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I

tre paradossi dell'amor cortese:


1. Lodare una donna, ma tenendone segreta l'identità

2. L'adulterio viene considerato un mezzo di educazione cortese.

3. La rinuncia al possesso della donna come elemento costitutivo dell'amore

A. La donna
La donna amata dal poeta deve avere le seguenti caratteristiche:
1. Si tratta sempre di una donna sposata, di condizione più elevata rispetto al poeta: ciò è
necessario per mantenere una distanza necessaria tra la donna e il poeta.
2. La donna deve mantenere una necessaria distanza dal poeta. E' proprio grazie a questa
distanza, che fa della donna un'oggetto di costante DEZIRER da parte del poeta, che
quest'ultima può educarlo ai valori della CORTEZIA, facendo leva proprio sul desiderio del
poeta, che si traduce in obbedienza e devozione ai comandi della donna. Tutto ciò è quello
che viene chiamato FIN'AMOR.
3. Il desiderio amoroso non può mai essere soddisfatto. Se infatti la donna si concedesse
pienamente al poeta (JAUZIR), verrebbe annullata la distanza necessaria tra i due e
scomparirebbe la tensione suscitata dal desiderio, molla dell'educazione cortese: dal
FIN'AMOR si passerebbe al FALS'AMOR, situazione non più cortese.
L'atteggiamento della donna nei confronti del poeta dovrà dunque oscillare tra la
benevolenza (MERCE), che significa concessione di un sorriso, di un regalo o, al massimo, di
un bacio, e il distacco (ORGUELH), senza mai eccedere in nessun estremo: un'eccessiva
merce rischia di trasformare la situazione in anticortese (JAUZIR), laddove invece un orguelh
troppo ostentato scoraggia del tutto il poeta dal corteggimento.

B. Il poeta
Gli obblighi in carico al poeta sono quelli relativi al servizio amoroso (SERVIR): anzitutto
umiltà (UMILITAT) e obbedienza (OBEDIENSA) ai voleri della donna. Nessuna pretesa potrà
però essere avanzata e la donna sarà libera di ricompensare il poeta nei termini che riterrà
opportuni, ma sempre all'interno dei limiti della cortesia.

Il poeta dovrà inoltre guardarsi dai rivali, definiti lusingatori e malparlieri (LAUZENIERS):
sono questi altri poeti che cercano di sostituirsi al poeta nel cuore dell'amata, o comunque
personaggi del mondo della corte. Costoro potrebbero inoltre produrre danni alla
reputazione dell'amata: di qui la necessità di mantenere il segreto sull'identità di
quest'ultima, che non viene mai nominata direttamente, ma tramite un SENHAL, un termine
convenzionale allusivo, concordato tra donna e poeta.

Il marito non costituisce invece un rivale, in quanto non è all'interno di una situazione
cortese perché fruisce pienamente della donna.
C. La corte
Il terzo elemento in cui si sostanzia e all'interno del
quale si svolge il rituale dell'amor cortese è l'ambiente
di corte. Esso costituisce il fine ultimo del raffinamento
cortese: il poeta, infatti, dimostra alla corte di essere
stato educato a riconoscere e praticare i valori in essa
riconosciuti. La corte fornisce dunque al poeta un
PRETZ, un riconoscimento sociale, legato alla
dimostrazione del suo valore (VALOR), della sua
capacità (PROEZA), del suo autocontrollo (MESURA) e,
in definitiva, della sua ragionevolezza (SEN) nello stare
all'interno dei valori riconosciuti e praticati a corte.

Il rapporto tra poeta e donna, quindi, per tutte queste


caratteristiche si costituisce in modo assolutamente
analogo a quello esistente tra vassallo e signore, con
gli stessi reciproci obblighi di fedeltà-beneficio e lo
stesso rituale anche terminologico: la donna viene
chiamata dal poeta "MIDOMS", termine maschile con
cui il vassallo si rivolge al suo signore: "meus dominus",
che sancisce la distanza necessaria, ma anche il
necessario legame, tra le due parti all'interno della
situazione feudale in cui il rapporto si costituisce ed
assume significato e valore.

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