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Sono delle strutture organulari presenti all’interno delle cellule eucariotiche sia animali che
vegetali e sono formati da: una membrana esterna e una interna, DNA, ribosomi, per quanto
riguarda i mitocondri c’è una matrice mentre per i cloroplasti lo stroma, i granuli e la membrana
tilacoide.
Sono degli organelli semiautonomi perché sono in grado di svolgere molte funzioni autonomamente
ma necessitano dalla cellula alcune strutture.
Origine endosimbiontica.
L’origine degli organelli è un’origine endosimbiontica.
Circa 1-1,5 miliardi di anni fa, una cellula eucariotica anaerobica ne inglobò una eubatterica
aerobica per endocitosi e per evoluzione è diventata mitocondrio della cellula animale attuale.
Analogamente l’endocitosi di un eubatterio fotosintetico ha condotto alla formazione del
cloroplasto della cellula vegetale attuale.
Nel corso dell’evoluzione il batterio (endocitato) si è evoluto: ha perso i geni necessari per condurre
una vita autonoma, si è trasformato in mitocondrio e alcuni geni batterici si sono trasferiti dal
mitocondrio al nucleo.
Per quale motivo i mitocondri si sono evoluti e stabilizzati nella cellula? Molto probabilmente
l’endosimbiosi è diventata necessaria e utile quando l’atmosfera si è arricchita di ossigeno passando
da uno stato riducente ad uno prevalentemente ossidante, quindi era richiesta l’evoluzione di nuove
reazioni chimiche capaci di sfruttare il metabolismo aerobico che è molto più vantaggioso
energeticamente rispetto a quello anaerobico.
Perché è vantaggiosa l’endosimbiosi? Perché nel momento in cui un organismo vive in condizioni
anaerobiotiche sviluppa poca energia: in condizioni di glicolisi anaerobica, infatti, 1 molecola di
glucosio produce 2 molecole di ATP mentre in condizioni aerobiche dall’ossidazione nel mitocondrio
di 1 molecola di ossigeno si producono 30 molecole di ATP.
Si è pensato che ci sia stata un’evoluzione a partire da batteri che poi si sono trasformati in
mitocondri perché facendo delle analisi si sono osservate delle somiglianze:
grandezza, accrescimento e divisione
DNA circolare, replicazione del DNA, rRNA e ribosomi simili
inizio della sintesi proteica sia nei mitocondri che nei batteri con la N-formil-metionina
(primo amminoacido che viene formato) e non con la metionina come per la sintesi diretta
dai geni nucleari degli eucarioti
uso di una sola RNA polimerasi che trasforma il DNA in RNA che poi sarà trasformato in
proteine
sensibilità agli stessi inibitori della trascrizione e traduzione cioè agli antibiotici come il
cloramfenicolo, l’eritromicina e la tetraciclina
Il genoma mitocondriale.
Mitocondrio=organello semiautonomo.
In seguito all’endosimbiosi il mitocondrio è diventato quasi del tutto dipendente dal metabolismo di
tipo aerobico, per la propria sopravvivenza infatti nel corso dell’evoluzione il proto-mitocondrio ha
perso il 99% dei propri geni perché l’apparato nutritivo cellulare ha ovviato alla necessità di
sintetizzare molti dei metaboliti di cui aveva bisogno.
Inoltre, è necessaria un’interazione e uno scambio di informazioni a livello genetico tra il
mitocondrio e il resto della cellula, per cui si parla di cross-talk nucleo-mitocondrio.
Le attività mitocondriali dipendono strettamente dall’import di molecole di origine nucleare e
citoplasmatica:
gli enzimi coinvolti nella replicazione, trascrizione, traduzione del DNA mitocondriale
provengono dal citoplasma e sono codificate a livello nucleare
le proteine che si complessano con rRNA mitocondriali per formare i ribosomi mitocondriali
provengono dal citoplasma
le proteine della catena respiratoria e fosforilazione ossidativa provenienti anch’esse dal
citoplasma, si complessano con subunità mitocondriali per formare i complessi funzionali
gli enzimi delle grandi vie metaboliche che si svolgono nel mitocondrio provengono dal
citoplasma
Nucleoidi.
I nucleoidi sono una associazione di DNA mitocondriale e proteine e rappresentano l’unità dinamica
ed ereditaria del DNA mitocondriale.
Attraverso contatti con proteine di membrana il nucleoide mitocondriale si collega al citoscheletro
dell’organello.
In questo modo il nucleoide si muove con i mitocondri nelle cellule della progenie durante la
divisione cellulare.
Le proteine che si associano ai nucleoidi nei vertebrati sono proteine coinvolte nel mantenimento,
replicazione e trascrizione del DNA mitocondriale.
Tra le proteine contenute nel nucleoide alcune hanno un ruolo noto nel metabolismo del DNA
metabolico, altre non sono apparentemente collegate all’mtDNA, dato che svolgono un ruolo poco
conosciuto.
Eredità mitocondriale.
L’eredità mitocondriale è monoparentale cioè l’eredità avviene solo per via materna per questo è
anche detta eredità matroclina.
Nella maggior parte dei mammiferi, quando si riproducono sessualmente, utilizzano tutto il
citoplasma presente all’interno dell’ovocita mentre il mitocondrio non è capace di dare citoplasma
alla progenie successiva.
Infatti, l’ovocita contiene un gran numero di mitocondri ma gli spermatozoi contengono pochissimi
mitocondri presenti solo nel tratto intermedio della cellula, quindi nella fecondazione lo
spermatozoo non apporta quasi per niente mitocondri.
L’embrione erediterà quindi i mitocondri solo dalla madre per cui ogni essere umano eredita il suo
DNA mitocondriale solo ed esclusivamente dalla madre.
L’eredità mitocondriale è:
- materna
- non mendeliana
- aploide
In realtà delle recenti analisi hanno dimostrato che l’intero spermatozoo fecondante, compresa la
coda nel cui segmento intermedio si trovano i mitocondri, penetra all’interno dell’oocita ma
l’apporto di DNA mitocondriale paterno è trascurabile rispetto a quello materno.
L’ipotesi è che la trasmissione materna può essere considerata come il frutto di un’estrema
diluizione del DNA mitocondriale di origine paterna.
Per muoversi gli spermatozoi devono produrre e consumare energia, quindi producono una grande
quantità di radicali liberi: lo spermatozoo subisce un forte stress ossidativo che causa mutazioni e i
pochi mitocondri paterni mutati non funzionano e quindi vengono eliminati.
A causa della sua peculiare modalità di trasmissione il DNA mitocondriale è considerato uno
strumento privilegiato per la sua eredità materna e per l’assenza di fenomeno ricombinativi per
questo viene utilizzato per studiare la genetica di popolazione.
Grazie a questi studi si è scoperto che noi deriviamo da una donna chiamata “Eva nera”.
Ma pur essendo altamente conservato nel regno animale dal punto di vista strutturale, delle
dimensioni e dell’organizzazione, esso presenta una notevole variabilità interindividuale a livello
della sequenza nucleotidica.
La spiegazione a ciò è che le regioni importanti sono altamente conservate e le mutazioni che
avvengono si trovano in regioni non fondamentali.