Sei sulla pagina 1di 5

PASSEGGIANDO CON CICERONE E DISSERTANDO SULL'AMICIZIA E LA

FRATELLANZA

[le frasi tra virgolette e in grassetto sono tratte da “Laelius de amicitia” dello stesso Cicerone]

F. = Franciscus - C. = Cicerone

Cicerone sta camminando lungo il bagnasciuga di Formia al tramonto, non si sa dove sia diretto. A lui si
affianca il M.M. Francesco che lo saluta1

F
Ave, Cicero!
C
Ave, Franciscus,
F
Quo vadis?
C [ironico]
Non transeo, nunc ego sum. A me aliquid quaerere vis?
F
Volo Cicero. Tecum de amicitia disserere volo
C
Lege “Laelius de amicitia”. Omnia ibi sunt.
F
Id opus tuo auxilio interpretari velim
C
Libere dic.
F
Per noi Massoni …
C
Liberi structores? Id auditione et fama accepi…
F
Sì, va bene, dicevo, per noi la Fratellanza è uno dei massimi valori. Quale credi che sia la forza che è insita
nella Fratellanza?
C
Se per Fratellanza intendi l’Amicizia, la forza è innanzitutto, nel “massimo accordo delle volontà, degli
interessi, delle opinioni”.
F
Sono perplesso. Tra noi si parla molto di Fratellanza ma per nulla o poco di amicizia. Eppure io credo che
se nell’amicizia necessariamente ci sia anche Fratellanza, non credo sia vero il contrario.
C
Quid?2
F

1
- traduzione delle frasi dal latino:
F. Salve Cicerone!
C. Salve Francesco.
F. Dove vai?
C. Non transito, Ora, io sono [C. ironizza sulla sua staticità di spirito che è per sempre, a differenza del transito dell'essere umano
nella vita] Vuoi chiedermi qualcosa?
F. Lo voglio. Voglio discutere con te dell'amicizia.
C. Leggi il mio "Laelius, de amicizia", lì c'è tutto.
F. Voglio interpretare quell'opera con il tuo aiuto.
C. Dì pure
F. Per noi Massoni...
C. Massoni? Ho saputo di questi per sentito dire e per fama. [forse C. nel suo luogo ha parlato con qualche Massone].

2
- traduzione: Che cosa?
Voglio dire che non c’è Fratellanza senza amicizia. Per questo vorrei chiarire con te questi due concetti.
Non so se Amicizia e Fratellanza possano essere considerate la stessa cosa, in questi tuoi termini. Infatti,
noi non chiediamo il massimo accordo, piuttosto noi rispettiamo le differenti opinioni. interessi e volontà dei
Fratelli.
C
Ricercare il massimo accordo non vuol dire semplicemente avere le stesse idee. Vuol dire avere il massimo
rispetto.
F
Io mi chiedo: se rispettiamo gli altri e riconosciamo le differenze che ci distinguono, come l’amicizia può
nascere tra noi?
C
“L’amicizia non vi può essere se non tra i buoni”.
F
Tu intendi per buoni coloro che possiedono le virtù umane e quelle civiche? Voglio dire: buono è colui che
rispetta il supremo ordine del vivere comune, l’essere dedito alla realizzazione di un’opera che ignora
l’egoismo e il potere a favore del benessere di tutti? Molti Fratelli di sperimentata anzianità massonica
continuamente esortano ognuno di noi ad essere, “boni cives”, cittadini di se stessi prima che della società,
perché non si può essere cittadini della città, della società, se non si è cittadini del proprio animo, se non si
è buoni amministratori delle nostre risorse morali e spirituali. Allora, solo coloro che sono cittadini di se
stessi sono in grado di portare fraterna amicizia agli altri?
C
Possiamo certamente dire così
F
Quando ci chiamiamo Fratelli noi lo intendiamo in senso simbolico. Certamente non siamo fratelli di
sangue, ma intendiamo la nostra “Fratellanza” massonica come qualcosa di più della parentela. E infatti
alla parentela può venir meno, può mancare, l’affetto, ma non alla Fratellanza. Poiché questa si fonda
sull’affetto e non può esserci Fratellanza senza affetto, mentre ciò può accadere tra parenti.
C
Anche questo è vero. Che cosa altro è la Fratellanza se non l’accordo su ciò che lega, di umano e di
sovraumano, “con benevolenza e affetto”? “Come può essere “vitale”, "[…], una vita che non trovi
soddisfazione nel reciproco affetto di un amico?”
F
Tu intendi che amico è colui che vive una vita di soddisfazione.
C
Non solo, “chi rimira un vero amico, in realtà rimira come un proprio ritratto”.
F
In definitiva la Fratellanza ci consente di vedere dentro noi stessi e di trovare nel nostro intimo le cose più
belle.
C
Il Fratello nella tua Massoneria che è ricco vede nel fratello che è povero il sé povero, e il fratello povero
vede il sé ricco, l’incapace vede il sé valido. Ma all’estremo, il fratello vivo vede in sé il fratello morto,
perché a questo si accompagna nel fratello “vivo l’onore, il ricordo, il rimpianto degli amici”.
F
Credo che proprio questa sia la ricerca da compiere nella Fratellanza, vedere l’Altro come se stesso.
C
La Fratellanza o Amicizia, come la intendo io, “riunisce tutte le cose che in natura e in tutto l’universo
sono ferme e quelle che si muovono, mentre la discordia le disunisce”. Essa è il motore dell’Opera.
F
Sono convinto che sia così, infatti, per i Massoni lo studio della natura e dell’universo ha un suo significato
speciale. È dall’antica tradizione, quella che risale dai greci e da voi latini, ma anche da prima ancora, che
noi concepiamo la natura come Ordine, come rappresentazione di un Ente che crea equilibrio. Il cielo
stellato, che noi in loggia spesso pensiamo come mappa simbolica del nostro navigare alla ricerca della
perfezione spirituale, è l’universo delle cose che sono ferme e di quelle che si muovono. Dal primo momento
in cui all’Apprendista Accettato viene tolta la benda, lui si accorge che ha intorno Fratelli che gli sorridono
con vero e sincero affetto, con amore fraterno. La prima cosa che l’Apprendista Accettato trova è l’amore
dei Fratelli.
C
Appunto, l’amore “è la prima spinta nello stringere un legame”.
F
Per questo in loggia l’amore fraterno sorge in modo naturale, senza che ci sia la spinta del bisogno. Ecco
allora una nuova concezione della Natura, in senso iniziatico. La Natura è espressione dell’accadimento
delle cose senza che ci sia volontà. La Natura è ciò che accade e che possiede in sé equilibrio e ordine,
caratteristiche che vengono solo dall’emanazione del G.A.D.U., senza che Esso lo voglia. È la Sua
inclinazione che noi scopriamo come ordine ed equilibrio. Il Massone è coperto dal manto della
Fratellanza, perché questa è la sua inclinazione, è ciò che l’ha spinto a bussare alle porte della loggia.
L’autentico Massone si scopre tale dalla sua inclinazione all’amore verso gli altri, dal bisogno di
Fratellanza.
C
E non dovrebbe esserci essere “una riflessione su quanta utilità essa avrebbe avuto”.
F
Questa è la forza interiore del Massone. Bisogna osservare che non è facile in questa società moderna
essere Massoni, se mai lo è stato. È difficile amare gli altri con sentimento di Fratellanza in una società che
vuol rendere tutti individui singoli, in competizione gli uni con gli altri: dove chi più ha denaro solo per
questo si sente superiore a chi ne ha meno, dove lo stimolo vitale è trovato nel potere, dove le istituzioni
primarie come la famiglia sono disintegrate dai mille impegni lavorativi e non, dove il rumore costante dei
mezzi d’informazione di massa annullano la capacità di elaborazione dell’informazione stessa. È difficile
essere Fratelli in una cultura in cui i valori sono trasmessi non dalle istituzioni primarie come la famiglia,
la scuola, le amicizie ma dai mezzi di comunicazione di massa, valori ridotti a frasi stereotipate e finalizzate
a incentivare i consumi di prodotti superflui.
C
Anche ai tuoi tempi le cose sono come lo erano ai miei. Conosco bene tutto ciò.
F
Un mio prezioso e purtroppo perduto Maestro mi pose la questione in quali luoghi sociali i giovani possono
trovare lo sfogo alla loro ricerca di valori? È noto che la cosa più importante che i bambini vogliono e
ricercano, nella fase pre-adolescenziale, sono le regole di comportamento e di pensiero. Per questo i giochi
che più appassionano i bambini piccoli sono quelli dove possono assumere dei ruoli da grandi e interagire
con altri bambini che imitano altri ruoli da grandi. Se si negano le regole ai bambini, loro si sentono persi,
diventano timidi, irresoluti, non sapendo come relazionarsi agli altri, diventano instabili, pensando che ogni
regola sia valida e mutevole, diventano introversi, ricercando le regole al proprio interno. L’espressione
tipica dei giovani è lo stare insieme, il creare l’aggregazione, non importa su che cosa essa sia fondata,
perché nell’aggregazione trovano una parvenza di amicizia, di fratellanza, anche se questa talora è
addirittura fratellanza nel crimine. Quando io osservo del Massoni che hanno 23-25 anni, sono commosso e
credo che ci sia speranza per la nostra società.
C
In questa vostra epoca è difficile creare una vera amicizia, una Fratellanza, come la intendete voi.
F
Tutto cambia con rapidità incessante…
C
È sempre stato così, credilo. Non è qui il problema.
F
Quante volte abbiamo pensato “fermate tutto che voglio scendere!”, non per abbandonare il treno della vita
ma per prendere un proprio tempo di vita. Sempre un nostro Fratello, avverte che questi cambiamenti
socioculturali non danno tempo ai singoli di elaborare le modificazioni richieste al singolo stesso. Il tempo
diventa una variabile indipendente da quando la scienza si è impadronita del tempo umano e l’ha fatto
tempo universale.
C
Mi dai del sollievo, credevo che fossimo stati noi Romani a ridimensionare il Tempo, profanizzandolo e
togliendovi ogni valenza sacrale.
F
Sai, stavo leggendo un meraviglioso e breve racconto di Emilio Lussu “Il cinghiale del Diavolo”.
C
È un autore greco?
F
No è sardo.
C
Credevo che i sardi non sapessero scrivere.
F
È un sardo della mia epoca; quest’autore esprime con stupenda semplicità quale fosse il tempo per l’uomo
di epoche antiche, arcaiche. Fino a poco tempo fa, per me intendo, 100 o 150 anni or sono, il tempo era
scandito non dagli eventi della natura, perché questi sono ciclici e ripetitivi e quindi non differenziano il
tempo, ma dagli eventi umani, dalle vicende dei singoli, della famiglia, del clan. Ad esempio Emilio Lussu,
nel racconto descrive il dialogo tra pastori sardi radunati prima di una battuta di caccia: “Antonello-lo-
Sparviero sbagliò il cervo all’Oleandro, l’anno in cui io vendetti il puledro balzano”, “È così. Era l’anno in
cui io coltivai a lino il campicello sopra il torrente”, “Era l’anno in cui nacque la mia prima figlia, e me lo
ricordo per buona memoria”, “Mio padre aveva ancora i capelli a treccia e gli mancavano quattro o cinque
vendemmie al matrimonio”. Ogni evento rilevante della vita sociale del singolo incideva sulla sua memoria
il segno del tempo che scorre. Il tempo è il trascorrere della vita familiare e della natura asservita.
C
Oggi, il tuo oggi, non è più così?
F
Oggi? Oggi il tempo è misurato fino all’esasperazione dei millesimi di secondo. I valori come fanno a
fissarsi nel tempo che scorre a prescindere dalle capacità umane di assorbire i cambiamenti?
C
Bella domanda. Anch’io ai miei tempi incominciavo a pormi certe domande come questa, come definire il
tempo secondo natura. Ma chi vuol più ascoltare questi discorsi?
F
Il Massone apprende nel corso del suo apprendistato e poi del compagnaggio e ancora nella sua
maestranza a definire il tempo secondo natura.
C
Mi è sembrato di sentire questi discorsi da alcune sette orientali che incominciavano a prendere piede in
Roma…
F
Certo, è un’antica aspirazione umana, il voler tornare, il riscoprire le nostre origini.
C
Tu sai bene quanto a cuore mi stanno questi discorsi delle origini, tuttavia, anche se stoico, mi rendo conto
che le origini sono il ciò che fu: la Tradizione, cui dobbiamo guardare ma senza credere che possa essere
ricreata. L’amicizia, la stessa amicizia “niente è più difficile del conservare un’amicizia fino all’ultimo
giorno della vita”
F
La Fratellanza iniziatica è o credo che dovrebbe essere Fratellanza a vita. Hai ragione dicendo quanto sia
difficile conservare l’amicizia, tuttavia la Fratellanza non può che essere qualcosa di più. Ci vuole molta
volontà per essere Massoni.
C
Non ne dubito, ho visto molte sette iniziatiche che chiedevano sforzi sovrumani ai propri accoliti. Voi avete
bisogno di poter confidare in voi stessi: “quanto più uno confida in se stesso e quanto più è dotato di
virtù e di saggezza, in modo da non aver bisogno di nessuno e da pensare di avere in se stesso ogni
risorsa, tanto più è bravo nel cercare e nel coltivare le amicizie”.
F
Questo nostro modo di essere Massoni è forse una delle cose più difficili da acquisire. Eppure, con un
apparente paradosso, è proprio nella loggia, nell’assemblea dei Fratelli che i Massoni imparano ad essere
Liberi, cioè capaci di confidare nelle proprie forze, di avere in sé le risorse necessarie ad affrontare le luci e
le ombre della vita iniziatica e della vita profana. I profani intendono il concetto massonico della
Fratellanza come il modo di farsi reciproci favori. Questo è esattamente vero. C’è da precisare che cosa
intendiamo noi Massoni per “favore”.
C
Che cosa?

……..
Il testo continua nel libro di Francesco Angioni: DIALOGHI MASSONICI (pagine 186) prezzo €18
più spedizione
Per l’acquisto inviare richiesta a
webmasters@cittadelladelleliberemura.eu
con
*NOME COGNOME
*VIA E NUMERO
*CAP
*CITTÀ
*PROVINCIA
Eventuale telefono per contatti (opzionale)

Potrebbero piacerti anche