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Vita e pensiero
Tematiche principali
I due Discorsi del 1749 e del 1754 sostengono la tesi per cui i beni materiali e
il progresso socio-culturale dell’Occidente non abbiano prodotto un
miglioramento della virtù umana, ma abbiamo piuttosto generato un mondo
ingiusto e diseguale. Tale squilibrio non è frutto della natura umana (che
Rousseau giudica intimamente buona) ma è opera di un distorcimento dello
stato di natura originario dell’uomo a seguito del progresso tecnico-
scientifico e della civilizzazione storica delle società. Questi fenomeni
ambivalenti, che hanno sia conseguenze positive sia negative, hanno dato vita
all’uomo “artificiale”, che il giusnaturalismo di Grozio, Prudendorf
e Hobbes ha identificato come illusoria situazione di natura dell’umanità.
A questo punto il passaggio alla formulazione di un “contratto
sociale” è da intendere come la necessaria ridefinizione dei rapporti tra la
legge e la libertà dell’uomo (posto che un ritorno puro e semplice allo “stato di
natura” è utopico). Le società umane sono quindi da correggere dall’interno,
riorganizzando i rapporti e le relazioni tra il cittadino, il potere politico e il
governo: ad acquistare rilevanza sono così i concetti di “volontà generale” e
“sovranità popolare”.