Se infatti la sigmoide
rappresenta il numero
cumulato di persone
contagiate, la sua derivata ne
esprime invece il numero
momentaneo, mostrando
ancora più chiaramente
l’evoluzione dell’epidemia.
Picco epidemico,
l’aumento dei contagi è
Inizio dell’epidemia, massimo Fine dell’epidemia,
l’aumento dei contagi l’aumento dei contagi
cresce decresce
La sua equazione è del tipo
Itali
a
La situazione italiana vede una derivata della sigmoide piuttosto piatta, in cui non è presente un vero e
proprio picco epidemiologico bensì un plateau, per cui la sua forma a campana risulta poco accentuata. Le
misure di contenimento non sono state prese con molta tempestività, per cui il valore di n (trasmissibilità
del virus) è abbastanza elevato, come anche quello di s (dispersione dei dati). Il punto di picco (μ), seppure
non esattamente identificabile, è avvenuto qualche settimana dopo l’inizio del contagio.
La tratteggiata indica il momento attuale
La situazione coreana è invece molto diversa: le chiusure tempestive hanno permesso al valore n di scendere
e quindi di ridurre drasticamente il numero dei contagiati. Di conseguenza, la dispersione s è minore rispetto
alla curva italiana, come si può intuire dalla forma più aguzza del picco dei contagi (μ), avvenuto con due
settimane di anticipo rispetto a quello italiano.
In generale quindi possiamo stilare le nostre
osservazioni in una tabella:
μ s n
Effetti sulla Quanto più alto è il Quanto più alto è il Quanto più alto è il
curva suo valore tanto più è suo valore tanto più è suo valore tanto più è
distante il picco lungo e lento il efficace e tempestiva
dall’inizio periodo di picco l’attuazione di norme
dell’epidemia contro il contagio
Italia Più alto (picco più Più alto (picco lento, Più basso (chiusura
distante) plateau) non tempestiva)
Corea Più basso (picco più Più basso (picco Più alto (chiusura
vicino) veloce, ripido) tempestiva)
Se, come abbiamo visto, il modello
dell’epidemia ci aiuta a comprendere che
ruolo giocano le variabili nella
delineazione della curva, è altrettanto vero
che esso non basta per avere una visione
completa del contagio.
È infatti utile prendere in considerazione
anche altri dati, come quello dei soggetti
attualmente positivi e della gravità della
loro situazione (terapia intensiva, ricovero,
isolamento domiciliare), dei soggetti
guariti e dei decessi.
Analizziamo dunque un paio di esempi,
sempre relativi alla situazione italiana, per
capire come queste informazioni possono
svelarci più dettagli sul contagio in corso.
È qui rappresentato il grafico cumulativo dei positivi al COVID-19 in Italia. In rosso gli attualmente positivi,
in verde i guariti, in nero i deceduti. Notiamo come il picco epidemiologico (mostrato dalla spezzata
sovrapposta al grafico) sia avvenuto intorno alla terza decade di marzo, mentre il massimo numero di
attualmente positivi si sia avuto nella metà di aprile, grazie anche ad un repentino aumento dei guariti.
Quest’altro grafico mostra invece il numero cumulato di pazienti in terapia intensiva e
ricoverati con sintomi. Anche in questo caso è importante individuare i rispettivi picchi per
capire quando la pressione ospedaliera è stata massima: intorno ai primi giorni di aprile per
entrambe le categorie di dati, dopodiché una decrescita continua fino al momento attuale.
È comunque giusto ricordare che tutti i dati di cui
disponiamo sono soltanto una mera indicazione utile a
tracciare l’andamento del contagio. Per un’accurata
“fotografia epidemiologica” sarebbe necessario sottoporre
a tampone l’intera popolazione di un determinato stato,
per cui risulterebbe piuttosto difficile .
“Type a quote here.”
Grazie per l’attenzio
–Johnny Appleseed