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L’EMILIO

CONTESTO STORICO: Il 700 è un secolo di svolta che pone le basi di quello che noi siamo oggi : ad es. è il
secolo della rivoluzione francese del 1789 quindi pone le basi della sovranità popolare (Noi siamo in un
paese democratico/ democrazia parlamentare) ma la rivoluzione francese era stata preceduta da un'altra
importante rivoluzione ovvero dalla Rivoluzione Americana che portò all’indipendenza delle colonie inglesi
e francesi negli Stati Uniti d'America e che produsse la costituzione americana(costituzioni democratica).
Quindi dal punto di vista politico il 700 porta alla fine traumatica della monarchia francese e all'inizio della
politica contemporanea (quella degli ultimi due secoli di cui noi siamo ancora eredi). Dal punto di vista delle
idee il 700 è caratterizzato dal movimento dell’illuminismo : significa secolo dei lumi/della luce perché
l’uomo finalmente vede cose che prima gli erano state vietate/nascoste, l'uomo attraverso la ragione
illuminata fa progressi e capisce chi è. L'illuminismo ha molte correnti/varie sensibilità ma la sensibilità
prevalente/dominante l'epoca è una sensibilità anticlericale(rifiuto dell’autorità della Chiesa): l'illuminismo
è molto critico nei confronti della monarchia e della chiesa perché la chiesa cattolica esercitava un potere,
insieme alla nobiltà, molto forte e controllava l'intero sistema pedagogico/formativo/scolastico di grandi
paesi come Francia, Italia, ecc… Nei paesi protestanti come Germania ,Inghilterra, Danimarca era lo stesso,
solo che nei paesi protestanti le scuole erano sotto l'autonomia dei comuni quindi era un sistema meno in
mano alla Chiesa. L'anticlericalismo dell'illuminismo ha avuto degli effetti importanti perché ha trasferito
gran parte del potere, che prima era in mano ai preti e ai vescovi, in mano agli Stati/Governi/Re. Nel 700
prende avvio l'idea dell’obbligo scolastico ovvero quel principio secondo cui tutti i bambini sono obbligati
ad andare a scuola per almeno un certo numero di anni: La Costituzione Italiana, che è stata rifatta nel 1948
dopo la seconda Guerra Mondiale, dice che per almeno 8 anni lo stato deve assicurare l’istruzione a tutti i
cittadini. L'obbligo scolastico nasce nel 1700 sulla base di alcune esigenze importanti che sono quelle di
istruire tutti (la rivoluzione francese dirà uomini e donne tutti sono uguali di fronte alla legge=importante):
si parla di un'istruzione elementare, istruire tutti significava portare il popolo a saper leggere e scrivere
perché la vita economica/sociale/industriale richiedeva degli operai e delle operaie che sapessero almeno
leggere e scrivere Altro aspetto di rivoluzione/rottura degli schemi dell’illuminismo è quello filosofico: il 700
lavora moltissimo sull’idea di natura(=tutto ciò che è vivente e non vivente), la scienza del 700 fa dei
progressi enormi nello spiegare le regole del mondo naturale(si afferma la classificazione con termini latini,
perché la lingua latina era la lingua universale scientifica, degli animali/delle piante e di tutti gli elementi
naturali). L'idea di natura è stata applicata anche agli uomini in quanto oltre ad essere degli animali gli
uomini hanno una loro particolare natura e si è aperta la discussione su che tipo di natura sia quella
dell'uomo (natura solo materiale o anche spirituale): si apre la discussione sull'anima in quanto la grande
filosofia antica/cristiana sostiene che noi abbiamo una mente ma abbiamo anche un'anima e ,a seconda
delle tesi che si sostengono, si è più materialisti o più spiritualisti(crede che esiste per l'uomo una natura
diversa da quella materiale/fisica/biologica) ovvero si sostiene che l’uomo abbia qualcosa di specifico per sé
oppure sia un animale come gli altri. Altro aspetto del 700 riguarda il rifiuto del modo di fare scuola fino ad
allora, in particolare le classi ricche/nobili/borghesi avevano 2 modi per andare a scuola: nel primo si
pagava un insegnante privato/precettore che stava vicino ai ragazzi/bambini e li istruiva, nel secondo dopo
le scuole di base/elementari (per imparare a leggere e scrivere) c'erano i collegi. Il collegio è stata
l'istituzione su cui la Chiesa ha puntato molto a partire dal 1500, la maggior parte dei collegi erano chiusi(=i
ragazzini stavano e abitavano) e dentro il collegio si praticava una didattica molto vecchia fondata sulle
punizioni/sulla competizione, con maestri soprattutto religiosi non sempre capaci di insegnare ecc.. Contro i
collegi nacque un movimento pedagogico di forte critica e quindi questo aiutò anche a riflettere sul modo
con cui si poteva insegnare ed educare i figli ed è stato un contributo importante al rinnovamento della
didattica(della tecnica di insegnare). Tutto ciò(il 700 da diversi punti di vista:politoc/culturale/religioso ecc.)
è esemplificato dall’enciclopedia scritta da un gruppo di intellettuali francesi guidato da Diderot e
D’Alembert(2 filosofi/scienziati/matematici) che è rimasta il monumento dell’erudizione della scienza del
1700 e uscì nella metà del 1700 proprio mentre Rousseau elaborava il suo pensiero. Nel 700 emerge di
nuovo l'idea dell'albero del sapere: idea che il sapere è unico ma diviso in molte specializzazioni, il sapere è
un grande albero che ha le radici dentro la mente umana, cresce e poi ha molti rami e ogni ramo ha una sua
specificità ma appartiene all'enciclopedia del sapere ovvero sono uniti dall’uomo che è il depositario del
sapere. Quindi nasce nel 700 questa nuova idea della interdisciplinarietà cioè il fatto che non si può
dividere il sapere in pezzi separati gli uni dagli altri perché bisogna avere una visione complessiva del sapere
e il sapere appartiene all’uomo non è rivelato da Dio e qui ritorniamo al conflitto tra anima e corpo: l'uomo
è solo natura e quindi solo corpo(mente, muscoli, sangue, carne,) oppure l'uomo ha delle verità che non
sono state messe in lui?.

ROUSSEOU IL RIVOLUZIONARIO : Jean Jacques Rousseau si presenta in questo mondo di grande fermento
con delle posizioni che all'inizio erano molto legate all’illuminismo degli enciclopedisti ma presto assume
una posizione originale che lo porterà anche in conflitto con gli illuministi/enciclopedisti stessi. L'Emilio di
Rousseau (romanzo del 1762) ha una tale fortuna che diventerà il più venduto tra tutti i libri del secolo
ma susciterà anche enormi polemiche perché è un romanzo che da un lato va contro corrente cioè dice
delle cose che allora non si pensavano e che colpivano la fantasia/l'immaginazione di coloro che lo
leggevano e dall'altro dice delle cose che tutti pensavano ma nessuno aveva messo per iscritto/detto
pertanto l’Emilio di Rousseau è un romanzo che segna un cambiamento d’epoca (chiude un epoca e ne
apre un'altra). In quegli anni(1762) il dibattito sull'educazione esisteva ma era un dibattito polemico nei
confronti dei collegi/ gesuiti/preti che educavano in un certo modo quindi non diceva qualcosa in positivo
mentre Rousseau dice qualcosa in positivo. L'Emilio è stato condannato dalla chiesa cattolica come un libro
da censurare/bruciare ,è stato criticato/insultato/amato/diventato un bestseller anche perché quando
Rousseau lo fece uscire era già un personaggio famoso letterariamente perché nel 1761 aveva pubblicato la
“Nuova Eloisa” che è un romanzo un po’ d'amore un po' autobiografico de era molto letto e quando nel
1762 pubblica l'Emilio la cosa che colpì molto e che fu accolto con un grande successo ma subito suscitò
delle grandi polemiche quindi mentre la “Nuova Eloisa” veniva letto ed era considerato un romanzo,
L'Emilio che viene presentato come un romanzo pedagogico suscita subito grandi polemiche e stupisce gli
stessi illuministi. Quindi con L’Emilio Rousseau rompe con la società colta del suo tempo e diventa il
protagonista di molte polemiche ma Rousseau non era la priva volta che si trovava al centro di polemiche
in quanto egli era diventato famoso sapendo giocare sul paradosso(:oltre l’opinione=idea contraria al
senso comune, qualche cosa che non corrisponde a ciò che si attende). Russo era diventato celebre usando
argomenti paradossali ad es. a un certo punto una società scientifica ha fatto il bando di un premio e
pagava dei soldi a chi inviava degli articoli sull'argomento che era oggetto del bando e Rousseau partecipò
a 2 bandi in cui temi erano: 1) se le arti e la scienza sono utili/fanno bene all'uomo o no e 2) qual è
l'origine delle disuguaglianze. Nel 1° caso mentre ci si può aspettare un articolo tipo “sì anche se ci sono
scienze più utili e meno utili” al contrario Rousseau scrive un articolo e lo invia dicendo che “le arti e le
scienze sono la rovina dell'uomo perché lo distolgono dalle cose importanti della vita” cioè va contro
corrente usando un argomento per l'epoca paradossale, vinse il premio ed ebbe un enorme successo
come autore paradossale. Nel 2°caso Rousseau dice una cosa che per l'epoca era incredibile e cioè che
l'origine della disuguaglianza à la proprietà privata: noi siamo convinti che la proprietà privata sia l'origine
della disuguaglianza e soprattutto l'eccesso di differenza tra ricchi e poveri cioè il fatto che sempre più ricchi
diventano ricchi e sempre più poveri non riescono a uscire dalla povertà) e dice, in una società come quella
del 1700 in cui la proprietà privata era sacra, che la proprietà privata è l'origine di ogni male della società e
che la società andrà in rovina perché ingorda(ingiustizia fondata sulla avidità dell'uomo), vince così due
grandi premi e diventa famoso usando degli argomenti paradossali creandosi un suo pubblico di gente che
si aspetta da lui delle cose nuove/ strane. Quando nel 1762 Rousseau pubblica l’Emilio pubblica un genere
letterario che non esisteva ovvero quello del romanzo educativo/pedagogico (sapendo di
provocare/suscitare discussioni come farà soprattutto tra le donne che erano le nuove lettrici di quel secolo
ma sapendo anche di poter interessare il pubblico femminile). L’Emilio quindi è il 1° romanzo pedagogico
ma come si fa a mettere la pedagogia insieme al genere romanzo? Perché il romanzo racconta delle
storie/avventure/sentimenti/ fughe/intrighi ecc..(il romanzo era la grande novità del 700 e soprattutto il
romanzo d’amore) ma Rousseau riesce scrivere un grande romanzo con al centro non l’amore di Eloisa ma
un romanzo sull’educazione: l'educazione è un tema che sta emergendo in quel secolo perché stavano
cambiando le regole dell'educazione e il romanzo stava diventando una lettura per molte più persone di
prima in quanto le donne iniziavano a leggere e avevano più tempo per leggere ( i maschi leggevano meno
perché erano più preoccupati di altro come guadagnare, lavorare ecc..) e allora Rousseau non scrive un
trattato/manuale di pedagogia ma un romanzo pedagogico cioè lui rende interessante la pedagogia
dicendo cose che vanno controcorrente o spiegando cose che tutti sentivano ormai essere vere ma che
nessuno aveva detto come le dirà lui. Rousseau era comunque ben consapevole del fatto che questo libro
vestito da romanzo contiene di fatto una trattazione completa di quello che è il compito della pedagogia
lungo tutto il corso della vita (il romanzo racconta dalla nascita fino al matrimonio e alla paternità di Emilio).
Rousseau è innovatore perché paradossale(assurdo) ma attraverso il paradosso educativo lui fa capire quali
sono i problemi dell’educazione. Il Romanzo è diviso in 5 libri (capitoli/parti) che corrispondono a 5 fasi
della vita del bambino Emilio. Questo romanzo contiene le idee forti che avevano fatto il successo di
Rousseau:
- quelle per cui aveva vinto i premi letterari
- la pedagogia non è un fatto d’intelletto/una scienza astratta ma è vita quindi l’educazione è qualche
cosa che appartiene a noi come natura (l’educazione è natura)
- la società è cattiva, corrotta, perversa, avida (in mano ai prepotenti), imbrogliona, frivola (bada solo
alla apparenze e non alla sostanza) e rovina la buona natura del bambino (è la società ad educare il
bambino? il bambino si educa da solo le lo togliamo dalla società e lo portiamo nella natura come
un buon selvaggio= idea che rovescia i luoghi comuni)
(Siccome il lettore era un lettore colto ci sono molti riferimenti alla letteratura antica, favole ,personaggi ,
autori dell’antichità come Plutarco(autore antico più citato nell’Emilio) =autore greco che scrisse delle
biografie degli uomini illustri dell’epoca. Cicerone= filosofo latino, avvocato, oratore. Seneca=
pedagogo/filosofo romano che scrisse romanzi epistolari famosi. Virgilio = poeta latino che scrisse L’Eneide.
Omero = scrisse L’Iliade e L’Odissea. La Fontane = autore che aveva reinventato il genere delle favole per
bambini con la morale (La volpe e l’uva, il lupo e l’agnello ecc.. )

Leggi Biografia di Rousseau : è un’illuminista che poi rompe con gli illuministi, era stato un autore celebre,
filosofo, letterato, scienziato. Rousseau appartiene, come corrente filosofica/di pensiero, all’illuminismo
ma al suo interno ha delle posizioni particolari. Altre opere importanti : I Discorsi sulle arti e le scienze, La
Nuova Eloisa, Il contratto sociale, Le confessioni(opera autobiografica).Rousseau è un orfano e ha un
rapporto difficile con gli altri, la madre morì alla nascita e venne affidato a Ginevra(città cupa dominata
dai sacerdoti della nuova religione calvinista = Calvino ,fondatore di una delle Chiese protestanti, era di
Ginevra ed era una persona molto rigida, attenta al peccato e tutta la città era molto presa dall’idea di non
peccare ), Rousseau aveva un rapporto difficile con il padre e scappa a 13 anni dalla città e non rientrerà
mai più nella sua città. Ha avuto perciò tanti traumi infantili ed è stato psicanalizzato, egli ha rapporti con
molte donne e si fa mantenere da molte donne poi le molla ( vive a casa di una nobildonna per degli anni
poi rompe e ne trova un’altra = è un mantenuto) , la madre dei suoi figli Teresa è una donna molto
semplice che va a trovare ogni tanto. Quindi è uno scrittore, povero e viveva mantenuto nelle case die
nobili a cui forniva conversazione, argomenti, educazione per i loro figli(ha fatto il precettore) ed ha un
rapporto con le donne molto complesso/problematico e ciò traspare dai suoi libri(le ama, ne è attratto
però poi rompe i rapporti, vuole recuperare la sua libertà ecc..) quindi ha una personalità molto
complessa (molte cose del libro sono l’eco delle sue esperienze).

[Il libro è aperto da una prefazione ( in genere per interessare il lettore o esprimere le sue tesi) dove
Rousseau spiega le sue tesi e il suo metodi di scrittura. Rousseau fa riferimento ad un opera
sull’educazione scritta dal filosofo inglese Locke ma spiega che il suo metodo sarà diverso. A un certo
punto scrive (pag.2 prefazione) che le idee che abbiamo dell’infanzia sono sbagliate e non conosciamo
abbastanza l’infanzia, si devono pertanto osservare bene i bambini che abbiamo davanti e questo
presuppone che i bambini non sono tutti uguali tra loro(idea rivoluzionaria) pertanto l’educazione è
efficace se è personalizzata.]

Rousseau nella prefazione dice “qualcuno potrà pensare che le mie sono fantasticherie”: io vi dico quello
che penso non quello che sono (contraddizioni con la sua autobiografia per quanto riguarda l’educazione
dei figli).
Rousseau ritiene che per poter difende una certa idea si devo comunque provare anche se si può sapere in
anticipo che si va incontro a delle delusioni o un fallimento. Rousseau dice= “Mi dite: proponi solo ciò che è
realizzabile ma è come se mi si dicesse, proponi di fare ciò che già si fa” Un tale progetto per Rousseau è
sbagliato perché in educazione non si può proporre solo ciò che già si fa ma bisogna osservare il bambino e
bisogna tirar fuori il meglio dal bambino quindi lui dice: “In educazione io non vi ripeterò ciò che già sapete”

“Padri e madri(rivolgendosi ai genitori) il fattibile è ciò che voi volete fare(voi potete tutto, quello che voi
vorrete che vostro figlio sia sarà)” qui viene fuori l’idea dell’infanzia del bambino come natura plasmabile.
Rousseau è molto critico nei confronti della socità del suo tempo perché dice cha corrotto, distrutto,
rovinato la natura degli uomini e allora dice “guardate che ciascuno di noi è il risultato dell’educazione che
ha avuto” e quindi si rivolge ai genitori e dice “padri e madri sappiate che quello che volete fare è fattibile”
quindi da un lato non accettate l’idea di fare sempre quello che si è fatto e allo stesso tempo abbiate il
coraggio perché voi avete una responsabilità e lavorate su una materia(il bambino) che è plasmabile :
questo significa che potete fare dei grandi danni.

1° libro = Rousseau, come spesso, inserisce all’inizio delle frasi nette ( che si ficcano nella testa del lettore) e
il libro in particolare si apre con questa espressione: “ tutto è bene quando esce dalle mani del creatore
delle cose, tutto degenera(si rovina) nelle mani dell’uomo”. Questo è il tema fondamentale di tutta la
pedagogia di Rousseau perché sta dicendo che “la natura è buona quindi gli uomini, creti dal Creatore,
sono naturalmente buoni ma tutto ciò che esce dalle mani dell’uomo rischia di essere sbagliato quindi
l’uomo è capace di distruggere sé stesso e la bontà della natura quindi condiziona la bontà della natura e la
trasforma in qualche cosa di negativo”. L’uomo in quanto essere naturale è buono ma in quanto essere
sociale, quindi dentro una società, è corrotto: proprio per questa idea deve togliere il bambino per quanto
possibile dall’influenza della società e lo farà portandolo via dalla città educandolo da solo in mezzo alla
natura(campagna). Ma se l’uomo è naturalmente buono allora che senso ha intervenire per educarlo? Si
rischia di rovinarlo perché tutto ciò che esce dalle mani dell’uomo è rovinato: Sembrerebbe una
contraddizione e infatti tutta la sua opera/pedagogia è orientata a difendere l’azione della società e a far sì
che il bambino si educhi da solo ciò vuol dire che Rousseau fa parte di quei pedagogisti che crede nella
spontaneità del bambino cioè nello sviluppo spontaneo di ciascuno di noi(ci crederà fino ad un certo punto
ma il principio è questo). La frase di apertura ci fa vedere che ognuno di noi che si impegna nell’educare gli
altri si deve porre la domanda se vuole educare l’uomo o vuole educare il cittadino: questa distinzione tra
uomo e cittadino è importante perché se io devo educare l’uomo ho 2 possibilità: 1)educo quell’uomo
perché ciascuno di noi è speciale/particolare quindi mi dedico a quel tipo di bambino/uomo oppure “)
educo l’uomo cioè tutto ciò che rende veramente umano un uomo/donna(educo l’istinto animale o
educhiamo la capacità che l’uomo ha di perfezionarsi moralmente, spiritualmente ecc.. quindi qualcosa che
rende l’uomo diverso dall’essere un semplice animale). Quindi io educo l’uomo affinchè tutti i suoi lati
migliori vengano fuori o educo l’uomo ad essere veramente uomo e non solo animale?. Se io educo l’uomo
per diventare un cittadino io devo orientare quella persona dentro delle regole che valgono all’interno della
convivenza civile e cioè della città e queste sono regole che valgono per tutti(non posso essere fatte su
misura per ciascuno di noi), quindi l’educazione del cittadino è un’educazione importa dalla società ma
Rousseau sceglie la strada dell’educazione dell’uomo e non del cittadino perché dice se io educo un uomo
bene , quando diventerà cittadino e quindi dovrà partecipare alla vita sociale sarà così ben educato/
formato che la società(malvagia/rovina uomini) non riuscirà a fargli troppo danno ( Il bambino piccolo è un
uomo a tutti gli effetti e non solo un animaletto che va nutrito, scaldato, protetto ecc…).
Il 1° libro(specie di piccolo trattato di ostetricia e puericultura=coltivare il bambino appena nato cioè
allattamento, come vestirlo/trattarlo, se stringerlo nelle fasce e tutto ciò finchè non diventa autonomo
quindi ci permette di immaginare com’era la puericultura del tempo) dice/contiene cose che per l’epoca
erano molto innovative:
- l’educazione del bambino inizia dalla nascita e non da quando il bambino sa parlare e la prima
educatrice dovrebbe essere la madre ma siccome le madri benestanti del suo tempo ( non costrette
a lavorare) non volevano più allattare perché allattare voleva dire rovinare il seno, non poter
vestirsi in un certo mondo, non essere a disposizione del proprio uomo/marito ecc... quindi ci si
affida alle balie/nutrici(donne di campagna/popolane che avevano già i loro figli e che quindi
essendo in buona salute e avendo del buon latte continuavano ad allattare venendo affittate dalle
madri che gli affidavano i loro bambini piccoli e le balie dopo averli allattati per ½ anni li
restituivano alle madri) Rousseau dice “le madri dovrebbero allattare”(=da un punto di vita medico
e della formazione del bambino l’allattamento è molto positivo) ed era una novità perché fino ad
allora invece nella società benestante i figli venivano fatti e poi lasciati in mano a queste balie e
ripresi quando diventavano autonomi(nel mangiare).Rousseau dice anche che le balie devono
parlare bene al bambino quindi il precettore deve prendere una nutrice però Rousseau dice di
scegliere una nutrice che sappia parlare bene perché i primi mesi di vita sono fondamentali per la
prosodia cioè per imparare a parlare e quindi bisogna parlare al bambino con “parole correte”
senza storpiarle ma cercando di far apprendere al bambino i suoni delle parole che potrà usare
sempre durante la sua vita e bisogna parlare con comandi semplici/secchi distinguendo le parole
senza cantilene ( la nutrice di solito stordisce di parole il bambino ma Rousseau dice che non
occorre parlare sempre al bambino). Bisogna anche capire i vari tipi di pianto del bambino.
- Rousseau dice “le madri non vogliono allattare e i padri, visto che le madri non voglio allattare, non
vogliono nemmeno educarli”: altra novità perché dice chi è il padre il miglior maestro per ciascuno
di noi. Così come le madri non allattavano, i padri nella storia dell’educazione sono sempre state
figure ambigue perché danno il nome, difendono i figli ma non se ne occupano e per migliaia di
anni i padri non si sonno occupati dei figli perché non era un mestiere da padre che invece doveva
lavorare, lottare in guerra e quindi procurare sostentamento alla famiglia e quindi i figli venivano
affidati alle donne allora Rousseau dice: “le madri dovrebbero allattare e i padri dovrebbero essere i
veri maestri dei figli fin dall’infanzia” e quindi dice “io con questo libro vi mostro quello che
potrebbe fare un padre e una madre se veramente si occupassero dei figli inventandomi un
bambino/allievo immaginario Emilio e un maestro/precettore immaginario” quindi i protagonisti
del romanzo sono 2: bambino e precettore(sostituto del padre). L’Emilio è un libro che ci fa capire il
potere che ha il maestro/precettore che nel libro ha un potere assoluto perché è il regista di tutta
l’educazione di Emilio(oggi meno).
- Nel 1° libro Rousseau spiega quali sono le caratteristiche fondamentali del buon precettore perché
sarà colui che fino ai 25 anni si occuperà esclusivamente di Emilio e non si separerà mai da lui ed
esse sono: 1) deve essere sano “)deve aver visto il mondo 3) deve essere intelligente 4) deve avere
esperienza della vita 5) deve saper scegliere una buona nutrice/balia per allattarlo ecc…
- Rousseau si sofferma sulle prime regole della buona educazione e introduce una cosa che allora era
rivoluzionaria ovvero che l’educazione intellettuale non inizia ad un certo punto della vita ma inizia
fin dalla nascita, perché è legata allo sviluppo della mente di ciascuno di noi, e avviene attraverso le
sensazioni(il bambino non ha concetti ma riconosce piacere e dolore e orientandosi tra queste 2
sensazione corporee riesce a sviluppare la propria mente fino ad arrivare ad un pensiero: esempio
del fuoco) quindi sono i sensi la base dell’educazione intellettuale per Rousseau(educazione
intellettuale passa attraverso l’educazione sensoriale, non esiste una separazione tra mente e
corpo/percezioni).

[Rousseau dice , che se la mente è plastica cioè modellabile/adattabile a seconda delle necessità/
circostanze, la conseguenza è che noi possiamo fare qualsiasi cosa vogliamo della nostra mente eccetto una
cosa: noi abbiamo bisogno di altri uomini=siamo esseri sociali ( neuroni a specchio=recenti scoperte che
dicono che noi abbiamo dei neuroni che guardano aldilà di ciò che noi vediamo rapidamente e capiscono
che cosa l’altro si aspetta da noi e quindi adattano il nostro atteggiamento corporeo su quello che l’altro si
aspetta e viceversa.]

(possibili domande di esame: come si apre il 1° libro di Rousseau? Chi deve essere il vero educatore del
bambino piccolo? Che differenza c’è tra natura e società? Mi spiega i principi più innovativi della
puericultura di Rousseau nel 1 ° libro? Quali sono le caratteristiche del buon precettore? Cosa vuol dire
precettore? Che rapporto c’è tra educazione sensoriale della prima infanzia e sviluppo intellettuale?)

2°libro (dai 3/5 anni fino ai 10/11 anni =scuola elementare) : La figura del precettore è decisiva in quanto ci
pone due problemi: 1) può un unico maestro guidare per tutta la vita un bambino/un altro individuo? 2) a
chi risponde questo precettore?. Nel primo caso ci pone il problema della competenza del maestro(la
pedagogia impone competenza) mentre nel secondo caso ci si pone il problema della committenza (cioè io
passo/commissiono un compito a qualcuno e lo pago) ovvero ci si chiede chi è il vero committente del
maestro: la scuola la impone lo Stato (committente= la società)oppure la scuola la impongono ai bambini i
genitori (committente=i genitori) ma se il committente fosse il bambino stesso? e quindi se la domanda di
educazione sia una domanda che proviene dal soggetto (bambino o adulto) a prescindere dal fatto che
esista un sistema sociale/economico che ha organizzato l'educazione in una serie di attività? Se la
committenza dell'individuo(ciascuno di noi) vuol dire che l'educazione è qualche cosa che non si aggiunge
alla vita ma è una necessità primaria come bere o mangiare quindi la pedagogia è una necessità e qui si
apre un’altra domanda/problema: c’è veramente il bisogno di un altro o no? ed è il problema del rapporto
tra il maestro e l’allievo nel senso che l'educazione si dà nella sua forma più vera sempre all'interno di una
relazione tra uomini(2soggetti): uno si educa/impara anche osservando gli altri, il sole (impara che la notte
fa freddo e nel giorno il sole ti scalda) ecc.. quindi esiste una sorta di autonomia nell’apprendere (auto
educazione) ma è sempre relativa al fatto che chi apprende ha bisogno di comunicarlo nel senso che
l'educazione è trasformazione di sé quindi non si tratta semplicemente di mettere dentro qualcosa in noi
ma di operare sulla base di ciò che si apprende e il primo modo per operare è interagire/comunicare con gli
altri e ogni comunicazione è il risultato di una educazione(ci sono varie forme di comunicazione ad es.
verbale, con i gesti, il linguaggio dei segni, mimare ma comunque sia io uso un linguaggio quindi
l'educazione richiede linguaggio e il bisogno di comunicare è insito nello sviluppo psicologico mentale di
ciascun individuo).
Il 2° libro ci dice che nell’educarsi e nell’educare ci sono vari stadi dello sviluppo del bambino cioè
l'educazione richiede una consapevolezza da parte dell'educatore che esistono degli stadi/fasi di sviluppo e
la novità di Rousseau è che la prima attività dell'educatore è quella di rispettare l'infanzia cioè di lasciare
maturare l'infanzia nei bambini: paradossalmente(=cioè dicendo una cosa che poi non è così ) io posso non
fare nulla perchè l'infanzia/la vita è il vero maestro(dentro di noi c'è un orologio biologico quindi ciascuno
di noi cresce comunque e morirà comunque), Rousseau dice “per quanto riguarda il bambino ricordate che
quanto più lo lasciate libero di crescere tanto più crescerà sano” perché la teoria di base di Rousseau è che
la società rovina l'uomo e qui introduce un elemento importante: porta via il bambino dalla città e lo fa
vivere in campagna da solo sotto la sua direzione a contatto con la natura, è un bambino selvaggio
apparentemente che non ha contatti con altri bambini perché la sua premessa è che comunque cresce e se
si lascia fare la natura quest’ultima fa meglio spontaneamente di quanto possa fare la società che tende a
rovinare la natura buona di ogni bambino e questo è il principio fondamentale della libertà/spontaneità del
bambino: libertà e spontaneità nel bambino piccolo coincidono perché non è la libertà di noi adulti nel
scegliere una strada o un'altra ma in questo caso libertà vuol dire spontaneità perché il bambino non sa
niente di quello che noi consideriamo essere la vita e sta scoprendo la natura di sé attraverso la scoperta
della natura che lo contiene.

Rousseau introduce un altro concetto, quello della felicità: chi è il bambino felice?. Il bambino sociale/in
città per Rousseau è infelice perché la società lo spinge a fare di più di quello che può fare, a farlo male, a
farlo in un certo modo cioè non lo lascia libero ma soprattutto la società pretende da ciascuno di noi cose
che non siamo in grado di fare e per questo l'uomo sociale è frustrato(=impedito nell’essere sè stesso
perché gli si chiede di essere diverso da sé quindi entra in una situazione di profondo disagio) invece il
bambino naturale è un bambino felice: felice da una parte significa non cercare di più di quello che uno può
avere(non è accontentarsi perché accontentarsi significa sapere che posso avere di più ma ci rinuncio ma se
il bambino è spontaneo e qui di ha quello che serve in quel momento per lui non ha bisogno di
accontentarsi) dall'altra la felicità è il risultato dell'equilibrio tra i bisogni e le proprie forze cioè non
desiderare di più di quello che si può realizzare con le proprie forze e il bambino da solo in campagna non
può aspettarsi altro che qualcosa da se stesso ( il precettore osserva e prevede quello che il bambino
sperimenterà ma lui è come se non ci fosse). Rousseau racconta la vita di questo bambino che è l'unico
protagonista quindi il bambino non ha desideri artificiali ma è spontaneo e cerca di realizzare ciò che può
perché la sua natura gli dice:“ adesso è il momento in cui tu corri, provi a salire sugli alberi poi magari cadi e
ti fai male ma almeno capisci che bisogna stare in un certo modo in mezzo alla natura” e quindi il bambino
felice è colui che stabilisce un rapporto di equilibrio tra i propri bisogni e le proprie forze (non può avere il
desiderio di scalare l'Everest, di conoscere tutta l'enciclopedia ecc.. ma ha voglia di correre, buttarsi
nell'acqua, stare vicino al fuoco, giocare ecc..) e segue le leggi della necessità/spontaneità (il bambino è
colui che fa delle cose che sono necessarie per vivere come muoversi, mangiare, parlare, bere ecc..). A
questo punto Rousseau dice: “non date ordine al bambino”, il maestro che dice non fare questo o non fare
quello, obbedisci ecc.. non fa altro che stimolare nel bambino il piacere di disobbedire e praticamente
obbliga il bambino a dire bugie(la bugia è un fatto sociale, il bambino che è da solo e segue solo le proprie
necessità non ha bisogno di dire bugie quindi il precettore deve mettere le persone nella condizione di non
dover dire bugie) quindi il concetto di autorità(autoritario è colui che ha il potere per impormi di fare certe
cose o no) per Rousseau va sostituito con quello di necessità/motivazione spontanea (io lo faccio perché ho
necessità di farlo senza che nessuno me lo imponga). Quindi Emilio deve essere educato al rispetto della
necessità e in maniera spontanea.
Contraddizione EDUCATORE COME REGISTA : l'educatore interviene poco ma non si limita solo ad osservare
e c'è una contraddizione dentro l'opera perché questo educatore ci parla di spontaneità/rispetto, di lasciare
libero il bambino e poi è il regista di tutto il film quindi decide lui di filmare questo e quello, decide che cosa
far fare al bambino, decide il momento in cui lo porta lontano da casa, è lui che costruisce le situazioni che
al bambino sembrano spontanee ma che invece sono costruite dal regista.

Il carattere negativo dell’immaginazione: l'immaginazione fa parte della nostra intelligenza/dell’uomo ma


l'immaginazione esiste solo se uno ha visto tante cose (girando il mondo ha visto che ci sono isole/città
/uomini/donne/case splendide allora immagina) allora questa idea dell’immaginazione è legata al
confronto sociale e all'idea di possesso(voglio questo e quello) ma non necessariamente perché
l’immaginazione è un'attività creativa, spontanea, libera(io posso immaginare una cosa anche se non la
voglio come diventare qualcun altro) però Rousseau dice “attenti il bambino piccolo non deve diventare
dipendente da una eccessiva immaginazione perché lui deve dipendere dalla natura non dai suoi sogni”
quindi non bisogna essere troppo indulgenti nel far sognare i bambini perché l'immaginazione suscita
richiesta/attese che se vengono tradite o non vengono esaudite portano i capricci. Se questo è vero è
inutile educare il bambino con le prediche(il bambino è in campagna, non ha intorno la società quindi è
inutile che il maestro gli faccio tante prediche perché lui è da solo con il maestro e la natura, la natura non
fa prediche quindi è meglio la campagna perché l'unica autorità è la necessità/spontaneità delle sua natura)
. Rousseau critica tutta quella pedagogia prima di lui che si basava sul far ragionare i bambini e che trattava
i bambini come dei piccoli ometti e noi oggi siamo ancora vittime di questo modello/educazione ma anche
Rousseau ha torto perché lui sta costruendo una situazione artificiale :è un romanzo estremo/esagera
perchè non si è mai visto un bambino preso dalla culla e portato in un'isola deserta con un maestro che lo
osserva e lasciato lì da solo quindi lui sta immaginando delle situazioni che gli permettono di fare una critica
all’educazione del suo tempo e nel suo tempo(come ancora oggi) c'era l’abitudine di far diventare subito
degli ometti e delle signorine bambini e bambine e di portarli a parlare/leggere/ragionare bene/
comportarsi, si danno divieti con le parole, si picchia(nella pedagogia dell’umanità la violenza è un
elemento importante perché l'educazione ha legittimato per migliaia e migliaia di anni anche l'uso della
violenza) e Rousseau dice la violenza della società/della falsità/dell’avidità (il volere di più) ma anche la
natura è violenta(catastrofi ecc..), l'uomo è in grado di dominare/controllare la natura ma a forza di
controllarla la natura si vendica.
Nel 2° libro Rousseau introduce il concetto di educazione negativa: per educazione negativa non si intende
l'educazione della società o educazione cattiva. Rousseau usa il termine “negativo” secondo il significato
della lingua latina cioè come contrario di positivo (per noi positivo e negativo vuol dire giusto e sbagliato in
quanto gli diamo un significato morale ma Rousseau no) quindi educazione negativa vuol dire contrario
dell’educazione positiva(=nel senso che depone/mette nella testa/corpo del bambino delle cose). Il diritto/i
naturale/i sono dei principi di diritto che sono tipici di tutti gli esseri umani mentre il diritto positivo è un
diritto che gli uomini hanno inventato e quindi posto dagli uomini nella società. Quindi il diritto naturale
non c'è bisogno di scriverlo nel senso che è qualche cosa che si impone per il semplice fatto che siamo
viventi mentre il diritto positivo è quello scritto che cambia/può cambiare(sono le regole/leggi/ norme che
sono costruite dagli uomini ad es. la legge elettorale, le leggi fiscali sulle tasse). L'educazione negativa è
l'educazione che toglie/nega tutto ciò che non permette la spontaneità quindi non si tratta di un
educazione sbagliata ma qui positivo vuol dire posto dagli uomini/dalla società mentre negativo vuol dire
posto da nessuno/che si autoimpone e quindi naturale. Quindi nell'ambito anche dell'istruzione il miglior
metodo è quello negativo cioè lasciare la natura fare il suo corso, lasciare il bambino diventare forte nel
corpo con l’esercizio senza riempirlo di nozioni/idee inutili, senza lasciare eccitare l'immaginazione quando
non ce n'è bisogno ecc…
Rousseau e la memoria : Rousseau spiega che è inutile fare imparare a memoria le cose al bambino perché
al bambino piccolo mentre cresce non importa saper il significato esatto delle parole perché le parole con
cui noi chiamiamo le cose sono convenzioni/diritto positivo, è la società che dà al sole la parola sole. Il
bambino riconosce gli oggetti e le parole servono ma non c'è bisogno, in questa fase della vita, di insegnare
a parlare bene, a dire le cose come vogliamo che vengano dette, non deve imparare mai nulla a memoria
(come favole,poesie…) perché questo bambino non sarà mai interrogato da nessuno. Egli dice: “ noi
insegniamo ai bambini, ed io sono favorevole, l'esercizio della memoria però è un problema delicato in
quanto noi facciamo imparare a memoria le favole/poesie perché poi interroghiamo e gliele facciamo
ripetere ma che senso ha? (è ovvio che lui eserciterà la sua memoria ma sarà una memoria non fatta di
parole/testi/libri astratti) Questo bambino non ha bisogno di essere interrogato, di imparare a memoria le
favole hanno una morale, le favole per Rousseau non sono adatte ai bambini. Rousseau ci dice che va
cambiato il nostro modo di vedere l’educazione dei bambini perché è inutile forzare la loro natura di
bambini, non è giusto piegare la spontaneità naturale di un bambino ,nella fase della crescita, secondo delle
regole sociali che nella maggior parte dei casi sono poste dagli uomini non nell’interesse del bambino
oppure cambiano con il tempo/si rivelano stupide. Emilio verrà reintrodotto in società perché anche
Rousseau dice: “ad un certo punto l’uomo deve incontrare la società” ma qui lo sta formando fuori dalla
società nella fase dei 5 anni in poi e ci sta dicendo che tutta la nostra educazione è un educazione per
adulti/fatta da adulti su dei bambini che invece richiedono un altro tipo di educazione ed è per questo che
Rousseau ha rivoluzionato la pedagogia moderna in quanto è riuscito a creare una situazione, sotto forma
di romanzo, in cui è chiaro il giudizio nei confronti dell’educazione del suo tempo e fornisce una serie di
suggerimenti/principi che sono poi stati validati dal punto di vista scientifico(=noi abbiamo scoperto,
sperimentando, che sono principi naturali).
Per quanto riguarda l’alimentazione Rousseau dice no alla carne perché la carne stimola l’uccisione degli
altri animali, mangiare carne significa far piacere a ciascuno di noi il gesto di uccidere e di far sanguinare
altri esseri viventi per questo Rousseau è vegano. Questa, nel 1762, è un’idea innovativa per l’epoca.
La conclusione di questo libro è che alla fine di questi anni Emilio ha raggiunto la perfezione della sua età e
contrariamente ai bambini di 8/10 anni sempre un po' negativi, è un bambino solare/felice/gioioso/sereno.
Nell'ultima parte del testo c'è una famosa espressione: “il bambino ha raggiunto la maturità dell'infanzia”,
sembrerebbe un ossimoro perché maturità vuol dire età adulta mentre infanzia vuol dire che non è l'età
della maturità ma il significato di questa frase è che: nel 1° libro (tra 3 e 5 anni) l’infanzia non aveva ancora
raggiunto la sua maturità mentre a 10 anni l’ha raggiunta e ciò significa che dopo non si è più nell'infanzia
ma si apre un'altra età della vita. L’idea che questa espressione vuole trasmette è che ci sono le diverse
tappe/età della vita quindi Rousseau scandisce esattamente le fasi della vita/dello sviluppo di un uomo e
nella fasi dello sviluppo c'è un inizio e una fine perché l'idea di sviluppo implica qualcosa che inizia a
svilupparsi per arrivare a un risultato (sviluppare vuol dire seguire un ordine/mettere ordine e lo sviluppo
presuppone la fine dello sviluppo e cioè la maturazione/il raggiungimento di un obiettivo che, nel caso
dell’infanzia, è finire l’infanzia e passare a una nuova fase della vita). Nell’ultime frasi del 2° libro si fa
riferimento “all’allievo di Aristotele” che è Alessandro Magno (re della Macedonia che divenne uno dei più
grandi capi militari e sovrani dell’antichità perché arrivò persino in India ,conquistò tutta la Persia, tutto il
Medio Oriente, tutta la Grecia, e riuscì a domare un cefalo che era un cavallo molto forte che aveva paura
delle ombre e allora quando vedeva l’ombra del cavaliere si imbizzarriva e Alessandro Magno capì che
bastava domarlo quando il sole non creava l’ombra). Egli aveva avuto come maestro privato il più grande
filosofo dell’antichità ovvero Aristotele) e qui Rousseau dice che il bambino finalmente a 10 anni riesce a
domare la propria natura(“il cavallo che nessuno riesce a domare” quindi siamo noi stessi/la nostra
natura).Quindi paragona il suo bambino al giovane Alessandro Magno che riesce a domare un cavallo
“indomabile” quindi il precettore dice che l’infanzia è domata cioè educata e possiamo passare ad altro.
Sulle slide
(possibili domande d’esame: qual è il senso che secondo Rousseau è più importante degli altri nella fase tra
i 5 e i 10 anni?)
2°libro con slide: 1)contro l’adultismo: si riferisce alla famosa espressione di Rousseau che dice: “è meglio
perdere tempo che cercare di guadagnarlo, accelerare l'educazione di un essere umano di un bambino
rappresenta un grave errore. L’adultismo è quella teoria pedagogica che cerca di far diventare il più presto
possibile adulti bambini e di portarli fuori da una condizione che era considerata (ancora oggi) di inferiorità
(una specie di condizione infantile/animale). 2)Contro il nozionismo: vuol dire contro quell’educazione che
si fonda su precetti o su cose da imparare che non ha nulla a che vedere con Emilio che vive in campagna da
solo sotto la regia del precettore e che ha da confrontarsi non con persone che parlano ma con gli elementi
naturali. 3) No ai ragionamenti con i bambini e critica a Locke: Locke era un filosofo inglese famoso che
scrisse alla fine del 1600 un testo “Pensieri sull'educazione” in inglese che era diventato il manifesto della
educazione dei borghesi. Era un testo che esprimeva tutta l'importanza che i viaggi, la conoscenza dei
classici(autori antiche) la cultura ecc avevano per l'educazione ma Locke ragiona ancora secondo la
vecchia tecnica dell’usare la parola/il dialogo per educare quindi non è nella prospettiva di Rousseau che
fa una rivoluzione radicale e dice che il bambino può crescere anche se non va a scuola e che ciascuno di
noi ha un suo meccanismo interiore di sviluppo( il concetto di sviluppo allora non era facile da capire in
quanto l'idea di fondo della pedagogia, prima di Rousseau, era che i bambini fossero una specie di lavagna
vuota su cui bisognava scrivere/mettere/inserire perché altrimenti l'essere umano sarebbe rimasto un
animale invece Rousseau rovescia la prospettiva e dice: “ guardate che in quanto animali noi ci sviluppiamo
a prescindere” ma l'essere umano, essendo dotato di una potenza cognitiva superiore a quella di altri
animali, ha bisogno di una stimolazione sensoriale senza la quale rimarrebbe indietro. Questa idea che è
l'educazione dei sensi che sviluppa il bambino, è un'idea importante perché noi l'abbiamo
sperimentata/studiata nel corso dei secoli osservando i bambini disabili, scoprendo che uno dei grandi
modi per superare la disabilità è proprio quello di stimolare al massimo tutti i sensi del bambino per fargli
recuperare il più possibile. Questa idea che l'educazione è strettamente legata all’esperienza sensoriale è
quello che giustifica la scelta teorica che Rousseau fa (teorica perché non è mai esistito Emilio, tuttavia
dopo l'uscita di questo libro ci sono stati molti casi nel mondo di bambini educati secondo il metodo dell'
Emilio quindi molte persone hanno adottato questo libro come un vero e proprio manuale di
educazione).Ragionare con i bambini quando sono piccoli non ha nessun senso perché 4)si apprende
attraverso l'esperienza quindi 5) no all’educazione verbale/libresca, leggere e scrivere sulla base del proprio
interesse personale e basta. 6) educazione negativa che non è l’educazione sbagliata della società ma è
un’educazione che anzichè mettere nella testa del bambino, toglie dalla testa del bambino tutte le cose
inutili in modo che ci sia spazio per la sua spontaneità. Quindi come esiste un diritto naturale esiste anche
un’educazione naturale che Rousseau chiama “negativa” e così come esiste un diritto positivo esiste
un’educazione positiva (anche Rousseau arriverà a forme di educazione positiva cioè a proposte educative
precise, regole date ma nel 2° libro siamo al principio tra i 6 e 11 anni dello sviluppo spontaneo del
bambino). 7)Il bambino felice. 8)L’immaginazione :Rousseau critica, in questa fascia d’età, un esercizio
eccessivo dell’immaginazione e le favole ( favole di La Fontane che reinventò e scrisse in Francia molte delle
favole popolari che si tramandavano dall'antichità) perché raccontano cose che hanno un senso solo perché
poi c’è la morale ma il bambino la morale della favola non la può capire perché non è ancora entrato in
società. Per Rousseau usare le favole coi bambini piccoli rappresenterebbe un elemento sbagliato perché le
favole apparentemente sono per bambini ma in sostanza sono prediche degli adulti fatte ai bambini e
quindi i bambini se non capiscono qual è l'intento dell' adulto perché non hanno esperienza della società
non possono capirle(i bambini certe idee come l’invidia spontaneamente non ce le hanno). 9)critica la
società che mantiene gli uomini nello stato di inferiorità: la società ha reso l'uomo più debole non solo
privandolo del diritto che aveva sulle proprie forze ma anche facendolo diventare insufficiente cioè
mostrando a ciascuno che gli manca sempre qualcosa e quindi introducendo un elemento di frustrazione
anche nel bambino. 10)La dipendenza nell’essere umano : esistono due specie di dipendenza ovvero quella
dalle cose(buona) e quella dagli uomini(cattiva). Rousseau dice che “esistono 3 maestri : Dio, la natura e le
cose. Allora la dipendenza dalle cose essendo estranea da ogni valutazione morale non nuoce alla libertà,
non genera vizi invece la dipendenza dagli uomini è fondata sull’arbitrio cioè sul potere del più forte,genera
vizi e ed è così che il padrone e lo schiavo si corrompono a vicenda” : il padrone e lo schiavo si corrompono
a vicenda vuol dire che si stabilisce tra il padrone e lo schiavo una dipendenza perché il padrone è padrone
in quanto ha gli schiavi e lo schiavo per sopravvivere ha bisogno del padrone(lo schiavo dipende dal
padrone e il padrone dipende dallo schiavo) quindi si crea una dipendenza incrociata fondata sull’arbitrio/
sulla prepotenza/ su una forzatura. Rousseau dice che la dipendenza del bambino deve essere dalle cose
perché dipendere dalle cose significa aver seguito l'ordine naturale del processo di educazione. 11) La
peculiarità dell’infanzia: Rousseau dell'infanzia ha scoperto che è un passaggio fondamentale della
costruzione di ogni uomo e che l'infanzia è un suo sviluppo interno non la descrizione di una età, non è il
modo per indicare tutto ciò che non è diventato già maturo ma è qualche cosa su cui si fonda la maturità
infatti lui chiuderà il libro dicendo “il bambino ha raggiunto la maturità dell’infanzia” e la maturità
dell'infanzia apre le porte a un'altra fase della vita quindi se non si passa attraverso lo sviluppo dell'infanzia
non si accende la possibilità di continuare nello sviluppo personale quindi privare un bambino della propria
infanzia significa rovinarlo e privare i bambini dell'infanzia è un errore per l'intera società perché significa
privarsi di esseri umani costruiti serenamente. Rousseau dice: “imponendo loro un dovere che non sentono
li inducete a una sorta di ribellione” se imponente un dovere che il bambino non sente il bambino deve solo
obbedire per paura o perché glielo imponete quindi qui è l'origine della menzogna/della bugia per cui la
menzogna è il risultato del non aver capito perché uno deve fare certe cose e quindi il bambino si ribella a
questa imposizione cercando di evadere/scappare da quello che deve fare e diventa dissimulatore, oppure
diventa buono solo per avere poi il premio, dice bugie ecc.. 12) Attenzione al singolo allievo: Rousseau dice
“trattate l’allievo secondo la sua età. Collocatelo nella sua reale condizione di bambino”. 13) Conoscere la
singolarità del bambino per promuovere l’integralità dell’educazione di ogni bambino: “Uomini scrutate a
lungo la natura, osservate bene il vostro allievo” farete dei corsi tutti fondati sull’osservazione pedagogica,
sull'individuazione delle caratteristiche del bambino. 14) L’ambiente agreste come il più adatto
all’educazione del fanciullo : ambiente agreste vuol dire di campagna/agricolo. 15) la necessità: il bambino
non può far quello che vuole ma deve imparare a scontrarsi con la necessità non con l'autorità “non
comandate mai nulla, non senta il gioco duro degli uomini ma un gioco della natura”, il freno è la natura
che te lo dà non l'autorità. 16) la libertà ben regolata: è il tema del regista perché Rousseau si rivolge al
pedagogo che ha in mano un bambino ed è il padrone assoluto di questo bambino, ma questo pedagogo
interviene? la libertà ben regolata non è la libertà assoluta perché il precettore deve regolare questa libertà
, deve saperlo condurre ma deve anche fare della necessità e della possibilità le regole dell'educazione( il
bambino rompe il vetro della stanza in cui vive e il precettore lo dovrebbe sgridare e invece non fa niente e
nemmeno glielo ripara e così il bambino dorme col freddo il gelo che entra dalla finestra e capirà quello che
ha fatto, cioè usa la necessità e le possibilità del bambino perché lui sperimenti fin dove può spingersi e la
conseguenza delle sue azioni).17) Perdere tempo nella prima educazione del fanciullo: la prima regola
nell’educazione è non guadagnare tempo ma perderne col bambino. Rousseau dice che “Il periodo più
pericoloso della vita umana è quello che va dalla nascita all'età di 12 anni” perché tutto il suo schema è che
la società su un bambino piccolo può far dei danni incredibili (campagna contro società, natura contro
artificialità ecc..) quindi non guadagnare tempo ma perderne perché è il periodo dove germogliano gli
errori e i vizi, dove si formano le abitudini e quando arrivano errori e vizi le radici sono così profonde che è
troppo tardi per estirparle. 18) un'educazione che tenga conto del processo di sviluppo naturale 19)ricevere
insegnamenti solo dall' esperienza. 20) no all’imposizione della lettura. 21) l'interesse immediato 22)
l'educazione negativa non consiste nell’insegnare la virtù/la verità ma nel tutelare il cuore dal vizio e la
mente dall’errore “se poteste non fare nulla e nulla lasciar fare agli altri ,se poteste condurre il vostro
allievo sano e robusto all'età di 12 anni senza che sappia distinguere la mano destra dalla sinistra( cioè
senza entrare nel dividere la società in buoni e cattivi, padroni e schiavi )”Rousseau usa questa espressione
perché destra e sinistra è uno schema mentale tipico degli umani non c'è bisogno che uno lo spieghi (un
bambino anche piccolo a un certo punto arriva a orientarsi nello spazio e riconoscere la destra la sinistra
sennò non si sa orientare ma invece di chiamare destra sinistra la può chiamare Pippo e Maria cioè in altri
modi) ma qui c'è un c'è dietro un fatto culturale perché nella storia dell'umanità da secoli e secoli c'è
questo pregiudizio che la mano sinistra è la mano del diavolo e la mano destra è la mano del Signore. 23) la
natura umana e l’amore di sé: la sola passione naturale dell’uomo è l’amor di sé o amor proprio ma che
differenza c'è tra l'amor di sé e l'amor proprio? Per Rousseau l'amor di sè è l'amore sano/l'amore che uno
ha verso se stessi e gli altri relativamente alla propria sopravvivenza (un uomo che non ha amor di sé è un
uomo esposto a distruggersi) amor di sé è voler dire prendersi sul serio, volersi bene, difendere la propria
vita mentre l'amor proprio invece è ,nella concezione di Rousseau, negativo perché l'amor proprio è
quell'amore indotto dall'opinione degli altri su di te quindi dipende dall'opinione degli altri (la nostra è una
società che stimola/costruisce falsi amor propri, che ci fa sentire in difficoltà se non corrispondiamo alle
attese degli altri, l’amor proprio crea una cattiva dipendenza tra noi e l’opinione altrui). Qui c’è una
distinzione tra la consapevolezza di avere un dovere verso se stessi e la consapevolezza di avere un dovere
verso gli altri ma se il dovere verso gli altri prevale sul dovere verso se stessi si rovina l'animo umano.

il giardiniere Roberto: a un certo punto il precettore gli vuole insegnare a coltivare legumi/cibo perché per
mangiare è bene coltivare la terra e quindi bisogna introdurlo al lavoro della terra quindi lo fa zappettare,
preparare il terreno ecc.. e semina le fave(il precettore sta costruendo una unità di apprendimento).
Tornano alcuni giorni dopo e Emilio vede che tutto il suo pezzetto di terreno è tutto sconvolto come se
fossero arrivati i cinghiali e lui dice: “ma come, io ho fatto tutta questa fatica ecc… ma a un certo punto
arriva il giardiniere Roberto e gli dice : “cocco di mamma era facile la terra lì, l'hai trovata morbida ma
aveva già seminato io prima e tu sei venuto a rovinare il mio lavoro” il bambino è mortificato e Roberto gli
dice: “guarda prenditi un altro pezzo di terra che nessuno ha lavorato e inizia a lavorare, sarà la tua terra”. Il
senso di questa storia è come insegnare ad Emilio l'idea della proprietà privata :come si insegna a un
bambino a dire è mio o è tuo? la storia del giardiniere Roberto è la storia che ruota intorno a ciò che è mio
e ciò che è tuo/al tema della proprietà privata. Nel 1761 Rousseau aveva scritto un altro testo che si
chiama “il contratto sociale” che è uno dei testi più importanti della teoria politica moderna e dentro
all’Emilio ci sono molte idee/concetti di quell’altra opera così come ci sono le idee dei premi che Rousseau
aveva vinto(l'origine della disuguaglianza tra gli uomini e se le arti e le scienze fanno bene alla società o
fanno male) dove lui aveva detto che la causa della disuguaglianza tra gli uomini è la proprietà privata le arti
e le scienze, la cultura, il sapere fanno male alla società infatti Emilio non legge fino a 12 anni. Dentro
l’Emilio “il contratto sociale” è presente nella storia del giardiniere Roberto: quello che Emilio deve
imparare è che un uomo può dire questo è mio solo per ciò che è frutto della sua fatica, del suo lavoro
diretto (la proprietà si ferma là dove si ferma il tuo lavoro) per questo lui dice: “vedi lui ha lavorato la terra,
quel campo è suo perché lui è il primo ad averla lavorata e ci ha già dedicato fatica e tempo, tu prendine
un'altra”. Quindi è mio ciò che è il risultato del mio lavoro e Rousseau nel contratto sociale descrive bene
l'origine dell'ineguaglianza: “questo è mio e dentro quello che è suo ha messo molto di più di quello che gli
serve per vivere a e i propri cari” cioè Rousseau è contro il principio dell’accumulazione dei beni perché
ritiene che ogni accumulazione sia un'espropriazione di beni a disposizione di altri (Rousseau è contro il
lusso).

2° libro: L’Emilio di Rousseau è un libro che ha rivoluzionato la pedagogia europea perché ha aperto la
strada ad un modo di intendere l’educazione che non era mai stato formulato in questo modo, rovesciando
tutti gli schemi tradizionali di comportamento/educazione ma soprattutto aprendo la strada ad una
riflessione pedagogica incentrata sul bambino e sui suoi bisogni e siccome il bambino è un personaggio che
non esisteva sulla scena educativa : il bambino non esisteva come soggetto protagonista se non nella
misura passiva e cioè su di lui c’era un interesse della società a far sì che diventasse grande ma non
insegnava nulla a lui la società e quindi era un soggetto amorfo ovvero senza forma, Rousseau invece fa
tesoro di molte idee che già circolavano e da una forma al bambino, per questo si dice che Rousseau è colui
che ha inventato la categoria dell’infanzia. Il 2° libro di Rousseau riguarda quella età che va dai 5 agli 11
anni (che per noi è un'età a cavallo tra l'infanzia e l'adolescenza ed è l'età della scuola primaria) ed è un
periodo dal punto di vista cognitivo decisivo entro il quale entro il quale si costruisce la forma della mente
di ciascuno di noi tanto che ciò che non si impara tra i 6 e gli 11 anni in molti casi non si recupera più anche
perché il bambino è nella sua massima potenza fisica e intellettuale. Tutto si gioca sul rapporto tra le forze e
i desideri: il bambino felice, cioè colui che non desidera di più di quello che ha, non ha un immaginazione
corrotta dalla società, vive in campagna ed è un bambino abituato a non vivere nella mollezza ovvero non è
abituato a vivere comodo perché è un bambino animale che vive in mezzo agli altri animali e altre piante.
Naturalmente ha fatto già degli incontri, prima di tutto il suo precettore che è una figura strategica perché è
una specie di regista dell'opera e regista del mondo perché è per Emilio il mondo cioè Emilio crede di stare
al mondo e non si pone i problemi di chi l'ha messo al mondo ancora ma evidentemente è il precettore che
decide ogni giorno che esperienza ci racconta e quando il precettore ci racconta la storia dell’Emilio è come
se decidesse che cosa fa il bambino ideale ogni giorno. Emilio fa degli incontri ad esempio quello del
giardiniere Roberto che è il passaggio in cui Rousseau spiega al lettore la sua teoria sulla proprietà privata e
sui vizi della società: per Rousseau è privato ciò che è frutto del lavoro e non ciò che è frutto dell'aver unito
o preso delle cose quindi secondo Rousseau qualcosa è mio perché io sono arrivato primo su quella cosa e
perché c'ho perso tempo/fatica/lavoro ma poi mi fermo lì ovvero non è perché io sono arrivato primo me lo
prendo, poi mi sposto e prendo anche qualcos'altro perché Rousseau ha un'idea della società dove la
proprietà privata deve essere sufficiente per darti sostentamento ma poi tutto il resto è proprietà
collettiva/di altri e ciascuno deve autolimitarsi. Rousseau si pone dal punto di vista del rapporto tra
individuo e società: l'individuo deve essere soddisfatto nei suoi bisogni primari ma non devi andare oltre in
modo che tutti possano trovare soddisfazione in un sistema regolato bene.

3° libro= il terzo libro descrive l'ultimo stadio dell’infanzia di questo bambino ideale e va dagli 11 ai 13/14
anni quindi Rousseau stabilisce come infanzia quella che sarebbe per noi l'infanzia più l'adolescenza e già
questo ci dice che fu rivoluzionario perché dilata l'infanzia ben oltre quello che nel 1700 ma anche prima si
considerava infatti a 13/14/15 anni le donne andavano in sposa, gli uomini lavoravano. Per Rousseau
questa scelta di fare dell'infanzia qualche cosa che va fino a 14/15 anni è una scelta strategica perché
significa che lui investe nella formazione del bambino (nascita della pedagogia moderna e contemporanea)
Rousseau aveva finito il 2° libro dicendo: “è arrivata la maturità dell'infanzia” e cioè la fine dell’infanzia, è la
fase prepuberale/prima della pubertà. 12/13 anni è un periodo molto particolare perché è l'unico momento
della vita di un essere umano, dice Rousseau, in cui le forze sono superiori ai bisogni cioè il bambino ha
vissuto con pochi bisogni come nutrirsi, dormire, giocare, non ha esercitato l'immaginazione su cose che
non poteva vedere o sperimentare nella vita quotidiana però il suo corpo è sviluppato ed ha più forze di
quelle che servono per vivere quindi il vero problema è come indirizzare la forza del bambino/il dinamismo
infantile: il bambino può arrangiarsi/badare a se stesso, non sente ancora il bisogno sessuale, non è
coinvolto nelle dinamiche emozionali legate alla piena pubertà e alla scoperta della sessualità ma ha molte
forze che bisogna concentrare in qualche cosa che effettivamente gli dia una disciplina e tutto il
ragionamento su Rousseau partiva dal suo rifiuto della società ma questo rifiuto non era un rifiuto pre-
concetto ovvero Rousseau dice : “la società ci aspetta, noi siamo animali sociali cioè abbiamo bisogno di
stare in mezzo ad altri uomini ad altre donne, abbiamo un debito nei confronti della società, siamo nati dall'
incontro di un uomo di una donna quindi ci si dovrà arrivare alla società” e tutto lo sforzo di Rousseau è
quello di far arrivare in società Emilio in modo che quest’ultimo possa non essere rovinato dalla società ma
possa contribuire a migliorarla quindi creare un individuo che quando entri in società sia capace non solo di
resistere a tutte le miserie/tentazioni(droga, violenza ecc..) della città/società ma che contribuisca a
migliorarla perché diventerà padre : incontra Sofia, si sposa, diventa padre e mette al mondo un figlio che
educherà come è stato educato lui e quindi parte un processo di rinnovamento della società. Siccome deve
concentrare le forze di questo bambino che sono esuberanti Rousseau introduce il tema dell'istruzione cioè
guidare il bambino a concentrarsi su quello che fa/ che è / che lo circonda e questo significa passare dalla
dimensione emotiva/emozionale alla dimensione conoscitiva: nell’apprendere è fondamentale la
motivazione perché noi siamo spinti da considerazioni che non sono solo razionali/ da bisogni interiori
quindi il tema del modo con cui si impara e si conosce è molto complesso e la parte emotiva è
fondamentale ma questa parte non può essere disgiunta da un esito conoscitivo cioè dalla capacità di
prendere atto di quello che si prova e di tradurlo in regole/idee/concetti quindi noi impariamo sempre con
le emozioni ma ciò che abbiamo imparato non è l'emozione che abbiamo provato ma è un
idea/opinione/giudizio che noi memorizziamo al punto che noi possiamo richiamare idee senza che ciò
significa richiamare le emozioni che abbiamo vissuto nella situazione in cui siamo arrivati a capire qualche
cosa (Emilio aveva capito che cosa significa dire questo è mio o quello non è mio(idea della proprietà
privata) attraverso la storia del giardiniere Roberto) quindi l'istruzione è quel momento in cui si passa dalle
emozioni alla conoscenza, in cui si fissano le idee e , secondo Rousseau, per passare dalle emozioni
all'istruzione si sfrutta quella che è la caratteristica fondamentale di ciascuno di noi e cioè la curiosità : la
curiosità del bambino è a 360 ° cioè si può rivolgere a qualsiasi cosa e il compito del precettore /maestro è
quello di scegliere su che cosa far concentrare o su che cosa indirizzare la curiosità del bambino quindi
dobbiamo fargli fare molto esperienze, condurlo a toccare vari aspetti della vita, lasciare che si sviluppi la
sua curiosità in maniera ordinata, evitare il capriccio, portarlo a sviluppare un interesse per le scienze che
vuol dire per le conoscenze e qui Rousseau ha la sua idea: siccome il bambino vive all’aria aperta partiamo
dal cielo, partiamo della cosmografia(stelle e sole) e della geografia perché è inutile che io parta dalla storia
in quanto non è ancora entrato in società o che gli parli di Dante o Virgilio se non sa leggere né scrivere ma
è bene parlargli del nord/sud , del sole che sorge ecc.. stando però attento a non annoiare il bambino
perché la noia è la classica crisi di chi ha molte possibilità/molta intelligenza/molte capacità e non trova il
modo di metterle alla prova : il problema è che non tutti i bambini hanno la stessa intelligenza e i bambini si
annoiano perché nella scuola standardizzata il livello di apprendimento/sfida/stima si abbassa sempre di
più, da una parte bisogna tener conto del bambino che ha più in difficoltà però bisogna anche tener conto
del fatto che ci sono bambini (superdotati) che si annoiano a scuola perchè potrebbero andare molto più
veloce e fare esercizi più impegnativi quindi il problema della noia, della curiosità, di cosa scegliere di
insegnare( materie, argomenti) è un problema pedagogico serio . In questo percorso che Rousseau fa fare
ad Emilio avviene un altro fatto importante ovvero l'incontro col prestigiatore: Emilio viene portato al
mercato (iniziano le prime esperienze di contatto col villaggio quindi lo sta abituando alla società in
piccole dosi/ creando delle situazioni importanti) e c'è un prestigiatore che muove una paperella di legno
muovendo la calamita/magnete che sta sotto, Emilio crede di aver capito e lo invitano a rifare
l'esperimento ma fallisce miseramente finchè non gli viene spiegato qual è il trucco del prestigiatore e
così Emilio viene umiliato nella sua pretesa infantile di aver capito tutto ma nonostante ciò Emilio impara
il principio del magnete/delle calamite quindi un principio di fisica/chimica importante quindi inizia a
scoprire delle proprietà nascoste della materia; il precettore utilizza un metodo sperimentale ovvero crea
delle situazioni per cui il bambino a un certo punto si impadronisce di alcune conoscenze scientifiche e usa
la domanda: “a che cosa serve questo” oppure “perché sono interessato a questo” cioè vuole che Emilio si
fermi e dice: “come mai succede questo” oppure ad esempio lo fa perdere nella foresta e poi lo aiuta ad
uscire per spiegargli il principio dell’orientamento perché se avesse spiegato come ci si orienta in linea
teorica sicuramente il bambino imparava a ripetere ma un conto è la teoria e un conto è trovarsi in una
foresta e uscirne con tutta la paura/il panico ed è un esperienza importante. LA LETTURA= A un certo
punto il maestro decide di insegnare a leggere ad Emilio (ovviamente Emilio sa già leggere la realtà, ha
12/13 anni, avrà imparato a riconoscere i nomi fuori dai negozi del villaggio, avrà disegnato sulla terra, i
bambini piccoli riescono a leggere le parole perché associano suoni a lettere ma non sanno significato della
parola) così il maestro dà il primo libro a Emilio e Rousseau sceglie come libro un altro best seller ovvero
Robinson Crusoe di Defoe che contiene la storia del naufragio di un bambino che finisce in un’isola deserta
e da solo si deve arrangiare finché poi scopre che c'è un altro giovane come lui che chiamerà Venerdì e i
due si osservano e si scoprono vicendevolmente finchè una nave li riprende e Robinson se ne torna in
Inghilterra dove inizia una nuova vita ma c'è la descrizione di questo bambino naufrago che deve
cacciare/mangiare/proteggersi da solo e quindi l'idea della solitudine in cui è vissuto anche Emilio e poi c'è
l’incontro con un altro essere vivente che lui non capisce bene come mai sia lì mentre Venerdì non aveva
mai visto un altro uomo quindi c'è l'incontro tra due primi uomini ed è un romanzo importante che
racconta come si sopravvive, spiega come noi dipendiamo dagli elementi naturali (vivendo in città non ce
ne accorgiamo perchè la città è una costruzione che allontana la natura perché ad es. ci protegge dal caldo
e dal freddo con il riscaldamento ecc.. ) quindi Emilio legge questo libro che si conclude con il ritorno in
patria di questo bambino naufrago che passa da solo alcuni anni e quindi diventa grande in quest'isola ma
oltre a leggere discute delle catene del valore cioè dell’economia di trasformazione dei beni (voi comprate
un bene/cibo che è passato attraverso chissà quante mani) quindi Rousseau in questa fase fa in modo di
spiegare al bambino che cos'è la catena del valore ovvero il passaggio del bene per molte mani: quando
parliamo di economia circolare o di bene a chilometro zero intendiamo prodotti locali che per arrivare dal
produttore al consumatore fanno nemmeno 1 km perché sono commercializzati/venduti nella stessa zona
di produzione ma la maggior parte degli oggetti che abbiamo noi non è a chilometro zero quindi sono
prodotti che hanno avuto tutta una serie di trasformazioni/passaggi per cui un bene che esce a 1 € arriva a
100 € ad es. un paio di mutande di cotone può passare da 5 € a 30 € perché quasi tutte le mutande sono
fatte nei paesi asiatici ma poi sono marcati secondo una logica di valore legata alla fama del marchio e a
tutto quello che sta dietro come la qualità del tessuto ecc.. e questo fa la differenza perché siamo una
società dei marchi. Quindi Rousseau in questo libro parla di come portare Emilio a capire i collegamenti tra
lavoro, produzione e attività umana cioè le relazioni tra i vari aspetti della vita e l'idea che le cose sono
regolate dallo scambio e che sullo scambio c'è il commercio che vuol dire il denaro quindi dalla proprietà
privata col giardiniere Roberto siamo passati al commercio e alla fine Emilio ha imparato a leggere
Robinson Crusoe , sa cos'è un libro ma soprattutto sa che la vita è fatta di interdipendenza cioè del fatto che
le azioni degli uomini si incrociano continuamente (natura e società si incrociano) quindi occorre imparare
un mestiere per entrare nella catena del valore e qui Rousseau suggerisce che lui diventi falegname cioè
parte da mestieri manuali non intellettuali e sceglie proprio questo mestiere perché, secondo lui, non
nuoce alla salute, utilizza materiali naturali, ha bisogno di precisione/cura nel dettaglio (il falegname per
certe opere non è un boscaiolo ma uno che deve saper lavorare il legno nei dettagli) quindi sviluppa tutte le
attività utili a quella fase dell'età di Emilio in cui può usare le mani, la vista, cercarsi il pezzo di legno e
decidere cosa vuole ricavare, deve progettare quel mobile/ utensile e ha la soddisfazione di vedere nascere
qualcosa che è utile/bello e che ha fatto lui (il falegname è protagonista dall'inizio alla fine), quindi
arriviamo ad un bambino che è attivo, intelligente, ha capito che il mondo è fatto di relazioni, ha capito che
deve stare attento e che può imparare un mestiere, che è forte e non si farà più fregare, che ha delle sue
idee ed è pronto per entrare in società e quindi diventare membro di una società, ciò che accadrà nel 4°
libro . Si ferma qui l'educazione “solitaria” cosiddetta e inizia una fase molto più complessa che è il
proseguimento del percorso educativo in una situazione di relazione sociale.

4° libro: L’Emilio è un romanzo che viene presentato soprattutto per un pubblico femminile perché nella
metà del 700 le donne iniziavano ad essere al centro dell'attenzione e c'erano molte donne colte che si
interessavano a problemi come quelli dell'educazione o della società e Rousseau capì che per avere
successo anche come autore occorreva avere il favore del pubblico femminile che aveva una grande
influenza ed era molto sensibile a opere che potessero parlare anche di loro come madri/donne/mogli.
Emilio è un personaggio che rappresenta tutti i bambini ma in un punto, proprio all’inizio del quarto libro,
recupera la sua identità maschile ma perché Rousseau ha impostato l’Emilio facendo la storia di un
bambino maschio? per la sua epoca non poteva fare diversamente però Emilio è il rappresentante di tutti i
bambini quindi che fosse femmina o maschio cambiava poco, fosse stata femmina probabilmente avrebbe
dovuto scegliere un istitutore donna secondo le convenzioni del tempo però il problema non era tanto di
scegliere di fare educare le bambine ricche o borghesi che potevano permettersi di avere un istitutore
anche uomo ma era di farla studiare perché il problema vero era che le donne ricevevano un istruzione
molto scarsa. Emilio ritorna ad essere uomo proprio all'inizio del quarto libro dove siamo alla fine della fase
della pubertà e cioè intorno ai 13 anni ed Emilio ha imparato a leggere il suo primo libro “Robinson
Crusoe” , è nella fase in cui ha più forze fisiche e mentali di quanto lui possa esercitare e allora gli è stato
proposto anche di indirizzare la sua energia, oltre che nell’imparare a leggere e scrivere, nell’imparare un
mestiere e in particolare Rousseau suggerisce la falegnameria che è un'attività che presenta dei vantaggi
psicomotori in quanto lavorare in legno richiede sia manualità che intelligenza e fantasia (lo scultore del
legno /falegname deve avere un idea e la capacità di tirar fuori dalla materia quello che vuole) quindi l’idea
della falegnameria(il legno a differenza di pietra o altro è un materiale dolce, più gestibile)sta ad indicare la
necessità di dare a ciascuno di noi la possibilità di mettersi alla prova secondo le capacità tipiche di una età.
Rousseau, alla fine della pubertà/infanzia, deve reinserire Emilio nella società e per dar segnale del
momento in cui questo inserimento va fatto sceglie un elemento passionale che è quello legato alla
scoperta della sessualità e Rousseau associa il desiderio dell'altro con il desiderio dell'altra quindi la
sessualità è un elemento che ci caratterizza e che ci introduce nella socialità: noi abbiamo bisogno degli altri
e le passioni sono gli strumenti che fanno vivere/conservano gli uomini quindi la passione/attrazione
sessuale sta ad indicare una passione che mette in moto ciascuno di noi e che orientata a conservare noi
stessi. Qui Rousseau introduce la distinzione tra l’amor di sé e l’amor proprio= la distinzione tra una
forma di amore naturale e cioè l’amor di sé (=istinto di sopravvivenza molto forte, la spinta che ci fa
vivere)che serve per sopravvivere e che è diverso dall’amor proprio che nasce invece dal confronto con
gli altri quindi il confronto con gli altri diventa il banco di prova di Emilio che viene introdotto in società.
Emilio fino allora aveva avuto il confronto solo con la natura non con gli altri e qui l’emblema dell'altro
come donna è l'emblema della necessità di confrontarsi con gli altri perché fa parte dell’amor di sé/della
sopravvivenza anche l'esercizio della propria passione per l'altro sesso. Quindi c’è un amor di sé ma poi
bisogna tener conto di un amor proprio che si forma nella misura in cui io riesco a stare in società
(capisco i bisogni degli altri e li so regolare ai bisogni miei). Quindi nel quarto libro assistiamo a una
rinascita di Emilio ovvero Emilio nasce una seconda volta perché la prima volta è nato per sé e per la specie
umana perché la specie umana si riproduce ma poi nasce una seconda volta quando si colloca
consapevolmente nelle relazioni sociali cioè dentro la società. Finora Emilio ha avuto esempi di contatto
con la società (giardiniere Roberto, il prestigiatore) ma erano tutte tipo “gite speciali” costruite dal
precettore per fargli fare esperienze utili al delle sue capacità però ora si tratta di fargli imparare chi sono
altri e che cos'è la società. Rousseau dice che la pubertà può finire o arrivare sulla base di molti elementi
ovvero alimentazione, clima e ambiente sociale: lo sviluppo di ciascuno di noi è intimamente legato a molti
fattori e può accelerare o ritardare attraverso l'alimentazione, le relazioni, il linguaggio, la manipolazione
degli organi genitali ecc… quindi ci sono delle differenze di sviluppo in termini di età determinate da diversi
fattori. In più Rousseau introduce il tema che la società/la città accende l'immaginazione cioè esalta il
processo della natura ed è come se dicesse che vivere in società significa perdere presto l'innocenza (se
ciascuno di noi vivesse da solo su un’isola deserta certe idee/pensieri/tentazioni non verrebbero) quindi
ritorna il tema dell’immaginazione falsa presente nel secondo libro che porta Rousseau a dire:
“sull'educazione sessuale sarebbe bene che bambino rimanesse nell’ignoranza più piena e più a lungo
possibile ma se poi se ne deve parlare se ne parli con chiarezza e che gli adulti non parlino della sessualità
con tono ammiccante/allusivo/morboso”. Siamo nell’ambito delle passioni e un'altra passione che Emilio
deve comprendere è la pietà, c’è la passione della sessualità ma c’è anche la passione della pietà nei
confronti degli altri uomini e a questo punto Rousseau introduce 3 regole/ massime (affermazioni
riassuntive) per capire come educare Emilio ad avere un senso di partecipazione alla vita altrui:
- la prima è che “ nel cuore umano non c'è posto per chi è più felice di noi” cioè l'uomo tende ad
avere rispetto solo per chi è da compatire e invece nei confronti di qualcuno che consideriamo più
felice di noi scatta un sentimento d'invidia.
- La seconda è che “noi commiseriamo negli altri (cioè diciamo poveretti) solo i mali dai quali noi
stessi ci riteniamo esenti” ovvero siamo benevoli nei confronti di ciò che non ci riguarda
- la terza è che “la pietà che i mali altrui ci ispirano non si misura sulla quantità del male ma sul
sentimento che attribuiamo a quelli che soffrono” cioè non è quanto un altro soffre che ci fa
crescere la pietà ma è quanto noi riusciamo a immedesimarci in quello che gli altri provano quindi
tutto sta nella capacità di cogliere il sentimento di dolore/colpa degli altri ed è quello che noi
chiameremo empatia.
Quindi sessualità, empatia con gli altri e a un certo punto deve tener conto di come la società si organizza
cioè è il momento in cui capisce/deve imparare le regole della politica e della morale pubblica(le regole di
comportamento che scegliamo o che ci vengono date) e per insegnare la politica e la morale Rousseau fa
un'osservazione: per insegnare la politica e la morale devo raccontare dei casi, insegnare la politica per
Rousseau vuol dire insegnare la storia dei Papi/Re/condottieri/di coloro che hanno fatto della loro vita una
battaglia per avere il potere, di come sono diventati importanti e di come sono caduti quindi del fatto che la
politica mostra che il potere si raggiunge ma si perde anche facilmente, che la politica è lotta e servizio e
Rousseau per insegnare questa storia politica dell’umanità dice “ devo usare la storia e nella storia devo
raccontare la biografia degli uomini illustri” e qui introduce Plutarco che fu un grande storico dell'antichità
(1° secolo d.C.) che ha lasciato una serie di libri che si chiamano “le vite parallele” in cui mette a confronto
le biografie di alcuni grandi personaggi del suo tempo (quindi per Rousseau era la storia di 1700/2000 anni
prima di lui) . L'educatore in questa fase gli racconta la storia, lo fa leggere e lo difende dalle cortigiane/dal
corteggiamento femminile: per Rousseau Emilio è bellissimo (naturalmente è soggettivo) e ci sono continui
accenni sul fatto che bisogna tenerlo lontano dalle cortigiane/donne mature che vogliono andare coi
giovani gigolò e c'è dietro la descrizione della società della Parigi del suo tempo che era insieme a Londra la
città più alla moda dell'Europa e la stessa vita di Rousseau lo aveva portato a vedere la società come un
insieme di persone che giocano delle parti, che mischiano sentimenti falsi dove c'è un sottile/perverso fluire
di emozioni e di esplicite attrazioni sessuali, dove si gioca su cose molto banali come tradimento e
divertimento e dove però i personaggi non sono i grandi della storia ma sono i grandi del format . L’idea di
Rousseau rivela il suo giudizio sulla società in cui lui era dentro e per sopravvivere scriveva, parlava, si
metteva la parrucca per andare a cena o pranzo, leggeva ad alta voce le proprie opere, si faceva consigliere
di qualcuno, si creavano appuntamenti con gli amanti o duelli con nemici ed era tutto un gioco di società e
Rousseau scrivendo questo libro non solo parla dell'educazione ma conferma quello che era la sua
intuizione e cioè che la società si avviava verso l'auto distruzione e a diventare sempre più falsa per cui
educare/costruire Emilio rappresenta anche il modo per esprimere l'idea di un uomo nuovo cioè capace di
cambiare la società . Dietro Rousseau c'è un’idea, che apparterrà anche a Maria Montessori, e cioè che il
modo migliore per cambiare la società è cambiare l'uomo cioè costruire un uomo che resiste alla
degenerazione e che non cade/non si trasforma in qualcuno che perde il controllo della propria dignità ed è
capace di resistere alla corruzione della città/società. La scienza che deve modificare l’uomo è l'educazione
quindi Rousseau fa dell'educazione la frontiera scientifica del proprio tempo. Per è scontato costruire un
capitale umano che è legato a ciascuno di noi e che non può viaggiare perché è dentro l'uomo/ciascuno di
noi ed è destinato a morire con esso/noi (io posso lasciare in eredità ai miei figli qualche bene ma quello è il
capitale finanziario/immobiliare mentre il capitale umano cioè quello che io so/ho imparato /ho
sperimentato muore con me) e questo è il dramma dell'educazione che è la scienza più potente ma nello
stesso tempo deve ricominciare da capo con ciascuno di noi. L'educazione era per Rousseau la scienza
all’avanguardia perché poteva generare quell’uomo nuovo che avrebbe modificato positivamente/
definitivamente l’umanità ed è lì che è nata l'idea che l'educazione fosse qualche cosa di
straordinariamente efficace e potente. La politica si insegna attraverso la storia/la biografia dei personaggi
famosi e non occorre fargli grandi studi filosofici quindi il tipo di educazione che dobbiamo dargli è
un'educazione non intellettualistica: questo pensiero si riflette nella critica al filosofo Locke in cui Rousseau
dice che è inutile raccontare le favole con la morale o fare grandi discorsi perché non seguono). Questo
quarto libro introduce una nuova dimensione: la sessualità come base della socialità perché la natura fa sì
che dobbiamo(uomini e donne) accoppiarci/generare i nuovi figli e la passione sessuale è uno strumento
capitale della conservazione della specie umana, poi la società ha le sue regole ovvero la politica e la morale
ma c’è anche la regione e quindi Emilio entra in società e incontra chiese, simboli religiosi, suore e allora
bisogna introdurre Emilio alla religione. A questo punto dentro al quarto libro viene inserito come un altro
libro che tratta della professione di fede( il credo/la religione) del vicario(vuol dire prete non parroco)
savoiardo (vuol dire della Savoia= regione appartenente alla Francia): Rousseau ha inserito in questo “libro
nel libro” la sua teoria sulla religione e mostra di essere figlio dell’illuminismo e di un epoca dove andava
molto la religione razionale cioè il tentativo di separare il principio della religione/il bisogno degli uomini di
interrogarsi su Dio e il senso della vita da tutte quelle professioni di fede/chiese che avevano dato pessimo
esempio di sé generando odio/conflitti e guerre religiose terribile. Rousseau scrive nel 1760 e la religione
era diventata un elemento di continue lotte e divisioni da quando nel 1520/30 c’era stata la rottura della
chiesa romana cioè la chiesa cristiana d’occidente, sotto il Papa di Roma , era scoppiata in pezzi e questo
aveva dato inizio a una serie di riforme nel tentativo di evitare di perdere ulteriori pezzi, poi c’è stata la
rottura dei cattolici inglesi che hanno deciso di farsi una religione cattolica per conto loro e il capo della
religione anglicana è la regina Elisabetta ma avvenne che il re di Inghilterra, che aveva chiesto per la settima
volta al Papa di Roma il divorzio , si seccò tanto che voleva mettere a morte la regina vedendo per
l’ennesima volta la sua richiesta di divorzio rifiutata dal Papa questo perché tra vescovi, papi e monarchie
inglese c’era un conflitto di interessi(possedimenti, soldi ecc…) e una parte della corte d’Inghilterra voleva
liberarsi del troppo potere del clero, perlopiù il Papa stava dalla parte del Regno di Scozia e a un certo
punto ci fu un duro conflitto tra Maria Stuarda (regina scozzese cattolica) e Elisabetta 1 perché Maria aveva
il diritto di salire al trono inglese e unificare Scozia e Inghilterra ma Elisabetta 1 (molto più dura di lei)
condusse una politica che la portò a morte e la fece uccidere. La chiesa inglese/anglicana (che è simile alla
religione cristiana ma non riconosce il Papa ed è autonoma) a un certo punto decise di staccarsi da Roma e
inizia nel 1500 la stagione delle guerre religiose che ha accompagnato tutta la storia d’Europa almeno fino
al 1800. Quindi Rousseau fa parte di quegli intellettuali che dicono “basta a questa guerra tra religioni, a
questo potere/privilegio del clero/chiesa, al fatto che ci vogliono lasciare nell’ignoranza” e quindi gran parte
degli illuministi, soprattutto verso la chiesa cattolica, erano molto critici perché erano anticlericali cioè non
volevano riconoscere alle chiese il potere che avevano avuto. Quindi Rousseau appartiene a quella corrente
di pensiero di chi distingue il fatto religioso dalle confessioni religiose cioè organizzazioni/credo che hanno
portato a guerre e religioni terribili invece la religione può essere una cosa giusta/necessaria ma si deve
fondare su dei principi razionali (una sorta di credo laico/universale). Il vicario savoiardo in questo libricino
racconta una storia e spiega quale è il fondamento di una religione naturale (a cui tutti gli uomini possono
arrivare). Quindi questo libricino pone il problema della religione come fatto culturale/di civiltà (l’uomo che
riflette sul perché e come gli uomini cerchino di fondare/dare una senso alla propria vita chiamando in
causa dei principi soprannaturali) e le confessioni religiose/le professioni di fede (cattolico, ebraico,
musulmano, buddista ecc..).

La storia dell’umanità: Rousseau e il suo romano stanno dentro alla storia dell’umanità pedagogica in una
maniera esemplare perché l’Emilio rappresenta uno di quei passaggi della storia non prevedibili che hanno
cambiato le condizioni del modo di ragionare su molte questioni. Le culture, nel nostro caso il sapere
pedagogico, non sono predeterminate : noi abbiamo l’abitudine di pensare che quello che accade sia
l’effetto di una causa e se non avessimo questo principio non sapremo orientarci ma sappiamo anche che
le cause sono talmente tante ovvero che ci sono talmente tanti fattori che condizionano la nostra vita
quotidiana e anche quella non quotidiana cioè quella collettiva che è difficile pensare che ciò che viene
dopo fosse prevedibile. La storia non è prevedibile, noi possiamo prevedere perché la mente umana ha
quest’abitudine di voler andare avanti/pensare a quello che può succedere e questo è il risultato di un
modo di lavorare degli uomini che è comune a tutte le culture/civiltà; succede però che ci sono eventi/fatti
che possono accelerare il processo di cambiamento: noi pensiamo che sia molto meglio che adesso i
bambini vadano a scuola, siano liberi ecc.. e consideriamo questo un progresso perché noi ci siamo formati
dentro questa cultura educativa ma non abbiamo nessuna prova che i bambini stiano meglio adesso
rispetto a tre secoli fa o che siano più felici delle generazioni che li hanno preceduti anzi abbiamo l'idea che
ogni generazione ha la sua idea di felicità perché possono cambiare le situazioni in maniera molto rapida
oppure perché ritornano problemi che noi credevamo di aver superato. Rousseau con l’Emilio determina
una presa di coscienza collettiva, della società europea, dell’importanza dell’infanzia ed è l'importanza del
rapporto tra natura e società/cultura cioè tra corpo e mente collettiva che è rimasto al centro di tutto lo
sviluppo della pedagogia moderna e Rousseau si pone all'inizio di questo percorso. Nel quarto libro si
assiste a una rinascita di Emilio alla vita sociale e le motivazioni perché ciò avvenga Rousseau le individua
nel bisogno naturale che Emilio ha di cercare la propria compagna quindi nella sessualità e in effetti la
pubertà (la maturità sessuale) è un passaggio molto delicato/importante per l'uomo per cui la sessualità è
un bisogno anche cerebrale quindi Rousseau ha messo tra i grandi fattori che hanno costretto il precettore
a prendere Emilio a 14/15 anni e portarlo fuori dalla campagna che è come una protezione perché nella
logica dello sviluppo naturale di ciascuno di noi a un certo punto c'è bisogno di cercare il completamento di
sé e quindi si esce/va alla ricerca infatti nella prima pagina del quarto libro c'è un’espressione di Rousseau
che dice: “nasciamo per così dire in due tempi, una volta per esistere e l'altra per vivere, l’una per la specie
in generale e l'altra per il nostro sesso” nel senso che quando noi nasciamo siamo un esemplare degli Homo
sapiens sapiens quindi esistiamo mentre l'altra nascita è per vivere cioè per diventare qualcuno/per
realizzarci quindi c'è un principio di straordinaria modernità e di difficoltà; modernità perché la
realizzazione sessuale non è un fatto puramente animale per l'uomo ma è una dimensione che caratterizza
il nostro vivere fino in fondo e difficoltà perché se la seconda nascita cioè la vita sociale è solo orientata
all’accoppiamento maschio femmina, questo è un concetto di vita o di vivere che sembra limitato. In più
Rousseau fa un ragionamento sulla condizione femminile (è un po’ sessista): dice che la donna è un uomo
imperfetto e che le donne devono avere determinate caratteristiche ma nel quinto libro Rousseau, pur
avendo una concezione della donna che dovrebbe farci rabbrividire, presenta lui stesso degli elementi
contraddittori rispetto alla sua idea infatti alla fine fa l'esaltazione della donna (in un modo che a noi
sembra un po' maschilista) che presenta degli aspetti molto interessanti cioè questo libro solleva un
problema pedagogicamente che nessuno aveva sollevato mai nella storia della pedagogia : egli si poneva il
tema del completamento sessuale, della crescita intima/fisico/psichica di ciascuno di noi come un problema
pedagogicamente centrale e Rousseau è il primo che, sulla base di quello che già la sua società sentiva,
mette nel quarto libro in primo piano questo bisogno umano dentro ad un percorso educativo. Quindi la
pedagogia deve tener conto di fattori che non sono legati a un’idea banale di educazione (leggere, scrivere,
comportati bene) ma quando si è attivi in campo educativo si entra fino all’intimo della persona perché la
persona è sempre una e perché si vanno a scoprire dei bisogni fondamentali dell'essere umano. Rousseau
critica la proprietà privata e il sapere intellettuale, fonda la rinascita sulla sessualità che è un bisogno
primario e dice che le passioni sono il primo strumento della socialità ma, e qui tutta la chiave del quarto
libro, le passioni non spiegano tutto anzi devono essere attivate quando l’individuo sa controllarsi ovvero è
in un grado di sviluppo psico/fisico sufficiente per poter non essere travolto dalle passioni, deve imparare a
vivere e che cos’è la pietà(massime), deve imparare un mestiere e a muoversi dentro la società, deve
imparare le regole morali cioè i comportamenti e alla fine si arriva “al libro nel libro” che è la professione di
fede del vicario savoiardo e che affronta il tema della religione naturale/razionale: esistono religioni
positive cioè poste da un testo/un annuncio/una rivelazione e esistono delle cosiddette religioni naturali o
razionali cioè fondate su un ragionamento o su un auto convincimento ( io posso arrivare a una
religione/credo razionale senza credere alla rivelazione di Cristo) e il vero problema cioè il tema della
religione naturale (naturale vuol dire a cui tutti gli uomini potrebbero arrivare) è che arrivare a questo tipo
di religione era uno dei grandi obiettivi del 700 e se io parlo di religione naturale/ razionale io parlo di
qualche cosa che se non rispetto, distrugge me stesso/la mia dignità cioè se io sono cattolico e poi rubo e
nessuno mi scopre ne parlerò con il signore e buonanotte ma se io elaboro una mia religione naturale non
c'è qualcuno a cui devo confessarmi perché sono io stesso che devo dire faccio bene o male. Rousseau,
siccome tratta dei principi morali della società (la religione è un elemento fondamentale della società) e
siccome Emilio non ha mai sentito parlare di Dio, decide che ora è il momento di parlargli di Dio e questo è
l’inizio della storia del vicario savoiardo. Rousseau dice : “ non c’è nulla di più stupido che voler insegnare il
catechismo a un bambino piccolo e fargli ripetere formule che non è in grado di capire, la religione è un
fatto per gli adulti (giovani/adolescenti)” e questo è lo stesso tema delle favole (critica le favole perché
finiscono con una morale che il bambino non capisce). Rousseau dice che della religione si dovrebbe parlare
a una certa tappa della vita e per individuare come parlarne, Rousseau , che è uno scrittore, si inventa una
storia di un giovane che espatria/scappa dalla propria terra e per necessità abiura(abiurare= rinnegare
pubblicamente) la propria religione (c'è un elemento autobiografico perché Rousseau se ne va a 14 anni da
Ginevra che è città calvinista/perbenista, va a Torino vicino alla Savoia e diventa cattolico) e racconta in
questa pagina come un buon prete lo salvi/aiuti dal vizio sessuale/del gioco e dalla povertà e questo prete
conquista la fiducia di questo giovane e per mostrare la sua fiducia gli racconta la sua storia che è una storia
di sofferenza:
- prima parte: la storia si svolge in una mattina d'estate/di fronte all'alba in cima a un Monte e il
vicario racconta che è entrato in crisi di fede (è un prete ma aveva perso la propria fede) e poi un
lungo ripensare/ riconquistare la fede ma non la fede che aveva prima fatta di riti/ cerimonie ecc..
ma alcuni principi di fede che lui ritiene essere indiscutibili è c'è arrivato attraverso la sofferenza e
rimettendo in discussione le sue fedi tradizionali e addirittura il suo ruolo di prete, aveva messo
incinta una donna quindi dovette scappare. fu buttato ai margini, ebbe una vita di lavoro ma a un
certo punto lui sentì questo sentimento religioso profondo e arrivò ad affermare che lui sentiva
dentro di sé la certezza che Dio esiste e che l'anima è immortale cioè che l'uomo non finisce nel
momento in cui non respira più. Quindi “esiste un Dio e l'anima è immortale” sono i 2 grandi
principi di una religione naturale/razionale a cui si può arrivare con il ragionamento/la
riflessione/l'esperienza.
- la seconda parte del racconto è più politica perché lì Rousseau riprende le tesi del suo tempo e
distingue tra le religioni naturali che sono la religione comune a tutti gli uomini e le religioni rivelate
e dice che le religioni rivelate producono il fanatismo perché sono come degli eserciti che
mobilitano i fedeli per convertire tutti e la conclusione alla quale arriva Rousseau, attraverso la
voce del vicario savoiardo, è che la scelta del credo/confessione religiosa che un uomo può fare
non è un fatto religioso ma è un fatto di convenienza/politico e questa era la tesi di molti
illuministi di allora. Quindi esiste una religione naturale, Dio e l'anima immortale e a queste
possono arrivarci tutti gli uomini (è il vero nucleo della religione) poi che io sia protestante o
musulmano ecc.. è un fatto politico nel senso che “io vivo in una società che è cattolica quindi sono
cattolico”: le religioni sono state un profondo e terribile strumento di controllo delle società e del
potere politico/ religioso, trono e altare se vanno insieme si cementano mentre se vanno contro
(lotte tra imperatore e Papa) è un disastro quindi è molto meglio che un popolo abbia la religione
del suo re e viceversa quindi “per assicurare l'uniformità del culto in un determinato paese è
opportuno che ognuno abbracci la religione del padre però si deve anche affermare che nessuna
religione è più vero delle altre”
Fine quarto libro= Rousseau dice “ io ho impedito all'immaginazione di Emilio di accelerare il corso del suo
sviluppo naturale” : l’Emilio è impostato contro i pericoli dell’immaginazione quindi lui dice “io ho dato al
bambino la possibilità di non essere rovinato da quell’immaginare secondo quello che la società vuole farci
credere/immaginare, non l'ho fatto prigioniero della meschineria/usi/consumi della società, io ho tenuto il
bambino fuori dai pericoli di una falsa immaginazione, gli ho fatto guadagnare tempo e nel frattempo si è
fortificato però è diventato uomo e avverte il bisogno della riproduzione/ del rinascere per il sesso( vuol
dire rinascere per avere una vita piena e non si può avere una vita piena, dice Rousseau, se non si è
completati in un rapporto intimo/profondo con l'altro sesso)”. Quindi ci troviamo di fronte a un giovanetto
di 16/17 anni che ha superato la pubertà ed è pronto, cerca la donna e allora Rousseau dice “una soluzione
che molti fanno ancora e facevano era lo faccio sposare subito così abbiamo risolto il problema” ma qui
Rousseau fa delle pagine di straordinaria novità per il suo tempo cioè dici che “i matrimoni precoci sono un
disastro perché far procreare un padre e una madre quando non sono ancora maturi crea solo degli infelici”
quindi è proponitore della paternità e maternità responsabile quindi cambia il ruolo del precettore: adesso
il ruolo del precettore è di non accelerare i tempi e quindi non può più essere un maestro allora dice “io da
precettore devo diventare un amico adulto di Emilio e devo cercare di istruirlo anche alla sessualità in una
maniera intelligente (spetta al precettore istruirlo anche su come stare con una donna, sulle malattie
sessuali quindi deve spiegare i pericoli, deve raffreddare le pulsioni di Rousseau cioè deve cercare di farlo
maturare e non farlo maritare troppo presto). A un certo punto l'educatore spiega ad Emilio che è pronto,
si deve cercare una compagna e gliela descrive creando un'attesa/un immaginazione della donna perfetta
che guarda caso, a certo punto, lui chiama Sofia. Quindi Emilio entra in società a cercare la Sofia vera con
un'immagine della sessualità e della donna che deve trovare (Sofia) che gli è stata offerta e a cui lui è giunto
lentamente: adesso deve trovarla. Nel frattempo Emilio legge i libri degli antichi, esercita la lettura, va
teatro, si fa il gusto per le cose belle ecc.. cioè Rousseau gli dice: “i pericoli sono quelli di una sessualità
cattiva/misera e l'altro pericolo è quello di cogliere nella società solo la ricchezza” quindi Emilio entra nella
società con un bagaglio culturale/letterario/teatrale/musicale forte, apprezza e gode della cultura e poi
nello stesso tempo non è pervertito/rovinato dal punto di vista sessuale , così facendo non sarà attratto
solo dal sesso meschino e dalla ricchezza/ostentazione. A questo punto si va alla ricerca di Sofia e il libro
dice “come facciamo a trovarlo in questa corrotta Parigi” e così il precettore, di nuovo, prende Emilio e lo
porta fuori dalla capitale(abbandona Parigi) e si va alla ricerca di Sofia che si concluderà nel quinto libro che
è il libro dell’incontro, scontro e matrimonio con Sofia nonché la fine dell’opera educativa.

Quinto libro: Rousseau è come se avesse pubblicato il romanzo che racconta un esperimento scientifico
immaginario in cui c'è tutta una serie di strumenti/osservazioni (idee della società) che erano già a
disposizione degli scienziati così come in ogni esperimento scientifico si parte dalle cose che si conoscono.
Questo esperimento di prendere un bambino e accompagnarlo fino ai suoi 25 anni (finchè diventa adulto)
dalla nascita alla paternità è un esperimento tradotto in un romanzo. Quindi l’Emilio di Rousseau è un
esperimento da laboratorio pedagogico: non è mai esistito questo bambino Emilio ma è come se fosse
sempre esistito perché tutti noi abbiamo avuto bisogno di una immersione totale in un progetto educativo
anche se non abbiamo avuto vicino il precettore personale cioè comunque sia dalla nascita fino alla nostra
morte noi siamo immersi in un laboratorio pedagogico perché la pedagogia/l’educazione è la nostra
seconda natura. Emilio è arrivato alla piena maturità fisica e deve trovare la propria donna, lui non ha mai
conosciuto una donna carnalmente e questo è il momento in cui deve trovare la sua Sofia ma non la può
trovare a Parigi perché rischierebbe di cadere in mano, essendo lui un bravo ragazzo, alle giovani donne
parigine che vogliono divertirsi tanto più che Emilio non si sa se è ricco o povero ,probabilmente non ha
niente quindi è uno che finisce per doversi mettere in una situazione difficile e d’altra parte Rousseau aveva
vissuto senza mai lavorare cioè era sempre stato mantenuto dalle sue amanti (per quanto riguarda la storia
della società francese uno dice questa signora ricca si prende l'amante e uno si immagina l'amante per
portarselo a letto ma c'era un altro modo di prendersi l'amante che non aveva necessariamente un risvolto
di tipo erotico/sessuale cioè si prendevano vicino delle persone con cui si poteva discutere, costruivano il
proprio salotto quindi dentro gli ambienti femminili colti gli amanti erano coloro che potevano entrare non
necessariamente nel letto della padrona ma nella corte/circolo della padrona e in cambio li manteneva
nelle loro ville/case). Quindi Rousseau porta via Emilio dalla città perché se avesse preteso di trovare la sua
donna nella Parigi sarebbe finito nelle mani si donnette di poca responsabilità/valore invece dovrà trovare
Sofia fuori Parigi e qui il precettore, che è il regista di questo esperimento laboratoriale e incarna l’autore
stesso, costruisce le situazioni. Il quinto libro contiene dei giudizi, che noi non condivideremo mai, ma che
vanno messi dentro nella storia dell’epoca in cui sono stati scritti cioè la metà del 1700. L'inizio di tutto è
una teorizzazione del rapporto tra maschile e femminile: l'uomo e la donna sono complementari fra loro
ma l'uomo è forte e attivo mentre la donna è debole e passiva, la donna è fatta per attrarre/piacere
all'uomo ma il suo pudore le impone di opporre resistenza quindi la donna deve farsi bella per accendere il
desiderio nell'uomo ma deve imparare a resistere perché se cede troppo facilmente viene considerata una
donna di malaffare e in questo modo, cioè attirando ma non concedendosi, la donna recupera
indirettamente il suo potere quindi per Rousseau la donna è naturalmente o socialmente sottomessa ma
la donna è furba e talmente capace che può trasformare la sua sottomissione naturale in una forma di
potere e in conclusione il modo che permette alla donna di riscattarsi è manipolare l'uomo. La donna per
il suo ruolo deve essere fedele perché la fedeltà femminile è un fondamento della società buona quindi
Rousseau dice non solo che la donna deve essere fedele ma anche che deve apparire fedele perché le
donne sono le più esposte all’opinione pubblica, le donne devono imparare a vivere sottomesse alle regole
di costrizione che la società da loro, devono abituarsi fin da bambine ad essere docili, devono venire prima
di tutto però è concesso che sviluppino la furbizia la quale è una dote tipicamente femminile, deve essere
semplice però vestita bene, non è necessario che imparino presto a leggere e scrivere ma è più importante
che sappiano fare i conti per dirigere la casa, che imparino il cucito/il disegno/a cantare e danzare perché
devono allietare il marito e trattenerlo a casa, le bambine devono adottare il comportamento più gradito
agli altri e la questione che devono tener presente non è come per i maschi cioè “ a che cosa serve questo,
che effetti produrrà” ma altre questioni come “catechismo ,religione del marito, accettare il pregiudizio,
sviluppare una sensibilità nei confronti dei desideri del marito, avere un'educazione adatta a questo ruolo
subalterno, riconoscere che hanno dei doveri domestici ecc..” e questa è la descrizione di quella che era la
società/la donna nella società di Rousseau. Il resto del libro mostrerà quanto gigantesca sia Sofia nei
confronti di quello stupido che è il maschio Emilio, Sofia è effettivamente più intelligente di Emilio, si
innamora di Emilio e alla fine avrà Emilia totalmente nelle sue mani. Rousseau è stato psicanalizzato
attualmente attraverso le sue opere e Rousseau idealizzava la donna ma nello stesso tempo la disprezzava
perché sentiva che dipendeva dalla mancanza della madre e questo si riflette nella sua descrizione della
condizione femminile (ad oggi inaccettabile). La seconda parte di questo libro/capitolo è la descrizione di
Sofia: prima c'è la teoria di come essere donna e poi c’è la descrizione della donna di Emilio cioè Sofia.
Rousseau dice che “Sofia non è bella ma graziosa, sa valorizzare la sua persona ma non è vistosa, ha
imparato a cantare/suonare quanto basta, è abilissima nei lavori di cucito, sa amministrare la casa, è dolce
e sensibile, accetta la punizione del padre senza ribellarsi, è semplice , in società è cortese con tutti e molto
rispettosa con le persone anziane, con i giovani dell'altro sesso si comporta in modo da imporre a tutti il
rispetto, la insidia” quindi è la descrizione della donnina perfetta secondo il modello di Rousseau: tra le
cose che sa fare c'è cantare, cucire , ballare, obbedire curare bene i vecchi, ma non c'è scritto che è una
brava cuoca (se oggi noi la descrivessimo diremo anche che sa cucinare molto bene perché per noi il potere
del cibo è molto importante) quindi tale qualità(la cucina) non è citata e questo perché Rousseau si
rivolgeva a un pubblico signorile/ colto/ricco/borghese e, in quegli ambienti, in cucina c'erano le cuoche.
Quindi Sofia è stata educata secondo i principi della società del tempo che Rousseau pare accettare perché
Rousseau , in questa parte dell'opera, sembra accettare quello che è lo schema della società che è quello
che lui ha criticato per molto tempo perché il modello di Rousseau è di salvare/proteggere l'innocenza e la
spontaneità di ciascuno di noi rispetto alla corruzione operata dalla società. il romanzo si chiude con Emilio
entusiasta che annuncia che sa che diventerà padre ma, siccome è stato educato in un certo modo, questa
volta non scappa e anzi capisce che a questo punto è lui il precettore di suo figlio e anche di se stesso e c'è il
saluto tra il precettore ,che è il protagonista del romanzo insieme ad Emilio, ed Emilio. Fine del libro:
qualche mese dopo Emilio entra nella camera del precettore una mattina e gli dice abbracciandolo :
“maestro mio rallegratevi con vostro figlio che spera di aver presto l'onore di essere padre, quali cure
verranno imposte al vostro zelo e quanto avremo bisogno di voi” quindi Emilio sa che sta diventando padre
entra quasi nel panico e così va dal precettore e gli dice che ha ancora più bisogno di lui ( durante il
romanzo il precettore raramente parla con Emilio cioè l'autore non descrive dei dialoghi tra i due) e qui
sembra che il precettore sia a casa di Emilio e di Sofia e quindi Emilio va proporgli di diventare il precettore
di suo figlio e poi :”a Dio non piaccia che vi chieda di crescere anche il figlio dopo che avrete cresciuto il
padre, a Dio non piaccia che un dovere così santo e dolce sia svolto da altri che da me, anche se io sapessi
effettuare per lui una scelta altrettanto felice di quella che è stata fatta per me ma restate il maestro dei
giovani maestri. Consigliateci, dirigeteci e vi seguiremo docilmente, finché vivrò avrò bisogno di voi, ne ho
bisogno più che mai ora che iniziano le mie funzioni di uomo(padre). Voi avete riempito le vostre, guidatemi
perché io possa imitarvi e riposatevi, ne è tempo” (fine del romanzo). Il romanzo finisce qui e noi non
vediamo cosa risponde il precettore però si capisce dal dialogo che all'inizio c'è la paura di diventare padre
e infatti c'è la richiesta di aiuto da parte di Emilio che però poi si ricorda quello che ha imparato quando
dice “a Dio non piaccia che un dovere così santo sia svolto da altri che da me” cioè non voglia Dio che io
non riesco a fare quello che mi avete insegnato e poi dice “consigliateci, statemi vicino” che è un modo per
dire “prendo le mie responsabilità ma ho bisogno di aiuto” e poi di nuovo “ho ancora più bisogno di voi” e
poi “però guidatemi affinché io possa imitarvi e riposatevi” che è come dire “potete essere libero”. In
questo finale ci sono tutti i sentimenti di un giovane uomo rispetto al suo passato e rispetto al futuro.
Immaginiamo che il precettore sia la storia/ società in cui viviamo/l'insieme di quello che abbiamo imparato
e che noi siamo Emilio o Sofia quindi padre o madre, ciascuno di noi nel momento in cui educa qualcuno è
come se si ponesse questa domanda: “ ce la farò da solo? su che elementi mi devo fondare? mi devo fidare
di chi mi sta intorno? dove traggo consiglio? da che cosa io posso imparare?” e il precettore è il simbolo di
tutto ciò che la vita ci può insegnare quindi avere o non avere un atteggiamento di apertura/ fiducia e nello
stesso tempo di preoccupazione cambia moltissimo nella nostra attitudine quando dobbiamo educare
perché ci troveremo davanti persone diverse quindi scopriremo il piacere di avere il potere sugli altri e
questo tema del potere che l'educazione dà a ciascuno di noi nelle relazioni con gli altri è uno dei
grandissimi problemi che ciascuno di noi affronta : educando noi abbiamo potere così come altri hanno
avuto potere su di noi e l'uso che potremmo fare di questo potere dipende da noi. La fine del romanzo
mostra l'assunzione di responsabilità che Emilio fa, nonostante le paure, e quindi il modo di esercitare il
potere che ciascuno di noi ha una volta che si è capito che non si può fare un passo indietro. La storia
d'amore tra Sofia e Emilio : è una storia abbastanza complicata, i due si conoscono, Emilio si innamora e la
ragazza accetta la proposta dei genitori di incontrare questo ragazzo che, secondo loro, è giusto che diventi
suo marito (siamo nel 1700 e la maggior parte dei matrimoni in certi ambienti sociali erano matrimoni
costruiti/combinati) e Sofia è una donna viva che ha un temperamento ardente quindi è una ragazza che
desidera avere un compagno nella vita per questo accetta con gioia la proposta dei genitori e ha dei
turbamenti perché rivela alla madre di essersi innamorata leggendo di un personaggio di un libro famoso
che era uscito pochi anni prima dell' Emilio di Rousseau ovvero di Telemaco che era il protagonista di un
romanzo di un autore che si chiama Fenelon e Rousseau fa questo gioco perché un romanzo deve
interessare le lettrici e lettori dell'epoca e quel romanzo di Fenelon aveva avuto un grande successo e allora
dice “questa ragazza che non aveva conosciuto ancora un uomo si era innamorato di un modello di uomo
traendolo dai romanzi (si era fatta un'idea)” quindi anche Sofia è preparata perché è stata educata e sa
ballare, è brava nei lavori domestici ecc.. però anche lei è inesperta della vita quindi entra un po’ in
depressione, ha bisogno di realtà quindi aspetta ardentemente l'occasione di poter sperimentare la sua
storia d'amore con Emilio. Il precettore però per Emilio ha un altro disegno e dice “attenzione prima di
metterlo tra le braccia di Sofia quest'uomo deve scoprire il mondo, non può arrivare inesperto del mondo a
sposarsi” cioè Emilio verrà preso dal precettore e inizierà un suo viaggio partendo a piedi dalla città per
rifare un lungo giro e arrivano una sera nella casa dei genitori di Sofia, i due si incontrano, si vedono e si
innamorano/piacciono ma lui sta viaggiando quindi succede che chiede la possibilità ai genitori di Sofia di
corteggiarla (all’epoca si usava il “posso uscire con vostra figlia?”) e a questo punto i due stanno un po'
insieme, Emilio si ferma in questa casa un po’ di tempo e le racconta le cose che sa lui, i due parlano di
religione/della vita quindi ,sotto il controllo della famiglia e del precettore, passano dei momenti insieme.
Sofia cerca di vestirsi bene/di apparire bella per conquistare ancor di più Emilio e fanno delle cose insieme
anche nel villaggio: Sofia va a trovarlo nella bottega dove lavora (lui è in viaggio però a un certo punto
lavora in una bottega, c'è un po’ di confusione in questo libro ma è fatto apposta) e litigano, su alcune cose
sono in disaccordo. È un quadro abbastanza normale di relazione tra due giovani innamorati ma un certo
punto sofia gli concede la sua mano(di sposarla), Emilio è al settimo cielo, è innamorato, ritiene di aver
raggiunto il massimo della felicità e qui di nuovo l’educatore gli dice : “stop fermati, non sono sicuro che ti
sia convinto di quello che stai facendo” e il viaggio ricomincia per cui Emilio deve separarsi da Sofia perché
deve andare a fare un viaggio che dura due anni e questa del viaggio è una “storia nella storia”: questo
viaggio rappresentava quello che era il percorso normale della società ricca/ colta del tempo cioè era il
grande giro del mondo (il Grand tour) in cui i figli di chi poteva permetterselo viaggiavano ,andavano nelle
grandi città e conoscevano il mondo . Quindi inizia il viaggio di apprendimento del mondo di Emilio , c’è il
commiato/saluto di Emilio con Sofia e Emilio viaggia senza capire il perchè/senza capire dove andare quindi
deve affidarsi al precettore. Sofia quando sa che lui va via per due anni invece di disperarsi reagisce in
maniera educata non facendo trasparire i suoi sentimenti e quindi libera, pur soffrendo interiormente, il
suo uomo dal disagio di dover dire: “ io me ne devo andare/sono costretto ad andarmene via” e quindi
rimangia le sue lacrime e dice: “vai, ti aspetterò!” e così facendo si preoccupa della serenità del distacco.
Alla fine dei 2 anni Emilio torna e si butta ai piedi di Sofia dicendo: “ io ho girato il mondo ma mi son reso
conto di aver fatto un grande errore di averti lasciato” e così dicendo si dispera perché si aspetta che Sofia
lo rifiuti e gli dica che ha un’altra persona e invece Sofia prende la sua rivincita da donna e non gli fa pesare
il suo essere stata abbandonata, anzi lo raccoglie con serenità. I due si sposano e arriva il desiderio di fare
un figlio e poi si intuisce all'annuncio che questo figlio sta arrivando. Quando Emilio torna da Sofia, egli ha
capito che la vera libertà non è data dalle leggi/dai principi astratti ma la libertà è qualche cosa che uno
deve costruirsi dentro (è un equilibrio) quindi la libertà per essere vera deve essere quasi spontanea. La
serenità interiore, leggendo la storia di Emilio, deriva da un mix di ciò che si è visto/si è vissuto/si è
imparato/si sente dentro, come fa una persona a essere interiormente libera se non ha fatto esperienza
delle molte prigioni che la vita può mostrare? come può uno che non ha esperienza della vita essere
interiormente libero? quindi la serenità interiore non può andare disgiunta da un esperienza di vita e il
viaggio di Emilio serve a questo. Allora Emilio torna, spiega a Sofia che credeva di provare altre sensazioni
ma la felicità interiore la trova solo di fronte a lei quindi torna a casa/ nel proprio paese d'origine e accetta
come unico limite alla sua libertà/ felicità quel limite rappresentato da Sofia nel senso che Emilio non può
fare finta che non ci sia anche lei quindi il suo egoismo arriva là dove c'è il suo benessere: “ io devo
rispettarti, devo farmi carico di te”, pace interiore, arriva l’annuncio della paternità e fine della storia. La
grandezza di Rousseau è stata di scrivere di tutto (politica, religione ecc..) dentro una chiave educativa e per
far ciò si è inventato questo schema su questo essere vivente che va costruito dalla nascita fino al
matrimonio come se fosse un progetto industriale/una grande scommessa tecnologica e molti hanno
accusato Rousseau di aver costruito un romanzo terribile perché il suo Emilio è come un automa/robot
cioè qualcuno che viene pilotato e guidato come vuole l'ingegnere, allora il precettore è l'ingegnere che
ingegnerizza la vita di un essere umano distruggendone la libertà ( grande critica a Rousseau). Rousseau
introduce dentro l’Emilio anche se’ stesso perché lui è precettore ma prima di essere precettore è l'autore
ma è anche il protagonista cioè è anche Emilio, quindi dentro questo romanzo c'è molto di Rousseau.

L’Emilio è un romanzo che ha rivoluzionato la pedagogia moderna (moderna vuol dire la pedagogia che
parte dal 1500 però potremmo dire la pedagogia contemporanea perché Rousseau scrive 250 anni fa e noi
siamo ancora dentro questo ambiente culturale che era quello di Rousseau). È vero che Rousseau fa molti
riferimenti storici/letterari a autori antichi che certamente ad oggi non sono attuali ma per il pubblico di
quell'epoca erano molto ben conosciuti così come gli esempi che lui fa del mercato, la campagna, le favole
sono esempi che per il pubblico colto di quel erano molto facili da capire ed è per questo che il romanzo
ebbe grande successo in quanto metteva insieme cultura,attualità,idee nuove e teneva il lettore agganciato
alla lettura. L’Emilio è ancora attuale per due motivi principali: 
 primo perché Rousseau accetta le idee fondamentali della democrazia e delle libertà e dei diritti
fondamentali dell'uomo che erano le idee che stavano emergendo allora tra gli illuministi (corrente
di pensiero che lottava per la libertà di espressione/ parola /impresa ecc.. e che era contro tutta
l'organizzazione degli stati, i re e le regine e tutti coloro che volevano mantenere i privilegi in mano
ai nobili/al clero e che non concedevano nulla al popolo, soprattutto alla borghesia) 
 secondo perché Rousseau critica la società così come la vede, è una società falsa che corrompe i
giovani ecc.. per cui la società va criticata e cambiata ma come si cambia la società? Ci sono due
strade: 1)  la rivoluzione violenta per cacciare quelli che noi reputiamo essere i responsabili di
questo mondo (nel 1789 a Parigi scoppiò la grande rivoluzione violenta) oppure una rivoluzione non
violenta anche se è molto difficile 2) oppure attraverso delle riforme cioè dei tentativi di
condizionare il potere politico per introdurre dei cambiamenti. 
Quindi da un lato ci sono i diritti di ciascuno di noi e dall'altro la società non funziona e va cambiata e
Rousseau è colui che in maniera molto forte propone un metodo rivoluzionario non violento cioè usa
l'educazione/la pedagogia come lo strumento fondamentale per cambiare la realtà quindi c’è in Rousseau
l’idea che il mondo lo si cambia partendo dall’educazione dei bambini, cambiando i metodi educativi,
scegliendo che cosa insegnare, accompagnando i più giovani in una strada che non è stata tentata prima e
questa idea è ancora un idea fortissima nelle società contemporanee. Quindi Rousseau è colui che apre la
strada ad una rivoluzione pedagogica che ha come idea fondamentale: “si cambia il mondo cambiando i
cittadini quindi partendo dall’infanzia”. Quindi l'educazione è centrale nelle società contemporanee e
l'educazione è rivoluzionaria cioè ha dentro di sé qualche cosa che non la rende neutra. Rousseau è un
liberale e nello stesso tempo è uno che crede che l'educazione sia la vera rivoluzione e che quindi la società
vada cambiata attraverso il meccanismo educativo ed è per questo che noi siamo figli di Rousseau ovvero
eredi di quelle idee. Nel terzo libro e in particolare quando si parla del lavoro, del giardiniere Roberto ecc..  
Rousseau spiega che c'è una relazione molto precisa tra la libertà di Emilio e il successo della educazione
che lui riceve e anche questo è un tema molto importante. Rousseau dice che la libertà, la possibilità di
muoversi, essere liberi di sbagliare è il fondamento della crescita sana di Emilio che è un giovane solido,
capace. Bello, muscoloso, intelligente, rispettoso quanto basta ed è un modello, ha già sperimentato le
durezze del freddo e del caldo, ha incontrato gli altri uomini, ha capito che a un certo punto la vita si fa
complicata, ha capito che lui dipende dalla natura e dagli altri ed è un uomo libero quindi libertà e
spontaneità sono fondamentali per lo sviluppo di ciascuno di noi e questa è un'idea forte.
Libertà/educazione vale sul piano sociale ma anche individuale e la novità di Rousseau è di scoprire che
l’educazione fisica del bambino è parte fondamentale dell’educazione morale/psichica e corpo e mente
crescono e si sviluppano insieme. Quindi dentro l’Emilio ci sono principi di libertà, spontaneità,rivoluzione
della società e nello stesso tempo è un romanzo che racconta quanto sia il potere del pedagogista/
precettore e quanta responsabilità ha colui che ha in mano i nostri figli. E poi c’è Sofia che è la società ma è
la parte buona della società cioè il femminile, così come dice Rousseau, sarebbe la parte buona della
società ma se incontra qualcuno come Emilio che tira fuori da lei la parte migliore ma non si capisce se
Rousseau, nel quinto libro, prende in giro quel modello di donna(Sofia) e la società o ci crede davvero. Sofia
è stata costruita come la parte femminile positiva di una società e alla fine si scopre che Sofia ,che
sembrerebbe una poveretta che deve sottostare agli impeti di Emilio e all'autorità del padre perché è come
se fosse proprietà del padre, si rivela essere una persona molto forte e mentre Emilio si innamora, va, torna
piange, ecc..  lei invece sa controllare le proprie reazioni sulla base di un progetto di vita che è molto
realistico cioè, prendendo atto della realtà e della sua condizione femminile, cura molto il rapporto con
quest'uomo speciale perché si rende conto di aver trovato un uomo molto interessante/speciale e allora
piuttosto che mandarlo via/arrabbiarsi ecc..porta pazienza, sa che cosa vuole, ha trovato un tesoro, è una
donna che non vuole perdere la fortuna che ha avuto e Sofia capisce che Emilio ha delle qualità che la
rassicurano, la fanno sentire capace di stabilire un rapporto positivo con quest'uomo e mostra una grande
intelligenza. Soprattutto nel terzo libro, Rousseau spiega che tutti gli uomini sono uguali : “finora non ho
fatto distinzioni di rango (di condizioni sociali) né li distinguerò in seguito  perché l'uomo è lo stesso in tutte
le condizioni sociali” quindi c’è un principio di uguaglianza per cui l'uomo è lo stesso in tutte le condizioni
sociali “infine visto che i bisogni naturali sono uguali dappertutto, anche i mezzi per provvedervi devono
essere ovunque gli stessi, adattate l'educazione dell'uomo all'uomo e non a tutto ciò che l'uomo non è”
quindi c'è questa idea della continua scoperta di che cos'è l'uomo e l'uomo/la natura umana diventa il
centro della pedagogia e bisogna osservare e dare all'uomo ciò che è dell'uomo non ciò che si pretende
debba essere sulla base di alcune idee o interessi privati o pubblici che però non rispettano la pari dignità di
tutti gli esseri umani “ non vi rendete conto che dedicando tutti i vostri sforzi a formarlo esclusivamente per
una condizione sociale,  lo rendete inutile a tutte le altre condizioni e che.se la fortuna lo decide non avrete
provveduto a renderlo felice ma infelice”  cioè se noi educhiamo qualcuno che è un commerciante  a saper
sfruttare tutte le astuzie o come si ruba, a lavorare il meno possibile ecc… gli insegniamo qualche cosa che
sarà molto utile se continuerà in quell’ambiente ma se la fortuna lo portasse fuori, se un'epidemia lo
costringesse a scappare, se la malattia lo colpisce, a cosa gli serve avere imparato quelle astuzie per
sopravvivere nel proprio ambiente se non si è formato nel fisico, nella libertà mentale, nella capacità di
riflettere ecc..? Io devo formare prima di tutto l'uomo non la sua condizione sociale, “voi confidate
nell’ordine attuale della società senza pensare che questo ordine può essere sconvolto dalle rivoluzioni e
che vie è impossibile prevedere o evitare quella che potrebbe riguardare i vostri figli perché il grande (il
potente) diventa piccolo, il ricco diventa povero, il sovrano diventa suddito, i rovesci di fortuna sono forse
così rari che voi possiate confidare di non incontrarli. Ci avviciniamo allo stato di crisi e al secolo delle
rivoluzioni.” Rousseau aveva fortissimo il sentimento che quel mondo stesse crollando/marcendo e che
avrebbe patito molte rivoluzioni (30 anni dopo ci sarà la rivoluzione francese)”Tutto ciò che gli uomini
hanno fatto, gli uomini possono distruggerlo e le uniche caratteristiche inalienabili  sono quelle impresse
dalla natura e la natura non crea né principi né ricchi né gran signori” la fiducia di Rousseau sulla natura,
quest’idea che noi dobbiamo educare la natura è un'idea molto ottimistica e per quanto riguarda il tema se
se la natura umana sia buona o cattiva ci sono 2 scuole di pensiero e quella di Rousseau è quella ottimistica
cioè  la natura è buona mentre la società cattiva e l'altra  dice che questo esperimento russeauiano non
esiste perché anche solo nascendo uno porta dentro di sé (nel proprio patrimonio genetico) la storia dei
suoi genitori, noi siamo condizionati fin dalla nascita ed è impossibile avere l'uomo puro perché il nostro
cervello elabora subito delle immagini di sé o di altri da sé che impastano la nostra natura. Il passo che
dice : “ci avviciniamo allo stato di crisi, è il secolo delle rivoluzioni” mostra che bisogna educare Emilio ad
essere forte/preparato perché possa sopravvivere alle rivoluzioni che stanno arrivando cioè prepararlo al
cambiamento (preparare al cambiamento significa fargli fare esperienze, farlo sbagliare, portarlo ad auto
criticarsi , portarlo a capire cose a cui non aveva prestato attenzione, farlo diventare più riflessivo senza che
perda l'entusiasmo per la vita/la passione/l'energia vitale). Quindi con Rousseau e con il 700 l'educazione
diventa una delle grandi componenti delle società contemporanee, l’educazione è politica e la politica è
fatta dall'intenzione che una società esprime di organizzare la vita secondo determinati principi come
uguaglianza, parità,giustizia,legalità che devono essere calati nel comportamento di ciascuno e l'unico
modo è di ragionare insieme ma l’unico modo per ragionare insieme è che tutti abbiano le condizioni/gli
strumenti per ragionare. L’Emilio di Rousseau è come la pietra miliare (è un segno importante lungo il
percorso) della pedagogia contemporanea. Rousseau scrive il romanzo di un bambino educato in maniera
rivoluzionaria ma che ci presenta (l’educazione rivoluzionaria) come una cosa normale e si inventa il
regista/il precettore (che è lui), un bambino, una società cattiva che però poi è necessaria perché bisogna
rinascere alla società, Sofia e tutti i personaggi che sceglie per rendere il libro interessante quindi lui crea
uno scenario pedagogico rivoluzionario che farà in modo che il libro venga odiato/criticato/amato ma
quello che conta è che tutti quelli che hanno fatto dell'educazione/scuola la propria vita hanno dovuto
leggerlo per cui sono  un po’ figli di Rousseau nel bene e nel male perché anche Rousseau esalta un'idea
astratta di natura cioè crede che la natura sia una specie di realtà non corruttibile/perfetta e immagina che
si possa diventare perfetti e invece poi si rende conto che non è così perché è contraddittorio. Rousseau
poteva scrivere un trattato sull'educazione dei bambini e invece ha voluto fare un romanzo perché lui ,più
che come educare un bambino, voleva mostrare la potenza rivoluzionaria dell’educazione e aprire una
prospettiva politica all’educazione( l'educazione diventerà un affare di Stato e lo è diventata infatti tutti gli
stati si occupano di educazione, tutti gli uomini ricorrono all'educazione, tutti i genitori si preoccupano
dell’educazione). Con l’Emilio di Rousseau la pedagogia diventa una scienza politica e di progetto (il
bambino è come un progetto), un affare di Stato.

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