Il passo proposto è tratto dal terzo libro dell’Ars amatoria di Ovidio. Qui si riconosce il poeta della seduzione, sicuro di vivere al meglio; eppure leggendo il testo si può notare l’inclinazione verso quella che poi sarebbe stata la sua produzione successiva. Nei primi versi Ovidio insiste sul tema della bellezza, che può essere apprezzata solo se messa in risalto da cure sapienti, perché se trascurata andrà perduta. Ovidio spiega che se le donne di un tempo non curavano il proprio aspetto era perché gli stessi uomini non lo facevano. Il terzo libro dell’Ars amatoria, infatti, offre alle donne la possibilità di confrontarsi e combattere ad armi pari con l’altro sesso; egli insegna alle donne come rendersi attraenti agli occhi degli uomini con consigli per valorizzare la bellezza e ogni altra forma di seduzione. In questo passo Ovidio non nasconde la sua netta preferenza per la società del suo tempo, civile e raffinata, e definisce il passato come una rozza semplicità. Lo vediamo nei versi 113 e 114, egli elogia il presente ed esprime il suo disincanto nei confronti della Roma tradizionale, una Roma che non può competere con quella a lui contemporanea, ormai progredita e arrivata ad un livello modesto. La felicità di Ovidio di vivere in quella Roma, probabilmente coincide con la fortuna che egli ebbe di vivere a pieno gli anni migliori dell’età augustea, in quello scintillante mondo di privilegi, cultura e piaceri. Negli anni in cui Ovidio era all’apice della sua fama, Augusto si impegnava nella difesa dei valori familiari per il forte calo demografico registrato a Roma in quel periodo. Ovidio sembra rovesciare questa propaganda culturale, beffandosi di quei valori tradizionali che Augusto cercava di mantenere in vita. Nella sua opera Ars amatoria, trapela il suo intento di corrompere i costumi delle donne, favorendo l’emancipazione femminile. Venne considerato un poeta diseducativo e immorale, e pagò il suo errore con la solitudine, che vediamo protagonista nei suoi ultimi lavori. Negli ultimi due versi il poeta ribadisce la sua felicità di essere nato proprio in quell’epoca, perché conforme al suo stile di vita. Inoltre getta un’ultima critica ai valori tradizionale del passato, ai quali non aveva intenzione di adattarsi. Questi ultimi versi esprimono esattamente la filosofia di vita di Ovidio, per la quale pagherà.