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Finora abbiamo visto le misure di base per analizzare il processo demografico,

che sono:
→ il TASSO DELL’EVENTO TOTALE, come: il tasso di fecondità
→ i TASSI SPECIFICI il tasso di migratorietà
il tasso di nuzialità totale

CONFRONTO TRA POPOLAZIONI


È possibile confrontare graficamente le funzioni biometriche di due popolazioni,
come le funzioni di sopravvivenza e la curva di mortalità, prendendo due tavole
di mortalità.

La popolazione teorica dei sopravviventi è la serie degli lx della tavola di


mortalità. La serie dei sopravviventi all’età esatta x si ottiene dai dati osservati.
Con questi dati possiamo calcolare le probabilità di morte.

Però da questi grafici è difficile fare un confronto sulla mortalità, ossia stabilire
in quale tra le due popolazioni, A o B, si muore di più.
Per questo è meglio fare un confronto con la speranza di vita. Per farlo:
 dobbiamo prendere tutti i dati, per età, anno e generazione.
 calcolarci le probabilità di morte.
 costruire una tavola di mortalità.
CONFRONTO TRA TASSI
Spesso si pone il problema di confrontare i livelli di un fenomeno demografico in
due o più popolazioni.
Di solito quando si parla di CONFRONTO si fa riferimento ai TASSI. Sappiamo
bene che il tasso generico non è adatto per fare un confronto tra popolazioni
perché risente dell’effetto distorsivo della struttura per età. Per venire incontro a
questo problema, si utilizza la standardizzazione. Così si parla di tassi generici
standardizzati.

TASSO GENERICO DI MORTALITÀ


m = morti al tempo t / popolazione al tempo t
È la media ponderata dei tassi specifici con i pesi pari
alla popolazione.

STANDARDIZZAZIONE
Bisogna standardizzare perché il tasso generico non è la somma dei tassi specifici
ma è la somma dei tassi specifici ponderata con la struttura per età, ossia quanto
pesa la popolazione in ogni segmento di età sul totale.
Infatti il risultato del tasso generico, è un valore di cui però non sappiamo in
quale misura proviene dal tasso specifico o dalla struttura per età.
Nel momento in cui però noi ipotizziamo che le popolazioni da mettere a
confronto abbiano la stessa struttura per età, allora sappiamo per certo che la loro
differenza sta solo nell’andamento della mortalità.
A questo punto è possibile fare il confronto.
Ci sono due modi per standardizzare:
 STANDARDIZZAZIONE DIRETTA o della popolazione tipo
 STANDARDIZZAZIONE INDIRETTA o dei coefficienti tipo

STANDARDIZZAZIONE DIRETTA (o popolazione tipo)


È il procedimento che considera il tasso di mortalità che si avrebbe, se le
popolazioni prese in esame avessero la stessa struttura per età.
Si sceglie una terza popolazione nota, come modello di riferimento, detta
popolazione-tipo. Si sostituisce la struttura per età di questa terza popolazione,
con quella della popolazione A e della popolazione B.

tasso di mortalità per il peso specifico sommatoria del peso


della popolazione a * della popolazione a della popolazione a

L’unica cosa è che i tassi standardizzati risultano così condizionati dalla struttura
per età della popolazione-tipo. Per superare questo limite si preferisce scegliere
una popolazione-tipo con una struttura intermedia a quelle delle k popolazioni da
confrontare.

Adesso i due tassi standardizzati sono confrontabili e l’unica differenza tra essi
sarà dovuta al divario tra i singoli tassi specifici (e non ai pesi).
INTERPRETAZIONE DEL RISULTATO
Se la popolazione A ha una mortalità alta nelle età giovanili che scende alle età
adulte e la popolazione B segue un trend inverso, allora dal confronto si ha che
se:

Spesso però questo metodo, veloce ed immediato, non si può applicare perché
nonostante si conosca la distribuzione per età delle due popolazioni non si
conosce la distribuzione per età dell’evento Mx ma solo l’ammontare
complessivo delle morti, per cui non è possibile calcolare i tassi specifici mx. Per
questo si ricorre ad un altro metodo.

STANDARDIZZAZIONE INDIRETTA (o coefficienti tipo)


È un procedimento che anziché fissare una struttura per età, opera sui tassi
specifici. Questo procedimento prende in esame i tassi specifici di mortalità di
una terza popolazione C. Tassi tipo →
(1) In questo modo si può calcolare il numero di morti attesi che si
avrebbero nella popolazione A e in B se queste assumessero la
mortalità specifica di C.

Somma del tasso di mortalità della


popolazione c * il peso specifico della
popolazione a (e b).

(2) Ora posso rapportare i MORTI EFFETTIVI con i MORTI ATTESI, ossia i
decessi osservati totali con quelli appena calcolati, così posso dire se
si muore di più nella mia popolazione o in quella standard;

Se il rapporto è < 1 potremo dire che la mortalità


della popolazione A (o della popolazione B) è
minore della mortalità della popolazione C.
Invece si dirà il contrario se il rapporto è >1.

(3) Infine per confrontare il tasso di mortalità tra le popolazione A e B si


calcolano i TASSI CORRETTI per età ottenuti moltiplicando questo
rapporto per il tasso di mortalità di C.

Di questi tassi si può comparare


direttamente l’entità.
Viene definita ‘indiretta’ proprio perché richiede di fare un passaggio in più. Per
utilizzare questo metodo è necessario conoscere la distribuzione per età delle
popolazioni prese in esame.
Però in situazioni come quella dell’Italia, si usa di solito la standardizzazione
diretta, ossia quella della popolazione-tipo in cui si usa lo standard della struttura
per età di una popolazione, e non dei tassi specifici.
I 4 LIVELLI DI ANALISI IN DEMOGRAFIA
Per effettuare un'analisi in demografia ci sono 4 LIVELLI che si vanno a fare via
via più precisi.
1. CONSIDERARE IL NUMERO ASSOLUTO DEGLI EVENTI: questo però
risulta essere poco esplicativo a livello del fenomeno demografico in se, ma
può essere utile in un ottica decisionale-politica. Ad esempio abbiamo visto
con la crisi sanitaria del covid che sapere quante persone sono ricoverate in
terapie intensive permette di pianificare il numero di posti letto e in generale
di organizzarsi.
Essendo poco esplicativo è necessario rapportare il numero assoluto degli
eventi a una popolazione e quindi andare a costruire i tassi.

2. LA COSTRUZIONE DI TASSI: i tassi mettono a confronto due grandezze


che non sono omogenee infatti:

A questo punto risulta importante la scelta della popolazione a denominatore che


andiamo ad analizzare. Viene presa nell'ipotesi di equidistribuzione degli eventi
(entrate e uscite, come nascite, morti, immi/emigrazioni) la POPOLAZIONE
MEDIA.
Questa indica gli esposti al rischio di subire un evento preso in
esame. In particolare si sceglie proprio la popolazione media in
quanto risulta essere l’approssimazione migliore degli ANNI PERSONA: la
quantità di mesi, giorni e anni che un individuo condivide con una determinata
popolazione e quindi il peso effettivo che un individuo ha sul totale.
Il concetto di anni persona viene introdotto per correggere il denominatore di un
tasso, in quanto è giusto considerare che all’interno della popolazione ci sono
coloro che prendono parte all'inizio dell'evento ma che per morte o migrazioni
escono dal rischio di subire l'evento. (quindi assumo che ogni individuo rimanga
per 6 mesi, ossia metà anno).
L'anno persona è quanto conta una persona sull'ammontare della popolazione.
Ciò significa che se un individuo permane in una popolazione per 3 mesi, allora
andrà a pesare sul totale 3/12=1/4

3. STANDARDIZZAZIONE
4. CALCOLO DELLE PROBABILITÀ
Il tasso è dato da un rapporto di frequenze, infatti lo possiamo calcolare per gli
eventi ripetibili (migrazioni, fecondità, divorzi).
La probabilità è una misura più accurata perché mette a confronto due grandezze
omogenee, che sono dati di flusso.
Secondo la definizione classica essa è data da un rapporto tra:
casi favorevoli = persone che subiscono l’evento = decessi tra l’età x e
x+1 accumunati dalla stessa generazione;
casi possibili = esposti al rischio = sopravviventi all’età x nell’anno t
Si calcola per gli eventi NON RIPETIBILI, ossia quelli che si verificano una sola
volta nell’arco della vita di un individuo, come la mortalità.
La probabilità va a misurare il rischio che un individuo ha di uscire da uno stato
determinato.
Se vogliamo calcolarla per eventi rinnovabili allora dobbiamo imporre la
condizione di non ripetibilità di un evento, ossia quella condizione che va a
generare un cambiamento di stato, come ad esempio il primo figlio, le prime
nozze.
Per costruire la probabilità ci avvaliamo del diagramma di Lexis che è lo
strumento grafico più utilizzato in demografia in quanto permette di
rappresentare le tre variabili fondamentali che sono l’età alla morte, l’anno di
calendario e la generazione (x,t,c). Tra l’altro queste 3 variabili sono ottenute
dall’incrocio tra corridoio orizzontale, verticale e diagonale del diagramma di
Lexis. La probabilità si rappresenta nel diagramma di Lexis con un
parallelogramma a base orizzontale che ci dà una specifica sia sulla generazione
e sia sull'età, ma non ci dice nulla sul tempo perché si trova a cavallo di due
tempi (t, t+1).

COME CALCOLARE UNA


PROBABILITÀ DI MORTE

Si calcola a partire dai dati osservati, che


è quella del diagramma di Lexis.
Il numeratore sono i decessi, ossia tutta l’area del parallelogramma a base
orizzontale di vertici ABCD.
A denominatore poniamo la popolazione che si trova nel tratto orizzontale AD.
Sono gli esposti al rischio (E), ossia tutti coloro che sono stati a rischio di morire.
Il numeratore non cambia perché i decessi sono sempre gli stessi. Invece il
denominatore della mia probabilità va calcolato, distinguendo due casi:

1. Ipotesi di società chiusa ai movimenti migratori;

P(BD) sono tutti coloro arrivati a metà del parallelogramma.


Quindi sono arrivati all’anno t+1
D(ABD) Sono i decessi del triangolo ABD

2. Ipotesi di società aperta ai movimenti migratori;


Sappiamo bene che una società chiusa ai movimenti migratori non è un ipotesi
plausibile, in quanto in ogni società ci sono immigrazioni ed emigrazioni.
Nel momento in cui apriamo alle emigrazioni dobbiamo aggiustare il
denominatore, ossia i nostri esposti al rischio. Seguire 2 step:

→Tornare alla popolazione AD ossia a coloro che hanno esattamente x anni.


Ma questi non sono ancora i miei esposti al rischio, ossia non è ancora il
denominatore della mia probabilità. Questo perché alcune delle linee di vita nel
segmento AD usciranno, non per morte ma per migrazione. Quindi rispetto a
prima, devo ora fare un altro step.

→Bisogna prendere il saldo migratorio che si verifica nel triangolino ABD. Però
non possiamo prendere come migrante un anno persona, in quanto il migrante
può essere andato via dopo 3 o 9 mesi, e pertanto non è esposto per 12 mesi a
rischio di morire.
Quindi alcune delle linee di vita che si trovano in AD contano di meno di un
anno perché sono andate via prima.
Nell’ipotesi di equidistribuzione dei movimenti migratori supponiamo che i
migranti vadano via dopo mezzo anno, quindi tolgo il valor medio.
Il valor medio è dato dalla media tra i saldi di inizio e fine anno.

Le

due parti si elidono perché sono molto simili numericamente e si riottiene


l’equazione iniziale. Quindi alla fine non ci occupiamo delle migrazioni.
In sintesi nel momento in cui andiamo ad aprire alle migrazioni, non bisogna
fermarsi al denominatore AD, ma bisogna aggiustarlo per il fattore confondente
delle migrazioni.

NB: La migratorietà è un effetto perturbatore per lo studio della mortalità, perché


a livello matematico non si vede però a livello pratico ha degli effetti.

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