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Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

ultima cifra del numero di matricola da 5 a 9

Teoria dei Circuiti (B)


(prof. D. Desideri)

Lezione 19

Bipoli ideali in regime sinusoidale −


Impedenza − Ammettenza −
Leggi di Kirchhoff in forma simbolica
1

19.1 Sfasamento: intervallo di valori

Sfasamento: intervallo di valori


Scegliendo un’origine dell’asse dei tempi, per le fasi (α, β, ecc.) delle
funzioni sinusoidali isofrequenziali viene utilizzato l’intervallo
]‒π,π]. La differenza di due fasi risulta nell’intervallo fra ‒2π e 2π.
La traslazione temporale fra due funzioni è dovuta allo sfasamento
fra le due funzioni. La traslazione temporale (Δt in figura: distanza
temporale fra un massimo di a(t) e il massimo di b(t) temporalmente
più vicino), come già indicato, non dipende dalla scelta dell’origine
dell’asse dei tempi.
Δt
a(t)
b(t)

t
2
19.1 Sfasamento: intervallo di valori

Sfasamento: intervallo di valori


Δt
a(t)
b(t)

Si ha che la traslazione temporale Δt è compresa fra ‒T/2 e T/2 a cui


corrisponde uno sfasamento (ωΔt) compreso fra ‒π e π.
In questo senso, nel seguito sarà utilizzato, nel confronto fra due
funzioni sinusoidali isofrequenziali, per lo sfasamento φ l’intervallo:
‒π < φ ≤ π.

19.2 Induttore ideale

Induttore ideale
Un induttore ideale è un bipolo che con la convenzione degli
utilizzatori verifica la relazione (con L > 0):
di(t) +
v t =L conv. util.
dt v(t) i(t)
Siano i t = 2 I sen ωt + β → I̅ = Ie -
v t = 2 V sen ωt + α → V = Ve
Dalla relazione dell’induttore, con la convenzione degli utilizzatori:
di(t) π
v t =L = 2 ωLI sen ωt + β + = 2 V sen ωt + α
dt 2
π
Si ha: V = ωLI ; φ=α−β= conv. util.
2
Con i fasori:
V = Ve = ωLIe ( ) = jωLI̅ conv. util. 4
19.2 Induttore ideale

Induttore ideale
La tensione è dunque in quadratura in anticipo 𝑉
sulla corrente, con la convenzione degli π/2 𝐼̅
utilizzatori.
Si definisce reattanza induttiva il parametro:
X = ωL > 0
La reattanza induttiva si misura in ohm (Ω).
Vale, con la convenzione degli utilizzatori, la relazione:
V = jωLI̅ = jX I̅
Si definisce suscettanza induttiva il parametro:
1 1
B =− =− <0
X ωL
La suscettanza induttiva è negativa. Si misura in siemens (S).
5

19.2 Induttore ideale

Induttore ideale
Da V = jX I̅ , si ha, con la convenzione degli utilizzatori:
1 1
I̅ = V=j − V = jB V
jX X
Potenze Ṡ = V I̅∗ conv. util.
Ṡ = jωLI̅ I̅∗ = jωLI = 0 + jX I = P + jQ
Si ha: P =0 W
V
Q =X I = = −B V ≥ 0 VAR
X
V
S = Ṡ = VI = X I = VA
X
π
∠Ṡ =φ . . = rad
2 6
19.2 Induttore ideale

Induttore ideale
Il fattore di potenza, con la convenzione degli utilizzatori, è pari a
cosφ = 0.
Si ricava inoltre che:
1
Q = X I = ωLI = ω LI = ωW
2
dove WLM è il valore massimo dell’energia induttiva.
Infatti, l’energia induttiva:
WL(t)= Li t = L I sen ωt + β = W sen ωt + β

19.3 Condensatore ideale

Condensatore ideale
Un condensatore ideale è un bipolo che con la convenzione degli
utilizzatori verifica la relazione (con C > 0):
dv(t) +
i t =C conv. util. v(t)
dt i(t)
Siano C
i t = 2 I sen ωt + β → I̅ = Ie -
v t = 2 V sen ωt + α → V = Ve
Dalla relazione del condensatore, con la convenzione degli utilizzatori:
dv(t) π
i t =C = 2 ωC V sen ωt + α + = 2 I sen ωt + β
dt 2
π
Si ha: I = ωCV φ =α−β =− conv. util.
2
Con i fasori:
I̅ = Ie = ωCVe ( ) = jωCV conv. util. 8
19.3 Condensatore ideale

Condensatore ideale
𝐼̅
La corrente è dunque in quadratura in anticipo
sulla tensione, con la convenzione degli π/2 𝑉
utilizzatori.
Si definisce reattanza capacitiva il parametro:
1
X =− <0
ωC
La reattanza capacitiva si misura in ohm (Ω).
Vale, con la convenzione degli utilizzatori, la relazione:
1 1
V= I̅ = j − I̅ = jX V
jωC ωC
1
Si definisce suscettanza capacitiva il parametro: B = − = ωC > 0
X
La suscettanza capacitiva è positiva. Si misura in siemens (S). 9

19.3 Condensatore ideale

Condensatore ideale
Vale V = jX I̅ , con la convenzione degli utilizzatori.
Vale I̅ = jωCV = jB V, con la convenzione degli utilizzatori.
Potenze
Ṡ = V I̅∗ conv. util.
Ṡ = jX I̅ I̅∗ = jX I = 0 + jX I = P + jQ
Si ha: P =0 W
V
Q =X I = = −B V ≤ 0 VAR
X
S = Ṡ = VI = −X I VA
π
∠Ṡ =φ . . =− rad
2
10
19.3 Condensatore ideale

Condensatore ideale
Il fattore di potenza, con la convenzione degli utilizzatori, è pari a
cosφ = 0.
Si ricava inoltre che:
1
Q = ωCV = ω CV = ωW
2
dove W è il valore massimo dell’energia capacitiva.
Infatti, l’energia capacitiva:
WC(t)= Cv t = C V sen ωt + α = W sen ωt + α

11

19.4 Operazioni sui fasori

Operazioni sui fasori


Si sono già mostrate alcune operazioni sulle funzioni sinusoidali
isofrequenziali e le corrispondenti operazioni sui fasori.
Si considerano adesso due ulteriori operazioni sui fasori.
Queste sono operazioni eseguite sui fasori, che danno come risultato
dei numeri complessi che non sono fasori, cioè non rappresentano
funzioni sinusoidali isofrequenziali. Pertanto tali numeri complessi
saranno indicati sul simbolo con un punto messo sopra e non un
trattino, riservando il trattino ai fasori.

12
19.4 Operazioni sui fasori

Operazioni sui fasori


Prodotto di un fasore per il coniugato di un secondo fasore
Si considerino due fasori A e B e si calcoli il prodotto del primo
fasore per il coniugato del secondo fasore. Si indichi con Ṗ il
risultato. Si ha: Ṗ = A B∗
Il prodotto Ṗ è un numero complesso, ma non è un fasore, cioè non
rappresenta una funzione sinusoidale isofrequenziale con le tensioni
e le correnti della rete. Pertanto il simbolo del prodotto così ottenuto
ha un punto messo sopra e non un trattino.
Tale operazione è già stata fatta con la definizione di potenza
complessa:
Ṡ = V I̅∗
La potenza complessa è un numero complesso, ma non è un fasore. 13

19.4 Operazioni sui fasori

Operazioni sui fasori


Rapporto tra fasori
Si considerino due fasori A e B e si calcoli il loro rapporto. Si indichi
con Ȯ il risultato. Si ha:
A
Ȯ =
B
Il rapporto Ȯ è un numero complesso, ma non è un fasore, cioè non
rappresenta una funzione sinusoidale isofrequenziale con le tensioni
e le correnti della rete. Pertanto il simbolo del rapporto così ottenuto
ha un punto messo sopra e non un trattino. Ȯ è un numero complesso
che “opera” su (cioè moltiplica) un fasore (il fasore B) e fornisce
come risultato di tale operazione un altro fasore (il fasore A). Si dice
che Ȯ è un operatore complesso.
14
19.4 Operazioni sui fasori

Operazioni sui fasori


Tale operazione è già stata fatta nelle relazioni del resistore ideale
passivo, del condensatore ideale e dell’induttore ideale dove, con la
convenzione degli utilizzatori, si è calcolato:
V R per il resistore ideale passivo
= jX per l’induttore ideale
I̅ jX per il condensatore ideale
R, jXL e jXC sono esempi di operatori complessi.
Analogamente, sono esempi di operatori complessi G, jBL e jBC:

I̅ G per il resistore ideale passivo


= jB per l’induttore ideale
V jB per il condensatore ideale
15

19.5 Bipolo passivo a regime sinusoidale

Bipolo passivo a regime sinusoidale


Si consideri un bipolo passivo a regime sinusoidale.
L’analisi viene fatta considerando il tempo che caratterizza
l’evoluzione di tutte le funzioni sinusoidali, cioè il periodo T, dato che
qualunque intervallo di tempo è: Δt = nT+δT, con 0<δ<1.
Si è già visto che il lavoro elettrico entrante in un intervallo di tempo
nT (n intero positivo) vale Δℒ =P nT.
Si ricorda che, in un intervallo di tempo Δt, un bipolo passivo può
avere:
i) un lavoro elettrico entrante non negativo, che può dissipare (è tipico
il caso di dissipazione sotto forma di calore) e/o accumulare;
ii) un lavoro elettrico entrante negativo, a spese di una corrispondente
diminuzione del lavoro elettrico precedentemente accumulato (e
quindi entro i limiti dovuti a tale condizione).
16
19.5 Bipolo passivo a regime sinusoidale

Bipolo passivo a regime sinusoidale


Si valuta se per un bipolo passivo in regime sinusoidale può essere
Pentr < 0. Per un intervallo di tempo Δt=nT, il lavoro elettrico entrante
è Δℒ =P nT e tale valore, con Pentr < 0, è negativo e cresce
sempre più (in modulo) al crescere di n.
Pertanto, qualunque sia il valore (che comunque è un valore limitato)
di lavoro accumulato ad un certo istante t0, si può sempre trovare, a
partire da quell’istante, un nT tale che P nT supera in modulo il
valore del lavoro accumulato in t0. Pertanto non può essere Pentr < 0.
Esempi. Pentr nei bipoli passivi ideali già visti.
Resistore ideale passivo (R>0): Pentr ≥ 0.
Induttore ideale: Pentr = 0.
Condensatore ideale: Pentr = 0.
17

19.5 Bipolo passivo a regime sinusoidale

Bipolo passivo a regime sinusoidale


Dall’analisi fatta si è ottenuto che se il bipolo è passivo non può
avere una Pentr < 0, mentre può avere Pentr ≥ 0, come visto per i bipoli
ideali presi come esempi.
Si conclude quindi che un bipolo passivo soddisfa la condizione di
passività:
Pentr ≥ 0
Essendo P = VI cosφ, la condizione di passività (per un bipolo che
non ha per sua relazione V=0 o I=0 cioè non ha sempre nullo il
valore efficace della tensione o della corrente) si esprime in modo
equivalente nella forma: cosφ≥0 con la convenzione
dell’utilizzatore, cioè con la convenzione dell’utilizzatore:
𝜋 𝜋
− ≤𝜑≤
2 2 18
19.5 Bipolo passivo a regime sinusoidale

Bipolo passivo a regime sinusoidale


Si è visto che per i bipoli ideali passivi considerati (resistore ideale
passivo, induttore ideale, condensatore ideale) la relazione tensione-
corrente scritta con i fasori è una relazione di proporzionalità in
campo complesso fra V e 𝐼 .̅
La proprietà di proporzionalità valida per i resistori ideali passivi, i
condensatori ideali e gli induttori ideali si può estendere ad un
generico bipolo lineare passivo, che è un bipolo passivo avente una
relazione tensione-corrente che scritta con i fasori è una relazione di
proporzionalità in campo complesso fra 𝑉 e 𝐼 .̅
Osservazione. Il resistore ideale attivo è un bipolo attivo che con i
fasori ha una relazione di proporzionalità in campo complesso fra 𝑉
e 𝐼 .̅
19

19.6 Impedenza

Impedenza
Si definisce impedenza di un bipolo lineare I̅
passivo, in regime sinusoidale, convenzionato
da utilizzatore, l’operatore complesso: + −
V V
Ż =

Si ottiene:
V Ve V V
Ż = = = e( ) = e
I̅ Ie I I
e quindi: V
Ż = Z = Ω ; ∠Ż = φ (rad)
I
Con la formula di Eulero, si ottiene l’impedenza in forma cartesiana:
V
Ż = e = Ze = Zcosφ + jZsenφ = Z + jZ
I
con: Z = Zcosφ (Ω)
Z = Zsenφ (Ω) 20
19.6 Impedenza

Impedenza
Vale la condizione di passività: Pentr ≥ 0, cioè (per un bipolo che non
ha per sua relazione V=0 o I=0 cioè non ha sempre nullo il valore
efficace della tensione o della corrente) − ≤ φ . . ≤ .

La condizione − ≤ φ . . ≤ , impone che ZR ≥ 0, con la


convenzione degli utilizzatori, mentre ZI può essere ⋛ 0.
Dal valore dell’impedenza in forma cartesiana, si ottiene il valore
dell’impedenza in forma polare:
arctg per ZR>0
Ż = Z = Z + Z ; ∠Ż = φ = per ZR=0, ZI>0
− per ZR=0, ZI<0
21

19.6 Impedenza

Impedenza
Nei casi dei bipoli ideali passivi già visti, con la convenzione degli
utilizzatori, si hanno le seguenti impedenze.
1) Resistore ideale passivo (con R>0): Ż = R = R + j0 = Re
2) Induttore ideale (con XL=ωL>0): Ż = jX = 0 + jX = X e
3) Condensatore ideale (con XC= − <0):
Ż = jX = 0 + jX = X e
La potenza complessa entrante (convenzione degli utilizzatori) in un
bipolo lineare passivo di impedenza 𝑍̇ è:
Ṡ = V I ̅∗ = Ż I̅ I̅∗ = Ż I = Z + jZ I = P + jQ
conv. util.
Da cui: P = Z I = Zcosφ I ≥ 0
Q = Z I = Zsenφ I ⋛ 0
S = ZI ≥ 0 22
19.7 Ammettenza

Ammettenza
Si definisce ammettenza di un bipolo lineare
passivo, in regime sinusoidale, convenzionato I̅
da utilizzatore, l’operatore complesso
I̅ + −
Ẏ = V
V
È il reciproco dell’impedenza: Ẏ = ̇ . Si ottiene:
I̅ Ie I I
Ẏ = = = e( ) = e
V Ve V V
I 1
e quindi: Ẏ = Y = = S ; ∠Ẏ = −φ = −∠Ż (rad)
V Z
Con la formula di Eulero, si ottiene l’ammettenza in forma cartesiana:
I
Ẏ = e = Ye = Ycosφ + j(−Ysenφ) = Y + jY
V cosφ senφ
con: Y = Ycosφ = S ; Y = −Ysenφ = − S 23
Z Z

19.7 Ammettenza

Ammettenza
Vale la condizione di passività: Pentr ≥ 0, cioè (per un bipolo che non
ha per sua relazione V=0 o I=0 cioè non ha sempre nullo il valore
efficace della tensione o della corrente) − ≤ φ . . ≤ .

La condizione − ≤ φ . . ≤ , impone che YR ≥ 0, con la


convenzione degli utilizzatori, mentre YI può essere ⋛ 0.
Dal valore dell’ammettenza in forma cartesiana, si ottiene il valore
dell’ammettenza in forma polare:
arctg per YR>0
Ẏ = Y = Y + Y ; ∠Ẏ = −φ = per YR=0, YI>0
− per YR=0, YI<0
24
19.7 Ammettenza

Ammettenza
Nei casi dei bipoli ideali passivi già visti, con la convenzione degli
utilizzatori, si hanno le seguenti ammettenze.
1) Resistore ideale passivo (con G>0):
1
Ẏ = = G + j0 = Ge (con G = >0)
R
2) Induttore ideale:
1 1
Ẏ = =0+j − = 0 + jB = B e (con BL=− <0)
jX X
3) Condensatore ideale:
1 1
Ẏ = = 0+j − = 0 + jB = B e (con BC=ωC >0)
jX X
25

19.8 Leggi di Kirchhoff in forma simbolica

Leggi di Kirchhoff in forma simbolica


Le Leggi di Kirchhoff delle correnti e delle tensioni valgono per una
rete di n-poli in regime variabile quasi stazionario. Valgono anche in
regime sinusoidale, caso particolare di regime variabile.
-) Si considerino correnti sinusoidali isofrequenziali. Per un generico
insieme di taglio, vale che:

±𝑖 𝑡 = 0

Siccome la somma algebrica di funzioni sinusoidali isofreqeunziali è


ancora una funzione sinusoidale isofrequenziale, si può passare alla
relativa relazione fra fasori ricordando che il fasore di una somma
algebrica di funzioni sinusoidali isofrequenziali è la somma algebrica
dei fasori delle funzioni sinusoidali isofrequenziali. 26
19.8 Leggi di Kirchhoff in forma simbolica

Leggi di Kirchhoff in forma simbolica


Pertanto, per un generico insieme di taglio, vale la legge di Kirchhoff
ai fasori delle correnti - LKC:

±I̅ = 0 = 0 + j0

-) Analogamente, per le tensioni, data una generica maglia, vale che:


±v t = 0

Pertanto, la relazione fra i corrispondenti fasori (legge di Kirchhoff ai


fasori delle tensioni – LKT):
±V = 0 = 0 + j0
27

19.8 Leggi di Kirchhoff in forma simbolica

Leggi di Kirchhoff in forma simbolica


Esempio.
Si consideri il nodo A di figura. Siano: i1(t) i2(t)
i t = 10 2sen 1000t A
π
i t = 10 2sen 1000t +
2 i3(t)
Determinare i3(t).
Soluzione
Si calcolano i fasori.
I̅ = 10e = 10 ; I̅ = 10e = j10 .
LKC: I̅ − I̅ + I̅ = 0
da cui: I̅ = −I̅ + I̅ = −10 + j10 = 10 −1 + j = 10 2e
e quindi:
i t = 10 2 2sen 1000t + = 20sen 1000t + A 28

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