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ETÀ MEDIA ALLA FECONDITÀ (al parto)

L’età media alla fecondità, indicata con x, si calcola per una classe di età.
Al numeratore si moltiplica il valore centrale della classe per il tasso specifico di
fecondità. A denominatore c’è la sommatoria di tutti i tassi specifici di fecondità,
ossia il TFT. Si tratta di una media ponderata dove il peso è il tasso specifico di
fecondità. Esprime la distanza intercorrente tra la generazione delle madri e
quella delle figlie

Sappiamo che la classe di un età è data da un intervallo, che solitamente è


annuale o quinquennale. Siccome si ha un range di età, bisogna prendere il punto
centrale della classe. Per una classe annuale, il suo valore centrale è pari a un ½,
invece per una classe quinquennale è 2,5.
Oppure si moltiplica 0,5 per l’ampiezza della classe.

ESEMPIO: Considero le donne di età tra i 20 e 24. Prendo il numero di nati da


donne in questo quinquennio di età e lo divido per la popolazione media
femminile di questa classe di età quinquennale.
Il risultato che si ottiene è il tasso specifico medio annuo, che viene sperimentato
dalle donne in ciascuno dei 5 anni dell’intervallo di età, visti singolarmente.
Quindi il tasso specifico di fecondità fx vale per ciascun singolo anno di quella
classe di età.
Nel fare questo non si è considerato però che la classe è quinquennale.
Per questo motivo il risultato va moltiplicato per 5, altrimenti si ha un tasso che è
sotto l’unità (es: 0,5-,03).

TASSI SPECIFICI DI FECONDITÀ


TASSO DI FECONDITÀ TOTALE (TFT)
L’ETÀ MEDIA AL PARTO

È possibile distinguere tutte queste misure per ordine di nascita. Però questa
distinzione oggi non si usa fare molto, in quanto viviamo in una società che resta
su ordini bassi, tanto è vero che la maggior parte delle coppie, ha un primogenito.

MISURE DI RIPRODUTTIVITÀ (femminile)


Sono misure che si rivolgono solamente alla componente femminile della
popolazione, perché è quella che viene coinvolta nel processo riproduttivo.
Tali misure esprimono un confronto tra generazione della madre e generazione
delle figlie. Con queste misure serve rivolgersi alle donne per capire il livello di
rimpiazzo delle generazioni.

TASSO LORDO DI RIPRODUTTIVITÀ (GRR)


Indica il numero delle nate femmine che si prevede nascano vive da un’ipotetica
generazione di 1000 donne, secondo delle assunzioni:
 Le donne non sono toccate dalla mortalità per tutto il loro periodo fertile. Per
questo è un tasso che viene definito lordo, perché trascura il ruolo della
mortalità in queste fasce di età.
 Lo stesso schema di tassi specifici per età viene applicato durante gli anni
fertili.
Quindi si va a confrontare il numero delle nate femmine con il numero delle
donne che hanno prodotto quelle nascite.
(Quindi se lavoriamo longitudinalmente prenderemo la generazione di queste
madri e poi la loro produzione)
(GRR = Gross Reproduction Rate)

TASSO NETTO DI RIPRODUZIONE (NRR)


Questo tasso tiene conto dell’eliminazione per morte delle madri e va a
considerare le donne che rimangono in vita alle età feconde, in quanto saranno in
grado di contribuire alla riproduzione.
Ipotizziamo un esperienza di mortalità:
Prendiamo la tavola di mortalità femminile della popolazione di cui vogliamo
studiare la riproduttività. Sfruttando le funzioni biometriche ci calcoliamo la
probabilità di sopravvivere dalla nascita all’età x, ossia la probabilità che hanno
queste donne di arrivare all’età feconda.

Per fasce di
età di 1 anno

Per fasce di
età di 5 anni

Moltiplichiamo i singoli tassi di fecondità specifici per il coefficiente di


sopravvivenza 0,483. Quest’ultimo indica la porzione di donne sopravviventi
dalla nascita alle varie età feconde (da 0 a 15,.., da 0 a 49).
Si tratta di una probabilità di sopravvivenza:

Quindi prendiamo la tavola di mortalità femminile della popolazione che stiamo


studiando (o in generale una tavola che rappresenta l’esperienza di mortalità di
quella popolazione).
anni vissuti;
serie degli Lx
l0=radice della tavola. Sono
tutte le nate, ossia la
La probabilità di sopravvivenza è:
generazione fittizia
 non condizionata al raggiungimento dell’età immediatamente precedente.
Infatti è una probabilità che va dalla nascita all’età x.
 prospettica non è tra età esatte (come le probabilità classiche) ma è tra tempi
esatti. Prende in esame gli Lx, quindi è tra x e x+1 e x+1-x+2. Sono quelle
probabilità che si usano per studiare le previsioni di popolazione.
Il tasso di incremento r è collegato al rimpiazzo delle generazioni, cioè R

Abbiamo visto che in base al modello di crescita della popolazione, il tasso di


incremento r può essere di 3 tipo:
1. aritmetico; che coincide con quello geometrico se l’intervallo di tempo
considerato è pari a 1 anno
2. geometrico;
3. esponenziale: è il tasso calcolato nel continuo, ossia calcolato per intervalli
infinitesimi. È il modello che si adatta meglio al reale andamento della
popolazione.

Infatti sappiamo bene che la popolazione cambia continuamente. Infatti ogni


individuo che entra o che esce contribuisce al cambiamento della popolazione
nell’istante immediatamente successivo.
Se uso il tasso aritmetico, solamente gli individui che si trovano all’inizio del
mio periodo di osservazione contribuiscono al cambiamento successivo della mia
popolazione, che può essere aumentata o diminuita. Questo tasso, pertanto, non
tiene conto di tutti i cambiamenti che si sono verificati, di entrate ed uscite,
perché fa riferimento esclusivamente alla componente inziale della popolazione.
Invece il tasso esponenziale mette in conto di questo cambiamento continuo,
perché ogni piccolo cambiamento contribuisce al cambiamento successivo.
(concetto di popolazione stazionaria che non varia il suo ammontare)

GRAFICO ANDAMENTO DELLE NASCITE NEL MONDO.


Vediamo che
le nascite sono diminuite molto dal 1950 al 2015.
A livello globale il TFT era un valori pari a 5 nel 1950, ed è arrivato ad essere
pari ai 2,5 figli per donna, quindi è diminuito talmente tanto fino a essersi
dimezzato.
Allo stesso tempo però è calata molto anche la mortalità infantile.
Siccome parliamo del mondo, un forte contributo viene da parte dei paesi in via
di sviluppo dove la mortalità infantile è molto più alta rispetto ai paesi sviluppati.

Ad ogni modo, siccome il TFT e la mortalità infantile sono scese, la popolazione


è esplosa: eravamo 6 miliardi nel 2000, mentre adesso siamo a 8 miliardi e la
popolazione sta continuando a crescere in modo esponenziale.

Perché il tasso di fertilità globale è diminuito così rapidamente?


Le tre ragioni principali sono:
1. l'emancipazione delle donne: aumento dell'accesso all'istruzione e maggiore
partecipazione al mercato del lavoro;
2. la diminuzione della mortalità infantile;
3. l'aumento dei costi di educazione dei figli: a cui ha contribuito il declino del
lavoro minorile.
Cosa significa per la popolazione il calo della fertilità globale?
Vediamo che è diminuito molto il tasso di fecondità a livello globale.
Di conseguenza anche il tasso di crescita della popolazione è meno veloce,
rispetto a prima.
Da queste osservazioni possiamo dire che ci troviamo in una transizione che va
verso un nuovo equilibrio. Infatti più di due secoli fa il mondo entrò in una
grande transizione demografica, dove l’equilibrio era segnato dall’altissima
mortalità che teneva sotto controllo la crescita demografica. Ma adesso questa
prima grande transizione sta giungendo al suo termine perché si sta definendo un
nuovo equilibrio. Questo nuovo equilibrio sarà la bassa fecondità a mantenere
bassi i cambiamenti della popolazione.

CALO DELLA FECONDITÀ IN ITALIA


In Italia fino a un decennio fa vi era una forte influenza delle chiese ed è uno dei
paesi con la più alta incidenza di nati all’interno del matrimonio. Ovviamente
oggi ci sono meno nascite all’interno del matrimonio, ma sono comunque un
numero abbastanza consistente. Quindi possiamo dire che il matrimonio funge da
regolatore delle nascite.
Sicuramente oggi si fanno meno figli, di cui molti nascono al di fuori del legame
matrimoniale. Si può dire che il fenomeno del calo della fecondità non è legato
solamente alle condizioni economiche, ma anche culturali. Infatti anche se l’Italia
è un paese sviluppato, presenta molta variabilità al suo interno con molte
differenze regionali.

CONTRIBUTO DEI PAESI ALLA FERTILITÀ


Vediamo il calo della fertilità in tutti i paesi del mondo, dal 1950 fino ad oggi.
 Notiamo che agli inizi degli anni 50 il mondo era praticamente diviso era paesi
con fertilità elevata e paesi con fertilità bassa. (linea rossa).

 Tra il 1975-80 molti paesi hanno ridotto sostanzialmente la propria fertilità.


Nel caso della Cina il TFT è passato da 6 a 3 figli per donna. Questo rapido
cambiamento fu dovuto per buona parte alla politica del figlio unico. Ci sono
state forti politiche anche in India. (linea arancio)

 Tra il 2005-10 il TFT è sceso sui 2,5 figli per donna. Si tratta di un calo che
interessa la maggior parte dei paesi del mondo. Circa l’80% dei paesi ha un
TFT sotto i 3 figli per donna, eccetto i paesi all’estremo opposto, dove ci sono
ancora i 5 figli per donna. (linea blu)

Vediamo anche una CONVERGENZA nei tassi di fecondità, perché:


 per i paesi che avevano già bassa fecondità negli anni ’50, il TFT è sceso
leggermente;
 per i paesi con alta fecondità, il numero di figli per donna è sceso rapidamente.

QUANTO TEMPO È PASSATO PRIMA CHE LA FERTILITÀ PASSASSE


DA 6 FIGLI PER DONNA A MENO DI 3 FIGLI PER DONNA?
Dal grafico vediamo la velocità di declino dei tassi di fertilità per i vari paesi.

La transizione della fertilità rappresenta il passaggio dalla fertilità naturale a una


fertilità più limitata e controllata ed è stato uno dei cambiamenti sociali più
importanti avvenuti nella storia delle popolazioni.
 I paesi industrializzati che hanno iniziato prima la transizione demografica,
hanno impiegato più tempo per questo cambiamento sociale, perché prima è
diminuita la mortalità, e solo dopo è diminuita la fecondità, in modo lento e
graduale.
 Al contrario i paesi in via di sviluppo hanno avuto dei tempi più ristretti.
Questo declino della fecondità avviene con tempi e velocità diversi tra i vari
paesi: il regno unito ha impiegato 95 anni; gli Stati Uniti 82 anni, la Cina 11
anni..
Infatti da questo vediamo come la transizione demografica viene attraversata con
ritmi diversi dai vari paesi, che hanno avuto tempi e velocità diverse per la
realizzazione di questo schema generale.

All’interno di questo schema, l’Italia ha attraversato la diminuzione della


fecondità per tutto il 20-secolo. Si tratta di un declino piuttosto veloce ma non
ripido come quello della Cina, ed è avvenuto in tempi medio-lunghi (ossia non è
tra le prime posizioni). Il declino delle nascite in Italia si è verificato già da dopo
il baby-boom ed oggi siamo uno dei paesi a più bassa natalità del mondo, insieme
al Giappone.

IL NUMERO DI FIGLI PER DONNA NEL LUNGO PERIODO

I paesi che nel passato avevano alti tassi di fecondità, oggi hanno bassi tassi i
fecondità. Uno dei casi interessanti è la Germania, perché soprattutto nella part
est si stanno sperimentando dei bassissimi livelli di fecondità.
La Francia invece anche se ha valori molto più bassi del passato, è il paese tra
tutti quelli europei si avvicina di più al livello di sostituzione delle generazioni,
con un TFT=1,8 che grazie alle migrazioni consente un sistema sostenibile, a
differenza dell’Italia.

LIVELLI DI FECONDITÀ
Vediamo come quello dell’Italia è basso
Tra Francia sta messa meglio del nord Europa e dell’Inghilterra.
Il Giappone è il gemello demografico dell’Italia, perché sono uguali in termini di
mortalità e di natalità. Sono uguali dal punto di vista di invecchiamento
demografico. Pertanto demograficamente parlando sono due popolazioni molto
vicine.

TASSO DI NATALITÀ
Il tasso di natalità è espresso come il numero annuo di nascite per 1.000 persone
nella popolazione.
Questo è rimasto costante nel tempo, poi c’è stata una caduta, che in Italia è stata
più ripida, piuttosto che in altri paesi.
Invece la Cina ha avuto una caduta molto ripida come conseguenza repentina
delle decisioni politiche.
IMPATTO DELLA POLITICA DEL FIGLIO UNICO
Si tratta di una politica che non è stata utile, in quanto si sarebbe potuto
comunque ottenere un risultato simile, ma senza fare un intervento politico così
coercitivo. Questo si è visto grazie ai risultati raggiunti in Taiwan.

Infatti il Taiwan aveva alti livelli di fecondità che erano al pari di quelli della
Cina, e ha raggiunto dei livelli vicini alla Cina, nonostante non abbia attuato una
politica così rigida che limiti le scelte individuali.

Pertanto la politica del figlio unico esercitata in Cina probabilmente è stata inutile
perché la modernità e lo sviluppo sperimentato in Taiwan sarebbe stato
sperimentato anche in Cina, e quello sarebbe stato sufficiente per una graduale
diminuzione della fecondità.

In conclusione, il Taiwan è la dimostrazione che una legge così invasiva della
Cina è stata inutile, perché ci sarebbe stata comunque una diminuzione della
fecondità più graduale. Infatti il livello raggiunto è quasi lo stesso per entrambe.

Adesso la Cina sta pagando le conseguenze per le decisioni passate, in quanto è
un paese demograficamente invecchiato, tant’è vero che dopo aver rimosso tale
politica si stanno incoraggiando anche le nascite di primo e secondo ordine.

SPIEGAZIONI SUL CAMBIAMENTO DELLA FECONDITÀ


I primi due fattori sono quelli più importanti, perché hanno un impatto più forte
sull’aumento o diminuzione della fecondità.
 Emancipazione delle donne: istruzione e partecipazione alla forza lavoro: dove
l’istruzione è più alta, il numero dei figli diminuisce.
 Aumentare il benessere e lo stato dei bambini:
→Le maggiori condizioni di benessere della prole ha influenzato sul
calo della fecondità. All’inizio della transizione demografica nei
paesi del nord Europa, le donne facevano tantissimi figli, di cui molti
però morivano. Per questo motivo si tendevano a fare molti più figli.
 Cultura e norme;
→ uno dei regolatori delle nascite è l’età al matrimonio, dove ancora
per molti paesi i metodi contraccettivi non sono accettati
(per etica, morale, religione).
 Religione e fertilità; rapporto religione e fecondità in Italia
 Pianificazione famigliare e interventi politici coercitivi

 LO SVILUPPO: favorisce prima una caduta della fecondità e poi ne favorisce


anche un aumento. Infatti quando la fecondità ha raggiunto bassi livelli, lo
sviluppo ne ha consentito anche una ripresa, verso un livello di sostituzione
delle generazioni. Questo è quello che è successo in Francia, e che in Italia
non abbiamo avuto.

Lo sviluppo è inteso come sviluppo della società, ossia come sviluppo culturale,
e delle condizioni socio-economiche di un paese.
Lo sviluppo è riferito anche in ambito sanitario con una minore mortalità

Per misurare lo sviluppo si usa l’indice di sviluppo umano, che è un indicatore
composito che considera tutto tra condizioni economiche, accesso ai servizi
sanitari, istruzione, PIL del paese e altre componenti.

Inoltre nel momento in cui la popolazione globale è entrata nel 21esimo secolo si
è riscontrata una relazione negativa tra fertilità e sviluppo: più è alto lo sviluppo e
più basso è il numero di figli per ogni donna.
Pertanto esiste una forte associazione negativa tra il livello di sviluppo di un
paese e il livello di fertilità.
Inoltre si è visto anche come questa associazione procede nel tempo:
La fertilità prima tocca livelli molto bassi e poi aumenta nuovamente man mano
che i paesi avanzano ai livelli di sviluppo più elevati.
Infatti questa relazione dopo una certa soglia diventa positiva.
Questa inversione permette di rallentare i tassi di invecchiamento della
popolazione migliorando così i problemi sociali ed economici che sono stati
segnalati come conseguenze di una fertilità molto bassa.

Questo lo possiamo vedere nella Francia.


La Francia si è sviluppata economicamente e socialmente.
Infatti la Francia ha avuto dapprima un andamento negativo, perché stava
toccando bassi livelli di fecondità. Oltre un certo livello, lo sviluppo ha poi
aiutato la fecondità, in quanto società francese ha attuato una serie di norme
strutturali sulla quale le famiglie sanno di poter contare.
Questi provvedimenti hanno consentito una ripresa della fecondità.
Infatti la relazione tra fertilità e sviluppo ha una forma a U; è negativa ma oltre
una certa soglia diventa positiva.

TFT DELLE REGIONI ITALIANE E STRANIERE AL 2018


La Sardegna è la regione a più bassa fecondità, mentre fino a qualche anno fa lo
era la Liguria. La Campania e la Sicilia sono le regioni a più alta fecondità
Nel caso delle donne straniere, la fecondità è sempre più alta e può superare il
livello di sostituzione delle generazioni. Questi valori che variano dipende dal
fatto che ci sono donne che mantengono usi e costumi delle loro origini in quanto
fanno molti figli, e altre che invece convergono facilmente verso i costumi
italiani. In linea di massima tutte le persone cambiano un minimo le proprie
abitudini.
Esiste una relazione positiva tra il numero medio di figli per donna e il tasso di
occupazione delle donne nella sfera lavorativa. Laddove le donne lavorano si
fanno figli. Però questo non vale per tutte le regioni italiane.
Nelle regioni del sud e le isole la relazione è inversa in quanto è presente un
numero di figli più alto laddove la donna lavora. Ciò è dovuto alle norme e
culture di quella popolazione in quella determinata area.

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