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Mariana Rodríguez Rivera

CANTO XVII: INVIDIA, IRA E SUPERBIA

In questo canto della Commedia, Dante ci presenta l’organizzazione morale del Purgatorio.

Tale organizzazione, secondo Rosella Pescatori, si fonda sulla dottrina cristiana della

Summa Theologica di San Tommaso d'Aquino, la quale fornisce due concezioni diverse

dell’amore: quella dell’amore naturale e quella dell’amore d’animo. 1 Da un punto di vista

teorico, Dante osserva che il primo tipo di amore è sempre giusto, giacché è indirizzato

verso la carità e l’amore divino. Invece, il secondo tipo di amore è considerato

peccaminoso, perché, in molte occasioni, è indirizzato verso il male, generando nell’essere

umano superbia, ira e invidia.

Allo stesso modo, l’amore d’animo può essere indirizzato verso il bene, ma

attraverso un’energia scarsa o eccessiva. Questo aspetto si verifica in due modi diversi: se

l’amore è privo de vigore, l’individuo si trasforma in un accidioso. Invece, se l’amore si

rivolge eccessivamente verso i beni terreni, l’individuo diventa una persona avara o

lussuriosa. Questo fenomeno avviene solo se i beni desiderati sono, rispettivamente, il

denaro o il piacere sessuale. Nel caso della gola, per esempio, il bene desiderato è il cibo.

Nel canto XVII del Purgatorio, è evidente che Dante vuole sottolineare la

tripartizione della superbia, l’invidia e l’ira. Questo discorso è costruito attraverso una

dettagliata analisi dell’invidia, la quale è concepita dall’autore come la rappresentazione di

un odio che nullifica la soddisfazione dei beni fisici e spirituali. 2 Visto che non si può

desiderare il proprio male, né il male di Dio, l’individuo rivolge il proprio odio verso il

1
Cfr. Rosella Pescatori, “Dante e l’invidia”, en Viator [en línea]. 2010, no. 41, p. 262.
<https://www.academia.edu/1057598/Dante_e_linvidia> [Consulta: 12 de marzo de 2022].
2
Cfr. Ibid. p. 260.
desiderio del male altrui. In questa ottica, possiamo affermare che l’invidia, contrariamente

agli altri peccati capitali, non produce nessun piacere, come la lussuria, la gola o l’avarizia.

Un altro aspetto importante è il modo in cui l’invidia è legata agli altri peccati

capitali. Un esempio di questo fenomeno si presenta quando la persona superba, essendo

sicura della propria superiorità, cerca una condizione sempre maggiore a causa del proprio

odio. Un altro esempio è la nascita dell’ira, la quale, secondo Dante, sorge quando un

soggetto riceve un’offesa e per vendetta desidera il male delle altre persone.

Per concludere, è importante evidenziare che l’Amore è un elemento molto

importante nella Commedia, giacché rappresenta la via che conduce l’anima ad innalzarsi

verso Dio.3 Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché ci permette capire che l’essere

umano, quando si abbandona all’odio, non solo fa male al suo prossimo, ma anche a sé

stesso. In generale, tutti questi sentimenti negativi rappresentano, per Dante, un ostacolo

che limita il sentimento di soddisfazione che si prova nella contemplazione giusta dei beni

fisici e spirituali.

RIFERIMENTI

CORBY, Andrea, Purgatorio Canto XVII facile facile, 18 de enero de 2017, recuperado de

https://www.youtube.com/watch?v=s4aqrBfTy20 [Consultado el 13 de marzo de

2022].

PESCATORI, Rosella, “Dante e l’invidia”, en Viator [en línea]. 2010, no. 41, pp. 259–268.

<https://www.academia.edu/1057598/Dante_e_linvidia> [Consulta: 12 de marzo de

2022].

3
Cfr. Ibid. p. 268.

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