dell'ampiezza dell'onda, varia nel tempo ; tenen
do conto che {} ruota nello stesso verso nel caso di un'onda destrorsa che
viaggia in un senso e di quello di una sinistrorsa che si muove in direzio
ne opposta, un mezzo pu essere trasparente per un'onda sinistrorsa che
si propaga in una direzione e opaco per un'altra onda pure sinistrorsa che
viaggia nella direzione contraria ; questo fatto permette di costruire di
spositivi monodirezionali detti isolatori che trasmettono onde elettroma
gnetiche dall'estremit di ingresso a quella di uscita, ma che assorbono
qualsiasi onda introdotta dall'uscita. Alcuni mezzi che permettono la tra
smissione delle onde hanno propriet diverse secondo la direzione e ven
gono chiamati materiali birifrangenti : in essi onde polarizzate linearmen
te ad angolo retto l'una rispetto all'altra si muovono con velocit diverse.
Un esempio di mezzo birifrangente e dispersivo dato dalla lunga la
stra elastica illustrata dalla FIG. 54 ; per una data frequenza la velocit

1 18

POLARIZZAZIONE

di fase dipende dal valore della massa per unit di lunghezza e dalla rigi
dit della lastra che, come si vede chiaramente dalla figura, oppone mol
ta pi resistenza a spostamenti orizzontali che non a quelli verticali a cau
sa della maggiore larghezza rispetto allo spessore : pertanto in queste la-

Figura 54

stre, fissata una frequenza, un'onda polarizzata orizzontalmente si propa


ga pi rapidamente di una polarizzata verticalmente.
In genere in un mezzo birifrangente si possono identificare due piani
di polarizzazione perpendicolari fra loro, come si vede nel fa FIG. 55 : l'uno
con velocit di fase vr maggiore di quella dell'altro, v. Se si introduce nel
mezzo un'onda polarizzata linearmente nella direzione ad alta velocit,
questa si propaga con velocit v. Si voglia ora studiare il comportamento

Figura 55

di un'onda polarizzata in una qualsiasi altra direzione : si visto che un'on


da polarizzata circolarmente pu essere considerata come composta da
due onde polarizzate linearmente. Allo stesso modo un'onda polarizzata
linearmente, come quella rappresentata in FIG. 56, lungo una direzione
obliqua e di ampiezza S0 pu essere considerata come la somma di due

1 19

p i a n o che contiene
la c o m ponente
a bassa velocit d i fase

Figura S6

componenti : un'onda polarizzata verticalmente di ampiezza S0y e un'on


da polarizzata orizzontalmente di ampiezza S0.,. In un mezzo birifrangente
la componente polarizzata nel piano con velocit di fase maggiore viag
gia con velocit Vr e l'altra con velocit v8 : quindi, durante la propaga
zione, la loro fase relativa cambia con conseguenze sorprendenti.
Si supponga di considerare un'onda polarizzata linearmente in un pia
no bisettore dei due principali, che formi cio un angolo di 45 rispetto
sia a quello (verticale) di bassa velocit di fase sia a quello (orizzontale)
di velocit elevata ; in questo caso le due componenti ad alta e bassa ve
locit hanno uguale ampiezza. Dopo essersi propagata per una certa di
stanza L, la componente orizzontale preceder quella verticale di un quar
to di lunghezza d'onda, ricostruendo proprio la situazione illustrata dal
la FIG. 53. In questo punto l'onda polarizzata linearmente stata trasfor
mata in una polarizzata circolarmente destrorsa ; d'altra parte si visto
che, traslando di mezza lunghezza d'onda una componente polarizzata li
nearmente di un'onda polarizzata circolarmente, si inverte il senso della
polarizzazione circolare ; pertanto, quando le due componenti hanno per
corso un tratto 2L dal punto in cui si trovava l'onda polarizzata circolar
mente destrorsa, ne formeranno una sinistrorsa. La sequenza delle pola
rizzazioni :
DISTANZA PERCORSA

L
2L
3L

STATO DI

POLARIZZAZIONE

lineare a 45 rispetto all'asse x


circolare destrorsa
lineare a 1 35 rispetto all'asse x
circolare sinistrorsa

e cos di seguito. In altre parole un mezzo birifrangente in grado di tra-

1 20

POLARIZZAZIONE

sformare una polarizzazione lineare in una circolare e una circolare de


strorsa in una sinistrorsa ; questa propriet risulta molto utile nei dispo
sitivi ottici e a microonde.
Alcuni materiali birifrangenti si trovano in natura, come lo spato d'Islan
da, mentre altri sono artificiali ; per esempio, in una guida d'onda legger-

Figura 57

mente ellittica, un'onda elettromagnetica col vettore elettrico diretto lun


go l'asse maggiore ha velocit di fase maggiore di un'onda che abbia il
vettore elettrico orientato lungo l'asse minore (si veda in proposito la
FIG. 57) e quindi si pu produrre un mezzo birifrangente 'schiacciando'
leggermente una guida d'onda circolare.
La FIG. 58 descrive un isolatore composto da segmenti di guide d'onda

Figura 58

121

circolari schiacciate che funzionano da mezzi birifrangenti e da un mate


riale che, in presenza di un campo magnetico, trasmette le onde polariz
zate circolarmente nelle quali {} varia nel tempo in un senso e assorbe le
onde polarizzate circolarmente nelle quali {} varia in senso opposto. Nel
la FIG. 59 viene illustrato uno strano dispositivo che sfrutta la polarizza-

Figura 59

zione circolare : una guida d'onda schiacciata trasforma l'onda polarizza


ta piana a in una circolarmente destrorsa in b ; la parte centrale, anche lei
schiacciata, ruota tra b e c nel verso indicato dalla freccia e trasforma
l'onda polarizzata circolarmente destrorsa in b in una sinistrorsa in c ;
infine la guida d'onda opportunamente deformata l a riconverte in un'on
da polarizzata piana d.
Se si osserva l'onda incidente polarizzata circolarmente supponendosi
solidali con la sezione centrale a destra di b, a causa della rotazione nello
stesso senso dell'ampiezza dell'onda, l'ampiezza stessa ruota pi lentamen
te di quanto non risulti a un osservatore fi s so ; in altre parole per un os
servatore solidale con la sezione centrale la frequenza dell'onda inferio
re di quella misurata da un osservatore fisso posto in a. Si consideri ora
un altro osservatore situato appena a destra di c immaginando fissa la
parte centrale e quindi rotante l'osservatore stesso nel medesimo verso del
l' onda incidente su di esso : anche in questo caso egli osserva una fre
quenza inferiore a quella misurata dall'osservatore fissato alla parte cen
trale. Si deve quindi concludere che la frequenza dell'onda uscente da d
inferiore a quella dell'onda entrante in a : infatti se w la pulsazione
dell'onda in a e w0 la velocit angolare della sezione centrale, la pulsazio
ne dell'onda emergente risulta essere w - 2w0
Il dispositivo della FIG . 59 viene adoperato per misure nel campo delle

1 22

POLARIZZAZIONE

microonde millimetriche : una parte dell'uscita di un'onda millimetrica pas


sa attraverso il dispositivo per essere misurata, mentre una parte pi po
tente attraversa il dispositivo illustrato in FIG. 58 ; le due onde cos otte
nute vengono impresse su un diodo non lineare : l'uscita del diodo con
tiene una componente a frequenza 2w0 la cui ampiezza proporzionale a
quella dell'onda proveniente dal dispositivo in esame e questa componen
te viene amplificata in un amplificatore a banda stretta.
Le ampiezze di onde elettromagnetiche che si propagano entro guide
d'onda circolari, di onde trasversali che viaggiano lungo barre e di molti
altri tipi di onde, possono variare nel seguente modo :
S F(r) cos (wt - n{} - kz),

(247)

dove F(r) una certa funzione della distanza dall'asse. L'angolo di rota
zione {} viene misurato guardando lungo l'asse nella direzione di propa
gazione dell'onda e, per una data distanza dall'asse, l'ampiezza massi
ma per

{}

wt
n

(248)

Se n un intero positivo la (247) rappresenta un'onda polarizzata circo


larmente destrorsa, se negativo l'onda sinistrorsa. L'onda rappresenta
ta dalla (247) possiede una certa quantit di moto nella direzione di pro
pagazione, come si vide nel capitolo X, e un momento della quantit di
moto rispetto all'asse (capitolo XII) ; se E l'energia per unit di lunghez
za, dalla (1 55) si ottiene p , la quantit di moto per unit di lunghezza,
che risulta :
p

E
v

Ek
w

mentre dalla ( 1 98) ricaviamo


unit di lunghezza :

En
w

q = -- .

q,

il momento della quantit di moto per


(249)

Si possono ottenere delle onde polarizzate linearmente sommandone due


del tipo descritto dalla (247) se hanno F(r) uguale e n viene sostituito
da + m per un'onda e da - m per l'altra (m intero).
Il fenomeno della birifrangenza stato affrontato partendo dalle rela
zioni di trasformazione tra polarizzazione circolare e lineare ; se ne pos-

1 23

Figura 60

sono considerare per altri aspetti : n el capitolo X si dimostr che


plificatore parametri co doveva soddisfare alla relazione :

un

am

(240)
dove i k sono i vettori d'onda corrispondenti a w1, w 2 e w0 e anche alla
(239)
che automaticamente soddisfatta quando il mezzo non dispersivo e con
velocit di fase v ; pertanto la (240) diventa semplicemente :

che identica alla (239), mentre nel caso di un mezzo dispersivo le cose
non sono pi cos allegre. Nella FIG. 60 vengono riportate la curva w =
= w (k) e le tre frequenze che soddisfano la (239), dove k0 il valore di
k corrispondente a w0 ; la (240) sarebbe soddisfatta se k1 e k2 si trovas
sero sulla retta passante per l'origine oppure, se k2 si trova a una certa
distanza alla destra di questa retta, quando anche k1 fosse alla stessa di
stanza dalla retta ma alla sua sinistra ; quest'ultima eventualit compor
terebbe una forma a S molto particolare per la w = w (k), come quella
disegnata nella FIG . 60 in colore, un andamento cio molto improba
bile. Per fortuna se il mezzo non lineare adoperato nell'amplificatore

1 24

POLARIZZAZIONE

Figura 61

parametrico birifrangente, possiede due curve w = w (k) per i due pia


ni di .polarizzazione, come si vede nella FIG. 61 ; in questo caso si pu
polarizzare l'onda di pompa di frequenza w0, che serve per accoppiare le
altre due onde deboli, in modo che k0 sia dato dalla curva pi a sinistra :
vi allora almeno una possibilit di poter trovare due frequenze w1 e w2
e i loro k corrispondenti sulla curva di destra tali da soddisfare contem
poraneamente le (239) e (240).
Problemi
14.1

Si elenchino diversi tipi di onde polarizzate e non.

14.2 Si suggerisca una procedura per trovare tutte le possibili combinazioni di frequenze
adatte per un mezzo come quello illustrato dalla FIG. 6 1 .

1 25

xv

Onde piane e quasz pzane

Si discusso fino a ora di onde guidate e confinate in un mezzo che si


estende lungo la direzione z, quale per esempio una fune tesa, una sbar
ra metallica, una fibra trasparente che guidi la luce, una coppia di fili o
un tubo che guidino le onde elettromagnetiche ; d'altra parte le onde pos
sono propagarsi anche in spazi aperti : le onde sonore viaggiano nell'aria
e quelle luminose si muovono sia nell'aria sia nel vuoto assoluto.
Il termine onda p iana pu avere in realt due significati ; in senso Iato
e stretto insieme qualsiasi onda la cui fase sia sempre la stessa in un pia
no normale alla direzione di propagazione un'onda piana, anche se l'am
piezza dell'onda varia da punto a punto su quel piano ; nel seguito si ado
perer il termine onda piana per indicare un'onda che si propaga in una
certa direzione, la cui ampiezza e fase sono costanti in un qualsiasi pia
no normale alla direzione di propagazione, riferendosi per esempio sia a
un'onda elettromagnetica polarizzata linearmente o circolarmente sia a
un'onda sonora nell'aria che non possiede alcuna polarizzazione ; natural
mente questi due ultimi esempi non esistono in natura, ma vi sono parec
chi tipi di onde cos vicine all'essere piane da poterle trattare come tali.
Molto lontano da una sorgente sonora o da una trasmittente radio la
fase effettivamente costante sulla superficie di una sfera e quindi le on
de che si incontrano in natura sono di solito sferiche piuttosto che piane.
Lontano dal centro, per, una porzione di superficie sferica approssi
mabile a un piano e allo stesso modo lontano dalla sorgente l'onda sferi-

1 26

ONDE PIANE E QUASI PIANE

ca si comporta come quella piana avendo inoltre quasi la stessa costante


di fase k ; allontanandosi dalla sorgente l'ampiezza dell'onda diminuisce,
ma molto lontano da essa la diminuzione trascurabile per intervalli di
parecchie lunghezze d'onda.
Con quale legge diminuisce l'ampiezza di un'onda in funzione della di
stanza dalla sorgente ? La potenza per unit di area del fronte d'onda
proporzionale al quadrato dell'ampiezza S dell'onda, mentre la potenza
totale deve rimanere indipendente dalla distanza dalla sorgente ; l'area del
la superficie sferica raggiunta dall'onda a distanza r dalla sorgente data
da r 2 e quindi S2 r 2 costante e la sua ampiezza descritta dalla seguente
relazione :
s

ei(wt-kr)

'

(250)

che una soluzione esatta dell'equazione scalare lineare delle onde ed


valida per onde longitudinali di pressione quali ad esempio quelle sonore.
Si vedr in seguito che vicino alla sorgente (r = O) le fluttuazioni di velo
cit che si accompagnano a quelle di pressione variano con la distanza in
modo un po' diverso ; per alcune onde come quelle elettromagnetiche, per
esempio, la (250) descrive accuratamente il comportamento dell'ampiezza
dei campi elettrici e magnetici per grandi valori di r. Se r molto elevato,
l'onda descritta dalla (250) si comporta per intervalli ragionevolmente lun
ghi quasi esattamente come un'onda piana per la quale
S = So i(wt-kz ) ,

(25 1 )

dove z presa nella stessa direzione e verso d i r . L'ampiezza d i picco S0


quindi data da
So
So =
r

(252)

Si ricordi per che le onde sono approssimativamente piane solo molto


lontano dalle sorgenti. Si consideri la situazione illustrata dalla FIG. 62
dove la sorgente dell'onda un'antenna trasmittente A0 montata su un'au
tomobile che viaggia vicino alla parete di un edificio. Un segnale radio
viene inviato da A0 verso l'antenna A posta in cima a una collina lonta
na ; il segnale pu raggiungere A partendo da A c per due vie : direttamen
te oppure dopo essere stato riflesso. In questo secondo caso l'onda si com
porta come se fosse stata prodotta dalla sorgente A all'interno dell'edifi
cio, sorgente che l'immagine speculare di A c rispetto allo 'specchio' for-

1 27

mato daiJa parete deiia costruzione e quindi in effetti i segnali raggiun


gono A provenendo da due sorgenti di uguale potenza (per una rifles
sione al 1 00%) ma poste a distanze diverse. Questi segnali possono arri
vare in A in fase, cosicch le ampiezze si sommino, oppure sfasati di 1 80
(n rad) cos da annuiiarsi : se le ampiezze si sommano in A quando il vei-

Figura 62

.c olo a distanza D dal muro, si annuiiano quando l ' automobile si av


vicina o aiiontana daiia parete di ). l 4.
Il segnale ricevuto in A molto sensibile alla posizione del veicolo che
trasmette il segnale ; al contrario, poich la collina distante, I' onda vi
giunge quasi piana e quindi il segnale varia di molto poco per uno spo
stamento deiJ ' antenna. Il rapporto tra potenza trasmessa e potenza rice
vuta Io stesso sia che si adoperi l'antenna deii ' automobile Ac per trasmet
tere e queiJa deiJa coiJina A come ricevente sia viceversa e quindi, se si
trasmette daiia coiiina all ' automobile, la potenza ricevuta varia rapida
mente in funzione deiJa posizione della macchina e di poco rispetto al
I'ubicazione deii'antenna suiJa cima deiJa coiJina.
Questo diverso comportamento rispetto aiJa posizione deii'antenna del
veicolo e di quella deiia coiiina provoca importanti consegunze sul ser
vizio di radio mobili ; se si instaiiano sull ' automobile diverse antenne a di
stanza di circa ). 1 4 l'una daii'altra, quando una di esse a causa degli edifici
vicini riceve un segnale molto debole, quasi sicuramente qualche altra an
tenna riceve un segnale forte e cos, combinando o scegliendo tra i segnali
ricevuti dalle varie antenne poste sulla macchina, si possono evitare i dan
nosi effetti delle riflessioni da edifici vicini. Questo sistema pu essere

1 28

ONDE PIANE E QUASI PIANE

adottato anche per la ricezione sulla


ma in questo caso le antenne
devono essere molto spaziate perch l'onda che proviene dall'automobile
quasi piana e la sua ampiezza di picco varia solo di poco con la distanza.
La discussione precedente sulle radio mobi!i ci mostra le conseguenze
pratiche del diverso comportamento delle onde in una regione vicina a un

Figura 63

certo numero di sorgenti e in una regione lontana da esse ; ci pu essere


dimostrato efficacemente prendendo due sorgenti uguali e opposte le cui
ampiezze varino esattamente secondo la (250) e siano poste in z = + a l 2
e z = - a l 2, come illustrato nella FIG. 63 ; un punto P disti dall'origine
r e sia {} l'angolo che la retta passante per P dall'origine forma con l'asse
z. La distanza L + tra la sorgente in z = + a l 2 e il punto P data da :

[r 2 sin2 {} + (r cos {} - a l 2) 2] %
r [I - (a l r) cos {} + (a l 2r) 2 ]Yz.
=

(253)
(254)

z =

- a l 2 e il punto P risulta :
r [ I + (a l r) cos {} + (a l 2r) 2] Y.
(255)

La distanza L_ tra la sorgente in


L_

Se si suppone che la (250) sia verificata esattamente e la sorgente di sini


stra sia uguale e opposta a quella di destra, le ampiezze delle due onde nel
punto P non sono uguali e opposte per due ragioni : la prima che la sor
gente di destra pi vicina a P e quindi l'onda proveniente da essa ha am
piezza leggermente maggiore di quella che arriva dalla sorgente di sini
stra ; la seconda che le due sorgenti sono a diverse distanze da P e quin-

1 29

di le due onde non sono sfasate esattamente di 1 80 in P. pi semplice


considerare questi due effetti separatamente ; per analizzare quello rela
tivo alle distanze differenti delle due sorgenti si ricordi lo sviluppo in se
rie della radice quadrata di uno pi una quantit piccola (x) rispetto a
uno, e cio :
(25 6)
che, posta nelle (254) e (255), per valori elevati di r d con buona appros
simazione :
L+

r [ I - (a j 2r) cos D] =
r - (a / 2) cos D,

L_ = r [ I + (a / 2r) cos D]
= r

+ (a / 2) cos {}.

(257)
(258)

Se si prende in considerazione solamente questa differenza delle distanze


per calcolare in un punto lontano l'ampiezza prodotta da due sorgenti
uguali e opposte, la somma degli effetti delle due sorgenti data da :

( 1 - (a /r) cos D l + (a jr) cos D )


(259)
;z ( l - (asr cos2 {} )
=

che per distanze elevate diminuisce come l j r2


Si esamini ora l'effetto della differenza di fase di onde con ampiezza
di picco essenzialmente uguale che arrivano in P da z = + a l 2 e z =
a j 2 : si pu trascurare il fattore comune eiwt e considerare che le
=
sorgenti abbiano ampiezze - s0 e + s0 e che la (250) sia esattamente sod
disfatta ; supponendo inoltre che il fattore che moltiplica l'esponenziale
della (250) sia semplicemente s0 j r, si rendono uguali le ampiezze anche
a una certa distanza dalle due sorgenti e, dalle (257) e (258), si ottiene l'am
piezza totale S nel punto P che risulta essere :
-

s = (e- ik[r-(a(2) cosl!] - e-ik[r+(a(2) cosl!] ) ,

1 30

--

2is0
(e -ikr) sin [(ka / 2) cos D].
r

(260)

ONDE PIANE E QUASI PIANE

Si pu osservare che, in accordo con la (250), a grande distanza l'ampiez


za massima varia come l / r , mentre la (259) esprimeva il fatto che l'am
piezza nel caso di sorgenti + e - poste a distanze elevate ma leggermente
l
diverse variava come Si pu quindi concludere che l'effetto espresso
2

dalla (260), cio che le onde provenienti dalle due sorgenti abbiano leg
gere differenze di fase, predomina su quello relativo alle differenze di am
piezza descritto dalla (259) e quindi, per grandi distanze, la (260) rappre
senta l'andamento dell'ampiezza dell'onda prodotta dalle due sorgenti.
ka
Si consideri ancora la (260) assumendo che 2- sia molto piccolo rispetto all'unit, cio che le sorgenti siano separate da una distanza molto
minore della lunghezza d'onda ; il seno di un angolo molto piccolo pra
ka
ticamente uguale all'angolo stesso e quindi per valori di
molto piccoli,
T
S diventa :
S

(+) (e-ilcr) (ska) cos {},

(26 1 )

che rappresenta l'ampiezza di un'onda a grande distanza da una sorgen


te dipolare, un'onda che molto simile a una piana : la sua ampiezza va
ria in funzione della distanza r dalla sorgente e dell'angolo {} formato
con l'asse che passa attraverso le due sorgenti che costituiscono il dipolo ;
l'ampiezza dell'onda inoltre proporzionale al termine s0ka che si pu
anche scrivere :
(262)
a
a
Supponendo che le due sorgenti poste in + 2 e irraggino direzioT
nalmente, cosicch l'ampiezza dell'onda di ciascuna sorgente vari in fun
zione di {} e di r secondo la relazione :
AF({})
r

dove A un certo fattore moltiplicativo, si pu riformulare la (26 1 ) so


stituendo s0 con AF({}) per cui :
(263)

131

Sia ora S1 l'ampiezza prodotta da un dipolo composto da due sorgenti


isotrope di ampiezza
AF(fJ)

S0

l'una, mentre l'altra data da sto caso :


Sl

(- ) (e-ikr) Soka COS

(prima sorgente) ; si ottiene in que


fJ.

(2 64)

Questo dipolo a sua volta pu essere considerato una sorgente per cui :
AF(fJ)

2is0ka cos fJ.

(265)

La (263) applicata a una coppia di tali sorgenti, una positiva e una negaa
a
tiva, poste in + i e - l' d come risultato l'ampiezza S2 del campo a
distanza :
s
2

2
22

(+) (e-lkr) (ka) (2isoka cos


( --1- ) (e-lkr) s0 (ka) cos2

fJ)

cos /}
(266)

fJ.

Di nuovo si consideri questa come una sorgente per la quale :


(267)
Si applichi ancora la (263) a una coppia di tali sorgenti, cio una posia
a
tiva e una negativa, poste in + 2- e - ' ottenendo l'ampiezza del camT
po a distanza, S3, che data da :
Sa

23

( i ) (e-ikr) So (ka)a cosa fJ.

(268)

Generalizzando, il termine n-esimo sar dato da :


(2 6 9)
l profili di radiazione S1 , S , Sa corrispondono a combinazioni sempre
2
pi complicate di sorgenti semplici, ciascuna di ampiezza data da un mul
tiplo intero di s0 ; allora S1 corrisponde a un dipolo consistente di due

1 32

ONDE PIANE E QUASI PIANE

sorgenti isotrope poste in + -2 e


e

2 e s2 a due dipoli situati in +


2

2- ; se si sommano materialmente tutte le sorgenti isotrope, alcune

delle quali coincidono spazialmente, si ottengono combinazioni via via


sempre pi complicate di sorgenti isotrope, come illustrato dalla FIG. 64,

Figura 64

dove le sorgenti sono spaziate di a e le ampiezze delle sorgenti di Sn so


no date dai coefficienti binomiali dei termini in

(- a + b) ",
che per an-kbk sono dati da :
n ! ( - l ) (n le)
(n - k ) ! k !
-

----- --- -

(270)

e k = O corrisponde al primo coefficiente.


La densit di potenza lungo una direzione che forma un angolo fJ con
l'asse proporzionale al quadrato del valore di picco di Sn e cio a cos 2 n fJ ;
s e s i riporta in grafico cos 2 n fJ i n funzione di f} si ottiene un lobo di radia
zione : la distanza di un punto dall'origine in una data direzione pro
porzionale alla densit di potenza dell'onda che viaggia in quella direzio
ne ; nella FIG. 65 sono raffigurate le curve cos 2 n fJ in funzione di fJ per n =
= 1 ,2 e 3 . I lobi di radiazione sono simmetrici rispetto all'origine, come
ris11lta dalla (269) e questo deve essere vero anche per le disposizioni di

1 33

sorgenti illustrate dalla FIG. 64, nelle quali le fasi delle sorgenti isotrope
differiscono di 0 oppure di 1 80 .
La fase di un'onda che si propaga verso destra con costante di fase k,
cambia di un fattore e-tka tra un punto a sinistra dell'origine posta in

Figura 65

e uno a destra di quella in + 2 ; se le fasi relative delle sorgenti si


T
fanno corrispondere alla fase di un'onda che si propaga nella direzione
+ z, oppure alla sua fase aumentata di 1 80 (o :n rad), si possono costrui
re combinazion di sorgenti che irraggiano nella direzione + z e non lun-

go

z.

Se si prende una sorgente negativa di fase e1k af 2 in - -2 e una po-

sitiva di fase e-ika/2 in +

e si assume che l'ampiezza di picco di radiaT


zione da queste sorgenti per grandi distanze sia :
AF(O)
r

1 34

ONDE PIANE E QUASI PIANE

Allora l'ampiezza totale S dell'onda prodotta dalle due sorgenti per gran
di r data da
s =

AF(&)
r

(e-ik[r- ( a/2) cosil- (a/2)] - e-ik[r+(a/2) cosil+(aj2)l)

2iAF(-'--'&) -r

. .
e-kr s m [(ka j 2) ( 1 + cos &)].

(27 1 )

ka
sia molto piccolo cos da idenT
tificare il seno dell'angolo con l'angolo stesso ; ricordando che :
Come in precedenza, si fa l'ipotesi che

l + cos f) = 2 cosa

( . )

(272)

si ottiene
2iA .
S = -- e' k' (ka) F (&) cos 2 (& j 2) ..
r

(273)

Se l'ampiezza S data dalla (273) detta S1 quando


si ha :

AF(&) = s0,

(274)
(275)

Se l'ampiezza S detta S2 quando


AF(&) = 2is0 (ka) cos2

(-),

(276)

s i ottiene :
S2 =

- 4s0 e ikr
- (ka) 2 cos4 (f) j 2).

--

(277)

In generale si pu scrivere :
(278)
Le distribuzioni delle sorgenti che producono i lobi di radiazione dati
dalla (278) sono le stesse di quelle di FIG. 64, tranne che per l'aggiunta di una
fase e-i ka a ogni sorgente. La densit di potenza irradiata in una data dire-

135

zione proporzionale al quadrato dell'ampiezza di picco e quindi varia


in funzione di {} come cos 4n
: nella FIG. 66 sono rappresentati i

()

grafici di cos 4 n

( ) in funzione di {} per

l ,2 e 3.

I lobi di radiazione qui discussi provengono da combinazioni di sorgenti


isotrope ; le onde longitudinali, come quelte sonore, possono essere irra
diate isotropicamente mentre non esistono sorgenti isotrope per le onde
elettromagnetiche e per le altre onde trasversali che possono essere pala
rizzate : per tali tipi di onde la sorgente pi semplice il dipolo.
Nel caso delle onde elettromagnetiche le sorgenti dipolari sono di due
tipi, come si vede nella FIG. 67 : in a) raffigurato un piccolo tratto di filo

Jligura 66

1 36

ONDE PIANE E QUASI PIANE

nel quale fluisce una corrente sinusoidale nella direzione y, perpendicolare


all'asse z ; in b) appare una piccola spira percorsa da corrente sinusoidale :
la spira abbraccia l'asse y e giace in un piano perpendicolare a esso.
Lungo una direzione che forma l'angolo "P con l'asse y e lontano dall'ori
gine, l'ampiezza S dell'onda generata da questa sorgente data da :
S

. 'I!J.
sl e-tkr sm
r

(279)

Le onde elettromagnetiche sono caratterizzate da un campo elettrico


e da uno magnetico, entrambi perpendicolari alla direzione di propaga
zione (la direzione di r) e ortogonali fra loro ; nel caso del pezzetto di filo
della F I G . 67 a), il campo elettrico giace in un piano contenente l'asse y

Figura 67

1 37

mentre, per la spira di FIG. 67 b), il campo magnetico che giace in un


piano contenente l'asse y. Le relazioni (269) e (278) possono essere modificate
per descrivere la radiazione di queste sorgenti di dipolo sostituendo s0
con s1 sin 'P e sono valide per grandi valori di r.
Qualcuno dei profili di radiazione che sono stati discussi viene effettiva
mente impiegato in applicazioni pratiche ; un dispositivo che produce
un certo lobo di radiazione quando gli viene fornita energia, presenta
le stesse caratteristiche direzionali quando ne assorbe. Alcuni microfoni,
per esempio, rispondono alla pressione di un'onda sonora e, quando sono
mossi elettricamente, irradiano allo stesso modo in tutte le direzioni ;
funzionano cio da sorgenti isotrope e sono ugualmente sensibili a onde
piane che li investano da qualsiasi direzione ; un microfono che sia sensibile
solamente alla pressione non direzionale.
Altri tipi di microfoni (microfoni a nastro) sono sensibili alla velocit
dell'onda sonora ; quando vengono eccitati elettricamente essi producono
un lobo di radiazione di dipolo secondo la (264) e sono sensibili a onde piane
che li investano da varie direzioni secondo lo stesso profilo angolare. Al
cuni microfoni hanno il lobo a cardioide dato dalla (275) e vengono ado
perati per esempio per raccogliere la voce di un oratore evitando il ronzio
causato dai suoni provenienti dagli altoparlanti posti nella sala ; il lobo a
cardioide viene di solito ottenuto combinando insieme un microfono sensi
bile alla pressione con uno sensibile alla velocit cosicch le fasi delle onde
irradiate siano in fase in una direzione e sfasate nella direzione opposta.
Qualche volta si adoperano microfoni con profili direzionali pi compli
cati che, quando sono alimentati, producono velocit e pressioni sonore ele
vate, vicino, e campi deboli, lontano ; quando funzionano come ricevitori
sono sensibili a sorgenti vicine che producono onde i cui fronti in prossi
mit del microfono siano abbastanza curvi mentre presentano una debole
risposta alle onde (qusi) piane provenienti da sorgenti distanti.
Fin qui stato considerato il campo che una combinazione di sorgenti
produce a grande distanza, per cui l'onda generata quasi piana, osser
vando che la variazione angolare della radiazione, secondo le (269) e (278),
non dipende affatto dalle dimensioni dell'insieme di sorgenti, e cio dalla
distanza a tra le sorgenti. possibile, teoricamente, irradiare un fascio
d'onde estremamente sottile (prendendo n grande) da sorgenti che occupino
uno spazio piccolo a piacere (prendendo a piccolo), ma questo fatto non fu
tenuto in considerazione nei primi anni di sviluppo delle comunicazioni
radio : si credeva che per produrre un fascio sottile di onde fosse necessa
ria una grande antenna, e si vedr il perch di questo atteggiamento nel

138

ONDE PIANE E QUASI PIANE

capitolo XVI. rima del 1 943, S. A. Schelkunoff1 si rese conto che questo
non era vero e studi la produzione di piccole antenne superdirezionali ;
da allora la possibilit di costruire antenne del genere stata riscoperta da
parecchie persone2 e il lettore si potr chiedere come mai non vengano
impiegate.
Esaminando la FIG. 64 si osserva che a una maggiore direzionalit (per
valori maggiori di n) devono corrispondere maggiori ampiezze e un pi
grande numero di sorgenti. Contemporaneamente, secondo le (269) e
(278), maggiore la direzionalit, minori sono i campi per grandi valori di
r, in quanto nell'espressione dell'ampiezza presente il fattore (kat e si era
assunto che ka fosse molto piccolo. Ne consegue che pi piccolo a, mi
nore risulta l'ampiezza dell'onda a grande distanza rispetto sia all'ampiezza
delle sorgenti (che un multiplo intero di so) sia a quella delle onde vicino
alle sorgenti, dove le (269) e (278) non valgono pi perch ka f 2 non
piccolo rispetto all'unit.
Quando si costruisce un'antenna (una combinazione di sorgenti) con
un lobo direzionale sempre pi piccolo, l'ampiezza delle onde vicino all'an
tenna diventa sempre pi grande rispetto a quella molto lontana dall'an
tenna : pertanto, per una data potenza irradiata, le correnti elettriche di
antenna diventano sempre pi elevate al ridursi delle dimensioni di questa.
Contemporaneamente, poich nei conduttori attraversati da correnti ele
vate vi sono forti perdite di potenza, le antenne superdirezionali diventano
sempre meno efficienti ; in esse inoltre le relazioni di fase necessarie tra le
sorgenti possono essere ottenute solamente per un piccolo intervallo di
frequenze ; si pu concludere che le antenne superdirezionali non hanno
utilit pratica. Si vedr invece pi avanti quali impieghi concreti possano
avere le idee emerse in questo capitolo.
Problemi
15.1

Qual la pendenza nell'origine

) della curva

(&

illustrata dalla

FIG.

65

(equazione (269)) ?
Qual la pendenza nell'origine
zione (278)) ?

15.2

15.3 Si

(&

n)

della curva illustrata dalla

FIG.

assuma una distribuzione continua di sorgenti isotrope lungo l'asse

66 (equa-

z,

da

Schelkunoff S. A., A mathematical theory of linear arrays, in Beli System Technical Journal,
80, gennaio ( 1 943).
2 Chu L. J., Physical limitations of omni-directional antennas, in Journal of Applied Phy
sics, XIX, 1 1 63 , dicembre ( 1 948).
XXII,

1 39

e si consideri l'ampiezza S dell'onda in un punto a grande diT


stanza r dall'origine (z
O) ; la retta per l'origine passante dal punto formi un an
golo {} con l'asse z e l'ampiezza dS dell'onda nel punto dovuta al tratto di sorgenti
tra z e z + dz sia
+

dS

So

--

LD

e-ikD dz

dove D la distanza da z al punto : qual il campo totale S in funzione di r e di {} ? Vi


sono particolari valori di L per i quali il profilo pi semplice che per altri valori ? Per
ch nel campo delle onde radio una distribuzione siffatta di sorgenti detta broadside ?
15.4

Si risolva il problema 3 assumendo che dS questa volta sia dato da

Perch nel campo delle onde radio questa distribuzione di sorgenti detta endfire ?

1 40

XVI

Antenne e diffrazione

La FIG. 68 rappresenta un fascio di luce che emerge da un laser : durante la


propagazione il fascio si allarga e le superfici a fase costante diventano
sferiche ; il fascio viene poi fatto passare attraverso una lente convessa
composta da un materiale nel quale la velocit della luce sia inferiore a quella

Figura 68

nell'aria, per cui un'onda che passa per il centro impiega un tempo supe
riore a quello necessario per attraversarla vicino ai bordi. L'effetto della
lente quello di produrre un'onda piana di dimensioni pari a quelle
della lente stessa e quindi quando la luce emerge dalla lente il fronte d'onda,
o superficie a fase costante, piano.
La FIG . 69 rappresenta un tipo di antenna per microonde : una sorgente,
per esempio l'estremit di una guida d'onda, posta nel fuoco di un riflet-

141

Figura 69

tore parabolico (in realt paraboloide) e, dopo la riflessione, il fronte di


fase dell'onda piano per un'area pari alla sezione del riflettore.
La luce che emerge dalla lente nella FIG. 68 non si propaga all'infinito
come un fascio di diametro pari a quello della lente, e la stessa cosa sue-

Figura 70

cede al fascio di microonde della FIG. 69 : qual allora l'ampiezza dell'onda


a grande distanza dalla lente o dal riflettore ?
Un aspetto particolare di questa domanda proposto in FIG. 70 : s
immetta una potenza PT in un'antenna che trasmette un'onda piana di area
AT e si consideri un'altra antenna posta a distanza L che pu ricevere
una potenza PR da un'onda piana di area AR : qual il legame tra PT,
PR, AT, AR e L ? H. T. Friis nel 1 946 trov una relazione molto semplice
tra queste grandezze e cio :
(280)

1 42

ANTENNE E DIFFRAZIONE

dove A. la lunghezza d'onda ; questa equazione valida solo se l'antenna


trasmittente produce un'onda di ampiezza costante in tutta l'apertura di
area A T e se quella ricevente raccoglie tutta l'energia di un'onda piana in
un'area AR . Quando un'antenna viene adoperata in trasmissione, pu pro
durre un'onda la cui ampiezza non sia costante in ogni punto della sua
apertura e in questo caso le viene attribuita un'area efficace, che inferiore
a quella geometrica ed quella da porre nella (280) ; l'area efficace di un'an
tenna la stessa sia quando viene usata in trasmissione sia in ricezione.
La formula di trasmissione di Friis cos semplice da far pensare che
la si possa ottenere con una dimostrazione altrettanto semplice : facile
comprendere che

PR
A RA T
deve essere proporzionale a A. 2L2 , ma non affatto
T
T

facile immaginare che la costante sia proprio l'unit : Friis ha pubblicato


la sua prima semplice dimostrazione nel 1 97 1 1 servendosi di un interessante
procedimento descritto da C. Huygens il quale, nel suo libro Trait de
la lumire, pubblicato nel 1 690, stabil che ogni punto di un fronte d'onda
diventa il centro di una nuova onda. Questa idea venne poi effettivamente
sfruttata da A. l. Fresnel nel suo libro Memoir on the difj"raction of light,
pubblicato nel 1 8 1 6 : con il termine diffrazione egli intendeva descrivere
la rappresentazione di un'onda e le procedure relative alla sostituzione
del fronte d'onda con le sorgenti di nuove onde. Ma come ci si pu servire
dell'affermazione di Huygens che ogni punto del fronte d'onda diventa
centro di una nuova onda e di che tipo di sorgenti si tratta ?
La FIG. 7 1 rappresenta un'onda piana che si propaga verso destra :
si supponga che all'interno di uno spazio sottile w vi sia qualche cosa che
assorba l'onda proveniente da sinistra e ne generi una uguale verso destra
mentre tutt'intorno le cose restano come prima. Che cosa si pu mettere
nello spazio w perch succeda proprio cos ? L'equazione (278) descrive la
radiazione di una distribuzione di sorgenti puntiformi che non invia onde
verso sinistra (& = n) : se si distribuiscono queste sorgenti puntiformi
su un piano normale all'asse z, si ottiene una distribuzione piana di sor
genti che propaga un'onda piana verso destra ma non verso sinistra. Per
ottenere la (278) si part da sorgenti isotrope che generavano onde variabili
in funzione di r secondo la relazione :

r
1

Friis H. T., Introduction to radio and antennas, in IEEE Spectrum, V I I I , 55, aprile ( 1 97 1 ) .

1 43

Figura 71

Si pu pero Immaginare anche che esistano dei pozzi che assorbono le


onde, che variano in funzione di r secondo la relazione :
r

Si pu quindi costruire una combinazione di pozzi piani che assorbano


proprio tutte le onde che arrivano da sinistra seguendo gli stessi passaggi
fatti per la (278) : sufficiente infatti sostituire eikr a e-ikr per passare dalle
sorgenti ai pozzi, mentre la messa in fase corretta dei pozzi ci fa passare da
cos

(-) a cos (:n + ) . Quando si tratta poi di scegliere n si vede che

qualsiasi valore di n va bene : se si prende una combinazione di sorgenti che


corrisponda a un qualsiasi valore di n e si distribuiscono uniformemente
tali sorgenti su piani normali all'asse z, si ottiene un insieme di sorgenti
piane che produce un'onda piana verso destra e nessuna onda verso si
nistra !
Vi sono molti modi tutti validi per rappresentare un'onda piana come
in viluppo delle onde irradiate da tutti i punti del fronte d'onda : l'onda
piana pu essere vista sia come somma di fasci sottili (n grande) o di ampi
fasci di radiazione (n piccolo) e una rappresentazione vale l'altra. Infatti
un osservatore posto alla destra del volume contenuto nello spessore w
della FIG. 7 1 , non pu dire che cosa accada a sinistra e quindi, se si in te-

1 44

ANTENNE E DIFFRAZIONE

ressati solamente alle onde a destra del fronte d'onda, quest'ultimo pu


essere sostituito da qualsiasi tipo di sorgenti la cui somma dia l'onda piana
a destra, anche se le stesse sorgenti produrrebbero onde diverse a sinistra ;
si pu rappresentare l'onda lJ. destra per mezzo di uno qualsiasi dei pro
fili di campo dati dalla (269) che irradiano a sinistra oltre che a destra :

Figura 72

ognuno di questi rappresenta in modo corretto l'onda piana alla sua destra.
Si consideri ora il problema illustrato dalla FIG. 72 : un'onda piana prove
niente da sinistra si propaga lungo l'asse z e, giunta su un piano perpendi
colare a z passante per l'origine, viene sostituita con delle sorgenti che pro
ducono la stessa onda piana verso destra ; le sorgenti che occupano una
qualsiasi areola del piano hanno un profilo direzionale F({}) rispetto alla
direzione z; potendo scegliere liberamente tra vari lobi di radiazione,
conveniente servirsi di quelli nei quali F({}) tende rnonotonamente a zero

per {} tendente a l per esempio quelli descritti dalla ( 1 69). La FIG. 72 mo'
stra in sezione il piano normale a z passante per z = O e sul quale vi
una distribuzione uniforme di sorgenti : l'area di una circonferenza di rag
gio r con centro nell'origine data da :

(28 1 )
A

un piccolo incremento di d, pari a !:1 d, corrisponde u n aumento dell'area

!:1A dato da :
!:1A

2nd !:1d.

(282)

L'intensit totale delle sorgenti che occupano una certa area proporzio
nale all'area stessa mentre l'ampiezza del campo prodotto dalle sorgenti
in P direttamente proporzionale all'area e a F({}) e inversamente propor-

1 45

zionale a d. Pertanto l'incremento d'ampiezza t:l.S in P dato da :


K t:l.AF(1J)
= 2nKF(1J) t:id,
(283)
d
dove K una costante. A un incremento !:id della distanza dalla sorgente
corrisponde una variazione di fase dell'onda data dal prodotto tra la costante
di fase k e l'incremento stesso ; poich tutte le sorgenti nel piano sono in
fase, la variazione di fase t:lrp relativa a un aumento della distanza !:id
data da :
t:l.S

t:lrp = - k !:id =

- 2n !:id

A.

(284)

Il campo in P pu essere considerato come la somma di molti contributi


parziali relativi alle sorgenti che si trovano nelle aree t:l.A, definite da incre
menti di distanza !:id e di fase t:lrp tutti uguali ; la lunghezza o modulo t:l.S di
ogni componente dato dalla (283), mentre la variazione di fase tra un
componente e il successivo data dalla (284) ; i primi componenti giacciono
vicino all'asse z, e per loro F(1J) = l : essendo quindi tutti uguali in modulo
devono trovarsi lungo la circonferenza di un cerchio (FIG. 73).
All'aumentare della porzione del piano con l'aggiunta di altre areole t:l.A
corrispondenti a uguali incrementi della distanza !:id, la somma dei compo-

Figura 73

1 46

ANTENNE E DIFFRAZIONE

n enti si muove in tondo, come si vede dalla FIG. 73 ; dopo parecchi giri, le
aree che via via si aggiungono sono sempre pi lontane dall'asse, quindi {}
aumenta, F(ff) diminuisce e il modulo del componente aggiunto diminuisce
mentre l'angolo tra questo e il successivo rimane invariato ; ci significa
che la somma dei componenti si avvolge a spirale verso l'interno e raggiunge
l'origine quando F(ff) = O. L'ampiezza del campo prodotto da tutte le
sorgenti dell'intero piano in P proprio data dalla distanza dal punto di
partenza O al centro del cerchio, cio il raggio S0 del cerchio.
Qual il rapporto tra l'ampiezza 11S prodotta dalle sorgenti giacenti
in un cerchio con centro nell'origine e area 11A e l'ampiezza S0 determinata
da tutte le sorgenti del piano ? Dalla FIG. 73 e dalla (284) si pu trovare una
relazione tra il raggio del cerchio S0, l'incremento di ampiezza del cam
po 11S per F(#) = ({} piccolo), 11d e ;. :

- 11S
11 cp = - =
So

- 2n 11d

(285)

Dalla (282) si pu notare che per punti vicini all'asse, dove d = L, si ha :


11A

2n 11d = -'
L

(286)

che, sostituita nella (285), d :


11S
S0

11A
).L '

(287)

dove 11S l'ampiezza di picco del campo in P prodotto dalle sorgenti


che si trovano nell'area 11A attorno all'origine e S0 quella relativa a tutte le
sorgenti del piano ; poich queste generano un'onda piana, S0 deve essere
l'ampiezza massima del campo anche nell'origine ; la densit di potenza
nell'origine proporzionale a S mentre quella in P a (11S) 2 Se 11A l'area
dell'antenna trasmettitrice
(288)
e il rapporto tra la potenza totale ricevuta PR e quella trasmessa PT :
PR
PT

AT

So

PR
PT

AR
AT

A
;_2L2

(--r
Dalle (287) - (289) si ottiene :
( ) A RAT
;. 2L2

(289)

(290)

1 47

che proprio la formula di trasmissione di Friis che viene adoperata nella


progettazione di sistemi a microonde e per esperimenti nel campo dei laser.
Questa formula, cio la (280) o la (290), valida solo nel caso in cui ogni
antenna vista dall'altra sotto un angolo molto piccolo e quando le due
antenne sono puntate direttamente l'una verso l'altra. Soddisfatte queste
condizioni, l'equazione applicabile sia alle onde longitudinali, come quelle
sonore, sia alle onde trasversali, come quelle elettromagnetiche ; la restri
zione ad antenne di piccolo diametro apparente assicura l'osservanza della
condizione che le ampiezze delle onde su tutta l'area dell'antenna trasmetti
trice abbiano la stessa direzione per quella ricevente anche nel caso di onde
trasversali.
Dopo averla ricavata, pu essere interessante discutere la formula di
trasmissione : allontanandosi dall'antenna trasmittente, l'onda diverge ra
dialmente e la potenza PT si distribuisce su un'area proporzionale a L2 ,
e ci giustifica il termine in l jL 2 ; il termine AR deve essere incluso come
fattore moltiplicativo in quanto, lontano dalla sorgente, la densit di po
tenza varia di poco con la distanza per cui la potenza totale raccolta dal
l'antenna ricevente proporzionale alla sua area AR ; d'altra parte, conside
rando una coppia di antenne, se si scambia la sorgente con il ricevitore,
la frazione di potenza raccolta la stessa e quindi si deve introdurre allo
stesso modo anche il termine AT.
Che cosa dire di A. ? Si supponga di osservare l'antenna trasmittente da
grande distanza : spostandosi lateralmente dal suo asS, un'estremit del
l'antenna pi lontana dell'altra e quindi le onde provenienti dalla parte
pi lontana sono sfasate rispetto a quelle prodotte sul Iato pi vicino e,
minore la lunghezza d'onda, maggiore Io sfasamento delle onde prove
nienti dalle due estremit dell'antenna. Di fatto, un'antenna di larghezza W
emette un fascio di radiazioni la cui apertura minima {) proporzionale a
A. j W: pi corta A., pi sottile il fascio ; a una certa distanza la potenza
della trasmittente sparpagliata su un'area proporzionale all'angolo molti
plicato per la distanza L e la densit di potenza raccolta dall'antenna rice
vente inversamente proporzionale a quell'area. In altre parole la densit
di potenza ricevuta proporzionale a :

PT W 2

(29 1 )

che, rispetto alla (280), contiene W 2 al posto dell'area AT oltre che PT ,


L2 e A.2 , come ci si poteva aspettare. Mentre il ragionamento ora fatto con
sente di ottenere l'espressione della formula della trasmissione, le equa
zioni (28 1 ) - (290) portano alla soluzione numerica esatta.

1 48

ANTENNE E DIFFRAZIONE

La formula di trasmissione stabilisce che la potenza ricevuta propor


zionale all'area dell'antenna trasmittente, che stata considerata piccola
durante i calcoli fatti ; quello che invece si pu dire che, quando l'antenna
trasmittente piccola, la densit di potenza che raggiunge quella ricevente

A R deve essere legata alla densit di potenza della trasmittente A T

dall'espressione :

(292)
Cio le ampiezze delle onde sulle antenne ricevente e trasmittente, SR e ST ,
devono soddisfare alla :

SR

AT
).L '

(293)

che soddisfatta solamente per piccole aree A T.


Si supponga ora che sorgenti di uguale ampiezza siano uniformemente
distribuite su una calotta sferica di raggio L e semiampiezza a, come illu
strato in FIG . 74 : l'area A di questa calotta :

J: (2nL sin a)L da

2nL2 (1 - COS a)
4nL2 sin 2 (a / 2).

(294)

Figura 74

1 49

Se le sorgenti sono uniformemente distribuite su tutta la superficie, le


ampiezze delle loro onde si sommano al centro e sono proporzionali a A f L
per cui si pu scrivere che l'ampiezza di campo SR al centro uguale a :

SR = C sin2

(_!-___2 ) '

(295)

dove C un fattore moltiplicativo che si deve determinare in qualche modo.


Se a molto piccolo, la calotta sferica approssima un dischetto piano molto
piccolo ed quindi applicabile la (293) ; in questo caso A T vale :

(296)
Ossia per piccoli valori di a, applicando la (293), si ha :

na2L
SR
=
ST
...
mentre applicando la (295) :
Ca2
SR = 4 -.

--

(297)

(298)

Osserviamo che :

(299)
e dalla (295)

= 4n

( ) sin2 (a / 2).

(300)

Si potrebbe ingenuamente pensare che un'onda che si muova verso il


centro della sfera assuma in esso un valore infinito ; in realt questo non
avviene poich l'onda si diffonde attorno all'origine, si impacchetta in una
regione di dimensioni proporzionali alla lunghezza d'onda divisa per sin2

()

e poi si espande di nuovo. Supponendo che la potenza dell'onda rimanga


costante entro il cono di semiampiezza a durante il moto progressivo
dell'onda, il rapporto di ampiezze dato dalla (300) si ottiene a una distanza
.<. f 4n sin 2
dall'origine dove la semiampiezza del fascio, a, data da :

(;)
a

1 50

[.<. f 4n sin2 (a / 2)] sin a.

(301)

ANTENNE E DIFFRAZIONE

Figura 75

In realt l'onda si propaga all'incirca come schematizzato dalle linee in


colore della F I G . 75, e per mezzo di a si pu ottenere una stima del raggio
del fascio nel centro ; naturalmente una parte del fascio si trova all'interno
del raggio e una parte all'esterno. Per piccoli valori di a, la (301) diventa :
a =

--

(302)

na
L'equazione (300) si applica alle onde polarizzate, per esempio quelle elet
tromagnetiche, solamente per piccoli valori di a ; per angoli maggiori, SR
risulta minore di quello dato dalla (300) sia perch le ampiezze delle onde
che arrivano nel centro dai vari punti della calotta sferica hanno direzioni
diverse, sia a causa della natura non isotropa delle sorgenti di onde pala
rizzate.
In questo capitolo il fronte d'onda stato sostituito dalle sorgenti e ne
stato calcolato il campo prodotto a distanza ; in qualche problema di dif
frazione ci si imbatte in un'onda che incide su una lastra opaca contenente
due o pi piccole aperture, ognuna delle quali si comporta come una sor
gente, per cui il calcolo del campo a distanza viene fatto sommando le
onde provenienti da queste sorgenti. In questo caso il valore del campo a
distanza dipende in parte dal profilo direzionale dell'onda proveniente
dalla singola apertura ; quest'ultima infatti non semplicemente una replica
dell'onda incidente sul piano forato in quanto interagisce con esso :
solo attraverso procedimenti dettagliati che si pu trovare la natura della
sorgente che rappresenta adeguatamente l'onda emergente dalla fessura.
Fintanto che il profilo direzionale di queste onde non importante, si
possono ottenere dei risultati validi considerando solamente le loro fasi
relative. quindi possibile calcolare correttamente le ampiezze delle onde
che provengono dalle aperture per qualsiasi regione di spazio dalla quale

151

tutte le fessure siano viste approssimativamente sotto la stessa direzione.


Se si vogliono ottenere le reali ampiezze del campo, bisogna conoscere le
effettive ampiezze delle sorgenti e, per poterle ottenere in funzione di di
versi angoli, bisogna prima conoscere i profili direzionali delle sorgenti1.
Problemi
16.1 Per ottenere l'equazione (290) si suppose che l'ampiezza del campo fosse costante.
lungo tutta l'apertura geometrica o l'area dell'antenna trasmittente, indipendentemente
da quale delle due antenne fosse considerata come trasmittente. Nelle situazioni prati
che l'ampiezza del campo varia lungo l'apertura e allora la (290) applicabile se AT e AR
diventano le aree efficaci che sono diverse dalle aree geometriche. Qual l'area efficace
di un'antenna se l'ampiezza del campo varia secondo la relazione S
F(r) per r che va
da O ad a ed nulla per r > a ?
=

16.2

S i pu generalizzare i l risultato del problema l ?

16.3 Un interferometro consiste di due antenne che puntano nella stessa direzione, ma spa
ziate di parecchie lunghezze d'onda. Si dia un'espressione del profilo direzionale di un
interferometro in funzione dei profili direzionali e della separazione delle due antenne.
16.4 Si pu rappresentare un'antenna per microonde quadrata per mezzo di sorgenti
uniformemente distribuite su un'area quadrata normale all'asse z e con centro nell'ori
gine. Il contributo all'ampiezza di un punto a grande distanza D dal punto x, y, O da
parte delle sorgenti localizzate in x , y, O dato da :

dS

S0F({})

---

L2D

e-lkD dx dy'

dove L la lunghezza del lato del quadrato e {} l'angolo tra l'asse z e il segmento D che
unisce x, y, O al punto distante. Assumendo che {} sia piccolo e F({})
l , per D molto
grande si integri l'espressione data per ottenere il campo a distanza in funzione delle coor
dinate del punto ; si esprima poi il risultato per mezzo della distanza del punto lontano
dall'origine e degli angoli che forma con l'asse z.
=

Schelkunotf S. A., Friis H. T., Antennas, theory and practice, New Yo rk ( 1 952).

152

XVII

L'equazione delle onde in forma scalare

Le onde che si propagano lungo la direzione z e la cui ampiezza non varia


rispetto a x o a y sono descritte dalla seguente equazione :

(303)
che ha come soluzione generale :

(304)
Cio qualsiasi funzione di argomento

(t )

soluzione della (303) ;

in altre parole S pu variare in un modo qualsiasi con la distanza (fissato


un certo istante) e questo profilo pu muoversi verso destra o verso sinistra
con velocit v. L'equazione (303) si applica alle onde elettromagnetiche per
fettamente piane e descrive anche quasi esattamente il comportamento
delle onde sonore piane e di quelle nelle funi tese.
L'equazione d'onda tridimensionale corrispondente alla (303) ;

2S
2 S
2 S
1 2 S
(305)
+
+ 'z 2 = -;; 2
2
2
'x
y
't
che, come si pu vedere, si riconduce alla (303) se S non varia lungo gli

153

assi x e y, se cio si tratta di una vera onda piana. In questo caso due solu
zioni della (303) sono :

SR = So ei[ w t -(w fv)zl ,


SL = So ! wt+ ( w /v)z] ,
dove SR un'onda piana che
che si propaga verso sinistra ;
in modo da ottenere un'onda

sl =
si ha :

(306)
(307)

si propaga verso destra e SL un'onda piana


combinando le onde date dalle (306) e (307),
SI per cui :

SL - SR
2i

(308)

SI = S0 ei wt sin [ (w / v) z] ,

(309)

e cwe un'onda stazionaria. L'ampiezza di picco varia in funzione di


secondo la legge sin

[( :) J e in ogni punto l'ampiezza varia sinusoidal


z

mente nel tempo ; un'onda del tipo descritto dalla (309) si ottiene quando
un'onda piana viene riflessa da una superficie perfettamente riflettente
e normale alla direzione di propagazione dell'onda stessa.
Ritornando alle onde sferiche, se S varia esclusivamente in funzione
della distanza r dall'origine, si pu scrivere :

2 as
a2S
+
7 -at 2
a - --, a;:a 2S

'

(3 10)

che ammette come soluzioni :

sl = - ei[wt-(w/v)rl ,
r

(3 1 1 )

S2 = _!_<l__ ei[wt+( w (v)r]


r

(3 1 2)

dove SI rappresenta un'onda che si espande verso l'esterno a partire da


una sorgente di dimensioni nulle, mentre S2 raffigura un'onda che si muove
contraendosi verso un pozzo pure di dimensioni nulle.
Nel capitolo XV venne presa in esame un'onda la cui ampiezza variava
secondo r in accordo con la (3 1 1 ) e si afferm che la sua potenza variava
l
in funzione di -2 ; anche se tutto ci vero, si pu tuttavia facilmente per
r

dere di vista un importante aspetto delle onde sferiche se non si aggiunge

1 54

L'EQUAZIONE DELLE ONDE IN FORMA SCALARE

qualche altra considerazione ; nel capitolo IX, relativamente alle trombe


coniche, si disse che un'onda che vi si propaga descritta dalla relazione :

(3 1 3)
Se ora si immagina che S della (3 1 0) vari come ei w t e sia :
w
k = --'
v

(3 1 4)

la (3 1 0) diventa :

2 as
a2 S
+ k"2 S
. 2 + r ..
ar
ar
-

(3 1 5)

O,

che ha esattamente la stessa forma della (3 1 3) ; infatti, se alla tromba alla


quale si applica la (3 1 3) viene attribuita un'apertura di 360 o 2n rad,
come descritto dalla FIG. 32, la tromba scompare e rimane solamente un'on
da sferica che descritta proprio dalle equazioni (3 1 O) e (3 1 5). Sempre nel
capitolo IX si associarono due variabili, V e W, all'onda nella tromba ;
una di queste, V, variava con la distanza secondo la (3 1 1 ) o la (3 1 2), e
l
l'ampiezza diminuiva semplicemente come -- , mentre l'altra variava con la

distanza in modo pi complicato ; la potenza complessa V * W era data da

V* W

(V j A ) (=f l - i / k1z).

( 1 30)

La potenza complessa delle onde descritte dalle (3 1 1 ) e (3 1 2) deve quindi


comportarsi in funzione della distanza allo stesso modo, seguendo cio
la ( 1 30), poich come si visto le equazioni differenziali che descrivono
le onde, la (3 1 3) e la (3 1 0), sono le stesse.
Le ampiezze S1 e S2 possono essere misurate con qualsiasi unit di
misura, e, se si rende unitaria la parte reale della potenza, quella com
plessa Pc deve essere, secondo la (1 30) :

Pc = (1 - i / kr).

(3 1 6)

Si nota che nell'intorno dell'origine di un'onda sferica devono esistere


elevate intensit di campo, in modo che l'energia venga alternativamente
diffusa nello spazio attorno all'origine e quindi risucchiata nella sorgente.
Nel capitolo XVI si osserv che dei campi molto intensi dovevano trovarsi
vicino a piccole sorgenti direzionali composte da sorgenti isotrope posi
tive e negative molto vicine l'una all'altra, mentre ora si afferma che de-

1 55

vono esistere dei campi elevati anche vicino alla stessa sorgente isotropa
e questa una caratteristica generale delle sorgenti ; la potenza proveniente
da una sorgente molto piccola rispetto alla lunghezza d'onda possiede ne
cessariamente una componente reattiva molto elevata la cui natura fi
sica dipende da quella dell'onda.
Un'onda sonora caratterizzata dalla pressione e dalla velocit : la
pressione per unit di area in un'onda sonora sferica varia in accordo con
la ( 1 28) e cio, se si chiama V questa pressione e r la distanza dall'origine,
secondo la seguente relazione :
V =

r ekr.
Vo

(3 1 7)

Detta W la velocit associata alla pressione (non quella dell'onda), la sua


variazione, secondo la ( 1 29), data da
W

Wo_

(=f

e ikr .
- _l_

(3 1 8)

r
kr
La potenza complessiva data dal prodotto 4nr 2 per V* W e si pu no
tare che il suo andamento in funzione della distanza segue la ( 1 30). In
un'onda sonora di questo tipo nell'intorno dell'origine presente una
grande quantit di energia cinetica associata alla materia che in quella zona
si muove molto rapidamente, come nel caso di piccole sorgenti di dimen
sioni finite ; si immagini per esempio di avere una sorgente sonora subacquea
sotto forma di un pallone sferico la cui pressione atmosferica interna vari
sinusoidalmente nel tempo (per mezzo di una pompa) : quando il valore
del prodotto tra k e il raggio del pallone piccolo, la forza principale che
l'acqua esercita sul pallone molto vicina a quella che sarebbe necessaria
per mantenere in movimento sinusoidale una massa costante (d'acqua) :
viene irradiata una potenza molto debole mentre perlopi, all'acqua cir
costante la sorgente, viene alternativamente ceduta e quindi assorbita del
l'energia cinetica.
Un'onda elettromagnetica viene irradiata quan do una corrente elettrica
che varia sinusoidalmente fluisce in una spira metallica ; se la spira pic
cola rispetto alla lunghezza d'onda, si genera, vicino a essa, un elevato
campo magnetico al quale viene ripetutamente ceduta e sottratta energia
in sincronia con l'alternanza di aumento e diminuzione della corrente e del
campo.
Considerando di nuovo le (3 1 1 ) e (3 1 2), si pu osservare che evidente
mente in natura non esistono onde sonore la cui ampiezza assuma un valore
infinito in un certo punto fisico, come nel caso di S1 e S2 : di fatto, le onde

156

L'EQUAZIONE DELLE ONDE IN FORMA SCALARE

sonore non soddisfano la (3 1 0) per sorgenti o pozzi di dimensioni nulle nei


quali, secondo le (3 1 1) e (3 1 2), la pressione dovrebbe essere infinita. Tut
tavia queste equazioni non sono inutili in quanto descrivono soddisfacen
temente le onde sonore sferiche lontano dalle sorgenti o dai pozzi. Inoltre
queste onde possono essere combinate fra loro in modo molto interessante :
si definisca un'onda di ampiezza S data da :
S

(S2 - S1 ) / 2i (w j v).

(3 1 9)

Dalle (3 1 1) e (3 1 2) si ottiene che :


_

S -

s0e

iwt

( sin(w[ (wj v)/ vr) r] ) .

(320)

Come gi S1 nella (309), S definito dalla (320) rappresenta un'onda sta


zionaria : la si pu descrivere come un'onda sferica sinusoidale che si muo
ve verso l'origine, l'attraversa e ne ries.ce di nuovo ; si noti che S non as
sume un valore infinito nell'origine ma piuttosto tende a s0 perch, per
r molto piccolo, sin

[( : ) r] uguale a ( : ) r. Dalla (295) si ottiene

il campo SR nell'origine ricavato secondo il procedimento della diffrazione, e cio :


(32 1 )

Quando a = n l a sorgente circonda l'origine : ci corrisponde a una so


luzione dell'equazione delle onde (320) ; da questa si osserva che il rap
porto tra l'ampiezza di picco a grande distanza e quella nell'origine
dato da :
(w j v)r

(322)

Tuttavia a grande distanza, met dell'ampiezza massima appartiene all'on


da uscente ; se ST l'ampiezza di picco a grande distanza L dell'onda
entrante e SR quella totale nell'origine, si ottiene :
SR
ST

2 (w j v) L sin2 (a / 2)
4nL

A. = --

(323)
sin2 (a / 2),

1 57

che identica alla (300) che fu ricavata senza ricorrere direttamente al


l'equazione delle onde.
Dalla (320) si nota che S nulla su una sfera il cui raggio tale che :

-2nr

.l. -

-- r =

= n.

(324)

Pertanto il raggio r di questa regione vale :


.l.

r =
2

(325)

Si vede cos che almeno per a


n 1 2 la (302) sottostima le dimensioni della regione vicino all'origine sulla quale l'onda si distribuisce.
stato fatto notare che la (309) rappresenta una situazione stazionaria
in cui un'onda si avvicina all'origine e, sia che ci passi attraverso sia che
venga riflessa, si propaga poi all'indietro ; si possono tuttavia trovare del
le onde che si avvicinano all'origine da una parte e ne escono dall'altra :
tali onde non posseggono simmetria sferica e quindi non possono essere
soluzioni della (3 1 0) ma devono soddisfare la (305), di cui la (3 1 0) un
caso particolare. Si riscriva la (305) nel modo seguente :

a2s
a2s
a2 s
x2
z2
y 2
+

1 a2s
v2 t 2

- - - o

(326)
as

as

as
-

se S una soluzione della (326), lo sono pure fu' -x o y ' come si


pu constatare, ricordando che possibile mutare la sequenza di deriva
zione in caso di derivate parziali :

2 (as 1 az) + a 2 (as 1 az) - - 1 2 (as 1 az)


2 tCcy2 .
az2
v2 -a2s
a
a2 s
a2s
1 a 2s
(327)
= Tz x2 + y 2 + az 2 - 8(2 = 0
Infatti, una grandezza che sempre nulla non pu variare in funzione di z
e quindi anche la sua derivata parziale rispetto a z deve essere nulla.
Poich S dato dalla (320) una delle soluzioni della (3 1 0), deve esser
lo anche dell'equazione pi generale (3 0 5) ; se si riformula la (320) in ter
mini di x, y e z si ha :
2 (as 1 az)
ax2

--Cc--

(328)

1 58

L'EQUAZIONE DELLE ONDE IN FORMA SCALARE

Da quest'ultima espressione si deduce facilmente che :

as
z

e. w t

- so

( z cos [k 2(x2 +2y2 +2 z2) 1i2] +

x +y +z
2 1 1 2]
2
2
_ _z sin [k (x + y + z )
a12
k (x2 + y 2 + z 2)

(329)

Se {} l'angolo tra l'asse z e una retta passante per l'origine e per il pun
to x, y, z, e se r come al solito dato da (x2 + y 2 + z2) 1 i 2 SI ottiene :

as

--

fu

-- s0

ei w t

( cos kr
.

sin kr

kr 2

cos #.

(330)

as

Si pu notare che tende a zero nell'origine e rappresenta anche un'onda stazionaria. Poich l'equazione delle onde lineam, la somma di due
qualsiasi sue soluzioni ancora una soluzione e, combinando linearmente
la (320) e la (330), si pu costruire la seguente soluzione S1 :

sl

i as
s - T -a;- =

= s0

ei w t

[ --,:;:-kr + . (
-

sin

cos {}

cos kr

kr

)]
k2 r 2

sin kr

(33 1 )

S e s i considera l a (33 1 ) per valori d i r molto grandi, tali cio d a poter

l
r

trascurare i termini in
2 , e si scrivono le funzioni seno e coseno per
mezzo di eikr ed e-ikr, si ottiene :
So

ei w t

2 ikr

[eikr (l - cos #) - e-ikr (l +

COS

#)] .

(332)

Si noti che, per {} = O (la met di destra dell'asse z), l'onda si propaga
con verso + r, cio nella direzione + z e, per {} = n (la met di sinistra
dell'asse z), l'onda viaggia in direzione - r, cio
z ; se {} diverso da
O e da n, vi sono componenti differenti nelle due direzioni + r e - r. Poi
ch S1 definita dalla (33 1 ) essa stessa soluzione della (305), si possono
ottenere ulteriori soluzioni esprimendo S1 per mezzo di x, y, z e deri
vandola parzialmente rispetto a z pi volte : maggiore il grado della
derivata, pi l'onda si concentra vicino all'asse z.
-

1 59

L'equazione d'onda per le onde elettromagnetiche la seguente :


(333)
dove c la velocit della luce e Sx la componente lungo l'asse x del cam
po elettrico o di quello magnetico ; l'equazione verificata anche sosti
tuendo Sx con Sy o con S,, che sono rispettivamente le componenti di S
lungo gli assi y e z. Osservando la (325) si potrebbe pensare che esista
un'onda elettromagnetica sferica per cui :

sx

Sxo
-r

-i (wfc)r

(334)

D'altra parte le componenti del campo di un'onda elettromagnetica devo


no soddisfare anche l'equazione di Maxwell oltre che la (326), ma la (334)
incompatibile con le equazioni di Maxwell. Non comunque questa la
sede adatta per analizzare in dettaglio le onde elettromagnetiche a pro
posito delle quali gi stato fatto notare quali, tra le relazioni presentate,
erano soddisfatte esattamente oppure solo approssimativamente.
Problemi
17.1

Si dica quanto vale S, definito dalla (303 ), e le sue derivate parziali nel caso in cui la

funzione

F(t : ) vale

quando l'argomento compreso tra - l e +

e O all'esterno

di tale intervallo.
17.2 Si faccia un disegno che illustri i diversi momenti della riflessione dell'onda del pro
blema l nei due casi seguenti : a) quando l'ampiezza dell'onda riflessa ha lo stesso segno
di quella dell'onda incidente ; b) quando sono di segno opposto.
17.3
17.4

Si dimostri, con le opportune derivazioni, che la (328) una soluzione della (305).
S
Si trovi la
(supponendo SR dato dalla (307)) e si dimostri che una solu-

a:

zione della (306).


17.5 Si scriva la S1 data dalla (33 1 ) in funzione di
esprima il risultato per mezzo di r e di fJ.
17.6

z;

la si derivi rispetto a z e si

Si supponga di avere due onde del tipo di quelle descritte dalla (320), l'una di am-

piezza

s0 =

e centro in
lungo l'asse

1 60

x,

rr

A/2 con

(:)
z

z =

centro in

(:)

z =

e l'altra di ampiezza

s0 =

rr

A e -i 2

Si trovi un'espressione semplice dell'ampiezza del campo

a grande distanza dall'origine e la si confronti con S data dalla (332).

XVIII

lrraggiamento

L'irraggiamento il processo per mezzo del quale le onde vengono gene


rate, processo che era stato finora sottinteso. Se si collega una sorgente
alternata a un'estremit di una linea di trasmissione elettrica (per esempio
una coppia di fili o di conduttori coassiali) come illustrato nella FIG. 76,
ci si aspetta che un'onda elettromagnetica si propaghi lungo la linea,
allo stesso modo di un'onda acustica in un tubo pieno d'aria nel quale
viene mosso avanti e indietro uno stantuffo, come si vede sempre nella
FIG. 76. In altre parole l'irraggiamento di onde viene associato di solito
a sorgenti oscillanti : per esempio il cono vibrante di un altoparlante ir
radia onde acustiche (sonore), la corrente alternata in un'antenna tra
smittente radio o televisiva onde elettromagnetiche, un dipolo elettrico o
magnetico oscillante onde polarizzate circolarmente. L'irraggiamento

Figura 76

161

sempre assoiato al movimento, ma non sempre alla variazione di moto.


Si immagini di avere un qualsiasi tipo di dispositivo rigido in movimento
in un mezzo dispersivo, come quello illustrato dalla FIG. 77 e cio una
'guida' che si muove lungo un'asta sottile ed elastica spostandola duran
te il suo movimento ; questo dispositivo mobile genera un'onda in un mez
zo dispersivo di frequenza tale che la velocit di fase v dell'onda stessa
sia pari a quella dell'oggetto in movimento. Se la velocit di gruppo

Figura 77

minore di quella di fase, l'onda prodotta segue il dispositivo mobile, co


me accade nella FIG. 77, mentre se maggiore l'onda lo precede ; cos un
oggetto che si muove in linea retta a velocit costante pu irradiare delle
onde solamente se la sua velocit uguale a quella di fase delle onde che
vengono prodotte, e questo pu avvenire sia in un mezzo dispersivo li
neare, come si visto sopra, sia nel caso di un oggetto che si muova in
una regione di spazio nella quale possano propagarsi delle onde piane.
La FIG . 78 descrive un mezzo nel quale le onde piane si propagano con
velocit v ; si supponga che il fronte d'onda formi con l'asse z un ango
lo {} : la sua intersezione con l'asse z si muove lungo lo stesso asse con ve
locit u data dalla :
u

sin {}

(335)

Il modo pi semplice per dimostrarne la correttezza quello di osservare


che la componente di

normale al fronte d'onda

sin {} ; se {}

:Il

2,

la (335) naturalmente verificata poich in questo caso il fronte d'onda


si muove perpendicolarmente all'asse z e d'altra parte, se {} tende a zero,
un piccolo movimento del fronte d'onda produce un grande spostamento
della sua intersezione con l'asse z.
Si consideri ora un oggetto che si muova attraverso un mezzo nel qua-

1 62

I R RAGGIAMENTO

Figura 7 8

le delle onde piane posseggono velocit v: se la sua velocit u maggio


re di v, un'onda piana che si propaghi con un certo angolo rispetto al
l'asse si mantiene giusto in passo con l'oggetto stesso, che quindi irradia,
cio eccita delle onde i cui fronti sono inclinati rispetto all'asse dell'ango
lo {} dato dalla (335).
Quando un solido si muove nell'aria con una velocit superiore a quel
la del suono, genera onde d'urto ; in prossimit dell'oggetto il comporta
mento del mezzo non pi lineare e l'equazione d'onda lineare non
pi valida, ma a distanza dal solido l'onda si propaga formando un an
golo dato dalla (335).
I corpi non possono muoversi con velocit maggiori di quella delle on
de elettromagnetiche nel vuoto (3 x l 08 m / s), mentre possono viaggiare
nei solidi a velocit superiore a quella che un'onda elettromagnetica pos
siede nel solido stesso ; molte particelle cariche posseggono una velocit
superiore a quella della luce nel vetro, nell'acqua o nei cristalli trasparenti
e le sorgenti di queste particelle possono essere i raggi cosmici, eventi nu
cleari o acceleratori costruiti dall'uomo : quando queste particelle cariche
veloci si propagano attraverso i solidi emettono la radiazione di Cheren
kov ; a essa dovuto per esempio l'alone azzurro nell'acqua che circon
da una pila atomica. La direzione della radiazione di Cherenkov deter
minata dall'equazione (335) .
Se un oggetto si muove attraverso un mezzo a velocit maggiore di
quella delle onde piane in quel materiale, cede continuamente energia al

1 63

mezzo attraverso 1'1rraggiamento delle onde e gli deve quindi essere for
nita continuamente potenza perch possa mantenere il suo stato di moto ;
naturalmente la potenza necessaria anche per altri motivi : i mezzi reali
offrono una certa resistenza al movimento, sono cio viscosi. Per muo
vere un dirigibile attraverso l'aria o un sottomarino sott'acqua ci vuole
dell'energia anche se le loro velocit sono molto inferiori a quelle del
suono nell'aria o nell'acqua ; nel caso del volo di un aeroplano, una par
te della potenza necessaria per muoverlo viene spesa per sopperire alle
perdite viscose o per attrito durante il suo scivolare attraverso l'aria ; inol
tre una parte della potenza viene adoperata per smuovere l'aria i n modo
tale da sostenere l'aeroplano. Va notato tuttavia che la perdita di energia
per irraggiamento di onde diviene significativa nel caso di velivoli super
sonici o di motoscafi . Le ondine alla superficie dell'acqua sono legate alla
massa e alla tensione superficiale dell'acqua stessa e non sono dispersive,
mentre le onde pi grosse (in acque profonde) coinvolgono sia la massa
dell' acqua sia il suo peso, che dato dal prodotto della massa per l'acce
lerazione di gravit ; la relazione di dispersione per le onde piane (o me
glio lineari) sulla superficie dell'acqua la seguente :

w = (gk) l / 2 ,
mentre la relazione corri spondente tra velocit di fase

g
v =
w
dove

(336)

:
(337)

g l'accelerazione di gravit :
g = 9,6 m ( s 2

Dalla (337) si pu notare che un natante in movimento possiede sempre


una velocit maggiore di quella di un'onda di una certa frequenza, e quin
di genera sempre delle onde dette scia : l'energia spesa per produrre que
ste onde aumenta rapidamente con la velocit del natante. Infatti gli uni
ci veicoli che possono muoversi rapidamente sulla superficie dell'acqua
sono quelli che hanno una parte sommersa molto ridotta, come gli idro
volanti che scivolano sul pelo dell'acqua o gli aliscafi che poggiano su
pattini sottil i appena al disotto della superficie oppure i battelli sostenuti
da un cuscino d'aria ( overcraft ) che si muovono al disopra della superfi
cie : tali natanti generano onde o scie m inori di quelle prodotte da scafi
che galleggiano nell'acqua.
Anche dei sottomarini molto affusolati possono muoversi velocemente
nell'acqua : essi sono troppo distanti dalla superficie per produ rre una scia

1 64

IRRAGGIAMENTO

e inoltre viaggiano a velocit molto inferiori a quella del suono in acqua.


In questo libro sono state descritte delle perturbazioni in movimento,
chiamate onde, che si allontanano dalla sorgente che le ha prodotte ; pos
sono per esistere anche delle perturbazioni stazionarie in mezzi che per
mettono la propagazione delle onde ; per esempio in una barra possono
esistere onde sonore longitudinali ; essa pu anche venire compressa se
si esercita una pressione alle sue estremit oppure pu essere messa in
movimento a velocit costante ; l'aria in un tubo pu essere sede di onde
sonore, pu anche venire compressa (se le estremit del tubo sono chiuse)
oppure vi pu essere un flusso costante d'aria nel tubo stesso ; una fune
tesa pu essere percorsa da onde trasversali e pu anche essere sagomata
in diverse configurazioni ; una coppia di fili pu essere sede di un'onda elet
tromagnetica, ma si pu anche stabilire una differenza di potenziale reci
proca costante se vengono collegati a una batteria oppure, se i fili sono
uniti all'estremit opposta, si pu produrre una corrente costante nel cir
cuito cos formato.
Un sottomarino immobile o che viaggi nell'acqua molto pi lentamente
del suono non produce onde, che vengono invece generate da un proiet
tile che si muova a velocit supersonica ; ci deve quindi essere una qual
che relazione tra le onde e le perturbazioni che non si allontanano dal
la sorgente che le produce ; di fatto una relazione esiste e si pu compren
derne la natura attraverso gli esempi che seguono. Si consideri un'onda
che si propaga lungo una fune tesa fissata a un'estremit, come illustrato
dalla FIG . 79 ; l'onda viene riflessa verso la sorgente e lungo la fune coesi-

Figura 79

1 65

stono due onde di uguale ampiezza e frequenza, una che si propaga ver
so destra e l'altra verso sinistra. In molti casi si pu adoperare una gran
dezza fisica opportuna per misurare l'ampiezza S di un'onda, per, co
me si fatto notare, tutte le onde sono legate a pi di una sola pertur
bazione fisica ; per esempio le onde nelle funi tese sono collegate sia al
movimento della fune, espresso da una piccola velocit che diretta al
ternativamente verso l'alto e verso il basso durante la propagazione del
l'onda, sia alla variazione della pendenza della fune, che aumenta e di
minuisce al passaggio dell'onda ; la velocit massima quando anche la
pendenza Io ma, per una pendenza positiva, la velocit diretta verso
l'alto per un'onda che viaggia verso destra e verso il basso per un'onda
che si muove verso sinistra ; a che cosa porta tutto questo quando due
onde si propagano nello stesso mezzo in direzioni opposte ?
Si consideri l'onda che, come descritto dalla FIG. 79, si propaga lungo
una fune tesa fissata a un'estremit, dove viene riflessa completamente : in
quel punto la pendenza massima e la velocit dell'onda che si propaga
verso sinistra sono uguali a quelle dell'onda che viaggia verso destra ; ov
viamente nell'estremit bloccata la velocit totale della fune deve essere
nulla, cio le velocit associate alle due onde che si muovono in versi op
posti devono essere uguali e di segno contrario ; se si pone z = O in quel
punto, quanto detto sopra pu essere verificato se, detta V la velocit
complessiva, questa vale

;. (ei[wt-(wjv)z] - ei[wt+(wjv)z])

- V0 eiwt sin

(338)

[(w j v)z].

Se le velocit associate alle onde che si propagano nelle direzioni opposte


sono uguali e contrarie in z = O, le pendenze sono uguali e la pendenza
totale S pu essere espressa dalla seguente relazione :
s

So ( i[ wt -< wJv)z l
e
2

S0 eiwt cos

+ eHwt+<wJv)zl )

(339)

[(w / v)z].

Come si pu vedere dalle (338) e (339), due onde uguali che si muovono
in direzioni opposte formano un' onda stazionaria per cui, per ogni valo
re di z, sia la pendenza sia la velocit variano sinusoidalmente nel tempo,
mentre la pendenza massima e la velocit di picco variano sinusoidal
mente con la distanza : dove la velocit V possiede l'ampiezza massima,
la pendenza S nulla e viceversa. Questo tipo di relazione caratteristi-

1 66

IRRAGGIAMENTO

co di tutte le onde stazionarie : per esempio, nel caso delle onde elettro
magnetiche, il campo elettrico massimo laddove quello magnetico nul
lo e viceversa.
La frequenza di un'onda stazionaria pu essere tanto bassa quanto si
vuole ; quando tende a zero si hanno velocit e pendenza costanti oppure
campi elettrico e magnetico che non variano n in funzione del tempo
n della posizione lungo la direzione di propagazione ; si pu allora i m-

Figura 80

maginare che queste grandezze fisiche appartengano a due onde a fre


quenza nulla, una che si muove verso destra e l'altra verso sinistra. Il rap
porto tra la pendenza e la velocit oppure tra il campo elettrico e quello
magnetico dipende dalle fasi relative delle due onde ; per certi valori della
fase la velocit o la pendenza pu essere nulla e questo vale anche per il
campo elettrico e quello magnetico. Si possono estendere tali ragiona
menti alle onde sferiche o a onde con altre configurazioni.
Quale pu essere l'utilit di rappresentare grandezze fisiche costanti,
quali pressione e velocit o campo elettrico e magnetico, in termini di on
de stazionarie ? In parte ci pu rappresentare un legame concettuale tra
problemi statici e dinamici, mentre in molti casi pu servire a valutare
le eccitazioni di un mezzo che variano nel tempo ma sono contempora
neamente associate e strettamente connesse a una sorgente in movimento.
Si consideri il semplice esperimento illustrato dalla FIG. 80 : all'esterno di
due carrucole una fune tesa ha pendenza nulla, mentre fra di esse vale
S: che cosa succede quando le due carrucole si spostano verso destra
con velocit u ? Si consideri ora la FIG. 8 1 che rappresenta un oggetto spin
to da una forza f che si muove verso destra con velocit u e un'onda che
gli va incontro muovendosi verso sinistra con velocit di fase v, potenza
P1 ed energia per unit di lunghezza E1 ; l'oggetto mobile trasforma que
st'onda in un'altra che si allontana verso destra con potenza P2 , velocit
-

1 67

Figura 81

di fase v e densit lineare di energia E2 Si supponga il mezzo non disper


sivo, cosicch v rappresenti sia la velocit di gruppo sia quella di fase ;
sotto queste ipotesi, la quantit di moto per unit di lunghezza p e il flus
so della quantit di moto b sono dati da :
p =

v2
p

E
v

(340)

E.

La quantit di moto e la potenza dell'onda l sono dirette verso sinistra


mentre quelle dell'onda 2 sono dirette verso destra. Se si considerano le
onde a destra di un punto di riferimento fisso (la linea verticale sulla de
stra in figura) che si trova a una distanza variabile L rispetto all'oggetto
in movimento, si nota che vi una continua variazione della quantit di
moto rappresentata dalla differenza tra la quantit di moto dell'onda l e
quella dell'onda 2, che vale :

l
-v - (P1 + P2 )

E1 + E2

(341)

Inoltre una parte di quantit di moto viene immagazzinata nello spazio


tra l'oggetto mobile e il piano di riferimento fisso, ed data da :

L
L
.
(342)
- P1 + P2) = -- (- E1 + E2).
(
2
v
v
La variazione di L nel tempo - u, e quindi quella della quantit di mo

to immagazzinata risulta :

(343)

1 68

IRRAGGIAMENTO

Poich f la causa delle variazioni della quantit di moto espresse dalle


(341 ) e (343), si ottiene :
(344)
La differenza tra le potenze P2 e P1 :

P2 - P1 = - v (E1 - E2) .

(345)

L'energia dell'onda immagazzinata tra l'oggetto mobile e il punto fisso di


riferimento data da :
(346)
e la sua variazione nel tempo risulta essere :
(347)
Il prodotto della forza f per la velocit u deve essere uguale alla somma
delle potenze espresse dalle (345) e (347) cio :

fu

- u (E1 + E2 ) - v (E1 - E2),

(348)

Dalle (344) e (348) si possono ricavare facilmente due relazioni che rap
presentano la conservazione della quantit di moto e dell'energia. Sia :
allora :

E = El + E2 ,
E = f

E2
El

[ l + (rJ ,
[l - ( rJ
(l + r

(l - - r .

(349)

(350)

Osservando le (349) e (350) si nota che, al variare del segno di u, cio nel
caso di un oggetto che si allontani dal punto fisso di riferimento, la rela
zione tra la forza e l'energia totale per unit di lunghezza espressa dalla
(349) non cambia, mentre il rapporto tra l'energia dell'onda che si pro-

1 69

paga verso l'oggetto in moto e quella dell'onda che si allontana viene in


vertito. Ne consegue che le (349) e (350) si possono applicare all'esempio
mostrato in FIG. 82 nel quale una struttura in movimento esercita una
forza f sulle onde tra i due oggetti, forza che diretta verso destra sul
l'oggetto di sinistra e viceversa . Questa proprio la situazione descritta
dalla FIG. 80 e si quindi in grado di indagare quello che succede quando
un dispositivo che esercita una pressione costante per un tratto di fune

Figura 82

tesa si muove lungo la fune stessa : se si sposta verso destra, l'energia del
l'onda che si propaga nella stessa direzione aumenta rispetto a quella del
l'onda che si muove verso sinistra ; inoltre, per una data forza, l'energia
totale E associata alle onde aumenta. Quando la velocit u del dispositivo
mobile tende a quella delle onde v, l'onda che viaggia verso destra diven
ta molto maggiore dell'altra, e contemporaneamente l'energia totale E as
sume valori molto elevati ; questo vuoi dire che, per aumentare la velo
cit del dispositivo illustrato nelle FIGG . 80 e 82, bisogna esercitare su di
esso una forza ; una parte dell'energia E pu essere considerata come ener
gia cinetica associata alla velocit u. Se si indica con E0 l'energia relativa
a una velocit nulla, l'energia associata al movimento risulta essere :

E - E0

(35 1 )

Per basse velocit questa energia cinetica proporzionale a u2, ma, al


tendere di u a v, aumenta molto pi rapidamente di u2 Si noti inoltre che
l'incremento di energia con la velocit associato a un aumento del mo
dulo della pendenza e quindi, all'aumentare della velocit, le carrucole
della F I G . 8 0 si avvicinano l'un l'altra ; una parte dell'energia data dalla

1 70

IRRAGGIAMENTO

(35 1 ) proviene dalla molla del dispositivo illustrato in FIG. 80, che si rac
corcia all'aumentare della velocit, ma una parte deve essere fornita dal
l'esterno spingendo il dispositivo stesso se si vuole aumentarne la velocit.
stata ora analizzata una perturbazione che si sposta insieme con la
sorgente mobile e che a velocit molto basse non si comporta affatto co
me un'onda ; l'energia immagazzinata tutta di un tipo, piuttosto che es
sere ugualmente associata alla pendenza e alla velocit, o al campo elet
trico e a quello magnetico. All'aumentare della velocit della sorgente, la
perturbazione diventa sempre pi simile a un'onda che si propaga nella
direzione di movimento della sorgente ; per esempio i campi che circon
dano un elettrone che viaggia con velocit quasi pari a quella della luce
sono molto simili a onde elettromagnetiche intense e molto corte ; se la
sorgente potesse raggiungere la velocit delle onde, produrrebbe un'onda
progressiva reale . Quando la velocit della sorgente approssima quella
delle onde, l'energia della perturbazione che provoca molto elevata ; se si
prendono le equazioni alla lettera, si dovrebbe arguire che necessaria
un'energia infinita per imprimere alla sorgente la stessa velocit delle on
de, e questo assolutamente corretto nel caso di particelle cariche che si
muovono nel vuoto, mentre, se viaggiano in un mezzo oppure nel caso
di aeroplani che volano nell'aria, la velocit delle onde pu essere supe
rata a spese di una quantit finita di energia : infatti l'equazione d'onda
che viene adoperata per descrivere perturbazioni elettriche o magnetiche
in un solido o perturbazioni acustiche in aria non pi valida per onde
di notevole ampiezza.
stato inoltre fatto osservare che il dispositivo illustrato dalla FIG. 80
si raccorcia all'aumentare della velocit, e ci ha un preciso riscontro nel
comportamento tridimensionale : un elettrone, insieme con i profili di cam
po elettrico e magnetico che lo circondano, si contrae nella direzione del
moto all'aumentare della velocit secondo un effetto relativistico che fu
per osservato da L. Lorentz in anni ancora prerelativistici ; oggetti mate
riali, come dirigibili o sottomarini, non si accorciano nella direzione del
moto all'aumentare della loro velocit, mentre ci avviene (in teoria) per
la perturbazione che producono nel mezzo : infatti, se si assume che una
soluzione dell'equazione delle onde in forma scalare :
(305)
sia del tipo :
S

F(x, y,

z,

ut),

171

e cio che la perturbazione nel mezzo si muova verso destra con velocit
u, la (305) diventa :
O.

Se si pone :

(352)

(353)

nella (352), si ottiene :

a2S
ax 2

a2S
ay2

a2s
aw2

O,

(354)

che ha la stessa forma che avrebbe la (305) nel caso in cui S non varias
se nel tempo ; si pu cio far corrispondere a ogni tipo di perturbazione
immobile nel mezzo una perturbazione in movimento che soddisfi w ; per
esempiO, una soluzione ind ipendente dal tempo della (305) pu essere :

(x2

y 2 + z2) 1; 2

-- ------- - -

--

(355)

Una soluzione della (354) :

(356)

F2+ y 2 + ![i-= cl0 2 nlr2- .


La perturbazione stazionaria data dalla (255) possiede una simmetria sfe
rica, quella in movimento descritta dalla (256) appiattita nella direzione
z e diventa piana per u = v.
Se l' oggetto i n movimento si contrae longitudinalmente secondo la relazione

[l - ( ; ) ] 112,

facile risolvere le equazioni relative alla per

turbazione che trasporta con s ; Lorentz ipotizz che gli elettroni in movi
mento si contraessero seguendo la legge sopra riportata all'aumentare del
la velocit e A. Einstein in seguito lo dimostr\ mentre un contemporaneo
1

Si veda ad esemp i o M o l ler C . ,

1 72

The

theory of relativity, New York ( 1 9 52).

I R R AGGIAMENTO

di Lorentz, M. Abraham, ipotizz che gli elettroni in movimento rimanesse


ro sferici : questa ipotesi rende molto pi difficile la trattazione, allo stesso
modo che se si suppone che dirigibili o sottomarini in movimento non va
rino la loro lunghezza in funzione della velocit. Le ricerl).e di Lorentz
e Abraham sono discusse nel capitolo XI X del libro di H. J. Jean Electricity

and magnetism 1

Riassumendo quanto stato esposto fino a ora si pu notare che nelle


discussioni relative alle FIGG. 80 e 82, le operazioni sono state eseguite per
delle onde trasversali mentre le onde sonore sono longitudinali ; un au
mento costante della pressione una soluzione dell'equazione delle onde :
in un certo senso si pu pensare questo aumento costante come un'onda
sonora stazionaria a frequenza nulla ; in tal caso, per, la (349) non d
pi la relazione corretta tra la forza dovuta alla pressione e l'energia im
magazzinata nel mezzo ; esiste infatti una forza al confine della regione
compressa che proporzionale alla pressione piuttosto che all'energia.
stato fatto notare che una sorgente in movimento in un mezzo a ve
locit inferiore a quella delle onde non irradia ma porta con s una per
turbazione le cui variazioni nello spazio e nel tempo dipendono dalla na
tura e dalla velocit della sorgente stessa.
Quando si modifica la velocit della sorgente in movimento, si produce
una nuova configurazione con variazioni spazio-temporali differenti e una
diversa energia ; nei punti molto distanti il cambiamento di velocit della
sorgente non pu produrre istantaneamente i suoi effetti : una parte della
perturbazione che la circonda la 'abbandona' e si propaga come se fosse
un' onda irradiata ; quest'onda passa attraverso la sorgente stessa e inte
ragisce con essa. La forza che il campo irradiato esercita sulla sorgente
proprio quello che si deve fornire per variarne la velocit. Se la variazione
avviene lentamente, l'energia irradiata trascurabile, ma anche in questo
caso la forza il prodotto dell'onda irradiata2.
I fenomeni associati a sorgenti in movimento sono stati discussi in ter
mini di perturbazioni che si spostano insieme con le sorgenti nel mezzo e
la loro natura qualche cosa di intermedio tra la natura delle pressioni,
delle velocit e dei campi stazionari e quella delle onde ; queste perturba
zioni possono interagire con la sorgente stessa e dare origine a una mas
sa effettiva, come quella di un corpo che si muova nell'acqua, detta mas
sa elettromagnetica di una carica in moto nel vuoto.
1

Jean H . J . , Electricity and magnetism, N ew York ( ' 1 9 3 3 ) .


Pierce J . R . , lnteraction of moving charges with wave circuits, in Journal of Applied Physics,
627, maggio ( 1 9 5 5 ) .

XXVI,

173

Quando la velocit tende a quella delle onde, questi effetti autoindotti


diventano molto grandi. Le perturbazioni che accompagnano i corpi nel
loro movimento possono influenzare anche altri corpi, come avviene nel
caso dell'attrazione che si manifesta tra due corpi che viaggiano fianco a
fianco in un fluido o nel caso dell'attrazione magnetica tra due elettroni
che si muovono parallelamente che arriva a bilanciare la forza di repulsio
ne elettrostatica a una velocit pari a quella della luce.
Nella meccanica quantistica le azioni delle perturbazioni che si muo
vono insieme con le sorgenti sono descritte in termini di fotoni virtuali
nel caso elettromagnetico e di fononi virtuali in quello vibrazionale ; sem
bra quindi appropriato descrivere in termini di on da virtuale le pertur
bazioni che accompagnano una sorgente in movimento in un mezzo a ve
locit costante e inferiore a quella dell'onda.
Problemi
18.1 Seguendo lo schema della FIG . 79, si descriva la riflessi ne di un'onda in una fune
che sia fissata a un'estremit a una slitta verticale senza peso, libera di muoversi vertical
mente.
18.2 Seguendo lo schema della
tica in un conduttore.

FIG .

79, si descriva la riflessione di un'onda elettromagne

18.3 Un plasma che non presenti velocit termiche oscilla a una pulsazione definita wp
e le onde nel suo interno posseggono velocit di gruppo nulla : che cosa accade quando
una particella carica si muove attraverso un plasma del genere ?
18.4 Per un certo mezzo dispersivo la pulsazione w e il vettore d'onda k di un modo sono
legati dalla seguente relazione :
w

IOOO k2

misurati in m e s. Si supponga che una perturbazione non alternata si muova verso destra
nel mezzo a una velocit di 100 m f s e provochi un'onda : quale sar la sua w ? L'onda si
trover a destra o a sinistra della perturbazione in movimento ?

1 74

XIX

Retrospettive e prospettive

Le cose da sapere sembra che non finiscano mai e d'altra parte c e un


limite a quanto un libro solo pu contenere. Scopo dell'autore stato
infatti di illustrare quegli aspetti generali ritenuti pi importanti nel cam
po delle onde che possono essere compresi con nozioni elementari di ma
tematica. Arrivato a questo punto, il lettore che desideri approfondire la
conoscenza dell'impiego pratico delle onde, soprattutto nel campo delle
comunicazioni, pu consultare sia opere enciclopediche sia vari libri di
vulgativi1 ; chi i nvece preferisca conoscere pi in dettaglio il comporta
mento dei vari tipi di onde dovr passare da ci che stato detto a quello
che si omesso.
In questo libro le onde sono state presentate come modi propagantisi
in un certo mezzo che variano sinusoidalmente nel tempo e con la di
stanza lungo la direzione di propagazione : questa definizione applica
bile a tutte le onde non attenuate . Se il lettore i nteressato a vedere come
questi modi scaturiscano dalle soluzioni delle equazioni alle derivate par-

1 Per quanto riguarda le e ncicl opedie, si veda a d esem p i o l'Enciclopedia della Scienza e della
Tecnica (EST) , M ondadori, VI edizione, prima ristampa ( 1 97 6 ) . Per i l ibri si veda ad esem
p i o : Beck A . H., Words and waves, New York ( 1 967), edizione italiana, Parole e onde, Mi
lano ( 1 970), un testo semplice che contiene fra l' altro la descrizione d i talune applicazioni
pratiche nel campo dell e comunicazioni ; Pierce J . R., Electrons and waves, N e w York ( 1 964)
che spiega in modo piano l e equazioni di M axwell ; P ierce J. R., Waves and messages, N e w
Y o r k ( 1 967), edizione italiana, Onde e messaggi, B o l o g n a ( 1 969) che tratta d i telefonia, tele
visione, satell iti per comun icazi o n i , ecc.

175

ziali che rappresentano i vari sistemi fisici e come si combinino per soddi
sfare le condizioni iniziali o al contorn o, potr consultare le rispettive
voci dell'enciclopedia e diversi libri particolarmente utili1.
Passando in rassegna gli argomenti trattati nel corso del libro, si col
piti dal loro numero e dalla variet delle applicazioni possibili : nel capi
tolo I si introdotto il concetto di altezza degli strumenti musicali e si
sono descritti alcuni aspetti della scala temperata spalancando al lettore
una porta sul mondo dei suoni e della musica, un mondo che pu es sere
esplorato per mezzo di voci tratte dall'enciclopedia, di libri e di rivi ste
specializzate2
Nel capitolo I V si definito il concetto fondamentale di velocit di
gruppo, di quel la velocit cio con l a quale si propaga l'inviluppo di un
treno d 'onde e si sposta l'energia che costituisce l 'onda stessa : si osserv
che la velocit di gruppo varia in funzione della frequenza cos che dei
brevi impulsi si allungano o si diperdono durante il loro moto ; questo
un problema vitale nel la propagazione di segnali televisivi e di dati3
Nei capitoli III e IV stato descritto il comportamento di modi accop
piati che, se risulta importante in alcuni dispositivi pratici, quali per esem
pio gli accoppiatori direzionali nei sistemi a microonde\ di ancora m ag
gior rilievo quando venga considerato come un fenomeno che si ritrova
in varie situazioni fisiche ; nel capitolo V I I I per esempio s i vide che, quando
le onde sono accoppiate con periodicit, si possono avere interazioni forti
anche per vettori d'onda o costanti di fase diversi ; se una linea di trasmis
sione o una guida d' onda presentano delle variazioni periodiche, saranno
trasparenti per alcune frequenze e rifletteranno le onde con altre frequenze.
La struttura periodica del reticolo cristallino fa s che elettroni dotati
di certe frequenze (o energie) vengano riflessi mentre altri di energia di-

O l t r e a l l ' Enciclopedia della Scienza e della Tecnica gi citata, s i vedano i volumi : El m or e


H e a l d M . A . , Physics of waves, New York ( 1 969) che contiene parecchie i n formazioni
sulle onde meccaniche ed elettromagnetiche a un l i vel l o universitario p relaurea ; Schel kunoff
S . A., Electromagnetic waves, New York ( 1 943) che illustra vari metodi per risolvere numerosi
problemi ; M o rse P . M . , Vibration and sound, New York ( 1 94 8 ) , u n vero testo di base che si
era gi citato nel capitolo I V .
2 l l i bri s u l l ' argomento sono : Morse P. M . , Vibration and so und, o p . cit. ; Pierce J . R., David
E. E., Man's world of sound, New Y o rk ( 1 9 5 8) che t ratta in m o d o semplice del suono, del par
l a re , del l ' u dire ; Hel mholtz H. L. F., On the sensation of tone, New York ( 1 954), traduzi one
della quarta edizione tedesca del 1 8 7 7 di un l i bro scritto da u n grande scienziato dotato an
che d i talento musicale. Tra l e riviste speci alizzate, d i particolare rilievo i l Journal of Acou
stical Society o f A merica.
3 Si veda i l volume Bode H. W., Network analysis and feedback amp lifier design, New York
( 1 94 5 ) e i n particolare i l capitol o XII sugli equalizzatori, u n argomento che stranamente
assente d a molti testi che riguard a n o l e telecomunicazio n i .
4 S i veda i l v o l u m e Ginzton E. L . , Micro wave measurements, New York ( 1 9 5 7) c h e contiene
u n a quantit sorprendentemente elevata d i i n formazi o n i sulle origini delle m icroonde.

W. C . ,

1 76

RETROSPETTIVE E PROSPETTIVE

versa possono muoversi liberamente entro il materiale : ci fondamentale


per descrivere il funzionamento dei transistori e di altri dispositivi a stato
solido. Chi lo desiderasse pu approfondire la conoscenza di tali accop
piamenti, della riflessione in sistemi tridimensionali e la comprensione
della natura delle bande di energia degli elettroni nei diversi tipi di mate
riali cristallini1.
L'accoppiamento tra i modi permette inoltre di descrivere in modo
nuovo la propagazione delle onde entro mezzi a parametri variabili con
continuit, quali le trombe, argomento che pu essere trattato, come si
visto, anche sotto un diverso punto di vista2 ; all'aumentare del grado
di anisotropia di tali mezzi, una parte della potenza fornita a una tromba
viene riflessa, cio la potenza non pi data in questi casi dal prodotto
dell'energia totale immagazzinata per unit di lunghezza per la velocit
di gruppo. Un mezzo a parametri continuamente variabili si comporta
come un filtro passa-basso : se la frequenza sufficientemente bassa (e
cio quando la lunghezza d'onda abbastanza lunga), l'onda non pu
propagarsi in una tromba e viene riflessa : in una tromba esponenziale la
frequenza alla quale si ha riflessione la stessa per tutti i punti della tromba ;
in una conica il taglio, cio l'impossibilit per un'onda di propagarsi,
avviene all'estremit pi piccola. Anche l'irraggiamento dall'estremit li
bera di una tromba, o dal cono di un altoparlante, legato alla frequenza,
e questo il motivo per il quale sono necessarie grandi aperture per ot
tenere un irraggiamento efficiente a basse frequenze.
Nel capitolo VII si osserv che le onde posseggono una quantit di
moto che, nel capitolo X, venne espressa (per unit di lunghezza) da p =
= E l v insieme con un flusso della quantit di moto dato da b = P l v,
dove v sta a indicare la velocit di fase, E l'energia per unit di lunghezza
e P la potenza. Si fece anche notare che non sempre si trattava di una quan
tit di moto effettiva o dotata di un reale significato fisico ; considerando
per le grandezze p e b come quantit di moto, si ottengono i valori cor
retti delle forze necessarie a una sorgente in movimento o a un' onda a
produrre un'altra onda, anche se una parte della forza pu venire eser
citata sul mezzo piuttosto che essere trasferita all'onda.
Queste osservazioni introducono il problema dell'energia e della quantit
di moto di un'onda in un mezz9 in movimento dove si registra il fatto sor
prendente che un'onda pu avere, o sembra che abbia, un'energia negativa
(in altre parole, sottraendo energia all'onda la sua ampiezza aumenta) :
' Shockley W., Electrons and h o les in semiconductors, N e w York ( 1 950).
2 Cos avviene per esempio nel volume gi citato d i Schelkunoff S . A . , Electromagnetic waves.

1 77

questo avviene quando la velocit del mezzo tale che un'onda che si
muova verso sinistra rispetto ad essa viene vista propagarsi verso destra
da un osservatore stazionario. In un tubo a onda progressiva si verifica
proprio questo fenomeno ed esso viene quindi adoperato per amplificare
segnali a microonde nel campo dei satelliti per telecomunicazioni1
Durante l'analisi dell'energia e del momento della quantit di moto
dei mezzi rotanti, nel capitolo XII, si incontr Un altro utile dispositivo,
l'amplificatore parametrico, e, nel capitolo XIII, altre forme di amplifi
cazione parametrica. In un amplificatore parametrico un'onda molto in
tensa interagisce con onde deboli trasferendo ad esse energia e quantit di
moto ; questi dispositivi sono importanti per le frequenze di interesse nel
campo delle microonde e delle onde luminose2
Durante lo studio delle onde polarizzate si trov che era possibile con
vertire la polarizzazione delle onde da lineare in circolare, e da un verso
all'altro di polarizzazione circolare e questo port alla discussione di quel
lo strano e utile dispositivo, l'isolatore, che trasmette le onde che si pro
pagano in una direzione e assorbe quelle in direzione opposta. Molti altri
aspetti della polarizzazione sono certamente degni di ulteriore studio3
Il capitolo XV riguardava le onde piane e quasi piane e la radiazione
prodotta da sorgenti complicate e, insieme con il capitolo XVI, ci ha
portato alla teoria delle antenne. Al lettore pu forse interessare confron
tare il modo di trattare la diffusione di questo libro col teorema dell'in
duzione di Schelkunoff4 relativo alle onde elettromagnetiche o considerare
le antenne radio, con i relativi profili direzionali, in maggiori dettagli5
Nel capitolo XVII si introdusse l'equazione delle onde in forma scalare,
che un punto di partenza per altri libri sulle onde, un argomento che
taluni potrebbero desiderare di comprendere pi a fondo6, al pari del
l'equivalente vettoriale dell'equazione (3 0 1), che esprime la massima delle
intensit di un'onda scalare convergente. chiaro che la (3 0 1 ) si pu ap
plicare alla pressione di un'onda sonora, ma non alla sua velocit, oppure
a onde polarizzate, ma solamente per piccoli angoli.
1

Il lettore potr trovare ulteriori informazioni su questo ingegnoso dispositivo in Kompfner R . ,


The invention of the traveling wave tube, San Francisco ( 1 964) , Pierce J . R . , Tra veling wave
tubes, New York ( 1 950), Beck A. W. H., Space-charge waves, New York ( 1 958).
2 Si veda in proposito il volume di Yariv A . , lntroduction to optical electronics, New York

( 1 97 1 ) , gi citato nel capitolo X I I I .


3 S i veda Ginzton E. L . , Micro wave measurements, o p . cit. e Shurcliff W. S. , Polarized ligh t,
production and use, Cambridge, Mass. ( 1 962) .
' Schelkunoff S . A . , Electromagnetic waves, op. cit.
5 Schelkunoff S.
A., Friis H. T., A n tennas, theory and practice, New York ( 1 952).
6 Si vedano i volumi di Elmore W.
C., Heald M . A . , Physics of waves, op. cit . , Schelkunoff
S. A . , Electromagnetic waves, op. cit.

178

RETROSPETTIVE

PROSPETTIVE

Nel capitolo XVI II si studiarono i fenomeni associati con le sorgenti


dotate di moto uniforme e cio l'irraggiamento nel caso di velocit mag
giore di quella dell'onda oppure un aumento di massa nel caso contrario ;
questo fatto ha aperto varie strade : considerazioni sulla massa elettroma
gnetica e sulla relativit ristretta in un caso1 e problemi di fluidodinamica
nell'altro2 Per inciso, doveroso ricordare che in questo libro non stato
trattato quasi per niente l' argomento delle onde non lineari3.
Solitamente fisici e ingegneri si i mbattono nelle onde nel corso delle
situazioni fisiche pi disparate e complicate, ma finiscono poi per scoprirne
gli aspetti pi semplici comuni a tutte ; questo libro ha appunto lo scopo
di illustrare i concetti comuni cos che il lettore sia in grado di trame delle
esemplificazioni pur nella complessit dei temi qui affrontati o in campi
che esulano da questo contesto : chi lo desideri potr consultare volumi pi
specializzati o tentare di risolvere per conto suo i problemi che gli si pre
sentano. A questo proposito potranno essere d'aiuto gli esercizi posti alla
fine di ciascun capitolo, e se alcuni potranno sembrare generici o poco
chiari il motivo che non sono intesi tanto come ricapitolazione del testo
quanto come stimolo all'approfondimento di taluni argomenti .
Sulla base di questo ragionamento, ritengo che qualsiasi individuo d'in
gegno possa compiere delle scoperte o giungere a delle invenzioni affatto
originali per s stesso anche se non per la scienza e la tecnica dell'intera
umanit : pi semplice a volte scoprire dei fatti in modo autonomo piut
tosto che estrarli da un libro e, quando ci accade, la scoperta arreca certa
mente maggiore soddisfazione e divertimento.

1 Si veda in proposito il volume di Jeans J. H., Electricity and magnetism, gi citato nel capi
tolo XVI I I . Per inciso, segnalo al lettore che i capitoli XIX e XX del libro di Jeans sono stati
scritti in epoca abbastanza vicina a quella dei primi studi sulle cariche i n movimento e sulla
relativit da conservarne il sapore della scoperta.
2 Si veda Lamb H., Hydrodynamics, New York ( 1 945) che tratta della massa effettiva dei cor
pi che si muovono entro i fluidi, ma sol amente a basse velocit.
' Chi fosse interessato ad approfondire questo argomento veda Jeffery A . , Nonlinear wave
propagation, with app/ications to physics and magnetohydrodynamics, New York ( 1 964).

1 79

Indice analitico

Abraham M . , 1 73
Accoppiamento, 5 1 -54, 57-58, 59-66, 67-75,
97- 1 00, 105- 1 06, 1 77
Accoppitori direzionali, 1 7, 48, 1 76
Aero plano, 1 64
Aliscafo, 1 64
Altezza (di un suono), 1 6, 176
Altoparlanti, 73-75
Ampiezza, 20-2 1 , 1 1 5- 1 1 6 , 1 27
istantanea, 3 5
massima ( o di picco), 2 1 , 35-38
A mplificatori parametrici, 1 8 , 107 , 108- 1 1 4, 1 78
Antenna, 127- 1 29, 1 3 8- 1 39 , 1 4 1 - 1 52, 1 78
area efficace, 1 43
per microonde, 1 4 1
superdirezionale, 1 39
Armoniche spaziali, 6 1 , 1 00, 1 05 - 1 06
Bande d'arresto, 63
Birifrangenti, materiali, 1 1 8- 1 2 1 , 1 2 3 - 1 2 5
Cherenkov, radiazione, 1 6 3
Chitarra, 1 6
Chu L . J . , 97
Complessa, rappresentazione, 43-47
Costante di fase, 2 1 , 23-24, 52-54
Cutler C. C., l 00, l 02, l 03
D iffrazione, 1 43 - 1 52
Diffusori
esponenziali, 73, 74-75
lineari (o conici), 73-75

1 80

Eco, 1 4
Einstein A . , 1 72
Elettroni, 64-66
in movimento, 1 7 1 - 1 73
massa, 64
quantit di moto, 65
Energia, 1 2 - 1 3 , 33, 65, 77-9 1 , 92- 1 00, 1 04, 1 06
bande, 66
conservazione, 79, 1 69
media unitaria, 3 5
negativa, 93, 1 02, 1 77
solare, 1 2
Fase, 2 1 , 43
Filtro a microonde, 64
Fononi virtuali, 1 74
Forza, 77-9 1 , 1 69- 1 70
Fotoni virtuali, 1 74
Frequenza, 1 6 , 22, 23-24
di taglio, 3 3 , 87
Fresnel A. 1 . , 143
Friis H. T . , 1 42, 143, 148
Fronte d'onda, 143-145
Guida d'onda, 25, 87-89, 1 2 1 - 1 22
conica, 36
Huygens C., 1 43
Idrovolante, 1 64
Inviluppo, 37-38
Irraggiamento, 1 6 1 - 1 74, 1 77

INDICE ANALITICO

Isolatore, 1 1 8, 1 2 1 - 1 22, 1 78
Jean H. J., 1 73
Klystron, 97
Laser, 63
Leonardo da Vinci, I l
Linearit, 1 3 - 1 4
Lobo di radiazione, 1 3 3 - 1 3 6
a cardioide, 1 3 8
Lorentz L . , 1 7 1 , 1 72- 1 73
Luce, 1 1 , 1 2 , 63
velocit, 34
Lunghezza d'onda, 2 1 , 22, 104
Manley-Rowe, relazione, 107
Massa, 93
elettromagnetica, 173
Maxwell, equazione, 1 60
Mezzi, 25-27, 1 73
a parametri variabili con continuit, 36-39,
67-75
birifrangenti, 1 1 8- 1 2 5
in movimento, 92- 1 00
rotanti, 1 02- 1 07
Microfoni a nastro, 1 3 8
Microonde, 1 7 , 1 8 , 64, 1 1 6, 1 4 1 - 142, 1 76 , 1 78
millimetriche, 1 2 3
Modi, 25-27
accoppiati, 48-55, 56-58, 1 76
dispersivi, 30, 33
misti, 1 06
non dispersivi , 30, 33
pregressi, 67
propagazione, 5 1
regressi, 67
Modulazione di velocit, dispositivo, 1 00
Monofase, linea di trasmissione, 1 1 7
Numero complesso, 43-47
Onde
di carica spaziale, 97
dispersive, 64
d'urto , 1 6 3
elettromagnetiche, I l , 12, 2 5 , 3 3 - 3 4 , 8 7 ,
97-1 00, 1 3 6- 1 3 8 , 1 56 - 1 60, 1 6 7
guidate, 20
in un solenoide, 88-90, 97-99
lente, 96- 100, l 04, l 06
lineari, 1 3 , 82
longitudinali, 25
luminose, 13, 63
lungo una fune, 38-39, 1 1 5- 1 1 6 , 1 65 - 1 66
piane, 1 26- 1 39, 1 54
polarizzate, 1 1 6- 1 25, 1 78
progressive, 26-27
regressive, 27, 1 00

sferiche, 1 54- 1 60
sinusoidali, 1 7 , 20-24, 59-66, 1 1 5
sonore, 1 3- 1 4, 74-75 , 1 56, 1 73
stazionarie, 80, 1 67
sull'acqua, 1 64
torsionali, 25, 94, 100
trasversali, 25
veloci, 96- 1 00, l 04, l 06
virtuali, l 7 4
Orecchio interno, 36-38
Oscillatore parametrico, 107
Overcraft, 1 64
Periodo, 22, 24
Piano complesso, 4 3 , 45
Pianoforte, 16
Planck, costante, 64
Polarizzazione, 1 1 5- 1 25
circolare, 1 1 6- 1 22
lineare, 1 1 5 - 1 1 6 , 1 1 9- 1 20, 1 2 3
piani, 1 1 9- 1 20
Potenza, 1 2 - 1 3 , 23 -24, 3 3 , 5 7 , 68 -72, 77-9 1 ,
92- 1 00, 1 06-107 , 1 1 7
complessa, 73, 1 5 5
flusso, 34
istantanea, 23, 24, 69
massima, 23
media, 23, 24, 3 5 , 69-70
reattiva, 70, 72
Poynting, vettore, 87
Pozzo, 1 44
di dimensioni nulle, 1 54, 1 5 7
Pressione, 1 3 , 8 8 , 1 73
di un'onda sonora, 1 3 8 , 1 5 6, 1 78
Profilo di radiazione, 1 3 2, 1 3 8
Pulsazione, 2 1 , 23 -24, 65, 1 04- 105, 1 07
negativa, 105
Quantit di moto, 1 3 , 77-9 1 , 94, 95-96,
1 77
conservazione, 79-80, 1 69
flusso, 78, 8 1 , 94, 1 77
momento, 1 02- 1 07
Riflessione, 14- 1 6
Riverberazione, tempo, 1 4
Satelliti per telecomunicazioni, 1 1 6 , 1 78
Saunders R., 1 3
Schelkunotf S . A . , 1 39, 1 78
Schrodinger, equazione, 64
Scia, 1 64
Segnale
modulante, 30-32
modulato i n ampiezza, 30-32
portante, 30-32
Solenoide, 63, 88-89, 97-99
Sorgenti
combinazione, 1 3 8, 1 39, 1 44

181

di dimensioni nulle, 1 54, 1 57


dipolari, 1 3 1 - 1 3 3, 1 3 6- 1 3 8
direzionalit, 1 39
fisse, 8 3 , 90
in movimento, 78-9 1 , 1 73
isotrope, 1 32, 1 33 , 1 36, 1 3 8
oscillanti, 1 6 1
puntiformi, 1 43
Sottomarino, 1 64- 1 65 , 1 7 1
Suono, velocit, 1 3 , 74
Terra, rotazione, 105
Transistori, 66, 1 77

1 82

Trasmissione
formula, 142- 143, 1 48- 1 49
linea, 1 5 , 1 1 7, 1 6 1
Trifase, linea d i trasmissione, 1 1 7
Trombe coniche, 74, 1 5 5, 1 77
Tubi a onda progressiva, 1 8, 49, 97-99, 108
Tweeter, 1 7
Velocit, 1 3
angolare, 1 04- 1 05
di fase, 1 7, 2 1 , 22, 23-24, 28-39
di gruppo, 1 7, 32-39, 58, 1 76
Vettore, 42-4 7
Vettore d'onda, si veda Costante di fase

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La scoperta delle leggi che regolano il micromondo, effettuata


dai creatori della fisica quantistica, rappresenta, assieme a quella
della relativit, il maggior progresso compiuto dalla fisica
nel XX secolo. Fino a poco fa, per, malgrado i suoi successi,
la meccanica quantistica era ancora mal compresa soprattutto
nelle sue conseguenze filosofiche, e fonte di dibattiti senza fine.
Spiaceva infatti, come spiace ancora, a molti il dover usare due
linguaggi del tutto diversi per descrivere il micro- e il macro
mondo per cui la fisica quantistica appariva come un incidente,
uno stadio provvisorio nel cammino della scienza. Fu per la
stessa ricerca a mettere in evidenza l'esistenza di sistemi macro
scopici, quali l'elio liquido, i superconduttori, il laser, descrivibili
solamente attraverso delle leggi quantistiche. Si comprese allora
essere queste un ponte gettato fra il micro- e il macromondo.
Il libro vuole illustrare queste leggi in maniera non divulgativa
ma concettuale, cio limitando al minimo l'uso del formalismo,
ed esplorare alcune delle strade aperte dall'applicazione al ma
cromondo delle leggi quantistiche, che potrebbero, tra l'altro,
essere la chiave per una descrizione quantitativa della vita, secon
do l'ipotesi formulata genialmente da Schrodinger e la cui verifi
ca tuttora in corso da parte di fisici, matematici e biologi.

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le e cio possedere o elaborare un linguaggio che l'esprima.
Lettere , numeri, colori, note possono divenire simboli che, or
dinati in messaggi , consentono di capire i diversi linguaggi ,
da quello delle statistiche economiche a quello delle composi
zioni poetiche.

codici in cui i simboli sono trasmessi percorrono canali di

natura molto diversa, messi a disposizione dall'industria delle


comunicazioni :

ha reso l'informazione oggetto di ricerca

scientifica, entit definita rigorosamente e misurabile attraver


so l'esame di ciascun linguaggio particolare . L'argomento cui
dedicato questo volume perci essenzialmente matemati
co : si fonda su ipotesi ben definite per giungere alla formu
lazione di teoremi riguardanti l e fonti di t rasmissione e i ca
nali di comunicazione .
L'Autore assume due impegni precisi verso il lettore :

da un

lato presenta la teoria dell'informazione nei suoi rapporti con


le altre b ranche, vecchie e nuove, della scienza e della tecni
ca - quali l'elettrotecnica e l'elettron ica, la psicologia e la ci
bernetica - inserendo cos la nuova teoria in un quadro gene
rale della conoscenza; d'altro canto egli propone di 'sdram
matizzare' il contenuto matematico della teoria stessa, senza
evitarne le difficoit, ma presentando gli strumenti adeguati
per un'agevole comprensione dei suoi sviluppi.

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la sua realizzazione nei primi calcolatori, basati sulla tecnologia
dei tubi a vuoto, noti perci col nome di 'cervell i elettronici ' .
M a n mano per che s i progrediva nella tecnologia e si passava
ai calcolatori della seconda e terza generazione, basati sui tran
sistori e sui m icrocircu iti, divenne ch iaro che la macchina non
poteva pensare, ma solamente elaborare enormi quantit d i dat i ,
p e r cui prese i l nome, oggi corrente, d i elaboratore.
Tramontato il mito del cervello elettronico, ne ri maneva ancora
uno da sfatare, q uello dell'enorme difficolt dei li nguaggi indi
spensabili per 'parlare' all'elaboratore, contraddistinti nelle loro
variet dalle sigle m isteriose usate dagli addetti a i lavori .

Questo libro, opera di uno special ista di elaboratori, stato scri t

to apposta per sfatare q uesto mito, e per dimostrare che l'im


piego degli elaboratori alla portata d i c h i unque conosca l'arit me

tica, sulle cui leggi logiche si basa la programmazione del cal

colo elettronico.
Partendo da semplici tecn iche di calcolo n u merico, l ' a utore in
trod uce il concetto di programma, il

software,

le tecniche fon

damentali di elaborazione e le loro principali applicazion i com


merciali e scientifiche, ill ustrando contemporaneamente i progressi
compiuti nello sviluppo delle unit di calcolo e d i memoria, lo

hardware,

resi possibili dalla moderna m icroelettronica.

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solo per le molte prospettive di applicazione pratica ma anche
perch costituisce un quadro di riferimento entro il quale si
possono esplorare temi ben pi vasti, come la natura e . la ge
nesi del pensiero umano: uno specchio in cui l'intelligenza pu
contemplare se stessa.
L'Autore inizia ponendo quesiti fondamentali: che cos' il lin
guaggio? che cos' l'informazione? ed esamina i pi impor
tanti codici usati dall'uomo e dalle macchine per la trasmissio
ne delle comunicazioni. I calcolatori analogici e numerici sono
qui esaminati nella struttura e nel funzionamento, ma l'analisi
delle loro parti componenti assume valore secondario rispetto
allo studio comparativo della rete ben pi complessa che i cal
colatori simulano: il nostro cervello.
li

volume sintetizza i lavori di McCulloch e di Pitts sulle reti


di neuroni, le teorie di von Neumann e di Wiener, i principi
su cui si basano le macchine di Turing, le macchine capaci di
apprendere, le macchine che giocano e quelle che traducono.
Per il lettore un punto d'incontro di discipline diverse - neu
rofisiologia, biochimica, logica, linguistica - e uno strumento
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e ottimizzare i procedimenti gi esistenti

la c h i ave di tutti

quei problemi posti dallo sviluppo delle tecnologie, dalle esi


ge nze della direzione aziendale, d a l l ' i n c reme nto degli affari e
dalla complessit della pubblica a m m i n istraz ione .

Per questo motivo l'autore, partendo d a l presupposto che chi


legge possieda una conoscenza soltanto elementare dell' algebra
e della geometria, passa man mano a esam i n a re le tecniche
della ricerca operativa dall' arte dell'elaborazione dei dati alla
programmazione lineare , dalla teoria dei giochi e delle deci
sioni razionali alla teoria delle code e al metodo di Monte
carlo, per concludere con alcune applicazion i

alla soluzione

di problemi pratici particolari.


Questo libro non intende fornire semplicem!"nte un metodo per
facilitare i calcoli matematici, ma stato scritto pe r dare al
lettore una panoramica dei principali concetti che

sono alla

base degli strumenti e delle tecniche della ricerca operativa.

BIBLIOTECA DELLA EST

LE BASI DELLA
MATEMATICA
MODERNA

di Helmut Seiffert
Lire 4000

Scopo di questo libro di presentare una 'introduzione elementare


ai fondamenti della matematica'. Contrariamente ad analoghi ma
nuali esistenti, esso non presuppone preparazione nel lettore e
procede alla 'costruzione' del materiale aritmetico a partire da
elementari comportamenti della vita quotidiana connessi con la
necessit del contare, per giungere poi all'edificazione dei vari
campi numerici e allo studio delle loro propriet.
Tale scelta corrisponde al proposito di collocarsi all'inizio del
sapere e dell'operare matematico e, pertanto, di presentare una
matematica quale si viene costruendo a partire dal suo fondamen
to. In tale prospettiva, l'autore si distacca dal consueto approccio
insiemistico e, assumendo come primitiva per la teoria matematica
l'operazione concreta e intuitiva del contare, ne deduce via via i
concetti pi astratti, fino a quelli di struttura numerica e di insieme.
Questo modo di affrontare il problema, utile e illuminante tanto
per lo studente e la persona non preparata quanto per l'insegnante
di matematica, presenta, fra l'altro, il prezioso vantaggio di eli
minare la discrepanza spesso avvertita fra l'assetto teorico astrat
to della disciplina e il procedimento con cui essa viene insegnata
e fatta oggetto di apprendimento.

BIBLIOTECA DELLA EST

OP.en University
PROBABILIT
E STATISTICA
Lire 3500

La statistica una disciplina matematica relativamente giovane,


ma il suo impiego nei pi diversi rami della ricerca scientifica,
dalla biologia alla fisica e alla psicologia, dalla medicina pratica
all'economia e alla sociologia, si fa sempre pi capillare e neces
sario. Questo volume opera dei membri del Mathematics Foun
dation Course della Open University, l'universit aperta inglese il
cui scopo di offrire a chiunque, indipendentemente dalla prepa
razione posseduta, la possibilit di seguire un corso di laurea
sulla base di un materiale didattico appositamente concepito.
Al fine di conciliare la chiarezza dell'esposizione con le esigenze
di rigore scientifico, gli autori affrontano i temi della statistica
dal duplice punto di vista intuitivo e assiomatico : questo il
caso ad esempio dei concetti fondamentali di casualit e proba
bilit, le cui definizioni rigorose si accompagnano alla discussione
di numerosi esempi ed esercizi. In modo analogo sono introdotti
fra l'altro indici, spazi dei campioni, variabili aleatorie e la di
stribuzione binomiale.
Senza presupporre una specifica preparazione matematica, il libro
offre a studenti, insegnanti, tecnici, ricercatori e a chiunque ne
cessiti degli strumenti della statistica una visione precisa e in
sieme pianamente accessibile dei suoi metodi e dei suoi problemi.

BIBLIOTECA DELLA EST

Open University
Introduzione
all'analisi
e all'algebra
ANALISI
II edizione

Lire 7500

La matematica, strumento principe di ogni scienza sperimentale,


essa stessa una scienza deduttiva le cui strutture fondamen
tali, d'ordine, algebriche, topologiche, non sono sempre no
te a chi pur ne fa uso nella ricerca scientifica e nelle applicazioni
tecniche. Con questa Introduzione all 'analisi e all 'algebra , artico
lata in due volumi, la Open University ha inteso descrivere, con
l'ausilio di un gran numero di esempi ed esercizi, quei fonda
menti delle matematiche moderne che pi interessano il tecno
logo e il ricercatore.

Il primo volume, dedicato all'analisi, illustra i metodi fonda


mentali del calcolo integrale e differenziale : a partire dal con
cetto di insieme, introduce via via le nozioni fondamentali di
corrispondenza, di funzione, di successione e di serie giungendo
a presentare in modo estremamente intuitivo i concetti chiave di
limite e di convergenza, di derivata e di integrale.
Questa visione moderna dell'analisi permette di includere in
un'unica trattazione argomenti che sono svolti separatamente
nei testi classici e di giungere rapidamente alla descrizione delle
prime equazioni differenziali, strumento indispensabile per fisici
e ingegneri, nonch dei metodi di calcolo numerico sempre pi
diffusi in tutti i campi della scienza grazie all'impiego de?li ela
boratori elettronici.

BI BLIOTECA DELLA EST

Open University
Introduzione
all'analisi
e all'algebra
ALGEBRA
Lire 7500

La matematica, strumento principe di ogni scienza sperimentale,


essa stessa una scienza deduttiva le cui strutture fondamentali,
d'ordine, algebriche, topologiche, non sono sempre note a chi
pur ne fa uso nella ricerca scientifica e nelle applicazioni tec
niche. Con questa Introduzione all'analisi e all'algebra, artico
lata in due volumi, la Open University ha inteso descrivere, con
l'ausilio di un gran numero di esempi ed esercizi, quei fonda
menti delle matematiche moderne che pi interessano il tecno
logo e il ricercatore.

Il secondo volume, dedicato all'algebra, dopo una breve tratta


zione preliminare di teoria degli insiemi, passa allo studio di
alcune strutture astratte, come operazioni binarie, relazioni e
morfismi, che sono oggetto dell'algebra moderna.
Gran parte del testo dedicata alla nozione di spazio vettoriale,
generalizzazione del comune spazio tridimensionale e strumento
essenziale della ricerca contemporanea, dalla fisica quantisti
ca alla programmazione lineare e all'econometria.
Questa visione moderna dell'algebra permette di inquadrarvi an
che alcune teorie, ad esempio quella delle equazioni differenziali,
finora ritenute dominio dell'analisi, in una sintesi di grande
generalit.

STAMPATO IN ITALIA
bEST

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volumi pubblicati
STEREOCHIMICA

di G. Natta e M. Farina
LINGUAGGIO
E CIBERNETICA

di J. Singh. II edizione

I PROBLEMI
DELLA PSICOLOGIA

fisiologia
di A. Berkalotf, J. Bourguet,
P. Favard, M . Guinnebault.
VI edizione
LA CELLULA

LA TEORIA
DELL'INFORMAZIONE
di J. R. Pierce. VI edizione

di G. A. Miller , R. Buckhout
V II edizione

IL CASO E LA NECESSIT
di J. Monod. VIII edizione

RAPPORTO SU VENEZIA
a cura dell'UNESCO . II edizione

INTRODUZIONE
ALLA GENETICA
di C. Auerbach. V edizione

BIOGRAFIA DELLA FISICA


di G. Gamow. V edizione
L'ENIGMA
DELLA GRAVITAZIONE
di P. Bergmann. IV edizione
LE IDEE DELLA BIOLOGIA
di J. T. Bonner. IV edizione
LA GEOFISICA

di O. M. Phillips. II edizione
LA NUOVA
METEOROLOGIA
di O. G. Sutton. III edizione
LE IDEE DELLA
RICERCA OPERATIVA

di J. Singh. TI edizione

DINAMICA
DELLA PERCEZIONE

BIOLOGIA MOLECOLARE

di C. M. Smith. II edizione

GENETICA E EVOLUZIONE
di C. Peti t e G. Prvost. III edizione
PALEONTOLOGIA
GENERALE
di A. Brouwer. II edizione
I LIMITI DELLO SVILUPPO
MIT - Club di Roma. V edizione
EREDIT, EVOLUZIONE,
SOCIET

di I. M. Lerner
NEL NUCLEO DELL'ATOMO
di P. T. Matthews. II edizione

COSMOLOGIA MODERNA
di D. W. Sciama. III edizione
IL CERVELLO
E LA COSCIENZA

di S. Rose
INTRODUZIONE AGLI
ELABORATORI ELETTRONICI

di K. London. Il edizione

EMBRIOLOGIA
MOLECOLARE

di J. Brachet
CRONOGENETICA

di L. Gedda e G. Brenci
GENETICA MOLECOLARE
E MEDICINA

di F. Macfarlane Burnet
QUALE FUTURO?

di A. Peccei. II edizione
Open University

INTRODUZIONE
ALL'ANALISI E ALL'ALGEBRA:
ANALISI. Il edizione

Open University
INTRODUZIONE
ALL'ANALISI E ALL'ALGEBRA:
ALGEBRA. II edizione

LA CELLULA

LA FISICA
DELLE PARTICELLE
di K. W. Ford. IV edizione

metabolismo e regolazione
di G. Cohen

I LIMITI ALLA
POPOLAZIONE MONDIALE
di L. Brown. II edizione

AL DI L DELLA LUNA
di P. Matfei. VI edizione

STRATEGIE
PER SOPRAVVIVERE

LE BASI BIOCHIMICHE
DELLA VITA
di F. R. Jevons. IV edizione

VERSO UN EQUILIBRIO
GLOBALE
MIT - Club di Roma. II edizione

LA CELLULA

PSICOLOGIA COME SCIENZA


DEL COMPORTAMENTO

di L. Ancona. TI edizione

struttura
e anatomia molecolare
di M. Durand e P. Favard .
V edizione

di H. Harlow, J. McGaugh,
R. Thompson. II edizione

di M. Mesarovic, E. Peste]
INTRODUZIONE
ALLA GENETICA UMANA
di L. L. Cavalli-Sforza. II edizione
DALLA MICROFISICA
ALLA MACROFISICA

di P. Caldirola

UN ABC DI
ENDOCRINOLOGIA

BIOLOGIA:
CIBO E POPOLAZIONE

di K. Catt

di R. Barrass

DI SOLO PANE

LA SCIENZA
DEI MATERIALI RESISTENTI

di L. Brown, E. Eckholm
Open University
PROBABILIT E STATISTICA
LETTURE
DI BIOLOGIA VEGETALE

di S. Tonzig
FISIOLOGIA MUSCOLARE E
MECCANICA DEL MOVIMENTO

di R. Margaria
INTRODUZIONE
ALLA BIOFISICA

di M. Ageno

DINAMICA
DELL'APPRENDIMENTO

di L. Ancona
L'ECOLOGIA
E I SUOI MODELLI

di J. Maynard Smith

di J. E. Gordon
LE BASI DELLA
MATEMATICA MODERNA

di H. Seiffert
LA QUALIT UMANA

di A. Peccei
Open University
INTRODUZIONE
AI MATERIALI
PERSONAGGI E SCOPERTE
NELLA FISICA
CONTEMPORANEA

aspetti medici e biologici


di J. Kruh

INTRODUZIONE
ALLA IMMUNOLOGIA
FONDAMENTALE

di M. Fougereau

L'EVOLUZIONE
DEL PENSIERO CHIMICO
di J. I. Solov'ev
TECNOLOGIA
DEI MATERIALI

di L. H. Van Vlack
OLTRE L'ET DELLO SPRECO

di D. Gabor, U. Colombo,
A . King, R. Galli
I MOSTRI DEL CIELO

di E. Segr

di P. Maffei

INTRODUZIONE
ALLA BIOLOGIA

PROGETTO RIO

di J. Tinbergen

di P. B. Medawar, J. S. Medawar

Fondazione Ford
PROGETTO PER UNA POLITICA
DELL'ENERGIA

BIOCHIMICA

J;L MONDO DI CARTA

LA STRATEGIA
DELLA GENESI

di E. Bellone

di S. Schneider

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