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1 Seconda Sezione L’Impero romano nei secoli I-III d.C.

SCHEDA 9
Le relazioni
Tra Romani e Germani
tra i popoli non solo guerre
Se gli storici fino a qualche decennio fa avevano sottolineato quasi esclusivamente i rapporti conflittuali tra i Ro-
mani e i Germani, la storiografia più recente ha invece messo in luce un quadro di relazioni ben più complesso
e diversificato. Nonostante le frequenti guerre, gli scambi commerciali furono intensi e, insieme con il crescente
arruolamento di soldati germanici nell’esercito imperiale, determinarono una profonda influenza del mondo romano
su quello dei Germani. Lo evidenzia con chiarezza lo storico Stefano Gasparri nelle pagine che qui riportiamo dalla
sua opera Prima delle nazioni.

Una visione nuova dei rapporti romano-germanici


“ È noto, anche se non sempre valutato in tutto il suo peso, il ruolo avuto dai Romani nel causare profonde trasformazioni
interne al mondo germanico. A partire dal I secolo a.C. in poi, quest’ultimo fu infatti raggiunto in misura via via crescente dai
modi di vita del mondo mediterraneo, da oggetti di lusso, da derrate alimentari pregiate, persino da idee religiose, che filtrarono
dal sud verso le terre occupate dai Germani.
Rovesciando del tutto impostazioni correnti ancora pochi decenni fa, gli storici sono giunti ormai a vedere i Germani come parte
integrante del sistema mondiale romano di età tardoantica. La violenza dei rapporti tra Germani e Romani, ossia la guerra, pur
così frequente, non ci deve infatti trarre in inganno: alla base, la società germanica era profondamente collegata con quella
imperiale. I Romani, dopo aver rinunciato, in seguito ai rovesci subiti nella primissima età imperiale, all’idea di sottomettere
le regioni al di là del Reno, organizzarono due territori militari lungo quel fiume (la Germania superior e inferior), fortificando il
confine, così come fu fortificato anche il Danubio, più a est. Ma, anche bloccata entro confini che non mutarono più fino allo
sfondamento barbarico del IV-V secolo, la presenza stabile dei Romani sul Reno e sul Danubio provocò profonde trasformazioni


nei Germani. Il mondo germanico divenne la periferia del sistema imperiale romano.

Gli scambi commerciali


“ Durante l’età imperiale, fra le varie tribù germaniche si avviò un vivace commercio interno, che si intrecciava con quello
diretto verso le terre dell’Impero. Nei rapporti con quest’ultimo, aveva una grande importanza la via dell’ambra, che partiva da
Aquileia, proseguiva per la Pannonia, la Moravia, la Polonia, risaliva la Vistola e infine arrivava sulla costa del
Baltico, dove si trovavano i giacimenti della preziosa resina fossile 1 2 3 4 . Oltre a quest’ultima, i Ger-
mani esportavano qualche prodotto naturale (miele, pellicce) e schiavi. Allo scopo di procurarsi quest’ul-
timo particolare “prodotto”, ci fu un aumento della conflittualità intertribale, paragonabile a quello che
fu osservato presso le tribù della costa occidentale dell’Africa molto più tardi, nel XVI e XVII secolo,
all’epoca del grande commercio atlantico degli schiavi neri diretto verso l’America.

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L’ambra, una resina parzialmente fossilizzata, conobbe nel mondo antico una particolare
fortuna, dovuta a due ragioni: da un lato la sua bellezza, luminosità e trasparenza, dall’altro
le virtù magiche e terapeutiche che le venivano attribuite per il fatto che si elettrizza per
strofinamento. Non a caso il nostro termine elettricità deriva da quello greco dell’«ambra»,
élektron.
Nell’antichità la maggior parte dell’ambra proveniva dall’area del Baltico, dove la preziosa resina
veniva depositata dalle mareggiate sulla costa o in mare a poca profondità e dove esistevano
anche giacimenti terrestri. In Italia l’ambra baltica cominciò a giungere fin dalla tarda età del
bronzo (XII-X secolo a.C.) e fu poi largamente utilizzata da Etruschi e Romani. Nella figg. 1
2 vediamo fibule di fabbricazione etrusca (sec. VII a.C.), nella fig. 3 un portafortuna romano
a forma di amorino che gioca con un cane (sec. I-II d.C.), nella figura 4 una testa di barbaro
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(fabbricazione romana, I-II secolo d.C.). I due oggetti romani provengono da Aquincum (l’antica
Budapest), sulla via dell’ambra.

© Edizioni il capitello Seconda sezione – Scheda 9


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I ritrovamenti archeologici mostrano che un forte flusso commerciale fatto di armi, vasellame, oggetti di lusso (statuette, perle
di vetro, fibule, oggetti in metallo, tessuti), vino raggiungeva la Germania proveniente dall’area dell’Impero. Non sempre, per la
verità, possiamo essere sicuri che si trattasse di frutti del commercio e non del prodotto di razzie o di tributi, ma comunque que-
sti ritrovamenti sono la riprova dell’intensità dei contatti fra mondo mediterraneo e area barbarica. Il commercio con i Romani
conobbe il suo apogeo [cioè il punto più alto] nel II-III secolo, poi si ebbe una prima contrazione, che corrispondeva con l’accen-
tuata attività bellica dei Germani in conseguenza, anche, della crisi interna dell’Impero romano. Gli intensi contatti commerciali
con l’Impero ebbero tra l’altro per effetto l’ingresso della Germania nell’area della circolazione monetaria. Le monete romane, è
vero, erano impiegate forse soprattutto per fabbricare oggetti, in bronzo o in altro metallo; ma al tempo stesso le monete, e in


particolare il denarius d’argento, erano senza dubbio impiegate anche come misura di valore.

Trasformazioni sociali e politiche nel mondo germanico prodotte dalle relazioni con i Romani
“ […] L’influenza romana provocò processi di trasformazione sociale molto forti nel mondo germanico. Si accentuarono le
differenze sociali ed economiche all’interno di tessuti [ossia organizzazioni] tribali che, in periodi arcaici, avevano conosciuto
minori dislivelli di fortune; e si accentuavano le differenze di rango  e di potere tra i vari capi, i quali erano i soli a detenere i
simboli di rango che provenivano dal mondo mediterraneo, [cioè] denaro e oggetti di lusso. Il fenomeno di reciproca compene-
trazione tra Roma e la Germania crebbe moltissimo da quando, a partire dal II secolo in poi, aumentò il fenomeno dell’arruola-
mento dei Germani nelle file dell’esercito romano, giacché gli ex soldati dell’Impero, quando tornavano nella loro patria, porta-
vano con sé usi e costumi appresi durante la ferma. Inoltre, gli stessi capi germanici, entrando in rapporto di alleanza con Roma,
ne traevano lo spunto per aumentare ulteriormente la loro autorità, accrescendo numericamente il loro seguito – il comitatus [«i
compagni d’arme»] –, che utilizzarono per sottomettere altri capi. Accanto all’influenza guerriera dei [popoli] nomadi, fu questa


un’altra delle strade attraverso le quali si sviluppò il potere monarchico presso i Germani.
(da Prima delle nazioni)

Rango
il gLOSSaRiO
Il termine rango nel linguaggio storico è usato in almeno due significati e indica: a) schiera, fila di soldati (tornati all’ac-
campamento, i Romani ruppero i ranghi); b) grado, condizione, livello sociale (è il senso in cui la parola è usata la prima
volta in questa scheda). Occorre però notare che in questo significato talvolta si sottintende a fianco di rango l’agget-
tivo alto, elevato, come fa Gasparri la seconda volta in cui usa il termine.

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Acquisiamo conoscenze e abilità

1 Stabiliamo relazioni tra fatti storici


In un breve testo (7-8 righe) spiega che cosa intende Gasparri con le affermazioni: «Gli storici sono giunti or-
mai a vedere i Germani come parte integrante del sistema mondiale romano di età tardoantica» e «Il mondo
germanico divenne la periferia del sistema imperiale romano».
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