FARMACI ANTIMALARICI
Sara Passacantilli
sara.passacantilli@uniroma1.it
Introduzione
• Le malattie dovute a infezioni da protozoi costituiscono un grave
problema di salute pubblica, particolarmente nelle regioni tropicali e
subtropicali del pianeta, in cui risiedono circa 3/4 della popolazione
mondiale.
• La trasmissione delle infezioni può avvenire tramite insetti vettori o
richiedere la presenza di un ospite intermedio.
• Attualmente non sono disponibili vaccini per la prevenzione delle infezioni
causate da parassiti.
• Rapido sviluppo della farmacoresistenza.
CHININA
Alcaloide naturale
presente nell’estratto
di Cinchona
Composto con ridotta tossicità usato di rado tranne che nei casi di artrite
reumatoide;
Si ottiene per sostituzione di uno dei gruppi N-etile della clorochina con un
idrossietile;
Effetti collaterali: anemia e leucopenia transitorie, decolorazione capelli.
RESISTENZA!!
Mutazioni a livello di un gene che
sovraesprime il trasportatore pcfrcrt per
la clorochina
Il plasmodio della malaria possiede un vacuolo alimentare. All’interno del vacuolo, l’emoglobina umana viene utilizzata
come nutrimento, in seguito alla degradazione proteolitica negli aminoacidi componenti da parte di numerosi enzimi del
plasmodio, incluse plasmepsine, falcipaina e falcilisina. Gli aminoacidi protonati vengono quindi rimossi dal vacuolo
alimentare ad opera del trasportatore PfCRT. La degradazione dell’emoglobina porta anche al rilascio di eme
(ferriprotoporfirina IX). La ferriprotoporfirina IX libera può interagire con l’ossigeno formando anione superossido (O2-);
enzimi di difesa ad azione antiossidante, che possono comprendere superossido dismutasi e catalasi derivate dal
plasmodio, trasformano il superossido potenzialmente tossico in H2O (non mostrato). Il plasmodio polimerizza la
ferriprotoporfirina IX, dando luogo al derivato non tossico emozoina; la polimerizzazione sembra richiedere l’intervento di
proteine cariche positivamente ricche di istidina (non mostrato). L’atomo di ferro della ferriprotoporfirina IX può anche
essere ossidato dallo stato ferroso (Fe2+) allo stato ferrico (Fe3+), con contemporanea produzione di perossido di idrogeno
(H2O2). Si ritiene che molti agenti antimalarici agiscano interferendo con il metabolismo dell’eme nel plasmodio; tra i
meccanismi d’azione proposti per questi farmaci sono compresi l’inibizione della polimerizzazione dell’eme, un aumento
della produzione di specie ossidanti e l’interazione con l’eme con formazione di metaboliti citotossici.
Il Proguanil è un anti malarico antifolico: inibisce l’attività della DHFR (enzima che
converte l’acido diidrofolico in tetraidrofolico, il quale porta alla formazione di purine
ed aminoacidi);
Somministrati in associazione: SINERGISMO
Il proguanil diminuisce la concentrazione di atovaquone responsabile del danno alla
membrana mitocondriale e inibisce la DHFR mentre l’atovaquone aumenta
l’efficacia del proguanil