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atematica del contagio

Per prima cosa, bisogna formare tre gruppi che distinguono


in modo grossolano la popolazione (SIR)

i Suscettibili (S), cioè le persone che potrebbero essere


contagiate;

gli Infetti (I), cioè coloro che sono già stati


contagiati;

i Guariti, i Recovered (R), cioè quelli che sono stati


contagiati, ne sono usciti e ormai non trasmettono più il virus.

C’è un numero, diverso per ogni malattia, che si chiama «erre con zero» e indica le
persone che, in media, ogni individuo infetto contagia; se tale cifra è inferiore a 1, la
diffusione si arresta da sola.

Per interrompere la circolazione del virus è necessario mettere in campo azioni e


provvedimenti che fanno scendere il contagio al di sotto di un contagiato per persona
infetta.
R0=
?
L’erre-con-zero del coronavirus è alto o basso?

In generale, le cose vanno davvero bene quando R 0 è inferiore a 1.


Se ogni infetto non contagia almeno un’altra persona, la diffusione
si arresta da sola, la malattia è un fuoco di paglia, uno scoppio a
vuoto.
Se, al contrario, R 0 è maggiore di 1, anche di poco, siamo in
presenza di un principio di epidemia.
Paziente zero
• GIORNO 0: x=0; y=1 paziente
• GIORNO 1: x=1; y=2
• GIORNO 2: x=2; y=4
• GIORNO n: x=n; y=^n
Altra variabile fondamentale di questa matematica trasparente e decisiva è il tempo
medio (velocità) che intercorre tra quando una persona viene infettata e il momento
in cui quella stessa persona ne infetta un’altra.

Una finestra temporale che, nel caso di Covid-19, è stimata in circa


sette giorni.

Gli sforzi istituzionali (tutte le misure «draconiane», le quarantene, la chiusura di


scuole e teatri e musei, le strade vuote) tendono ad abbassare il valore di R 0, perché
sta a significare che l’espansione rallenta.
E quando R 0 viene faticosamente riportato sotto il valore critico di 1, la diffusione
inizia ad arrestarsi.
A partire da quel momento è l’epidemia stessa, non più le persone, a soffocare.
Questo numero è un dato statistico fondamentale da analizzare
all’inizio
dell’epidemia poiché consente di conoscere la velocità di diffusone del
virus e di sviluppare il modello epidemiologico adatto.

All’inizio dell’epidemia si è stimato un R0 pari a 2 che ha comportato una


crescita esponenziale degli infetti.

Gli epidemiologi sanno che il solo modo di fermare sul serio un’epidemia è
che il numero di Suscettibili diventi abbastanza basso da rendere poco
probabile il contagio (per esempio quando la popolazione è vaccinata).

I vaccini ci fanno passare da Suscettibili a Recovered senza


nemmeno attraversare la malattia.
MODELLO ESPONENZIALE

Questo modello però, con


l’avanzare dell’epidemia, risulta
irrealistico perché mentre la
funzione continua a crescere
all’infinito, prima o poi il virus
colpirebbe l’intera popolazione,
esaurendo quindi le sue risorse,
oppure la popolazione stessa
cercherebbe di impedirne la
diffusione.
MODELLO LOGISTICO
Grazie ai lockdown, al distanziamento sociale e
l’uso di mascherine, la popolazione mondiale ha Anche il modello logistico infatti
costretto il virus a cambiare percorso. La diffusione presenta dei limiti perché,
dell’epidemia perciò, è stata più contenuta. nonostante riesca
ad inquadrare bene il rallentamento
e un certo assestamento dei
contagi,
non ammette la possibilità che ci
possa essere una regressione della
malattia
o delle nuove crescite esponenziali.
Gli epidemiologi hanno quindi
deciso di utilizzare altri modelli
matematici,
grazie ai quali potrebbe essere più
facile prevedere l’andamento futuro
della
malattia
MODELLO SIR
Il modello SIR divide il numero totale di persone N, assunto costante, di una
popolazione tra
I(n): infetti
S(n): suscettibili
R(n): risolti, che comprendono i guariti, gli immuni e i morti

N=I(n)+S(n)+R(n)

Questo modello è ragionevolmente predittivo per le malattie infettive che vengono


trasmesse da uomo a uomo e in cui il recupero conferisce resistenza duratura, come
il morbillo, la parotite e la rosolia.

Prevede che si possa passare


dalla classe S(n) a quella I(n)
per infezione
dalla classe I(n) a quella R(n)
per guarigione o decesso
assumendo che chi si ammala
e guarisce sia immunizzato,
per cui non prevede il
passaggio dalla classe R(n) a
quella S(n).
Questo modello epidemiologico, nella curva blu, presenta tre
fasi: la prima fase è esponenziale, la seconda descrive il
picco della malattia, la terza l’arresto dei contagi. La curva rosa
e verde, quella dei casi risolti, descrive una situazione
epidemica dove i guariti riescono a rimanere in salute, o perché
diventati immuni, o grazie al distanziamento sociale o
per mezzo di nuovi farmaci e vaccini
«Dividendo il numero di morti per il numero dei contagi conclamati
si
ottiene un risultato che non impressiona: zero virgola zero qualcosa.
Il tasso di ricoveri necessari per il Covid-19 è infatti piuttosto
elevato.
Se tutti o buona parte dei Suscettibili diventassero Infetti troppo
velocemente, a ricevere un urto pericoloso sarebbe il nostro
Sistema
Sanitario Nazionale.
ALGEBRA DELLA
Non è scontato che avremmo le risorse necessarie per fronteggiare
adeguatamente un’eventualità simile.
Non è scontato che non andremmo in tilt.» PERICOLOSITA
Questo scrivevano durante i primi mesi di Covid.
Ed ora è ormai quasi un anno che l’Italia sta
combattendo questo virus, facendoci diventare col
tempo sempre più consapevoli della sua pericolosità.
In poche parole dobbiamo contribuire con un
comportamento consono e seguendo attentamente
le disposizione dall’alto.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

KAMBERI HAMIDE CHIARA SHYTI


SILVIA CIANNAVEI LORENZO DE CHIARA

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