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n.

3 = POSSO DEGLI OCCHI MIEI NOVELLA DIRE


RIME, GUIDO CAVALCANTI
1. PARAFRASI
Posso raccontare una novità dei miei occhi, la quale è tale che piace al cuore così tanto che
Amore sospira di dolcezza. Questo nuovo piacere che il mio cuore prova fu indotto soltanto dalla
visione di una donna, la quale è così nobile ed avvenente e tanto abbellita, che il cuore la saluta.
La sua bellezza non è conosciuta dalla gente misera, perché il suo spirito richiede un intelletto
troppo alto (per essere compreso).
Io vedo che negli occhi di lei risplende una virtù d’amore tanto nobile, che ogni dolce piacere si
può scorgere in essi; e si trova in loro un’anima sottile, rispetto alla quale ogni altra è misera: e
lei non la si può giudicare se non dicendo:- Questo è un nuovo splendore- Vai, oh piccola ballata,
e trova la mia donna, e tanto chiedile pietà, affinché gli occhi misericordiosi muova verso te, a
favore di quegli occhi che in lei hanno riposto tutta la loro fede; e se lei ti concede questa grazia,
manda una voce allegra al di fuori, che celebri colei che ti ha reso onore.

2. ANALISI METRICA
Si tratta di una ballata media in quanto la ripresa è formata da 3 versi con rima xyx.
Seguono due stanze ABABByx e CDCDDyy e una conclusione EFEFFyy.

3. ANALISI STILISTICA, LINGUISTICA E RETORICA


Cavalcanti nel verso 18 utilizza il diminutivo “ballettata” per indicare il suddetto componimento.
È una scelta studiata, che va a sottolineare la funzione stessa del componimento che il poeta sta
scrivendo: il suo destino è infatti quello di raggiungere la donna amata.
Sono presenti influenze della poesia della Francia, possiamo notarlo al quarto verso con il
termine “plager”. Numerosi i termini riguardanti la sfera amorosa e quella legata alla donna.
Tra le figure retoriche più importanti ricordiamo:
- Dittologie: gentile e avenente al verso 6;
- Personificazione: “posso degli occhi miei novella dire” e “Amore” al verso 3, “core” al v.4;
- Enumerazione: “sì gentile e avenente e tanta adorna” ai vv. 5/6;
Abbiamo poi vari enjambements, anastrofi e anafore.

4. COMMENTO
Il poeta in questa ballata parla del nuovo piacere che gli è stato dato dalla visione della donna,
che risolleva la sua anima e il suo cuore. Questa donna ha una bellezza particolare, perché il suo
aspetto esteriore richiama un intelletto di grande valore che per l’appunto può essere colto solo
da uno spirito di altrettanta sensibilità.
Infatti, il poeta inizia subito a descrivere la donna come colei che possiede le virtù gentili e che
ha un’anima fine ovvero raffinata e cortese.
Per Guido Cavalcanti l’amore è un’emozione ossessiva, che viene esplorata in ogni aspetto,
soprattutto in quello negativo. L’amore è un sentimento che sfugge al dominio della ragione e
finisce per dominare l’anima, diventando una specie di malattia che comporta degli effetti
patologici, quali paura e malinconia. Per descrivere gli effetti che l’innamoramento produce,
Cavalcanti riprende la dottrina di Averroè, che affermava la separazione tra anima sensitiva ed
anima razionale.

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