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I sistemi dinamici del secondo ordine sono sistemi dinamici SISO rappresentati da
equazioni differenziali lineari e a coefficienti costanti di ordine n=2:
d 2 y( t )
dy( t ) d 2x(t ) dx( t )
a2 a1 a 0 y( t ) b 2 b1 b0 x ( t )
dt 2 dt dt 2 dt
dove si è indicato con x(t) il segnale ingresso e con y(t) l’uscita del sistema.
ESEMPIO
R1
C1
i(t) C2
x(t)=vi(t) + y(t)=vo(t)
_
R2
Applichiamo alla rete elettrica la legge di Kirchoff delle tensioni e quella delle correnti,
nonché le proprietà caratteristiche delle resistenze e dei condensatori:
1 t
vo (t) R 2 i(t) i( )d
C2 0
dove
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1
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ossia
R1C2 y' ( t ) (R1C1 R 2C2 ) x ' ( t ) y' ( t ) R1R 2C1C2 x ' ' ( t ) y' ' ( t ) x ( t ) y( t )
e in definitiva
dove si è posto
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1
R2
Y(s) sC2 sR 2C2 1
G(s)
X(s) 1 1 sC2
R2 sR 2C2 1
1 sC2 1
sC1 sC1
R1 R1
sR 2C2 1
1 sR 2C2 1 sR1C1
sR 2C2 1 sR1C2 1 sR 2C2 1 sR1C1
sR1C2
1 sR1C1
La funzione di trasferimento è del secondo ordine, con m=2 zeri reali negativi in
1 1
z1 , z2
1 2
In particolare, per le note proprietà dei polinomi del secondo ordine, si ha:
1
p1p 2
12
p1p 2 z1z 2
ossia
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z1 p 2
.
p1 z 2
Tale relazione esprime il fatto che i poli sono disposti entrambi esternamente agli zeri o
entrambi internamente agli zeri. Si verifica che la seconda condizione non è possibile,
dunque detto
p z
1 2 1
z1 p 2
si ha
1
p1 , p2
1 2
1 1 1
2 2 1 1
e quindi è il prodotto della funzione di trasferimento di una rete ritardatrice per quella di
una rete anticipatrice, come del resto si evince anche osservando la mappa poli-zeri del
sistema.
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Vediamo ora il sistema elementare del secondo ordine, che è il circuito serie RLC.
R L
i(t)
vi(t) + vo(t)
_ C
L’ingresso del sistema è la tensione ai capi del generatore vi(t), l’uscita del quadripolo è
la tensione ai capi del condensatore vo(t).
Determiniamo la funzione di trasferimento del sistema.
di(t)
vi (t) Ri(t) L vo (t)
dt
da cui
o anche, se si indica con x(t) l’ingresso vi(t) e con y(t) l’uscita vo(t) :
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V (s) Y(s) 1 LC
G (s) o .
Vi (s) X(s) LC s 2 RC s 1 s 2 R s 1
L LC
1 1
Y(s) sC LC
G(s)
X(s) R sL 1 R 1
s2 s
sC L LC
2 1 1
n
n LC LC
.
2 R
R C
n
L 2 L
Si ha
ωn 2 1
G(s)=
s2 +2δωns+ωn 1+ 2δ s+ s2
2
ωn ωn 2
La funzione di trasferimento della rete elettrica elementare del secondo ordine può
rappresentare anche un sistema differente dal sistema in questione, ma sempre con un
modello del tipo:
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cui corrispondono due poli. Indipendentemente dalla natura fisica del sistema modellato,
se la sua funzione di trasferimento è la stessa della rete elettrica del secondo ordine, esso
presenta evidentemente lo stesso comportamento dinamico del circuito elettrico
considerato.
d 2 x(t) dx(t)
f (t) M B Kx(t)
d2t dt
K
X(s) 1 1 M 1 n 2
G(s) .
F(s) Ms 2 Bs K K s 2 B s K K s 2 2ns n 2
M M
n 2
G (s) .
s 2 2ns n 2
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Il sistema è del secondo ordine, infatti tale è l’ordine dell’equazione differenziale che lo
descrive: la funzione di trasferimento del sistema ha m=0 zeri e n=2 poli in:
p1/2 n n 2 1 .
Luogo dei poli al variare del coefficiente di smorzamento Luogo dei poli al variare del coefficiente di smorzamento
1.5 1.5
1
δ>0 0<δ<1 δ=0 1
δ<0 δ=0
ωn ωn -1<δ<0
Asse Immaginario
Asse immaginario
0.5 0.5
-0.5 -0.5
-1<δ<0
-1 0<δ<1 δ=0 -1 δ=0
-1.5 -1.5
-2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 2
Asse reale Asse reale
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p1/2 jd
con
n
.
d n 1 2 n
Evidentemente si ha anche:
n 2 n 2
G (s) .
2 2 2 2
s 2ns n (s ) d
p2 p2 p2
| p1/2 | 2 d 2 n 2 n .
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Ad esempio, nel caso di poli a parte reale negativa (figura nella pagina precedente in alto
a sinistra), si ha:
n n cos
da cui evidentemente
cos , ar cos .
Si verifica facilmente che queste ultime due relazioni sono valide anche per poli
immaginari puri (=0 e ) e per poli a parte reale positiva (con -1<<0 e
2
).
2
Infatti, nel caso di poli a immaginari puri (figura nella pagina precedente in alto al
centro), si ha:
0,
2
da cui evidentemente
cos , ar cos .
Invece, nel caso di poli a parte reale positiva (figura nella pagina precedente in alto a
destra), si ha:
n n cos( )
da cui si ha ancora
cos , ar cos .
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d n 1 2 n sin
che si semplifica, nel caso particolare di poli immaginari puri, essendo , nella
2
relazione banale
d n .
2 1 2
2
1 sin , arcsin 1 , arctg .
Calcoliamo ora la risposta al gradino del sistema nel caso in cui i poli siano complessi e
coniugati (ossia ||<1).
1 1 n 2 n 2 k s
Y(s) G (s) 1
s s s2 2ns n 2 s((s )2 d 2 ) s (s )2 d 2
con
n 2
k1 1
s 2 2n s n 2 s 0
s n 2 1 2 s 2 2n s n 2 s 2n
n
(s )2 d 2 s(s 2 2ns n 2 ) s s(s 2 2n s n 2 ) s 2 2ns n 2
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Quindi
da cui
y( t ) 1 en t cos(d t ) en t sin(d t ) 1( t ) .
1 2
Si ha anche
en t
y( t ) 1 1 2 cos(d t ) sin(d t ) 1( t )
1 2
.
n t n t
1 e sin cos(d t ) cos sin(d t ) 1( t ) 1
e
sin(d t ) 1( t )
2 2
1 1
Analizziamo ora la risposta al gradino per il caso particolare 2.A, in cui 0<δ<1, ossia
quando i poli del sistema sono nel semipiano sinistro.
en t
yi1/ 2 (t) 1 1(t) .
2
1
Rappresentiamo l’andamento nel tempo della risposta al gradino del sistema per 0<δ<1.
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Inviluppi
1 MP 1.05
y(t)
0.95
0 td tr tP ts5%
sin
La risposta parte da y(0+)=1 =0.
2
1
L’uscita del sistema converge al valore finale del gradino, ossia raggiunge il regime,
infatti si ha:
y() 1
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• Tempo di assestamento.
• Tempo di ritardo.
• Tempo di salita.
• Tempo di picco.
• Massima sovraelongazione percentuale.
en t s5%
1 1 0.05 .
2
1
Questo calcolo, per quanto approssimato, non è dei più semplici; effettuiamo perciò una
ulteriore approssimazione, supponendo che 1 2 1. Tale approssimazione vale
quando il quadrato del coefficiente di smorzamento è sufficientemente minore
2
dell’unità, ossia per . Abbiamo così:
2
ln 0.05 3
t s5% 3 .
n n
Si definisce dunque una costante di tempo che è l’inverso della parte reale del polo, a
meno del segno:
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1 1
.
n
Si riottene dunque il risultato valido per i sistemi elementari del primo ordine: dopo tre
costanti di tempo il sistema del secondo ordine ha raggiunto il 95% del valore finale.
Analogamente si ha
ln 0.02 4
t s2% 4
n n
ossia dopo quattro costanti di tempo il sistema ha già raggiunto il 98% del valore finale.
Per una generica banda B% si ha infine:
B
ln
B
t sB% 100 ln .
n 100
2
Asse immaginario
-1
-2
-3
-2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0
Asse reale
Come per i sistemi del primo ordine, dalle espressioni trovate per il tempo di
assestamento si deduce che il sistema è tanto più lento a raggiungere il regime quanto
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più elevata è la costante di tempo. Tracciando la mappa poli-zeri del sistema si conclude
che esso è tanto più lento quanto più vicini sono i poli all’asse immaginario, ossia
quanto più piccola è la parte reale dei poli. Quindi il sistema è tanto più veloce a
raggiungere il regime quanto più grande è la parte reale dei poli.
Ancora, il tempo di salita tr indica il tempo necessario affinché la risposta indiciale passi
dal 10% (5%) al 90% (95%) del valore finale. Essendo in questo caso la risposta
oscillatoria, il tempo di salita può anche definirsi come il tempo necessario a che la
risposta al gradino giunga per la prima volta al valore finale, ossia passi dallo 0% al
100% del valore finale.
y( t P ) y()
M P 100
y()
essendo tP il tempo di picco, o tempo necessario per raggiungere il primo massimo nella
risposta indiciale.
Calcoliamo il tempo di picco come il primo istante di tempo in cui si annulla la derivata
prima della risposta:
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en t en t
y'(t) n sin(d t ) d cos(d t )
2 2
1 1
en t
n sin(d t ) 1 2 cos(d t )
1 2
en t
n cos sin(d t ) sin cos(d t )
2
1
en t en t
n sin(d t ) n sin(d t) 0
2 2
1 1
da cui
sin(d t) 0
d t k, k
ossia
k
t , k
d
tP .
d
Quindi il tempo di picco dipende dalla parte immaginaria dei poli, e quanto più essi sono
lontani dall’asse reale, tanto minore è tale tempo, cioè tanto più rapido è il
raggiungimento del primo massimo.
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Tempo di picco
25
tP
20
15
10
5
n0
0 0.5 1 1.5
Coefficiente di smorzamento δ
1 e 12
1 en t
1
y(t)
2
2
1 en t
1 e 1
0 2 3 4 5 6
2
1 1 2
1 2
1 2
1 2
1 2
tnt
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n
d
en t P e
y( t P ) 1 sin(d t P ) 1 sin( )
2 2
1 1
1 2
e 1 2
1 sin 1 e
1 2
da cui
1 2 1
y( t P ) y() 1 e 1 2 .
M P 100 100 100 e
y() 1
60
40
20
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Coefficiente di smorzamento δ
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Dal grafico si nota che per δ=0 la risposta indiciale presenta il massimo picco possibile,
essendo la massima sovraelongazione percentuale pari al 100%. Infatti gli esponenziali
nella risposta al gradino degenerano in un termine costante che non si estingue, e la
risposta è oscillatoria non smorzata. Il primo picco è pari a 2, essendo MP=100%, e si
raggiunge in un tempo tP= (ottenuto per =0, ossia d=n).
n
Calcoliamo ora il tempo di salita come il tempo necessario a che la risposta raggiunga
per la prima volta il valore di regime:
en t r
y( t r ) 1 sin(d t r ) 1
2
1
da cui
en t r
sin(d t r ) 0
2
1
ossia
sin(d t r ) 0 .
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d t k , k
ossia
k
t , k
d
tr .
d
Si ha anche
ar cos()
tr .
2
n 1
Tempo di salita
tr
2n
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Coefficiente di smorzamento
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Come per il tempo di picco, anche il tempo di salita è inversamente proporzionale alla
parte immaginaria dei poli, quindi il sistema è tanto più veloce nel transitorio quanto più
grande è la parte immaginaria dei poli. Si può dimostrare inoltre che il tempo di salita
aumenta con l’aumentare del coefficiente di smorzamento.
Abbiamo visto che un risultato analogo vale per il tempo di assestamento, che si riduce
con l’aumentare della parte reale dei poli.
Sappiamo inoltre che l’entità del primo picco della risposta indiciale non è influenzata
dalla pulsazione naturale ma dal solo coefficiente di smorzamento.
Im
p’1
p1 ’d
d
n
’
Ad esempio, nel caso in figura il sistema
’ Re avente la coppia di poli p1-p2 presenta dei
tempi di assestamento, di picco e di salita
più bassi del sistema con i poli p’1-p’2.
p2
p’2
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1.8 =0.1
1.6 0.2
1.4 0.3
0.4
1.2 0.5
0.6
1 0.7
0.8
y(t)
1
1.2
0.8 1.5
2
0.6
0.4
0.2
0
0 5 10 15 20
nt t
δ costante
n0 varia p2
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In tal caso, mentre resta fissa la massima sovraelongazione percentuale, ossia l’entità del
primo picco, si modificano gli inviluppi della risposta indiciale e quindi il tempo di
assestamento. In particolare quest’ultimo si riduce all’aumentare della pulsazione
naturale, rendendo il sistema più pronto.
Variando la sola pulsazione naturale si ottengono gli andamenti della risposta indiciale
nella figura seguente. In definitiva cambiare la pulsazione naturale del sistema ωn
equivale a cambiare l’asse dei tempi: più ωn è elevato, più contratto è l’asse dei tempi.
Infatti, aumentando la pulsazione naturale si riducono i tempi di assestamento, di picco e
di salita, mentre la massima sovraelongazione percentuale (che dipende unicamente dal
coefficiente di smorzamento) non subisce variazioni.
1.8
1.2 0.8 0.6
1.6
1.5 1 0.7
n=2
1.4
1.2
1
y(t)
0.8
0.2
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
t
Consideriamo infine il caso in cui la funzione di trasferimento del sistema sia modificata
mantenendo fisso il prodotto del coefficiente di smorzamento per la pulsazione naturale,
ossia la parte reale dei poli. Ciò corrisponde a muovere i poli del sistema lungo una retta
verticale di ascissa –δωn.
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Im
p1
n
Re
δ0 varia
δn costante
p2
Gli andamenti temporali che si ottengono per la risposta al gradino sono diagrammati di
seguito.
Evidentemente in questo caso la parte reale dei poli rimane invariata, dunque non
cambia il tempo di assestamento (poiché gli inviluppi della funzione sono gli stessi).
Cambiano invece la rapidità del transitorio e l’entità del picco: aumentando il
coefficiente di smorzamento (e riducendosi la pulsazione naturale) aumentano il tempo
di picco e il tempo di salita, mentre si riduce la massima sovraelongazione percentuale.
1.8
1.6=0.1
0.2
1.4
0.3
1.2 0.4
0.5
1 0.6
y(t)
0.8 0.8
0.7
0.6
1
1.2
1.5
0.4 2
0.2
0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
t
nt
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Possiamo dunque concludere che un sistema elementare del secondo ordine con poli
complessi coniugati e coefficiente di smorzamento δ con 0<δ<1 è tanto più veloce nel
transitorio e nel regime quanto più lontani sono i suoi poli dall’origine del piano
complesso.
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ESEMPIO
u e y
+ GP(s)
-+ -
H(s)
k1
G P (s)= .
s(s+10)
Si assuma che il motore sia retroazionato con una dinamo tachimetrica avente funzione
di trasferimento:
H(s)=k 2s .
Inoltre, tutto il motore è retroazionato come in figura. Si determinino le due costanti del
motore k1 e della dinamo k2 in modo che il sistema in anello chiuso presenti un tempo di
assestamento al 5% ts≤0.5 s e una massima sovraelongazione percentuale MP≤5%.
Si ha evidentemente:
G(s) k1
1+G(s)H(s) G(s) s(s+10) k1
G 0 (s)= = = 2 .
1
G(s) 1+G(s)(H(s)+1) k
1+ 1
1 k 2s s +(10+k k
1 2 )s+k1
1+G(s)H(s) s(s+10)
Si pone:
G0 (s)= 2
k1
ωn
2
,
s +(10+k1k 2 )s+k1 s2 +2δωns+ωn 2
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da cui
ω = k
n 1
(10+k1k 2 )
δ
2 k1
3
0.5 δω 6
n ω n δ
δπ
- δ 2
1-δ 2 2
5 100×e
ω 6 2 k 6 2 k1 72
1 k 72
n k1 72 1
2
(10+k k ) 2 (10+72k 2 ) 1 5+36k 6 1 .
δ
1 2
2 k 2
2 2 k1 2 12 2 2 36
Step Response
1.4
Si ha in definitiva
1.2
G 0 (s)= 72 ,
s2 +12s+72 1
0.8
che ha le caratteristiche richieste, come
Amplitude
figura.
0.4
0.2
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
Time (sec)
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28
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Consideriamo ora il caso 2.B, in cui i poli sono complessi e coniugati con parte reale
positiva (-1<δ<0). La risposta del sistema è ancora la stessa, ossia:
en t
y ( t ) 1 sin(d t ) 1( t ) .
1 2
Il sistema è oscillatorio non smorzato con ampiezza crescente; non si può parlare di
regime. Ciò era prevedibile, poiché i poli sono a parte reale positiva ed hanno modi
associati divergenti.
Risposta al gradino
Inviluppi
-500
-1000
-1500
0 0.5 1 1.5
Tempo [s]
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Consideriamo ora il caso 2.C, in cui i poli sono immaginari puri (δ=0, φ= ). La risposta
2
del sistema si ottiene dalla precedente sostituendo δ=0, ossia:
en t
y ( t ) 1 sin(d t ) 1( t ) 1 sin(n t ) 1( t ) 1 cos(n t ) 1( t ) .
2
1 2 0
La risposta al gradino del sistema è una sinusoide non smorzata, con pulsazione pari alla
pulsazione naturale. Il tempo di picco vale
tP
d n
tr 2
d 2n
y(t P ) y() 2 1
M P 100 100 100% .
y() 1
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30
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1.5
Ampiezza
1
0.5
0
0 10 20 30 40
Tempo [s]
Consideriamo ora il caso 3.A, in cui δ=1, ossia i due poli sono reali coincidenti in -ωn.
Si ha:
n 2
G (s)
(s n )2
n 2 k k 21 k
Y(s) 11 22
s(s n )2 s (s n )2 s n
dove
n 2
k11 1
2
(s n ) s 0
2
k 21 n n
s
s n
k 22 k11 1
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1 n 1
Y(s)
s (s n )2 s n
da cui
y( t ) 1 n t en t en t 1( t ) .
Quindi
y(0+)=0.
da cui
y' (0 ) 0 .
n 2
y() lim sY(s) lim 1.
s 0 s 0 (s n )2
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0.8
Ampiezza
0.6
0.4
0.2
0
0 2 4 6 8 10 12 14
Tempo [s]
Consideriamo ora il caso 3.B, in cui δ=-1, ossia i due poli sono reali coincidenti in +ωn.
Si ha:
n 2
G (s)
(s n )2
n 2 k k 21 k
Y(s) 11 22
s(s n )2 s (s n )2 s n
dove
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n 2
k11 1
2
(s n ) s 0
n 2
k 21 n
s
s n
k 22 k11 1
1 n 1
Y(s)
s (s n )2 s n
da cui si ottiene una risposta divergente (infatti i poli sono posizionati nel semipiano
destro):
y( t ) 1 n t en t en t 1( t ) .
15
Ampiezza
10
0
0 0.5 1 1.5 2 2.5
Tempo [s]
y(0 ) 0 .
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34
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da cui
y' (0 ) 0 .
Osserviamo che non vale il teorema del valore finale, essendo violate le sue ipotesi.
Infatti si ha:
y() lim 1 (n t 1)en t
t
n 2
lim sY(s) lim 1 y()
s 0 s 0 (s n ) 2
Sia ora il caso 1.A, in cui δ>1, ossia i due poli sono reali distinti e negativi. Si ha:
n 2 n 2
G (s)
s 2 2ns n 2 (s p1)(s p2 )
dove supponiamo |p1|>|p2|, ossia (si veda la mappa dei poli in figura):
p1 n n 2 1 ,
p2 n n 2 1
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35
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Im
Re
p1 p2
e risulta
p1 p2 2n 2 1 .
n 2 k k k
Y(s) 1 2 3
s(s p1)(s p2 ) s s p1 s p2
dove
n 2 n 2
k1 1
(s p1)(s p 2 ) s 2 2n s n 2 s 0
s 0
n 2 n 2 n 2 n
k2 0
s(s p 2 ) p1(p1 p 2 ) 2
p1 2n 1 2
2p1 1
s p1
n 2 n 2 n 2 n
k3 0
s(s p1) p 2 (p 2 p1) p 2 2 1 2p 2 1
sp2 2 n 2
da cui
y( t ) 1 k 2 e p1t k 3 e p 2 t 1( t )
n 1 1 p 2 t
y ( t ) 1 ep1t e 1( t ) .
2 p p
2 1 1 2
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y(t)
0.5
k2 Modo di p1
0
-0.5
Modo di p2
-1
k3
0 2 4 6 8 10
Tempo [s]
y(0) 1 k 2 k3 0
y' ( t )
n
2
ep1t ep 2 t
2 1
da cui
y' (0 ) 0
ed infine
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y() 1.
Dette τ1 e τ2 le costanti di tempo dei poli p1 e p2, si può anche riscrivere la risposta al
gradino come segue:
t
t
n
y ( t ) 1 1 e 1 2 e 2 1( t ) .
2 2 1
Si osserva ancora che degli ultimi due modi il più influente è quello relativo al polo più
vicino all’asse immaginario p2. Quest’ultimo è dunque il polo dominante.
p1
Si ha una effettiva dominanza se risulta >10, ovvero per 1 0 e 1 . In tal caso
p2
si può approssimare il sistema con quello del primo ordine avente un solo polo in p 2,
poiché risulta:
t t
n
2 e 2 e 2
1
y(t) 1 1(t) 1 1(t)
2 2 1 2 2 1 2 1
t
t
t
2 1 2
e 2 e 2 2
1
1 1(t) 1 1(t) 1 e 1(t)
2 2 2
2 1 1
2 2 1
t s5% 32 .
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Analizziamo infine il caso 1.B, in cui δ<-1, ossia i due poli sono reali distinti e positivi.
Si ha ancora:
n 2 n 2
G (s)
s 2 2ns n 2 (s p1)(s p2 )
Im
Re
p2 p1
n 1 p1t 1 p 2 t
y( t ) 1 e e 1( t )
2 1 1 p p
2 2
e in questo caso diverge, poiché i modi sono relativi a poli posizionati nel semipiano
destro del piano complesso. Non ha senso parlare di regime e anche in questo caso non
vale il teorema del valore finale.
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1.2
Ampiezza
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8
Tempo [s]
Si vuole ora esaminare l’effetto di uno zero sul comportamento di un sistema del
secondo ordine, in particolare nel caso in cui il sistema ha due poli complessi.
Consideriamo quindi un sistema dinamico del secondo ordine come in figura, avente
funzione di trasferimento del tipo:
x(t) y(t)
2
n (1 s) G(s)
G(s)
s 2 2ns n 2
con pulsazione naturale n>0 e avente, per semplicità (in quanto trattasi del caso più
comune ed anche di maggiore interesse), poli complessi e coniugati (ovvero -1<<1). Il
1
sistema presenta uno zero in z che è a fase minima (ossia posto nel semipiano
sinistro) per >0, mentre è a fase non minima (ossia posto nel semipiano destro) se <0.
Evidentemente, per =0 lo zero scompare e il sistema si riconduce al generico sistema
elementare del secondo ordine.
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1 n 2 (1 s) n 2 n 2
Y2 (s) G(s) s .
n n n
s s 2 2 s 2 s s 2 2 s 2 s s 2 2 s 2 s
n n n
Se ora indichiamo con y1(t) la risposta al gradino di un generico sistema del secondo
ordine con poli complessi e coniugati e privo di zeri, si ha evidentemente:
n 2
Y1(s)
s2 2ns n 2 s
e dal confronto delle due precedenti relazioni si deduce che
Sappiamo che
en t
y1(t) 1 sin(d t ) 1(t)
1 2
con
y1(0)=0
dy1(t)
y 2 (t) y1(t) .
dt
Abbiamo visto in precedenza nel calcolo del tempo di picco che per t>0 vale la relazione
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dy1(t) en t
n sin(d t)
dt 1 2
il cui valore dipende dalla posizione dei poli nel piano di Gauss (ovvero dalla loro parte
reale).
Inoltre si ha
dy1(0 )
0
dt
da cui
y2 (0 ) 0
quindi la risposta al gradino di un sistema del secondo ordine con uno zero inizia ad
evolvere dal valore nullo come la risposta al gradino di un sistema del secondo ordine
privo di zeri. Osserviamo poi che per t>0 vale:
Si ha:
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d 2 y1(t)
dt 2
d dy1(t)
dt dt
n
1 2
n en t sin(d t) en t d cos(d t)
n 2en t n 2en t
cos sin(d t) sin cos(d t) sin d t
2 2
1 1
da cui
d 2 y1(0 ) n 2
sin n 2
2
dt 1 2
e in definitiva
che è un valore positivo se lo zero è a fase minima (>0), è negativo se lo zero è a fase
non minima (<0) e nullo per =0.
In definitiva la presenza di uno zero in un sistema del secondo ordine non modifica né il
valore iniziale né il valore finale della risposta al gradino; ciò che cambia è il modo in
cui la risposta al gradino si stacca dall’asse dei tempi. Se lo zero è posto nel semipiano
sinistro la derivata nell’origine della risposta al gradino è positiva, mentre nel caso senza
zeri si ha derivata nulla. Se invece lo zero è posto nel semipiano destro tale derivata è
negativa, dunque inizialmente la risposta del sistema è più lenta rispetto ai due casi
precedenti: la risposta al gradino inizia ad evolvere tendendo non verso il valore di
ordinata dell’ingresso (pari a 1), bensì evolvendo verso le ordinate negative. In altre
parole, se lo zero è a fase non minima inizialmente il sistema non evolve in modo da
seguire l’ingresso ma allontanandosi da esso: ciò è tipico dei sistemi con zeri a fase non
minima, ossia con qualche zero a parte reale negativa.
Nella figura seguente è riportato un confronto grafico delle risposte al gradino di tre
sistemi del secondo ordine, con gli stessi poli, complessi e coniugati e disposti nel
semipiano sinistro, dei quali il primo è privo di zeri, il secondo ha uno zero a fase
minima e il terzo presenta uno zero reale positivo.
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Step Response
3
Sistema senza zeri
2.5 Sistema con zero a fase minima
Sistema con zero a fase non minima
1.5
1
Amplitude
0.5
-0.5
-1
-1.5
-2
0 1 2 3 4 5 6
Time (sec)
Pertanto la presenza di uno zero aggiuntivo reale negativo (positivo) in un sistema del
secondo ordine elementare induce nella risposta indiciale una sovraelongazione
(sottoelongazione) iniziale che è tanto più accentuata quanto più grande è il valore della
costante di tempo dello zero (poiché in tal caso l’effetto di tale zero non è evidentemente
trascurabile).
Naturalmente nel caso particolare di un sistema con poli reali e uno zero aggiuntivo
molto vicino ad uno dei poli, la risposta indiciale si riduce a quella di un sistema del
primo ordine, poiché l’effetto dello zero è semplicemente quello di cancellare uno dei
due poli.
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È così possibile provare che l’effetto principale di un polo aggiuntivo consiste nel
rallentamento della risposta al gradino, ovvero l’aumento del tempo di salita, quanto più
grande è la costante di tempo di tale polo (poiché in tal caso l’effetto di tale polo non è
evidentemente trascurabile).
1. Coppie di poli/zeri con polo e zero molto vicini fra loro producono un effetto
trascurabile sulla risposta. Di fatto tali coppie possono essere cancellate dalla funzione
di trasferimento mantenendo invariato il guadagno in continua; in questo modo si riduce
l’ordine del modello senza introdurre errori significativi sulla risposta del sistema.
3. Poli vicini all’asse immaginario (con costanti di tempo non superiori di un ordine di
grandezza rispetto a quella dei poli dominanti) inducono un rallentamento della risposta,
ovvero un aumento del tempo di salita, tanto più accentuato quanto più essi sono
prossimi all’asse immaginario.
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4. Zeri vicini all’asse immaginario (con costanti di tempo non superiori di un ordine di
grandezza rispetto a quella dei poli dominanti) inducono sovraelongazioni e/o
sottoelongazioni tanto più pronunciate quanto maggiore è la vicinanza all’asse. In
particolare uno zero reale positivo induce una sottoelongazione iniziale.
Si noti che per trascurare un polo p o uno zero z non dominati nel modello del sistema, è
necessario porre la funzione di trasferimento G(s) in forma di costanti di tempo, in modo
s
da non modificarne il guadagno se si trascura il binomio corrispondente a tale polo 1
p
s
ovvero allo zero 1 , ipotizzandolo simile all’unità.
z
Nelle figure successive sono riportati due esempi di sistemi di ordine superiore al
secondo rispettivamente approssimabili con un polo dominante e con due poli complessi
dominanti.
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km
G1(s) .
(1 ms)(1 es)
dove τm e τe sono rispettivamente le costanti di tempo di due poli reali distinti, il primo
legato alla componente meccanica del motore, il secondo legato alla componente
elettrica dello stesso. Si ha:
J L
m , e e
f Re
Tipicamente il polo legato alla parte elettrica ha una costante di tempo molto più rapida
di quella legata alla parte meccanica, pertanto si trascura, ponendo:
km
G 2 (s) .
(1 ms)
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Approfondimenti consigliati:
Capitolo 2 ed esercizi del testo G. Marro, Controlli Automatici, Zanichelli, 2004.
Capitoli 4 e 5 del testo A. V. Papadopoulos, M. Prandini, Fondamenti di
Automatica. Esercizi, Pearson, 2016.
Capitoli 2, 3 e 4 del testo M. Dotoli, M. P. Fanti, MATLAB – Guida al Laboratorio
di Automatica, Città Studi, 2008.
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