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genere, pensi che sia una pacchia. Subito parti in quarta a scrivere il decalogo
del perfetto amico, magari elencando anche alcune avventure o esperienze condivise.
Certo, puoi proseguire così, nessuno te lo vieta: allora non hai bisogno di questa
dispensa. Se invece vuoi provare a scrivere in modo diverso, dando più prospettiva
a un tema ingiustamente banalizzato, prosegui nella lettura. Rifletti prima di
scrivere: cosa c’è di straordinario e al tempo stesso di normale tra due amici?
Prova a descriverlo, in modo concreto, con esempi (ti torneranno utili più avanti).
Poi cerca di ricordare film, libri, serie tv, fumetti o su questo tema o che hanno
per protagoniste coppie di amici. Utilizza tutto quello che sai per capire quali
siano i punti in comune e differenze. Fai adesso un breve esame di coscienza:
Bada bene: non è che questo materiale finisce sul compito, non direttamente almeno.
Serve a darti delle prospettive da seguire successivamente, in base ai documenti
forniti. Perciò su un bel foglio di brutta comincia a scrivere queste riflessioni,
sempre accompagnandole a esempi concreti della tua vita e a quello che pensi tu.
Dedicati a rendere chiara la tua visione circa il tema dell’amicizia, e
successivamente sistemeremo meglio la forma. Fatto questo ti consiglio di
riflettere anche su un nodo cruciale oggi: il rapporto tra social network e
amicizia, tra comunità reali e virtuali, che ci si trova a vivere spesso senza
bussola.
Andiamo a un documento più moderno del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman (tratto
da un’intervista).
Appunti
Il profeta di Kahlil Gibran
E un adolescente disse: Parlaci dell’amicizia. / E lui risponde dicendo: / Il
vostro amico è il vostro bisogno saziato. / È il campo che seminate con amore e
mietete con riconoscenza. / È la vostra mensa e il vostro focolare. / Poiché,
affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace. // Quando l’amico
vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura
di contraddirlo. / E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo
cuore: / Nell’amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce dal
silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia. / Quando vi separate
dall’amico, non rattristatevi: / La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più
amate, come allo scalatore la montagna è più chiara dalla pianura. / E non vi sia
nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito. / Poiché l’amore che
non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una
rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano. / E il meglio di voi sia
per l’amico vostro. / Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate
che ne conosca anche la piena. / Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di
morte? / Cercatelo sempre nelle ore di vita. / Poiché lui può colmare ogni vostro
bisogno, ma non il vostro vuoto. // E condividete i piaceri sorridendo nella
dolcezza dell’amicizia. / Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova
il suo mattino e si ristora. (Il Profeta, Mondadori, pp. 78-79)
3Fase 2 – La scaletta
Proviamo a stendere una scaletta:
Introduzione.
Presentazione dell’argomento.
Elaborazione dell’argomento, esperienze personali e confronto critico.
Conclusioni e prospettive.
4Fase 3 – Stesura
4.1Introduzione
Trattare il tema dell'amicizia senza risultare banali
Trattare il tema dell'amicizia senza risultare banali — Fonte: Istock
Un cappello introduttivo è sempre un buon modo di cominciare il tema: è come
apparecchiare bene la tavola, prima che il pasto sia servito. Puoi cominciare a
effetto, magari con una citazione, oppure, come ho suggerito per altri temi, da
un’immagine allusiva. Fai attenzione a come cominci il tema, perché quelle frasi
iniziali sono come il primo attore che va in scena in uno spettacolo teatrale.
Quelle frasi hanno il difficile compito di rompere il silenzio.
4.2Presentazione dell’argomento
Per presentare bene l’argomento, devi rifarti alla tua introduzione. Per poi
delineare più esplicitamente il tuo modo di trattare l’argomento: fai capire al
lettore in quale direzione andrai a muoverti e stuzzica la sua curiosità. Puoi già
alludere a quelle idee, immagini, emozioni e risposte che hai dato durante la
riflessione iniziale, cercando però (o comunque sarebbe meglio) di inquadrarle in
un’ottica più generale, con apparente distacco. Per cui se hai risposto “Non mi
sento un buon amico perché sono un po’ egoista”, potrai scrivere: “Capita di non
sentirsi buoni amici, senza capirne il motivo, indecisi se guardare di più
all’amore che vorremmo ricevere rispetto a quello che potremmo, o possiamo, dare”.
E così via, dal personale al generale.
4.3Elaborazione dell’argomento
L'amicizia tra adolescenti
L'amicizia tra adolescenti — Fonte: Istock
Una volta indirizzato il tema, per non esaurire la spinta creativa, avrai bisogno
dei documenti e degli spunti critici, come quelli che ti ho fornito. Quando fai una
citazione, o utilizzi un documento hai l’occasione di dialogare e di commentare,
oltre che di interpretare e completare quanto scritto. È il momento del tema in cui
devi scendere nel profondo della questione in cui quanto apparecchiato finora non
deve restare in superficie, ma deve essere scandagliato. Esempio:
Gibran, tramite le parole del suo personaggio, si rivolge a noi, e dice che
“l’amico è il vostro bisogno saziato. / È il campo che seminate con amore e mietete
con riconoscenza. / È la vostra mensa e il vostro focolare.” Sono tutti immagini
pertinenti al quotidiano, perché l’amicizia è un crescere giorno per giorno,
facendo sì che quel focolare non si spenga mai. Capita la discussione,
l’incomprensione, capita l’egoismo: gli amici possono farsi del male, ma hanno la
prospettiva di quella crescita insieme, di un orizzonte verso cui andare,
condividendo il viaggio. A volte ci si può chiedere se idealizziamo troppo gli
amici, vedendo in loro doti che non hanno, un amore che non ci corrispondono,
oppure se idealizziamo l’amicizia stessa, specie in questi temi in cui,
implicitamente, capiamo che i social network ci hanno messo in un deserto, facendo
sì che tutti siano amici. Se lo sono tutti, vuol dire che non lo è nessuno. Bauman
basa la sua riflessione proprio su questo punto: c’è un numero limite (e 150,
numero di Dunbar, è forse anche troppo), “una quantità massima di persone che
possono far parte del nostro paesaggio emotivo.”
4.4Conclusioni
Descrivere l'amicizia
Descrivere l'amicizia — Fonte: Istock
Siamo alle conclusioni. Sii coerente con quello che hai scritto finora e vedrai che
riuscirai a chiudere in modo efficace. Cerca sempre di creare una prospettiva in
quello che dici, uno sguardo verso il futuro è preferibile rispetto al rimpianto
verso il passato (ammesso che tu lo conosca, perché sentire un ragazzo di 16 anni
dire “una volta non era così, fa decisamente tenerezza”). Dal presente al futuro.
Stabilisci e ridefinisci l’argomento:
L’amicizia non si presta facilmente alle generalizzazioni: ognuno può dire solo
quello che ha provato, al limite quello che ha desiderato, ma sempre muovendosi
rispettosamente come davanti a un altare perché essa è prima di tutto un’esperienza
di relazione, talmente forte, a volte, che le parole, persino le più belle,
sarebbero banali. Forse i poeti ci dicono qualcosa di più perché guardano al cuore
di questa straordinaria esperienza; ma ognuno, nel suo silenzio, sa bene cosa vuol
dire.