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TOSSICITA’ SELETTIVA
Il principio della tossicità selettiva afferma che un chemioterapico può risultare utile
nella pratica medica solo se è in grado di arrecare danni agli agenti patogeni senza
determinare effetti tossici di rilievo sulle cellule dell’ospite. I composti caratterizzati
da una maggiore tossicità selettiva (quindi grande maneggevolezza) sono. Quelli che
agiscono tramite meccanismi indirizzati su strutture specifiche delle cellule bersaglio;
ne sono un esempio la penicillina e tutti i suoi congeneri, che agiscono sulla parete
batterica. Minore è invece la tossicità selettiva (e quindi anche la maneggevolezza) di
quei composti che agiscono su strutture esistenti anche nelle cellule degli organismi
ospiti.
Attualmente tutti i farmaci antimicrobici, per quanto dissimili sotto il profilo
dinamico e cinetico, sono classificabili nella sola categoria dei chemioterapici. Nella
stessa categoria sono inquadrate anche tutte quelle sostanze (come i disinfettanti e
antisettici) che presentano meccanismi d’azione antimicrobica rivolti su strutture
cellulari, come la membrana citoplasmatica, non specifiche delle cellule procariote.
Analogamente fanno parte dei chemioterapici anche i composti, naturali o di sintesi,
che sviluppano un’azione antiparassitaria nei confronti di organismi viventi eucarioti
(funghi, elminti, protozoi) e i farmaci antitumorali che agiscono nei confronti di
cellule dell’organismo ospite sfuggite ai normali meccanismi regolatori di crescita, e
quindi considerate estranee. Infine fanno parte dei chemioterapici anche gli antivirali,
composti attivi su organismi viventi che, privi dei processi biochimici per la
produzione di energia, mancano di capacità autonome di sintesi e ricorrono per il loro
ciclo vitale all’utilizzo dei meccanismi metabolici delle cellule ospiti.
x. CHEMIOTERAPICI ANTIBATTERICI
- Inibitori dell sintesi degli acidi nucleici: interferiscono sul metabolismo degli acidi
nucleici microbici (attività battericida). Tra questi le rifamicine, i derivati
cinologici e fluorochinolonici.
- Antimetaboliti: sulfamidici e trimethoprim; bloccano l’attività di enzimi essenziali
per il metabolismo dei folati. Spesso impiegati in associazione in ragione del
doppio blocco metabolico sequenziale che questi farmaci determinano nei processi
di sintesi dei folati
sintesi-costruzione
Penicilline della parete Ampicillina, Gram positivi e
batterica amoxicillina
negativi
Carbenicillina
Gram negativi
dicloxacillina,
ucloxacillina
Cefalexina,
Cefalosporine cefalotina, Gram positivi e
cefazolina, negativi
cefapirina,
cefamandolo
complessazione
stabile con
subunità 50S Lincomicina, Gram positivi
Lincosamidi clindamicina
proteinosintesi diidrostreptomicina
batterica per
interazione con
subunità 30S e
permeabilizzazione Kanamicina,
membrana neomicina, Gram negativi (e
batterica amminosidina, pochi Gram
gentamicina, positivi)
amikacina
costruzione parete
batterica
Alterata
permeabilità di Colimicina, Gram negativi
membrana polimixine
x. CHEMIOTERAPICI ANTIFUNGINI
Flucitosina Cryptococcus,
Candida spp.
Attivi sulla parete Fungistatica Inibizione sintesi Cilofungina Molti ceppi fungini
della chitina; del genere Candida
danneggiamento
nei processi di
sintesi-costruzione
di parete
fl
fi
x. CHEMIOTERAPICI ANTIELMINTICI
x. CHEMIOTERAPICI ANTIPROTOZOARI
Ne fanno parte i sulfamidici e gli antibiotici ionofori (monensin).
x. CHEMIOTERAPICI ANTIVIRALI
Distinti in diversi gruppi:
- analoghi degli acidi nucleici, che inibiscono selettivamente la DNA-polimerasi
virale
- Inibitori della transcriptasi inversa nonnucleosidica
- Inibitori di enzimi virali essenziali (proteasi, neuraminidasi)
Effetti collaterali:
- disturbi a carico del tratto urinario come cristalluria ed ematuria, che nei casi più
gravi possono arrivare a blocco per ostruzione tubulare
- Disturbi del sistema emopoietico (poco frequenti): piastrinopenia, leucopenia
- Limitatamente alla sulfachinossalina, per i suoi effetti antagonisti nei confronti
della vit.K: diatesi emorragica, ipotrombinemia, emorragie
β-LATTAMINE
PENICILLINE
CEFALOSPORINE
CARBAPENEMI
MONOBATTAMI
Sono β-lattamine caratterizzate dalla presenza del solo anello β-lattamico e prove
quindi dell’anello tiazolidinico o diidrotiazinico. Il solo composto che viene
attualmente usato è l’aztreonam, battericida, che altera la sintesi-costruzione della
parete batterica. Ha spettro medio orientato su Gram- tra cui Pseudomonas a. Assente
attività nei confronti dei Gram+.
TETRACICLINE
prolungata rispetto alle altre tetracicline. Può essere indicata in pazienti con funzione
renale alterata.
Doxiciclina e minociclina sono controindicate negli equini.
AMINOGLICOSIDI-AMINOCICLITOLI E POLIPEPTIDI
Prodotti da colture del genere Bacillus. Hanno struttura polipeptidi complessa. I più
importanti sono bacitracina, polimixina e colistina. Gli ultimi due farmaci
costituiscono a loro volta il sottogruppo dei peptolitici o polipeptidi ciclici.
Bacitracina—> è un polipeptide ad elevato peso molecolare contenente legami
amidici, costituito da una miscela di varie componenti. La bacitracina A è il
principale componente della miscela e il maggiore responsabile dell’attività
antimicrobica. Ha attività battericida conseguente a inibizione della sintesi dei
peptidoglicani di parete. Lo spettro antimicrobico è simile a quello della
benzilpenicillina: cocchi e bacilli Gram positivi sia aerobi che anaerobi. Spesso viene
associata ad aminoglicosidi o polimixine per ampliarne lo spettro d’azione nel
trattamento di ferite cutanee e di enteriti batteriche. La somministrazione parenterale
è poco usata per l’elevata nefrotossicità del farmaco e per la dolorabilità,
l’indurimento dei tessuti e la comparsa di petecchie emorragiche nel sito d’iniezione.
Viene usata soprattutto per os o per via topica, nel trattamento di infezioni sensibili a
carico di cute e mucose. L’eliminazione avviene quasi totalmente con le feci; le
piccole quote assorbite sono escrete con le urine e la bile. La bacitracina viene usata
per l profilassi e la terapia di massa di enteriti da Clostridi in suinetti, conigli e
pollame. Il suo impiego più comune è per applicazione topica nel trattamento di ferite
superficiali e infezioni cutanee, auricolari e oculari sostenute da microrganismi
sensibili, spesso in associazione con neomicina e polimixine
impiegate per applicazioni locali su cute e mucose e per via orale, non essendo
assorbite in sede gastroenterica, nel trattamento di infezioni intestinali.
Presentano rapida e potente azione battericida sui batteri in fase di moltiplicazione o
di quiescenza. Interagiscono con i fosfolipidi di membrana inducendo alterazioni
morfologiche delle membrane stesse, con incremento della permeabilità e
modificazione delle proprietà osmotiche, cui conseguono fuoriuscita di componenti
citoplasmatici, nucleotidi e aminoacidi e morte della cellula batterica. Le polimixine
neutralizzano gli effetti indesiderati delle endotossina prodotte dai batteri Gram-,
grazie al legame della loro porzione cationica con la porzione anionica dei lipidi delle
endotossine, di cui determinano l’inattivazione. L’azione antimicrobica delle
polimixine è ostacolata dalla presenza di cationi bivalenti (Ca2+ e Mg2+), acidi grassi
insaturi, detriti cellulari, essudati purulenti e composti dell’ammonio quaternario.
Dopo somministrazione orale le polimixine sono scarsamente assorbite in sede
intestinale e possono essere impiegate per tale via prima di interventi chirurgici
addominali per sterilizzare l’intestino. Le polimixine vengono somministrate per via
parenterale sotto forma di derivati metansulfonati per ridurne la tossicità e con
l’aggiunta di un anestetico locale per diminuirne la dolorabilità nel sito di iniezione.
Dopo somministrazione parenterale sono prontamente assorbite e conseguono livelli
ematici terapeuticamente utili; si legano alle proteine plasmatiche per il 70-90% e si
distribuiscono rapidamente in vari tessuti (cuore, fegato, rene e muscolo scheletrico)
mentre non superano la barriera emato-encefalica e diffondono poco nel liquor.
L’eliminazione, lenta e in forma non metabolizzata, avviene per via renale anche a
distanza di 2-3 giorni dal termine dei trattamenti. Dopo somministrazione orale
l’eliminazione è essenzialmente fecale. Per l’accentuata tossicità s carico dei
glomeruli e dell’epitelio tubulare, le polimixine sono impiegate topicamente su
superfici cutanee, ferite, infezioni superficiali, per via congiuntivale nelle infezioni
oculari e per aerosol nelle infezioni bronchiali e polmonari.
La somministrazione parenterale produce gravi effetti tossici, in particolare
nefrotossicità (albuminuria, cilindruria, ematuria e aumento dell’azotemia),
neurotossicità (con parestesie, vertigini, anoressia, ipertermia, polinevriti, depressione
del sensorio e atassia, reversibili con la sospensione del trattamento), effetti
Macrolidi:
L’eritromicina è il capostipite dei macrolidi, che presentano una struttura
macrociclica lattonica. Il meccanismo d’azione consiste nell’inibizione della sintesi
proteica della cellula procariota. In questo gruppo sono inclusi anche i lincosamidi e
le streptogramine, caratterizzati da target d’azione simile ma da diversa struttura
molecolare. Questo gruppo di chemioterapici viene individuato, nell’insieme, con il
termine di MLS (Macrolidi-Lincosamidi-Streptogramine).
Roxitromicina Tilosina
Claritromicina Josamicina
Diritromicina Midecamicina
Fluritromicina Miocamicina
L’attività dei macrolidi di nuova generazione si esplica bene sia per i patogeni
extracellulari che intracellulari e sono considerati farmaci di prima scelta per alcune
infezioni intracellulari (M.avium, Chlamydia, Legionella).
I macrolidi esercitano anche un’attività antiprotozoaria nei confronti di toxoplasma,
cryptosporidium e plasmodium.
I macrolidi presentano, inoltre, anche effetti non antimicrobici, quali:
- effetti procinetici: i macrolidi pentadeca- ed esadecatomici stimolano i recettori
della motilina, per cui si ha aumento delle contrazioni gastrointestinali
- Effetti antinfiammatori/immunitari: eritromicina, roxitromicina, claritromicina e
azitromicina modulano la funzione di cellule infiammatorie (polimorfonucleati,
leucociti, linfociti, macrofagi), interferiscono direttamente con la funzione delle
cellule secretorie delle vie aeree e delle cellule epiteliali, inibiscono la produzione
di anioni superassimo, attivano la fagocitosi e la funzione battericida nelle cellule
polimorfonucleate, regolano la liberazione di TNF, IL-8, IL-6. A questi effetti è
attribuita l’efficacia sintomatica dei macrolidi nel trattamento di alcune forme
respiratorie iper-reattive come la bronchiolite asmatiforme e la parabronchiolite
diffusa.
Per quanto riguarda la farmacocinetica, l’assorbimento enterico è variabile;
presentano ottima distribuzione tissutale ed eliminazione, dopo estesa
biotrasformazione, attraverso tutti gli organi emuntori.
La biodisponibilità orale è condizionata dalla stabilità in ambiente acido. Sono state
preparate formulazioni gastroresistenti e più stabili in ambiente acido, in modo da
migliorare la biodisponibilità orale. Ciò ha permesso anche di ridurre i dosaggi
efficaci e di conseguenza di ridurre l’incidenza di effetti indesiderati a carico
dell’apparato gastroenterico.
I macrolidi presentano notevoli capacità di concentrazione nei tessuti, fino a 5-20
volte maggiore di quella ematica. Ciò dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche
dei farmaci che diffondono per diffusione passiva non ionica, nei tessuti che
presentano pH inferiore a quello del sangue dove invece rimangono intrappolati
(intrappolamento ionico). Le elevate concentrazioni tissutali sono espressione della
rilevante capacità dei macrolidi di concentrarsi nelle cellule, il che ne comporta anche
una prolungata persistenza nelle specie animali produttrici di derrate alimentari, che
ne può limitare l’uso soprattutto in categorie di animali quali i produttori di latte.
Effetti collaterali: irritazione, dolorabilità nel sito di iniezione extravenoso; flebiti,
tromboflebiti dopo somministrazione e.v.; gravi reazioni infiammatorie dopo
infusione intracanalicolare mammaria. L’intolleranza gastrointestinale
all’eritromicina si manifesta con anoressia, nausea, vomito, dolori addominali e
diarrea. Sono stati descritti anche casi di epatite, legati principalmente all’uso di
eritromicina estolato, che evolvono in ittero colestatico e sono in parte attribuibili
all’azione sul citocromo P450. Questi effetti sono più frequenti e gravi nell’uomo che
negli animali, con l’eccezione degli equini, nei quali le elevate quote di farmaco che
vengono riversate con la bile nell’intestino modificano la motilità della muscolatura
liscia e alterano la flora microbica intestinale con selezione di ceppi patogeni di
Clostridium difficile che possono esitare in gravi forme di diarrea emorragica e in
coliche, a volte fatali.
Spiramicina—> spettro d’azione simile a quello degli altri macrolidi; elevata capacità
di concentrarsi nei tessuti. Viene usata, nell’upmo per la profilassi e trattamento della
toxoplasmosi
Tilosina—> più stabile in ambiente gastrico dell’eritromicina, ben assorbita in sede
intestinale. Spettro antimicrobico simile all’eritromicina ma meno attiva di questa nei
confronti dei batteri e più efficacenei confronti di molti micoplasmi
Tilmicosina—> attività antimicrobica intermedia tra eritromicina e tilosina. Sono
insensibili le enterobatteriacee
Lincosamidi:
Streptogramine:
PLEUROMUTILINE
FENICOLATI
RIFAMICINE
CHINOLONI E FLUOROCHINOLONI
L’acido nalidixico è il capostipite dei cinologi; di questa categoria fanno parte anche
l’acido piromidico, l’acido pipemidico e l’acido ossolinico. Per le caratteristiche dello
spettro antimicrobico (batteri Gram- aerobi e anaerobi), la rapida escrezione renale e
il conseguimento di elevate concentrazioni urinarie, i chinoloni sono impiegati quasi
esclusivamente nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie. Son ormai poco usati
soprattutto in considerazione del loro spettro d’azione e dei frequenti fenomeni di
resistenza. A partire dai chinoloni sono stati sintetizzati dei nuovi composti, i
fluorochinoloni che, caratterizzati dalla presenza di un atomo di fluoro nella loro
struttura, presentano uno spettro antimicrobico notevolmente più ampio e fenomeni di
resistenza e di tossicità nettamente più contenuti. Dopo somministrazione orale, i
fluorochinoloni presentano un buon assorbimento intestinale, cui segue un’omogenea
distribuzione in tutti i tessuti e le cellule dell’organismo ed una prolungata emivita di
eliminazione. L’insorgenza di fenomeni di resistenza osservata in alcuni
microrganismi patogeni è il principale svantaggio applicativo di questi farmaci, che
può essere controllato ricorrendo all’impiego di opportuni livelli di dosaggio.
Attualmente in Italia sono autorizzati per l’impiego negli animali d’affezione e/o
negli animali da reddito e nel pollame il danofloxacin, il difloxacin, l’enrofloxacin, la
flumequina, il marbofloxacin e il norfloxacin.
I fluorchinoloni presentano struttura chinolonica di volta in volta modificata con
diversi sostituenti chimici e catene laterali. Le sostituzioni apportate nella struttura di
base ne influenzano le caratteristiche cinetiche, e in particolare la biodisponibilità, la
capacità di distribuzione tissutale e i ritmi escretivi. Il meccanismo d’azione, di tipo
battericida, è rapido e dose-dipendente e si esercita a livello di due enzimi: la
topoisomerasi II (DNA-girasi) e la topoisomerasi IV. Funzione della prima è quella di
introdurre un superavvolgimento negativo nella molecola a doppio filamento del
DNA batterico al fine di compattare e ridurre la molecola di DNA. La topoisomerasi
II è costituita da 2 subunità (A e B) che agiscono contemporaneamente per realizzare
il superavvolgimento: la subunità A contiene il sito di legame del DNA e controlla la