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I farmaci antibatterici sono prodotti di origine naturale o di sintesi che inibiscono la crescita

batterica a concentrazioni che non risultano essere nocive per l’ uomo(tossicità selettiva) e che
possono essere utilizzati per la chemioterapia delle infezioni batteriche.

I prodotti di origine naturale sono detti antibiotici mentre quelli ottenuti per sintesi chimica sono
detti chemioterapici.

Esistono tuttavia alcuni farmaci che sono generati per modi cazioni chimiche di prodotti naturali e
sono quindi chiamati (antibiotici semisintetici)

I farmaci antibatterici vanno distinti dai disinfettanti/antisettici, sostanze provviste di attività


antimicrobica che spesso si estende anche ad altri tipi di microrganismi (funghi e virus), utilizzate
per la disinfezione di oggetti e super ci (anche corporee).

I farmaci antibatterici possono essere classi cati secondo vari criteri: struttura chi- mica,
caratteristiche farmacocinetiche, meccanismo d’azione.

L’azione antibatterica di ciascun farmaco dipende dall’interazione speci ca con uno o più
bersagli molecolari a livello della cellula batterica.

I bersagli molecolari possono essere enzimi coinvolti nella biosintesi di strutture essenziali per la
sopravvivenza e la crescita cellulare, substrati utilizzati in vie metaboliche essenziali, o
componenti strutturali responsabili dell’integrità della cellula batterica.

L’ azione antibatterica che consegue all’ utilizzo del farmaco può essere un arresto REVERSIBILE
della crescita batteica oppure la morte della cellula.

-Nel primo caso appunto può accadere che la crescita riprenda dopo che il farmaco è stato
allontanato per un certo periodo di tempo , si parla in questo caso di AZIONE
BATTERIOSTATICA
-Nel secondo caso invece il danno è irreversibile e si parla di AZIONE BATTERICIDA
(UCCISISONE CELLULA)

QUALI SONO I BERSAGLI DEI FARMACI ANTIBATTERICI:


1) FARMACI CHE AGISCONO BLOCCANDO LA SINTESI
DEGLI ACIDI FOLICI:
L’ cido folico per l’ uomo rappresenta una di quelle vitamine che deve essere fornita con l’
alimentazione, le cellule batteriche invece sintetizzano acido folico ex novo e non sono in
grado di introdurlo dall’ esterno. Acido folico ( sottoforma di acido tetraidrofolico)
rappresenta un donatore essenziale per le vie biosintetiche dellla cellula batterica, in
quanto dono unità carboniose per le purine, la timidina. E alcuni amminoacidi. Per cui se
questo acido folico manca si ha il blocco della sintesi degli acidi nucleici.

Sintesi di acido folico:

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FARMACI UTILIZZATI: si utilizzano i sulfamidici e il trimetoprim che agiscono
bloccando due tappe successive dell sintesi di acido tetraidrofolico.

Questi due sono nella praica medica utilizzati sempre in associazione per avere vantaggi
e meno resistenza batterica.

-sulfamidici:
Dal momento che nella sintesi di
acido folico si parte da PABA
(acido para-aminobenzoico) , c’è
un enzima: DIIDROPTEROATO
SINTETASI che catalizza l’
incorporazione del PABA in acido
diidropteroico ( un precursore
dell’ acido folico). Questo farmaco
si leca al recettore per il suddetto enzima bloccando duqnue tutti gli step successivi.

-trimetoprin: esso è una molecola si sintesi appartenente alla famiglia delle


diaminopirimidine, inibisce la diidrofolato reduttasi sempre competendo con l’ enzima, in
questo caso l’ enzima DIIDROFOLATO REDUTTASI.

2)FARMACI CHE AGISCONO BLOCCANDO LA SINTESI DEL DNA:

ANZITUTTO RICORDIAMO COME AVVIENE LA SINTESI DEL DNA: IL DNA BATTERICO è


COMPOSTO DA DNA VERO E PROPRIO E PLASMIDI.

IL DNA BATTERICO INIZIA LA SUA REPLICAZIONE CON LA FORMAZIONE DI UNA


FORCELLA REPLICATIVA, GRAZIE ALL’ INTERVENTO DI TOPOISOMERASI.

I plasmidi invece si replicano con un meccanismo a Rolling Circle: accade che una catena
di DNA funge da stampo per la sintesi continua della catena complementare, poi la
catena complementare viene srotolata, tagliata e quindi convertita nella forma a doppia
catena.

FARMACI UTILIZZATI: CHINOLONI E NOVOBIOCINA


CHIMOLONI: hanno come bersaglio in particolar modo la DNA girasi e la DNA
topoisomerasi IV, entrambe essenziali per la replicazione

I chinoloni sono molecole di sintesi che


contengono nella loro struttura una
nello chinolico.

Questi fsrmaci per l’ appunto


interagiscono con la DNA rasi e la
DNA TOPOISOMERASI IV formando
con loro un complesso a cui segue la
frammentazione del cromosoma
batterico e un rapido e etto battericida.

-NOVABIOCINA:

Blocca l’azione della topoisomerasi II (DNA


girasi), legandosi alle subunità B.

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AL LIVELLO DELLA REPLICAZIONE INVECE SI può AGIRE CON farmaci

che degradano il DNA


! Composti nitroeterociclici
sono farmaci attivi solo nella forma ridotta, prodotta ad opera di
nitroreduttasi batteriche
! Nitrofurani sensibili alle nitroreduttasi in ambiente aerobio/anaerobio
! Nitroimidazoli sensibili alle nitroreduttasi solo in ambiente anaerobio

3)FARMACI CHE AGISCONO BLOCCANDO LA SINTESI PROTEICA:


La sintesi proteica ne batteri avviene in modo diverso rispetto a come avviene nella cellula
eucarotica (specialmente al livello di struttura del ribosoma)
FARMACI UTILIZZATI: AMMINOGLICOSIDI, TETRACIDINE, CLORAMFENICOLO,
MACROLIDI, LINCOSAMINE E ACIDO
FUSIDICO.

-AMMINOGLICOSIDI: sono molecole di orgine


naturale, costituiti d aaminozuccheri. Il loro bersaglio è
la subunità 30s del ribosoma e quando loro vi si legano
si ha il blocco della sintesi proteica con effetto
battericida
Essendo dei policationi essi destabilizzano (nei batteri
gram negativi) la membrana esterna; vengono perciò
usati principalmente con questi batteri.

-TETRACICLINE: anche loro sono molecole di origine naturale, possiedono una struttura
tetraciclica e legano la subunità ribosomiale 30S , blaccano la sintesi proteica con effetto
BATTERIOSTATICO.

-CLORAMFENICOLO :anche lui di origine naturale, esso si leca alla


subunità 50s dei ribosomi batterici e inibisce la reazione di
transpeptidazione che permetterebbe l’ allungamento della catena peptidica
esistente, con effetto batteriostatico.

-MACROLIDI:
Molecole di orgine naturale contenente un anello a
14,15 o 16 atomi anche loro legano la subunità 50s con
effetto batteriostatico eritromicina è il caposipite di
questa famiglia di farmaci
Lei ha uno spettro d’ azione prevalentemente nei
confronti di batteri gram positivi e include anche batteri
intracellulari.

-LINCOSAMINE: sono molecole di orgine naturale,


anche loro legano la subunità 50s inibendo la
transpeptidazione e translocazione—->effetto
batteriostatico.
Clindamicina è il capostipite di questi batteri.

-ACIDO FUSIDICO:

Anche l’ acido fusidico una molecola di orgine naturale, essa ha una struttura steroidea.

Agisce formando un complesso stabile con il fattore di allungamento EF-G e impedisce la


traslocazione della catena peptidca con un e etto batteriostatico.

4)FARMACI CHE AGISCONO AL LIVELLO DELLA FORMAZIONE DEL PEPTIDOGLICANO


(Per sapere come avviene la sintesi del peptidoglicano vedi appunti carta)

Il peptidoglicano è una struttura essenziale per la maggior parte dei batteri patogeni, mentre è
assente nelle cellule eucariotiche. Come tale, la via biosintetica del pepti- doglicano rappresenta
un bersaglio ideale per farmaci provvisti di tossicità selettiva. I principali farmaci antibatterici che
agiscono bloccando la sintesi del peptidoglica- no sono la fosfomicina, i glicopeptidi e i β-
lattamici,

-FOSFOMICINA: è una molecola di orgine naturale co una struttura chimica simile a


quella dell’ acido fosfoenolpiruvato, con il quale compete per l’ enzima batterico UDP
ENOL PIRUVATO TRANSFERASI.

QUEST’ ULTIMO è RESPONSABILE DELLA SINTESI DELL’ ACIDO


MURAMICO( precursore e componente essenziale del peptidoglicano)—>e etto
battericida

La fosfomicina ha un grande spettro d’azione, ma alcuni batteri sono ad essa resistente


perchè ad esempio non possiedono dei meccanismi di trasporto transmembrana.

CICLOSERINA: è un analogo strutturale della D-alanina e inibisce in maniera competitiva due


enzimi coinvolti nella formazione del dipeptide D-alanil-D- alanina: la racemasi che converte la L-
alanina nel suo stereoisomero D, e la sintetasi che catalizza la formazione del legame peptidico
tra le due molecole D- alanina .

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-ANTIBIOTICI BETA-LATTANICI: anche i beta lattanici sono molecole di origine naturle,
che hanno nella loro struttura un anello beta- lattanico.

Il capostipite di questa famiglia è la


PENICILLINA G.

L’ anello beta-lattanico ha una somiglianza


strutturale con la d analina ( dipeptide),
con il quale compete per gli enzimi
transpetidasi (i rosponsabili dlla
formazione dei legami crociari tra due
molecole di peptidoglicano. L’ anello beta- lattanico , a di erenza del substrato naturale,
inattiva de nitivamente l’ enzima, portando a un e etto battericida.

È per la capacità di legare gli antibiotici β-lattamici che gli enzimi bersaglio di questi farmaci sono
anche detti penicillin-binding proteins (PBP).

L’anello β-lattamico è un nucleo versatile, che può essere incluso in diversi tipi di strutture
chimiche per ottenere composti ad attività antibatterica. Ciò ha permesso lo svi-

luppo di un gran numero di farmaci β-lattamici, che si dif- ferenziano tra di loro per spettro di
attività antibatterica e/o caratteristiche farmacocinetiche. Le principali sottofamiglie di β-lattamici
sono:

• le penicilline (ad es. penicillina G, oxacillina, ampicillina, ticarcillina, piperacillina), con spettro di
attività variabile;

• le cefalosporine, subclassi cate in generazioni: ce- falosporine di prima e seconda


generazione (ad es. cefazolina, cefamandolo) con spettro di attività più ri- stretto; cefalosporine di
terza e quarta generazione (ad es. cefotaxime, ceftriaxone, ceftazidime, cefepime) con spettro di
attività più esteso sui patogeni gram-negativi; cefalosporine di quinta generazione (ad es.
ceftarolina e ceftobiprolo) con attività nei confronti di Staphylococcus aureus meticillino-
resistente;

• i carbapenemi (ad es. imipenem, meropenem, ertape- nem) provvisti di uno spettro di attività
molto ampio, e considerati farmaci di riserva per il trattamento di infezio- ni da batteri gram-
negativi resistenti agli altri β-lattamici;

• i monobattami (aztreonam), attivi solamente sui batteri gram-negativi.

Per e cacia, tollerabilità e versatilità gli antibiotici β-latt- amici sono i farmaci antibatterici più
utilizzati in terapia antibiotica.

5)FARMACI CHE HANNO COME BERAGLIO LE MEMBRANE ESTERNE:

La membrana plasmatica ha uan struttura generale conservata rispetto alle membrane delle
cellule eucariotiche e per questo motivo è più di cile trovare farmacia ntibatterici provvisti di
tossicità selettiva che abbiamo questo come bersaglio.

FARMACI UTILIZZATI: COLISTINA E POLIMISTINA B


POLIMIXINE:Sono lipopeptidi ciclici costituiti da aminoacidi basici.

Il loro bersaglio è rappresentato dal lipide A del lipopolisaccaride batterico che costituisce la
membrana esterna dei gram
negativ—-causa e etto
battericida spettro d’azione
limitato però ai batteri garm
negativi.

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COME SI VALUTA L’ ATTIVITA’ DEI FARMACIA NTIBATTERICI IN VITRO: il prametro
fondamentale per determinare l’ attività di un farmaco antibatterico in vitro è la MIC OVVERO
minimal inhibitory concentration: essa corrisponde alla più bassa concentrazione del farmaco in
grado di inibire la proliferazione batterica.

La MIC viene determinata sottoponendo una coltura batterica a concentrazioni decrescenti del
farmaco, in condizioni sperimentali standardizzate.

Poi basandosi su dei valori soglia di riferimento (che prendono il nome di BREAKPOINTS clinici )
si fa un’ analisi circa l’ attività del certo farmaco.

I valori della mic vengono utilizzati per esprimere in modo qualitativo l’ attività di un farmaco
antibatterico, ovvero se esso risulta essere sensibile, intermedio o resistente al farmaco.

Esistono 3 metodologie per valutare in base alla mic i e etti di un farmaco su un certo
microrganismo.

Essi sono:

1)il metoo della diluizione

Utilizzato in un erreno liquido o in terreno solido. Esso consiste nel saggiare la capacità di crescita
del batterio in terreni contenenti diluizioni seriali del farmaco antibatterico.

Il terreno viene ispezionato dopo il periodo di incubazione(circa 16 ore) in questo tipo di metodo la
MIC corrisponde alla più bassa concentrazione di farmaco in grado di inibire la crescita batterica
in condizioni sperimentali standardizzate , quantità di inoculo batterico e condizioni di
incubazione.

2) metodo della di usione in gradiente : esso prevede l’ utilizzo di strisce di carta o di materiale
plastico impregnate con un gradiente di concentrazione del farmaco antibatterico, esse vengono
applicate su un terreno solido con il ceppo batterico da analizzare.

Dopo il periodo di incubazione si osserva un alone di inibizione del crescita batterica di aspetto
asimmetrico.

La MIC viene dedotta dalla concentrazione di farmaco antibatterico indicata nella striscia nel
punto di intersezione tra la striscia e il margine dell’ alone della crescita batterica.

3) il terzo metodo è l’ antibiogramma per disco di usione con metodo di KIRBT E BAUER :

IN QUESTO METODO SI UTILIZZANO DISCHETTI impregnati con quantità note di farmaci


antibatterici.

I dischetti vengono applicati s una piastra di terreno solido preventivaente inoculta con il ceppo
batterico da anlizzare . I farmaci creano di ondendo un gradiente di concentrazione inversmente
proporzionale alla distanza dal disco.

Dopo il periodo di incubazione vengno misurati gli aloni di inibizione della crescita batterica
attorno ai dischetti . Poi si interpretano le mic con riferimento a valori standard pre misurati.

LA RESISTENZA AI FARMACI ANTIBATTERICI:


Un batterio è detto resistente a un certo farmaco se:

-è in grado di riprodursi pur utilizzando la massima concentrazione di farmaco che si può


inoculare in un paziente

-è in grado di moltiplicarsi nonostante molti ceppi della stessa specie siano sensibili a quel
farmaco.

ANTIBATTERICORESISTENZA: ESSA è UNA condizione di resistenza ai farmaci da part di alcuni


batteri che può essere naturle o acquisita e che si trasmette geneticamente.

-la resistenza al farmaco è naturale quando l’ intera popolazione di una certa specie batterica è
resistente al farmaco, mentre è acquisita se solo una parte della popolazione non è sensibile a
farmaci normalmente attivi. Essa si può acquisire per trasmissione di determinanti genetici
cromosomiali o extracromosomiali.

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