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STORIA (FILOSOFIA POLITICA)

02/12/2022

Le differenze tra Rousseau e Agostino nelle Confessioni le abbiamo messe in luce, ma bisogna
trovare le analogie: entrambi mettono in luce il loro percorso di vita interiore: la centralità della vita
interiore nell’uno e nell’altro, ma con modi e propositi diversi.

I discorsi di Rousseau

In particolare, sono due, scritti da Rousseau durante il concorso proposto ogni anno dall’Accademia
di Digione bandito a partire da una questione attorno alla quale bisognava articolare una tesi →la
quesitone non è inventata da Rousseau ma proposta dal bando del concorso:

1. Il discorso sulle scienze e sulle arti (1750): in quell’anno la questione proposta dal bando del
concorso era: “il rinascimento delle scienze e delle arti ha contribuito a purificare i costumi
(cioè il modo di vita)?” → il concetto su cui si invitava a ragionare era il progresso: scienze e
arti sono il progresso delle arti, una scientifica e l’altra umanistica; esse portano
miglioramento alla società?
La società del 1750 pensa che il progresso di scienze e arti ha portato a un rischiaramento
dell’oscurantismo (→ gli illuministi sposano l’idea del progresso).
La tesi che argomenta Rousseau è esattamente il contrario: in ogni tempo le scienze e le arti
hanno corrotto la moralità e il comportamento degli uomini → è una tesi un po’ scandalosa,
in controtendenza rispetto all’opinione comune dominante in epoca illuminista
Lo sviluppo delle scienze e delle arti produce decadenza morale, produce società che via via,
sempre più progredite (le scienze non danno più il problema della sopravvivenza e le arti
educano sia al bello che al lusso e sempre più alla ricerca della bellezza fine a se stessa)
producono stanchezza e lassismo, corrompendo i costumi degli uomini. I valori morali
degenerano gradualmente: più il progresso nelle scienze e arti avanza, più si perdono i valori
morali. In una società in progresso, incontriamo persone colte e raffinate, educati e istruiti al
senso della bellezza, educati e istruiti all’uso delle tecniche che rendono la vita più piacevole
e ricca di ogni comfort, ma contemporaneamente si perdono le virtù dell’onestà, della
sincerità e della franchezza, perché quest’uomo volto al progresso è sempre più educato,
esteta e mascherato da una maschera di falsità, buoncostume ed etichetta, etichetta che gli
impone di seguire le buone maniere che sono quelle regole mondane in cui tutti si
identificano e si falsificano. Quindi, il progresso porta etichetta, regola mondana, saper
vivere e saper confrontarsi → significa saper simulare, dire ipercriticamente ciò che non si
pesna perhcè così si sta al mondo, saper conformarsi al pensiero dominante di tutti ed
essere uomini artificiali. I progresso ci impone di nascondere l’autentico originario e
irripetibile noi stessi dietro una maschera, maschera che il progresso ci insegna (etichette,
buone maniere, capacità relazionale, etc.), e perdiamo autenticità, sincerità e franchezza.
Poi il progresso tecnico-scientifico ci fornisce strumenti per vivere meglio e siamo in una vita
di agio e di lusso; più cresce la ricerca della comodità e del lusso, pi cresce la virtù legata a
sforzi, sacrifici e fatica → più la vita si fa comoda, meno io mi affatico e misuro me stesso.
Mentre le comodità della vita di moltiplicano, le arti si perfezionano, il lusso si estende, il
vero coraggio si smerda e le virtù svaniscono. In ogni tempo è accaduto questo, non solo
nella nostra società: MINUTO 13.45 perché seppe bandire artisti e filosofi, stessa sorta di
degenerazione toccò ad Atene; … etc
Fornisce una serie di esempi (anche del mondo antico) in cui il progresso di arti ha portato
degenerazione morale dei costumi (si è persa la fatica, le sofferenze della vita, sincerità e
autenticità). A questi popoli, che così sono decaduti tramite il progresso (dall’Egitto, ad
Atene e a Roma), contrappone i selvaggi di America, che vivono di caccia, ignorano
l’agricoltura, ma sono rimasti gelosi della loro libertà, e hanno preferito andare incontro al
loro destino anziché farsi sottomettere dagli invasori.
Allora ciò che il progresso stimola sono i lati peggiori della natura umana, dice Rousseau: il
progresso fa uscire i lati peggiori della natura umana; arti e scienze distolgono chi le coltiva
dal bene comune.
Noi abbiamo tanti fisici, geometri, chimici, astronomi, poeti, musici e pittori, ma non
abbiamo più cittadini
I cittadini sono coloro che praticano il bene comune.
Questo discorso è un radicale, finanche provocatorio (riesce a persuadere anche grazie alla
virtù di scrittura che ha), condanna della cultura in nome della natura → la cultura corrompe
e produce degenerazione perché ci allontana dalla buona, autentica, sincera e felice natura.
La cultura compie un percorso di snaturamento, ovvero l’abbandono di questa originaria
naturalità vivente.
Dio onnipotente liberaci dai lumi e dalle arti funeste dei nostri padri; rendici l’ignoranza,
l’innocenza e la povertà, i soli beni che possano fare la nostra felicità e che possano essere
apprezzati al tuo cospetto
Cita i lumi, ovvero gli illuministi → chieda a Dio di liberarci dagli illuministi e di questo
progresso.
In Francia c’è questa filosofia molto praticata e sperimentata: Digione premia l’ottima
argomentazione, con la capacità di pensare diverso → ancora oggi la filosofia in Francia è
pensata così: ognuno deve imparare a filosofare in maniera individuale, senza citare
storicamente tutti i pensieri dei filosofi passati.
2. Il discorso sulla tolleranza:

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