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IL FEDRO

RIASSUNTO
Socrate, appena fuori dalle mura di Atene, incontra Fedro che proviene dalla casa di Lisia, un oratore. I due
decidono di andare in un posto tranquillo, sotto un platano lungo un fiume e qui Socrate incita Fedro a leggergli
l’orazione di Lisia sull’amore. Il filosofo riconoscere l’abilità retorica di Lisia, ma non è d’accordo con quello
che dice e, dopo le sollecitazioni di Fedro, improvvisa un’orazione sul medesimo tema. In questa prima orazione
le conclusioni di Socrate sono simili a quelle di Lisia, ma il Daimonion si fa sentire e lo costringe a fare una
palinodia, un discorso mirato a ritrattare quanto detto in precedenza. Un esame successivo sui tre discorsi fatti
porta Socrate a definire i caratteri della retorica e a sancire la superiorità della parola sulle cose scritte.

DISCORSO DI LISIA
Secondo Lisia, in amore si deve preferire chi non è appassionatamente preso da noi perché è equilibrato, sereno e
prudente; chi, invece, ama molto è instabile e geloso. L’amore è un sentimento inutile perché non porta benefici
e perché i legami più forti (quelli tra padre, madre e figli) nascono da altre cose.

PRIMO DISCORSO DI SOCRATE


Socrate inizia dalla definizione dell’amore, che rappresenta il desiderio di bellezza. Può essere un desiderio
intemperante, che porta disordinatamente al piacere, che abbassa e danneggia l’uomo per la brama di possesso, o
un desiderio temperante, dominato dalla ragione e volto al bene

SECONDO DISCORSO DI SOCRATE


Costretto dal demone a trovare la bellezza dell’amore, Socrate costruisce un altro discorso. In questo afferma che
l‘amore è un delirio, un furore benefico suscitato dagli dei. Prima di analizzare quest’aspetto, però, si deve
definire la natura e l’immortalità dell’anima umana, che può essere rappresentata come il cocchio alato di un
auriga trainato da due cavalli di diversa razza: uno nobile, che rappresenta la parte irascibile dell’anima, e l’altro
cattivo, la parte concupiscibile, mentre l’auriga rappresenta la parte razionale. L’uomo ricerca sulla Terra la
bellezza che la sua anima vedeva quando era vicino agli Dei e raggiunge il suo scopo solo se si preserva puro e
non cede nella passione sensuale.

TERZO DISCORSO DI SOCRATE


Socrate crede che i retori non si curino della verità dei loro discorsi, ma solo dell’efficacia persuasiva e di
conseguenza seguono solo leggi esteriori per raggiungere il loro scopo. La vera retorica deve essere ispirata alla
conoscenza della verità e dell’anima umana e dall’amore verso gli ascoltatori e deve guidare verso la Bellezza e
la Giustizia.

COMMENTO: la cosa che mi ha colpito di più in questo dialogo è la concezione dell’amore da parte di Lisia. E’
vero che la maggior parte delle volte chi è innamorato non si rende conto di quello che fa e delle conseguenze
delle sue azioni perché pensa solo alla gratitudine o alla riconoscenza dell’altra persona. Chi non è innamorato,
però, non da importanza all’altro, lo evita e non credo quindi che si possa considerare migliore questo tipo di
“compagnia”. L’idea di Socrate che l’amore sia un furore provocato dagli dei è affascinante anche se non da
possibilità di scampo: se gli dei scelgono di unire due persone non si può sfuggire alla loro volontà. Anche se
l’idea politeista della religione è ormai estranea alla nostra cultura, credo che si possa ancora vedere l’amore
vero come un dono di un’entità superiore a noi (che sia Dio o qualsiasi altra cosa in cui una persona può credere)

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