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SCHEDA DI CATALOGO

Helmut Newton (Berlino, 31 ottobre 1920 - West Hollywood, 23 gennaio 2004)

Autoritratto con moglie e modella, Parigi 1981, Vogue Studio

Fotografia bianco\nero, 20X24

Berlino, Helmut Newton Foundation

Foto proveniente dal libro, Che cos'è la fotografia, del prof. Claudio Marra
Bibliografia:
Rosalind Krauss, Teoria e storia della fotografia, Edizione italiana a cura di Elio Grazioli, titolo
originale, Le Photographique, 1990, Paris

Helmut Newton, Autobiografia, Contrasto, 2004, Edizione italiana a cura di A. Mauro, F. Pagano,
traduzione di E. Monti

Vogue Celebra Helmut Newton, Magazine n.841, ottobre 2020

Claudio Marra, Fotografia e pittura nel Novecento: Una storia "senza combattimento", Bruno
Mondadori, Lingua Italiana, 2003
Lorenzo Merlo, Helmut Newton. New Images, Bologna, 1989

Esposizione:
Helmut Newton. Eredità, Museo di fotografia\ Fondazione Helmut Newton, Berlino, 2003

Helmut Newton. Fotografie, White Woman\ Sleepless Nights\ Big Nude, Palazzo Ducale, Genova,
2016

Le Donne di Helmut Newton, Palazzo delle Esposizione, Roma, 2013

Hall del Helmut Newton Foundation Museum, Berlino, sito Ufficiale del Museo,
Foundation – HELMUT NEWTON FOUNDATION (helmut-newton-foundation.org)
In questa foto si possono osservare diversi elementi che riassumono lo stile e la vita
di Helmut Newton. Si tratta di un’opera molto amata dal fotografo che nella sua
biografia la definì “Una sorta di manifesto della mia poetica, direi autobiografica” 1

Emerge una forte componente voyeuristica, tipica delle opere del nostro artista. In
primo piano è posta la sua modella preferita, Sylvia Gobbel, a seguire spiccano un
paio di tacchi, i quali non hanno lo scopo di eccitare la fantasia di chi osserva bensì la
funzione di piedistallo, un modo per elevare la donna ad un rango superiore. Ad

Fig.1

evidenziare il suo fetish per le calzature ci viene in aiuto una foto realizzata da Alice
Springs(nome d’arte della moglie June) in cui il nostro artista si mostra con un paio
di scarpe da donna.(Fig.1) La moglie è un ulteriore soggetto dell’opera, la si può
osservare seduta che scruta la scena con “un’espressione molto divertente”. 2

Procedendo con l’analisi si può notare che il tutto si svolge all’interno dello studio di
Vogue ed infine salta all’occhio un autoritratto che lo ritrae impegnato nel suo lavoro
con indosso una veste che richiama l’aspetto di un guardone. Per questa scelta non
può che esistere una spiegazione. Venne chiesto a Newton di fare delle foto per dei
Trench da uomo, lui però non li fotografava poiché li riteneva al pari degli accessori
delle donne. Quindi decise di indossarlo lui stesso durante i suoi lavori.

1
H. Newton e A. Gursky, Autobiografia,(Autobiographie) 1982
2
Helmut Newton: Frames from the Egge, diretto da A. Maben (28 giugno 1989, Germania, Arthaus Musik)
Per Newton la fotografia non rappresenta solo un modo per mostrare il proprio punto
di vista, ma serve anche per attutire le proprie emozioni. Nella sua autobiografia
possiamo leggere la sua reazione all’operazione della moglie: “Scattare foto mi aiuta
molto, mi accorsi di riuscire ad affrontare il modo in cui il suo corpo si stava
trasformando con molta più prontezza e coraggio”.3
Le sue foto sono un perfetto equilibrio di ironia e trasgressione, sensualità e forza.
Nominando la sua trasgressione e ironia non si può non parlare della foto per Vogue
America che fece scandalo. La foto in questione è La modella e il cigno(Fig.4)la
volontà è quella di ricreare la Leda con il Cigno (Fig.5)di Leonardo Da Vinci. La sua
citazione non venne colta ma al contrario venne accusato, insieme a Sylvia Gobbel, di
perversione e maltrattamento sugli animali.

Fig.2 Fig.3

Le modelle del nostro Newton sono sensuali ma al contempo forti, questo


immaginario fu molto contestato poiché proiettavano un’idea di controllo e libertà.

3
H. Newton e A. Gursky, Autobiografia, cap.7 Vogue  a Londra e Jardin des Modes a Parigi, 1957-1959, 1982
Fig.4
Fece scandalo ai suoi tempi, quasi per lo stesso motivo, anche Èdouard Manet, con
l’opera la Colazione sull’erba(Fig.4).
Parlando di scandali non possiamo non citare L’Olympia(Fig.5) con quel suo
laccetto al collo che ne esalta la nudità, al pari dei tacchi per le modelle di Newton, e
la mano non pudica similare alla posa mascolina dei Big Nudes di Newton.

Fig.5

In tutte le opere troviamo uno sguardo provocatorio, che fissa lo spettatore, forse lo
smaschera dalla sua ipocrisia data dallo sgomento esteriore mentre stringe la carte de
visite in tasca.
Manet provoca la borghesia come Newton provoca l’opinione pubblica con le sue
donne indipendenti, con una sessualità che esiste anche senza l’uomo, un concetto
molto difficile da far accettare, da sempre, alla società.
Duchamp nel Grande Vetro(Fig.6) realizza quest’idea di volontà sessuale della

donna, nonostante la sua


Fig.6

società mostrava solo un certo tipo femminilità, succube e vittima. Tutto ciò è
presente non solo nelle arti ma anche nel cinema, come sostiene nel suo saggio Laura
Mulvery nel 1975, proprio in quegli anni Helmut produce opere come Parisian
Street, dove la donna con vesti femminili e maschili crea la sua indipendenza
sessuale.
Possiamo dire che a suo modo lui lotti per il femminismo, anche se molte volte
attaccato pubblicamente proprio dalle femministe le quali lo paragonarono ad un
carnefice che ama le sue vittime, volendo citare un’attivista parigina. Nonostante le
sue opere scatenino l’opinione pubblica, lavorò per riviste importanti ma anche con
icone della moda come Versace, Chanel ecc…
Per concludere possiamo dire che il nudo femminile di Newton è un modo di lottare
contro questo Tabù e in favore della donna, senza mai dichiarare la sua lotta politica.
Difatti nel documentario “The bad and the beautiful” dichiara:
“Mi hanno definito anarchico. Mi piace dare fastidio […] se ciò mi rende un
anarchico chiamatemi come vi pare. Io non voglio fare politica ma la politica si fa
gli affari miei”.4

4
Helmut Newton: The bad end the beautiful, diretto da Gero von Boehm (9 luglio 2020, Germania, Arts GmbH)
Indice fotografico
Fig. 1 Alice Springs, Helmut a casa a Monte Carlo,1987, 20X30, Helmut Newton
Foundation
(Us and Them, Taschen, 1999)

Fig.2 Helmut Newton, La modella e il cigno, 1994, 20x35, Archivio Vogue US


(Sito ufficiale di Vogue)

Fig.3 Leonardo Da Vinci, Studio su Leda con cigno,1505-1510,15x25, Galleria


Borghese di Roma
(Itinerario nell’arte, 2016, Zanichelli)

Fig.4 E. Manet, Colazione sull’erba, 1863, olio su tela, 2,08 x 2,64, Museo d’Orsay
(Slide del corso di Storia dell’arte Contemporanea del Prof. Di Natale)

Fig.5 E. Manet, Olympia, 1863, Olio su tela, 130,5 x 190, Museo d’Orsay
(Slide del corso di Stroria dell’Arte Contemporanea del Prof.Di Natale)

Fig.6 M. Duchamp, Il grande vetro o La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, 1915-
1924, vetro, filo di piombo, colore ad olio, sabbia, fogli di alluminio, vernice, 277 x
176 x 8,6, Philadelphia Museum of Art
(Slide del corso di Stroria dell’Arte Contemporanea del Prof.Di Natale)

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