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mat. 316661
A.A. 2023/2024
Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”
Scienze Giuridiche per la consulenza del lavoro e la sicurezza pubblica e privata
Capitolo 2
I dati tratti dalle statistiche sanitarie costituiscono un fondamentale strumento, qualitativamente affidabile, per
l'epidemiologo, soprattutto nelle indagini di tipo descrittivo ed investigativo in cui è necessario riferire la frequenza di
determinati eventi di una determinata popolazione. Queste fonti possono fornire la rappresentazione di una
popolazione secondo due distinte modalità:
a. STATO DELLA POPOLAZIONE che ne descrive staticamente la configurazione in un determinato momento e viene
rilevato periodicamente tramite censimento;
b. MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE che ne mette in luce le principali modificazioni che avvengono in essa nel
tempo, dando quindi un'immagine dinamica (movimento della popolazione) e risulta essenzialmente dalle
nascite, dai morti e dai movimenti migratori.
2.1.1 Il censimento
Il censimento (de facto) è la rilevazione istantanea del numero di abitanti, della loro suddivisione per sesso e
per età, della loro distribuzione territoriale e di altre caratteristiche come la suddivisione per livelli
d'istruzione, attività lavorative, alcune abitudini di vita, le caratteristiche delle abitazioni. Viene effettuato
ogni 10 anni a partire dal 1861 e rileva le persone presenti nei diversi ambiti territoriali alla data stabilita per
la sua effettuazione.
I dati vengono rilevati per mezzo di appositi questionari rilasciati alle famiglie ed alle istituzioni pubbliche e
private (ospedali, stabilimenti di pena, caserme, istituzioni religiose, case di riposo, ecc.). Vengono poi
ritirati dai rilevatori che controllano la validità e l'attendibilità delle risposte assieme alle persone che li
hanno compilati e, infine, i dati vengono elaborati dall'ISTAT che li pubblica affinché siano disponibili per
tutti coloro che ne possano trarre utilità, come in campo sanitario. I dati riguardanti la distribuzione della
popolazione per sesso e per età sono di grande importanza anche per fini sanitari e la loro rappresentazione
grafica viene comunemente definita come piramide delle età.
La piramide delle età è la rappresentazione grafica della popolazione suddivisa per sesso e per classi
quinquennali di età. Si compone di un doppio sistema di assi cartesiani sulle cui ordinate sono riportate le
classi d'età, mentre sulle ascisse vi sono, da un lato, la percentuale o il numero degli individui di sesso
maschile appartenenti ad ogni classe e, dal lato opposto, la percentuale o il numero degli individui di sesso
femminile delle stesse classi. Nelle popolazioni c.d. naturali, caratterizzate da elevata mortalità in tutte le
classi di età, il grafico che le raffigura assume forma triangolare. Infatti, in ciascuna delle classi d'età, il
numero di individui è sempre più ridotto per i decessi che avvengono via via con il progredire dell'età. Nelle
popolazioni in cui la natalità e la mortalità si vanno progressivamente riducendo, il grafico assume la forma
a bulbo con base ristretta, giacché nel momento in cui si effettua il censimento gli individui appartenenti alle
prime classi d'età (specialmente alla classe 0-4 anni) sono in numero inferiore, per la bassa natalità degli
ultimi anni, rispetto agli individui delle classi d'età successive che sono nati in periodi di più elevata natalità.
Quando, infine, la natalità e la mortalità si stabilizzano sui più bassi valori, il numero di individui è pressoché
uguale in ognuna delle classi d'età giovanili e intermedie ed è progressivamente decrescente solo nelle
classi più avanzate, sicché il grafico tende ad assumere forma rettangolare.
L'evoluzione demografica della popolazione italiana dall'inizio del secolo ad oggi, caratterizzata
essenzialmente da una notevole contrazione della natalità e della mortalità (specie nelle prime classi d'età)
e dal rallentamento del flusso migratorio verso l'estero, è ben rappresentata dalle tre piramidi costruite con
i dati dei censimenti del 1901, 1951 e 2001 (Fig. 2.1). Benché ognuno dei tre grafici sia una immagine statica
della popolazione italiana come era in quei determinati momenti, la loro osservazione in sequenza ci offre
una visione dinamica del nostro paese che, partendo da una situazione demografica di sottosviluppo, è
giunto ad allinearsi ai Paesi più sviluppati.
Le variazioni che avvengono all'interno di una popolazione (nascite, morti, matrimoni, emigrazioni,
immigrazioni…) sono registrate attraverso le statistiche o atti dello Stato civile, compilati ed aggiornati nei
registri dell'Anagrafe di ogni Comune. Gli uffici anagrafici hanno il compito di raccogliere le notificazioni di
nascita, morte, matrimonio... redatte su apposite schede per trasmettere poi ogni variazione anagrafica
all'ISTAT. Le schede utilizzate per le notificazioni sono costituite da diverse sezioni compilate dall'Ufficiale
dello Stato civile (scheda di matrimonio) o dal medico (scheda di morte o di nascita). La natalità e la
mortalità rivestono un fondamentale interesse sanitario, oltre che amministrativo.
L'attuale classificazione nosologica delle cause di morte, adottata in sede internazionale, riunisce le malattie
in:
a. SETTORI;
b. GRUPPI;
c. CATEGORIE;
d. SOTTOCATEGORIE.
Il raggruppamento delle malattie è fatto sia secondo la loro sede anatomica (organo, apparato o sistema),
sia in base ad altri criteri fra cui quello eziologico. I principali raggruppamenti sono costituiti da:
La scheda è suddivisa in due parti, una per tutti i nati ed una per i soli nati morti. Vi sono riportati dati
riguardanti la gravidanza appena conclusasi, il parto, il neonato (peso, stato alla nascita, eventuali
malformazioni), e dati riguardanti madre e padre del bambino.
I casi di malformazione sono segnalati attraverso la compilazione di una notifica di nato deforme la cui
efficacia e completezza informativa è ridotta da numerosi fattori di distorsione, tra cui anche l’accuratezza
nel condurre la visita medica da parte dell'assistente al parto. Si stima che la frequenza reale di bambini con
malformazioni varia da 15 a 30 per ogni 1.000 nati.
Dati più attendibili si hanno dai registri delle malformazioni congenite istituiti in diverse regioni.
Resta immodificato l'obbligo di notificare all'autorità sanitaria competente qualsiasi malattia infettiva e
diffusiva che rappresenti un potenziale pericolo per la salute pubblica (artt. 253 e 254 TU Leggi Sanitarie
1934).