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FILIPPO LIPPI

nasce nel 1406 e muore nel 1469, rimanendo orfano quando era piccolo, Filippo Lippi fu cresciuto da una
zia e successivamente entrò a far parte dei frati carmelitani a Firenze.  Rimase qualche anno dai frati, che gli
permisero di assecondare il suo estro artistico. Nelle sue raffigurazioni religiose possiamo infatti notare
come, pur nel rispetto dell'abito religioso, egli mostrasse il proprio lato umano. 
I suoi primi lavori come pittore si trovano a Prato, dove realizzò degli affreschi di san Giovanni Battista e
santo Stefano. Era molto noto per le rappresentazioni di Madonne, molte delle quali attualmente si trovano
agli Uffizi, come la Madonna col Bambino e due angeli, l'Incoronazione della Vergine chiamata anche
Incoronazione Maringhi
Nel 1421 prese i voti, e venne chiamato Fra Filippo.
Il grande scandalo della vita di Filippo risale all’inizio del 1450, periodo in cui lavorava a Prato e divenne
cappellano del convento di Santa Margherita. Filippo chiese alla madre badessa di poter scegliere una
monaca che gli facesse da modella. Posò per lui Lucrezia Buti. I due si innamorarono. Nel 1457 nacque il
loro primo figlio, Filippino, anche lui artista di successo, seguito poi da Alessandra.  Filippo e Lucrezia
avevano preso i voti, per cui vivevano “nel peccato” e la loro situazione era considerata scandalosa. Grazie
a un intervento di Cosimo il Vecchio, papa Pio II sciolse i loro voti, e senza mai sposarsi vissero insieme tutta
la vita.

MADONNA COL BAMBINO E I DUE ANGELI


L'opera dipinta dal 1460 al 1465, è l’opera più celebre di Filippo Lippi, caratterizzata dalla straordinaria
spontaneità della rappresentazione. La Madonna siede su un trono di cui si intravede solo il morbido
cuscino ricamato e il bracciolo intagliato, intenta a contemplare il figlio verso il quale rivolge un gesto di
preghiera. L’espressione è dolce e indulgente, ma quasi malinconica, come se la madre presagisse il
doloroso destino del figlio. Il piccolo Gesù, coperto solo dalle fasce, protende le braccia verso di lei,
sostenuto da due angeli. Quello in primo piano rivolge lo sguardo all’esterno, a coinvolgere lo spettatore,
con volto sorridente. La finestra si apre davanti a un vasto e vario paesaggio affacciato sul mare, con rocce,
vegetazione, edifici. L’immagine sacra è tradotta con profonda umanità, conferita sia dall’espressione degli
affetti che dalla scelta delle vesti e delle acconciature, ispirate alla moda coeva: raffinatissima quella della
Vergine, con una coroncina di perle e teli intrecciati ai capelli, come le nobildonne fiorentine del secondo
Quattrocento. Le aureole sono appena accennate, sottili cerchi e raggi di luce che non coprono il paesaggio
retrostante. Si presume che il volto della Vergine sia quello di Lucrezia Buti, la giovane monaca pratese che
divenne fidanzata di Filippo Lippi.
L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE
L'Incoronazione della Vergine, nota anche come Incoronazione Maringhi, è una pala d'altare di Filippo Lippi,
realizzata tra il 1439 e il 1447 circa. La Pala è composta da un unico grande pannello diviso però in alto da
tre archi, che riprendono la forma tradizionale del trittico. La scena principale rappresenta uno scenografico
affollamento di figure, tra angeli, santi e personaggi biblici, che sono ritratti in atteggiamenti vari ed
informali e con le fisionomie fortemente caratterizzate, come veri e propri ritratti. La scena è ambientata in
paradiso, ma Lippi non usa più l'arcaico fondo oro, ma un cielo a strisce che ricorda i sette cieli. Al centro in
alto si trova in posizione dominante Dio Padre e la Madonna inginocchiata che sta per essere incoronata,
entro un grandioso trono marmoreo costruito in prospettiva, con la nicchia a conchiglia (ripetuta anche in
fondo ai braccioli) tanto cara al pittore. La presenza di Dio al posto di Cristo, figura tradizionale
dell’iconografia, sottolinea la nascita di Maria senza peccato originale. Tra le figure al centro si riconoscono
la Maddalena, san Lorenzo, in primo piano ai lati i due titolari della chiesa e della cappella maggiore:
sant'Ambrogio a sinistra e san Giovanni Battista a destra., sant'Eustachio, titolare di uno dei più importanti
altari della chiesa, con i due figli (Teofisto e Agapio) e la moglie Teofista, rappresentata con un volto
estremamente dolce e aggraziato che guarda lo spettatore, come se fosse l'interlocutore ideale per le
ricche nobildonne fiorentine che frequentavano la chiesa: tradizionalmente Eustachio e la moglie sarebbero
i ritratti del banchiere proprietario dell'altare a destra dell'altare maggiore e della sua consorte. 

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